Rime varie (Alfieri, 1912)/CLI. Ad una tortorella
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Vittorio Alfieri - Rime varie (1776-1799)
CLI. Ad una tortorella
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CLI.1
Ad una tortorella.
Bianco-piumata vaga tortorella,
Ch’or, su la mia fenestra il vol raccolto,
Ti stai dolce-gemente in tua favella,2
4 Fisa i raggianti occhietti entro il mio volto;
Che vorresti pur dirmi, o tu sí bella?
Mira, a mia posta anch’io ti guardo e ascolto;
Che messaggera d’amorosa stella,
8 Certo ver me le rapid’ali hai sciolto.3 —
A te, che amor per lunga prova intendi,
Né per prospera sorte il cor ti smalti,4
11 A te vengh’io narrar miei lutti orrendi. —
Deh! basta; intesi: ah, sola sei! già gli alti
Strali mi passan del pianto che imprendi:5
14 Già piango, e tremo che il tuo duol mi assalti.
Note
- ↑ Nel ms: «25 e 26 ottobre, scendendo di Montmartre».
- ↑ 1-3. Bianco-piumata, dolce-gemente, solite parole composte, delle quali tanto si compiaceva l’A. Echeggiano al nostro orecchio, nel leggere questi versi, altri versi di un lamento che fu popolarissimo un tempo fra noi: quello del Tremacoldo, nel Marco Visconti del Grossi:
Rondinella pellegrina
Che ti posi in sul verone,
Ricantando ogni mattina
Quella flebile canzone,
Che vuoi dirmi in tua favella,
Pellegrina rondinella? - ↑ 8. Hai sciolto, hai mosse, indirizzate.
- ↑ 10. Ti smalti, come altr., ti impietri.
- ↑ 13. Che imprendi, che incominci a versare.