Rime varie (Alfieri, 1912)/XXIV. Altri tempi, altri uomini

XXIV. Altri tempi, altri uomini

../XXIII. È geloso, e perché ../XXV. La morte di Alessandro il Macedone IncludiIntestazione 24 settembre 2021 75% Da definire

XXIV. Altri tempi, altri uomini
XXIII. È geloso, e perché XXV. La morte di Alessandro il Macedone

[p. 21 modifica]

XXIV [xl].1

Altri tempi, altri uomini.

Qui Michel-Angiol nacque? e qui il sublime2

[p. 22 modifica]

Dolce testor degli amorosi detti?3
Qui il gran poeta, che in sí forti rime
4Scolpí d’inferno i pianti maladetti?
Qui il celeste inventor, ch’ebbe dall’ime
Valli nostre i pianeti a noi soggetti?
E qui il sovrano pensator, ch’esprime
8Sí ben del prence i dolorosi effetti?4
Qui nacquer, quando non venía proscritto
Il dir, leggere, udir, scriver, pensare;
11Cose, ch’or tutte appongonsi a delitto.
Non v’era scuola allor del rio tremare;
Né si vedeva a libro d’oro5 inscritto
14Uom, per saper gli altrui pensier spïare.6


Note

  1. Nel ms. questo sonetto ha la data del 27 gennaio 1779.
  2. 1. Osserva giustamente Em. De Benedetti (Saggio di commento alle rime alfieriane, Senigallia, 1912, 35): «L’aver trovato in Firenze, dopo il suo volontario esilio dal Piemonte, un soggiorno piú indipendente e piú consono al suo temperamento di scrittore, non impediva all’A. di riconoscere come la Toscana, sotto il governo mite, ma sonnolento di Pietro Leopoldo fosse scaduta dall’altezza del suo glorioso passato. La Toscana mezzo addormentata del tempo suo non era davvero quella che con Dante, con Michelangiolo, col Machiavelli, si era fatta maestra al mondo di luce intellettuale e di civiltà. Pur troppo il gesuitismo imperante vi tarpava le ali agli ingegni e lo spionaggio v’era ricompensato con titoli di nobiltà».
  3. 2. Il «dolce testor [tessitore] degli amorosi detti» è il Petrarca, e il verso gli appartiene (Rime, XXVI), secondo varii, con allusione al Boccaccio.
  4. 7-8. Non è chi non veda stretta analogia fra il concetto espresso in questi versi dall’A. e quello contenuto ne’ Sepolcri del Foscolo:
    Io, quando il monumento
    Vidi ove posa il corpo di quel grande
    Che temprando lo scettro a’ regnatori
    Gli allor ne sfronda ed alle genti svela
    Di che lagrime grondi e di che sangue...
  5. 13. Il libro d’oro, è quello ove sono inscritte le famiglie patrizie.
  6. 14. Verso disarmonico per la sovrabbondanza degli e e dei p, e per quella rima saper-pensier.