Rime varie (Alfieri, 1912)/CLVII. Sullo stesso soggetto
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Vittorio Alfieri - Rime varie (1776-1799)
CLVII. Sullo stesso soggetto
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CLVII.1
Sullo stesso soggetto.
Per la decima volta or l’Alpi io varco:
E il Ciel, deh, voglia ch’ella sia l’estrema!
L’Italo suol queste ossa mie, deh prema,2
4 Poiché già inchina del mio viver l’arco!3
Di giovenile insofferenza carco,
Quando la mente piú di senno è scema,4
Io di biasmarti, o Italia, assunsi il tema,5
8 Né d’aspre veritadi a te fui parco.6
Domo or da lunga esperïenza, e mite
Dai maestri anni,7 ai peregrini guai8
11 Prepongo i guai delle contrade avíte.9
Meco è colei, ch’ognor seguendo andai:
Sol che sian pari le due nostre vite,
14 Chieggioti, Apollo, s’io fui tuo pur mai.10
Note
- ↑ Nel ms.: «25 ottobre, scendendo il Brenner».
- ↑ 3. Possa io morire in Italia.
- ↑ 4. L’espressione è di Dante (Purg., XIII, 112):
...Già discendendo l’arco de’ miei anni. - ↑ 6. Scema, priva.
- ↑ 7. Il tema, l’incarico, l’ufficio.
- ↑ 8 Parco, avaro.
- ↑ 9-10. Mite Dai maestri anni: quarantatré ne aveva allora l’A.
- ↑ 10. Ai peregrini guai, specialmente a quelli della Francia, onde era fuggito con raccapriccio.
- ↑ 11. Delle contr. avíte, della terra natia.
- ↑ 13-14. Intendasi: solo che noi moriamo nel medesimo istante io ti chieggo, Apollo, in compenso del lungo amore ch’io t’ho portato. Cosí Dante (Purg., XXIX, 37 e segg.):
O sacrosante Vergini, se fami
Freddi e vigilie mai per voi soffersi,
Cagion mi sprona, ch’io mercè ne chiami.
Nel ms. l’ultimo verso ha una var.:
Ch’altro non chieggo io piú, Febo, tu il sai.