Rime varie (Alfieri, 1912)/CXXI. Perché ami la sua donna

CXXI. Perché ami la sua donna

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CXXI. Perché ami la sua donna
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CXXI [clxv].1

Perché ami la sua donna.

Candido cor, che in su bel labro stai
Di quella schietta2 che il mio tutto io chiamo;
Per te, piú sempre che me stesso io l’amo;
4 Tu piú m’incendi, che i suoi negri rai.3
Chi di beltà, chi di lusinghe, e assai4
Colti son d’arti e di menzogne all’amo;
Non io; che in prova, libertà non bramo;
8 E l’anno è il nono de’ miei lacci omai.5
Un dirmi ognor soavemente il vero,6
Ancor che spiaccia; ed a vicenda,7 un breve
11 Sdegno in udirlo, indi un perdon sincero;

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Un profondo sentire in sermon lieve;8
Infra il lezzo del mondo animo intero:
14 Bei pregi, a cui servir non fia mai greve.9


Note

  1. Nel ms: «27 maggio, in letto».
  2. 2. Schietta, sincera.
  3. 4. I suoi negri rai, i suoi occhi neri.
  4. 5. Assai, molti uomini.
  5. 7-8. Io non desidero, dice l’A., dopo il nono anno della mia relazione con la Contessa, di ricuperare la mia libertà, e ciò prova su che salda base riposi il mio affetto.
  6. 9. Si noti l’opportunità di quel soavemente, che tempera l’amarezza della cruda verità.
  7. 10. A vicenda, si riferisce alla Contessa, che dice con tutta franchezza al Poeta la verità, ma non ha che un breve sdegno, se anch’ei gliela dice.
  8. 12. Un profondo sentimento, ma scevro di gravi parole.
  9. 14. Var.:
    Bei pregi, onde il velen lungo si beve.