Rime varie (Alfieri, 1912)/CXXIV. La Contessa gli tien luogo di tutto nel mondo

CXXIV. La Contessa gli tien luogo di tutto nel mondo

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CXXIV. La Contessa gli tien luogo di tutto nel mondo
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CXXIV [clxviii].1

La Contessa gli tien luogo di tutto nel mondo.

Donna, s’io cittadin libero nato
Fossi di vera forte alma cittade,
Quel furor2 stesso, ch’or di te m’invade,
4 D’egregio patrio amor m’avria infiammato.
Né il mio secondo amore a te men grato
Fora, son certo: perché in bella etade
Nata tu pur, saresti or delle rade
8 Cose, che al mondo il cielo abbia mostrato.
Ma, nati entrambi e in servitú vissuti,
Nessun legame sovrastar può a quelli,
11 Che han tra noi le conformi alme tessuti.3
Tu dunque sola or la mia vita abbelli;
E gli alti sensi tutti in me son muti,
14 Se a tentar nobil vol tu non mi appelli.


Note

  1. Nel ms.: «4 agosto, in letto».
  2. 3. Furor, amore furibondo, uno di quei vocaboli, diremo cosí, estremi, a cui l’A. era portato dalla sua indole, e che usava perciò di preferenza.
  3. 11. Il Tasso (Gerus. lib., VII, 17):
    E la couduce ov’è l’antica moglie,
    Che di conforme cor gli ha dato il Cielo.