Rime varie (Alfieri, 1912)/XVII. Le parole non valgono ad esprimere il suo affetto

XVII. Le parole non valgono ad esprimere il suo affetto

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XVII. Le parole non valgono ad esprimere il suo affetto
XVI. Loda gli occhi della sua donna XVIII. Amò altre volte, ma senza che Amore gli ispirasse nulla di buono

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XVII [xx].1

Le parole non valgono ad esprimere il suo affetto.

S’io t’amo? oh donna! io nol diria volendo.2
Voce esprimer può mai quanta m’inspiri
Dolcezza al cor, quando pietosa giri3
4Ver me tue luci, ove alti sensi apprendo?4
S’io t’amo? E il chiedi? e nol dich’io tacendo?
E non tel dicon miei lunghi sospiri;
E l’alma afflitta mia, che par che spiri,
8Mentre dal tuo bel ciglio immobil pendo?
E non tel dice ad ogni istante il pianto,
Cui di speranza e di temenza misto,
11Versare a un tempo, e raffrenare io bramo?
Tutto tel dice in me: mia lingua intanto
Sola tel tace, perché il cor s’è avvisto,
14Ch’a quel ch’ei sente,5 è un nulla il dirti: Io t’amo.


Note

  1. Anche questo sonetto è del 1778, e parmi, tra quelli amorosi del canzoniere alfieriano, uno dei piú gagliardamente sentiti ed eseguiti con maggior disinvoltura e padronanza di verso.
  2. 1. Volendo, anche se lo volessi.
  3. 3. Il Petrarca (Rime, clix):
    Chi gli occhi de costei già mai non vide
    Come soavemente ella gli gira
    Non sa, come Amor sana e come ancide.
  4. 4. Guardando i quali mi elevo ad alti concetti, sfuggo ogni sentimento volgare. Ricorda il petrarchesco (Rime, XIII):
    Da lei ti vien l’amoroso pensero
    Che, mentre ’l segui, al sommo ben t’invia
    Poco prezando quel ch’ogni uom desia....
  5. 14. A quel ch’ei sente, in confronto di quello che esso sente.... Il Petrarca (Rime, CXXII):
    Quanta dolcezza unquanco
    Fu in cor d’aventurosi amanti, accolta
    Tutta in un loco, a quel ch’i sento è nulla.