Rime varie (Alfieri, 1912)/XXXI. La cupola di San Pietro

XXXI. La cupola di San Pietro

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XXXI. La cupola di San Pietro
XXX. Dinanzi al Mosè di Michelangelo L'America libera, odi

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XXXI [li].1

La cupola di San Pietro.

Immensa mole, che nel ciel torreggi,2
E tutto ingombri il vaticano suolo,
Curva e lieve, che par t’innalzi a volo;
4E piú dall’occhio sfuggi, e piú grandeggi:3

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Già non fia che di te l’uom favoleggi,
Nel dir che intera dall’etereo polo
Giú ti portasse un bello alato stuolo
8Sovra il gran tempio, in cui per te ti reggi.
Ma se pur fosti, opra immortal, concetta4
In uom mortal, donde ei l’idea mai tolse
11D’una magion di Dio cosí perfetta?
Fervido ingegno dal suo fral si sciolse,
E in ciel d’ogni bell’opra ebbe l’eletta;
14Quaggiú tornato, unica palma ei colse.5


Note

  1. Nel ms.: «19 novembre 1781».
  2. 1. Torreggi, detto di una cupola, mi sembra improprio.
  3. 4-8. L’uomo (intendasi) non dice cosa inverosimile, allorché afferma che la cupola di San Pietro fu portata in terra dal cielo (dall’etereo polo) e deposta sovra il gran tempio, ove miracolosamente si regge, da uno stuolo di angeli.
  4. 9. Concetta, concepita.
  5. 12-14. Michelangelo si sciolse dal suo corpo mortale e, salito in cielo, ebbe facoltà di scegliere ciò che vi fosse di piú bello; tornato in terra, fece opera che non avrà mai l’eguale. Il Buonarroti ha, in uno dei sonetti per Dante, un pensiero analogo a questo:
    Dal ciel discese, e col mortal suo, poi
    Che visto ebbe l’inferno giusto e ’l pio,
    Ritornò vivo a contemplare Dio,
    Per dar di tutto il vero lume a noi.
    Fral, corpo mortale. L’eletta, la scelta; voce usata da Dante (Purg., XIII, 10 segg.):
    «Se qui per dimandar gente s’aspetta»,
    Ragionava il poeta, «io temo forse
    Che patirà d’indugio nostra eletta».