Rime varie (Alfieri, 1912)/XCIX. A Pisa, col tempo cattivo

XCIX. A Pisa, col tempo cattivo

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XCIX. A Pisa, col tempo cattivo
XCVIII. Ancora per Francesco Gori-Gandellini C. Ha una dolce visione della sua donna

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XCIX [cxxxiv].1

A Pisa, col tempo cattivo.

Mezzo dormendo ancor domando: Piove?
Tutta la intera notte egli è piovuto.2
Sia maledetto Pisa! ognor ripiove;
4 Anzi, a dir meglio, e’ non è mai spiovuto.
Almen, quando adirato il pluvio Giove
Fea d’abitanti l’universo muto,
Acqua in ciel fabbricando in fogge nuove,
8 Quell’acquosa sua rabbia ha un modo avuto:3
Ma qui, non degni or di affogar ci crede,
Né di goder del Sol la dolce vista;
11 Purché4 in molle ei ci tenga, e il capo e il piede.
Siam forse noi di quella specie trista,
Che né in ben né in mal far mai non eccede,
14 Sí che di noja il Ciel sol ci contrista?5


Note

  1. Nel ras.: «31 dicembre, in Pisa».
    «Il soggiorno di Siena senza il mio Gori, mi si fece immediatamente insoffribile. Volli tentare d’indebolirne alquanto il dolore, senza punto scemarmene la memoria, col cangiare e luoghi ed oggetti. Mi trasferii perciò nel novembre in Pisa [nel palazzo Prini, in via S. Maria] risolutomi di starvi quell’inverno; ed aspettando che un miglior destino mi restituisse a me stesso; che privo d’ogni pascolo del cuore, veramente non mi potea riputar vivo», (Aut., IV, 14°). Intorno al soggiorno del l’A. a Pisa, vegg. Vitt. Cian, in Nuova antologia del 16 ottobre 1903.)
  2. 2. Questo verso contiene la risposta del servitore, andato a svegliare il Poeta.
  3. 5-8. Allude l’A. al mito del diluvio universale, scatenato da Giove per disperdere le generazioni umane troppo guaste e per ripopolare, in appresso, di nuove genti la terra: solo Deucalione, figlio di Prometeo, avvertito dell’intenzione di Giove, poté mettersi in salvo entro un’arca con la moglie Pirra. — Modo, misura o anche termine, fine.
  4. 11. Purché, basta che.
  5. 12-14. L’A. allude a quei peccatori che Dante trova nell’antinferno, vissuti «senza infamia e senza lodo» e di cui Virgilio dice:
    Questi non hanno speranza di morte,
    E la lor cieca vita è tanto bassa,
    Che invidiosi son d’ogni altra sorte.
    Fama di loro il mondo esser non lassa;
    Misericordia e giustizia gli sdegna...