Rime varie (Alfieri, 1912)/XVI. Loda gli occhi della sua donna
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Vittorio Alfieri - Rime varie (1776-1799)
XVI. Loda gli occhi della sua donna
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XVI [xix].1
Loda gli occhi della sua donna.
Negri, vivaci, e in dolce fuoco ardenti2
Occhi, che date a un tempo e morte, e vita;
Siate, ven prega l’alma mia smarrita,
4Per breve istante a balenar piú lenti.
Di vostra viva luce in parte spenti
Bramo i raggi per ora, ond’io piú ardita
Mia vista innalzi, e come Amor m’invita,3
8Lei con mie rime di ritrarre io tenti.
Voi, voi ne incolpo, se il soave riso,
Se il roseo labro, e ad uno ad un dipinto
11Gli atti non ho del suo celeste viso.
Ah, che a tropp’alta impresa io m’era accinto!
Questi occhi han me da me sí appien diviso,4
14Ch’oltre mia lingua, ogni mio senso è avvinto.
Note
- ↑ Può dirsi che da questo sonetto incomincino le nuove rime dell’A., inspirategli dall’ardente amore per la Contessa d’Albany, piú finamente elaborate di quelle fino allora composte, in grazia della viva e sincera passione, e mercé l’assiduo studio de’ classici latini e italiani nei quali si era immerso e specialmente di Francesco Petrarca: all’anno 1778 della sua vita cosí si esprime l’A.: «Andava anche scrivendo [oltre l’Etruria vendicata] alcune rime d’amore, sí per lodare la mia donna, che per isfogare le tante angustie in cui attese le di lei circostanze domestiche mi conveniva passare molt’ore. E hanno cominciamento le mie rime per essa da quel sonetto (tra gli stampati da me) che dice:
- Negri, vivaci in dolce fuoco ardenti:
- ↑ 1. «Un dolce focoso negli occhi nerissimi accoppiatosi (che raro addiviene) con candidissima pelle e biondi capelli, davano alla di lei bellezza un risalto, da cui difficile era di non rimanere colpito e conquiso». (Aut., IV, 5).
- ↑ 7. Il Petrarca (Rime, CXXIX):
E come Amor l’envita,
Or ride, or piange, or teme, or s’assecura. - ↑ 13. Il Petrarca (Rime, CXXVI):
E ’l volto e le parole e ’l dolce riso
M’aveano, e sí diviso
Da l’imagine vera
Ch’i’ dicea sospirando:
Qui come venn’io, o quando?