Rime varie (Alfieri, 1912)/XXI. Non è vero quello che la Contessa dice: amar egli solamente le Muse

XXI. Non è vero quello che la Contessa dice: amar egli solamente le Muse

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XXI. Non è vero quello che la Contessa dice: amar egli solamente le Muse
XX. Che dirà quando si troverà alla presenza di Dio XXII. L'annoia lo sdottorare de' forestieri che càpitano in Italia

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XXI [xxxviii].1

Non è vero quello che la Contessa dice:

amar egli solamente le Muse.

Apollo, o tu, cui le saette aurate
Dell’arcier vincitor d’uomini e Dei2
Trasser dal fianco sospirosi omei,3
4Te Dio sforzando ad implorar pietate;
S’io, qual mel penso, son tuo sacro vate,
Se grati unqua ti furo i preghi miei,
Oggi, deh! scendi a trar d’error costei,
8Che sol tue suore assévra essermi grate.4
Vieni, e le narra come a Péneo in riva,
Servo tu pur d’amore, un dí seguisti
11Dafne, posta in oblio la cetra e il canto.
Dille, che in noi, piú che dei carmi, è viva
D’amor la fiamma; e al fin per te5 si acquisti
14Fe, se non premio, al mio verace pianto.


Note

  1. Questo sonetto fu composto il 3 gennaio 1779.
  2. 2. Il Petrarca (Rime, CCXXXIX):
    Omini e dèi solea vincer per forza
    Amor, come si legge in prose e ’n versi.
  3. 3. Omei, lamenti; quando Apollo s’invaghí di Dafne.
  4. 8. Le sorelle di Apollo solo le Muse. Assévra è forma sincopata per assevera.
  5. 13. Per te, per mezzo tuo.