Dal Misogallo (Alfieri, 1912)/Sonetto XLI
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Vittorio Alfieri - Dal Misogallo (1789-1798)
Sonetto XLI
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Sonetto XLI.
21 agosto 1796.
Tronche due Regie teste rotolanti
Veggio; nel limo d’Albïon la prima;1
L’altra, ove all’Anglo i Galli scimieggianti
4 Fan piú d’un secol dopo atroce rima.2
Stragi ambe inique, cui tu indarno ammanti,
Falsa Astrea, sol di furti, e sangue opima:3
Pur, dal pari delitto (assai distanti
8 Effetti) il Gallo ha spregio, e l’Anglo ha stima.
Donde ciò mai? N’è la ragion patente.4
Libera innanzi, e libera piú poscia
11 Era, e tuttora ell’è, l’Anglica gente.
Gallia all’incontro, che in mertata angoscia
Soggiacque a un solo Re, dianzi servente,
14 Or sotto ai mille esanime si accoscia.5
Note
- ↑ 2. Quella di Carlo Stuart, condannato a morte il 27 gennaio 1649, come tiranno, traditore e assassino, e ucciso il 30 gennaio davanti al suo palazzo di White Hall. — Albion, l’Inghilterra.
- ↑ 4. Rima nel significato di parodia, imitazione.
- ↑ 6. Astrea, la dea della Giustizia. Opima, grassa, pingue.
- ↑ 9. Patente, chiara.
- ↑ 14. Si accoscia, sottostà; non senza ragione è qui adoprato lo stesso verbo che Dante adopera al v. 132 del canto XVIII dell’Inferno. — «Chi ha conosciuto Francesi misgenerati a’ tempi del Re, ed i rigenerati d’adesso ha osservato ch’essi avevano allora alquanto meno il contegno, e l’insolenza, ed il timore di schiavi, di quel che l’abbiano al presente. Essi erano allora al remo come dilettanti, che nei nostri porti chiamansi Buonavoglia, ed ora vi si assidono sforzati davvero, ma remigano pure liberamente a suon di nerbate». (Nota dell’A.) — Esanime, senza dar segno di vita.