Rime varie (Alfieri, 1912)/LXXX e LXXXI. Trionfo d'amore
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LXXX [cxiii]. e LXXXI [cxvi].1
Trionfo d’amore.
Amore, Amor, godi, trionfa, e ridi,
Tristo fanciul d’ogni malizia albergo;
Spezzato alfin m’hai di ragion l’usbergo,2
4E vincitore a tuo piacer mi guidi.
Già da molti anni entro il mio cor ti assidi,
Ove signor, ma amico in un,3 ti albergo:
Ed or mi assali (ahi traditor!) da tergo?
8M’involi l’arme, indi a pugnar mi sfidi?
Tacito patto era tra noi finora,
Che il mio esigilo4 dai begli occhi sereni
11Io soffrirei per molte lune ancora:
Ma tu, vero Signor,5 patti non tieni
Col tuo minor; troppa clemenzia fora;
14E de’ tuoi falli il biasmo ad altri ottieni.6
Ciò che il meglio si appella, e vuol piú lode,
Credo, è talvolta all’uom discerner dato;
Benché il seguirlo in tutte è a noi negato,
4E a quelli piú, cui passïon piú rode.7
So dire io pur, ch’io mi dovea far prode,8
Ed aspettar che piú benigno il fato
M’avesse la mia donna riportato
8Di quà dall’Alpi alle tirrene prode.
Ma il quarto mese è già del second’anno,
Ch’io, per sforzo inaudito, lei non veggio;
11E il posso or (spero) senza alcun suo danno.9
Da chi biasmarmi vuol null’altro io chieggio,
Se non ch’egli entri nel mortal mio affanno;10
14Poi dir si attenti, ch’io m’appiglio al peggio.
Note
- ↑ «Mentre io stava... tentando di proseguire [a Siena] quel quarto canto [dell’Etruria vendicata], io andava sempre ricevendo e scrivendo gran lettere; queste a poco a poco mi riempirono di speranza, e vieppiú m’infiammarono del desiderio di rivederla tra breve. E tanto andò crescendo questa possibilità, che un bel giorno non potendo io piú stare a segno, detto al mio amico Gori dove io fossi per andare, e finto di fare una scorsa a Venezia, io mi avviai verso la Germania [la Contessa era a Colmar nell’Alsazia] il dí quattro d’agosto». (Aut., IV, 14°). E il 5 dello stesso mese, fra Poggibonsi e Tavarnelle, il 6, fra Tavarnelle e San Casciano, l’A. scriveva rispettivamente il primo e il secondo di questi sonetti, nei quali è appunto raffigurata la lotta che si era fino allora combattuta nell’animo suo, fra il dovere e l’amore.
- ↑ 3. L’usbergo, la difesa, lo schermo.
- ↑ 6. In un, al tempo stesso.
- ↑ 10. Esiglio, lontananza.
- ↑ 12. Vero Signor, tirannico Signore.
- ↑ 14. E accusi altri delle colpe tue.
- ↑ 1-4. Il Petrarca (Rime, CCXXXVI) ha un pensiero analogo a questo dell’A.:
- Amor, io fallo, e veggio il mio fallire
- Ma fo sí com’uom ch’arde e ’l foco ha’n seno;
- Che ’l duol pur cresce, e la ragion vien meno
- Ed è già quasi vinta dal martire.
- ↑ 5. Dovevo vincere me stesso.
- ↑ 11. Intendasi: ed ora posso rivederla (spero) senza suo danno.
- ↑ 13. che s’investa delle mie condizioni.