Rime varie (Alfieri, 1912)/CLXVI. Ricordi
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Vittorio Alfieri - Rime varie (1776-1799)
CLXVI. Ricordi
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CLXVI.1
Ricordi.
E’ mi par jeri, e al terzo lustro or manca
Pur solo un anno, o Donna mia, dal giorno
In cui per queste spiagge a te dintorno2
4 Io mi venía aggirando a destra e a manca.
In pia magion, dal sofferir tu stanca,
Racchiusa t’eri, e ten piacea ’l soggiorno;
Poich’ivi al fin, d’aspro marito a scorno,3
8 Pace avevi che sola il cor rinfranca.
Ma non l’aveva io già mia pace allora,
Non mai potendo a te venir da presso;
11 Onde assai lagrimar vedeami Flora.4
Cangiò il destino: in questo loco istesso,
Lieti e securi e indivisibili ora,
14 I guai trascorsi esilariam noi spesso.5
Note
- ↑ Nel decembre del 1780, entrata in relazione con l’A., la Contessa d’Albany aveva voluto liberarsi dal greve giogo del proprio marito, ed era ricorsa ad un ingegnoso espediente: una certa Signora Orlandini, d’accordo con lei, andò un giorno a prenderla col proprio cavalier servente, un Irlandese, di cognome Gehegan, per recarsi a vedere certi lavori d’ago nel monastero delle Bianchette: lo Stuart fu della brigata anche lui, ma, infermo com’era, camminava piú lentamente di tutti. La Contessa raggiunse la soglia del monastero, le fu aperto dalle suore, l’uscio si richiuse sollecitamente alle sue spalle e, quando il Conte fece per entrare, gli fu risposto che, ormai, sua moglie era in asilo sicuro e che si desse pace. La Signora passò poi da quel monastero all’altro delle Orsoline in Roma. A questi fatti si richiama l’A. nel sonetto che è surriportato, composto il 17 dicembre 1794: la qual data è però, nell’autografo, seguita da un’annotazione certamente erronea; si legge: «Fuori Porta S. Fridiano, in faccia al Conventino», mentre il Convento delle Bianchette era in via del Mandorlo (oggi via Giuseppe Giusti), da Porta San Gallo.
- ↑ 3. A te d’intorno, intorno al monastero che l’aveva accolta.
- ↑ 7. A scorno, a vergogna, a dispetto.
- ↑ 11. Flora, Firenze.
- ↑ 14. Rendiamo ilare il ricordo dei mali trascorsi con la felicità di cui presentemente godiamo, senza temere che alcuno venga a rubarcela.