Rime varie (Alfieri, 1912)/IX. Non cesserà mai di amare la Contessa
Questo testo è completo. |
Vittorio Alfieri - Rime varie (1776-1799)
IX. Non cesserà mai di amare la Contessa
◄ | VIII. Alla Morte | X. Dinanzi ad una statua di Venere | ► |
IX [xxvii].1
Non cesserà mai di amare la Contessa.
Cessar io mai d’amarti? Ah! pria nel cielo
Di sua luce vedrai muta ogni stella,2
Lo gran pianeta, che ogni cosa abbella,
4Ingombro pria vedrai d’eterno velo:
Pria verran manco, al crudo verno il gelo,
Erbette e fiori alla stagion novella,
Al mio signor faretra, arco, e quadrella,
8Giovinezza e beltade al Dio di Delo.3
Cessar d’amarti? o mia sovrana aita,
Di’, non muovon da te l’aure ch’io spiro?
11Fonte e cagion non mi sei tu di vita?
Principio e fin d’ogni alto mio desiro,
Finché non sia da me l’alma partita,
14Tuo sarà, né mai d’altra, il mio sospiro.
Note
- ↑ Sonetto composto il 5 febbraio del 1778.
- ↑ 2. Dante (Inf., V, 28):
Io venni in loco d’ogni luce muto... - ↑ 5-8. Mossa frequente nella poesia lirica d’ogni tempo: cosí il Tasso (Aminta, I, 1):
Quand’io dirò pentita, sospirando
Queste parole ch’or tu fingi ed orni
Come a te piace, torneranno i fiumi
Alle lor fonti; e i lupi fuggiranno
Dagli agni, e ’l veltro le timide lepri;
Amerà l’orso il mare e ’l delfin l’alpi.
Il mio Signore è l’Amore, il Dio di Delo è Apollo.