Rime varie (Alfieri, 1912)/CXIII. Lo confortano, nella solitudine invernale, i suoi studi e la sua donna

CXIII. Lo confortano, nella solitudine invernale, i suoi studi e la sua donna

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CXIII. Lo confortano, nella solitudine invernale, i suoi studi e la sua donna
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CXIII [clii].1

Lo confortano, nella solitudine invernale,

i suoi studi e la sua donna.

S’io men mia donna amassi, o men le Muse,
Mal nel rigor del verno i dí trarrei,
Quasi sul fiore ancor degli anni miei,2
4 Qui donde son tutte allegrezze escluse.
Solo men vivo in ermo loco, ed use
Mie rime al pianto, ognor sospiran lei;3
Che, se a me riede ai dí men brevi e rei,4
8 Farà ch’io men sua lontananza accuse.
Ma ben so, ch’ove donna5 di te stessa,

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Tu di tua stanza6 appieno arbitra fossi,
11 Mai non saria fra noi distanzia messa.
Quindi or con quanto buon voler piú puossi,7
Mia solitudin porto; e vivo d’essa;
14 E prego Amor, che piú martír mi addossi.


Note

  1. Nel ms.: «3 marzo, sulla strada di Roussac».
  2. 3. Il Foscolo, nel son. Un dí, s’io non andrò sempre fuggendo:
    Il fior de’ tuoi gentili anni caduto.
  3. 6. Ognor sospiran lei: invocan lei, sospirando.
  4. 7. I dí men brevi e rei, quelli primaverili e gli estivi.
  5. 9. Donna, padrona, arbitra.
  6. 10. Di tua stanza, di stare dove meglio ti piace.
  7. 12. Il Petrarca (Rime, XVI):
    Quanto piú pò con buon voler s’aita.