Rime varie (Alfieri, 1912)/XC. Gioisce e soffre nell'avvicinarsi alla sua donna
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Vittorio Alfieri - Rime varie (1776-1799)
XC. Gioisce e soffre nell'avvicinarsi alla sua donna
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XC [cxxiv].1
Gioisce e soffre nell’avvicinarsi alla sua donna.
Dodici volte in mar l’astro sovrano
Tuffò il bel carro, e dodici n’è sorto,
Da che il volo drizzai ver l’alto porto
4 Di pace, altrove ricercata in vano.2
E, se il fermo sperar non torna vano,
Pria che il dí terzodecimo sia morto,
A nuova vita io mi vedrò risorto,
8 Mercé i belli occhi e il volto sovrumano.
Mancan poch’ore a cosí immensa gioja,
Cui quanto appresso piú, men creder oso;
11 E temo il punto, e m’è il protrarlo noja.3
Eppur mi è dolce lo stato amoroso,
In cui par mille volte il dí si muoja,
14 Il temer meno, chiamasi riposo.
Note
- ↑ Nel ms.: «Tra Hüningen e Neustadt, 16 agosto». Il giorno dopo giunse a Colmar, alle otto della mattina, all’albergo delle Due chiavi «e», leggesi nell’autografo, «dalla gran gioia di rivedere la Contessa rimase muto».
- ↑ 1-4. Era partito di Siena il 4 di agosto (Aut., IV, 14°).
- ↑ 11. Noia, nel significato di intenso dolore, che gli antichi davano a questa parola.