Dal Misogallo (Alfieri, 1912)/Epigramma XIV
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Vittorio Alfieri - Dal Misogallo (1789-1798)
Epigramma XIV
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Epigramma XIV.
11 ottobre 1794.
Fra Re signori e Re villani,1 corre
Diversità non lieve,
Benché un flagel d’Iddio, perenne, e greve,
4 Sien gli uni e gli altri, e vivano del torre.2
Chi, nato in trono, non conobbe uguali
Spesso è il minor di tutti,
Ma il peggior, no; perché dai vizj brutti
8 Lo esenta in parte il non aver rivali.
Ma chi povero, oscuro e vil si nacque,
S’ei mai possanza afferra,
La lunga rabbia che repressa tacque,
12 Fa che a tutti i dappiú3 muova aspra guerra.
Allor la invidia e crudeltà plebea,
De’ Grandi l’arroganza,
Immedesmate4 entro uno pianta rea,
Forman lo scettro orribile di ferro
17 D’un Re, che in capo ha il pazzo, in cor lo sgherro.5
Note
- ↑ 1. Re Signori, son quelli che regnano per eredità, Re Villani sono i capi che la democrazia si elegge.
- ↑ 4. Del torre, dello spogliare il prossimo.
- ↑ 11. A tutti i dappiú, a tutti coloro che hanno potenza, intelligenza, cultura, maggior della sua.
- ↑ 14. Immedesmate, entrate, conficcatesi.
- ↑ 16. Il pazzo, la pazzia; lo sgherro, l’abitudine e il piacere dello spionaggio. Per il contenuto, si confronti questo epigramma con la satira La sesquiplebe.