Rime varie (Alfieri, 1912)/LVI. Vorrebbe lasciare per sempre l'Italia, ma non può; vi è la sua donna

LVI. Vorrebbe lasciare per sempre l'Italia, ma non può; vi è la sua donna

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LVI. Vorrebbe lasciare per sempre l'Italia, ma non può; vi è la sua donna
LV. Alla città di Genova LVII. Non trova pace in nessun luogo

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LVI [lxxvii].1

Vorrebbe lasciare per sempre l’Italia, ma non può;

vi è la sua donna.

Italia, o tu, che nulla in te comprendi
Di grande omai, che l’aurea tua favella,2
E la donna che a me fra tutte è bella,
4Ch’or rattener contro sua voglia imprendi:3
Verrà quel dí, ch’io ’l duro fallo ammendi
D’esser libero figlio a madre ancella,4
Col non ripor mai piede entro tua fella5
8Terra, ove il varco a virtú sol contendi?
Rapido vento orïental m’invola
Già dalla vista di tua infausta riva;
11Ma il cor, l’alma, il pensiero indietro vola.6
Fatal contrasto, in cui forza è ch’io viva!
O l’amata mia donna lasciar sola;
14O rivederla ove di pace è priva.


Note

  1. Questo sonetto fu composto, con altri due che nel ms. sono privi di data, al Frejus il 23 di ottobre del 1783 e risente della continua lettura del Petrarca e degli altri tre grandissimi nostri Poeti, a cui l’A. si diè novamente in quel tempo (Aut., IV, 3°).
  2. 2. Che, se non; l’aurea tua favella; altrove, l’idioma gentil sonante e puro.
  3. 4. Poiché la Contessa avrebbe volentieri seguito il Poeta.
  4. 6. Ancella, schiava: il Leopardi, nella canzone All’Italia:
    Che fosti donna, or sei misera ancella.
  5. 7. Fella, crudele.
  6. 11. Ricorda il verso di Dante (Purg., II, 12):
    Che va col core e col corpo dimora,
    ma nel senso contrario.