Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882)/A
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A
A. L’articolo La ed il pronome La nel dialetto parlato; ma non è da usarsi nel dialetto scritto.
La preposizione A, ed innanzi a vocale si può mutare in Ad.
Ponsi dinanzi all’oggetto del verbo attivo del modo che usano gli Spagnuoli. Ciucc. 8. 9. Stanno a laudà a buje aute. Pag. Batr. 3. 8. Ma vedenno a lo rre. E appr. A sto rrene… Acquarulo accedie co na vrecciata. Perr. Agn. zeff. 5. 54. A la regina co na mano tene. E appr. A tene Io contento non so si non t’atterro.
A petto, A paragone. Ciucc. 10. 46. Chesso n’è niente a chello c’hanno fatto. Fas. Ger 4. 6. N’è na pantosca a le corna ch’ha nfronte. Bas. Pent. 1. 5. p. 70. Non fu zubba a lo riesto de lo carrino.
E per esortare, ellitticamente. Cap. Son. 114. Cicco, a nuje, mano a fierre. E 115. A nuje, frusciammo.
Nei conti si premette alle voci che indicano la somma. Ciucc. 10. 48. E una, e una a doje, e una a treje.
Nel dialetto parlato si usa in luogo di Da.
Voce d’incitamento a camminare in luogo di Arre.
Si premette alle cantilene dei venditori e alle parole con cui si bandisce alcunché o s’implora ajuto in qualche cosa. V. Aje.
Nelle esclamazioni esprimenti dispiacere per ciò che è accaduto si premette per dar forza. Carl, Clar. 3. 1. A morì dint’a lo sciummo la bella pellegrina! Ciucc. 9. 47. A ca mo, a ca po, ca oje, ca craje… Mette jodizio.
Ed anche più semplicemente per Oh. Perr. Agn. zeff. 6. 53. Ma chille diceano: a li pazze!
Da l’a pe nfi a la zeta, a lo rummo. V. Rummo e Zeta.
Adoprasi come pleonasmo, specialmente dopo il v. Fare. Lo Sagliem. 3. 16. Ti, non voglio parlare Pe no me fa a sentire.
Aa. Nei dialetto parlato vale Alla.
Abachista. Lo stesso che Abbachista.
Abaco. V. Abbaco.
Abacucco. Sciocco, Stolto. Cap. Son. 271. (1876). Ca lo primmo tu si de l’abacucche.
Abate. V. Abbate.
Abaterno. Ab eterno. Ol. Nap. acc. 19. 48. (?) Chella ch’abaterno fu prescritta De partorirlo e de regnare ncielo. Fas. Ger. 12. 65. Ca Dio me l’ha la mente allommenata Ch’abaterno l’avea predestenata. (La st. ha ab aterno).
Abatino. V. Abbatino.
Abbaagliare. Far bagaglio. Liv. Stud. 3. 7. (?) La gnora abbaaglia pe Napole, e buje pure nce jate.
Abbaccamiento. Concerto, Accordo, per lo più per cose malvage o per burlare alcuno.
Abbaccare. Abbaccarese vale Intendersi, Concertarsi, Porsi d’accordo per far danno o beffa ad alcuno. Vott. Sp. cev. 49. Non t’abbaccà co lo cerajuolo. Stare abbaccato vale Star d’accordo, Essersi indettato. Morm. Fedr. 5. 2. 7. Vuje Barrite spiune, ed abbaccate State co chille che me so nemmice.
Abbacco. Abbacco e abbocco è lo stesso che Abbocche e abbacche. Marull. Caus. de Nap. p. 15. No poco abbacco e abbocco tu me faje Confromme a chill’ammico de la Cerra.
Abbachino, Abbechino. Libretto d’abbaco, Abbaco, Librettine.
Abbachista. Abbachista. Morm. Fedr. 4. 23. 10. Mmalosca! Chesta nne sape chiù de n’abbachista.
Abbaco, Abbeco, Abaco. Abbaco. Bas. Pent. 1. egr. p. 155. D’abaco no la mpatta a lo Cantone. Val. Fuorf. p. 52. Chist’è no brutto cunto, è no brutt’abbeco.
Sapere d’abbaco, oltre al proprio significato, vale Essere intelligente, Avere ingegno e sufficiente istruzione, Sapere il fatto suo. Val. Mez. 3. 127. Pippo sapeva d’abbeco squesito, E screvea co chiù penne p’accellenzia, E co no temperino assaje polito Sapea dare a le lettere scajenzia. (La st. ha a le lettre la). E 4. 37. Se saje d’abbaco buono, fa sto cunto. Bas. M. N. 8. p. 333. O che senza avere abaco ha mparato. Cap. Il. 2. 73. Vuje me ntennite, ca non parlo arabbeco, E me creo de sapè no poco d’abbaco.
Abbadare. Badare, Por mente, Fare attenzione. Cerl. Clar. 1. 2. Abbadate comme parlate. E Dam. spir. 2. 14. No r abbadate ca è pazzo.
Badare, Indugiare, Aspettare, Attendere. Fas. Ger. 2. 90. Nè ns’abbadaje ch’avessele respuso Goffredo primma a dire voglio guerra. D’Arn. Bar. Land. 2. 11. (?) Mo che s’abbada? Pecche non s’accommenza? via facite Dà lo signo.
Abbadessa. Abbadesia.
Abbafare. Afarsi, Alidire, Intristire per afa.
Ansare, Trafelare, Anelare.
Attivo vale Infastidire, Nojare.
Abbafaogno. Favonio; e adoprasi anche come aggettivo per Soffocante, Avvampante.
Abbagliamiento. Abbagliamento.
Abbagliare. Abbagliare. Fas. Ger. 16. 29. A lo sbrannore, Che l’uocchie l’abbagliaje, de l’armature. Bas. Pent. 1. 10. p. 126. L’oro abbagliava, le gioje stralucevano. Cap. Il. 5. 141. La vista a lo feruto già s’abbaglia. Sciat. 5. p. 274. La neglia de tale muodo l’abbagliaje la vista, che non ce vedevano manco Casoria. Ol. Nap. acc. 1. 41. Apprimmo l’abbagliaje.
Abbagnare. Bagnare, Immollare, Morm. Fed. 4. 3. 3. E co fa ste pazzie tutto s’abbagna.
Abbagnarese val pure Prendere un bagno.
Abbagnata. L’atto del bagnare o bagnarsi, Bagnatura.
Abbagnatella. Dim. di Abbagnata.
Abbagnatura. Bagnatura, Fomenta.
Abbagnaturella. Dim. di Abbagnatura.
Abbaja. Baja, Bajata. Cap. Son. 239. Facimmo... L’abbaja a Micco e li vernacchie a Cienzo. Perr. Agn. zeff. 5. 21. Io non pozzo passare pe na via Ch’ogne bastaso non me dia Tabbaja. Bas. Pent. 4. 10. p. 115. L’abbaja e l’allucco duraje tutto lo juorno. Tior. 7. 4. Perzò tutte le fanno mo l’abbaja.
Abbajamiento. Abbaiamento, Latrato.
Abbajare. Abbajare, Bajare. Cort. M. P. 9. 36. Canta lo gallo ed abbaja lo cane. Ciucc. 9. 17, Li cane ch’abbajanno Corrono ncuollo a uno dint’a l’uorto. E 13. 8. Si t’abbajava ncuollo no canillo. Perr. Agn. zeff. 5. 50. De cane n’abbajare ntese. Cap. Son. 126. Comm’abbaja lo cane co la gatta. Eg. 27. Che cane d’abbajare a lo Marino!
Gridare, Bociare. Ciucc. 6. 21. Abbaja N’ata vota da vascio, ca no mporta Saglì nzi ncoppa a tozzolà la porta.
Abbajare a la luna vale Abbajare alla luna.
Cane ch’abbaja no mozzeca vale Can che abbaja non morde.
Abbajata. L’atto dell’abbajare prolungato.
Abbajatella. Dim. di Abbajata.
Abbajatorio. Il latrare di più cani. Bas. Pent. 5. 8. p. 190. E Nennillo, sentenno l’abbajatorìo de li cane, appe tanta paura, che ec.
Abbajo. Abbajo, Latrato.
Abbalativo. Lo stesso che Abbolativo.
Abbalaustrata. Lo stesso che Balaustrata. Abbalaustro. Balaustro.
Abbalere. Abbalerese vale Valersi, Servirsi.
Abbalestriere. Balestriere, Spin. Diurn.
Abballamiento. Ballo, Danza in più persone. Cort. M. P. 10. 29. E scomputo che fu l’abballamiento Danzaje n’autro delluvio de zitelle. Val. Mez. 4. 135. Commeddie, festine, abballamiente.
Abballare. Ballare, Danzare. Ciucc. 10. 54. E accommenzava a ridere e abballare. E 13. 10. Ch’ogn’anno ha d’abballà lo sbentorato. Cap. Il. 3. 79. Pare uno… ch’ha abballato e seda.
Saltare. Cap. Il. 3. 50. Pare tant’auto Che no le po parla chi non abballa.
Traballare, Vacillare. Fas. Ger. 4. 3. Nè abballa accossì casa ch’è a leviello Ncontra, quanno fa sarva lo castiello. Val. Mez. 1. 96. Non camminano no, vann’abballanno. (Cioè camminano con affettazione). Ciucc. 11. 23. Tale triemmolo venette A Barvajanca e a l’aute tutte quante, Ch’abballavano. Perr. Agn. zeff. 1. 11. Lo cielo la falluca anchieva d’acqua Ed abballare la facea lo viento.
Operare, Essere in ballo, Ciucc. 12. 57. Ma sti penzìere Chi se le piglia d’accordà sto suono Azzò che st’ommo abballa? Fas. Ger. 2. 73. Autro è abballà co poco; ma l’addanza Quann’è co tutte song’autre malanne.
Per rem habere. Cap. Il. 3. 79. Ma me pare Chiù priesto ca co tico vo abballare.
Abballare ncoppa a l’ova vale Procedere lentamente e timidamente.
Vedarraje belle pecore abballare e simili è minaccia di fare uno scompiglio, una rissa sanguinosa e simili. Bas. M. N. 1. p. 236. Vedarraje belle pecore abballare. Cort. Ros. 3. 3. S’io mecco mano a fierre Vedarraje belle pecore abballare. Fas. Ger. 1. 64. Se se dace Talea ad armezare Vuoje vedè belle pecore abballare.
Abballarinolo. Ballerino. Lor. Furb. mal. 3. 12. Potite Spassareve co cierte abballarinole Che so cca de passaggio.
Abballata. L’azione del ballare. Val. Fuorf. 1. p. 15. Fero na mpertecata Co na bell’abballata. Fas. Ger. 7. 5. E fare a suono d’acqua l’arvoscielle, Ca lo viento moveale, n’abballata. La Mil. 2. 9. Vonno fa na bassotta e n’abballata.
Abballatella. Dim. di Abballata.
Abballatore. Ballerino. Lor. Furb. mal. 3. 12. Pe parte De chille abballature, Non sarria meglio a fa no taffio fermo?
Abballaturo. Ballatoio, e specialmente Ripiano, Riposo o Pianerottolo delle scale. Liv. Stud. 1. 4. (?) Io me ne vao a l’abballaturo de le grade, si volite.
Abballo. Ballo, Danza. D’Ant. Sc. cav. 193. Tonno l’attarantato che d’abballo Deva quinnece e fallo a ciento ciunche. Cap. Il. 3. 79. Dove abballo se dice ed è bordiello. E Son. 206. Te fanno le ghianare… L’abballo che se chiamma de le pedeta. Perr. Agn. zeff. 6. 67. Fa scompere le feste co l’abballe.
Fig. Fas. Ger. 7. 88. Torna chillo pe fa lo stisso abballo. Cap. Son. 9. Che nce mette a l’abballo e se la sbigna? E 34. Chisso non è pe buje lo primmo abballo. Ciucc. 8. 16. Vanno lloro pe metterse a ss’abballo, Ma le ncigna a tremmà lo stommaciello. Perr. Agn. zeff. 1. 60. A l’abballo De Marte fanno chiù de Rotamonte.
Abballo de l’urzo, de li pezziente e simili vale Tafferuglio, Parapiglia, Il venire alle mani, Tumulto. D’Ar. Pied. 2. 3. Chille tre so triste assaje, E n’abballo de pezziente Ncuollo a nme farrisse fa.
Abballonato. Gallonato. Ser. Cat. (Porc. 24. 159). No corpetto de velluto Tutto quanto azzainato, No pantofano appontuto D’amoverro abballonato. (V. l’es. del Cerlone alla v. Gallone).
Abbalorare. Avvalorare, Dar forza e valore.
Abbampare Avvampare, Ardere, Accendere, anche fig. Trinch. Pagl. gel. 1. 6. (?). No me lo fa abbampà, bello figliulo. (Parla del pane nel forno). Tior. 9. 4. Chillo fronte stralucente Pe chi tutto abbampo ed ardo. Fas. Ger. 5. 42. E s’abbampaje nfacce de sdigno. E 7. 42. E s’abbampaje lo morrione. E 19. 126. Lo gra gioveniello Tutto s’abbampa d’arraggiuso fuoco. Stigl. En. 7. 19. E la casa restaje tutta abbampata. E 98. Lo venino… De lo serpente l’abbampaje lo core. Cap. Son. 114. La Musa abbampa De fa streverie.
Ferire con arme da fuoco. Ol. Nap. acc. 7. 23. (?) Oh maro chi isso abbista, Si be fosse capillo! ca l’abbampa, E da le botte soje nullo ne scampa. Cerl. (?) Arrassete ca t’abbampo de fuòco.
Abbronzare.
Abbannonare. Abbandonare. Tior. 8. 3. E avarria pe la foglia abbannonata Bacco la vita. (Così la st. 1703). Stigl En. 4. 80. Cierto ca non facea sto sbarione Chille avanzo de Troja abbannonare. Fas. Ger. 1. 49. No paraviso nterra abbannonaro. E 9. 86. Co lo cuollo a no musco abbannonato. E 18. 42. Fu costritto Pe quarche tiempo abbannonà lo mare. E 70. La defesa Non face abbannonà de la moraglia. E 19. 1. E tremma chiù d’abbannonà lo luoco Che ec. E 45. Perchè nullo abbannona lo patrone. E 20. 36. Lassa la propia (vita) ognuno abbannonata. E 70. A la carretta quase abbannonata. E 85. Accossì lo patrone abbannonate? Ciucc. 6. 31. Mmiezo a certe campagne abbannonate.
Abbarcare. Spianare, Placare. Fas. Ger. 15. 9. Nche lo navilio a mare fu trasuto, No maretto abbarcaje che tanno nc’era.
Abbarrare. Abbarrare, Sbarrare.
Abbarrocare, Abbarrucare. Precipitare, Dirupare, Scaraventare, Gittare, Scagliare. Vott. Sp. cev. 55. L’abbarrucaje dint’a lo sciummo e se la cogliette. Cap. Il. 5. 58. Ditto, abbarruca, e passa lo brocchiero La ponta. Sciat. 4. p. 261. E bisto poje abbarrocare nterra Sciatamone. Ciucc. 14. 37. S’abbarrucajeno Chiagnenno ncopp’a l’erva tennerella. Fas. Ger. 20. 98. E se l’abbarrucaje isso po ncuollo.
Vendere a vil prezzo.
Vendere con inganno cosa di cattiva qualità come buona.
Acciarpare, Acciabattare.
Abbarrucatore. Colui che abburruca.
Abbarruffare. Abbaruffare.
Abbasca. Difficoltà di respirazione, Affanno.
Ambascia, Irrequietezza, Smania dispettosa. Perr. Agn. zeff. pref. XX. Si faje nfracetà ntra l’abbasche lo nciegno, quanto primmo tu vaje a trovare masto Giorgio. E 6. 80. Credeano… ca benigno Bacco l’ha ntise, e n’hanno niente abbasca. Cap. Il. 4. 8. Palla, ch’è figlia, se zucaje l’abbasca, Ciannone no ch’ha la correa chiù lasca. E Son. 127. Se pigliano la mosca Le vene lo campisemo e l’abbasca. E 229. Tu faje venì l’abbasca a granne e piccole Si te miette a cantà na filastroccola. Bas. Pent. 4. 1. p. 10. La negra Pontella appe a morire d’abbasca.
Abbascare. Affannare, Smaniare.
Abbaschiare. Freq. di Abbascare. Fas. Ger. 8. 59. Abbaschejaje fi a l’arba e po dormette. Rocc. Georg. 3. 45. Li caude stive Sudà le bacche e abbaschejà le fanno.
Abbasciare. Abbassare. D’Ant. Sc. cav. 198. Si n’abbasce la voce Chessa noce de cuollo te storzello. Fas. Ger. 15. 24. Calece e ogn’autra terra s’abbasciaje. E 18. 44. N’autra torrecella Che s’auza e abbascia. Cort. Cerr. 5. 19. Ognuno s’abbasciaje tanto le spalle Che ec. E 6. 28. S’abbasciano, pò s’auzano e se tirano.
Abbascio. Abbasso, Giù. Fas. Ger. 11. 29. Scorre lo rre comme levriero a pede, E mo è ncoppa e mo è abbascio a mura e porte. E 14. 9. Ched è la Terra Llà abbascio abbascio, e quanto luoco afferra. Morm. Fedr. 1. 1. 2. Isso chiù abbascio nfore S’era puosto a sorchià. Cerl. Clar. 3. 1. Se jettaje… da copp’a na torre abbascio. E Cronv. 2. 10. Nce simmo menat’abbascio. E Pam. mar. 3. 8. È curzo abbascio a la marina. Tior. 4. 7. Ca l’aspettava abbascio a la portella. Ciucc. 4. 12. Da la centura abbascio. E 9. 26. Abbascio nc’era quarche cammarella. E 10. 1. Abbascio a le cantine S’erano ncaforchiate. Perr. Agn. zeff. 3. 76. E abbascio de lo funno asciato s’era. Usasi come preposizione dinanzi a nomi che indicano luoghi bassi e piani, onde dicesi Abbascio Puorto, Abbascio lo Pennino, Abbascio la marina.
Abbasco. Lo stesso che Abbasca. Cerl. Fed. svent. 2. 2. A la vocca de lo stommeco ancora nce tengo n’abbasco.
Abbascuso. Affannoso, Smanioso, Anelante.
Abbastantamente. Abbastanza.
Abbastante. Bastante, Sufficiente. Fas. Ger. 7. 65. No stace tanto addebboluta Sta forza che non sia puro abbastante. Perr. Agn. zeff. 1. 48. Derraggio cose assaje, ma n’abbastante.
Per Abbastanza, anche coll’ellissi del verbo. Aggio dormuto abbastante. Abbastante chello che l’aggio fatto.
Abbastare. Bastare. Tior. 8. 3. Chi de mangiune dicere e de gliutte Tutte li muorze l’armo l’è abbastato? Ciucc. 1. 29. Si volit’acqua, nn’esce da ste prete Tanta ch’abbasta à nce annega la sete. E 12. 36. N’abbasta l’esse femmena: besogna Essere tale femmena. Fas. Ger. 1. 2. Saje ca na menzogna Non s’abbasta a pagà quann’abbesogna. E 2. 52. Vi si n’abbasta, ca le do lo rìesto. Cort. Lett. p. 211. E ncrosione non s’abbasta a dicere Manco la terza parte de le grazie De Cecca. Perr. Agn. zeff. 1. 19. Sta manzolla è accossì cionca Ch’accidere n’abbasta n’anemale? Bas. Pent. 1. 6. p. 75. Tant’affezzione che non s’abbasta a dicere.
Abbasto. Ciò che basta. Il puro bisognevole. Passero.
Usato come aggettivo per Che si crede sufficiente a se stesso, e quindi Altiero, Orgoglioso. Fas. Ger. 2. 60. Argante, de natura Abbasta, e de na mala chiegatura.
Abbate. Abbate, tanto nel senso di Capo di un’abbazia o monastero, quanto in quello di Prete, ed anche di Chi veste abito clericale senza essere sacerdote. Cap. 71. 6. 2. Ca si abbate Tarasca appe arrecietto, Rommanute nce so duje ante abbate. E Son. 10. Repiglia l’arvariello, abate Andreja.
Abbate Cesare fu il nome di un celebre bandito.
Abbate Zefero era una musica popolare, forse così detta dal suo autore. Bas. Pent. 4. ntr. p. 6. E sonato lo tenore de l’abbate Zefero.
In alcuni luoghi così chiamano il Parroco.
Per Gonzo, Inesperto, Poco pratico; onde Pegliare quarcuno p’abbate, o meglio p’abbatino o abbatuozzo, vale Crederlo facile ad essere ingannato; e Fare quarcuno abbate vale Ingannarlo, Gabbarlo, Truffarlo, principalmente in fatto di cose venali. Liv. Stud. 2. 8. (?) Che, m’avisse pigliato pe quacch’abbatino?
Farela da abbate vale Usare impudenza.
Patre abbate dicesi di ogni cosa o persona che superi quelle della stessa specie. Stigl. En. 6. 188. Atrante Che de li munte è lo gran patre abbate. Bas. Pent. 4. 4. p. 41. Commenzaje a calare sto patre abbate de le fusa pe l’astreco a bascio. Perr. Mal. Ap. 7. Perchè non so scolare de lo Dante? Chillo è lo patre abbate. Cap. Son. 271. (1876.). Lo patre abbate de li mammalucche.
Cerase abbate sono ciriege che maturano in giugno, dure ed agrette.
Abbate commennatore è il Beneficiato di una badia.
Abbatessa. Abbadessa. Pag. M. d’O, 15. 21. E abbascio chella nobbele segnora Co l’abbatessa ed aotre se trovaro.
Abbatino. Lastra sottile di ardesia o filare di mattoni con cui si ricopre il cornicione e la cimasa per difenderli dalla pioggia.
Abbatino. Dim. di Abbate. V. Abbate.
Abbatone. Accr. di Abbate.
Abbattaria. Lo stesso che Battaria. Fas. Ger. 3. 17. Che mpietto sente autro che abbattaria.
Abbattemiento. Finzione. Lo Sagliem. 1. 13. Io nce jurarria Ca è abbattemiento chesta malatia.
Abbattere. Abbattere, Battere. Fas. Ger. 3. 41. Auzaise a mala pena Da Rinardo abbattuto nchella chiena. 19. 1. E sulo ncoppa l’abbattute mura Rommaso è Argante.
Fig. Abbatterse vale Avvilirsi, Scoraggiarsi. Pag. Rot. 19. 20. Se mbe conviente (forse convinte) co raggiune chiare Ch’erano vanetà, maje s’abbattero.
Abbateresella vale Battersela ed anche Morire. Lo Sagliem 1. 3. E che sarria, sia Lena, e sta signora Se l’abbattesse. Fas. Ger. 11. 15. Tanno lo campo arreto se l’abbatte Pe chelle stesse vie de primma fatte. E 16. 5. Mente se commatte De paro, Creopatra se l’abbatte.
Abbattere o Abbattere a la capanna vale Secondare, Far cenni o dir parole in approvazione di ciò che altri dice per ingannare un terzo. V. Capanniare. Lo Sagliem 1. 10. Abbattite vuje puro.
Abbattuto vale pure Prostrato, Sfinito. Lo Sagliem. 1. 5. Li puze stanno male; Essa stace abbattuta.
Abbattetore, Abbattitore. Fem. Abbattetora. Chi si presta a far fede di ciò che altri dice per ingannare; e dicesi pure Abbattetore de capanna.
E in generale per Simulatore, Infingitore. Cerl. Clar. 2. 10. Ah! ch’abbattitore che è tata!
Abbatuozzo. Dim. e dispr. di Abbate. Quatr. Pad. e Ciard. (?) E si ncoppa a le case le chiammate, Vuje aute si abbatuozze calavrise Fa che crianza aggiate. Cap. Son. 109. Dottoricchie, abbatuozze e stodiante.
Abbatuozzolo. Lo stesso che Abbatuozzo.
Abbatuzzo. Lo stesso che Abbatuozzo.
Abbautta. Lo stesso che Abbavutta.
Abbavutta. Bautta. Morb. p. 95. E l’arme de li mpise secche e brutte Rociolejano vestute d’abbavutte.
Abbecchè. Abbenchè. Ferr. Agn. zeff. 5. 33. Abbecchè fosse no poco fetente.
Abbecenare, Abbecinare. Avvicinare, Accostare. Fas. Ger. 2. 89. E la guerra e la pace t’abbecino. E 15. 42, Nulla borrasca le po fare tuorlo, Ca lo scuoglio la scorna nche abbecina. Cort. Cerr. 2. 14. Tonno co lloro priesto s’abbecina. Cince, 3. 26. E a Lettere se jeva abbecenanno. Stigl. En. 2 168 Ca nc’eramo a la porta abbecenate. E 6. 130. S’abbecina la notte. Perr. Agn. zeff. 6. 79. Abbecenato Forejone s’era.
Abbechino. V. Abbachino.
Abbecino. Vicino, Da vicino, Da presso. Fas. Ger. 19. 128. Ma tenerece guardie sì abbecino Che le servano ncanna pe capezza.
Abbeco. V. Abbaco.
Abbedere. Vedere, specialmente nella frase Fate abbedere. Morm. Fedr. 1. prol. 3. E secotanno po sto paragone Facea n’ommo abbedè quant’è briccone. Cort. V. de P. 3. 2. E te lo faccio co l’uocchie abbedere.
Abbederese vale Avvedersi, Accorgersi. Ciucc. 1. 35. E me so abbisto ch’è stata una spica. Pag. Rot. 16. 4. E no m’abbeo ca so no calantrino. Val. Mez. 2. 145. No nce nne simmo abbiate nò addonate. Fas. Ger. 7. 45. Trase a na porta e manco se nn’abbede. Perr. Agn. zeff. 3. 64. E schiavo fatto d’essere s’abbede. Lo Sagliem. 3. 12. Mo me songo abbeduta Ca lo piatto… aggio sgarrato.
Abbeduto per Avveduto, Accorto. Pag. Bot. 4. 5. Pratteca chiste e l’uommene abbedute. Tard. Vaj. p. 54. Furono così leste ed abbedute che fecero trovare ogne cosa apparecchiato.
Abbele. Abile. Cap. Son. 18. Vi che decreto fice! e le defese Manco le voze dà; ca si l’aveva Er’abbele a fa chella chiù cortese.
Abbelenare. Avvelenare. Cerl. Pam. mar. 3. 11. Accideme a mal’ora, abbelename, chiavame na foca ncanna. Lo Sagliem. 1. 5. È abbelenata, nce vo qua segreto.
Abbeletà. Lo stesso che Abeletà. Tard. Suonn. XXII Co chella poca abbeletate che t’ha dato la natura.
Abbelire. Avvilire. Morm. Fedr. 1. 1. 3. E nsubeto penzaje fa lefrecaglia Pe l’abbelire. E 4. Tanto da chella voce er’abbeluto.
Abbelirese vale Perdersi d’animo, Avvilirsi, ed anche Abbiettarsi. Viol. vern. 5. A contare ogne ncosa io m’abbelesco. Val. Fuorf. 2. 7. 78. A comme vedo priesto t’abbelisce. Mandr. as. 1. 25. Fortuna ajuta a chi non s’abbelesce. Fas. Ger. 10. 39. E s’è accessi abbeluto.
Abbellemiento. Abbellimento, Sfoggio. Val. Mez. 1. 72 Nzomma l’onesto vivere è perduto, Perchè dove so tant’abbellemiente Pe reparare nce vo grann’ajuto.
Abbellire. Abbellire. Mandr. as. 1. 1. Ma ch’abbellesco, fa che non delliegge. (Il de Ritis legge: Ma ch’abbellesca fa, no che delliegge. Questo non ha senso; mentre la lezione della stampa vale: Fa di non deridermi se abbellisco).
Abbencere. Vincere, Sopraffare, e fig. Opprimere, Invadere, parlandosi di mali fisici e morali. Cap. Il. 1. 60. Po pe li deje scannano crape e ghience, Ca l’addore d’arrusto è che l’abbence. E Son. 68. Già m’abbenceno li frate. Morm. Fedr. 1. 26. 1. Addò se trova chll’ommo dabbene Che abbencere da l’ira non se lassa. Val. Mez. 2. 1. T’avea fuorze abbenciuto lo sonnillo, O t’iere puosto a contemprà l’aggrisse? Ciucc. 11. 18. E pe non se fa abbence da li frate.
Non potè abbencere vale Non bastare le forze, Non giungere a sostenere una fatica.
Abbenemiento. Avvenimento. Tard. Def. 208. Chisto abbenemiento… se pote assemegliare a chillo de la guerra servile.
Abbenenare. Avvelenare. Passero.
Abbengachè. V. Abbenire.
Abbenire. Avvenire, Accadere. Sarn. Pos. 1. p. 181. E puozz’ascire da tutte li travaglie che maje te ponno abbenire. Fas. Ger. 6. 35. Ca penzanno a che maje pozza abbonire A l’arma soja, nne penza de morire. Tard. Vaj. p. 41. Chello che abbenne appriosso. E 43 Ed abbene de chisto muodo.
Abbenga che, che scrivesi anche Abbengachè, vale Avvegnachè, Sebbene. Tard. Vaj. p. 15. Ed abbenga che a chisto proposeto se nce porriano adducere na nfenetate d’asempie, a nuje abbastarranno ec.
Abbonire. Avvenire, Il futuro. Pag. Rot. 17. 1. Chi ponza a l’abbenì, guajo che lo stocca. Fas. Ger. 17. 87. Cossì nchino potessete scoprire De l’abbonire la gra nepotaglia.
Abbentare. Posare, Aver quiete e riposo, e s’usa per lo più con una negazione. Fas. Ger. 7. 111. Sango a delluvio jetta e manco abbenta. E 10. 8. E tu a sto chiano Comme non fosse fatto tujo nce abbiente? Val. Mez. 1. 67. Se votano, se girano, e n’abbentano. Cort. C. e P. 3. p. 156. Nè potenno cchiù abbentare dinto lo lietto… se vestette co na gran furia. Lor. Tamb. 1. 3. S’arraggia, non abbenta Quann’isso se nne va. Bas. Pent. 2. 6. p. 205. E ghienno e benenno da coppa a bascio comm’a scigna che maje abbenta.
Abbentarese vale Avventarsi. Fas. Ger. 7. 111. E a schere sane ncuollo se nce abbenta. E 8. 23. Quanno de furia ncuollo se l’abbenta No perro, n’ommenone maleditto. Bas. Pent. 5. 9 p. 199. Appalorcia, ca si t’abbentano tre figlie mieje ec. (Dovrebbe dire te s’abbentano; ma io preferirei di leggere t’abbistano).
Abbentorare, Abbenturare. Arrischiare, Avventurare. Cuor. Mas. 1. 56. (?) E s’addonaje, ma tardo, ch’abbentura Metterse mmiezo a chille. Pag. M. d’O. 6. 5. Ma nfina arresoluto s’abbentura, Ca lo spertosa chella perciacore.
Abbentorato, Abbenturato. Avventurato. Tior. 5. 13. Nigro, scontento e male abbentorato. (Le st. 1678 e 1703 hanno abentorato). Pag. M. d’O. 3. 34. De te nne puoje trovà chiù abbenturato.
Abbentoriero. Avventurìero. Fas. Ger. 1. 52. Ca de st’abbentoriere è beretate Quanto se conta. E 3. 37. La squatra de Dodone abbentorera, Niervo, forza e bentura de lo campo. Ol. Nap. acc. 4. 31. Vene lo sciore po de li valiente Che so l’abbentoriere nommenate.
Abbenturare. V. Abbentorare.
Abbenturato. Lo stesso che Abbentorato.
Abbenturuso. Avventuroso. Pag. M. d’O. 14. 35. E nnallegria st’abbenturuse amante Addio addio pe sempe se decero.
Abberbia. Plebaglia, Gentaglia. Fas. Ger. 5. 37. E m’averrà ss’abberbia da sentire.
Abberbio. Avverbio.
Abbermecare. Inverminare, Inverminire, Bacare. Abbertà. Abilità. Lor. Id. cin. 1. 9. Che può sapè si co l’abbertà mia S’agghiustaase sta sarma pe la via.
Abbescare. Invischiare.
Attaccare, Appiccare, anche fig. Sadd. Tav. de M. 1. 7. (?) Auh compà! e che sciamma M’aje abbescata mpietto.
Abbesogna. Bisogno. Ol. Nap. acc. 4. 20. E ghiannizzero a chiù de n’abbesogna.
Abbesognante. Necessario, e si usa anche con ellissi del verbo per È necessario, Fa bisogno. Cort. Cerr. 1. 3. Che cantare pe forza è abbesognante. Lor. Cors. 3. 6. Abbesognante cedere a la forza De lo destino.
Abbesognanza. Bisogno, Uopo, Occorrenza. Cuor. Mas. 2. 65. (?) Che stessero co l’arme int’a le case Prunte p’ascire ad ogne abbesognanza.
Abbesognare. Bisognare. Fas. Ger. 4. 68. Ma nuje stammo a lo meglio de l’abballe; Abbesogna che cala la vesera. Cap. Il. 1. 11. L’abbesuogne schiaffà ncapo no maglio. E Son. 205. Chi non lauda chist’ommo... Abbesogna che sia becco cornuto. E 209. Le botte io sparto quanto m’abbesogna. Ciucc. 2. 5. Abbesogna Ngrassà lo puorco p’avè bona nzogna. E 7. 3. Abbesognarrà che nce vav’io. E 9, 7. M’abbesognano chelle che la terra Sanno cernere.
Abbesognuso. Bisognoso. Bas. Pent. 2. 7. p. 213. A lo tiempo d’oje se darria chiù priesto na vorza de tornise a no spione magnamagna, che trecaalle a no povero abbesognuso. Cap. Il. 7. 2. Li Trojane che steano abbesognuso D’archemmese.
Abbassare, Abbissare. Innabissare. Fas. Ger. 4. 18. Parca che lo neverzo s’abbessasse.
Abbessecchiare. Gonfiare a guisa di vescica, il che avviene nelle membra umane, e soprattutto nelle palpebre inferiori, per ricorso d’umor sieroso.
Fig. Teni l’uocchie abbessecchiate vale Non ci veder chiaro, Aver le traveggole.
Abbestare. Abbistare. Avvistare, Adocchiare, Por gli occhi su qualche cosa qualche persona per farne suo pro. Sadd. Tav. de M. 3. 1. (?) Quanno (gli uccelli) vonno fa l’ammore, A li nide no nce vanno, Pecche llà lo cacciatore Nche l’abbista nce la fa. Val. Vasc. arb. 82. Sto vasciello Lo quale da lontano m’abbestaje. Cap. Son. 178. Eilà, t’abbista Lo mammone e te mangia. Fas. Ger. 5. 63. Se nce cocciolejaje chiù ca Todisco Quanno lagrema abbista a carrafone. Cort. M. P. 7. 14. Grannizia ch’ha lo giovene abbistato, Fatto ha lo core quanto no locigno. Ciucc. 1. 6. Abbistajeno ch’a chella montagnella Maje nce mancava l’erva tennerella. E 5. 1. Comm’a no peccerillo ch’ha abbistato Na lacertella dinto a no pertuso. E 12. 30. Lloro nce l’abbistajeno, e co la buglia Se l’asciuttajeno miezo arrefreddato. Lor. Furb. mal. 2. 4. Abbestaste ca songo Tennerella de core.
Abbesuogno. Bisogno. Lo Sagliem. 3. 22. Nn’aje abbesuogno semmentella! Cerl. App. ing. 2. 8. Aggio abbesuogno no ruotolo de semmentella. Ciucc. 4. 5. Pe l’abbesuogne che le ntravenevano. E 9. 5. Aggio abbesuogno de no centenaro... de scigne. Fas. Ger. 14. 57. E na varchetta Vede, che nc’era llà pe l’abbesuogne. Bas. Pent. ntr. p. 19. Non sapenno che partito pigliare a sto astremo abbesuogno. Cuor. Mas. 2. 70. (?) Pe l’abbesuogno de la povertate. Cort. C. e P. 7. p. 184. Nn’avevano grann’abbesuogno. Cap. Son, 9. E pò quanto no l’asce a n’abbesuogno.
Abbetante. Abitante, ed anche Casigliano. Fas. Ger. 13. 7. E de lo nfierno tutte l’abbetante Cca boglio.
Abbetare. Abitare. Ciucc. 1. 29. Già bedite La grassa de sti luoche ch’abbetate. E 9. 26. Addò steva abbetanno la reggina. E 11. 35. Che stevano abbetanno int’a na tana. Stigl. En. 7. 39. Da quale gente S’abbetasse lo luoco.
Abbetatore. Abitatore. Perr. Agn. zeff. 4. 16. De lo regno de la morte Abbetature fauze.
Abbate. Abete. Fas. Ger. 3. 75. Ed abbete e lecine hanno tagliato. E 18. 2. Nce so abbite e autane. Abbetiello. Lo stesso che Abetiello, Cuor. Mas. 4. 18. (?) Fece Sparare sette botte tanno tanno Mpietto a lo sbentorato Masaniello, Si bè ca se sarvaje co l’abbetiello. E 21. Pocca de l’abbetiello pe bertute Le palle no le fecero ferute.
Abbeto. Abito. Bas. M. N. 8. p. 326. Fa cierto no vozzacchio Chi disse la sentenzia Ch’abbeto non fa monaco. Val. Vasc. arb. 40. Abbete puro co le manecelle. Perr. Agn. zeff. 5. 7. E bego e sento De te l’abbeto, nomme e lo lamiento.
Ed in senso morale, Abito. Tard. Vaj. p. 17. La quale (virtù) secunno Arestotele… non eje autro che n’abbeto elettivo che conziste ec. Morm. Fedr. 3. 5. 1. Nce fa l’abbeto appriesso, e chillo vizio Se commerte nnatura.
Abbetuare. Abituare, Assuefare, Avvezzare.
Abbetuato. Convertito in abito; onde Peccato abbetuato per Peccato abituale, che si commette spesso. Vott. Sp. cer. 96. E pecchè era peccato abbetuato, non poteva esse assoluto.
Abbevare, Abbivare. Avvivare. Ol. Nap. acc. 2. 44. Ma lo fuoco s’abbiva e n’ha recietto.
Abbeverare. Abbeverare, e dicesi pure delle persone. Cort. V. de P. 1. 18. De tutte tre (fontane) me fece abbeverare. Fas. Ger. 19. 121. Ca non c’è acqua pe l’abbeverare. Tior. 4. 4. No me portasse abbeverà a lo Tevere. Bass. Pent. 1. 10. p. 120. Abbeverare li cavalle.
Adacquare copiosamente, Inzuppare, Fare imbevere. Rocc. Georg. 1. 6. Nuvole spremme e abbevera le biave, Grano, fasule, avena, uorgio e fave. E 27. Abbevera li surche e le recreja. E appr. Primmo che sia lo surco abbeverato.
Abbeveratora. Beveratoio.
Abbeveraturo. Abbeveratojo.
Per Beverino.
Abbevire. Avvivare. Ol. Nap. acc. 16.9. (?) Comme fa lo ferraro ch’a lo fuoco Sbruffa l’acqua pe farlo chiù abbevire.
Abbevito. Vivido, Vivace, anche figur. Ol. Nap. acc. 12. 29. (?) Coralle so li labbre, addò lo sango Sta che mo schizza, tanto so abbevite. Vill. Cal. 117. Pe farme chiù abbevita N’uocchio russo me fece.
Abbiare. Avviare, Mettere in via, In dirizzare, e specialmente prima degli altri; ed Abbiarese per Inviarsi. Ol. Nap. acc. 1. 76. Abbejateve ncoppa allegramente. E 11. 2. (?) E parte bordejava Mbarbaria P’avè viento ch’a Napole l’abbia. Fas. Ger. 1.74. E pe scanaglio abbia pe chillo chiano Certe moschelle. E 10. 15. A lo cammino Co na schiassiatella s’abbiajeno. Ciucc. 5. 5. E perute perute s’abbiavano Appriesso a isso. E 11. 11. Abbejateve tutte chiano chiano. E 12. 11. S’abbiaje A Lettere. Cort. Ros. 2. 2. p. 33. Ma dimme, Titta, dove iere abbiate? E M. P. 7. 22. Fatto ch’appe no bello vasamano, S’abbiaje pe la terra chiano chiano. Perr. Agn. zeff. 1. 89. A li pavegliune S’abbiatte. E 2. 51. Llà se fu abbejato. E 3. 4. E se jette abbejanno. E 6. 47. Nziemo s’abbijaro. Bas. Pent. 1. 5. p. 72. S’abbejaro a la vota de la cetate.
E fig. Cuor. Mas. 2. 21. (?) Chesto fu ntorcia a biento ch’abbiaje Lo fuoco ch’era cca già accommenzato.
Mandar via, Far andar via, aggiungendovi pure il Nne. Nne l’abbiaje, Abbiarennillo, Diavolo abbialo. Cap. Son. 261. (1876). Nn’abbiaro lo patre a secà tavole.
Abbiaresella vale Andar via. Sarn. Pos. 2. p. 209. E se l’abbiaje pe la vota de lo ciardino.
Abbiare a lo pascone vale Mandare al camposanto. Val. Vasc. arb. 71. Nfi mo cinco marite a lo pascone Nn’ave abbiate.
Gittare, Scagliare. Sadd. Tav. de M. 1. 13. (?) Statte d’arrasso, Ch’a le chiocche t’abbio No zuoccolo de chiste e te sfracasso. Lor. Furb. mal. 2. 4. Te nne vaje o t’abbio na vreccia mpietto? Cap. Il. 5. 62. Chisto servizio a l’uffo l’abbiaje.
Neutro, Prender le mosse, Prender capo. Fas. Ger. 8. 51. Serpeja pe miezo a chillo chiano chiano No sciommariello che da coppa abbia.
Andar via. Fuggire. Prisc. Mesc. 1.32. Barattolo no nc’è, lesto mo abbia. Cominciare, Dar cominciamento. Cap. Il. 1. 46. Ca si te scotolava la vammace, Comm’abbiato avea, starrisse pace.
Abbiata. Propriamente L’atto di avviare, Avviamento; ma prendesi per L’aire, L’andata, Abbrivo, onde Pigliare e Dare l’abbiata.
Abbicinare. Lo stesso che Abbecenare. Ol. Nap. acc. 3. 35. Se la schiude sott’uocchie; s’abbicina. (Lo credo errore di stampa, perché alla stanza 43. si ha correttamente s’abbecina).
Abbiento. Calma, Riposo, Requie. Ciucc. 8. 33. Non se vede restà, non trova abbiento. Fer. Viecch. av. 3. 19. (?) Nè tu nè chella N’ora d’abbiento Pozzate avè. Cap. Son. 90. Fa cunto che no poco ch’ave abbiento Da lo niozio corre a la cajola. Cort. Ros. 1. 1. p. 11. Sempe manca de piso lo tormiento, E mentre che se parla trova abbiento. Fas. Ger. 2. 78. E tu puro scialasse e avisse abbiento. Mandr. nn. 1. 11. Vota, gira, martella e n’ascia abbiento.
Stare abbiento vale Star cheto. Fas. Ger. 2. 45. State abbiento. Bas. M. N. 1. p. 237. Non ne sia chiù, scompitela, State abbiento. Tior. 3. 11. Che maje no stanno no tantillo abbiento. Cap. Son. 70. E maje fa sta chi vole bene abbiento.
Irrequietezza, Movimento continuo, forse per ironia. Vi che abbiento tene sto peccerillo!
Abbiento. Per A biento. V. Viento.
Abbignè. Così chiamasi la pasta siringata.
Abbisciare. Disporre una corda o gomena a spirale.
Abbissare. V. Abbessare.
Abbisso. Abisso, Profondità. Fas. Ger. 4. 8. Ntorzaje Cocito e tremmajeno l’abbisse. Ol. Nap. acc. 19. 49. (?) Li spirete devise a nove core Stanno dint’a n’abbisso de sbrannore.
Gran quantità. Subisso. Fas. Ger. 1. 21. E pe tanta cetà che so n’abbisso.
Abbista V. Vista.
Abbistare. V. Abbestare.
Abbittare. Abbittare.
Abbivare. V. Abbevare.
Abbocabolo. Vocabolo, ed anche Motto, Adagio. Cap. Prol. 273. Mo pare che ba meglio l’abbocabolo. Mil. Strav. Am. 1. 4. (?) Dice buono l’abbocabolo, ca l’ammore è peccerillo e non sa contare pe fi a quatto. E 3. 5. (?) Chesto vo dicere chill’abbocabolo, cammina a tiempo e ca lo giusto ve.
Abbocalisso. Storpiatura di Apocalissi. Cap. Il. 4. 45. Ssi latre Stanno pe mposturà l’abbocalisso.
Abboccare. Inchinare da un lato un vaso per versarne il contenuto, e per estensione dicesi di ogni cosa che si chini. Sciat. 3. p. 254. Fatte abboccare lo majo, fecero a chi piglia piglia.
Versare, Riversare, Rovesciare. Ciucc. 8. 10. Vommeca (il Vesuvio personificato) pe niente, E quanno lo bo fa, pe nzi a la vocca Saglie de sta montagna e te l’abbocca. Tior. 5. 12. Ma jettance viole, e po nce abbocca La porvera de rose e de mortella.
Abboccarese vale Arrovesciarsi, Riversarsi, Inchinarsi da un lato. Cort. Cerr. 7. 15. Mentre la mano stennette, La varca s’abboccaje e nce cadette. Fas. Ger. 11. 85. La torra… Rompe, e s’abbocca, e li passe ha fremmate.
Venir meno, Cadere per fame. Cerl. Dam. spir. 1. 1. Io mo m’abbocco.
Fig. Cedere, Piegarsi. Lo Sagliem. 3. 1. Pe ogne bottecella nce abboccammo.
Venire a colloquio. Abboccarsi. Cort. Ros. 2. 5. Aggio sbiato patreto, ca voglio Che t’abbucche co Titta. Sciat. 4. p. 255. Ad abboccarese co lo signore.
Abboccare o Tenere abboccato vale Fare alcuno suo partigiano con doni o denaro, Prendere al boccone. Bas. Pent. 4. 2. p. 24. Non aveva ontato la mano a lo jodece, abboccato lo scrivano, dato lo maniucco a lo mastrodatto. E 5. 8. p. 191. Lo vozero pigliare presone; ma isso che aveva ammice li scrivane e le teneva abboccate, se la solaje. Fas. Ger. 4.57. Disse ch’Aronte io avea buono abboccato Co gran fellusse a darele velino. Lo Sagliem. 1. 13. Rita, va abbocca priesto Lo sagliemmanco. Vino abboccato dicesi come in italiano. Bas. M. N. 3. p. 260. E tant’aotre manere De vino, che sarria na longa storia A contarele tutte, Abboccate, gagliarde, agre ed asciutte. StigL En. 1. 174. No carrafone De lo vino chiù tuosto e chiù abboccato. Antegn. Ass. Parn. 2. (?) E vino chi abboccato e quale asciutto.
Abboccatiello. Dim. di Abboccato. Cap. Il. 6. 64. Ca nne tengo a requesto no mpagllato Abboccatiello.
Abboccato. V. Abboccare.
Abbocche. Abbocche e abbacche si dice di chi tiene un po’ da una parte un po’ dall’altra, e si usa per lo più col v. Fare. V. Abbacco. Dal lat. scolaresco ab hoc e ab hac.
Abbocco. V. Abbacco.
Abboccune. Bocconi. Fas. Ger. 8. 33. No atea abboccune, no; ma ec. Cort. Cerr. 5. 21. Po ncopp’a lo cavallo a l’abboccune Lo mese, e l’attaccaje co na fune.
Abboffare, Abbuffare. Gonfiare. Sciat. 5. p. 268. Lo viento Trifone, ch’abboffannole lo ferrajuolo, chino de schianto e senza lesione lo scese nterra.
Abboffare le mascelle, li mascanelle o li mascarine vale Gonfiare altrui la faccia con pugni, cazzotti, sgrugnoni e simili. Dicesi pure assolutamente Abboffare quarcuno. Sarn. Pos. 5. p. 296. Dapò d’averela ntommacata, ammatontata, abbuffata, carfettiata, ntofata ec. Bas. Pent. 1. egr. p. 143. Autro abbuffa, autro ntommaca.
Assolutamente vale Gonfiare le gote per mandar fuori un buffo; e poiché ciò si fa in conseguenza di noia, ira, rabbia, si usa di dire Io abboffo, Me sento abboffà, M’ha fatto abboffà, per esprimere tali sentimenti.
Empire a crepapancia. Rimpinzare. Te voglio abboffà de cocozza e brenna. Me so abboffato de maccarune. Dicesi pure Abboffarese la panza,
Abboffare la panza vale Ingravidare. V. Abbottare.
Fig. Abboffà de ponia, de cauce e simili.
Nei giuochi fanciulleschi colui che perde gonfia le gote, abboffa, e il vincitore con un colpo del pollice da un lato o dell’indice colle altre dita dal l’altro in su le gote gliele fa sgonfiare. Liv. Stud. 1. 13. (?) Lo smocco… fa no scacamarrone; n’auto dice abboffa; lo smocco apara accossì, e chillo le jetta na jeffola de cheste. Lor. Cors. 2. 16. Abboffa mo ccà… Abboffa e fa buono… Abboffa o te sono. — Aggio tuorto; m’attocca abbuffà. E appr. Abboffa, lazzarone, Che a ciento aje d’arrevà. Viol. buff. 43. Facitelo abbuffà sto zucamucco. Fed. Ros. 1.1. Abbuffa. – Eilà! — E non vuoje abbuffà?
Onde dicesi Abboffa pe no grano di chi non ha quattrini da pagare perdendo e si assoggetta invece ad abboffare. Pag. Rot. 14. 15. Se te la vide fa da no babbano, Da no chiafeo, n’abbuffa pe no grano. Bas. M. N. 8. p. 333. abbuffa pe no grano. (La st. ha abuffa).
Abboffato vale Gonfio, Rigonfio, Enfiato, e figur. Irato, Sdegnato, ovvero Tronfio, Pettoruto, Gonfio.
Abboffata. L’atto di gonfiare.
Satolla, Scorpacciata.
Abbolativo. Ablativo.
Facile ad irritarsi. Sadd. Patr. Tonn. 2. 10. (?) E ba pazzeja co li pare tuoje, Ca co chiste te puoje Farence de l’arcivo, Ca io so cellevriello abbolativo.
Fare n’abbolativo assoluto vale Fare una gran rimenata. Fare una ramanzina.
Abbole. Abile. Cap. Son. 164. Creggio ca manco chillo sarria abbole.
Abbolire. Lo stesso che Abolire.
Abbomenare. Lo stesso che Abomenare.
Abbonacciare. Abbonacciare. Stigl. En. 5. 203. Pecchè lo mare già s’abbonacciava. Fas. Ger. 7. 110. Nè mperchè chille fujeno s’abbonaccia.
Abbonamiento. Lusinga, Carezza, Ciò che placa ed abbonisce. Cuor. Mas. 1. 28. (?) Lo frate e chisto mmiezo la mettero, E de speranze la vanno abbottanno… Cossì co chiste ed aute abbonamiente La nchiusero a la casa allegramente.
Convenzione, Transazione.
Appalto teatrale.
Abbonante. Adulatore, Lusinghiero. Pag. Rot. 9. 12. L’abbonante, se vanta, te scorcoglia. Abbonare. Rabbonire, Placare.
Far buono, Bonificare, Mettere a credito in fatto di conti, ed anche Approvare il conto.
Lasciar fare, Chiudere gli occhi. Morm. Fedr. 1. 12. 4. O maro mene! Che nganno è stato chisto, e ch’aggio fatto! Chello tanto abbonà no stea de bene.
Concedere, Mandar buono. Cap. Prol. 276. Ma che ntanto s’abbona lo senario… Pecchè dinto a la prosa non se senteno. Cuor. Mas. 6. 40. (?) Nè perzona, Ahibò, se voze mettere a l’azzardo De contrastare, e tutto se l’abbona.
Adulare, Lusingare. Pag. Rot. 9. 10. Canta se canta, e se tu suone sona, Nè te contrasta maje, sempe t’abbona. Fed. Ros. 1. 2. Vuje mo ve credite De m’abbonà, ma è lotano.
Abbonarese vale Farsi buono. Abbonire. Mandr. all. 1. 32. Chiove matino e s’abbona la sera.
Prendere in appalto un palco, una sedia di platea e simili.
Abbonato vale Calmato, Rimesso, Placido. Fas. Ger. 20. 111. Isso po a l’autre parla chiù abbonato.
Dabbene, Di buona indole. Bonario. Sciat. 2. p. 239. Lo signore che era n’ommo abbonato, e tanto buono buono ch’era proprio n’animale. Bas. Pent. 5. 1. p. 137. Le doje sore, parte ped essere accossì abbonate che non sapevano negare. Cort. V. de P. 3. 12. So de parere Che li tanto ammoruse ed abbonate Che non hanno pe male de vedere Che le mogliere le sieno trottate.
Per Appaltato, e in questo significato si usa come nome.
Abbonnante. Abbondante, Copioso. Fas. Ger. 8. 73. Ma le cose passate venì a mente Se fanno, e l’ira corre chiù abbonnante. Mandr. as. 1. 10. Ah meglio ciunco into a no lietto stesse Che partì da te, Napole abbonnante.
Abbonnanza. Abbondanza, Copia, Dovizia, Moltitudine. Perr. Agn. zeff. 4. 73. Addonca fatta sulo è l’abbonnanzia Pe la baggianata, pe la gnoranzia? (Cosi la st. orig.) Cuor. Mas. 2 34. (?) Tanto che pe scappà da l’abbonnanza De puopolo che appriesso l’era juto Corze a na chiesia comm’a no falluto.
Cuorno de l’abbonnanzia vale Corno dell’abbondanssa. Tior. 1. 7. E chino se vedette de chiù cose De l’abbonnanzia prodeca lo cuorno.
Erva o Rarice d’abbonnanzia è una varietà della Beta vulgaris.
Abbonnare. Abbondare. Val. Mez. 2. 118. Dimme tu mo che de sapere abbunne, Sopra sto fatto comma nce respunne?
Attivo vale Fare abbondare. Fas. Ger. 6. 48. E l’arraggia le forze abbonna e cresce.
Abbordaggio. Lo stesso che Abbuordo.
Abbordare. Abbordare. Ol. Nap. acc. 17… (?) L’Orza spagnola abbord’apprimma e attrappa La Pantera franzese. E appr. (?) Po se vota de proda, abborda e afferra No scianco.
Approdare, Incagliare, Venire sotto il bordo, Urtare per disgrazia.
Fig. Farsi incontro con audacia, Imprendere checchessia inconsiderartamente. Morm. Fedr. 1. 25. 2. Tanno si le daje recchie e cride liste Chelle parole, e chiude l’uocchie, e abburde. Te truove de desgrazie into a no mare. Val. Fuorf. 2. 9. 79. La vrenzolosa vo fa la milorda, E lo marito a la cecata abborda. Cap. Il. 5. 163. Ma Diomede Menerva l’abbordaje. Fas. Ger. 5. 29. Jocanno de sbaratto a spata sola Abborda… E se fa largo, e lo nemmico affronta.
Abbordarese dicesi delle navi che s’investono, s’urtano. Fas. Ger. 16. 5. Fanno n’autro arcepelaco le nave… E s’abbordano e mmesteno. Perr. Agn. zeff. 2. 74. E le galere nfine s’abbordaro. Ol. Nap. acc. 17… (?) Ca se moveno già pe s’abbordare. E appr. (?) Le nave so abbordate.
Abbordatore. Chi va all’abbordo, e fig. Chi opera all’impazzata e senza considerazione.
Abbordellare. Rendere bordello una casa.
Abborlare, Abburlare. Scherzare, Giocare, Festeggiare, Parlare da scherzo. Tior. 4. 6. Siente, le disse, ca n’abburlo, none. Ciucc. pr. 3. Na specie d’accademmia, No a deritto, ma p’abburlare e ridere. E 1. 8. La gatta co li surece abburlava. E 9. 3. Vuò abburlà? me sbaratto nzi a lo maglio. Fas. Ger. 17. 41. E tresca e ride e abburla. E 19. 78. E abborlanno decevale ec. Mandr. nn. 4. 16. A chell’acceuza chiazza De lo Castiello, addò s’abburla e sguazza.
Beffare, Burlare, Schernire, ed anche Ingannare, Giuntare. Trinch. Abb. coll. 3. 4. (?) Ca me songo reterata P’abborlare a Farfariello. Bas. Pent. 1. 1. p 29. Joraje che maje chiù s’avarria lassato pascere e abborlare da ommo vivente. (La st. 1674 legge paschiare e burlare). Lor. Cors. 3. 3. Dice addavero o abburle? — Maramene! e te pozzo abburlà? Ol. Nap. acc. 2. 80. La prebbe ch’abborlata se teneva. E 17. 73. (?) Ed io me nne redeva e l’abborlava. Ciucc. 10. 47. Nzi a na gatta M’abburlarrà. Matr. segr. 1. 11. Va, ch’abburlate. Lo Sagliem. 1. 9. E uscìa resta abburlato.
Abborlarese de na cosa vale Non curarsene, Farsene beffe. Mandr. nn. 1. 31. De fatte lloro se une ride e abburla.
Abborlare de mane vale Fare eserczii di forze. Fas. Ger. 2. 97. Sempe nfra lloro s’abborlaje de mane, A scremì, a forze d’Ercole ed a lotte.
Abborrare. Abbronzare i pannilini nello stirarli per essere il ferro troppo cocente. Il de Ritis ha in questo senso Abburrare, e forse sarà errore di stampa: tutto al più potrebbe ritenersi Abburrare in quelle voci che non hanno l’accento tonico sull’u.
Abborremiento. Abborrimento.
Abborrire. Abborrire. Val. Fuorf. 1. p. 223. De passare da llà tutt’abborresceno. E 2. 7. 10. Chillo la fuje e chesta l’abborrisce. Val. Mez. 2. 36. Ca non sulo è peccato, ma streverio Abborruto porzì da l’anemale. Ol. Nap. acc. 19. 63. (?) Li peccate Che tu abborrisce tanto.
Abbortire. Abortire. A. L. T. Adel. mar. 2. 4. E si ca so sbottato! Che me vuò fa abbortì!
Abbortonare. Vogare volgendo il fianco della nave alla riva. Cill. 1. 1. (?) Cca, oca, chisto è lo luoco: Sia forte, abbortona.
Abboscare, Abbuscare. Procacciare. Provvedere, e dicesi di cosa o di persona che debba servirci. Sp. buscar. Cort. Cerr. 5. 25. Io mo voglio abbuscare L’erve, le prete e l’aute scartapelle. Cerl. Deb. 1. 2. Subbeto va t’abbusca na vammana. Palm. p. 119. M’aggio abbuscato chiste belle pisce. Ciucc. 9. 50. Non saccio comme, s’aveva abboscata Na pella de lione. Cuor. Mas. 11. 36 (?) Comm’auciello Ch’a li figlie lo civo aggia abboscato. Fas. Ger. 4. 64. Ch’abboscasse st’ajuto. Bas. Pent. 2. 10. p. 244. Va abboscanno cera pe l’assequie.
Guadagnare, Lucrare. Tard. Def. 218. A no figlio de rre non s’accommeneva sapere chello che mporta de sapere a chille che pe s’abboscare lo pane vanno sonanno pe lo Cerriglio. Quatr. Macc. (?) Ca jastemmanno ognuno se jocava Quanto pe na semmana s’abbuscava. Rocc. Desc. pred. 67. (?) Nce s’abbuscaje quarche cosa de buono, na benedizione de Dio. Bas. Pent. 2. 4. p. 184. Pe abboscare la vita. E 4. 4. p. 37. S’abboscaje sette cotenelle de lardo. Ciucc. pr. 3. S’abbusca le mognole co lo cuofano. E 14. 42. Addò aveano vestite, addò abbuscavano Denare e rrobbe. Cerl. Cronv. 2. 15. Abbusca tresore pe sti cafè. E appr. E abbuscaje carità de truono. Cap. Son. 167. Si volite abboscareve lo pane. E 228. E quanno s’ha abboscato no carrino.
E assolutamente nello stesso significato. Mandr. all. 4. 12. Abbusca, si; ma n’abbuscà co tramma. E as. 1. 13. Ca steva alef e n’abbuscava niente. Val. Mez. 2. 51. Ca nullo porria fare tanta schiasse Se non ghiesse de graucio e n’abbuscasse.
Dicesi pure di cose dannose che altri si tiri addosso. Cap. Son. 145. Smorfie, allucche, vernacchie e sische abbusca. E 165. P’abbuscà vetoperie jate a caccia. Viol. vern. 15. S’abbuscaje no vernacchio.
Onde Essere bastonato, Toccarne, ed anche Averne la peggio. Ciucc. 14. arg. E nce abbuscano certe poco zotte. Fas. Ger. 1. 46. Fu propio nchillo juorno Che la Perza abboscaje dinto la faccia. E 3. 53. Vi c’abboscate. E 9. 65. E abboscato lo crisceto sbignajeno. Lor. Socr. 1. 3. Leva le, me parivevo no cane Quanno abbusca. Cap. Il. 5. 74. Aggio abbuscata na cagliosa. Cerl. Cronv. 2. 19. Non responnere ca abbuscammo.
Abbotecare. Capovolgersi, Cader capovolto, e detto di nave Dare alla banda. Mandr. nn. 1. 8. Spisso la varca vide abbotecare. E rep. 3. 7. Pe mala sciorte o pe bona fortuna, A proda io stanno, abbotecaje ne ll’onne.
Abbottafascio. V. Botta e Bottafascio. Val. Mez. 3. 15. Ed uno ch’ha denare a abbottafascio.
Abbottamiento. Gonfiore, Gonfiezza. Tard. Vaj. p. 14. Propose lo poemma sujo de l’Eneida co no bravo abbottamiento de parole.
Empimento, Empitura.
Noja, Molestia, Rottura o Rompimento di capo.
Abbottare. Gonfiare. Morm. Fedr. 1. 24. 5. Cossì ncuorpo tenennose lo sciato S’accommenzaje a abbottare a poco a poco. E 6. E tornanno a abbotta, baffete schiatta. Bas. Ded. Vaj. X. Di’ ca no chianchiero pò scortecà no crastato si tu mprimmo no lo faje abbottare. Ciucc. 5. 12. Che a lo reto la panza l’abbottajeno Comm’a pallone. E 8. 46. Aprie chiano chianillo La vocca e l’abbottaje. Perr. Agn. zeff. 3. 36. No serveziale… Comme a pallune abbottale de viento. E 4. 82. D’acqua… la guallara abbottata. E 6. 67. E la polletra comm’otra m’abbotta.
Gonfiare per vanità o simili. Viol. buff. 29. L’avantano p’abburla, e lo fedele Te lo vide abbottà, pare che bola. Fas. Ger. 1. 26. Che nce fanno abbottà comm’a le prene.
Andare in collera per non potere sfogare, Sentirsi crepare. Tior. 1. 11. Io moro, io crepo, io spasemo ed abbotto, Ciucc. 8. 9. Chella sta co na facce de maumma? E chist’abbotta e te fa chiammà mamma. Bas. Pent. 2. 3. p. 176. De le quale parole abbottavano e mormoriavano l’autre doje sore.
E cosi Abbottare li premmune, la vozza, li cogliune e simili. Cap. Il. 1. 1. Dimme, sia dea, che arraggia e che mmalora Tanto abbottaje d’Achille li premmune. E Son. 120. Tropp’eramo abbottate pe li scianche. E 149. M’ave abbottata tanto na paposcia. E 162. Ca so troppo abbottate li pallune. Ciucc. 6. 23. Che te fanno abbottà tanta na vozza. Tior. 2. 24. Sta cosa m’abbottaje li cularine. (Così la st. 1703). E 4. 26. Perchè dareme tanta crepantiglia Ch’addesa m’è abbottato lo premmone? E 7. 1. Quanto abbottaje de guallara e scartiello.
E assolutamente sottinteso il nome che dev’essere il soggetto. Fas. Ger. 4. 10. Ca pe chesto m’abbotta e chiù me dole.
Abbottare o Abboffare la panza vale Ingravidare. Bas. Pent. 1. 9. p. 110. A Giunone… L’abbottaje la panza e figliaje. E appr. Se sentette abbottare la panza.
Empire, Colmare, Impinzare. Cuor. Mas. 1. 28. (?) Lo frate e chisto mmiezo la mettero, E de speranze la vanno abbottanno. (Qui fig.) Rocc. Georg. 1. 42. T’abbottarraje de glianne e de lupine. Perr. Agn. zeff. 1. 6. No chiù m’abbottarria d’avena. Tior. 9. 2. Cerriglio sbrenneto… Li manciune abbutte tu. Bas. Pent. 1. 1. p. 33. Lo fece buono abbottare de menestra. Cap. Son. 21. Poteva ire abbottarese de vrenna. E 55. E tu abbutte la panza a no coglione.
Abbottatura. Lo stesso che Mare gruosso.
Abbottinare. Ammutinare. Passero.
Congiurare, Cospirare. V. Abbottonare. Tard. Def. 208. Spartaco, Crisso ed Enomao se resorveno… de s’abbottinare co tutte l’autre serviture, e rebbellannose, se mettono ncampagna.
Abbottonare. Abbottonare.
Confermare. Fas. Ger. 20. 12. Chiarie li dubbie e abbottonaje chi spera.
Concertare, Congiurare. Tard. Def. 183. Chisto… s’abbottonaje co no cierto Nfarenato. (Il de Ritis legge abbottinaje, e par che abbia ragione) E Vaj. p. 36. Li fate s’erano abbottonate contra de Giove. Fermare una vela.
Empire, secoudo il Galiani; ma forse lo confuse con Mbottonare.
Abbottonatura. Bottoniera.
Abbozzare. Abbozzare Bas. M. N. 6. p. 297. Deventa no pittore, Desegna, scaca, abbozza, Po dance lo colore.
Abbozzare nel. sign. marinaresco.
Abbracciamiento. Abbracciamento. Val. Vasc. arb. 91. E se dezero nziemme chiù de mille Abbracciamiente e base a pezzechille.
Abbracciare. Abbracciare. Ciucc. 7. 12. E decenno accossì se l’abbracciava. E 13. 49. Le correvano Ncuollo e te l’abbracciavano e basavano. Stigl. En. 6. 166. Tre bote l’abbracciaje. E appr. Comme chi nsuonno penza d’abbracciare Chi le va nfantasia, ma l’aira abbraccia. Fas. Ger. 18. 9. E po se l’abbracciale tenneramente.
Comprendere. Fas. Ger. 17. 5. E da oca a le campagne d’arenaccia Dessabbetate, e affì a l’Aofrato abbraccia.
Abbracciata. Abbracciata, Abbracciamento. Cill. 3. 22. (?) Addov’è lo figlio bello, Lo giojello de lo tata? Chiammamillo, portamillo Pe le fare n’abbracciata.
Abbracciatorio. Abbracciata, Abbracciamento fra molti. Bas. Pent. 4. 3. p. 35. Se trovaro a la stessa taverna… dove fattose n’abbracciatorio granne e na prejezza fore de li fore ec.
Abbraccio. Abbraccio. Stigl. En. 10. 132. Li commite, l’abbracce e compremiente. Perr. Agn. zeff. 6. 23. Chiù gialle avenno pe li tanta abbracce De culo de focetole le facce.
Abbramma. Fame grandissima, e per estensione Brama intensa, Cupidigia. Ciucc. 8. 9. Si chella ha famme, e chisto ave l’abbramma. E 10. 43. E tirato lo scuro Da n’abbramma canina cha senteva. Titur. 8. 3. Tu lieve da l’abbramma li manciune. E 10. 2. Ed aggia famma E stia senza manciare e co l’abbramma. Mandr. nn. 2. arg. A lo Cerriglio co na bella abbramma Tutte tre poje se scialano lo core.
Abbrammare. Aver gran fame, e per estensione Morirsi di voglia, Struggersi di desiderio. Tior. 2. 22. Non voleva ammà chiù; mo nnitto nfatto Sto core mio pe Cecca allanca e abbramma. E 9. 2. O bella Cerere, Cb’abbutte e satore Chi abbrammato ncuorpo sta E 3. Vuje tirate L’abbrammate. (Qui come sost.) Cill. 2. 1. (?) E l’aje da mpapocchiare Decenne ca ped isso abbramme e spirete. Fas. Ger. 4. 33. De la gente abbrammata e canna aperta.
Abbrammaria. Bramosia, Ardente cupidigia.
Abbrancare. Abbrancare, Afferrare, Dar di piglio. Fas. Ger. 20. 92. Vede isso no cavallo fora via Senza patrone, e priesto corre, e abbranca La vriglia, e s’accravacca. Mandr. nn. 1. 20. E mpassà lo nnemmico, isso l’abbranca Li ziroie.
Abbremmecare. Lo stesso che Abbermecare.
Abbreo. Ebreo, e prendesi per Usurajo e per Miscredente. Cap. Son. p. 22. Co na razza d’abbreje, anema perza. E 24. St’abbreje, razza de cane Che non canosce legge, anema e Dio.
Abbreviare. Abbreviare, e per estensione Por fine, Finire, Terminare. Trinch. Equiv. 3. 2. (?) Ora levammo L’accasione; via Jammoncenne a bonora, abbreviammo. Mandr. as. 5. 1. Contammo Così la vita toja comme la mia, Ca sto luongo cammino abbreviammo.
Compendiare, Ridurre in breve. Ol. Nap. acc. 5. 120. (?) No nfierno abbreviato è chillo luoco.
Abbreviatore. Abbreviatore, Compendiatore. Tard. Vaj. p. 55. L’abbreviatore de Dione Cassio.
Usasi anche come aggettivo; onde Via o Strata abbreviatora vale Scorciatoja, Tragetto.
Abbreviatura. Abbreviatura.
Abbrile. Aprile. Pag. Rot. 1.4. Vide addov’essa sta n’ario gentile, Sempe n’attobre, e dint’attobre abbrile.
Prov. Chi ad abbrile trasporta lo potà D’acqua se pò abbottà. Si marzo non marzea Abbrile po ferea. Abbrile nnogne ghiorno vo fa na schizziata Quanno non chiove tutta la jornata. Per Primavera. V. Abrile.
Abbrocamiento. Raucedine, Fiochezza di voce.
Abbrocare. Rabbruzzare, Imbrunire. Bas. M. N. 6. p. 308. Covernamette, ch’è abbrocato l’ajero, E nnante che chiù scura Comm’a bocca de lupo, Me la voglio solare. Ciucc. 7. 40. Ca già l’aria e lo munno s’è abbrocato.
Affiochire, Farsi rauco o per gridi e lungo parlare o per infermità. Sadd. Duj. figl. 2. 10. (?) La voce me s’abbroca, Lo chianto me strofoca. L’arma me sento ascì. Fas. Ger. 20. 102. Ed a nomme tutt’oje te chiammo e strillo, E pe tale nzegnale so abbrocato. Cort. C. e P. 7. p. 193. La voce mia er’abbrocata. Lor. Cors. 3. 10. Pe l’ummeto pegliato ncoppa maro S’è abbrucato de fatto, E quanno parla non se sente affatto. Perr. Agn. zeff. p. 98. E pe tanto strellà tutte s’abbrocano. Cap. Son. 162. E a lo meglio cantare s’è abbrocato.
Indebolire, Affievolire, detto degli occhi, della vista. Ciucc. 2. 17. Chist’uocchio sta abbrocato, e chisto pede Sta appelato pe l’aria e no nce vede. (Così il de Ritis; ma non si può fare assegnamento su questo esempio, perchè l’autore fa dire un mondo di sciocchezze all’asino Scossato che qui parla).
Abbronzino. Bronzino.
Bruno, Abbronzato. Cant 3. 4. Le vide la matina Che pareno lacerto vermenare. Chi ha la faccia abbronzina, Chi pavonazza o pure giallinoro.
Faccia abbronzina o d’abbrunzo vale pure Faccia dura, tosta, impudente, senza vargogna.
Abbronzire. Dare il colore del bronzo.
Abbronzuto detto di persona vale Abbronzato, Di color bruno giallognolo.
Abbroscare, Abbruscare. Abbrustiare, Tostare. Bas. Pent. 4. 4. p. 37. Pigliate le cotene e abbroscatene li pile, le mese a na pìgnatella.
Abbroscaturo, Abbruscaturo. Arnese cilindrico di lamiera di ferro in cui si tosta il caffè.
Abbrosciare, Abbrusciare. Abbruciare, Bruciare, Ardere, Scottare. Ol. Nap. acc. 4. 86. Lo fuoco stisso è stracquo d’abbrosciare. Fas. Ger. 2. 26. E pò decette A chille sbirre: olà, mo l’abbrosciate. E 12. 5. L’abbrosciarraggio, e sia comme se sia. Perr. Agn. zeff. 1. 79. Chella pe quale Troja s’abbrusciaje. E 3. 38. La pena nc’è de li lossurejuse, Che s’arzero p’ammore, so abbrusciate.
Per estensione dicesi di alcuni cibi su cui opera il fuoco oltre la regolare cottura. S’é abbrosciato l’arrusto. S’è abbrosciato lo pane int’a lo furno.
E del riscaldamento prodotto da molta fatica, da sostanze caustiche, da efflorescenze cutanee o da prurito, da ferite e simili. M’abbrusciano li piede pe lo tanto cammenà. Aggio fatto la colata e m’abbrusciano le mane. M’abbruscia sto vessecante. Cap. Il. 5. 74. Aggio abbuscata na cagliosa, E m’abbruscia, fratiè, comm’a cannela. Fas. Ger. 12. 2. Li tallune L’abbrosciavano e l’uocchie a li sordate. (La st. orig. ha abrosciavano). Tior. 4. 21. E quanto abbruscia tanto se sgraffigna. (Così la st. 1678; quella del 1703 ha Ca mo l’abbruscia quanno se sgraffigna).
Dicesi pure delle piante danneggiate dal calore, dal gelo, dalla nebbia e simili. Rocc. Georg. 1. 40. La neglia accommenzaje Ad abbruscià le spiche.
E fig. dell’effetto che produce l’amore o le brame smodate. Ardere. Del Pian. Laud. spir. 200. (?) Bammenella Aggraziatella, Io pe te voglio abbruscià. Perr. Agn. zeff. 2. 69. Ed a che punto me fegliaste, o mamma, Pe me fare abbrosciare ntra st’ardore? Tior. 8. 2. Tu si fuoco Pecchè abbruce li piette.
E dell’effetto del gran caldo sugli animali. Bas. M. N. 9. p. 336. Mmiezo a sto fuoco spotestato Piglio le stufe secche e so abbrusciato.
Abbrosciatura, Abbrusciatura. Bruciatura, Scottatura.
Abbrosciore, Abbrusciore. Bruciore, Ardore. Fas. Ger. 10. 5. Nè nca de le ferite l’abbrosciore Senta ec. Pant. 1. 4. (?) Nc’era dinto de sto core Na stezzella d’abbrosciore. Tior. 2. 15. Si so chino de fuoco e d’abbrusciore Comme de chianto faccio na sciummara? E 4. 22. Ammore mpietto manna l’abbrosciore . E. 7. 6. Pe Rosa pazziava Chino de fuoco ed’abbrosciore Millo. Cap. Il 5. 86. Co sti carizze a nenna se le sgrava Chill’abbrusciore, e meglio se senteva.
Abbrostoliaturo, Lo stesso che Abbroscaturo.
Abbrostolire, Abbrustolire. Abbrostolire, e dicesi propriamente del pane affettato, del caffè, delle mandorle, ed in generale di ciò che si cuoce a secco a poca distanza dal fuoco.
Abbrunzo. Bronzo. Rocc. Georg. 3. 9. De sperune purzì d’abbrunzo fino. Cap. Son. 64 Lo cavallo d’abbrunzo. Faccia, Capo, Fronte d’abbrunzo vale Faccia, Testa, dura, tosta. V. Abbronzino. Cap. Son. 172. Vi che fronte d’abbrunzo, vi che cernia. E 223. Ma pe ssa coccia arremollà d’abbrunzo.
Abbruscare V. Abbroscare.
Abbruscaturo. V. Abbbroscaturo.
Abbrusciare. V. Abbrosciare.
Abbrusciatura. V. Abbrosciatura.
Abbrusciore. V. Abbrosciore.
Abbrustolire. V. Abbrostolire.
Abbuffacornacchia, Abbuffacornacchie. Chi è stato burlato, Messere. Bas. Pent. 1. 10. p. 124. Vedite bell’abbuffacornacchia m’ha fatto sta vava de parasacco. (Così le st. 1674 e 1749).
Abbuffare. V. Abboffare, dove gli esempii provano potersi dire io abbuffo ec. come lo prova del pari il nome composto Abbuffacornacchie.
Abbuglia. Lo stesso che Buglia. A. L. T. Solit. Pos. 2. 6. Abbuglia fa pe me.
Abbuoinecchiù, Abbuonecchiù, ec. V. Buonecchiù.
Abbuordo. Abbordo, Abbordaggio. Ol. Nap. acc. 17... (?) Già se vene a l’abbuordo, e comparere Se vede già la sordatesca armata.
Abbuorto. Aborto, e fig. Cosa imperfetta o mostruosa. Pag. son. dopo M. d’O. p. 182. Laudate de pojeteca n’abbuorto E de Parnaso lo sanguenacciaro. Ol. Nap. acc. 13. 36. (?) E so abbuorto de l’arma e quatto runfe.
Abburla. Burla, Beffa. Lo Sagliem. 3. 19. St’abburla t’aggio fatta. Cap. Son. 109. Ma chi lassa l’abburla e bene a fieto, Nce restarrà ec. E 240. T’aggio fatto St’alluccata p’abburla. Viol. buff. 29. L’avantano p’abburla.
Abburlare. V. Abborlare.
Abburrare. V. Abborrare.
Abbusca. Lo stesso che Abbusco. Bas. Pent. 4. 10. p. 116. L’accasione era pronta a fare na bona abbusca.
Abbuscare. V. Abboscare.
Abbusco. Lucro, Guadagno. Vott. Sp. cev. 101. Non potenno arrevare co le rennete o abbusche che hanno, fanno mpeche, mbroglie e diebbete. Fas. Ger. 8. 65. A lo spartì l’abbusche e a nchi la panza, Fora Santa Maria de li crestiane. E 9. 17. Li cavalle sapranno e le bell’arme Abbusche vuoste. E 11. 70. E pe l’abbusco st’arte a fa se mese. Bas. Pent. 4. 10. p. 116. E trovato l’abbusco, la cacciaje co gran vregogna. E 4. egr. p. 121. Lo roffejano (lo chiama) abbusco o paraguanto. Val. Mez. 2. 51. St’abbusche mo so cose consuete.
Così chiamano le mance, i regali, che gl’impiegati, uscieri e simili ricevono dalle persone che favoriscono. La mesata è poco, ma nce so l’abbusche. Cerl. Clar. 2. 6. Dudece docate; ma nce so l’abbusehe, nce so le caretà. (Parla di una cantatrice).
Abbusso. Bosso. Ol. Nap. acc. 8. 13. (?) Ca nce vide na grotta de mortelle, Llà spallere de lauro e llà d’abbusso.
Abele. Abile. Morm. Fedr. 1. 4. 1. Che a lo molino lloro, e nce songo abele, Vonno tutto lo grano macenare.
Abeletà. Abilità.
Abesognante. Lo stesso che Abbesognante. Sadd. Tav. de M… (?) E già che no le buoje, Abesognante che te ne dona uno.
Abetante. Le stesso che Abbetante.
Abetare. Lo stesso che Abbetare. Sarn. Pos. 3. p. 233. Tutta la ripa è semmenata de case dove abetano lo spasso e la contentezza. Cort. C. e P. 7. p. 191. Ha da essere lassato a lo primmo terreno che pigliano… o abetato o desierto. Cerl. Cronv. 1. 5. Abeta co lo figlio nfra le grutte annascosa. Bas. Pent. 2. 7. p. 212. Nce abetava na vecchia. E 4. 1. p. 11. Lo regno de Pertuso Cupo abetato da surece.
Abetato. Abitato. So trasuto dinto l’abetato. Aggio pigliato n’urzo int’a l’abetato. Cort. C. e P. 7. p. 190. Tanno accomenzaje a ghi pe l’abetato e a cerca la lemmosena. Fas. Ger. 19. 6. Trotta dintro ssi vuosche o a l’abbetato.
Abetatore. Femm. Abetatrice. Abitatore. Stigl. En 11. 135. Bella dea de li vuosche abetatrice.
Abetazione. Abitazione, Dimora, Casa. Tard. Vaj. 150. Securo ntutto d’essere a le nfernesche abetaziune.
Abete. Lo stesso che Abbete. Rocc. Georg. 2 19. E l’abete, legnammo che fa casce E fa titte.
Abetiello. Abito galante. Val. Mez. 1. 98. E massema se va co l’abetiello De lamma o de morcato la gonnella.
Abitino della Madonna. V. Abbetiello.
Abetina. Abete, e propriamente l’Abies taxifolia.
Abeto. Abito. Stigl. En. 6. 177. Pe bedere accossì tutta la gente Che facce aveva e che abeto portava. Cap. Prol. p. 267. Co fa de ciento pezze a la tragedia… porta l’abeto. Sarn. Pos. 1. p. 178. Abete apierte a l’osanza. Perr. Agn. zeff. 3. 13. Mprimmo maraveglià l’abeto strano Lo fece.
Abito, Abitudine. Cap. Prol. p. 274. Che parlano magnifeco pe abeto. Sarn. Pos. 5. p. 316 Tanto è tristo lo mal abeto che deventa natura.
Abeto non fa monaco è prov. come in italiano. V. Abbeto.
Abiento. Lo stesso che Abbiento. Perr. Agn. zeff. 2. 18. Lo nigr’isso n’ave abiento. E 3. 75. O stato sconzolato de l’ammante! N’avere abiento e stare co dolore.
Abinizio, D’abinizio. Dal principio. Lat. ab initio. Val. Fuorf. 2. 1. 90. Chesta cosa fu sempe d’abinìzio.
Abisso. Lo stesso che Abbisso. Stigl. En. 6. 145. Nò maje le dà repuoso into a ss’abbisse.
Ablativo. V. Abbolativo.
Abolemiento. Abolimento. Cuor. Mas. 4. 12. (?) Che mprubbeco a le chiesie se leggesse Preveleggio, conferma e abolemiento De tutte le gabbelle.
Abolire. Abolire. Cuor. Mas. 2. 27. (?) E sibbè sieno mo tutte abolute, Pure pe quanto appriesso se po fare Vesogna che lo tutto se rechiare.
Abomenare. Abominare.
Aborrire. Lo stesso che Abborrire.
Abrile. Aprile. Cort. M. P. 6. 19. Mamma che face nascere l’abrile Tutto a no ventre sempe co l’autunno. E 9. 44. Cossì l’asena corre de carrera Quanno passato abrile vace gnestra. Perr. Agn. zeff. 1. 35. Appriesso abrile sole venì maggio.
Abrocare. Lo stesso che Abbrocare. Bas. M. N. 8. p. 343. Me sa male ca stongo Co la voce abrocata. Sadd. Cav. 2. 18. (?) State porzì abrocata?
Abrogare. Abrogare. Tard. Vaj. 52. La legge de Costantino, la quale fu abrogata ed annullata da Lione.
Abrosciare, Abrusciare. Lo stesso che Abbrosciare. Stigl. En. 6. 43. E pe abrusciarlo, na montagna Fanno de legna. Pag. Fen. 3. 4. Sore mia, sore mia, Io m’abruscio e conzummo. Bas. Pent. 2. 5. p. 195. La jettaro a lo fuoco facennola abrosciare. (V. in Abbrosciare un altro esempio di questa erronea grafia).
Abusare. Abusare. Mandr. all. 2. 12. Chi non sa poje de Svischi picarone Ch’abusaje de Demetrio la cremenza.
Abuso. Abuso.
Acalare. Calare, Abbassare. Mandr. nn. 4. 20. Quanto ecco Cecagnuolo portarobba S’acala nterra e lo cetrulo arrobba. E Sc. cav. 200. in n. Acala la capo e l’auza nsi arreto. Trinch. Cic. 2. 8. (?) Pecchè… S’acala nnante a l’uocchie la vesiera?
Acalare la cepolla. V. Cepolla.
Acalarese per Condiscendere, Piegarsi, Cedere. Lor. Cors. 1. 12. Via, la maressa, Mannatennella scapola. — Scapola? non signore. Si no sposa, Poleto non s’acala.
Acarulo. Agorajo.
Acca. Piccolo cavallo. Sp. haca.
Nome di una lettera dell’alfabeto. Fas. Ger. 2. 61. Fu ntiso quanto disse pe fi a n’acca. Morm. Fedr. 1. prol. 4. Che levà manco nne potive n’acca.
Accacciare. Inventare, Foggiare, e dicesi particolarmente di usanze, notizie, canzoni. Bas. Vaj. ded. VIII. Ca mo t’hanno accacciato cierte casacche co le pettole fi a le denocchie. Cort. Vaj. 1. 8. Fu cantata Da no vecino lloro potecaro Chesta canzona ch’aveva accacciata Uno cierto poeta de la Marca. E C. e P. 4. p. 164. Ma che non fa n’armo desperato? che cosa n’accaccia pe fa che lo cuorpo dia no trucco macco a lo spireto? Fas. Ger. 19. 80. O bello nomme m’aje accacciato. Ciucc. 4. 20. Tanno ancora no ns’erano accacciate Chelle bernie che mo songo scompute. E 8. 39. De na storia che isso s’ha accacciata. E 9. 41. Smorfie che se veden’accacciare Pe fa la scigna e ghiettà li denare. Tior. 7. 5. Tante cose accacciaino e tanta nfammie.
Accacciare mano, V. Cacciare.
Accademia. V. Accademmia.
Accademmechescamente. Secondo gli usi accademici. Cort. Vaj. pref. dello stamp. Lo segnore Giulio Cesare Cortese, accademmechescamente parlanno lo Pastore Sebeto.
Accademmia, Accademia. Accademia.
Mandr. all. 2. 27. De Ncogneto, Oziuso e Nfuriato Accademmie ce stanno co leviello. Ciucc. pr. 3. Non porriamo Fa nfra de nuje na specie d’accademmia ec? E 3. 23. E tutte l’accademmie e professure. Cap. Son. 43. Vorrisse aprire n’accademmia ncasa. E 137. Da n’accademmia vengo, e ch’aggio ntiso!
Oggi si dice di un divertimento a cui s’interviene per invito o a pagamento, per udire musica, per vedere giuochi, esercizii di scherma, per assistere a discorsi scientifici, a declamazione e cose simili. Cerl. Am. vend. 2. 5. Se faceva n’accademia de scherma ncasa de no scremitore.
Per ischerzo vale Gran fame, Gran mangiamento.
Disegno che si fa dal nudo e Modello per tal disegno. Val. Fuorf. 1. p. 109. Popa ch’è de le femmene accademmia. E 161. Che pittano le donne n’accademia. E 193. Chi dice ca co l’ombra designavano, E che da cca nne venne l’accademmia. E 221. Vedde na vota int’a no scaravattolo… No cuorpo muorto, e servea p’accademia.
Accadenza. Caso, Accidente. Così il de Ritis; ma nell’esempio che ne arreca leggesi Accedenza, sotto la qual voce egli lo ripete.
Accadere. Accadere. Morm. Fedr. 1. 2. 3. E chesto l’accadie ca lo sopierchio, Comm’è l’additto, rompe lo copierchio. Mandr. rep. 3. 14. A chi non sa fa l’arte vi ch’accade! Perr. Agn. zeff. 6. 58. Cierto ca manco ponno accadè nzuonno.
Valere. Cort. Ros. 5. 3. Non accade mentire, Ca si scoperta a ramma.
Accalommare. Lasciare andare l’amo e l’esca per prendere il pesce. Lor. Frai due lit. 2. 4. Pescatore che baje a la pesca E accalumme da cca e da llà, Si d’argiento non jette tu l’esca E che gliannola vuoje pescà.
Fig. Accalappiare, Prendere all’esca. La Mass. spir. 1. 5. (?) Potesse accalommà sto vedolillo. (Il de Ritis spiega Sbrigliare, Incitare, Mettere in brio).
Accalommarese vale Calarsi, Correre all’esca. Pal. Vill. ric. 3. 2. (?) Attuorno a le magnose Saje ca se nce accolommano Cierte miluorde sfatte E quarche pacchesicco penetrante. (Il de Ritis spiega Correre sbrigliatamente ed a calca).
Accampare. Accampare.
Cetà accampata per Città assediata. Tard. Def. 207. Non potennoce descrivere na guerra nè na cetate accampata.
Accannare. Disporre a canne cubiche le legna da ardere, Accatastare.
Accannatore. Colui che dispone a canne cubiche le legna da ardere.
Accanoscere. Conoscere, ma si usa a preferenza nella frase Fare accanoscere. Tard. Vaj. 147. Cossì lo schiarefeca lo Petrarca nchillo sonetto… ne lo quale nce face accanoscere che ec.
Accanto. Accanto. Cort. V. de P. 1. 10. Dinto na stalla, Accanto a na despenza. Stigl. En. 7. 9. Ncoppa a lo sciummo e a chelle ripe accanto. Ciucc. 1. 21. Pe sceltro tenea accanto na rapesta. E 5. 19. Accanto a lloro. E 9. 45. Accanto a isso stevano chiagnenno. E 13. 38. Tenea accanto la spata e la moletta.
Per A petto, A paragone. Ciucc. 8. 10. E chella accanto a chisto è n’alecella.
Accantonare. Accantonarese vale Rincantucciarsi, Ritirarsi in un canto.
Accantonato vaie Rincantucciato, Posto in un canto, ed anche Appoggiato, Posto accanto. Fas. Ger. 19. 120. Goffredo stea a lo taglio accantonato De lo lietto addov’era zio Raimunno. Stigl. En. 4. 121. Co farro e sale mmano accantonata Stea Dedone a n’autaro.
Accapare. Scegliere, Trascegliere, Accappare. Fas. Ger. 1. 37. Secotajeno lo ricco pennonciello Sotta Crotario, e bravo s'accapaje. E 6. 24. Goffredo null’ancora avea accapato Nfra li suoje, Jo chiù d’armo e de valore. Bas. Pent. 3. 10. p. 356. Portatala a le cammere de li sfuorge e decennole che s’accapasse lo meglio. Perr. Agn. zeff. 1. 7. De Napole mentr’io parole accapo.
Addossare, Prendere sopra di se, Assumere. Mandr. as. 4. 14. Mandracchio che l'assunto già s’accapa… Lo trova, lo saluta e nce passeja.
Ottenere, Conseguire. Cort. C. e P. 4. p. 167. Nchisto tiempo lo cavaliero avenno accapata la grazia, era sciuto Ciullo. Cuor. Mas. 1. 105. (?) Se faceva Da chiù religiuse a Dio recurzo P’accapare a li guaje qua seccurzo. E 4. 26. (?) Tanto e tale Fece co chella prebba, ch’accapaje Avere tiempo de lo confessare.
Finire, Terminare. Sp. acabar. Passaro. Accapare lo prociesso vale Formarlo, Istruirlo. Accapato per Scelto, Squisito, Perfetto. Sciat. 4. p.255. L’accapato gabbamunno… rascaje sti sconcierte.
Accaparrare, Accaparrare. Bas. Pent. 3. 10. p. 359. Ma chesta l’accaparraje a lumme de sole.
Accapezzare. Porre la cavezza. Ciucc. 14. 23. Co no capo de funa zitto e mutto A uno a uno te l'accapezzajeno.
Congiungere i capi, le estremità, e detto delle funi Impiombare.
E fig. Ricongiungere, Riattaccare. Cap. Il. 1.116. La gnanaruta accapezzaje lo lotano.
Porre insieme alla meglio uno scritto o un discorso.
Detto del sonno vale Legarlo. Ol. Nap. acc. 1. 36. E tale suonno nchino po accapezza, Che pare addobbiata a chi la vede.
Accappocciare, Accappucciare. Incappucciare, Coprire col cappuccio, e per estensione Coprire interamente e accuratamente di vestimenti o di coperture. Cort. Cerr. 1. 28. Jea accappucciato co no malantrano Che balea justo poco chiù de cria. E 7. 3. Jevano tutte quante adaso adaso, Che manco se sentea scarponiare, Accappucciato ognuno affì a lo naso Comm'a chille che soleno arrobbare. Fas. Ger. 13. 44. Comme quanno te suonne derropare ec. Puro precure de t'accappocciare Sotta le pezze e sbatte co li diente. Stigl En. 4. 59. Sta de nuvole negre accappucciato. E 6. 82. Da Anea fo a mala pena canosciuto, Tanto ste va da l’ombre accappucciato. (In questi due ultimi esempii è usato figur.)
Accarezzare, Accarizzare. Accarezzare, Careggiare, Far carezze. Tior. 1. 52. E mente lo vasava accarezzanno. E 54. Io che lo vego accarizzare tanto. E 9. 1. E te nfigne no nennillo Ch'a no strilto Vuoje ch’ognuno t'accarizza? Bas. M. N. 6. p. 301. Si niente l’accarizze Vo joquare de coda. Fas. Ger. 12. 30. E tu la ghive accarezzanno. Cerl. Dam. spir. 1. 4. N'accarezzà, potta d'oje, ca me scojete. Ciucc. 1. 8. Tutte s'accarezzavano , e s'ammava L’uno co l’auto. E 3. 10. Si mbe corre la mamma e l’accarizza. E 13. 41. E chi s’accarezzava no porciello. Cap. Son. 33. E si la stessa pesta l’accarizza. E 195. Faccia d’accarezzare co la striglia. Ol. Nap. acc. 5. 27. (?) L' accarezza, l’asciutta, l’addecrea.
Trattare cortesemente, Accogliere o Accomiatare lietamente. Fas. Ger. 2. 92. Le die lecienzia dapò accarezzate. E 17. 97. E chiù d’uno a Goffredo l’avisaje, Che pe l’accarezzà priesto s'auzaje. Ciucc. 14. 34, Po co no tratto Veramente da rre l'accarezzaje, E co ciento parole nzoccarate Nne le mannaje contiente e conzolate.
Accarizzare. V. Accarezzare.
Accaro. V. Caro.
Accarvaccare. Lo stesso che Accravaccare. Fas. Ger. 5. 18. Se le ncarvoglia mpietto e l’ave fritto Mente accossì se lassa accarvaccare. (Cioè Dominare, Sopraffare). E 10. 5. Ca fi a la sera stette accarvaccato. E 18. 61. E li nciegne e le turre accarvaccajeno. (Cioè montarono, misero a cavallo).
Accasamiento. Matrimonio. Sp. casamiento. Bas. Pent. 5. 6. p. 179. Lo rre co na festa granne trattaje n'autro accasamiento co na perzona granne. Accasare. Accasarese vale Sposare. Sp. casarse. Bas. Pent. 2. 7. p. 212. Passa tutte li pericole e se accasano nsiemme. Val. Fuorf. 2. 8. 44. Lo malantrino, amico, che s’accasa, T’annegreca na povera zitella.
Accascare. Accadere, Accascare. Bas. Pent. 1. 1. p. 30. Si t’accasca quarche brutta desgrazia, lo danno è lo tujo. Cort. Vaj. 1. 33. Chello che po de facele accascare. E 4. arg. Commo la cosa eje accascata. Tard. Vaj. 24. Quanno accasca che la criatura piglia quarche pontiglia.
Accasione. Occasione, Bas. Pent. 3. 5. p. 304. Allontanate da l’accasione ca te scraste da lo vizio. E 5. 4. p. 160. Co la primma accasione scunte lo nuovo e lo biecchio. Fes. Ger. 11. 2. Arme affatate pe st’accasiune. E 18. 81. La torre doje gran faoce a st’accasione Priesto cacciaje. Stigl. En. 7. 123. Ca llà pe nova mbroglia e trademiento Accasione e luoco nce abbistaje. Ciucc. 7. 12. Lo sanco Me sento freccecà a st’accasione. E 14. Vi si la perdarria st’accasione. Quattr. Ar. 171. Spassate ca mo nc’è l’accasejone. Cuor. Mas. 4. 28. (?) Azzò che quanno accaseone vene… ne faccia na pizza. La Sal. in Cap. Son. g. 38. Scanza l’accassejune e li pericole.
Cagione, Motivo. Fas. Ger. 13. 18. Cossì steva agghiajato chisto e chillo, Ma senza nne sapè l’accasione. Cort. Ros. 3. 3. Vedimmo nnante dove va a parare Lo fatto e quale sia l’accasione.
Levare l’accasione vale Rimuovere ogni pretesto, appicco o cagione di litigio. Trinch. Equiv. 3. 2. (?) Ora levammo L’accasione. Fas. Ger. 1. 53. E pe levà chiù de n’accasione Tutte starele sotta hanno voluto. Bas. Pent. 2. 3. p. 176. Pe levare l’accasione.
A n’accasione vale A un bisogno, All’uopo. Ciucc. 8. 31. Non te lo truove chiù a n’accasejone.
Accaso. A caso. Pag. M. d’O. 4. 12. Tolla era juta ncoppa, ed essa accaso Era remmasa abbascio sola sola.
Accatarrare. Accatarrarese vale Prender catarro, Infreddarsi.
Accatarrato vale Preso da catarro, Infreddato. Sadd. Carl. 2. 18. (?) Gnorsì, sto no tantillo accatarrata. Stigl. En. 5. 159. E pecchè steva troppo accatarrata, L’aggio fatta n’ontata pe lo pietto. Tior. 1. 4. Le nuvole represe e accatarrate.
Accatastare. Accatastare, Ammonticellare. Rocc. Georg. 1. 34. E comme s’accatastano mmezzaje. E 75. Pigliajeno Pelio, Olimpo e Ossa, montagnune, Ed una ncoppa a l’autra accatastajeno. Ol. Nap. acc. 4. 75. Paglia, legna, fascine, li craune, E quanto nc’è llà dinto è accatastato.
Accattare. Comprare, Accattare. Cap. Son. 34. Quanno l’accatte lo cavallo. (Leggerei t’accatte). E 60. Pocca famuso è a bennere e accattare. E 145. I’ non v’accattaria manco doje tosche. Sarn. Pos. intr. p. 152. L’accattare non vo ammecizia. Cort. Vaj. 3. 3. Essa accattaje chiù de na cosella.
Accattarese lo caso vale Fuggirsene. Quattr. Ar. 264. E dà gusto a lo naso. Quanno li rri s’accattano lo caso.
Mannare quarcuno ad accattare lo pepe vale Allontanarlo con un pretesto.
Accattare pe schiavo vale Aver pieno dominio sull’animo. Ol. Nap. acc. 3. 14. Oh lassa, ca m’accatte Pe schiava. Bas. Pent. 2. 5. p. 199 Accompagname a la cetate… ca m’accatte pe schiava.
Accattata. Compra, Acquisto, ma di molta roba. Tard. Vaj 60. Eje ausanza a Napole… de farese na bella accattata de rapeste quann’è ghiuorno de mercato.
Accattatore. Compratore.
Accattebinne. (Accatta e binne). Donna che va rivendendo pannilini vecchi ed oggetti di vestiario usati.
Ed in generale Rivendugliolo.
Accatteto. Accatto, Acquisto, Guadagno.
Aje fatto no bello accatteto dicesi per ironia a chi ha fatto un cattivo affare.
Quindi per Briga, Faccenda imbrogliata. Vide mmiezo a che accatteto me so miso!
Accattevare. Accattivare. Ol. Nap. acc. 3. 61. A Belardina dice nzo ch’ha fatto, P’accattevarla.
Accatto. Lo stesso che Accatteto. Ciucc. 13. 30. Penzavano de fa no buono accatto. Fas. Ger. 1. 22. Si l’avessemo nuje pe chesto fatto, Veate l’arme noste, oh bello accatto! Accavallare. Soprapporre, Accavallare.
Sopraffare. Bas. Pent. ntr. p. 21. Taddeo che se faceva… tirare pe lo naso da la soperbia dela mogliere, da la quale s’aveva fatto accavallare.
Accavarcare. Lo stesso che Accravaccare.
Accecciare. Lo stesso che Acciavattare.
Accedente. Accidente. Tard. Vaj. 71. Ippocrate… attreboisce tale accedente a la forza de la mmaggenativa.
Improvviso malore che priva dei sensi, ed in particolare Colpo d’apoplessia. Mandr. rep. 3. 22. Co schianto nterra cado, e n’accedente Me vene, sudo friddo e sbatto diente.
Accedenza. Caso, Casualità, Accidente. Mandr. all. 5. 23. Ped accedenza già ricco se vede.
Accedetario. Lo stesso che Accedetaro.
Accedetaro, Accidetaro. Omicida, Micidiale, ma dicesi per lo più di chi fa molti omicidii. Mandr. all. 5. 21. Ma si s’accide, n’affatato toro Sbentrà l’accedetaro niente tarda. Sarn. Pos. 1. p. 188. Di’, fegliulo mio, chi t’ave acciso; pocca sti segnure teneno a mene pe male fele e ped accedetara. Ol. Nap. acc. 3. 27. Smargiasso, accedetaro, veziuso.
Accedetorio, Accidetorio, Grande uccisione, Carneficina, Strage.
Accediuso. Accidioso. Perr. Agn. zeff. 8. 39. L’accedejuse po co li sperune De lanze so forzate a cammenare.
Accellente. Eccellente. Cap. Son. 14. Si accellente ne l’arte. E 116. De musece accellente. E 169. A cheste mmenziune era accellente. E 210. Bravo poeta e criteco accellente.
Accellenza. Eccellenza. Cap. Son. 91. E p’accellenza saje portà lo carro.
Titolo d’onore, Eccellenza. Cerl. Dam. spir. 3. 9. Me voglio fa tammurrino, accellenzia. Cap. Il. 2. 40. Si sconta carche rre, carch’accellenzia.
Accemmare, Accimmare. Cimare, Recidere le cime delle pianta.
Detto del vino vale Dar di volta, Prendere lo spunto.
Accemmatura. Cimatura e Le cime stesse recise.
Accepe, Accipe. Accepe cappiello. V. Cappiello. Per imitazione vi si mettono altre voci. Cap. Son. 7. A Lontra aviste n’accipe vernacchio.
Accepire. Accepirese vale Farsi malescio, cagionevole, Andar giù, ed anche Raggricchiarsi per freddo, vecchiaja, debolezza e simile. Morm. Fedr. 1. 3. 13. E tornannole a mente chelle cose, Non passaje na jornata e s’accepette. Cort. Lett. 213. Dove me nce ascio alleggeruto de sanetate, e tanto acceputo e allucignato, che so tornato jetteco.
Ammiserirsi.
Accepponire. Lo stesso Accepire.
Accerrare. Lo stesso che Acciarrare.
Accertare. Accertare, Assicurare. Vott. Sp. cev. 110. Accertanno le cose a benì. Cuor. Mas. 7. 10. (?) Comm’a lo vecerrè s’era obbrecato Lo juorno nnante e nne l’avea accertato.
Accertefecare. Certificare. Tard. Suonn. XXII. Fa che lo munno s’accertefeca che tu aje nciegno ec. E Vaj. 128. Co l’asempio sujo nce vole accertefecare che negrecato eje chillo che ncappa dintro la rezza ammorosa.
Accesione. Uccisione. Ciucc. 12. 55. E po ve pare cosa da prodente, Che faccia uno de nuje st’accesione? Perr. Agn. zeff. 4. 93. Non potenno Chiù sopportare tanta accesiune.
Accessivo. Eccessivo. D’Ant. Sc. cur. 207. O mamma, mamma, m’avisse affocato Nfoce o scatarozzato, ca n’avive Tant’accessive stiente e tanta chelle.
Accesso. Accesso, Accedimento. Lo jodece facette l’accesso ncoppa luoco.
Ascesso, Postema, Vomica.
Eccesso. Cap. Il. 5. 70. Ma non vasta a Diomede chill’accesso De stropejà la dea, la ngiuria appriesso. Morm. Fedr. 3. 15. 1. Pocca nopatre… è caosa de st’accesso.
Accetiello. Dim. di Accio.
Accetta. Accetta, Scure. Cort. C. e P. 3. p. 159. Nè a primmo cuorpo d’accetta cade l’arvolo. Rocc. Georg. 1. 38. Seca non c’era e accetta. Bas. Pent. 5. 4. p. 156. E tornata co n’accetta, se pose a scauzare ntuorno lo pedale de l’arvolo.
Ad arvolo caduto accetta accetta, vale che A chi è misero tutti danno addosso, Tutti si fanno ad opprimere gl’infelici. Bas. Pent. 2. 7. p. 213. Ad arvolo caduto accetta accetta. Fatto co l’accetta vale Mal fatto. Cap. Son. 131. Vierze so chisse fatte co l’accetta.
Darese l’accetta a lo pede vale Darsi della zappa sui piedi. Bas. Pent. 1. 8. p. 102. Lo chiù de le bote nce dammo nuje stisse l’accetta a lo pede.
Accettare. Accettare.
Accettata Colpo di accetta. Cort. Ros. 4. 3. Maje a primma accettata cade l’arvolo. Stigl. En. 11. 169. E le scarreca ncapo n’accettata. Cap. Il. 4. 105. Comm’a quanno dà l’utema accettata No masto d’ascia.
Accettiare. Dar colpi spessi coll’accetta e ridurre in pezzi.
Accettone. Accr. di Accetta. Stigl. En. 6. 134. Si be mill’anne Nce fatecasse a botte d’accettone. E 11. 160. Tarpia, co n’accettone, sfravecate Lassa le catarozze a li Trojane.
Accettuare. Eccettuare. Cerl. Pam. mar. 2. 6. Vi si n’accettua nesciuna
Accettullo. Dim. di Accetta, e quella in particolare usata nel giuoco delle zeppole. Bas. Pent. 1. 7. p. 88. Avenno oramaje la luna dato mmiezo co l’accettullo de li ragge a la zeppola de lo cielo. Cerl. Colomb. 4. 11. So fojuto da mano a lo cuoco co l’accettullo mmano. Ol. Nap. acc. 6. 30. (?) Co n’accettullo Ciccio dà a la spalla E fa cadè no vraccio nietto nietto A n’agozzino.
Acceuzo. Eccelso. Mandr. nn. 4. 16. A chello largo, a chell’acceuza chiazza De lo Castello, addò s’abburla e sguazza. E as. 1. 4. E de mannà… L’acceuze grolie toje da Vattro a Tile. (La st. ha acceuce, e il de Ritis legge acceuse).
Accevire. Accevirese vale Cibarsi.
Bastare, o meglio Provvedere, come l’Accivire italiano. Cap. It. 6. 25. Che non pote accevire a fa cavicchie, Tanta pertosa fa chillo cornuto.
Accezione, Accezzione. Eccezione. Morm. Fedr. 1. 6. 3. Tutta la gente nce correva a lava, Nè se facca de nullo accezione. Mandr. all. 1. 10. La grammateca mpara metodisme… Ma tant’accezziune ave e grechisme, Che ec.
Acche. Acche n’ostante vale Ciò non ostante. V. Ocche. Fas. Ger. 14. 17. A tiempo acche n’ostante T’assommarrà nfra quatto juorne nnante E 19. 12. Chillo sempe lo tenta acche n’ostante.
Acchià, Acchiano. Adagio, Piano; ed usasi pure in luogo di Va chià, cioè Va piano, soprattutto da quei che menano le capre.
Acchia. Interposto per To’, Ve’, Guarda e simili. V. Acco. Ciucc. 8. 27. Acchia naso! decette uno de chille. Val. Mez. 1. 6. Acchia, e bi si venuto si de ponta. (Porc. legge chià; una st. del 1773 legge Occhia, come una del 1695 e quella del 1669). La Mil. 3 9. Acchia, che mascolone.
Acchialaro. Lo stesso che Acchiararo.
Acchiale. Lo stesso che Acchiaro. Pag. M. d’O. 4. 33. Le bide o no le bide? vuoje l’acchiale? Morm. Fedr. 1. 20. 2. Vesogna che te struje lo cerviello Matina e sera e te miette l’acchiale. Bas. Pent. 4. 9. p. 101. Jennariello sagliette sopra la gaggia pe bedere co n’acchiale de vista longa si poteva scoprire pajese. Tior. 6. 26. Si be non porto acchiale.
Acchiale de cavallo è l’Appannatojo. Cert. Ros. 3. 7. Vide, se n’aje, crodele, L’acchiale de cavallo, Ch’è seseta sta vita. (Il de Ritis vuol che sia il Cannocchiale).
Acchialone. Occhialone, Cannocchiale, Telescopio. Stigl. En. 7. 8. Anea che coriuso Co l’acchialone a poppa se nne steva, No gran vuosco vedeva. Rocc. Georg. 1. 56. Li Piecore co Arturo e lo Dragone Nchioccate d’assarvà co l’acchialone.
Acchianare. Appianare, Ripianare, Spianare. Fas. Ger. 2. 84. Acchiana munte, asciutta sciumme. Ciucc. 3. 18. Si carche fuosso o matreco nce stia. Che subbeto s’acchiana paro paro. Fig. Tard. Def. 195. Contra de lo quale presopponemiento e mpiedeco nziemma, pe confotarelo ed acchianarelo m’abbesognarrà de ire contanno na storia.
Acchianare no fuosso vale Estinguere un debito.
Salire, comunissimo presso i Siciliani, che dicono pure Nchianari. Così, e non Acchiavare come ha il d’Ambra, credo che dicano gli asinai per invitare a montare sui loro asini. Acchiano. V. Acchià.
Acchiapanno. Sorta di pesce, Silurus glanis.
Acchiappare. Propriamente Prendere al laccio, e per estensione Acchiappare, Afferrare, Pigliare. Trinch. Abb. coll. 2. 1. (?) E si songo acchiappate mmano a chillo Piezzo de bestione, So muorte. Morm. Fedr. 5. 8. 2 Ma si po da le mano essa te scappa, Giove, che tutto po, manco l’acchiappa. Cap. Il. 1. 37. Vengo e l’acchiappo, e accossì te mparo De non tozzà co mico a paro a paro. E Son. 73. Trase addò saje che quarche cosa acchiappe. E 148. La malizia ve dà forza e soccurzo P’acchiappà li picciuotte co no sfarzo. E g. 29. Mo si l’acchiappe, mo accuorde sto ninno. (Ironic.). Ciucc. 8. 3. E se n’acchiappaje Na trentina.
Acchiararo. Occhialajo, Fabbricante o Venditore d’occhiali.
Acchiare. Antiquato per Asciare secondo il Galiani.
Acchiare. Lo stesso che Acchiaro. Tior. 7. 6. Tu si de st’uocchie mieje l’acchiare, o Micco. E 9. 1. Chessa pezza fuorz’è acchiare Che traspare.
Acchiaro. Occhiale, e si usa per lo più in plurale. Quatr. Far. 1765. (?) Mettiteve l’acchiare Ca simmo l’azzelliente farenare. Ciucc. 6. 29. So peccerille e portano l’acchiare. Perr. Agn. zeff. 2. 24. L’acchiaro se mettette. Cap. Son. 8. Non vorrisse a ss’acchiaro na cajonza? E 93. Chi vo l’acchiaro e chi vo lo vrachiero. E g. 11. A chisso naso Nce vo p’acchiaro l’uocchio de sto culo.
Acchiaro de longa vista o a cannuolo o de lo Galileo è il Cannocchiale. V. Acchiale. Bas. Pent. 4. 2. p. 22. Pe bedere le bisole nce voleva l’acchiaro de lo Galilejo. Cort. Cerr. 6. 6. Ma da coppa a la torre de Cerriglio Uno teneva l’acchiaro a cannuolo.
Rompere l’acchiare vale Annojare, Importunare.
Acchiavare. V. Acchianare.
Acchietta. Lo stesso che Chietta.
Fic’acchietta. V. Ficacchietta.
Per lo stesso che Acchietto, se pure non ne è un plurale. Cap. Son. 161. E adderezzà li totare a l’acchietta.
Acchiettare. Accumulare, Conservare ciò che si guadagna o si risparmia, e parlandosi di piccola quantità di danaro, Raggruzzolare. Fed. Pazz. am. 3. 13. (?) Trafecanno pe Genoa e pe Leguorno S’acchiettaje qua denaro. Nov. Spor. 5. 33. Acchiettarrà denare a la jornata. E 48. E chello che s’acchiettano a filare No lo facite a sfuorge derropare, Sciat. 4. p. 256. Se mese a no zajeno le mutanne e l’acchiettate doppie de lo carosiello. Cerl. Clar. 2. 10. Fallo pe ste dece doppie che tengo acchiettate.
Raccogliere, Raccozzare. Cap. Son. 171. Redite Puro nfrotta co l’aute a st’alluccate: Comme vanno le nzerte de l’antrite, Cossì pe l’acchiettare attuorno jate. Ol. Nap. acc. 4. 27. Chisto tanta staffiere ave acchiettate E pagge, che ec.
Acchiettarese per Radunarsi, Raccogliersi. Ciucc. 12. 48. Nuje nc’eramo acchiettate pe bedere Che s’aveva da fare.
Acchietteto, Acchietto. Gruzzolo di danaro, e per estensione Cumulo di checchessia. Bas. Pent. 4. 8. p. 87. Me pare na gran pazzia… a fare tanto acchietto e provisione de mazzecatorio pe na vita accossì corta.
Acchietto. Occhiello. Val. Mez. 1. 133. Sarcisce, fa bottune e fa l’acchiette.
Campanellina, Maglietta delle calze.
Culo, Ano; onde Rompere l’acchietto vale Nojare, Infastidire. Cap. Son. 186. Pe stojareme l’acchietto M’appe da vero a scortecà le nateche. E 9. 19. Peruonto mio, perchè nce vuò zucare E nce vuò rompe proprio l’acchiette? E 272. (1876) Le scappaje no vernacchio da l’acchietto. Viol. buff. 34. Levammonce sta zecca da l’acchiette.
Per lo stesso che Acchietteto.
Acchinea. Lo stesso che Achinea. Fr. haquenée. Bas. Pent. 1. 6. p. 79. E posta sopra n’acchinea… jette a dovejevano lo sore.
Acchioppare. Accoppiare. Ol. Nap. acc. 14. 45. (?) E po l’arede secotaro E st’autre doje felere nce acchiopparo.
Acchittare. Acchittarese vale al bigliardo Esporre la propria palla ai colpi dell’avversario al cominciare della partita.
Acchitto. Lo stesso che Acchietieto. Bas. M. N. 5. p. 288. Va c'ha duje juorne che te face acchitto De cose da smorfire. Fas. Ger. 17. 2. E già fatto de gente avea l’ acchitto Da Ii tanta gra regne lo mmarditto.
Al bigliardo vale l’ Atto di giocare pel primo, in modo che l’ avversario tiri sulla palla di chi fa l’ acchitto.
Accia. Materia tessile filata e in matasse. Bas. Pent. 2. 6. p. 205. E bedenno ca tante belle acce erano resciute a garzetta. (Come a dire Le susine si eranfatte bozzacchioni).
Fig. Faccenda, Negozio. Cap. Il. 5. 71. Ammarcia, pettolone, e non ghi attuorno , Dove nc’è guerra st’accia n'è pe tene.
Per Azza.
Acciaccare. Acciaccarese vale Farsi malaticcio o cagionevole; onde Acciaccato per Pien di acciacchi.
Acciacuorvo. Lo stesso che Ecciacuorvo. Fas. Ger. 3. 46. L’acciacuorvo d’Argante priesto alliccia, Ca si nce ntorza, fatto nn’è sauciccia.
Acciaffare. Acchiappare, Acceffare, Afferrare, Pigliare con violenza e all’improvviso. Fas. Ger. 19. 42. Acciaffa isso a doje mano po na mazza Ferrata, e nfodaraje la tommaschina. Bas. Pent. 4. 2. p. 24. Lo tavernaro chiammaje certe tammare… e fattolo acciaffare ec. Stigl. En. 4.135. Chi s’acciaffa a lo rimmo e chi a la vela. E 6. 52. Dapò piglia no sauto e co doje mano A la frasca s’acciaffa e se nce appenne. (Cioè s'appiglia). E 11. 181. N’aquela quanno acciaffa no scorzone. E 2. 139. Lo gran dolore comme na tenaglia L’acciaffa, e stregne chillo core affritto. Mandr. nn. 1. 20. L’acciaffa doppo ciò co na manella. E 5. 13. Pe no cuorno l’acciaffo e sbatto nterra. Cap. Son. 140. Io ve vorria acciaffà pe ssi capille.
Acciaffatore. Chi afferra o prende, soprattutto i debitori e i malfattori, quindi Birro. Cort. Ros. 4. 6. E mo te vide adduosso L’acciuffature. Bas. M. N. 8. p. 335. So cojeto e saniccio, Nè quanno veo l’acciaffature alliccio.
Acciappare. Lo stesso che Acchiappare. Fed. Ottav. 1. 14. T’aje acciappato Lo realo, e che buoje? (La st. del 1733 ha acchiappato).
Aggangherare.
Acciarare. Dar la tempra d’acciajo al ferro.
Acciarino. Fucile, Acciarino, tanto per accendere il fuoco quanto per lo schioppo.
Lastra d’ acciajo che nelle lanterne riflette la luce. Mandr. all. 1.31. Comm’ acciarino de lenterna a bota.
Acciaro. Acciajo. Fas. Ger. 11. 45. E fu l’acciaro accossì temperato Che passaje de la capo la tostezza. Stigl. En. 8. 114. Pe sette lastre che tenea d’acciaro. E appr. E chi mette a no connutto D’acqua l’acciaro ardente a raffreddare. Cap. Son. 116. Co le corde d’ acciaro.
Spada, Ferro. Bas. Pent. 1. egr. p. 144. Caccia mano a l’ acciaro Ed assarpa lo fierro.
Acciarrare. Acciuffare, e per estensione Affarrare, Acchiappare. Fas. Ger. 7. 113. Goffredo priesto acciarra li capille De la fortuna mente s’ è degnata. Lor. Cors. 1. 5. E chillo llà, vedite, È ghiust'uno che avimmo mo acciarrato. Nov. Spor. 1. 17. Se lo pesone po non è pagato, Te vide dali zaffie acciarrato. Val. Fuorf. 2. 9. 50. Lo fa acciarrare e nne lo manna nseggia. Ciucc. 2. 25. Acciarrato La corte tenea chisto pe le recchie. Perr. Agn. zeff. 6. 41. Marte acciarratte Bacco pe no cuorno.
Acciavaccio. Specie di bitume nero e duretto di cui sì fanno lavori per ornamento e statuette. Sp. azabache. Bas. Pent. 5. 9. p. 205. Pareva (una mora) na statola d’ acciavaccio drinto na casa de smeraudo. Val. Mes. 1. 102. A elle d’acciavaccio o puro d’osse.
Acciavattare. Acciabattare, Abborracciare.
Acciavattatore. Chi acciabatta.
Accidere. Uccidere Cill. 1. 13 (2) Cielo, o dalle tu forza azzò m’accia, O alleggerisce tu sta pena mia. Fas. Ger. 2. 4. M’accio nfra tanto mille crestiane. E 8. 80. Ca nnante no m’accio che sta virtate Da lo gra nomme mio lo munno ntenna. E 20. 77. Che no le bide accidere, ma accise. Ol. Nap. acc. 2. 41. Non fa che me despera e che m’accia. Ciucc. 2. 26. Ca nce corp’io a farel’esse acciso. E. 12. 9. Le dieno e tutte l’accedettero. E 53. Jammo, accedimmo Tutto lo munno. Perr. Agn. zeff. 5.55. E perchè non m'accigo? Tior. 7.2. Accisero Pacicco. E 3. Nè tanno s’arrobbava o s’accedeva.
Notisi Acciderse co quarcuno per Venire alle armi con lui. Cort. Vaj. 5. 22. E che s’acciga vuoje co no verrillo? Ol. Nap. acc. 2. 11. Che m'accido pe te nzi co la morte.
Nei giuochi di carte vale Superare una carta con altra di maggior valore. I Toscani dicono che la carta inferiore muore, o che è morta dalla superiore. Ciucc. 12.33. Aveva St'asso e me l’aje fagliato. — Ora va arriva A sapè chesto, ca no l’accedeva.
Acciderse vale Affaticarsi, Arrabattarsi, Travagliarsi. Val. Vasc. arb. 20, Segnora, ca t’accide o ca te scanne, Nc'è vi che buò; non ce so mezecanne. E 79. Ma ca tu strille e t’ accide, che faje? Sadd. Noc. Venev. 2. (?) Che le manca a chillo auciello Che sta dinto a la gajola? Magna, veve, zompa, vola, E s’accidea sospirà. Ciucc. 2. 26. Dapò che me so acciso e me so strutto Pe sarvà de li ciucce lo deritto. Cerl. Sch. fed. 1. 6. Fatica notte e ghiuorno, suda a tanto de gliotte, s‘accide, e adempresce a quanto le commanno.
Onde Acciso assolutamente o Acciso de fatica vale Vinto dalla fatica, Spossato; e Acciso da lo cammino vale Stanco, Stracco.
Fuss'acciso, Puozze essere acciso e simili sono imprecazioni di chiaro significato. Cap. Il. 1. 22. Dove cancaro è ghiuto sso cerviello A mmentà contr’a nuje tanta vennette, Tanta dolure e guaje, che fuss’acciso, Si gratisse non do la figlia a Criso. E Son. 203. Pozz’essere accis’io si non t’affoco. Pag. M. d’ O. 2. 18. Sta allegra, vita mia, che singhe accisa. Fas. Ger. 4. 73. E già che si arretotta a la ncammisa, Accidete, ca scumpe, fusse accisa. Ciucc. 2. 9. Stateve zitto, che siate accise. E 7. 29. Tridece co lo gallo, fuss’acciso. E 35. Comme si brutta, puozz’ essere accisa.
È notevole che dicasi anche di cose. Cap. Son. 67. A la fine che so? poche docate: Fussero accise lloro e chi le bole.
Non fa che sie acciso vale Che m’importa che sii anche ucciso; e si dice a chi si lagna di dovere esporsi a qualche pericolo.
Fosse acciso isso e chi è si suole aggiungere dopo una lode data a qualcuno, come pruova della nostra imparzialità; quasi volendo significare che parliamo per ver dire e nulla c’importa della sua persona e della sua condizione.
Vo essere acciso, Fete d’essere acciso, dicesi di chi molesta gli altri accattando brighe. Cerl. Clar. 1. 1. Sti mmalora de frosce vonn’essere accise. E 3. 2. E no prencepe che bo ess’ acciso ncredenza. Cap. Son. 130. Sti galane che feteno d’accise.
È stato acciso, So state accise, si dice quando una o più persone chiamate non vengono o non rispondono. Cerl. App. ing. 1. 1. Paggi! Lacchè… So state accise.
Ed anche si dice di chi non c’è più. Val. Vasc. arb. 21. De cheste so perdute le semmente, E chi le sapea fa so state accise.
M'ha acciso patemo o no figlio o simile dicesi di chi ci è odioso, per dire che ci è inviso come chi ci abbia fatto il più gran male possibile. Cerl. Clar. 2. 8. A voi non vi può padiare, comme l’avissevo acciso no figlio a la connola. Lo Sagliem. 2. 4. Chisto m’ha acciso patremo.
Acciso val pure Degno d’essere ucciso, Birbo, Furfante. Cert. Clar. 1. 3. Brutte facce d’accise! Gilard. Vent. 1. 12. Che dice? a chill’acciso Me l’aje d’ammenaccià.
Usato come nome. Cap. Son. 77. E che senta lo fieto de l’acciso.
Fare n’acciso e no mpiso si dice del volere uccidere alcuno contentandosi di esser perciò condannato alle forche.
Accidetaro. Lo stesso che Accedetaro. Tior. 1. 42. Mente no male fele accidetaro Scannava no porciello. E 3. 6. tit. Spotazza accidetara. E 4. 1. Chesta ch’è nata, cimmò, p’accidetara. (La st. 1703 ha accedetara). Stigl. En. 9. 40. E le zeffonno Co botte de sta spata accidetara. (La st. ha accidatara).
Accidetorio. Lo stesso che Accedetorio. Morm. Fedr. 1. 11.7. Duraje st’accidetorio e sto sciabbacco N’ora de punto.
Accidia. Accidia. Val. G. d’A. 59. Ma lo rancore Ch’avea, me fece venire l’accidia, Perchè non c’era scritto lo pettore.
Accidio. Eccidio. Pag. Batr. 3. 15. Ma Giove ncielo no lo premmettette Muosso a pietate de l’accidio orrenno.
Acciento. Accento. Mandr. as. 1. 3. Non lo sdegnà s'è poco e nvascio acciento. (Qui per Stile).
Acciesso. Lo stesso che Accesso. Cort. V. de P. 6. 18. Disse lo fisco: chisto è grane acciesso; Priesto che sia ngalera connannato. Val. Def. Mes. 29. O che gride, o che strille, o grann’acciesso!
Accimmare. V. Accemmare.
Accincere, Accingere. Accingere. Val. Fuorf. 2. 9. 72. Si volite de nuovo che m’accinco Pe ve servì. Mandr. rep. 2. 18. Acciocchè de gabbare non s’accinga. Sarn. Pos. ntr. p. 156. Non sapite ca prossimo accignenno habeto ped accinto? (Storpiatura del lat. proxime accingendus habetur pro accincto).
Accio. Appio, Sedano, Apium graveolens var. selleri. Quatr. Padul. (?) St'ortolanelle Traseno dinto Napole, e non menano, Nzigno de chesta festa, O n’accio o no fenucchio o na rapesta. Tior. 2. 15. E songo chiù berduoceno de l’acce.
Accio e Mazzo d’acce dicesi per Meschino, Misero, ed anche Sciocco, Imbecille.
Accio sarvateco è l’ Apium gruveolens var. palustre.
Acciocchè. Acciocchè. Mandr. nn. 4. 5. Acciocchè ogne autro astante se ne rida.
Accioppolare. Aggrovigliare, Intricare il filo nell’aggomitolare o nell’incannare.
Accioppolarese per Abbaruffarsi, Acciappinarsi. Bas. M. N. 1. p. 238. Ca pe meza decinco Ve site accioppolate?
Accipe. V. Accepe.
Accisaglia. Eccidio, Macello, Strage. Bas. M. N. 1. p. 240. E nn’aggio fatto ttruppie e accisaglie.
Accisione. Uccisione. Stigl. En. 11. 118. Ntra tanto Turno lo gran corpaccione S’arma, e spirava sciamme e accisione. E 212. E cca l’accisiune Orrenne.
Acciso. V. Accidere.
Accioppecare, Acciuppecare. Azzoppare.
Cogliere, Giungere alla schiaccia, Intoppare. Cap. Il. 7.33. Ca te l’acciuppecaje a na via stretta Ch’arvolejà non potte lo mazzucco.
Acco. Lo stesso che Acchia. Fas. Ger. 4. 2. Ogne nchillo che scria vo sia chiammato, Acco conziglio ! nnante isso gran cano. E 16. 45. Acco desgrazia!
Esclamazione tolta di peso dallo sp. ajo che si adopera per evitare la parola carajo, allo stesso modo che fra noi v'ha chi dice azzo per fuggire la più sconcia parola. V. Aglie. Fas. Ger. 1. 44. Acco! che butto Pegliato hanno l’areteche nchist’anno!
Accocchiamiento. Accoppiamento. Sadd. Tav. de M. 1. 7. (?) Lo matremmonio È ghiusto, verborazia, Commo — N'accocchiamiento. — Justo, accocchiamiento.
Accocchiare. Accoppiare, e per estensione Unire, Congiungere, Radunare. Viol.vern.23. E quanno… se so accocchiate, Fanno a di vierze nziemme no greciello. Cort. C. e P. 5. p. 169. E se non s’hanno potuto accocchià le sciamme, s’aonescano le cennere. Ser. Vern. p. 8. E ntra miezo quarto d'ora s’accocchiano chiù de mille co la vocca opera! Pag. Rot. 1. 9. Accocchiare recchizze fitto fitto. Cap. Son. 117. Co Cienzo… Micco, Vernacchio e Zufolo accocchiammo.
Per Maritare. Perr. Agn. seff. 6. 3. Ch’accucchie Tartarone e Pimpa bella.
Accocchiatella. Usasi in plur. per Fichi seccati a coppie. Meglio direbbesi A cocchietelle.
Accodare. Legare le bestie da soma in modo che alla coda dell'una trovisi vicino la testa di un’altra e così di seguito. V. Retena.
Accodire. Accudire. Sp. acudir. Trinch. Fint. ved. 3. 1. (?). Accossì ha da soccedere A don Ginesio e a ss’aute ncappatielle Ch’accodesceno cca. (Qui per Bazzicare). Mandr. rep. 2.2. Te servo e t’accodesco si me mpare. Fas. Ger. 2. 53. Accodette co ammore affi a la morte, E na lita vencette desperata.
Accoglienza. Accoglienza. Bas. Pent. 1. 1. p. 33. Fu recevuto co la chiù granne accoglienzia de lo munno. E 7. p. 95. Le fece no maro d’accoglienze. (Porc. ha na mano.) Cuor. Mas. 2. 60. (?). Ed isso le facette Spagnolesca sibbè grata accoglienza. Fas. Ger. 10. 54. Fornute l’accoglienze.
Accogliere. Accogliere. Fas. Ger. 1. 1. L’ammice spierte accouze a la bannera. E 7. 79. L’accouze Dio co graziosa cera. E 18. 5. S’accouze tutto ammore li sordate. Cuor. Mas 7. 19. (2) L’accouze comme ammico scorporato. Cort. Cerr. 7. 17. Po fu da lo patrone de la casa Accouta, e lla pe sempe fu rommasa.
Raccogliere. Tior. 1. 34. A Puorto addove Nc’è lo bene de Napole accogliuto. Ol. Nap. acc. 4. 79. Ma quanto co murt’anne isso accoglie, Lo fuoco a no momento nce l’ardie.
Fare borsa o saccaja, e quindi impersonalmente s’usa per Dolere con quel dolore che precede e accompagna la suppurazione.
Accoglieticcio. Accogliticcio.
Accoglietivo. Lo stesso che Accoglieticcio. Spinelli.
Accoitare, Accojetare. Acchetare. Cap. Il. 1. 72. E non se fo accoitato Si non vedde mpesta tutto lo campo. E Son. 57. Ca si no schiatta affè non m’accojeto. E 123. E si non te nne fuje no l’accojete. E 217. Si non si accoitato. Tior. 3.5. Chi lo po… accoitare? Fas. Ger. 10.36. Accojetaje lo vesbiglio che llà nc’era. Cerl. Clar. 3. 1. E comme me voglio accojetare! Ciucc. 2. 10. Accossì s’accojetaje sto gra remmore. E 16. Accossì creo che v’aggia accojetato. E 6. 14. No chiagnere a selluzzo Scappa a lo rre che no nse po accojetare. E 10. 39. Co ssa parlata agnuno s’ accojetaje. Perr. Agn. zeff. 6. 13. P’avere no core accojetato. La Mil. 3. 9. Accoetateve tutte, accossì boglio.
Accojetamiento. Acquietamento, Pacificamento, e l’ Accordo o Convenzione che lo produce.
Accojetovivere. Sottomano, Danaro o altro che si dà per cattivo fine e per proprio vantaggio onde altri non faccia il suo dovere.
Accoleto. Accolito, e per estensione Seguace, Partegiano, Satellite. Cap. Son. 63. Da ch’aggio ntiso da no vuost’accoleto Che state a fatecà co so amenenzia.
Accollare. Porre a collo, Accollare. Lam. p. 2. 4, (?) Lo vetiello tenneriello Schifa assaje lo jugo tuosto, Ma nche sotta nce l’aje puosto Se l’accolla chiano chiano E s’ ausa a lo terà. Milil. Due sed. 3 10. (?) Io pe forza e forza aggio accollato no cantaro e sissanta. Mandr. rep. 3. 16. La lasso, e na gran cesta chiena accollo.
Assumere, Prendere sopra di se.
Accollato detto delle vesti vale Accollato, Che giunge fino al collo.
Accolli, Accolline. A quel modo, A quell’altra guisa, ed usasi in contrapposto di Accossì e simili. Ol. Nap. acc. 1. 21. Mo Normanne, mo Sveve e mo Angioine, Ragonise, Franzise e po Spagnuole, Mo vive de sto muodo e mo accolline.
Accommenciare. Lo stesso che Accommenzare. Ciucc. 4. 16. Quanno po l’antrite s’accommenciajeno a fa da le nocelle. Cert. Clar. 1. 6. Accommenciaie a farele cierte squase e zennarielle.
Accommenire. Convenire. Cap. Il. 4. 82. De fa l’ assedio aveano accommennto. Tard. Vaj. 24. A la femmena s’accommene lo tenere la casa cojeta. E Def. 218. A no figlio de rre non s’accommeneva sapere chello che mporta de sapere a chille ec. La. Sal. in Cap. Son. g. 39. Non t’accommene d’apprecà a sse zorbie,
Accommenzaglia. Principio, Incominciamento. Morm. Fedr. 1. 1. 3. Eilà, le dice a primm’accommenzaglia. Cort. Ros. 1. 2. p. 16. Bene mio, ca non tanto se mostraje Caudo de rine a chell’accommenzaglia, Quanto a l’utemo po friddo e ghielato S’è fatto. Tard. Def. 186. Vengase a lo luoco che deve essere accommenzaglia a lo defennemiento. Ciucc. 7. 33. Bona, disse lo rre, st’accommenzaglia.
Accommenzare. Cominciare, Principiare. Tior. 1. 4. Li jacce accommenzavano a squagliare. Tard. Vaj. 63. Sconfedato de fornire lo cunto ch’aveva accommenzato. Fas. Ger. 10. 36. E tutte accommenzaino a zozorrare. Cort. Vaj. 4. 14. M’accommenzaje a sbattere lo core. Ciucc. 4. 27. Accommenzajeno a bolle li decrete. E 9. 21. Che da capo accommenzavano. E 11. 40. Accommenzajeno A desegnà le mura.
Accommetare. Accomodare, ed anche Sedere, imitando l’Accomodarsi dell’uso. Quatr. Pisciav. 1767. (?) Caccia, fegliù, chiù segge, Fernisce chisto tatano, Non bide quanta muonece Se vonno accommetà.
Accommeto. Riparazione, Restauro, Acconcime, e detto assolutamente s’intende di quelli che fa il padrone di casa ai suoi inquilini. Morm. 66. Cancato Le venga a chiste arraise, Che vonno schitto asiggere Senza fare l’accommete A chi paga lo spirito Peno vascio o na cammera.
Accordo, Convenzione, Transazione.
Accommeto. Stare accommeto vale Essere disposto, Aver agio e comodo. Cap. Il. 2. 60. Si mo staje accommeto. La Mil. 1. 11. Si la fegliola vosta Se trova sfacennata e stesse accommeta, L’avarria da parlà.
Accommodare. Accomodare. Matr. Segr. 1. 21. E po si non t’accommoda Io me la fumerò. (Qui per Garbare, Piacere).
Accommolare, Accummolare, Accumolare. Accumulare. Val. Mez. 2. 109. Sarrà fuorze nnorato n’avarone Ch’auto non fa ch’ accommolà denare…?
Accommoto. Lo stesso che Accommeto. Am. Gem. 1. 8. Quanno stat’ accommoto pe ssa fegliola vosta.
Accompagnamiento. Accompagnamento.
Accompagnare. Accompagnare, Scortare. Ciucc. 3. 25. Ma chi po maje contà che te facevano Li stordemiente che t’accompagnavano? E 4. 2. Che no l’asce si n’aje chi t’accompagna. E 5. 13. Chill’aute che l’ aveano accompagnato. Cap. Son. 236. Da l'autre zanne… accompagnato.
Accompagnarese vale Congiungersi, Accoppiarsi. Bas. Pent. 3. 1. p. 259. Figlia mia , già… si a buon tiempo d’accompagnarete co no maretiello.
Per augurio si dice altrui La Madonna o lo tale santo t’accompagne.
Bene o Male accompagnato dicesi di chi ha in sua compagnia buoni o cattivi. Perr. Agn. Zeff. 2. 80. Ma si mo contr’a me la meglio nn’aje È pecchè Meglio accompagnato staje.
Meglio sulo che male accompagnato vale che È da fuggire la compagnia de’ malvagi. Bas. Pent. 2. egr. p. 253. Meglio sulo che male accompagnato.
Accompagnato vale pure Ubbriaco. Bas. Pent. 1. 10. p. 129. Va, sore mia, ca non parle a separa, e securamente venarraje accompagnata.
Accompetere. Competere, Spettare, Convenire. Tard. Def. 201. A lo storeco s’accompete la verdate. E Vaj. 23. Chelle nobele e prodente qualetate che a na femmena mmaretata s’accompeteno.
Acconciaosse. Chi fa professione di acconciare ossa rotte o slogate, e tuttora vi ha nelle campagne contadini impostori che con lana e chiarate e con preghiere pretendono far da chirurghi. Ross. Pipp. 1. 13. (?) Simmo a diece ore jute A la casa de Zeza l’acconciaosse Che stea ntesa de tutto.
Acconciare. Acconciare, Aggiustare, Disporre, Situare al suo posto, Collocare in ordine. Fas. Ger. 7. 101. Sceglie na frezza e a l’arco l’acconciaje. E 11. 33. E li brocchiere ncapo nforma vera De titto ognuno vacese acconcianno. E 19. 114. E nzino se l’acconcia chiano chiano. Ciucc. 11. 4 Scese isso abbascio e le fice acconciare Ncoppa a tutte li ciucce. E 14. 10. S’acconciaje lo toccato.
Rimettere in buono stato una cosa qualunque guastatasi o rotta, e fig. anche un affare o simile, Ciucc. 10. 17. Vi si puoje Acconcià sse bagaglie…? Che buò acconcià si no nce nn’è petaccio. Fas. Ger. 11. 65. Che tanto le battettero e scassaro (le macchine) Che poch’ e niente po se nn’acconciaro. Cerl. Pam. mar. 1.8. Si s’acconciasse lo fatto sujo e no sconcecasse lo mio, sarria meno male. Cap. Son. 138. E co rottamma, colla e pretecaglia S’acconcia vraccia, musso, naso e ciglia. E 159. Co le retaglie de sso panno fino Lo vestito s’acconciano a quartiero.
Abbellire, Azzimare. Tior. 1. 14. Quanno s’acconcia li capille Cecca… Tanto s’acconcia l’una e l’auta chiocca.
E Acconciarese la capo vale Ravviare i capelli, Pettinarsi, e fig. Far senno, Metter giudizio.
Detto di persona vale Allogare. Tard. Def. 193. Tanto s’aggeraje, che l’acconciaje pe bajassa co lo ditto rre. Detto di case o stanze vale Arredare, Fornir di masserizie.
Detto di insalata o altra vivanda vale Condire.
Detto di vini vale Dare un tale o tal altro gusto. Rocc. Georg. 4. 25. A la cetate mia Li vine acconciano, e pe Frontegnano Venneno le pisciazze de Marano.
Acconcià la vocca, lo stommaco, vale Far buona bocca, o Facilitare la digestione, Confortare lo stomaco.
Acconcià quarcuno assolutamente o Acconcià pe le feste vale Conciar per le feste. Cerl. Clar. 3. 4. Vi ca si rapro, v’acconcio, malandrine, frabutte. Bas. M. N. 1. p. 229. Affè ca te l’acconcio ncordovana. Tard. Def. 182. Te lo lassaje acconciato pe le feste. Perr. Agn. zeff. 6. 40. Uno l’acconcia buono li morfiente.
Acconciarese vale Collocarsi, Situarsi, Disporsi, e fig. Adattarsi, Acconciarsi. Ciucc. 8. 15. Nche ghiettare Vedette lo compagno, se nce jie L’auto acconcianno.
Val pure Emendarsi, Correggersi, Far senno. Si non t’accuonce, t’acconcio io.
Detto del tempo vale Rasserenarsi. Bas. Pent. 3. 2. p. 274. E bedenno lo tiempo acconciato, jette orza orza a pigliare garbino mpoppa.
Acconciarese co quarcuno vale Convenirsi con lui. Venire ad un accordo. Sorr. Ast. cort. 1. 5. (?) Me songo acconciato co na certa guagnastrella de bona grazia.
Acconciastommaco. Tornagusto, Cosa che conforti lo stomaco. Cerl. Gar. am. 1. 1. Si, mia signora, vidanna stomachevole, alias acconciastommaco.
Acconciatitte. Concìatetti.
Acconciatufole. Chi va acconciando i condotti delle latrine. Cap. Son. 187. Latrinaro fetente, acconciatufole.
Acconciolillo. Dim. di Accuoncio, per lo più nel senso di Leggiadretto, Graziosetto. Trinch. Abb. coll. 1. 2. (?) Si sapissevo nteatro Che fa no quatro acconciolillo e bello. Ciucc. 4. 1. Lettere è no paese acconciolillo.
Acconnescennere. Accondiscendere. Fas. Ger. 10. 69. Sulo Rammaudo a ste nneavolate Cose acconnescennette.
Acconvenire. Convenire. Vott. Sp. cev. 140. E acconvenireno lo prezzo.
Acconzentire. Acconsentire. Stigl. En. 4. 31. Si tu acconziente, io llà faccio la festa. Fas. Ger. 11. 72. A lo dessigno C’ha ncapo, la fortuna n’acconzente. E 15. 65. Chella l’abballo fu ch’acconzenteva, E lo suono fu l’autra che parlaje. Tard. Def. 221. Chesto non l’acconzentarraggio maje.
Accopare, Accupare. Occupare, Invadere. Perr. Agn. zeff. pref. XX. Li luoche so accopate, e chi tardo arriva male alloggia. Tard. Suonn. XVII. Ma Morfeo, sbottanno da le forge de lo naso chille fommiente che soleno accupare li sienze ec. Ol. Nap. acc. 16. 1. (?) Ed accopaje le bie. Sciat. 5. p. 275. Non potenno resistere a lo ciancolo che l’accopava la vista. Morm. Fedr. 3. prol. Si ommo tu… De tenere accupato a Giannalesio? Ciucc. 10. 26. Dudece casarelle… e l’accopavano Unnece scigne.
Casa o Stanza accopata o accupata dicesi di Casa o Stanza a cui manchi la luce e l’aria.
Accoppare. Superare, Oltrepassare. Perr. Agn. zeff. 6. 84. Nè se ponno chiù aprì le porte chiuse, Ch’accoppate l’ha l’acqua. Stigl. En. 9. 63. Tanto a tutte de sinno s’avanzava, Quanto d’anne e de varva l’accoppava. E 11. 82. De recchezze e de chiacchiare accoppava Tutte. E 166. Ca de tre panne e chiù fuorze accoppava L’autre compagne lo gran corpaccione. Ol. Nap. acc. 8. 24. Vence tanta colure no colore, E accoppa tant’addure co n’addore. Fas. Ger. 9. 31. Ma comme a no gra scuoglio che sia auzato Da mare e ch’aggia bona pedamenta, No nne fa cunto quanno sta nforzato Si co l’onne l’accoppa e lo ntrommenta. (De Ritis legge nzorfato; io leggerei ntorzato). E 16. 3. E Ghiole se mesura a la pesante Mazza ferrata, e bede ca l’accoppa. E 18. 90. Ma nchesto n’autra torre l’accoppava. E 19. 125. Che quatto parme accoppa l’autre gente. Morm. Fedr. 1. 12. 8. Accoppa sepe e fuosse. E 4. 8. 6. Ca lo puzzo a le sponne era tant’auto Che non potea accopparlo co no sauto. Ciucc. 13. 45. Co no zompetiello L’accuoppe meza canna, che te cride?
Colmare, Porre oltre la giusta misura rasa; ma in questo senso è solo in uso il participio passato.
Fig. L’accoppaje de mazzate.
Avvolgere in cartocci o rotoli. Accoppà caffè, zucchero, denare e simili.
Accoppatura. La parte superiore delle cose poste nei recipienti e nelle misure, che trattandosi di frutti suole essere la migliore, Colmatura, Colmo. Cerl. Dam. spir. 2. 7. Sei un canestro di frutti senza l’accoppatura. Bas. M. N. 6. p. 300. Sempe chi compra frutte Stimma l’accoppatura. (In questi esempii si allude a quello che i Francesi dicono pucelage).
Fig. La parte migliore, Il fior fiore. Fas. Ger. 17. 29. La squatra appriesso è tutta accoppatura, E sordatacce so smatrecolate. Val. Com. d’Ap. 38. O de li cavaliere accoppatura. Ciucc. 13. 39. Lo sciore, L’accoppatura de li smargiassune.
Il colmo, Il più alto grado. Bas. M. N. 5. p. 286. Tu si l’accoppatura De li frutte ammoruse. E Pent. 2. 1. p. 168. Lo cielo le deze l’accoppatura de la luce soja. E 6. p. 203. Mostrame a la fonnariglia de l’anne mieje, l’accoppatura de l’ammore tujo. (Porc. ha Mostrame la fonnariglia, e accoppatora per accoppatura. Ho seguito il de Ritis, e la st. 1674, la quale poi ha fonnareglia).
Levare l’accoppatura vale Togliere il pregio, la parte migliore, e fig. Deflorare. Cill. 3. 11. (?) Aggio paura Che levata non sia l’accoppatura.
Accoppatura de li birbante, e simili vale La schiuma, La cima dei birbanti. Cap. Il. 3. 46. Li Griece so frabbutte pe natura, Penza mo chisso ch’è l’accoppatura. Viol. vern. 1. Azzò a st’accoppatura de vozzacchie Le pozza anchì de groleja lo scartiello.
Per Principio, Cominciamento.
Accopputo. Cavo, Incavato.
Piatto accopputo è la Scodella in cui si mangia la minestra o la zuppa.
Accorare. Accorare, Addolorare. Tior. 1. 21. E già m’accora Ssa nzegna ch’aje de morte a ssi capille. E 40. Che trivolo mmarditto è che t’accora? Cerl. Clar. 1. 17. Tanto se n’accoraje, che dopo no mese morette. Fas. Ger. 4. 18. E chiù s’accora. Cap. Son. 119. Apollo mio, e no lo bide ancora Ch’ognuno a lo cantare pare n’urzo E co no brutto trivolo t’accora?
Accorciare. Raccorciare, o tagliando dal verso della lunghezza, o rimboccando se si tratta di maniche o panni di gamba. Cort. Cerr. 6. 2. E ncuollo s’avea puosto no robbone Ch’abbesognava de se l’accorciare. E 7. 29. Po li mappole priesto s’accorciaro.
Per le vesti lunghe delle donne vale Succingere, Accincignare. Fas. Ger. 11. 58. Scapellate e accorciato le bid’ire. E 17. 33. Ncoppa a no carro essa sedea accorciata. Cort. V. de P. 2. 42. Che non stenga de l’uommene norate La vregogna a le pettole accorciate.
Per Abbreviare.
Accordamessere. Ruffiano. Perr. S. Luc. 3. 6. A te, accordamessere. Bas. Pent. 2. 3. p. 178. Roffiana, accordamessere, portapollastre.
Accordamiento. Accordo, Convenzione. Citt. 2. 14. (?) Nnante notte Nuje lo potimmo fa st’accordamiento.
Accordare. Accordare nel sign. musicale. Sorr. Ast. cort. 1. 5. (?) Facimmo no concierto tanto accordato, che pare che cantammo sopra la parte. Cort. Ros. 4. 3. Ajela accordata, o Gioja, Ssa bella figlia toja? — È cetola o chitarra Che tu vuoje che l’accorda? Bas. M. N. 9. p. 343. Eccolo, e sta accordato. (Parla di un liuto). Fas. Ger. 20. 97. Ammore ste zampogne ave accordate. Ciucc. 12. 57. Ma sti penziere Chi se le piglia d’accordà sto suono Azzo che st’ommo abballa?
Venire ad accordo, e specialmente nei processi criminali Convenire col querelante. Ol. Nap. acc. 3. 28. Stracquo e non sazio po ncapo se mise D’accordarse. Cort. Vaj. 5. 24. Ed accossine tutte s’accordaro. Bas. M. N. 1. p. 230. L’autr’iere t’accordaste e mo vuò fare Prociesso nuovo. Val. Mez. 3. 122. Nzomma po s’accordaje co muto gusto. Sciat. 2. p. 236. É meglio accordare lo sbirro che lo scrivano.
Pacificare, Far venire ad un accordo, Contentare. Tior. 2. 11. Cossì po nce accordaje Ciullo Scazzato Ch’a Colaspizia nfrutto se nne spia. Bas. Pent. 1. 4. p. 62. Accordatolo de bone parole e fattole mille carizzielle. Cap. Sun. g. 29. Mo si l’acchiappe, mo accuorde sto ninno.
Ricordare. Sp. acordar. Ciucc. 11. 20. È saporetiello Lo cunto: tutto sta si mo l’accordo.
Accordio. Accordo. Fas. Ger. 10. 51. Ad accordio vo dà secozione.
D’accordio vale D’accordo. Ciucc. pr. 3. Facimmola, decettero d’accordio Tutte quante. Cort. M. P. 3. 2. Perzò d’accordio jerose a corcare. Fas. Ger. 12. 9. D’accordio a lo rre banno.
Accorgere. Accorgere. Val. G. d’A. 175. Quanno la vidde nfacce, atta de nnico! M’accuorze ch’era de le gente noste. Fas. Ger. 13. 29. Ma se nn’accorze da lontano. E 16. 35. Nfra chesto Armida buono s’accorgette Ca no nc’era l’ammico chiù llà dinto. Ciucc. 12. 9. Accuortese de chesto l’Ambraciuote. Tior. 4. 1. S’è accuorto. Ol. Nap. acc. 4. 45. Milla che se nn’accorze.
Accormatura. Colmatura, Colmo.
Accorrejere. Correggere. V. Correjere. Bas. M. N. 1. p. 228. Mase, fatte accorrejere, Sborza sto grano e miezo.
Accorrente. Occorrente. Sarn. Pos. 3. p. 246. Sempe che nn’ha avuto quarche nova de li besuogne accorrente.
Usasi come nome per Ciò che occorre.
Accorrenza. Occorrenza, Uopo. Morm. Fedr. 3. prol. Ca chi trovato aje sempe a n’accorrenzia Chillo mereta puro qua servizio. E 18. 7. Le fa na lleverenza E po le dice tutta l’accorrenza.
Accorrere. Occorrere, Accadere. Bas. Pent. 1. 2. p. 40. Accorze che fu chiammato lo prencepe a na caccia. E 4. p. 64. Accorze che no juorno… nce arrivaje Vardiello. Tard. Def. 200. Contanno le cose justo comm’erano accorze. Val. Mez. 4. 9. Ette accurzo quarcosa?
Bisognare, Occorrere. Cerl. Clar. 3. 3. Protezzione… e soccorso se mi accorre, ca sto sbriscio. Ciucc. 7. 24. Di’, figlio mio, di’ chello che t’accorre. E 8. 24. N’accorre che ghiure. E 9. 9. N’accorr’auto. E 13. 20. No nce accorr’auto. Tard. Vaj. p. 54. No nce accorze auto che sederese a tavola.
Accorrere. Sarn. Pos. 3. p. 246. Sempe che nn’ha avuto quarche nova de li besuogne accorrente, isso è accurzo ad ajutare.
Accortare. Far corto; e Accortarese vale Farsi corto, Raccorciarsi, Restringersi. Rocc. Georg. 1. 85. Lo juorno, quale chiano Chiano s’accorta. Val. Fuorf. 1. p. 88. Le gonnelle s’accortano, Tutte le gamme mostano. Cuor. Mas. 6. 16. (?). Ordena che nesciuno chiù portasse Cappe o mantielle, ed a religiuse Che la sottana longa s’accortasse, Fas. Ger. 4. 72. Destino cano, accorta lo cammino.
Abbreviare la via. Da cca s’accorta. Da cca io accorto.
Accortare li passe a uno vale Farlo stare a dovere. La Mil. 3. 7. È piso mio de t’accortà li passe.
Accortatore. Che abbrevia.
Via, Strata accortatora vale Tragetto, Scorciatoja.
Accorzare. Rendere frequentato, Attirare avventori. Onde Poteca accorzata è quella che ha molti bottegai, e così dicesi di teatro, scuola e simili che abbia molti frequentatori. Bas. Pent. 1. 10. p. 119. Banco accorzato de li contante de le bellezze.
Nel seguente esempio par che valga Accorrere. Cort. M. P. 10. 16. Musa, accorza, Sciosciameda dereto e damme forza. (Il de Ritis lo spiega per Abbreviare).
Accorzatura. Frequenza e concorso di avventori ad un fondaco, ad una bottega, e per estensione Credito, Buona riputazione.
Accosare, Accusare. Accusare. Fas. Ger. 2. 31. De s’accosare nullo coscia. Val. Def. Mez. 2. T’hanno accosato Cierte li quale ec. Ciucc. 10. 52. Facea qua mpertenenza A carche scigna, e chella l’accosava. Cap. Son. 180. M’accuso de soperbia.
Palesare, Manifestare, Rivelare. Bas. Pent. 3. 6. p. 317. La tennerumma de la faccia l’accusa, lo parlare lo conferma.
Dichiarare di aver ricevuto.
Dichiarare i punti ed alcune combinazioni favorevoli del giuoco.
Valse pure Richiedere in giudizio l’esecuzione di un obbligo. Tior. 7. 4. E l’ave Micco Auliva N’obreganza accusata a la Vagliva. Bas. Pent. 2. 10. p. 243. Se te devimmo dare, accusace ala Vagliva.
Accosativo. Accusativo.
Accosatore. Accusatore. Bas. Pent. 4. 6. p. 57. E fatta morire l’ accosatrice, essa deventa regina.
Accosc acavallo V. Cosciacavallo.
Accosciare. Accosciare , Accoccolare. Stigl. En. 12. 115. Anea se strenze sotta lo brocchiero E s‘accosciaje no poco. Bas. Pent. 1. 1. p.34. Disse cor- cate mazza, e chella (la mazza) s’ac~ cosciaje e ghiettaje da na parte.
Cedere. Fed. Pazz. d’Amm. 2. 6. (?) Accoscia e zitto.
Accossi, Accossine. Cos}, A ‘questo mo- do. Fas. Ger. 14.25. Vuje volite accos- sine? e accossi sia. Ciucc. 4. 15. E ac- cossi chille chit no lo frusciajeno. E 28. Accossi fuje l’aracolo ch’ascie Da cuorpo a l’aseniello. E 5. 10. Accossi ha ditto? — Accossl proprio. E 7, 2. Ac- coss} ghiusto justo soccedette. E'8. 45. Sto cascione accoss} fatto. E 10. 39. E isso accossi a Giove se votaje. E 11. 25. Sempe accossine. E12. 27. Fa ac- cossine: moO mo nuje nce nne jammo ec. #13. 26. Gid che tu vud accossi, accossi bogl’io. E 14. 42. Accoss) ba lo munno. Perr. Agn. zeff. 3. 17. Non ac- cossine lo cane arraggiato Sbruffa ec.
Per Tanto, Cosi, Si. Cort. Ros. 1. 1. p. 8. Io m’ allecordo de la torca cana Ch’ é accossi bella e po accossi m’ac- cide. Ciucc. 1. 28. Accossi longhe e accosal beechie. HE 11. 15. Piglia no vuolo accossi spotestato. FE 51. E fu accoss} comprito Che ec. E 12. 16. Pe fea vettoria accossi segnalata.
In corrispondenza di Commo, tanto asignificar modo quanto a significar tempo. Cort. C. e B 1. p. 133. Accosst commo Appollonio fece ec. accoss} is- 80... avea fatto proposeto ec. Ciucc. 6.30. Comme so dinto Napole, accos- sine So pe tutto lo munno de sse sci- gue, E14, 21. E comme jevano Caden- No, accossi ciucce arreventavano.
Per esprimere desiderio 0 augurio. Ciucc. 5. 20. Accossi fosse boscia.
E accossi? Dic’ accossi , sono modi che esortano 4 tacere o cessare, con %n tantino di minaccia, come per dire: E cosi, la finisci o no?
Siusa pure per intavolare discorso.
Lo Sagliem. 1.8. Ed accoss}, deciteme quaccosa.
Accossine. V. Accossi.
Accostare.Accostare,Avvicinare.Morm, Fedr. 4.21. 7. A poco a poco a terra 8’ accostaje. Stigl. En. 7. 6. Si a st’a- rene mmardette s’ accostasse Pe ave- re puorto. Val. Mez. 2. 148. M’ acco- sto pe sentire coriuso. Cap. Prol. p. 265. Che la cammisa n’ accosta a le nateche. Ciucc. 1. 20. Accostate che fujeno a la porta. F 2. 24. Pe s’acco- sta vecino a Recchiardone. EF 13. 23. Ca Febbo co lo carro gia s’ accosta. Perr. Agn. zeff. 6. 8. Accramato sar- ra dove s’ accosta.
Congiungere. Tior. 1. 4. Lo toro co la vacca s’ accostava.
Dicesi pure del tempo, Appressare, Ciucc, 8. BS, Ha da ven} no tiempo che s’accosta ec. E 10. 56, Ca s’accostava V ora de magnare.
Di questo verbo usano i giocatori di bocce per indicare l’avvicinarsi della palla al lecco. Non tozzd, ma accosta.
Cosi dicesi dell’avvicinarsi di un vei- colo al Iuogo dove alcuno vi vuol sa- lire o discenderne. Cap. Il. 3. 64. Fe- ce accostare, e dint’a la carrozza Mese chille duje piecore scannate.
Accostione. Questione, Contrasto, Con- tesa. Cant. 1. 6. (?) Me piace Sent ss’accostejune, Ch’ nzegnale ca chil- lo me vo bene. Tard. Vaj. p. 176. E spesse vote le giuvene fegnevano de fare accostiune pe lo mettere mmiezo. Pag. Rot. 19. 4. Senza appicceche e senza accostejune. Ol. Nap. acc. 1.67. Co fare a chi chit straccia accosteju- ne. Cort. V. de P. 3..4. Quanno Ache- loo facette accostiune Co Ercole.
Accostomato, Accostumato. Costumato, Cortese. Tard. Def. 218. Chillo (con- stglio) @ la chit: accostumata cosa che nce sia. (Qui vale Conveniente al co- stume nel significato rettorico).
Accovare. Mettere a giacere, Mettere come in un covo. Bas. Pent. 2. 5. p. 196. L’ arvole... facevano casarelle pe nce accovare |’ ombre.
Accovarese vale Accoccolarsi, Ac-~ covacciarsi, e per estensione Nascon- dersi, Rimpiattarsi. Ciucc. 13. 16. Se schiaffaje Lo pizzo int’ a le scelle e s’ accovaje. Bas. Pent. 1. egr. p. 134.
3 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/52 Accunto. Avventore, Bottegajo, Fre- quentatore, Cliente. Bas. Pent. 1. egr. p. 150. Lo mercante Che fa cammie e recammie , Assecura vascielle e trova accunte. £2. 10. p. 245, N’ a- immo abbesuogno...d’accunte fallute. E42. p. 24. Chiammaje certe tam- mare accunte de la taverna. Pag. Rot. 16. 20. E gia allesteva Fantasia pe laccunte l’erva te.
Amante, Vago, Pretendente, ed an- che Partito, Occasione di matrimonio. Fed. Ottav. 2. 10. (?) Secunno vide ca 80 l'accunte, Lassate, menate, sacce acquista. Pag. M. d’O. 6. 22. E chisto bello accunto a Menechiello Propuo- stonce I’ avea chit de na vota. Stig. En. 4. 27. A lassare st’accunto io sar- ria sciocca. Bas. Pent. 1. 2. p. 42. Se autra sbriffia l’avesse levato la veceta encantato l’accunto. E 2. 10. p. 245. Comme a pottana ch’ha perduto |’ac- cunto.
Trovate nchiuso e pierdete st’ ac- ¢cunto si dice ironicamente di chi vie- he @ proporre un affare spallato sotto Vaspetto di certo e cospicuo guadagno.
Accunto dicesi pure un Pagamento ehe si fa a buon conto di somma mag- gore. lecuoncio. Accomodato, Acconcio, Atto al suo fine.
Detto di persona vale Garbato, Di belle maniere, ed anche Abile, Conve- fiente, ovvero Di vita regolare, A mo- &. Ceri. Pam. mar. 2.3. Comme site secuONCiO.
“lronicamente per Concio dal vino o t altro. Opportuno, A proposito. Lor. Cors.
6. Vi comme lo diavolo Me l’ha mane mato accuoncio. (Qui tronic.) Accuoncio e Accuoncio accuoncio po- ti avverbialmente valgono Adagio , Wan piano, Bel bello. beuordio. Accordo. Onde D’ accuordio
ile Concordemente, Di comun con- penso. Stigl, En. 8. 162. Fatto I’ ac- werdio, a suono de trommetta Nne Mprubeca li patte lo screvano. Bouoro. Coro. Fas. Ger. 18. 96. De l'a- fnele l’accuore squatronate.
Accuorto. Accorto, Avveduto. Tard.Suonn. XIX. Sciuocco tene, mal accuorto tene, e che ardemiento nconzederato è stato lo tujo? E Vaj. p. 35. E tanto fu diestro ed accuorto che nne lo zeppolejaje a mano sarva. Fas. Ger. 10. 64. Ciento vajasselle Polite, aggraziate, accorte e belle. Bas. Pent. 2. 8. p. 228. Fu accossì accorta e destra, che ec. E egr. p. 248. E nsomma co sta tenta Cossì bella e galante Piglia nomme d’accuorto no forfante. Pag. M. d’O. 13. 27. Lo spezejale accuorto a l’Arenella L’adduobbio a chella die pe sollemato. E Rot. 10. 30. E speretuso, aggraziato e accuorto.
Attento. Viol. vern. 24. Anze abbesogna a ognuno stare accuorto. Ol. Nap. acc. 4. 99. E stanno tutt’a lo sparare accuorte.
Accuosto. Accosto. V. Cuosto. Accuoto. Lo stesso che Accuoveto.
Raccolto, Ristretto in-se. Fas. Ger. 19. 11. Tancrede vascio e accuoto a lo pagano Gira ntuorno.
Accuoveto. Participio passato di Acco- gliere.
Accupare. V. Accopare.
Accurzo. Part. pass. di Accorrere,
_ Accusa. Accusa.
Accusare. V. Accosare.
Accusativo. Accusativo.
Accusatore. Accusatore.
Acenato. Vino fatto con acini scelti ad uno ad uno e Senza raspi.
Aceniello. Dim. di Aceno. Ol, Nap. acc. 2. 16. E da tanta acenella po sguiglia- te Vide tutte le sorca commogliate. va st. ha squigliate). Pag. Rot. 5,
4, Sin’aceniello d’uorgioavesse ascia- to. Ciucc. 5.'7. Si mbe vaje pe le d& carch’aceniello.
Aceno. Acino, Grano, Granello, Chicco. Cap. Il. 2. 13. No nce pud jetta n’ace- no de miglio. Fas. Ger. 9. 66. Nd nfa lo vosco mio lla de Chianiello Tanta frunne, o Puglia acena de. grano. Mandr. all. 1. 5. Si pe sciorte fosse a tunno (72 mondo) Tutto acene, quan- t’acene sarria?
Aceno de fuoco 6 una Bragia accesa, Cuor. Mas. 8.5. (?). Pocca de fuoco tanto grannejuso ... Che nce stesse quarch’ aceno annascuso Dubbeta co raggione se poteva.
Acene de pepe é sorta di pasta per minestra.
Aceno @ uva vale Granello d’ uva. ACE
36 AGI
„ Da r uva a V aceno par che valga Gran diminuzione, Gran sottrazione a danno aXivm.Bas Peni. 1. egr.p. 142. Si dà biava a la mola Le dà. da V uva B, r aceno. Per Acero, Acer pseudoplatamis. Per Acino, peso. Cap. FroL p. 266. Ohe p’agguall sii pise noe vo n’aceno.
Aceriello. È VAcer campestre.
Acerìna. Aggiunto dell’O^^a europaea ìicinia.
Acero. Acero. Tior, 7. 5. Cantaje ntiempo de vavo N’ommo saputo sotta a l’urme e a Tacerà, La mmidia, figlio mio, se stisso macera. ( Qui acera è pi, femm,),
Acertiello. Acertello, Gheppio, Falco tinnunculiis,
Acetera, Acetiera. Oliera. Sp. aceitera.
Aceto. Acido. Cap. Cap. p. 139. È necessarejo Che sia sottile, speretuso ed aceto No poco; ma si forte, aceto e bisceto Se fa ec.
Acetosa. Acetosa, Rumeas acetosa; e dicesi Acetosa romana il Rumex scu» tatus.
Acetosella. Nome che si dà all’Oxalis acetosella, al Rumex acetosella, e al -R. bucephalopharits.
Vale pure Acidula, ed è aggiunto che si dà ad un’acqua minerale di Castellammare.
Acetuso. Acetoso, ed aLchefìg. Fas. Ger. 17. 33. Ne’ è a lo viso acetuso nframmescata La pasta soja xejale.
Achille. Il più forte. Cap. Son. 122. So de la poesia fatte V Achille.
Achiaea. Chinea. Cap. Son. 83. Chisto
de ss’achiuee de vasciamano Sa
r anne meglio de no parrocchiano.
Achittare. Lo stesso che Acchittare,
Achitto. Lo stesso che Acchitto,
Aciervo. Acerbo, Immaturo. Tard.
Vaj. p. 56. Composta chiammammo
ancora chella che se fa de li primme
frutte acierve puoste dintro l’acito
forte. Fas. Ger. 16. 10. E fa dora li
frutte aternamente, E lo fatto a l’a ciervo tene mente. Stiffl. En. 4. 100.
Va m’ammatnra sto cotugno aciervo.
Fig. Cap. Il, 7. 36. Sibbè sta varva
mia taan’era acerva. Stigl. En. 10.
228. E co sta morte acerva Co lo san go sfilaje r arma soprva. Yiol. vern.
10. Vierze... Stuorte, sciancate, puon teche ed acierve. 01. Nap. acc. 4. 62. Ma le chiaje so troppo acervo.
Crudele, Iroso, Aspro. Siigl. En. 7. 149. Tutte co facce e co parole acerve... Strillano: guerra, guerra nuje volimmo. Cort. V.deP.2. 10. De dare fine a tanta pene acerve. CHI, 2. 2. (?) Penzo ca peo de boja Pe te pe me Ba^ ria L’aciervo affanno. Bas. M. N. 9.j», 337. E chiaga anteveduta è manco acerva. Cap. Son. g. 31. Co na faccia acerva. Acievero. Lo stesso che Aciervo.. Acito. Aceto. Ferr. Agn. zeff. 3. 68. Lo fece mmedecare Co acito e sale. Covi, y. de P. 5. 13. Era troppo V acito ó poco r uoglio. E Ì^.Yo che s’arrosta co pepe ed acito. Stigl. En. 6. 90. Suppreca quanto vuoje, ca lo destino,Ch’è acito forte, maje se farrà bino. QtuUar. Cetr. in Cap. Son. g* 42. Si no malato ha perzo l’appetito Ne’ è robba co r acito.
Grieco o acito è giuoco menzionato in Bas. Pent. 2 ntr. p, 160.
Farese odio vale Andare in collera. La Mil. 3. 2. Se pò sape ched aje? Gii te si fatto acito.
Ire a V acito vale Inacetire, Infortire; e fig. detto di persona vale Essere divcDuto vecchio, inabile, impotente alla generazione. Ciucc. 8. 12. Gomme de ji a r acito ve sa a forte’.
E in generale Andare in rovina, in perdizione. Bas. Pent..2.p. 43. Piar ciré mieje jute a Tacito! Stigl. En. 9. 1 18. Site jute a l’acito tutte tutte, Mo farrimmo de vije nnoglie e presutte.
Mettere a Vacito e simili vale Coor servare in aceto, soprattutto cetroUH^y peparuole, molegnanelle ec. V. Coa*posta. Tard, Vaj. p. 56. Li primm«frutte acierve puoste dintro Tacito forte.
A questo si allude nei seguenti esenif pii, atteso il doppio significato dell* V. Composta. Bas. Pent, ntr. p. li Stanno Zoza a la fenesta, tanto composta ch’era tutta acito. E A. egr, fi> 125. Si dapò tante acite De strazie 6 de tormiente, De spese e de travagliai Non fa quarche composta. Ciucc. io, 34. Deceano ch’a lo manco erano state N’anno ncompostaint’a Tacito forte, Acito. Acido. ^ Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/55 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/56 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/57 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/58 Ros. 4. 5. Cammina, gioja mia, duje autre passe Adasillo adasillo: ecco la casa.
Adaso. Adagio, e si adopera anche replicato. Cort. M. P. 8. 15. Ma che llà dinto lo faccia trasire, Ca farrà chello che dirrà chiù adaso. E Vaj. 1. 3. Perzò mo me ne vengo adaso adaso. Ciucc. 9. 29. E chi vace chiù adaso chiù cammina. E 12. 29. E lloro adaso adaso erano jute. Fas. Ger. 2. 37. Chiano e adaso.
Adauto. Ad alto, In alto. Meglio scrivesi Ad auto.
Addaino. Daino.
Addante. Pelle di daino o cervo, Dante. Sciat. 5. p. 265. Co le coppole de granatiere e colliette d’addante guarnute de galane nigre. Fas. Ger. 7. 54. Voglio fa de le cojera marrocchine E mord ovane, e de le doppie addante.
Addanza. Ballo, Danza. Fas. Ger. 1. 12. Gierosalemme ha moppeta st’addanza. E 2. 73. Ma l’addanza, Quanno è co tutte, song’autre malanne. (Qui fig.).
Addanzare. Danzare, Ballare. Tior. 4. 30. E quanno addanze pare na darfina. E 9. 4. Zompa, Lucia, ch’addanzo io da cca. Fas. Ger. 3. 4. Quanno pò llà s’arriva ognuno addanza Zompanno nterra.
Addare. Addarsi, Accorgersi. Morm. Fedr. 2. 5. 8. Lo mperatore a chesto no nce addeva, O si nce addeva, no nne facea cunto.
Per Darsi, Abbandonarsi. La Mogl. fed. 1. 4. (?). Piglia no poco d’aria, Ciulla mia, non t’addà tanto a li guaje.
Addata. Accordo secreto per fare alcunchè in altrui danno, Concerto. Fed. Ott. p. 1. 18. S’hanno data Li forfante l’addata Pe bolereme ncuorpo fa schiattare. Vott. Sp. cev. 252. Se dette l’addata co la vammana.
Addavero Davvero, Daddovero. Cap. Son. 41. Co tutto ca te veo dint’a la nzogna, Tonno, addavero ca porzì te chiagno. Fas. Ger. 2. 3. Tu te guide addavero muto bene. E 3. 20. Ma s’essa fegne, Ammore fa addavero.
Adde. Arroge, Aggiungi. Lat. adde. Ciucc. 5. 17. Adde: è ghiuto a Selleno ec.
Addebbolire. Indebolire, Debilitare, Infiacchire. Ciucc. 12. 29. Fermanno, comme cierte addebbolute Vanno facenno spisso pe la strata. E 14. 13. Mo sbentrà quatto ciucce addebbolute Non potarrimmo ec? Cap. Son. 46. No tale Che fa lo jansenista addebboluto.
Venir meno, Tramortire, Svenire. Perr. Agn. zeff. 3. 69. Pocca fu mmedecato addebboluto Tornaje nse stisso. Ciucc. 2. 24. Cadie de cuorpo nterra addebboluto. E 3. 11. Restajeno pe lo jajo addebbolute. E appr. Nche bedevano La facce de lo rre, s’addebbolevano. Fas. Ger. 12. 28. Cca pe tanto dolore addebbolette E comm’a morta nnante me cadette. Ol. Nap. acc. 1. 35. E pare addebboluta Na rosa moscarella mo caduta.
Addebelire. Lo stesso che Addebbolire. Cort. C. e P, 5. p. 166. Stette no piezzo addebeluta e agghiajata.
Addebolire. Lo stesso che Addebbolire. Cort. Vaj. 1. 23. Se chillo fieto ammorba le perzune E face spisso addebolì le prene? E C. e P. 1. p. 136. Se jettaje pe muorto e addeboluto ncoppa na valestrera, e ped acqua che le jettaro nfacce non potte pe no piezzo revenire. Morm. Fedr. 3. 20. 6. Tanto s’addecrenaje e addebolette Che ec. Lo Sagliem. 1. 10. Cca li ncappate s’addebolevano.
Addecottuto. Fallito, Decotto, Ridotto al verde. Fed. Ottav. 1. 1. (?) Oje miluorde addecottute, Si la lopa vuje tenite, Tutte nfrotta cca benite Ca ve faccio addecreà.
Addecreare. Ricreare, Ristorare, Colmar di gioja. Fas. Ger. 6. 104. M’addecrea Schitto lo sciauro vuosto le zezzelle. Ol. Nap. acc. 5. 27. (?) Dinto la fa trasì: face ogne prova Pe consolarla: se la mette rente: L’accarezza, l’asciutta, l’addecrea. Cerl. Pam. mar. 2. 3. Oh bene mio, m’addecrejo. E Dam. spir. 1. 4. Me po addecriare sto core. Cap. Son. 76. Quanno lo culo sbenta e t’addecrea. E 156. Ogne poverìello s’addecrea. E 226. Cienzo, te voglio addecreà.
Ironicamente Conciar per le feste. Ciucc. 13. 50. Avie la fattocchiara tiempo e luoco D’addecrejarle a tutte.
Addecrenare, Addecrinare. Declinare, Abbassarsi. Fas. Ger. 9. 16. Ma mmiezo de lo curzo sujo arrevata La notte che po subbeto addecrina. Addecrenarese vale Indebolirsi, Venir mancando. Fas. Ger. 8. 26. Pe lo tanto gran sango ch’era sciuto Me s’era lo bedere addecrinato. Morm. Fedr. 3. 20. 6. Cossì pe la fatica e le mazzate Tanto s’addecrenaje e addebolette Che ec.
Mandar giù. Fior. 2. 1. (?) (Cerl. secondo il d'Ambra), A mala pena m’addecrenaje doje palatelle de pane ec.
Addecrenire. Lo stesso che Addecrenare. Cap. Son. 40. Tanto si addecrenuto e staje sottile. E Son. cit. ivi dal Morm. Male che chi lo prese S’è bisto a poco a poco addecrenire. Morm. Fedr. 3. prol. No pò de recoja A lo cuorpo e a la mente che se trovano Pe la fatica addecrenute e debole.
Addecretare. Decretare.
Addecriamiento. Lo stesso che Addecrio.
Addecriare. Lo stesso che Addecreare.
Addecriata. L'atto di addecreare.
Addecrinare. V. Addecrenare.
Addecrio. Ristoro, Conforto, Consolazione.
Addedeca. Dedica. Pag. Rat. ded. A buje… aveva io tutta l'obbrecazione de fare st’addedeca.
Addedecare. Dedicare. Pag. Rot. ded. E a chi s’avevano d’addedecà le binte rotola de lo valanzone ec? La Mil. ded. Sta piccola commeddejella che m’aggio pegliato ardire d’addedecare a V. A.
Addefecare, Addifecare. Edificare. Cort. V. de P. 1. 27. Chillo che addefecaje lo coliseo. Tard. Vaj. p. 29. Strabone… scrive ca la cetate de Napole fu addefecata da Partenope. Fas. Ger. 19. 38. Vecco n'antro mantrone addeventato Lo gran tempio ch’a Dio s’addefecaje. Muovere col buon esempio. Cap. Son. 22i. Ed io Nne resto veramente addefecato. Fas. Ger. 11. 2. E de vuje majorasche addefecato Reste lo campo. Cuor. Mas. 3. 30. (?) Addefecato, pocca chisto renne Bene pe male, l'ordene sospenne.
Addefecazione. Edificazione. Tard. Vaj. p. 117. Da lo prenzipio de l’addefecazione de la cetate.
Addefennere. Difendere. Val. Fuorf. 1. p. 35. Ogne mamma lo figlio sta addefennere Da lo patre.
Addefenzare. Difendere. Pag. Rot. 5. 17. Co chesta l’addefienze… Comme no Tullio contra Antonio spisso Co le facezie addefenzaje se stisso.
Addefferenziare. Differenziare, Distinguere. Fas. Ger. 9. 34. Mo da sto perro so addefferenziate.
Addefizio. Edifizio. Cort. V. de P. 4. 18. Chisto addefizio a tutte non se mosta, Ma schitto a quacarcuno pe faore.
Addefreddare. Raffreddare. Ol. Nap. acc. 18. 27. (?) E a sto dolore se l’agghiogne chillo Che le dà la ferita addefreddata. Pag. Rot. 8. 19. Comm’allopato se cancarejava L’ommo cociente chille maccarune, Che pe l’addefreddà spisso sciosciava. E appr. L’ommo dacie: addefreddo co lo sciato. E 20. Scarfe e addefridde co lo stisso sciato. E M. d’O. 6. 15. Non vi ca s’addefreddano l’allesse?
Ed in senso morale. Bas. Pent. 1. 2. p. 41. Visto ca s’era ntepeduto e addefreddato nne l’ammore. (La st. 1674 ha refreddato). Cuor. Mas. 10. 53. (?) Addefreddaje Lo gusto conceputo. Cap. Son. 1 16. Priesto ca s’addefredda, accommenzammo.
Addefrescare. Rinfrescare, e per estensione Ristorare. Cuor. Mas. 9. 41. (?) E s’appe addefrescato e annammollato. Cap. Son. 73. E la bella fontana d’Aganippo Serve p’addefrescarete lo cuoppo. E 89. E ghiette attuorno co no bicchierazzo, E agnuno addefrescaje. E p. 28. Le piglio ed a na chiaveca addefrescole. Ciucc. 11. 31. Co no sciummetiello Che lo va addefrescanno p’ogne lato. Ol. Nap. acc. 1. 29. Ca chi n’ha carne o pesce… Co li frutte s’ajuta e s’addefresca.
Far riposare i cavalli, dando loro a mangiare, per poi riprendere il cammino. Sadd. Tav. de M. 1. 14. (?) Comm’a li vettorine, C’addefrescato ch’hanno a na taverna, Metteno sotto e passano chiù nnante.
Dicesi anche attivamente Addefrescà li cavalle.
Fig. Lenire, Mitigare. Cap. Il. 5. 163. E la ferita àddefrescava, Spremmealo sango nigro e l’astojava. Viol. son. 5. Va sentenno si buono t’addefresco. (Qui iron.)
E ironicamente Addefrescà lo mazzo vale Conciar per le feste.
Rinnovare la politura ai mobili di legno, la vernice, o simile.
Rinnovare il pegno scaduto pagandone l’interesse per altro tempo.
Suffragare le anime dei morti con messe, elemosine, digiuni o altre opere buone. E però quando uno prova un piacere, una contentezza, o soddisfi un desiderio, o vede alcuno giustamente punito, suole esclamare Addefresca o Defresca o Refresca l’aneme de lo purgatorio, che il volgo restringe in Frisc’a ll’anema ec. Cap. Son. 175. P’addefrescà l’arma de vava.
Addefrisco. Ristoro, Conforto, Alleggiamento. Lo Sagliem. 3. 6. Ah sciorte! nce vorria chist’addefrisco Doppo de tanta guaje.
Suffragamento alle anime dei morti.
E per ironia Imprecazione.
Addegrenire. Lo stesso che Addecrenire. Pag. Batr. 1. 14. Schitto doje cose ncoppa de la terra Me fanno addegrenì lo spiretillo.
Addeità. Deità. Ciucc. 10. 8. E l’aote addeità. E 26. L’unnece addeità… L’addeità chiù grosse.
Addelettante. Dilettante, Cultore di una disciplina per proprio diletto senza farne professione. Per lo più si dice di coloro che rappresentano privatamente cose teatrali.
Addelettare. Dilettare. Sarn. Pos. ntr. p. 159. Addelettannose veramente chiù de la quantetate che de la qualetate. Ciucc. 8. 22. Vuje v’addelettate, Pe chello che me pare, de pettura?
Addellettare. Lo stesso che Addelettare. Morm. Fedr. 4. 23. 5. De volare pe tutto m’addelletto. Ciucc. 7. 9. Venga chi s’addelletta de trascorrere. Val. Fuorf. 1. p. 84. E qua studente puro addellettannose ec.
Addemannare. V. Addemmannare.
Addemmanna. Lo stesso che Addimmanna. Sarn. Pos. 2. p. 200. Lo patre, se be le pareva che st’addemmanna fosse a lo spreposeto, puro ec. Fas. Ger. 5.69. So mperteniente assaje chiù l’addemmanne. Stigl. En. 1. 99. O co troppo addemmanne lo frusciasse.
Addemmannare, Addemannare, Addimninnare. Domandare, Chiedere, Richiedere. Som. Pos. 1. p. 171. Tornato pò lo marito a la casa, subeto l’addemannaje le cauze e le scarpe. Bas. Pent. 4. 2. p. 22. Addemmannato n’uovo frisco. Perr. Agn. zeff. 6. 71. Ma Bacco l’addemmanna na carrafa. Cuor. Mas. 2. 18. (?) Non se mancaje porzì d’addimmannare… se dovesse Lo castiello Santermo conzegnare De lo puopolo mmano.
Per Chiamare, Nominare. V. Addommannare.
Comme s’addemmanna dicesi dì cosa o persona di cui non si sa o non si ricorda il nome.
Addemora. Dimora, Indugio. Fas. Ger. 9. 74. S’armaje senz’addemora.
Addemorare. Dimorare, Soggiornare.
Indugiare, Tardare. Fas. Ger. 11. 69. Via, che s’addemora? Su, ca mo mporta, e s’ha da di e da fare.
Addemostrare, Addemostare. Dimostrare. Tard. Vaj. p. 59. Pe le balentizie granne addemostrate da lloro. Fas. Ger. 2. 42. Addemosta Ca ped isso no nchiagne lo tapino.
Addemostrativo. Dimostrativo. Tard. Vaj. p. 14. Co no pronomme addemostrativo se voze dechiarare lo cuccopinto de Parnaso.
Addemostrazione. Dimostrazione. Tard. Vaj. p. 155. S’ausa nne l’accasiune de li matremmonie fare varie e deverze addemostraziune de festa.
Addenocchiare. Addenocchiarese vale Inginocchiarsi. Sarn. Pos. 1. p. 182. Se l’addenocchiaje nnante credennose che fosse quarche fata E appr. S’addonecchiajeno a li piedi suoje. Cap. Il. 1. 27. No l’aje da me manco si t’addenucchie. Cerl. Cronv. 1. 6. Addenocchiate e presenta lo memmoriale. Cort. C. e P. 7. p. 195. M’addenocchiaje nterra e rengraziaje Febo. E V. de P. 1. 13. Po m’addenocchio e dicole buon juorno. Stigl. En 10. 134. E d’Anea le denocchia addenocchiato Abbraccia. Fas. Ger. 8. 79. Fuorz’aspettate mo ch’a buje nzertune Ve conta addenocchiato le ragiune? E 20 31. Addenocchiate li Franzise, auzajeno Le mano ncielo.
Accasciarsi, Cader sulle ginocchia. Cap. Il. 5. 63. Anea s'addenocchiaje, ca ncoppa a l’ossa Non se rejeva.
Addenocchiaturo. Inginocchiatojo. Vott. Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/62 Addevoluto. Lo etesso che Addehboluto,
V. Addebbolire. Perr. Agn, zeff.h. 9.
Eramo adde volute tutte duje. ( Cosi
la ut orig. ) Addiasillo. Quel canto della chiesa che
comincia colle parole Dies trae dies
aia.
E fig. Mcyrm, Fedr. 1. 6. 7. Ma le passajeno pò le cacarelle Nche se ntese canta st’addiesillo Da una chiù proveceta ^3. 13. 2. Puro chiù d’uno de st’addiasille N’aggio fatto e nne laccio a chiste e a chille. iddifecare. Y. Addefecare. Addimannare. Lo stesso che Addem^ mannare.
Addimmanna. Dimanda, Domanda. Ow/r. Mas. 2. 48. (?) Isso le dace Tonna n’anniativa a Taddimmanna.
Dicesi in particolar modo di ciò che richiede il venditore per la sua merce; e suole dire Non viraggio fatto addimi nanna, Non ve faccio addimmanna, per dire che la sua richiesta è di un prezzo giusto e regolare; e così pure Co buje no ricevo addimmanna.
Del pari incontrando persona che all’aspetto mostra buona sanità, dopo aver dato conto della propria, si soggiunge A ìmje non ce va addimmanna, Addkunannare V. Addemmannare. Addio. Addio, e si usa nel licenziarsi da aicQDo e nel perdere o abbandonare cosacara.jBew. Pent,.l,p. 87. Addio, pastenacfae e fogliamoUe; addio, zeppole e miglìacce. Citicc» 1. 9. Addio pace, addio ammore, addio contiente. fi 11. 25. FratieUo, addio. E 13. 26. Schiavo.— Obbrecato.— A lo conàmanno. — Addio. Cort. Ras. 3. 7. Antramente me vide.... Stennecchiare li piede e dire addio.
Addio pede de fiche vale Non v’è più rimèdio o speranza. Addiota, Addioto. Idiota^ ed anche Plebeo ignorante. Yott. Sp. ceo. 95. N’addioto se vo metti mprotanquanquero co no signóre. Yal. Nap. se, 10. Me despejace d* esser addiota. Pag, M. d’0. 7. 22. Scusatence, segnò, simmo addejote.
Addirizzare. Lo stesso che Adderezzare, Addiruso. Lo stesso che Addoruso e lo dicono in particolare i venditori di Spir raddossa o Mosamarina addirosa.
Additta. Lo stesso che Addata, Addittare Y. Addettare. Additto. Editto, Bando. Cuor. Mas. 10. 34. (?) E fi^ e da so accellenzia prubbecatoN’autro additto colettero chiantute. Fas. Ger. 2. 10. Premmie e trommiente mpromette p’additto. E 5. 34. Gomme Tadditto tanto bello canta.
Detto, Motto, Adagio. Cap.Il 1.34. E nc*è l’additto: è meglio avo no cuorno Ca pe pezza de pede esse tenuto. Morm. Fedr, 1. 2. 3. Ca lo sopierchio, Comm’è Tadditto, rompe lo copierchio. Addizionarlo. Dizionario. Sam. pref, Pent. 8. Comm’a Tautre lengue che se portano appriesso Taddizionarie. Addò. Dove, tanto per moto che per istato. duce. 1. 31. Na terra addò trasire Se nce pò co li carré. E 5. 32. Addò corrite, Ciucce senza jodicio? E 9. 26. Addò steva abbetanno la reggina. ^ 13. 6. Vi addò so li zecchine e la recchezza? Cap. Son. 73. Trase addò saje che quarche cosa acchiappo. Mandr. nn. 1. 3. Addò s^affina l’oro e lo cerviello.
Addò siy cioè Dove sei, si usa spesso nel chiamare qualcuno. Lo Sagliem. 1. 3. Addò si tu? Damme sto sottrattivo.
Donde, Da dove. Ciuco. 10. 9. Sso Giove addò è scinto? j^^ 1 1. 45. Da 1> gua nzi addò vrociola lo fleto.
Per dove. Ciuco. 5. 5. E pe tutte li luoche addò passavano.
Ripetuto a dinotare distribuzione di luoghi, duce. 14. 42. Addò aveano vestite, addò abbuscavano Denaro e rrobbe.
Dovunque, duce. 1.1. Tanto ch’addò lo sole cammenava Auto bene che ciucce non trovava. ^11. Vagano puro addò le pare e piace E 12. 5. Addò te vuote. Co sso parla nne faje cade na casa.
U&asi come preposizione innanzi a nome di persona, ed indica il luogo ove queUa sta. Morm. Fedr, 1. 15. 9. Tanto porto addò te quanto addò n’auto. Ciuco. 6. 18. Sti gran golie Addò le scigne te le puoje levare. E 7. 38. Jarraggio addò la scigna. ^12. arg. Isso va addò Selleno. E 64. E se, nne jette Ghìllo addò Varvajanca.
Addò viola, ritornello di una canzone da pastori, e prendesi per qua ADD lunque Canzone pastorale. V. Addo- viola. Fas. Ger. 7.'7. Spezzaje V'addd _ Viola sta mprovisa Mosta d’arme. Addobbamiento. Addobbo , Addobba- mento. Ol. Nap. acc. 4. 76. Scarab- batte , screttorie, addobbamiente Pe na casa reale. Addobbare. Addobbare. Cap. Son. 39. _E8°8 addobbato tutto lo palazzo. Fas. Ger. 10. 64. Na longa tavolata... ed _addobbata D’ argentarie , che fu na cosa strana. Comporre, Preparare. Fas. Ger. 18. 48. De st’ ogliuso mmescuglio ch’ isso addobba. Addobbecare. Addobbecarese vale Pren- dere un sonno leggiero, Sonnecchiare, Dormicchiare, Star fra sonno e veglia. Addobbiare. Adoppiare, Alloppiare. Ol. Nap. acc. 1. 36. E tale suonno ochino po accapezza, Che pare addobbiata a chi la vede. Bas. Pent. 5. 3. p. 151. Addobbianno Pinto Smauto facesse la poverella contentaemale pagate. Perr. Agn. eff. 5. 25. Fujeno... Addobbeja- te co no buono vino. Prender sonno. Ol. Nap. acc. 9.84. (?) Po torna addobbiare, e bede mille Co le suppreche mmano addenocchiune. Fig. Assopire, Assonnare. Val. Mez. 2. 145. E nuje co sti trascurze addob- biate Non nce nne simmo abbiste né addonate. Addobbio. V. Adduobbio. Addobbrecare. Sotterrare. Cosi nel Ga- liani. Addocire. Addolcire. Bas. Pent. 5. 4. p. 159. Chi m’ ave addociuto la mia voe- cuccia le sia addociuta la soja vento- ruccia. Fig. Racconsolare. Stig?. En. 12.206. E chi addocire po la pena mia? Placare. Morm. Fedr. 4. 12.7. Tan- to s’ era addociuto e fatto manzo. Disacerbare. Fas. Ger. 10. 14. E la serena Perchd ogne nchiaja aveale ncrudeluta, N’uoglio, pe l’addoc), chil- lo nce mena. Detto del tempo per Rasserenare, Mettere al buono. Bas. Pent. 5. 4. p. 163. Se rallegraje tutta, credennose che fosse commenzato ad addocirese - lo tiempo Addolorare. Addolorare. Perr. Agn. zeff. 2. 3. Pe tromenta n’addolorato pietto. =- 46 — ADD Bas. Pent. 3.2. p. 278. Lo chit addo- ‘lorato ommo de lo munno. Addoloruso. Doloroso. Perr. Agn. zeff. 2. 66. Che stace co lo core addolo- ruso. Addomannare. Lo stesso che Addem- mannare. Addomare. Lo stesso che Addommare. Gilard. Vent. 1. 12. Sulo chillo mpe- sone Tu me lo pud addoma. Addomata Corruzione di Eddomada, Settimana. Val. Fuorf. 1. p. 154. Che bace per addomata, Pe chello che lo soleto é lo sapeto Pe paré comm’s V aute la dommeneca. Addomatario. Eddomadario. Addomestecare. Domesticare. Bas. Pent. 1. 9. p. 114. Aveva gusto addomeste- carese co la cerva. £ 2. 1. p. 164. La quale cosa continuata pe chit: ghiuor- ne, s’addomestecaro de manera, ec. Addominio. Dominio. Cant. 3. 7. (?) Ca se chisto t’ arriva A mettere addomi- nio ncuollo a tene, Cierto non aje chit bene. — Ch’ addominio? si pazza! Addommanna. Lo stesso che Addim- manna. Addommannare. Lo stesso che Addem mannare. Tard. Vaj. p. 153. Se la gente de casa l’avessero addommania- to. E. p. 154. Tutto chello che deveno addommannare 1’ otto depotate. Tior. 7. 4. Ma no saccente po vaga 0 addom- manna, Te puoje mori ca non te spu- tancanna. Del Pian. Laud. spir.200.(!) Na nennella nterra 6 nata Che Mara s’ addommanna. (Ctoé si chiama). Addommanno. Lostessoche Addimmar na. Cort. V. de P. 5. 31. Disse Febo: m’ é caro st’ addommanno. Addommare. Domare. Bas. M. N. 6. p. 300. L’ arvolo non se chiega s’ 4 nto- stato, Non s’ addomma cavallo ch’é nvecchiato. Cuor. Mas. Acc. 11. (?) E nne cacciaje pe n’essere addommata, Chit de na nazione a cauciata. Fed. Zit. corr. 3. 5. (2) Voglio vede si co ammanca la biava S’addomma sto ca vallo sautarizzo, Cap. 2. 5. 27. Troja ne, 0 vuje che p’ addomma cavalle La famma va pe lo neverzo munno. E.Son. 20. Si chisto non s’addomma. EF g. 26. Né le pote addommavriglia 0 capezzZa £ 30. Ah ch’ avite trovato chi v’ ad- domma. Pag. Rot. 5. 19. Efuorze fuorze addomma no schierchiato. Tard. _ Def. 197. Se non vuoje che piglio no chianiello de chiste e buono t’ addom- mo (a st. ha chisto e addomma) sse spalle. gusse. An. 3.7. (2 mole comp Were a f Ammore...... No agnia, Vosuloaddommend e. Freq. di Addommenare. fap. J1.5. 1. Na bona spalla D’ uno t’ addommeneja e te protegge. ponare. Addonarese vale Accorger- |, Addarsi, Avvedersi. Ros. Pipp. 2. (!) Ma & assaje che non t'adduone wePopa pe te more. Cizucc. 2. 23.Gia n’addono ch’ aggio fatto arrore. ippr. Quanno so muorto ve n’addo- te. #9. 51. A la voce po se nn’ad- majeno Ch’era no ciuccio. E 13. 13. enza farene 1’ uommene addonare. eri. Clar. 1. 10. A lo sciauro se n’ad- ees caso femmena! Val. Mez. 2. ®. Non nce nne simmo abbiste na lonate. Fas. Ger. 8. 32. Arrivo lla maddono ca la stella, Che parea so- 4upo0 8’ addonaje Che lo cane lo lo tenea strutto. ete sé una persona O una cosa & ma per un fine determinato, 0 se trova. Addonute da cca sotta yuorno. Me so addonato a lo café Po sce steva. Me ne vengo a addona M@ tardo. Flor. 2. 14. (?) Aggio da we a addonareme a, lo quarto 8’8 mo lo patrone. Ciucc. 4. 25. Var- mea lo rre che lo sapeva, Ca se pera, addonato I’ anno arreto. fisitare, Accudire. Rocc. Georg. 2. A ste chiante nce vo chit: bote l’an- vhe nce assiste e che spisso te nce ADD adduone. Cap. Son. ms. (Cit. dal Ga- lianz). Si me te nzonno nsaneta qua bo- ta, M’addono a lo taficchio inche me sceto. Addonca. Adunque, Dunque. Cort. C. e P.7. p. 197. Tieneme mente addoncu, O de chest’arma mia piezzo chit cara. Antegn. Am. 1. 1. (?) Sirvia mia, to addonca vud passare ec. Perr. Agn. zeff. pref. Tornammo addonca a lo proposeto. Ciucc. 2. 12. Aggiate tutte addonca da sapere. £8. 7. Sacciate ad- donca. ec. Dovunque. Morm. Fedr. 1. 28. 1. N’ommo despettuso Addonca va I’é rutto lo caruso. Flor. 1. 18. (?) E me va facenno lo bello ommore addonca arriva. (I/ d’Ambra cambia questa cit. del de Ritis in Clau. 1.19. Ignoto per ignoto). Perr. Agn. zeff. 4.40. Addonca se vota. Addonne. Dove. Sp.donde, adonde. Sarn. Pos. 3.2 p. 224. S’ abbejajeno addon- n’era la via de palazzo. Addoppiare, Adduppiare. Addoppiare, Raddoppiare. Cort. V. de P.5. 40. La doppia 6 torriaca de l'affanne Ch’ad- doppia li contiente e addoppia l’anne. Addopprecare, Addupprecare. Duplica- re, Raddoppiare. Val. G.d'A. 181. Na statova galante me mostraje Quale m’addopprecaje le contentizze. Addorare. Fiutare, Annasare. Bas. Past. fid. 4, 8. p. 183. Addora e bedarraje Ca si na dea che fiete sempemmaje. Ciucc. 1. 34. Uno va da dereto p’ad- dorare Si ncuorpo nc’ era freoma 0 tremmentina. E 8. 27. Pe li tanta nio- zie cha addorato. Cap. Son. 123. E (vogliono) uddord ogne chilleto che fete. E g. 11. Li poete moderne addo- ra neulo. Esalare odore. Fas. Ger. 17. 6. A ritta ha de l’Arabia la marina Ch’ad- dora. E 19. 107. Ma che? m’addorar- risse arcefetente. Val. Fuorf.1.p. 162. Pe fa addora le mane si puzzassero. Fed. Ottav. 1. 1. (?) Comm’ addora lo zoffritto! Cap. Son. 44. Pecché addora de musco st’anemale. Avvertire, Subodorare. Cort. Ros. 3. 8. Es’isso addora Tantillo chesso, aje rutto Chillo che ba seje rana. Bas. Pent. 1. 4. p, 65. Lo jodece.... addoraje lo negozio, ADD
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ADD
Addorare lo fleto de lo miccio vale Accorgersi di un pericolo dai primi ìndizìi.
Addore. Odore. Sarti. Pos. 4. p. 280. Li serpetielle che ntesero Taddore de lo latto, subbeto se nn’ascettero pe la vocca. Ciuco. 1. 3. E cacce zuco puro da Taddore De nzo ch^esce da cuorpo a li malate. 01. Nap, acc. 8. 12. (?) Tutte le ripe songo d’erve e sciure Che te fanno sentire mille addure. E 15.23. (?) E fanno ad encia a chi chiù addore dia La rosa co lo giglio e la gazi a. Fas. Ger. 12. 30. Ma t’osema e nn’ha gusto deTadiore. Cort, Yaj. 1. 23. Ma de vostre tetelleca e tallune Vale chiù chillo addore che nne vene Che quanto musco ec. Gap. Son. 22. Na chiommera Ch’è tutt’addore.
Fig. Pag. Rot. 10. 15. Vanno nfi ncielo de vertù Taddure. Viol. vern. 34. P’ajutà chi recetava L’addore de lo masto nce voleva. Gap. Son. 22. S’ha puosto ncapo de campa d’addore. E 230. Tu che d’antichetà curr’a Taddore. Bas. PenU 2. 3. p. 178. Lo male addore de la famma toja.
Addorgire. Addolcire. 01. Nap. acc. 3. 79. Stac© penzanno Lo puopolo addorgi.
Addorillo. Odoretto, Odoruccio. Gap. Il, 2. 101. Ogne Grieco auzaje la gamma E benne a Taddorillo de catramma. Gtucc. 1. 25. Co no pedetillo Le faceano a lo naso n’addorillo. E 2. 20. E st’addorillo Te fa subbeto aprì lo speretillo.
Addorino. Oricanno, Boccettina da riporvi alcuna materia odorosa.
Addormentare. Addormentare. Gort Y. de P. 4. 38. lo scengo a lo cortiglio, e m’addormento Co gran gusto appoiato a no cantone. Rocc. Bucc. 6. p. 299. Seleno luongo luongo stiso ascia jeno Addormentato nterra. Tior. 9. 3. Addormenta.... Co lo canto la Serena.
Addormirà. Addormire, Addormentare. Cori. C. e P. 3. p. 151. Pe stracquezza vecino juorno remmase addormuto. E p. 152. Facenno che li nnammorate tardo s’addormano..& C^rr. 1. 23. E mentre chellopocos’addormeva. Tior, 5. 14.M’addormiettenfrutto. Fas. Ger, 12. 90. Ma mmierzojuorno s’addormie tantillo. Giucc, 12. 11. Stracquo s’ad dormette. E 14. 38. A chillo stisso punto Che loro s’addormettero.
Adiormirese dicesi delle membra per Intorpidirsi, Intormentirsi passaggieramente, Addormìscere. Addormirò. É nel Galiani. I
AddorosieUo. Dim. di A(Worw5o.O/.Aap. acc. 15. 24. (?). E gionchiglie ed ambrette addoroselle. ( Gosi il de Ritis qui e alla v. Ambretta; ma alla v, Giardbio l^ffffs giunchiglie). Addoruso. Odoroso, Odorato. Tior. 1. 7. Tornaino nfi a le chiaveche addorose. Pag. Rot. 10. 15. Ntuomo nce spira no sciauro addoruso. Cort. Cerr. 7. 18. Chisto chiù d’uno fa resta confuso Co Ip parole addorose de sciare. Giucc. 4. 24. Ma semp© l’uno e l’auto era addoruso Mo d’aglio, mo de puo^ 1 e mo de caso. Tior. 1. 49. Addorosa de trippa e de guarnaccia.
Disposto all’ira. Di umore sdegnoso. Mammeta s’è scetata addorosa siamatina.
Addosa. Dose.Pa^. M,d:0. 13. 96. Fuo^ ze lo spezejale pe Taddosa Pe tuosseco te die carch’autra cosa. Addossare. Addossare. Mandr. as. 3. 35. E non s’addossa ncuollo quarche ghiusso. Addotare. Dotare, Bas. Petit 1. S, p. 104. Non sulo nce la dette liberamente, ma l’addotaje ancora de sette cun«te d’oro. Pag, Petr. 2. 1. (?) Manco lo voglio simbè m’addotasse. Gort. Ros. 1. 2. p. 16. Ma de cine’ onze me volea addotaVe. Fas. Ger, 10. 64. Nc’era de quanto è Napole addotata Mparpetuo. {Qui fig.) 01. Nap. acc. 1. 19. Te piacette d’addotarme De chisto regno. Addotto. Dotto. Tior. 1. 6. Ognuno senta sta parola addotta. E 6. 17. E s * ommo addotto toma bestione. Perr. Agn. zeff. 4. 8. Chesta è la chiù baiente fattocchiara Che sia a sto munno, ed a chest’arte è addotta. ^ 54. E li dotture e li miedece addotte. Gi’Mfi’ 8. 42. So ciucce puro addotte. Yio^ buff. 1. L’addotto co lo ghiusto secoverna. Gap. Son. 128.Chiiraddotteche a buje dereto vanno. Addottorare. Addottorare. Giucc. 1. 34. Li ciucce addottorate m medicina. Gort. G. e P, 7. p. 195. ChiUo stodiante... lo Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/67 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/68 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/69 Affacciarsi, Farsi alla finestra o al balcone, Sporgere il capo da qualche luogo per vedere o simile, e più generalmente Mostrarsi, Presentarsi. Ciucc. 13. 27. S’era affacciata Tutta arrossuta ncoppa a no barcone. E 47. A tanta remmure… Non s’affaccia uno pe bedè chi simmo. D’Ar. Pied. 1. 3. A la fenesta affaccete, Palomma de sto core. Pag. Rot. 1. 14. Ninche l’ommo s’affaccia int’a lo munno. (Qui fig.) Cort. Cerr. 1. 24. A la fenesta priesto s’affacciaje. Bas. Pent. 1. 10. p. 126. S’affacciaje a la fenestra pe bedere ec. Tior. 1. 49. Ogne zetella Pe tirare cetrangola s’affaccia.
Affacciata. Facciata. Perr. Agn. zeff. 4. 49. Dinto sto tempio non ce sta recchezza, Ma solamente ha l’affacciata d’oro.
Luogo dove rispondono le finestre e la Possibilità d’affacciarsi. Bas. Pent. 1. 10. p. 118. S’erano raccovete dinto a no giardino, dove aveva l’affacciata lo rre de Roccaforte, doje vecchiarelle.
Affacciatamente. Sfacciatamente.
Affacciato. Sfacciato.
Affacennare. Affaccendare, Stigl. En. 4. 95. E fanno la provista affacennate Pe la vernata. E 96. Affacennate a carriare. E 97. E lo chiasso e streverio nne sentive De la gentaglia che s’affacennava. Bas. Pent. ntr. p. 14. E mentre tutta affacennata faceva sta marcangegna. Cort. Cerr. 7. 28. Isso accommenza tutto affacennate A botà spite. Pag. M. d’O. 8. 15. Affacennata Pe dà a li pollecine la vrennella.
Affamare. Affamare. Perr. Agn. zeff. 6. 54. Decenno che steva affamato.
Affammare. Affamare. Ol. Nap. acc. 16. 3. (?) S’affatica Ogne capo a mannà pe lo contuorno P’affammare la parte ch’è nnemmica. Bas. Pent. 1. egr. 156. Ma va sempre affummato ed affammato.
Affangare. Sporcar di fango, Infangare.
Affannare. Affannare, Dare affanno. Stigl. En. 4. 14. La vregogna lassaje che l’affannava. Tior. 8. 2. Penziero che l’affanna e le fa guerra.
Ansare, Anelare, Respirare con difficoltà.
Affannato per Ansante, Anelante. Perr. Agn. zeff. 1. 9. E ncuorpo aveva n’affannata basca Pe ghire priesto a fa joquà li diente.
Affanno. Difficoltà di respirazione, ed anche Asma. Ciucc. 8. 33. Ha n’affanno Che pe di na parola nce vo n’anno.
Pena, Doglia, Affanno. Cort. V. de P. 5. 40. La doppia è torriaca de l’affanne. Ciucc. 14. 33. Co tutto ca le dea no po d’affanno Sta mala nova. Val. Fuorf. 1. p. 24. Ammore auto non è che no compennio De trivole, disguste, affanne e parpete. Stigl. En. 4. 99. Sto core mio… sopportarrà st’affanne.
Affannuso. Affannoso, Ansante, Anelante.
Affardellare, Affardellare. Stigl. En. 11. 19. Affardella Quanto a chella vattaglia guadagnaje. E 12. 68. Dintro no sportone Tutte li deje sfresate nce affardella.
Affare. Affare, Faccenda, Negozio. Val. Mez. 4. 36. E quanno non servesse (la carrozza) p’auto affare, Ammice te puoje fa co la mprestare.
De mal affare vale Di mal affare. Ol. Nap. acc. 4. 26. Addove stanno Le femmene che so de mal affare.
Affare. Affarese vale Affarsi, Confarsi.
Affasciare. Affasciare, Ridurre in fasci.
Affatare. Fatare, Render fatato. Fas. Ger. 2. 74. Ma facimmo che fussevo affatate Comm’era Orlanno. E 11. 2. Arme affatate pe st’accasiune.
Affatato usasi pure per Di bellezza incantevole. Tior. 1. 15. Singhe Venere tu, fronte affatato.
Affatazione. Fatagione, ed anche Fato. Fas. Ger. 6. 8. Dinto sta mano è l’affatazione.
Affatecare. Affaticare. Tard. Suonn. XVIII. Te si affatecato tanto pe llustrare lo poemma de la Vajasseide. E appr. Mo ch’aje fornuto de t’affatecare. Ol. Nap. acc. 16. 3. (?) S’affatica Ogne capo a mannà pe lo contuorno. Fas. Ger. 18. 54. E a taglia prete che nce affatecammo E mmerzo miezojuorno d’acchianare.
Affattecchiare. Affatturare, Ammaliare, e fig. Incantare, Sedurre. Fas. Ger. 5. 44. E co tutto ca sta nneavolato, Nfacce ha na majestà che t’affattecchia.
Affatto. Affatto, Al tutto, Totalmente. La Mil. 2. 3. (?). A te schitto amaraggio E Renza affatto me la Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/71 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/72 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/73 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/74 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/75 AFF — 58 —
tanno esce fetente Quanno s’affoca nfoce ed esce muorto. E appr, E non 8*affocan*anema nnozente. È 223. E nce vorria pe t’affoca no linzo. Tior. 7. 5. Fatt*avea lo pideto...E ca Tavea de chiù Tant’affocato che non fece bu. OL Nap. acc, 4. 82. Napole fiiio, de fummo già t*affuorhe.
Maritar male, Affogare. Bas. Peni.
3.. p. 263. patre mio, e comme m’aje affocata!
Affocaticelo. Un po’ affogato, Soffocato a mezzo. Tior. 7. 5. E fece accessi ntista Na meza vessa affocaticela e stista. {Cosi Porc; ma le st, 1678 e 1703 leggono e trista).
Affoffare, Affuffare. Svignare, Fuggir via, Dileguarsi, Sp. afufar. Cori. M. P. 7. 21. Cossi Micco correnno pe cor. rivo Affuffa e squaglia comm’argiento vivo. Mandr, nn.ì. 34. Affuffa, allippa, squaglia e sparafonna. StigL En.
4. 66. D’affuffàre gran voglia Tafferraje Da chillo regno. Cap. 8on. 209. Ammarcia, affuffa, sparafonna e sbigna. Tior. 9. 1. Comm’affuffe, Comme curre e te nne sbigne?
Dicesi anche Affoffaresella e Affoffarennella. Ceri. Barn. spir. 2. 8. Mo me Taffoffo e bonnì. Perr. Agn. zeff. 5. 75. A i’aute cauzune te Paffuffe. Tior. IO. 2. E te un’affuffe e baje a l’auto munno. Bas. Peni, 3. 3. p. 284. Si se fosse contentata d’affuffarennella a lo regno sujo.
Acceffare, Acchiappare per portar via. Cori. Ros. 2. 2. p. 35. Ecco corre la guardia e te nn’alfuffa.
Rubare, Involare. Bas. Peni. 4. egr. p. 122. Vasta ch’ognuno pesca: E per2Ò a sto pescare È puosto vario no rame. Arrocchiare, affuffare, arravogliare, Alleggerire, auzare e sgraffignare.
Affogagatte. Lo stesso che Affocagatte.
Affogare. Lo stesso che Affocare.
Affollare. Affollare, Accalcare. Cuor. Mas. 1. 60. (?) Se nce affollano attùoruo comme fanno Justo alo granodinnia le galline. Pag.M.d’0.1. 39. E li mussine Tutte affollaro ntuorno a le mpa^liate. Fas. Ger. 19. 59. Po s’abbia pe lo luoco chiù affollato. SHgl. En. 10. 111. Tanto l’affolla e stregue lo forore, Che non dà luoco a spata né rotella. Ciucc. 11. 26. Cierte mo s’affol AFF
lavano a spiare. E. 49. A lo reto affollate le correvano NcuoUo.
Affomare, Affommare, Affamare, Aifiimmare. Affamare. Perr. Agn. zeff. 1. 73. No pegnato Co sto ditto: so buono, ma affomato. JBa5. Peni. 1. egr.p. 156. Ma va sempre affummato ed affammato. E2.7.p. 216. Pe annegrecare e d affomniare li core.
Dicesì di carne o pesce che si espone all’azione del fumo.
Fig. Circondare Bas. Peni. 1. 6.j>. 77. Pe cinco o seje juome affumajede carizze a Zezolla.
Affonmiecare, Affummecare. Affumicare. Bas. Peni. ì.egr.p. 155. Sodunto e affommecato. Citicc. 9. 26. Na castina... e 8 tea tutta affommecata. Perr. Agn. zeff. 4. 3. Era na grottecella affommecata.
Affommechiare, Affùmmechiare. Freq. di Affbmmecare.
Affonare, Affunare. Legare con fune, e per estensione Legare strettamente. Rocc. Georg. 4. 95. Lo viecchio se retira da lo mare.... T’è facele poterelo affimare. Cap. IL 2 88. La noce àe lo cucilo te l’affuno E te lo nzoro co no spalatrone.
Affonnare. Affondare. Morm. Feàr» 14. 3. La carna che portava le pareva Chiù meglio assaje pe nce affonnà li diente. Perr. Agn, zeff. 6. 85. Mas’affonna la cascia comm’a chiummo.
Afforte. Sapere^ Parere e simili afprt^ valgono Sapere, Parere ec. duro. Via/. Fuorf. 2. 8. 47. A la povera moglie le sa afforte.
Affortonato. Fortunato. Fas. Ger. 8. 15E chi He che sarranno appriesso a noje Sempe derranno: affortonate vujel
Affortonato. Fortunato. Oit. 2. 9.(l)Ahl tu si affortunato!
Afforza. A forza, Per forza. MormFedr. 1. 20. 8. Chesto bello soccede quann’afforza Se vo spontà no cricco e non s’ha forza. Ceri. Crohv. 2. 19. Uscia nce vo fa mori afforza llàl
Carta di trionfo in alcuni giuochi di carte; onde Afforzare per Giocare ca^ ta di trionfo. Bas. M. N. Lp. 225. Joca. — Afforza.— Afforaa.— Afforza^ Chi n’ha chiune. — Afforza. Ep, 226. Nce schiaffo sto trìunfo e torno affo^ za. >^ Tu l’aje pigliata mo ti’oppo aUf Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/77 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/78 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/79 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/80 Agghiostatiello, Agghiustatiello. Dim. di Agghiostato. Pal. Vill. fort. 1. 4. (?) Non è sicco nò grasso, Non è auto nè bascio: è agghiustatiello.
Agghiostato. V. Agghiostare.
Agghiunto. V. Agghiognere.
Per Aggiunto, Epiteto. Tard. Vaj. p. 44. Senza chillo agghiunto de calabrese.
Agghiustamiento. V. Agghiostamiento.
Agghiustare. V. Agghiostare.
Agghiustatiello. V. Agghiostatiello.
Agghiustato V. Agghiostare.
Aggiognere. Aggiungere. Bas. M N. 9. p. 340. Sia benedetta l’arma a li Spartane Ca mpesero na cetola Perchè se nc’era aggionta n’autra corda. Val. Fuorf. 1. p. 55. Ogne ghiuorno s’aggionghiano folinie. (Così la stampa; De Ritis legge aggiogneno; io leggerei aggiongano o aggiognano).
Aggiostare, Aggiustare Lo stesso che Agghiostare. Lo Sagliem. 2. 2. Sta sprovera Schitto io l’aggio d’aggiustà. E 3. 21. M’aggiusto lo cerviello.
Aggire. Agire.
Aggiunto. Ufficiale che si dà per ajuto ad un altro ed all’uopo ne fa le veci. Fr. adjoint.
Aggiustare. V. Aggiostare.
Aggobbare. Divenir gobbo, Sgobbare. Tior. 7. 5. Aggobbat’ha li ri ne.
Piegare il capo, Rassegnarsi, Sopportare. Fed. Fr. nn. 2. 7. (?) Ca tu faje l’arrotafuorfece, Ca te nzurfe ed ammenacce, Figlio mio, tu che nne cacce? Chisto è tiempo d’aggobbà.
Acquattarsi, Incurvarsi. Cort. Cerr. 5. 3. Erano quatto, ognuno stea aggobbato, E Carmosina avevano abbistato. Aggottare. Aggottare. Bas. Pent. 4. 9. p. 101. Chi l’aggottava co na navetta drinto na tinella, chi le deva lo sfratto co na tromma. Cort. C. e P. 1. p. 134. Nè bastavano ad aggottare tanta acqua quanta ne traseva dintrola varca.
Raggranellare, Raggruzzolare. Sorr. Ast. cort. 1. 5. (?) Lassame aggottare sti tornesielle, e baga lo munno a fuoco.
Aggradire. Andare a grado, a genio, Piacere. Morm. Fedr. 2. 2. 6. Essa pe l’aggradì se studiava Quanto potea nasconnerse le rappe. Cap. Son. 235. La fico già non troppo t’aggradesce.
Aggraffare. Lo stesso che Aggranfare. Fas. Ger. 14. 68. E addurmuto, da llà ncarro lo schiaffa, E pe l’ajero volanno se nce aggraffa. (Cioè vi s’inerpica). Cap. Son. 216. Comme l’allumme ne? mo si l’aggraffo!
Aggramagliare. Coprir di gramaglia. Val. Fuorf. 1. p. 74. Lo patre e li pariente se retirano; Le mura de la casa s’aggramagliano: Pare che nce sia nata qua traggedia. E 2. 7. 66. Quanno lo munno tutto s’aggramaglia.
Aggrammagliare Lo stesso che Aggramagliare.
Aggrammegnare, Aggrammignare. Raccogliere gramigna, e per estensione Rubare. C. Z. 3. 9. (?) Siente, zingara mia, tu che saje l’arte D’aggrammignare, cca no nce staje bona.
Aggrammerzè. La mercè di, Mediante. Val. Mez. 2. 64. Arredducere a niente le monete Aggrammerzè na fuorfece tagliente. (Cosi le st. 1695 e 1773; Porc. ha arreducere e aggramezzè).
Aggrammignare. V. Aggrammegnare.
Aggrancare. Aggranchiare, Rattrappire, e dicesi particolarmente dell’effetto che fa il freddo sui nervi. Bas. Pent. 1. 9. p. 1. 14. Ed essenno aggrancato de friddo. E 5. 2. p. 141. Visto lo nigro Lise tutto aggrancato, che era adesa tiseco de lo friddo. E M. N. 7. p. 314. Sopra sta neve janca e sgraziata La scura starria teseca e aggrancata.
Aggrancato si dice pure per Che ha il granchio nella scarsella, Spilorcio, Taccagno. Bas. Pent. 2. 10. p. 239. Cola Jacovo aggrancato ha no compare aleviento che se lo zuca tutto. E appr. Era no cierto Cola Jacovo aggrancato de Pomegliano. E egr. p. 250. No grimmo ed aggrancato. Sarn. Pos. 5. p. 291. Tant’era grimma, aggrancata, spelorcia.
Aggranfare. Adunghiare, Abbrancare, Artigliare. Pag. Rot. 1. 14. Ninche l’ommo s’affaccia int’a lo munno L’assauta lo piacere tradetore, E fauzo se l’aggranfa tunno tunno. Fas. Ger. 18. 78. Ed aggranfato Po no mierolo, è ncoppa. Bas. Pent. 1. 8. p. 102. Avimmo… lo granco a le mano pe l’aggranfare.
Aggranfata. Golpo d’unghia, artiglio, zampa, branca.
Aggrannire. Ingrandire. Tard. Suonn. Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/82 AGG
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àggrìcciolire. Y. Aggrecciolire.
Aggrinzare. Lo «tesso che Aggrecciare. Stigl. En. 4. 66. Gomme setola ncapo s’aggrinzale Ogne capillo, e restaje zitto e muto.
Aggrìssare. V. Aggressare. I Aggrìssatorìo. Scompiglio, Baruffa, Tafferuglio. Mere. Patr. nn. 1. ult. (?) I Ghed è st*aggnssatorio?
Aggrìsse. Y. Aggrisso.
Aggrìsso, Aggrìsse. Ecclissi. Val. Mez. 2. 1. T’avea fuorze abbenciuto lo sonnillo, Ò fiere puosto a contemprà Tagrisse? Sam. Pos, 4. p. 263. Lo Sole e la Luna fecero n’aggrisso co lo chianto. Sarr. Font. nm. (?) Uh uh che ario allionato cupo! Affé ca cierto deve fa Taggrisso. Bas. Pent.. egr. p. 154. Si ha da tronare o fa T aggrisso.
Cosa maravigliosa e straordinaria. Ciucc. 8.34. Oh chisto mo se pò chìammà Taggrisso.
Baruffa, Tafferuglio, Tumulto, Scompiglio. Morm, Fedr. 1. 15. 6. Ma quanno stea a lo meglio, ecco se ntese Da oca e da Uà n^aggrisso de nnemmice. Ciucc. 8. 8. Si chisso Se nzorfa, chella ncigna a fa T aggrisso. E 9. 49. Uhlosacc’io Ch’era fegliulo quanno fuje ss’aggrisso. Sadd. Patr. Tonn. 2. 5. (?) N’aggrisso, no grociello. No mbruoglio, n*arravuoglio, Ya8ta che te nn’aggio uno ammasonato. Yal Def. Mez. 51. Che greciello! che riepeto! eh* aggrisso! Bas. M. N. 1. p. 234. E si arrancava nce venea Taggrisse. (Le st. hanno agrisse). Fas. Ger, 10. 74. Campa Rinardo, disse, e tanta aggrisse Nà femmena le move. Cap. Il, 1. 20. Collera se pigliaje pe chill’aggrisse Che co cbillo vecchiotto fece A tri de. E 3. 19. Azzocchè no ntrevenga carch’aggrisso. Aggroppare, Aggruppare. Aggruppare. Stigl. En. 5. 144. Mo aggruppare le bidè e mo sfilare. Aggrunfare. Lo stesso che Aggranfare.
i Sadd. Patr. Tonn. 1.7. (?) Se tratta
i d*aggrunfare ciento piezze Che me vo da RazzuUo, e l’aggio viste, Mmalora! e tutte so zecchine ruspe. Aggrappare. Y. Aggroppare. Agguagliare. Agguagliare. Rocc, Georg. 4. 33. A no re s’agguagliava. Agguaito, Agguayeto^ Agguaeto. LitiRocco— Vocabolario Napolitano,
gio, Contesa, e in generale Fatto dispiacevole, Malanno, Guajo. Sadd. Patr. Tonn. 2. 8. (?) Ca tu non saje r agguaeto: Chessa lloco è mpazzuta. Morm. Fedr. 1. 18. 4. Presente a chisto aofguaito se trovajeLo marito scasato. {Il Marmile lo spiega in gener ale per Fa.tto). Cap. prol. 77. E a fa chisso l;^voro sta l’agguajeto.
Agguato, Insidia. Bas. Pent. 1. 6. p. 80. Ma essa addonatose de Tagguaito, jettaje ec. E 2. 3.p. 177. Trasenno a la camraara pe servire a la zia, s*addonaje de V agguajeto. Fas. G.r. 14. 65. Scie da Tagguaito tanno la mmardetta Armida. Cap. II. 1. 112. Ma la majesta ec. E che s’era addonata de Tagguajeto. E 4. 85. Mesero cenquant’uoramene a n’agguajeto.
Aggualo. Eguale, Uguale. Morm. Fedr. 1. 15. 2. Si regna chisto o chillo, poco niente Le mporta, e so pe lloro tutte agguale. E 26. 2. Che die a la vorpa la pareglia agguale. Cap. II. 1. 28. me se dia no premmio agguale a chisso.
Aggualire. Eguagliare. Cap. Prol. p. 266. Che p’aggualì sti pise nce vo n’aceno.
Agguantare, Fermare e ritener con forza cosa che scorre o persona che fugge, Afferrare, Acchiappare, Ghermire. 01. Nap. acc. 1. 8. Ca p’agguantare assaje perdie lo tutto. CHI. 1. 41. (?) Comm’a n’anguilla Nce sciulia la fortuna, e chiù pensammo De la potè agguanta, chiù la sgarrammo. Cap. II. 2. 41. Che nche t’agguanta e nche te ncrocca a funno ec. Fas. Ger. 9. 39 Cossi chisto cadenno, a chi s’agguanta Nce la die bona la mala semmana.
Sopportare, Soffrire, Sostenere. Sp. aguantar. Pent. agg. 1. 1. (?) Me nzoraje: lojuorno appriesso M’attoccaje a smoccola: Yi che bita de zeffunno Che m’attocca d’agguanta. Lor, Frai due litig. 2. 9. L’acciso me coffea; ma pel contino Abbisogna che agguanti. Raccettare e rivendere cose rubate. Agguantare ogne panno vale Fare d’ogni erba fascio, e dicesi di donna che si presti a chiunque la richieda. Gìlard. Vent. 1. 8. Agguanta ogne panno Nò lassa cemmosa.
Agguantatore. Femm. aggunntatora. Chi raccetta e rivende cose rubate. Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/84 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/85 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/86 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/87 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/88 late. Cap. It. 3. 28. Negra ala Terra n’aina nce vole... N’ aut’ aino a Giove. E53. Lo vino se portaje... Co li duje aine da laffeciale.
Aira. Aria. Sarn. Pos. p. 143. Pe gau- dé I’ aira felice De montagna e de lo maro. Tior. 4.5. Ma che chi grido pe chest’aira scura ?
Airare. Adirare. La Mil. 1. 3. Si me vi- de ca sospiro, Ca me fragno, ca m’ai- ro, te cerco po piata, Faccio tutto pe gabba.
Aire. Aria.
Airella. Salvastrella , Pimpinella. Bas. Pent. 2. 5. p. 194. Se fece na grossa mappata de foglia molle, de rapestel - le, d’airelle, de porchiacche, d’arucole e de cerefuoglie.
Airo. V. Ario.
Airone. Airone, Aghirone. Rocc. Georg. 1. 100. Vud annevenare quanno li va- scielle So mpericolo? vide lo bolare De li smerge.... L’airone le padule ab- bannona E pe coppa le nyvole vola.
Aisa. V. Aisare.
Aisare. Issare, Alzare, Levar su, ma per lo pitt s’usa quando sono molti a tira- te; ed in tal easo la voce di comando b Aisa. Stigl. En. 4. 94. E li Trojane attuorno a le galere, Varannole, di- ceano: aisa fora. Cort. M. P. 3. 22. Io mo na funecella nce attaccaje E disse: aisa priesto. E Vaj. 4.10 E 8’ attac- caje, e po decette: tira; E laisava chit de no guarzone. Cap. Il. 1. 83. E sien- te no greciello: aisa, aisa! Fas. Ger. 7.7. Ma le saluta Arminia e I’ ermo aisa. F 18.61. E no nsiente autro, 0
_ &isa,e strille e botte. EF 19. 117. Lo gran perzonaggio Acciso aisajeno. Bas. Pent. 2. 1. p. 164, L’averria aisato co li capille. issare, Aizzare contro alcuno.
dita. Eta. Gen. Nf. contr. 29. A ches- s'aita t’arriseche pe maro? Ciucc. 1. 7. Nzi che doraje chella aitate. FE 8. O bell’ aita de l’oro! Perr. Agn. zeff. 4. 47.0 bella antica aitate. Bas. Pent. k, gr p. 153. A chesta negra aitate.
Daita vale Attempato, Maturo. Si- gism. Due feg: 1. 20. (?) E che mma- lora! site d’aita; e quanno mettite jo- dizio, quanno?
_ De meza aitd vale Di mezza eta. @. Alzare, Sollevare. Cuor. Mas.
9. 46, (?) Comm'a na sciummara Che lo vierno s’aiza a cavallune. Ciucc. 10. 53. E mo co n’atto Le calava, co n’au- to mo l’aizava. E11. 5. Pela gra nne- glia ch’ era aizata Da la mmorra. E 28. Restaje lo rre co la parola mmoc- ca E co no pede aizato. F 14. 58. La fortura L’ha aizata nzi a le stelle.
Atzare lo lietto vale Abballinarlo.
Detto della voce, del parlare e simi- li. Cerl. Clar. 2. 2. Che liquera ch’ave aizata vedenn’a te.
Detto del cavallo Aizarese vale Im- pennarsi, Innalberarsi.
Aizarla patta vale Finirla d’accordo, ed 6 tratto dal giuoco delle bocce, quando dopo aver disputato per ve- dere quale palla stia pit vicina al lec- co, i due giocatori convengono di al- zar ciascuno la sua palla per togliere ogni quistione. Di qui poi si estese ad altri giuochi e poi a qualunque con- troversia. Cuor. Mas. 4. 36. (?) L’om- mo azzettaje lo sfratto, e se ne mostra Tutto contiento ca l ha aizata patta.
Ajata. Occhiata , pesce , Oblada mela- nura. Perr. Agn. zeff. 3. 93. Vede pi- sce nata d’ogne manera, Luvare, spa- ragliune, ajate, alice. Fas. Ger. 15. 3. Justo comme I’ ajata 8 mo sto caso, Ch’ad auto assomma co la sovarella.
Aje. Voce che i venditori ambulanti, e pit i zingari, premettono alle loro can- tilene. D’Ant. Sc. cur. p. 209 Aje! ne’é chi se volesse strollicare? Aje chi tro. vare vo zoch’ha perduto! Aje chi sper- duto avesse lo marito! Aje la paletta, lo spito e lo trepete!
Ajebbd, Ajebbone, Ajebd. Oibd. Fed. Ott. 1. 13. Ajebbone, ajebbone , Pegliate grance. Cerl. Clar. 2. 6. Ajebd. Lo Sa- gliem. 3. 12. Ajebbd: peo.
Ajemmé, Ajemmene. Ahimé. Ciucc. 1. 33. Ajemmé lo ventre, e che dolore & chisto?
Ajenella. Stanga, Travicello.
Ajenellone. Accr. di Ajenella. Fas. Ger. 18. 43. Ma na torra grannissema mmentaje Ncatenata da dinto d’ aje- nellune.
Ajeniello. Agnello, Agnelletto. Pag. Fen. 3. 7. Chit ca non amma L/ ajeniello Yervezzolla tennerella. Perr. Agn. zeff’. 1. 29. O comme sole fui da li lupe Quarche nigro ajeniello stroppejato. Ol. Nap. ace. 3. 50. Squagliano le gen- te Comme nnante a lo lupo l’ajenielle. Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/90 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/91 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/92 farlo cessare suole gridar la plebe: Spezza alè, spezza alesio! Vi ch’alesio!
Aletto. V. Aliggere.
Alettore. Elettore.
Aleviento, Aliviento. Uomo di mal affare, Chi vive e mangia a spese altrui, Scroccone, Truffatore. In isp. aleve, alevoso valgono Perfido, Traditore, Fraudolento. Bas. Pent. 2. 10. p. 239. Cola Jacovo aggrancato ha no compare aleviento che se lo zuca tutto. E egr. p. 251. Le vide ciento attuorno Scorcogliune, aliviente. (La st. 1679 ha alivente, e quella del 1674 ha aliviente). E 3. 5. p. 304. Si jeva a la taverna a scrofoniare co li compagne aliviente, era fatto corrivo. Morm. Fedr. 2. 4. 11. Pocca sto munno è chino d’aleviente. Cort. M. P. 2. 15. Ca canosceva tutte l’aleviente E sapeva d’ognuno lo trattare.
Alezzione, Alezione. Elezione. Fas. Ger. 5. 5. Nè d’uno chiù che sia l’alezzione. Cap. Son. g. 20. Non se potea fa meglio alezione!
Alezzo. Elce, Leccio.
Alfonzina. Moneta battuta da Alfonso I, di carlini ventisei in oro; ma ve n’era pure in argento.
Alfonzino. Tirapalle, Istrumento per estrarre le palle dalle ferite inventato da Alfonso de Ferri.
Algozzino. Lo stesso che Agozzino.
Aliasse. v. Aleffe.
Alice. Alice, Acciuga. Ciucc. 5. 18. Pe nce scapozzà a tutte comm’alice. Perr. Agn. zeff. 3. 93. Luvare, sparagliune, ajate, alice. Morm. Fedr. 1. 15. 6. Scapozzannose tutte comm’alice. Cap. Son. 134. Manco so buone (i versi) pe bestì l’alice.
Secondo la varia grandezza e forse le varietà della specie prendono le alici i nomi di Mez’alice, Alice de sperone, Alice de cavaliere, Alice voccola, Alice de funnale. I pescatori chiamano pure così l’Emissula tenticulata, che propriamente è il Pesce penna o la Penna. Conciate in salamoja diconsi Alice salate.
Essere o Farese n’alice o n’alice salata dicesi di chi è mingherlino, sottile, magrissimo. Fas. Ger. 17. 20. Nè mpe caudo se fa nullo n’alice. Tior. 7. 5. Pe la mmidia dice Ca pare just’alice.
Alice de matenata sono quelle che vannosi vendendo di mattino e che si vuol far credere che siano pescate all’alba o la notte. Figur. dicesi delle donne di mala vita che fin dal mattino escono ad allettare quei che passano per le vie.
Alicella. v. Alecella.
Alietto. v. Aliggere.
Alifante. Elefante. Fas. Ger. 4. 5. Chi tene d’alifante e diente e tromma. Cort. V. de P. 2. 18. L’animale che chiammano alifante. Stigl. En. 10. 160. Ogne mosca me pare n’alifante. Cap. Son. 135. Che so chiù gruosse assaje de l’alifante.
Specie di crostaceo, Astacus marinus, detto anche Galluccio.
Specie di foca, Phoca proboscidea.
Vizio d’alifante, corruzione di Vizio nefando. Fas. Ger. 10. 61. E de natura mennecaje l’affese Co chille pe lo vizio, sciù! alifante. Cap. Son. 197. È nquisito pe bizio d’alifante E bace a remecare.
Aliggere. Eleggere. Mandr. rep. 2. 14. Ddo natura te ncrina, p’arte aliegge, Si la necessetà non te nne priva. Perr. Agn. zeff. 1. 38. Se nce aveva De li viente lo re la corte aletta. E 2. 31. Vnno a sta mpresa tutte essere aliette. Cort. Cerr. 4. 5. Da sordatielle a quarche affizio aliette. E 7. 18. Era ommo vertoluso Che capo alietto fu da li pasture. (La st. 1666 ha allietto).
Part. pass. Aletto è Alietto che si usano come nome di quel Magistrato che provvede all’amministrazione civile di un comune in compagnia del sindaco. Ora in Napoli il Primm’alietto chiamano Vicesindaco e gli altri Aggiunti.
Ciascuno dei numeri che sortono al lotto.
Alimento. v. Alemento.
Alissandrino. Aggiunto di una varietà di albicocca.
Aliva. Lo stesso che Aoliva.
Aliviento, Alivento. V. Aleviento.
Alizzare. Sbadigliare. V. Allizzare.
Alizzo. Sbadiglio. Cort. C. e P. 5. p. 172. E creo securo a st’alizzo che me vene ca io avarraggio dormuto. Bas. Pent. 1. 1. 28. Fatto na sessantina d’alizze e bernacchie nforma de dialogo. E 2. Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/94 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/95 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/96 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/97 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/98 ALL
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Allerare. Lo stesso che Allegrare, Allerezza. Allegrezza. Ciucc. 6. 19. Si vicino A isso uno nce sta che nce lo mmezza, Lo vasa e fa no zumpo p’allerezza.
AUeria. Allegria. Rocc, Georg. 4. 15. Non saccio qua alleria, quale stinto Co sto zucà li sciure e fa ste mbumme Le porta a fa pò razze. AUero. Lo stesso che Alliegro. Allerta Ritto, In piedi, e dicesi pure A k lerta e A Vallerta, Perr, Agn, zeff. 3. 5. Restarrà comm’a n’aseno a la lerta. Tior. 7. 5. A Tallerta S’auzaje. Fas. Ger, 4. 35. M’aggio da sta a la lerta o mbroscenare? Eli. 12. Duje satrapune da ccà e Uà le stanno Allerta. Cori, a e P. 5. p. 167 Non potenno rejerse a l’allerta, s’assettaje. (La st. 1644 ha alla lerta, quella 1666 e Porc. a la Uerta). E 169. Io vego ca.puro stongo allerta. {Cosi la st. 1644; le altre si la Uerta). Trinch. Zit. ngal. 2. 15. (?) E tu vuò sta a l’allerta? 01 Nap. acc. 1. 53. Lo cavallo che atea iettato nterra, Mo lo vedo a l’allerta. Cap. Son. 50. No cetrulo è a l’allerta, i^ 142. Strunz’allerta. Ciucc. 10. 23. A l’allerta trenta scigne. E 11. 44. M’allerta se vedevanoDoje colonne. J& 14. 41. S’auzajeno a l’allerta. D’Arn. Bar. Land. 1. 8. (?) E si nzl armene io schitto Allerta me so stata, È^ca ni«ciuno ha ditto Da vero e m’ha vottata Pe farme mmertecà. (Qui anfibol.)
Allerta, In guardia. Vigilando. Notisi che i Francesi hanno preso da noi questa voce militare. Fas. Ger. 18. 33. Ma Rinardo: a l’allerta pe Salemae, Dice. Citicc. 10. 2. Stammo tutte a l’allerta, che boli te? Bas. Peni. 1. ^^- p» 148. Ca se fa l’ommo spierto a stare allerta.
Subito, Prontamente, Speditamen^ Su due piedi, e si replica pure. Cutter. Mas. 6. 21. (?) Pocca ognuno japea pe cosa certa Ca la jostizia se laceva allerta. Ciucc. 5. 30. Si no me cunte^allerta allerta Che malanno v’afferra lloco fore. J?8. 30. E canta che te fa mori a l’allerta.
Su, Via, Orsù, Sta in guardia. ^a^. «• -^. K p. 223. Perzò, Mase mio beilo, allerta, ajosa. Cvucc. 4. 27. Allerta, apre saa vocca,Varvajanca. Cap.
Rocco— Yocaboldrio Napolitano.
Son, 157. S’uno veni une vide da lontano. Allerta, attacca buono li cauzune.
Allérta allerta vale Su due piedi, Senza fermarsi o sedere. Allertare. Allertarese vale Sorgere, Adergersi, Rizzarsi in su. Rocc. Georg, 3. 112. Pocca s’allertano aspre e belenose. (Parla di vipere). Allesciare, Allisciare. Lisciare, Accarezzare lisciando. Cap. II. 5. 78. Diana le jettaje le braccia ncuollo E co la mano tutta l’allisciava. E Son. 41. Quanno no nc’è no cane che l’alliscia. E 150, Tanno ve coglioneo quanno v’alliscio. E 199. Ed è de chille Che si niente Fallisce auza la coda. Pag. Hot. 8. 4. E co no carezziello e co no riso Tale t’alliscia che te volo mpiso. E 30, Da nnemmico T’alliscia e accrainma, e t’assassina ammico. Cort, V. de P. 4. 12. Tale t’alliscia che te volo muorto.
Azzimare, Lisciare, Adornare. Tard, Vaj. p. 61. Li quale serveture se ngegnano, a chi meglio pò, de strigliare ed allesciare l’animale che portano. Sligl. En. 12. 197. Giunone.... abbannonanno L’aria, pe l’allegrezza s’apparaje Gomme na zita e tutta s’allisciaje. Cap, Son. 47. Tu vuò fare la scìgna che s’alliscia. Allesciata, Allisciata. L’atto del lisciare, Carezza. Bas. Peni. 2. 4. p. 185. Facennole tre o quattro allisciate sopra la schena. E 4. 5. p. 53. Se senteva fare mo no favore, mo n’ammenacela; mo n’allesciata de facce, mo no cauce nculo. Stigl. En. 11. 1 13. Faciteve a la varva n’allisciata.
Il lisciarsi, adornarsi, ravviare i capelli. Fatte n’allesdata coppa coppa. AUesciatella, Allisciatella. Dim. di Allesciata, Stigl. En. 12. 23. E li cocchiere suoje sotto li piette Le fanno tuppè tuppè e allisciatene. AUesciatiello, Allisciatiello. Dim. dì Al^ lesciato part. di Allesciare. Nov. Sp, 4. 25. A r utemo non simmo pettolelle; Nce commene d’ascire allisciatelle. Allesenante. Lesinante. JXAnt. Se. cur, 207. Mastrone allesenato, allesenante, AUesenatQ. Taccagno, Spilorcio. D’An«. Se. cur, 207. Mastrone allesenato, allesenante.
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prezedente pò sagliette. Bas, M. N. 7. i>. 316. Aggio fuorze.... Da chiammare r alliette a parlamiento? Stigl. En. 5. 185. £ chisto assegna Li judece e li cuoDzole de T arte, L’alliette e consegliere, e no nce lassa Lo sinneco e lo capo de ]a grassa. Cuor. Mas,. 8. (?) Assesta propio mpietto No pretatone a lo povero allietto. Quatr, Cetr. in Cap. Son. g. 43. E pe non nce scordare de r allietto. Allievo. Allevamento. Sciat 1. p, 229. Se descrìve la jenimma, allievo e nnammoramìento de Sciatamone.
E per Allievo, Allevato. Cap. E, B. 38. Ma lo destino de sti mal allieve Era mori de fierro e non de freve. Morm. Fedr. 2. 8. 2. Chisto è lo vizio de sti mal allieve. Alliffare. Y. AllelFare. Alliggere. Lo stesso che Aliggere. V. Allietto.
Allignare. V. Allegnare. Allimmare V. Allemmare. AUimmata. Lo stesso che Allemmata. Allinimatiello. Lo stesso che Allemma^
Hello. Alliniare. Y. Alleniare. Allionato. Lionato, Tanè, ed anche Lividò, Allividito. Cap. Son. 207. Che buò che ec. che te faccia a botta de sparmate Sse nateche mmerdose allionate? Sarr. Font. Am, (?) Uh, uh! che ajero alliònato cupo! km ca ci erto deve fa r aggrisso.
Allippare. Y. Allappare. Allisciare. Y. AUesciare. Allisciata. Y. AUesciata. Allisciatella. Y. Allesciatella. Allisdatiello. Y. Allesciatiello. Allissare. Aizzare, Incitare, e dicesi propriamente dei cani alla caccia; ma per estensione vale Eccitare, Spingere. Tard, Yaj. p. 173. Senza ponzare a la roina de no pover ommo, t* allissano la corte ncnoUo. AUistare. Allestire. Y. Allestire. Sp. alistar. Cort. Vaj. 2. 19. Mo m’allisto, Grannizia le respose. Allizzare. Sbadigliare. Cort. V. de P. 7. 2S. Me sceto, allizzo e raspo lo caruso. (Credo sìa da leggere alizzo^. Allò. Lo stesso che Alò.
Yoce festiva per manifestare allegrezza, ed anche per dar la baja. Y.
AUoja. Allocazione. Educazione. Qiiattr. Ar. 144. E nne frusciava lo meglio de lo meglio pe tene lo figlio vestuto da se^ gnore... e darele na bona allocazejone. AUoccare, Alluccare. Gridare, Bociare, Urlare, ed anche Fare unabajata. Cap» Son. 1, Farraggio comma fa patre Fi*ancisco, Tanto t’allucco nfi che te stordesca. E 4. Io strillo, io allucco adesa ca vennegno, E tu pare chestaje dinto a lo vagno. E 1 16. Aderte caparrune Talluccammo. J^ 1 1 8. Sìmmo quatto nconzierto che alluccanno, Avimmo de strammuotte na despenza. E 161. Co n* alloccare a la lopemenara. E 217. Che alluccammo pe te chi lo pò dire. E g. 28. Sti porcagliune... Tallucco e sescole. Ceri. Cronv. 3.2. Gomme a no lione allucca e cerca sango e bennetta. Perr. Agn. zeff. 5. 50. Ntese.... no granne alluccare a li vallnne. Alloccaria. Schiocchezza, Balordaggine; piuttosto Bajata, derivandolo da dtoccare y anziché da allocco. Cap. Son. 171. Ste storie, cheste nove alloccarie, Ste smorfie, sti conciette e mmenzìune, Non ve farranno fa chiù poesie. Allocchire. Divenire balordo. Rimanere sciocco. Lor. Cors. 1. 1. Mmalora! quanno Yide assomma no ciuccio mascolino, Subbeto t’allocchisce. Trinch. Abb, Coli. 1.9, (?) So alloccuto,storduto, stonato. Lo Sagliem, 1. 10. Sempe muorte, alloccute Me le bedea pe tuorno.
AUocchirese vai pure Far Io gnorri Tindiano. Lo Sagliem. 1. 1. E pò pe sta f resterà, Sta facce ntonacata, sta sprovera, S’allocchesce e se scorda De le promesse fatte. Allocco. Allocco, Strix aluco. Alioccuto. Y. Allocchire. AUocignare, Allucignare. Eidurre a lucignolo a forma di lucignolo. Per Gualcire, Brancicare. Tormentare, Torturare. Fas. Ger. 6. 70. Accessi Tallocignano lo core Duje guappune nemmice, ammore e nuore.
Allodgnato vai pure Sottile come un lucignolo, Allampanato. Cort. Leti. 213. Me nce ascio... tanto acceputo e allacignato, che so tornato jetteco. Bas. Pent. 2, 6.^. 208. Io moro aUan ALL
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cato, spemto ed allocignato pe sta bellezza.
Allocignolare, AlluGignoIare. Lo stesso che Allocignare.
Allocinare, Allucinare. Allucinare, Abbagliare, Abbarbagliare, e dicesi cosi della vista come della mente. Allooire, Allucire. Alloctrese vale Farsi lucido, e fìg. Divenire ricco. Val. Nap, se. 148. De notare nce nn’è fuorze chiù d^uno Che s*è allociuto co li testamiente.
Allodare. Lodare. Perr. Agn. zeff. 5.79. Peppo decette a ognuno: non t’allodo La famma, ca pe chesto si benuto. E 6. 17. Decette a Forejone: io non t’allodo L’antechetate de sti duje zitielle. IBodola. Allodola.
iflogare. Locare, Dare in locazione. Cort. Cerr, 1. 30. Pe s’allogare le cra▼accature. E Ros. 2. 2. p. 39. Sfrattale E nce lassaje na chelleta: s’alloga.,^(3oè r appigionasi). tfioggiamentaro. Locandiere deirinfìma ’ììasse. Ceri. Cronv. 2. 9. A me dice %idò alloggio? Basta che dico: ah chi V alloggia? echide V alloggiamentare ^ftpunia.
’h femm. dicesi di Donna^pubblica. Ajfgiamento. Lo stesso che Alloggiaindento. Cort. Cerr. 6. 24. (Ma V ediz. t|f? di644 legge alogiamiento). ttoggìamìento. Gasa dove alcuno alloggia e L’atto di alloggiare, anche •nel senso militare. Cori. M. P. 3. 2. Perzò d’accordio j erose a corcare, €omme s’ascìaro cauzate e bestute. Chi co Tammice e chi co li parienteE chi chiavato pe ss’alloggiamiente. E C. e P. 2. p. 143. Jero derìtto a r alloggiamienco che le steva già apparecchiato. Yal. Fuorf. 1. jp. 228. Nc’è chi a la paglia vace a reposarese, E chi a l’alloggiamiento. Bas. Peni 1. egr.p. 136. Vace a l’alloggiamiento.
i&ggiare. Stare ad alloggio, Tornare. €erl. Cronv. 2. 9. A me dice addò alloggio? Bas. Pent. 4. ì, p 11. Na cammara de l’ostarla de lo Guorno, dove alloggiano.... l’uommene chiù étìmmate a lo munno. Eas. Ger. 11.
6. Lo campo ascie da dove stea alloggiato. Tard. Yaj. p. 291 Sapeva buo?no... dove alloggia de casa Giove.
Dare alloggio, Tenere ad alloggio. Bas. Pent. 1. 3. p. 56. Mannaje no servetore a bedere se lo volevano alloggiare. Ceri. Cronv. 2. 9. Basta che dico: ah chi m’alloggia? Ciuco. 9. 8. Besogna che Talluogge Na sera o doje. Tior. 8. 3. Dove tiene li passare pò alluogge Trammontana. Fas. Ger, 3. 58, E d*alloggià lo campo va penzanno. Alloggio. Lo stesso che Alluoggio. Alloghiero. Secondo il Galiani e il de Ritis vale Affittatore di vetture; io credo che valga Nolo. Nel dialetto di Galizia alugueiro vale Salario. Cap. II. 4. 2. Vennera è na jommenta d’ai-loghiero. CtMT. Mas. 1. 77. (?) A castìello Santeremo era juto Nchiuso dinto na seggia d’alloghiero. Cort. V. de P. pref» Le Muse so ghiom mente d’alloghiero, ed ognuno se nne pò servire pe quarche viaggio, paganno perrò V alloghiero de tiempo perduto e de goveta rotte.
Usato come avverbio. /Sarn. Pos^ 4. p. 282. Co na carrozza alloghiero s’abbiajeno. {In questo senso il Gdlior ni ha alloghieri). AUoja. Lo stesso che Allò nel senso di voce di gioja o di gridio per dar la baja. JFVw. Ger. 7. 100. E me pare da mo sentì r alloje, Quanno lo scompe, de Taggente soje.
AUomare. Lo stesso che AUommare. Allomera, Allumerà. Cava di allume. Allommacaro. Almanco^ Almeno, Magari. Gap. Son. 1 10. Si no me vuoje spila de ss’acqua pura Lo connutto maisto, allommacaro Mprestame na correja de seggettaro. Val. Fuorf, I. p. 244. Me spasso allommacaro co lo trafeco.
Allommare, AUummare Accendere, an* che fig. Ceri. Pam. mar. 2. 3. M’avite -allummato no fuoco xni^ìeito. Bas. Pent, 1. 1.^.25. Commenzavano... ad allommarese le locernelle. ^ 9. «. 114. Allommaje no gran focarone^jK 4. 5.^. 49.Stutanno chelle loceme,allommarraje le lampe de l’annore mio. J? 5. 4. p. 163. Truove l’orca.., ch’ave allommato no fumo pe te nce arrosterò. Cuor. Mas. 4. 57. (?) E Mase co na nobele penzata, Pe gavetà porzl l’arrobbamiento, Voze che ad ogne chiazza e capostrata S’allommassero Tutte e ntorce a biento. Trinch. Corr, 2. 3. (?) Chiù la Bciamma S^ allumina a chisto pi etto. Fas. Ger, 1. 73. Lo sole jease auzanno... pe bedere Lo campo e Tarme, e Tallommaje do fuoco. JS’11. 14. Hanno allommata Na lampa d*oro e ntorce. Ciucc, 8. 35. E sta sempe allommato co lo miccio Ncoppa a la serpentina. ^10. 40. Le cercole e le pigne allumme e rumpe. 01. Nap. acc 4. 78. Duje gra fuoche nce allommaro.
Neutro per Accendersi, Ardere.Fa^. Ger. 3. arg. Arminia pe Tancrede allumma. Bas. Peni. 2. 7. p. 215. Allommaje tutto de manera che deventaje na carcara. E 3. 6. p. 318. La mamma che allummava tutta de Tarnmore sujo.
Avvistare, Adocchiare. Cort. Cei^. 2. 24. Peppo che lo schifuso steva a fare, Avea allummato lo meglio voccone. Ca’p. II. 2. 44. Ma si Aulisse pe sciorta t’allummava Quabirbo.-&iS^on. ^1. Si a la mmalora y*allummava nonna. ^216. Gomme Tallumme, ne? Liv. JStud. 1. 6. (?) Allumma e zitto. Bas, Peni. 5. 3. p. 152. La regina ch’aveva allommato e annasato la corriva, prommese ec. Fas, Ger. 2. 19. Allommata da tutte,’auza lo passo ecc. Ciucc. 12. 32. Che Tasso mmano a Pallade allòmmaje.
Riconoscere, Ravvisare, Accorgersi. Ciucc. 9. 52.L’allummajeno le scigne ca nce àtevano De mala chelia. Cort. Cerr. 4. 36. Isso allummaje lo suono nteiressato E se fu tradetore scommogliàto.
Allommarese vale Arrossire, Avvampare. Fas. Ger. 16. 24. E si le mmasche schitto avea abbarapate, Po tutto s* allòmmaje comm’a carvone.
Quando si fanno pubbliche luminarie imotiellì sogliono andar cantando: Femmene^ allommate i (li) lume, levateve e (le) gonnelle e mettiteve i (li)
ame ai panni prima che si [luminare.
), Allummenare. Illuminale. Val. Fuorf.. p. 118. itev’Apollo mprotanquanlo munno te nnova e te
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T allummena. SHgl En. 6. 154. E da sole chiù bello è allummenata. Tior. 4. 2. Diana dint’a T ombre allummenare.
Fig. Fas. Ger. 20. 135. Ed o piacesse a Dio Ch’allommenasse co li ragge suoje Ss’arma, e credisse a chello che credo io. Allommenaria. Luminaria, Falò, Incendio. AUommeniare, Allummeniare. Ardere, Incendere. Sciat 4. p. 255. N’amorosa carcara allummeniatase une le caran* fole de sto pietto. E 5. p. 275. Allummeniatase la gran provista de legoe, aùzaje tale sciamma, che pareva lo nfierno apierto. Alloncare. Lo stesso che Allungare. 01. Nap. acc. 18. 21. (?) E chi darria lo cO’ re Pe t’alloncà la vita, no la priezze? AUone. Alone. Mandr. ali. 1. 32. P’allone ad austro o borea comm’a porve Derara ummeta nuvola leggera. (la st. ha. De rara). AUongare. Allungare. Ciucc. 8. 27. Naso ch’è allongato Pe li tanta niozie e’ ha addorato. E 11. 14. Po chiano chiano se vidde allongare. E 12. 10. Allonga lo mossillo. È 40. Doje pecchie... s’erano allongate. E 14. 19. Le recchie... S’anchiettero de pile e s’allongajeno. Bus. Peni. 1. 9. p. 108. Si... chiuderrite la vocca ed allongarrite T aurecchie.
Allontanare. Allontanare. Ciucc. 14.37. A poco a poco se n’allontana] eoo. Ceri. Cronv. 2. 10. Allontanammoce da Londra. Aliopare, Allupare. Divorare, Diluviare come un lupo. Ser. Vern, p. 16. Allapanno sorbetto e ghiettanno lecchiette. Cap. Son. g. 19. Ca se lo poeta da Tallopare,Commetu faje, avesse cchiù defìeite, ec,
Alhparese vale Empirsi ben bene di cibo.
Allopalo vale Affamato come lupo t Famelico. Curi. Vaj. 4. 30. Po commo n’allopata se magnaje Quanto a tavola nc’era da ngorfire. Quattr. Ar. 250. Magnanno comin’a n’allopato’, e puro Pe sciorta non crepaste. Fas. Ger 10. 55. Dette la vita a T allopata gente. Ciucc. 8. 20. Ca pe la corza stevano allopate. Detto di spada per Famelica di sangue, e forse anche alludendo alla lopa insegna di un valente armiere. Stigl. En. 12. 127. Le squatre greche e l’allopata sferra Scanzaste a Troja de lo bravo Achille.
Allora. Allora. Mandr. rep. 1. 27. È gran prodenza allora fa lo locco.
Allordacarta. Imbrattacarta. Tior. 7. 5. Quanto no zucallessa, N’allordacarta, no spechiechia e sguessa Sgarraconciette ec.
Allordare. Lordare, Imbrattare. Tior. 1. 43. Nzomma allordaje de cacca la cammisa. Fas. Ger. 20. 47. Tutto de sango vistose allordato, Trase nguerra Goffredo. Val. Fuorf. 1. p. 55. Se contenta morì pe n’allordarese. Stigl. En. 6. 100. Se nce allordaje chell’autra la gonnella. Mandr. all. 5. 8. Me vace nfacce e tutto lo collare M’allorda. Perr. Agn. zeff. 1. 10. Lo smargiasso… S’allorda, e giallo ha nfacce lo colore. (Cioè si sconcaca). E 17. Lo valore Jette mancanno e allordaje la cammisa. E 49. Allordà facea sotto de paura. E 2. 87. Ma isso è chiù allordato de lo schianto. E 4. 89. Luccio allordare se sentie le pacche. Bas. Pent. 2. 10. p. 245. Comma a peccerella ch’ave allordato lo lietto.
Fig. Bas. Pent. 1. 3. p. 53. Senza allordarese le mano de lo sango propio.
Allorgio. Orologio.
Allosengare. Lusingare.
Allostrare, Allustrare. Lustrare, Dare il lustro, Forbire, e fig. Illustrare. Stigl. 7. 158. Co na cotena l’arme arreggenute S’allustrano, e l’accette s’ammolaro. Bas. Pent. 2. 7. p. 215. O vuosche fortunate… allustrate da sta lommienaria de le feste d’ammore. Val. Nap. sc. 8. Tu m’allustra e deflenne chisto scritto E guardalo co n’uocchio non severo.
Allostrata. L’atto di allostrare.
Allostratura. Lustratura, Forbitura.
Allostraturo. Ordigno da dare il lustro, Forbitojo.
Allostrire, Allustrire. Lo stesso che Allostrare. Sciat. 5. p. 264. Co na preta pommece s’allustrie la smarra. Perr. Agn. zeff. son. p. XIV. Marone, Omero l’eppero allostrute Quanno stevano nsciore ste cetate.
Dicesi in particolare per Dare il lustro a scarpe, stivali e simili.
Allotammare. Letamare. liocc. Georg. I. 20. Anze se senz’arare è allotammata Co rrobba grassa.
Allotare. Lordare di loto o fango, Infangare.
Allotta. Lotta, ed in generale Contesa, Contrasto. Fas. Ger. 4. 82. No chiù, diss’isso, co perz’è l’allotta. E 19. 18. E perchè ntenne l’allotta, E lo dessavantaggio nche sta bede, Se spiccerà da l’antro e sauta mpede. Tior. 2. 9. E faccio co lo nihil a l’allotta. Perr. Agn. zeff. 6. 85. E co li vracce crede fa l’allotta.
Allottare. Lottare, ed in generale Contendere, Contrastare. Liv. Stud. 1. 6. (?) Sia Vecè, accojetate; no nce se po allottà. Fas. Ger. 17. 31. E tu de l’arte De l’allottà sio masto Aridamante. Cap Il. 5. 99. Ognuno tremma e no nce allotta. Perr. Agn. zeff. 6. 40. Cosa bella Era vedè li dieje puro allottare!
Allucca. Lo stesso che Alluccata. Cap. Il. 5. 115. Ca non vo che succeda chell’allucca Che ntrevenne a li pifere de Lucca. Ciucc. 11. 37. Li passarielle… Le faceano l’allucca nzi a le porte. Tior. 3. 14. Vecco l’allucca: e chi dicea no mutto ec. E 7. 1. E nce fanno l’allucca co la baja.
Alluccare. V. Alloccare.
Alluccata. L’atto del gridare, ma si prende per Bajata, Gridio clamoroso di beffa. Cap. Son. 115. Non so fatte pe buje chest’alluccate. 120. Ca n’alluccata a chisse sagliammanche Propio comm’a lo pane nce voleva. E 194. Ha paura Che non senca de smorfie n’alluccata.
Allucco. Grido, Stridore prendesi anche per Allucca e Alluccata. Cap. Son. 19. Lo scurisso è già muorto!… Preparateve, Muse, a fa n’allucco. E 115. Allucche e sische e smorfie e bernacchie. Cort. Vaj. 3. 18. E fu tanto l’allucco e lo gridare De ciento portarrobbe e peccerille. Che nce voze doje ore p’acquetare. Ciucc. 6. 2. Appapagnare Tutta la notte non avea potuto Pe li strille e l’allucche. E 11. 12. Sentieno allucche, chiante e ghiastemmate. Lo Sagliem. 3. 10. Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/106 Alommacaro Y. Hacaro. Aiosa. Cheppia.
Altareco. Corruzione di Alter ego, formola con cui il sovrano dà ad alcuno tutti i suoi poteri. Altimbasclo. Sorta di velluto, Altruje. Altrui. Mandr. rep. 2. 17. Ca chi se mpaccia ne li fatte altruje De tre malanno se n’acchiappa duje.. Almnma. Allume Bas. Peni. 2. egr, p. 246. Chess’arte è lorda, Ca vaje co le manzoUe Sempre de galla, vetrejuolo e alumma, Comm’a petena justo de gargiumma.
Aluzzetiello. Pìccolo pesciatello, Ammodytes tobianus.
Dicesi a chi è mingherlino, sottile, smilzo, È n* aluzzetiello. Aluzzo. Luccio, Merlucius vulgaris o Gadus merlucius. Val. Gali. d’Ap. 20. Era Taluzzo da lo pesce spata, La treglia da lo dentece nnorcata. P^rr.A^n.!seff,3, 93 Spicare, aluzze, scuorfane e schefice.
Aluzzo mperiale è 1* Eso.v lucius o la Sphyraena spet.
Persona vile e spregevole. Cap. II. 5. 31. Armo, Diomè, ca non si stato acciso, E de sd’aluzze fanne na salata. E8on. 30. Ma la cetà sentenno ca st’aluzzo Tant’è scorrutto, ecc.
Ftde cT aluzzo vale Traditore, Ingannatore. Morm. Fedr. 2. 2. 3. Ca so fede d’aluzze e so banchere. (Parla delle donne) Ceri. Am. vend, 2. 12. Puozz’essere acciso a Nola, puorco, fede d’aluzzo. Lo Sagliem. 3. 2. Ma 8i r uommene so fede d’aluzzo. Cap. Son. 152. Fede d’aluzzo, facce d’antecriste.
Coltello, Pugnale, Stile. Mil. Sp. ine, 2. 5. (?) Ferma oca, non te movere.... uh mmalora! E che fede d’aluzzo! Amante, Amante. Lo stesso che Am^fnante. Tior. 6. 29: Lassa chiagnere a me povero amanto. Fas, Oer. 1. 45. Eie voze vassallo e fece amante. Cap. &n. 24. Ca n’è chiù scùoncio amante che poeta.
Amanza. Amanza, Amata. Bas. Peni. 2. 5. p. 200. Non sarrà maje... ch’io sca* che la bella mmagene de l’amanza mia dachisto pietto. Amarantina. Amarantina. Amaranto. Amaranto.
Amare. Lo stesso che Ammare. Ciucc. 12. 60. E s'amarranno comm'a frate. E 14.31. E v'amarranno Comme v'ammano mo.
Amareggiare. Amareggiare, Contristare. YaL Fuorf., p. 88. Ma quanno pò li piede isso (il pavone) conzidera... Se n’amareggia e se nce piglia collera.
Amarena. Amarina e l’Albero che produce le amarine. Cort. V. de P. 1. 16. Vide da na lattuca mortarella Scire la falanghina de Pezzulo, E da no milo sciuoccolo amarena Pezze de caso chiù ca n’è l’arena.
Vino rosso e alquanto razzente. Ciucc. 12. 30. E- stotate di lampe d’amarena, Pe n’esse viste votajeno carena. Val. Fuorf. 2. 7. 33. Uno veve amarena e n’ato russo.
Conserva d* amarena y Acqua d^amarena e assolutamente Amarena, è Conserva o Sorbetto che si fa coli’ amarine. Cap, Son. 94. E non fa refiferenza Si la sorbetta è d’amarena o latto.
Amarenola. Lo stesso che Amarena, Pag. M. d’O. 9. 9. Ma ncopp’a l’amapenola lo nzierto De ceraso non fa, ca rieste naso.
Amarezza. Lo stesso che Ammarezza, Fas. Ger. 3. 5. Appriesso nne venette l’amarezza D’avere affiso Dio.
Amariare. Amareggiare. Bas, Pent. 2. 8. p. 227. Male.... che leva lo suonno, araareja lo civo, ec.
Amaricante. Che ha dell’amaro; onde Sceruppo amaricante dicesi a persona non bella o vecchia. CerL Clar. 3. 10.
Amariglio. Giallo, Amariglio usato dal Marini nell’Adone. Sp. amarillo. An* tegn. Ass. Pam. 3. (?) Addò nguardia nce stace tanta gente Co la nzegna amariglia verdejante.
Amaro. Lo stesso che Ammaro. Cap, Son. 227. Dapò st*araara vita. Ol.Nap, acc. 4. 47. Mazzeca amaro,
Amarosteco. Amarognolo, ed anche figuratamente Aspro, Acerbo, Adirato.
Amasio. Amasio, Ganzo, Drudo. CeH. Clar. 2 8. La contessina nne vo de la quaglia, e l’amasio de la balice l’ha tirata a chiunzo.
Amazona. Lo stesso che Ammazona, 01. Nap.acc. 4. 38. Assomiglia N’amazona moderna, ma chiù bella. Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/108 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/109 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/110 Anonanese. A mano, In pronto. Pag. Rat, 19. 15. Lo staffilo... Ch’annascuso ammanese sempe avea A lato ritto gotto la zimarra. Sciai, 5. p. 265. Tor* cetore e perteche ammanese ammanese. Come aggettilo vale Manesco, Ma lettare. Porre altrui le manette, Ammanettare.
Ammanigliare. V. Ammanegliare.
Ammanire. Ammanire, Approntare. { Cap, Son, 23. E già jeva ammanennoi 86 lo stiglio. E IL 5. 18. Cbisso ammanette a Paride T armata.
Ammannarinolo. Mandarino, agrume.
Ammano. Ammano ammano vale A maI DO a mano, Presi per mano. 01. Nap. acc. 2. 2. Nn’asciro da lo nfierno ammano ammano.
Dicasi dei giuochi di carte o altri che si fanno fra due persone.
Ammantare. Ammantare, Coprire. Val. Nap. se. 126. E de zegrino stevano ammantate. Ciuco. 10. 27. Ammantata Cona cammisa stea de tela j anca.
Ammanto. Amante. Tior. 1. 10. Ammante aflfritto che non ha na maglia. Perr. ^gn. zeff. 2. 49. L’uno ch’ò nteressato e r auta ammanto.
Ammante diconsi alcuni cordami di gabbia e di parrocchetto.
Ammantecare. Cavar da] latte la manteca.
Ridurre a consistenza di manteca le materie di cui si fanno gii stracchini. B sorbetto che ne risulta dicesi AmfnanUcaio.
Ammantecarese vale Dimenarsi in aria di bravo e tagliacantoni.
Ammantegliare. Sospendere i pennoni con le mantiglie, Trincare.
Anmantiglia. Ammantiglia, Mantiglia.
Anmantronire. Divenire stallone; onde ^mantronuto vale Messo nella mandra a far da stallone. Fas. Ger. 14. 17. Ammantronuto e guitto.... T* assommarra nfra quatto juorne nnante.
Anunanzire. Ammansire. Ciucc. 3. 4. Jeva assettato ncopp’a n* aseniello Tanto ammanzuto che parca n*agnielh.Fas. Ger. 1. 85. Marchetiello amQumzette no lione.
Anmappodare, Ammappnci&re. Gualcire, Spiegazzare.
Ammarcia.. Marcia, Marciata. Ctwr. Mas. 7. 3. (0 E sonanno a T ammarcia la trommetta, Ncopp’a la sella agnuno se menava.
Ammarciare. Marciare. Fas. Ger. 9. 13. Lo campo ammarcia; ma che ammarcia? vola. E 19. 66. Ma quanno mateniello pò ammarciaje Lo campo. Cori, Cerr, 2. 2. Commannaje ch’ad ammarciare Se sonasse lo cuorno e h> tammurro. E appr. Priesto ammarciammo. OL Nap. acc. 3. 76. E ’e bidè ammarciare a squatre, a mmorre.
Camminare, Procedere, Andar via. Rocc. Desc.pred. 51. (?; Nesciuno me dice: auza ncuoUo, ammarcia, curro. Cap. II. 3. 55. E ammarciano li Griece pe lo tuosto. E 5. 96. Fatto st’assordi o, ammarcia a la ce tate. Cori. Cerr. 3. 40. Quanno vedette RienzQ ammarciare appriesso a la patrona. Ciucc. 12. 27. Via su, ammarciammo. E H.7. Ammarcia, torna femmena e se nzerra. Bas. Peni. 1. 7, p. 86. Ammarcia a sta medesema pedata.
Ed anche semplicemente Andare. Yiol. huff. 30. Co carta e calamaro e co lo stucchio Ammarcia chìsto piezzo de stampacchia. {Cioè va sem^ pre provveduto di... porta sempre addosso,...).
Fuggir via, Spulezzare. Bas. Peni. 2. 5. p. 195. Ed arrivato mpalazzo, tremmaro comme a ghiunco ed am marciarono tutte li cortesciane. Viol. buff. 26. Si n’ammarcia e si n’allippa Lo voglio mmottonà de tappe e zeppe. Cap. San. 209. Ammarcia, affuffa, sparafonna e sbigna.
Aimnarcire. 3Iarcire. Val. Fuor f. 1. p. 78. Acque che non se movono Subbeto s’ammarcesciono.
Ammare. Amare Cori. Ros. 1.. p. 9, Amma chi t’amma, e chi non t’amma lassa. Tior. 1. 10. Ma si non m’amma non è maraviglia. Ciucc. 8. 39. L’ammo chiù che si fossemo pariente. E 12. 43. Vuje sarrite ammate. E 14. 54. Dìnt’a cheli’ ogna ch’avea tanto ammata. Cap. Son. 25. Tertullo animato.
Ammarecare. Rammaricare, Contristnre, Amareggiare. Cuor. Mas. 9. 2. (?) Lo vecerrè tutto s’ammarecava. Fer. FenUzing. 1. 3, (?) Uh! ammarecata Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/112 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/113 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/114 AMM
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Cogliere, in senso ìm^r ecKtìy o. Fas. Ger. 13. 3. Ma chi lo sa, dice: nce ammatta fuoco. £? 19. 58. Isso decette: che nce ammatta sporchia. Cap. Son. 203. Va ca staje frisco, che nce ammatta fuoco.
Kannicchiare, Appiattare. S’ammai* iesce comm*a coniglio. Ammatteto. Buona occasione di comprare, Compra fatta per favorevole occasione ed a buon mercato.
Avverbialmente vale Per buona occasione. Y. Mmatteto. Ammattogliare. Affardellare, Abbatuffo lare.
Animattuoglio. Fardello, Batuffolo. Mòrm. Fedr. 1. 14. 4. Se fida sulo a cheste, e Tammattuoglie Jetta de spaTo, suglia, mpigna e sola. Aamaturare. V. Ammatorare. tamaturo. Maturo. Fas. Ger. 20. 66. Sto pìro maje pe me sarrà ammaturo. P(»T. Mal. Ap. 3. Comm* a fico ammatura ha lo vestito. Tior.. IO. 1. Che Bteva a mancia nespola ammature.
Decrepito, Vecchio, Di età matura. Fas, Ger. 20. 89. Vede lo rre Aladino... Che fa sfracasso ed è tanto ammaturo. Cap. II. B. 18. E l’aracolo già Tannonziao Ca chi zompava nnante era ammaturo. ( Cioè giunto alla sua fine). Am. GA.27. (?) A me schitto me face cannavola La grassa-, la porputa e Tammatura.
Infetto, Marcio. Cap. Son. 30. Non se nne vedde maje cossi ammaturo. immaiona. Amazzone. Cuor. Mas. 3. 13. (?) Che a Tuocchie de V Amazone le fico Poteano fare. Ammazonessa. Amazone. Fas. Ger. 20. 61. Stea la sia Armida da n’amma Anmazzagatte. Pistola corta, lo stesso che Aftocagatte.
"BUnazzapiecoro. Garzone di beccheria che ne’ giorni precedenti alla Pasqua ^per le strade gridando A chi arri’^ ^zta o (o)piecoro, e presta la sua opera a chi tiene agnelli vivi e vuol OOti essi festeggiare la Pasqua mangiftndo Tagnello pasquale. Per mercede prende la pelle, 1 piedi e il caglio all’animale. Perischerzo, al sentir la sua voce, si dice agli uomini di nascondersi, perchè non aleno presi in
Rocco— Vocabolario Napolitano.
iscambio di pecoroni. V. Ammazzare.
Ammazzarare. Ammazzerare, Mazzerare. SciaL 1. p. 232. E la mogliere pe collera, ammazzaratase a mare, deventaje scuoglio. Val. Gali. d’Ap. 82. E pe quanto de ntennere me pare. Le ho fa ammazzarà nfunno de mare.
Ammazzare. Ammazzare, Uccidere. Cort C. e P. 6. p. 183. Quanno se ntese no suono de trommette, no correre de cavalle, no greciglio de Bordate, no gredare ammazza ammazza. Val. Fuorf. 1. p. 89. A Pasca s’annasconneno Quanno sentono di: chi am* mazza piecore.
Va ascianno chi ammazza lo piecoro dicesi di chi va accattando brighe.
Ammazzolare, Far mazzi. Val. Vose. arò. 43. Nce so ciento cascette chiene chiene De cierte bacchettelle assottegliate... E stanno co bell’ordene ammazzate.
Ammazzaruto. Dicesi del pane che per difetto di lievito o per essere mal lavorato presenta la mollica molto compatta e soda. Per simil. dicesi di altre cose. Ceri. Alad. 3. 9. Quanno a lo maccaroue non c’è zuco» che magne? pasta ammazzaruta!
Ammazzecare. Masticare.
Anunazzecata. L*atto di ammazzecare. Movimento della bocca come di chi
mastica o biascica. Fas. Ger. 19. 109.
Li labbro aprette co n’ammazzecata. Ammazzoccare. Sgualcire, Stazzonare,
Maltrattare.
Percuotere con mazza, maglio o simile. Rocc. Georg. 4. 69. Mmezza sto
masto comme da lo sanco Marciuto
de vetiello ammazzoccato Nasceno
Tape. Maciullare, Dirompere canapa o
lino. Ammecciare. Commettere o Incastrare
legno con legno. Anunecciatura. Commettitura di due pez*
zi di legno, e può essere fatta aponta,,
a caruso, a naso e sguscio, a coda de
rennena ec. Ammecione. Lo stesso che Ammecone.
duce, 14.;il. Figlie, ammeciune mi^e,
cammaratune. Ammecisia. Amicizia. Tard.Suonn. XX.
L* ammecìzia nostra non fu maje per AMM — t
fetta. E Def. 183. La forza granne de l’aramecizia. Bas, Peni. 1. 2. jp. 42. Se fosse smeatecato de l’amniecizia antica.
01. Nap. acc. 4. 65. Sanco, fede, aramecizia, e quase tutte So le bertù da ste doje peste oppresse.
Ammecone Amicone. Ciuco. 7. 16. T’arrecuorde, ammecone caro mio, ec.
Ammegliorare. Migliorare. Passaro,
Ammalato. Manto di cavallo del colore del mele.
Ammenaccia. Minaccia Bcis. Peni. 4. 5. p. 53. Se senteva fare mo no favore, mo n’ammenaccia. Perr, Agn. ztff. 2. 16. Penza a chelle ammenacce. Lo SagUem. 1. 2. Pecche tant’ammenaccia?
Ammenacciare. Minacciare. Ciucc. 8. 15. Co tanta strille e tanto ammenacciare. Céri, Barn, spiar. 3. 3. Signò, D. Favo nìo ammenaccia. Stigl En. 6. 76. E co no palo ramano rammenaccia. E 10. 226. Morte ammenacce a me? Bas. Peni. 4. 6. p. 64. Lo riseco che le ammenacciavano le stelle. Cori, V. de P.
2. 30. E rammenaccia e mozzeca le dota. 01. Nap. acc. 10. 14. (?) Sempe la spata tene &mmenacciante De lo neramico a r nocchie. Fa$. Ger. 2. 81. La roina ammenacciata.
Ammenacciuso. Minaccioso. StigL En. 10. 226. Co sso fierro e mostaccio ammenacciuso. 01. Nap. acc 10. 14. (?) Le fa faire, tanto è ammenacciuso.
Ammeidcolo. Anmiinicolo, Cosa accessoria. La Sai. in Cap, Son. g, 37. Io lasso attuomo a chesto allecordarete Cierta comraesechiamme ed ammenicole.
Ammemiara. Emeadare. Yal. Def. Mez. 38. Si chist’è arrore, lo voglio aramennare. Fas. Ger. 8. 1 1. E sulo vatte De te sta sotta e d’aramennà Tarrore. Po^. M. d’O. 14. 2. E bolenno ammennàlo male fatto.
Ammennarese vale Emendarsi^^Correggersi. Sadd. Patir. Tomi, 2, 2. (?) Ma si lo lasso, chisto non s* ammeuna. Viol. buff. 7. Perzò de t’ammennà cerca e procui a.
Ammenne. CósV sia^ Am^eane. Pag. Fen, 1. 3 Passa Tagnolo buono e dica am* ■menne..^5. Tutte dissemo ammenne.
Ammemiola. Maodqrló ó Mandorla. Fas. Ger, L 16. E li sciure a rammeanole so asciute. La ML.3, 7. È bellft, aggraziata, Par«justo ix^.ammonnola
ì — AMM
monnata. Bas. Peni. 5. 3.p. 148. Miezo cantaro de zuccaro de Palermo e miezo d’ammennole ambrosine. Eappr. Na gran quantetà de pasta d’ammennole. Val, Fuorf. 1. p. 204. Comm’amraennor amara che nconfettano. Sed. 1. 4. (?) Ca non se danno ammennole a li gruqje.
Si distinguono le Ammennole doee^ amare, toste, mollise^ terlezzise,aw^)r(h sine, nzuccarate, ec. Vi è Latte, Pasta^ TJoglio d’ammennole. Tior. 8. 3. L’ammennola la pisa chi vo fare L’uoglio ch’è tanto buono e tanto doce. Cosi gli ortolanichiamano i ravanellL Sorta di pesce detto pure MenneUa. Maena t>ulgaris.
Ammennolata. Lattata o Latte di mandorle.
Ammennololla. Dim. di Ammennola, Bas. Post. fid.ì..p. 32. Po vediflse la vita senza frunne, L’ammennolella e non cacciasse sciore.
È pure una varietà di albicocca che ha la mandorla dolce. V. Albergio.
Ammeno. Fare ammeno vale Far dimeno, Astenersi.
Ammantare. Inventare. Morm. Fedr.^^ lo poet. 2. Quanno a li pecoerille raccontava Le favolelle ch’isso s’ammeo* tava.
Ammente. A rammente vale A mente. 01, Nap, acc, 4 23. Sape a Tammente lo Cortese.
Ammentecara. Dimenticare, fior. 5. 13. Nigro, scontento e male abbentorato, Comm’a cetrulo araraentecatoarooi^ to. E 6. 1*2. Comm’a cetrulo ammffliteoato a V uorto.
Incantato, Fuor di mente. Tior.!• 38. Le gente steano tutte ammentecate. J^ 3. 5. E de che staje, porchiacco, ammentecaio? La MI. 3. 9v Io nott saccio che fa, sto aramentecata.
Ammera^^o^. Aixuniraglio.
Ammeranno. Ammirando, Degno dì am* mirazione. Pag. M, d’0, 14. 35. Venite, ed ammeranne Siano ncore de v^J6 r aneme granne.
Ammarare, Ammirare. Ammirare» i^’ Bot, 8. 17. Lo satoro ch’a chesto ft’am» morava, Tard. Suqmu XX. Io datale cosa amnjerato, me votaje mmstto d’isso. {Ctoé maramgiiatoji
Aiammrufia. Lo; stesiso clid Atnmortiso. Tior. 7. 2. E bedarraje quanto te so ammerosa. (Cosi le st. 1678 e 1703.
Ammeto. Àmido.
Ammettere. Ammettere, duce, 9. arg. La reggina Le bo ammette a Taodien«ia la matina. Val, Fuorf, 1. p, 61. Conzederanno tanta smatamorfose Ch’ogne ghiuorno pe sta cetà s’ammettono. Tior. 9. 3. Fa, gran Giove.... Si Narciso Nsciore è ammiso, Ch’io deventa n>accarone.
V. Ammisso.
Ammezzare. Insegnare, Avvezzare con l’ammaestramento. Cap, 8on. 141. Agnnno li picciuottole mpapocchia, E t’ammezzano a fare mpicchie mpaccine. E 230. Si m’ammizze chesto. E 238. Ammezza li gnorante opera è pia. Bfl*. Peni. 1.3.^. 50. Pe v’ammezzatela politeca de Tiberio’, v’ba puosto tttante no Cornelio Taceto. Velard. st. 13. Che ammezzava a lì cuorve de parlare. Morm. Fedr. 1. 17. 6. Torna lo pane a cbisto, o mo t’ammezzo D’essere pontuale. F 4. 1 1. 5. Si cbesso no fo saje, mo te l’ammezza Na storia che a proposeto nce cape.
Ammestzarese per Apprendere. Cap. SJtt. 210. E de Petrarca pò t’ammezxarrajeOgne fejura, ogn’esmerdicchio a mente.
Ammicione. Lo stesso che Ammicone, 0tp.Ìi?.2.24.Griece,ammicinne mieje, razza d’aruoje.
Ammico. Amico. Cori. Ros, 1..p. 14. 80 scorza de chiuppo o buono ammico. £: 2. 6 Vide, Fonzo mio bello, Ca non è buono ammico Chi t’accom rgna a quarche male ntrico. Gap, IL 30. De che muodo se servono Tamwice. Bas. Peni. 2. egr. p. 252. Che tfrdarria le bisole, Ammico de Tam«uce. (Cioè amico di tutti). Fas. Ger. 2. 36. Autre tiempe, autre cKelle, amtaico mio. E 12. 66. Vatteame, ammi«>. duce. 1. 9. No nce fujeno chiù smmice né pariente. E 5. 5. Non caoceano ammice né compare. E 8. 31. E ammico de V ammice. E 12. 60. Née restarranno amnaice comm’apPrtiamo. Perr. Agn. 2eff, 2. 25. Io te ^^nzeglioafaretillo ammico. Cap.Son, «li Che sia la sciorte a li cogliune atomica. L’ammico Cesare o L’ammico cerasa. V. Amicff. Fas, Ger, 20. 45.Vecco Tammico Cesare.
Ed anche assol. La persona di dai si parla. Fas, Ger, 5. 27. Mette mano da Micco e nguardìa aspetta L’ammico.
Innamorato. Cort. M, P, 3. 43. Che baleno... chist’uommene fallate Poeo p’ammice e manco pe marite. E C^e P. 2. p. 145. S’asciarranno triste e nfelice Le fegliole ohe n’hanno ammice. Fas, Ger. 14. 71. Fanno a tietfe ca tengo co T ammico. Perr. AgH, zeff. 4. 80. L’azzop^aje... Becche noe stace quaccuno che dica Che dio Marte non fu, ma fu l’ammica. 01, Nap, acc, 4. 28. Avea na Bolognese scartellata P’ammica.
Ammicone. Amicone. Quattr. Ar, 157, Don Birgilio ammicone scorporato.
Ammiraglio. Ammiraglio, e prendesi anche per Nave ammiraglia. 01. Nap, acc, 11.6. (?) Sta ramn>iraglio a ritta; ha lo vasciello Contrammiraglio a manca. E 17... (?) Che bolea aBaardaA re L’ammiraglio spagnuolo.
Ammirare. V. Ammerare.
Ammisso. Non credo che sia participio di Ammettere. Vale Interdetto, Trasecolato, Stordito, Sbalordito. (Jort C, e P. 2. p. 143. Ciullo a sta bella vista restpje ammisso ecomm’an’om»mo de paglia. E M, P, 9. 13. E fece l’uno e l’autro stare ammisso. Perr. Agn, zeff. 4. 31. E resta ammisso Quanno vedette ognuno ca non e’ era Co la compagna cheli’ auta galera. Bas, M. N. 3. p. 262. Gran cose tn’aje contato: Io esco da li panne, io resto. ammisso, So fora de me stìssa S Pent, 3. 10. p, 356. Vedenno tale co*
sa restaro ammesse. Cap, Son, 192.
Conca Io sente fa restare ammisso.
Ammitto. V. Mitto. Bas, Pent, 1. 2. p. 44. Io so speduto... so ghiuto ammitto, aggio scomputo li juorne. L’Ammitto del sacerdote.
Ammo. Amo. Fed. Gism. 2. 6. (?) Dinf a chist’uocchie belle E che noe vedo^ che! Vi, vi, ne’ è la cannuccia; Uh tef nc’è l’esca e l’ammo. Bas, Pent. 2. 2, p, 168. Tanto jettaje l’ammo... a sta’ bella aurata. È 4. 7. p. 70. Ohi non mette V esca... a l’ammo... non piglia’maje pesce. 01. Nap, acc, 2. 23. Bsca^ lenza, cannuccia, amme e sportielle. E 10. 9. (?) L’ammo annasconne a farle trademiento… Ma nche s’accosta chillo e l’ammo mmocca ec. Fas. Ger. 4. 82. Si po ncappate comme pisce a l’ammo. Pag. Rot. 2. 4. Chiste so pescature ch’ammo ed esca Jettano a maro pe fa meglio pesca.
Ammocchiare, Ammucchiare. Ammucchiare. Picc. Poes. 69. (1826). Le femmene… Dint’a na retocammara s’ammocchiano.
Ammocciare, Ammucciare. Tacere di mala voglia. Picc. Dial. 2. 22. A sto di resoluto ammocciaje isso. Merc. Patr. nn. 1. sc. ult. (?) Ammuccia, fusse accisa? Facce de sopressata. Morm. Fedr. 1. 17. 7. Nsentì chesto la pecora ammucciaje.
Ammocciune. A l’ammocciune vale Di soppiatto, Senza farsi scorgere. Val. Fuorf. 2. 4. 8. O trasesse quarcuno a l’ammocciune. (Porc. ha ammocciuna; ma è errore, come si pare dalla rima).
Ammocechire. Lo stesso che Ammocetire.
Ammocetire. Imporrare, Imporrire, Ammuffire. La Mil. 2. 14. Ssa roba De tenerla a la casa non te resce, E quanto chiù nce sta chiù ammocetesce.
Ammocetuto vai pure Stupidito. Sciat. 4. p. 254. Spalleto, friddo, jelato ed ammocetuto rommase Alonso.
Ammoderare. Moderare. Val. Mez. 1. 99. Nè pe chesto già neo che siano state Sempe a lo munno pompe, sfuorge e sfarze, Ma erano le cose ammoderate.
Ammoffare, Ammuffare. Muffire, Far la muffa. Cort. Ros. 5. 4. p. 107. Farrà na bona cauda a lo varrile Ch’era ammuffato de lo primmo ammore.
Ammoina. Fretta soverchia e disordinata, Affannoneria.
Afflizione, Disturbo, Turbamento. Lo sp. mohina vale Malumore. Fas. Ger. 13. 12. Ora su, no chiù ammoina, Che tozzano a ste mura co le corna. Perr. Agn. zeff. 6. 24. Ammice, la jornata reto è chesta… de st’ammoina. La Sal. in Cap. Son. g. 38. Quanta lotene, Quant’ammoine e quanta nnemmecizie Nne veneno.
Ammoinamiento. Noja, Molestia. Bas. Pent. 2. 10. p. 243. Oramaje nce vuoje cacciare da sta casa (’o tant’ammoioamiento.
Ammoinare, Ammojenare. Mettere in subbuglio e in confusione per disordinata celerità d’azione. Co ssa frettella toja aje ammoinata tutta la casa.
Disturbare, Nojare, Frusciare. Fas. Ger. 13. 76. Vide e siente le papare arraggiate Verveseare… Ed a quarche pantano chiù prefunno Semmozzano e ammoinano lo munno. Tior. 2. 24. Chesto m’ammoinaje po a la fine. (La st. 1703 ha: Sta cosa m’abbottaje li cularine). Bas. Pent. 2. egr. p. 254. Co na vocca de culo de gallina Te nfetta, te stordisce e t’ammoina. E 3. egr. p. 367. Ca te fete la carne, T’ammoina lo pesce.
Ammoinarese vale Affaccendarsi soverchiamente e senz’ordine, soprattutto in cosa che non riguarda colui che vi si affanna. Tu che t’ammoine? chesto spetta a me.
Affliggersi, Darsi pensiero, Affannarsi. In isp. amohinar vale Affliggere, Dar dispiacere. Fas. Ger. 6. 11. E si nfra tanto Li burghe e li casale stanno sotta No nce n’ammojenammo chiù che tanto. E 18. 52. Non t’ammojenare, o rre, sepporta e dura Pe quatto o a lo chiù chiù cinco autre juorne. Ciucc. 6. 20. Chello che già l’aracolo decette. E lo teneva tanto ammojenato. La Mil. 1. 11. Chi t’ha ditto Che t’ammoine tanto?
Ammoinato vai quindi Afflitto, Turbato d’animo.
Ammoinatiello. Dim. di Ammoinato. Fas. Ger. 12. 67. A l’azzione Santa tornaje devoto e ammoinatiello.
Ammoinatore. Faccendone, Affannone, ma che metta in disordine e in iscompiglio gli altri e le altrui cose.
Ammojenare. V. Ammoinare.
Ammola. Lo stesso che Ambola, ma si trova anche come voce piana. Fas. Ger. 2. 25. Zofronia mia, la morte dice ammola. E 14. 14 E che boglia far ammola canosco.
Ammolafuorfece. Arrotino. Arch. 1. 1. (?) E po l’ammolafuorfece, Lo guappo me vo fa. (Si allude al muover del piede che fa l’arrotino, come i bravi che fanno per minaccia un simile movimento). Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/119 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/120 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/121 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/122 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/123 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/124 passione propria l’armo Uoro co Tanano àe ste parole. E 9. p. 343. Gomme BÌente remmore de catene e d*anme pe ncroccare sta varca, tira ad ttocclue de puorco. E 4. 7, p. 71. E da drinto do panaro cine penoeva a u’axkcino pigli aj e uà bella pizzeria. E egr,p. 121. Ed ancino e borpara Songo na cosa stessa. Val. GcUL d’Ap, 66. Po Ja Morte... Veneva co na fauce e co n’ancino. Yiol. vem. 17. Li vierze eraDO ancine.
Forcina, secondo il de Ritis; ma io credo che sieno quegli uncini naturali tagliati dagli alberi, che servono per appendere la fescioa alla scala dal vendemmiatore, o altro corbello in cui si pongono i frutti, e soprattutto i fichi, a misura che si vengono co> gliendo. Pag. M. ÒTO, 5. 1 Ciccotonno tagliava asprune e ancine E V assocei&va co la mann aracela.
Mazza ricurva alla cima usata dai pastori. Cap. Son. 154. Va jate a lo Pascone a guarda vacche, A mancQà r ancino e la sagliocca.
ÌSaneco o Maneca arancino vale Ladro, Chi ha le mani ad uncino. Bas. iPeni, 2. ì. p. 162. Me se pozza scatenare lo cuollo se ned mmatto sto maaaco d’ancino e no nne lo faccio pentire.
Menare o Iettare V ancino, Tirare Jocofre d’ancino vale Rubare. CorU i2w. 1. 4.p. 27. No ne’ è ommo a lo munno Che non mena V ancino. Bas. t^enU 4. egr. p, 121, Vuoje dire mo ca tirano d* a.ncino. Fa9. Ger. 8. 47. Menann’ancino attuorno comm’è aosanza. CCi^cc. 13. O.LomarranchinoAscea de notte pe ghiocà d’ancino. Perr. ^gn, zeff. 6. 65. Chisso joca d’ancino ch’ò no spasso.
Per Andna nel sign. di Riccio di mare, e anche di Angina secondo il OaUani.
laco. Anche, Anco. VaLFuorf..p 72. E a remmore te mette anco lo puopolo.
Anwdo. Angolo. Val, Fuorf. 1. p. 30. lo poveri^Uo steva nfacoa a n’ancolo.
Ancora. Ancora. (Piano). Bas. PenU 4.
8. p. 34, Ancora non è notte, Tior. 2. 13. Ancora non s’avea Tarba novella ec Ciuocn 3. 21. È non s’è smuosso Da capo de U ciucce ancora «tutto. E 5.
34. Ma pecche ne’ era ancora qoarche stella. A 12. 3. Segnore mio, no lo holea di ancora.
Esprime un’azione così continuata che par che ancora si stia seguitando. Fas. Ger. 1. arg» Ancora tremma de paura. Bas. Peni. 3. ntr. p. 251. Do* ve venne tutto lo bene de lo cielo, che ancora magnano.
Ancoraché vale Ancorchè-^a^.P^n*. 2. 9. p, 234. Ancora che pe la gran vecchiezza non poteva strascinare le gamme.
Ancora. Ancora. (Sdrucciolo). Cap, II. 1. 83. E ehi a l’ancora attenne e chi a li nzarte. Ciucc.pr. 5. Carche nnammoramiento, ch’è cheir ancora Addò se fanno forte tutte T uommene Che bonno tira a luongo carche fabbola. (Quifig.)
Ancorare. Ancorare. 01. Nap. acc. 11. 31. (?) Nche benette Tarmata, s’ancorale Nfra duje castielle.
Ancorrenno. A Vancorrenno, che scrivesi pure A lancorrenno, vale Dì corsa, Correndo. Cori. C. e P. 5. p. 167. E» Tancorrenno a scapizzacuollo erajuto vierzo la casa de Perna. Pey^r. Agn, zeff. 2. 51. E a r ancorrenno Uà se fu abbejato. Tior. 4. 5. A l’ancorrenno se ne jette.
Ancorza.Aranoor^avaieDi corsa. CorU C. e P. 7. p. 199. Le chiavare dinto na carrozza a seje cavalle, e ghiero tanto a r ancorza a la vota de Sciorenza, che la matina nce arrivare.
Ancoscia. Angoscia. Cap. mss. {cit, da de Ritis). Doppo tante fatiche e tant’ancosce A Zeberterra jonze Ercole mmitto.
Ancroja. Ancroja. Cmcc. 7. 13. N’avè a paura manco de Tancroja, Ca te vene a sentire mamma toja.
Malattia grave, forse Cachessia. Mandr. nn. 5. 19. Te venga Tancroja, Brutta masarda, scirpia, mala razza.
Ancunia. Ancudine, Incudine. Pa^. P(e<r. 2 (?) core de pepierno, core de cestunia, Core chiù tuosto che non è n’ancunia. Cap. II. 1. 123. Ora Vorcano mo, ch’era no bravo Lavoratore de martiello e ancuuia. Corf. Ros. 3. 7. È lo fierro ch’è forte, E puro lo atorzelia Lo martellare ncoppa de Tancunia. Mogi, fed> 2. 1. (?).E n’a^cuma Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/126 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/127 Cort. Cerr. 7. 17. Essa anemo se dette ec.
Per Anima. Bas. Pent. 1.3. p. 47. Lo piacere che se fa ad anemo grato.
Anemolo. Lo stesso che Anemmolo.
Anemosetà. Animosità. Tard. Vaj. p. 92. Ecco l' anemosetate granne de le bajasse de la Vajasseida.
Anemuso. Animoso. Ciucc. 10. 7. Belle, anemuse, allevrecate sguiglie. Perr. Agn. zeff. 1. 30. Tartarone valloruso, De tutte l'anemuse chiù anemuso. Fas. Ger. 2. 18. Ed anemosa Calaje lo manto a l'uocchie. E 17. 32. Sapio, anemuso e bravo assaje de mano. Ol. Nap. acc. 3. 6. Milla, ch'è la chiù bella ed anemosa.
Anese. Anicio, Anice, Anise.
Acquavite conciata cogli anici.
Anesiello. Lo stesso che Anasiello.
Aneto. Lo stesso che Anneto.
Anetra. Lo stesso che Anatra.
Anetrella. Lo stesso che Anatrella.
Anfesebena, Anfesibena. Anfesibena. Bas. M. N. 2. p. 253. Vide n’anfesebena co doje vocche. Mandr. nn. 4. 29. Anfesibene, drache, urze e liune. Perr. Agn. zeff. 3. 28. E anfesebene co tant’aute fere.
Anfetriato. Anfiteatro. Fer. Fent. zing ded. (?) Ora llà nc’era n’anfetriato che costaje co lo pepe.
Anfì. Infino, Fino. Cap. Il. ded. 2. E benneno pe ncienzo anfì a li grutte. E 1.70. Se spartette la rrobba anfì a no piro.
Anfibio. Anfibio. Mandr. all. 3. 15. Lo zoofito anfibio ch'è na chianta.
Angaria. Angaria, Vessazione, Esigenza oppressiva. Mandr. rep. 2. 11. Burle, sbeffie, despiette ed angarie.
Angariare. Fare angarie, Vessare.
Angelato. Moneta d’argento battuta da Ferrante I d’Aragona.
Angeleca. Sorta di pianta, Angelica.
Angelecato. Angelicato. Velard. st 6. La faccia senza cuoneio angelecata, Che te terava comm’a calamita.
Angeleco. Angelico.
È pure aggiunto di una varietà di pera, in italiano Pera burrona, e di un’acqua miedicinale solutiva.
Angelo. Lo stesso che Agnelo.
Coronato de l'angelo è lo stesso che Angelato.
Acqua d’angele era un cosmetico. V. Acqua.
Angelosdommene. Angelus domini, Preghiera che si fa al mattino, a mezzodì e alla sera, ed il Tocco della campana che l'annunzia. Vott. Sp. cev. 15. Quanno sona l’avemmaria, levate subeto lo cappiello e di’ l’angelosdommene nfra te stisso.
Anghiostro. Inchiostro. Fas. Ger. 10. 5. Ma la notte levato ogne ncolore E d’anghiostro lo munno scacazzato.
Anghire. Lo stesso che Anchire. Morm. Fedr. 1. 28. 3. Chesta volenno anghì lo cannarone A li figlie ec. Cap. Il. 1. 65. Ca n’era niente d'anghì la prevasa. E Son. 30. Tanta materia che pò anghì no puzzo. E 179. P’anghire a la fontana la langella.
Angiò. Sorta di pesce della famiglia degli squali, Notidanus cinereus.
Angolo. Angolo. Mandr. all. 1. 18. O retto Angolo e curvo e misto. Val. Fuorf. 1. p. 161. A li quatt’angole Quatto fegure nc’erano.
Angone. Fittone.
Angonia. Agonia.
Angoscia. Angoscia. Cort. Ros. 5. 4. p. 107. Te levo da st’angoscia. Stigl. En. 10. 215. Ma pe l’angoscia Tubba catubba le facea la coscia. Tior. 2. 18. Ammore auto non è si no n’angoscia.
Angosciuso. Angoscioso. Ol. Nap. acc. 9. 81. (?) Ma lo suonno che fece fu sopore Angosciuso, nquieto e de dolore. Bas. Pent. 3. egr. p. 363. Ogne dolore De sta vita angosciosa.
Angravio. Forse corruzione di Langravio. Bas Pent. 2. 10. p. 244. Né te vastarria lo Tevere né l’angravio. (Cioè il Tevere per bere, e i possedimenti del langravio per mangiare).
Angresta. Inchiostro. Bas. Pent. 1. egr. p. 152. E lo scuro poeta… Strude carta ed angresta. E 4. 1. p. 12. Aspettato che la notte tegnesse d’angresta la facce de lo cielo. (Parc. ha agresta). E 5. 9. p. 205. Ha fatto sto scacamarrone d’angresta a la carta riale. Tior. 9. 2. Co la facce uno d'angresta Va cantanno ja, ja, ja, (Così la st. 1678. Quella del 1703 e Porc. hanno agresta).
Angroja. Lo stesso che Ancroja.
Anguenaglia. Anguinaja. Stigl. En. 10. Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/129 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/130 3. Cossì co la vitella e co l’annecchia.
Giovane frescoccia. Cap. Il. 1. 8. E mo ch’è annecchia M’ha da servì pe me scarfà sta panza.
Varoa d’annecchia. V. Varva.
Annecchiare. Annitrire. Fas. Ger. 9. 21. Lo ciampà de cavalle e l’annecchiare. E 19. 58. De cammille e alifante ghiea a le stelle L’allucco e l’annecchià de li cavalle. Ol. Nap. acc. 1. 54. Annecchiava, sbruffava e cianapejava Comm’a l’argiento vivo artetecuso.
Annecchiata. Nitrito, Muggito.
Annecchione. Accr. di Annicchio. Tard. Vaj. p. 175. Anchione è corrotta (parola) da annecchione.
Annechelare, Annichilare. Annichilare. Fas. Ger. 10. 21. E d’annechelà Franza l’aje pe poco. Pag. Batr. 2. 3. Te vole annechelà lo ranonchisemo.
Annechelire. Annichilire. Vott. Sp. cev. 123. La vanagroleja annechelesce l’anema. Pag. M. d’O. 7. 13. Che me fa annechelire, mamma mia! Cuor. Mas. 2. 27. (?) Ora jate vedenno le gabbelle Ch’hanno li cetatine annechelute. Val. Fuorf. 1 p. 53. S’annechelesce e fa quant’a no pizzeco.
Annecrecare. Lo stesso che Annegrecare.
Annedare, Annidare. Annidare. Tard. Vaj. p. 132. Cheste preveleggiate cose che s’annedavano nne la perzona soja, no le jovavano niente.
Annegadebbete. Chi nega ciò di che è debitore, e per estensione Chi manca alla promessa. Quattr. Ar. 163. Ca si n’annegadebbeto non sa Lo locco.
Annegare. Negare. Arch. 2. 2. (?) Che? non sarria capace De m’annegà co chella cernia tosta Le parole d’affetto Ch’ha ditto a chillo cacapuzonetto.
Per Annegare. Cort. C. e P. 6. p. 178. Ma la fortuna… non voze che s’annegasse. Perr. Agn. zeff. 6. 82. Pe non s’annegare. E 85. E beve l’acqua e forza è che s’annega. Bas. Pent. 1. 6. p. 75. Dove crede de vedere autro annegato a maro.
Sommergere. Perr. Agn. zeff. 3. 32. La varca… D’acqua s’anchiette ed ora maje s’annega.
Inondare, Allagare. Tior. 5. 8. Chianze tanto Ch’annegaje tutte sse padule e chiù.
Annegare la sete vale Spegnerla. Ciucc. 1. 29. Tanta (acqua) ch’abbasta a nce annegà la sete.
Annegarese a no becchiero d’acqua vale Affogar ne’ mocci. Bas. Pent. 4. 5. p. 50. È possibile, Miuccio, che sempre t’annieghe a no becchiero d’acqua? Cort. Ros. 3. 3. Comme priesto t’annieghe Dinto no gotto d’acqua?
Mandare in perdizione, Precipitare, Affogare. Cort. C. e P. 3. p. 157. Me vonno annegare co la chiù brutta mbriana d’ommo che sia a Genova. Perr. Mal. Ap. 2. Comme pretienne de fare annegare Ntra li tromiente Apollo? (Qui neutro).
Annegliare. Annebbiare, Offuscare. Cop. Son. 17. E le do tanto ncienzo che l’anneglio. Rocc. Georg. 1. 115. O lo viento zeffonna l’annegliato O anneglia lo raro mmiezo a l’area. Fas. Ger. 2. 91. E anneglia sta Serena. (Cioè Napoli). E 15. 9. Lo mbruoglio de le nuvole è sparuto Che teneva annegliata la revera. Stigl. En. 12. 67. Annegliavano l’aria le saette E chioppete cadeano de lanzuotte. Ol. Nap. acc. 2. 57. S’anneglia l’aria e bide nn’aria stessa Tozzarse fra de lloro frutto e frutto.
Fig. Opprimere, Offuscare la mente. Cap. Son. 25. Si non t’anneglia propio non s’appraca.
Annegrecare, Annegregare. Annegrire. Oscurare, Abbujare. Fas. Ger. 8. 57. La notte annegrecava chillo lato Dove la scura facce soja fojeva Lo sole. Stigl. En. 11. 148. Cadevano a delluvio li lanzuotte, Tanto che tutta l’aria annegrecaro. Perr. Agn. zeff. 3. 57. E da lo fummo (le arme) tutte annegrecate. Tior. 10. 1. Quanto ca veo annegrecà lo cielo. (Qui neutro).
Fig. Render misero, Addolorare, Colmar di sciagure. Ros. Pipp. 1. 3. (?) Chillo giojello S’allontana, io sbentorata Resto oscura, annegrecata, Ca lo sole se nne va. Gilard. Vent. 1. 1. Semp’affritta e annegrecata So arreddotta a sosperà. Bas. Pent. 2. 7. p. 216. Pe annegrecare ed affommare li core.
Annegrechiare. Freq. di Annegrecare. Tior. 1. 40. Comme chest’arma mo m’annegrecheja? E 6. 29. Comme pe Narda toja, cosa de spanto. Tanto mo te sbessicchie e annegrechie? Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/132 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/133 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/134 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/135 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/136 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/137 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/138 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/139 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/140 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/141 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/142
tutte abborlarimmo. Perr. Agn.
zeff. 4. 76. Affè ss’apenione è brava.
Apereturo. Apritojo, e detto di frutte Spartilosso. Bas. Past. fid. 2. 2. p. 80. Teccote doje preccoca aperetora, Che me le dette mamma, e non ha n’ora.
Aperire. V. Aprire.
Aperta. Aperta e L’atto di aprire. Bas. Pent. 1. 8. p. 100. Da n’aperta de vocca de chillo brutto anemale aspettava lo chiudemiento de li juorne suoje. E 3. 9. p. 340. Pagateme… co le spaparanzate de arecchie l’aperte de vocca.
Apertura. Apertura. Bas. Past. fid. 3. 8. N’apertura Stace a la grotta, coperta de frunne.
L’atto di aprire. Cap. Son. 35. Disse: pe st’apertura io piglio ferie.
Apeto. Abete, Abies taxifolia.
Apice. Apice. Mandr. as. 8. 3. A piezze de pirammete e de cuone De base parallele l'apice ascia Chi ec.
Apierto. V. Aprire.
Apiloco, Apilogo. Epilogo. Morm. Fedr. 2. tit. nella prima edizione a pag. 192. e nell’indice ha sempre Apiloco. Nella seconda edizione a p. 126 leggesi Apiloco e nell’indice Apilogo.
Apinione. Lo stesso che Apenione.
Apisco. A modo di api, Attinente ad api. Mandr. nn. 1. 24. L’apesca guerra, comm’a chiajetante, Lassa Mandracchio.
Apistola. Epìstola, propriamente quella che si legge nella messa.
Restare de apistola vale Rimanere negli ordini minori, e fig. Restare a mani vuote, Non riuscire nell’intento. Val. Fuorf. 1. p. 169. Tutte chiste restajeno d’apistola; Mo se vedeno chine de miserie.
Apita. Lo stesso che Apeto, secondo il de Ritis.
Apocrifo. Ippogrifo. Mandr. all. 3. 19. Si l’apocrife so de bell’umure S’aggia fede de zo priesso a l’auture. (Il de Ritis e il d’Ambra l’intendono per Apocrifo!)
Apogeo. Apogeo. Mandr. all. 1. 19. Sgarra ne l’apogeo l’astronomia.
Apolo. Detto di uovo vale Che ha il guscio, non bene indurito. In gr. απαλος vale Tenero, Molle. Tior. 7. 4. Poeta, arcepoeta… Che fa li vierze suoje comm’a l’ov’apole. Cap. San. 48. L’ova che surchie tu so sciacque e apole. Val. Fuorf. 1. p. 66. Comm’a gallina che l'uovo ha fatt’apolo. Viol. vern. 8. Comm’ova apole.
Fig. Senza fondamento. Cap. Il. 7. 9. Mo non siente che nnorchie accossì apole Che non può sape maje che se fa a Napole.
Apologia. Apologia, Discorso in difesa, ed anche semplicemente Discorso, Diceria. Val. Mez. 4. 103. E se non dico buono, responnite, E faciteme quarche apologia.
Apone. Pecchione. Morm. Fedr. 3. 13. 8. Se chiammavano chiste anticamente Fughe, che mo chiammà se ponno apune.
Appaciare. Farla patta, Pareggiare le perdite con quel che si vince.
Appadronato. Dicesi di cavallo, carrozza, cocchiere, per esprimere che non sono da nolo.
Appagliare. Provveder di paglia gli animalì.
Avvolgere nella paglia gli oggetti fragili che si trasportano, e fig. Circondare e stringere coll’affollarsi. Fas. Ger. 18. 6. Accossì fi a la tenna ghie appagliato.
Appagliarese vale Coricarsi per dormire.
Appagliarire. Ridurre in paglia, Intristire, Disseccarsi e ingiallire.
Onde Appagliaruto vale Ridotto in paglia, Disseccato prìma di granare.
Fig. Avvilito, Abbiosciato. Sadd. Bar. 3. 8. Videlo comme sta Speruto, appagliaruto; Mo more ciesso, te. Ciucc. 12. 63. Nche arrevajeno a le case, appagliarute, Ncopp’a li matarazze se jettajeno. Bas. Pent. 1. 8. p. 101. Vedennolo cossì appagliaruto, ascelluto, annozzato e ngottato. E 3. 3. p. 290. Tanto che bedennola Cecio accossì penzosa ed appagliaruta, le disse. E 4. 9. p. 97. Vedennolo accossì mortacino ed appagliaruto. Stigl. En. 11. 22. Appagliaruto comme a pollecino. Morm. Fedr 4. 18. 7. No serpe appagliaruto Pe lo jelo e lo friddo spotestato.
Appagliato. Nome, lo stesso che Mpagliato secondo il Galiani.
Appaldare. Lo stesso ohe Appaltare. Sadd. Tav. de M. 2. 8. (?) Che s’appalda s’appalda a lo treato Pe fa di ca spenne e spanne.
Appalorciare. Fuggir via, Scappare a tutta corsa, e per esagerazione Dileguarsi, Sparire. Stigl. En. 1. 85. Appalorcia a la mmalora Da sta casa mmardetta, fora, fora. E 6. 132. E revotate Le spalle, appalorciaje pe l’aria scura. Fas. Ger. 4. 55. Ma puro nnante Lo pede appalorciava contra voglia. E 16. 35. E bedde ca lo bello cuccopinto Appalorciava mmerzo la marina. Bas. Pent. 1. p. 28. Appalorciaje vierzo lo casale. Cort. V. de P. 6. 1. Non cossì priesto tutte appalorciaro Le stelle secotate da l’aurora. Tior. 7. 4. E mo, vertute, dove si scriata, Dove si appalorciata? E 10. 3. È st’arma agghiajata Ca Cecca è appalorciata. Ciucc. 3. 7. Che botaje vico e se l’appalorciaje E 13. 13. Pegliavano Deverze forme e se l’appalorciavano.
Appaltare. Appaltare.
Appaltarese vale Prendere per se una sedia o un palchetto in teatro, ritenendolo per un tempo determinato.
Onde Appaltato, che si usa pure come nome. Cerl. Clar. 1. 1. Quanta sbattute fanno l’appaltate A chelle cantarinole chiù belle.
Appaltatore. Lo stesso che Appardatore.
Appalto. Lo stesso che Appardo.
Appannamiento. Appannamento, Offuseamento. Cort. C. e P. 5. p. 170. Pe lo sopierchio chiagnere le venne… tale votamiento de capo e appannamiento d’uocchie, che le mancaje la vista e lo sciato.
Appannare. Coprire con panno. Mandr. nn. 3. 10. Chi non vo sentì fieto che s’appanna Lo naso.
Offuscare, Oscurare. Stigl. En. 2. 141. Ma schiarare la neglia io me te voglio Che t’ha la vista toja troppo appannata.
Socchiudere, e dicesi di porte, imposte e simili.
Strofinare e nettare con panno cavallo, asino o simile bagnato, sudato, impolverato. Ciucc. 6. 13. Jere jie cammenanno (un asinello), e no l’aveva Manco appannato quanno tu veniste.
Appannatora. Appannatoio, e fig. Benda. Bas. Pent. 1. 8. p. 102. Quanno deverrianio avere la vista d’aquela… avimmo l’appannatora a l’uocchie. E 4. 2. p. 21. Io mo me levo l’appannatora da l’uocchie e te canosco a la ncornatura. Mandr. nn. 4. 19 A chi spaccasse Pe miezo lo cetrulo ch’è costince, Ma co l’appannatora strenta a l’uocchie.
Panno con cui si strofinano e nettano cavalli, asini e simili bagnati, sudati o impolverati. Spinelli.
Appantanare. Impantanare. Impaludare. Stigl. En. 5. 198. Restaje l’acqua corrente appantanata Da montagne de muorte attaverzata. E 8. 18. Vedo st’acque appantanare.
Appapagnare. Assopire, Alloppiare, e Appapagnarese vale Addormentarsi. Ciucc. 4. 2. Ma sulo carch’auciello s’appapagna. E 6. 2. Appapagnare Tutta la notte non avea potuto. Quatr. Tav. (?) Chi s’appapagna e zompa e bota lato, Sonna mammune, sierpe e coccotrille, È signo ca l’omore è defreddato E n’assoccorre chiù li speretille. Bas. Pent. 1. 7. p. 88. Non appe cossì priesto appapagnate l’uocchie, che ec. E 2. 5. p. 198. Comme vedde appapagnate l’aucielle ncoppa a li ramme. E M. N. 5. p. 281. Dove Ammore… Nce fa la nonnarella e s’appapagna. Cort. Cerr. 1. 22. Non se voleva niente appapagnare. Fas. Ger. 7. 4. Lo suonno… venne… E li bell’uocchie po l’appapagnaje. Perr. Agn. zeff. 3. 2. E penzanno penzanno appapagnaje L’uocchie tantillo.
Apparamiento. Lo stesso che Aparamiento, se non è errore dì stampa. Ol. Nap. acc. 4. 76. Drappe d’oro, vestite, apparamiente.
Apparare. Appajare, Porre in coppia. Cap. Il. 2. 111. Pocca sott’a no stravolo apparate Ponno tirare tutte duje li frate. Ros. Pipp. 1. 6. (?) Vorria che m’apparasse sto scioccaglio, C’aggio perzo lo suoccio.
Apparare lo passo vale Camminar di pari passo con altri, come fanno i soldati.
Apparare no fatto, na costeione, vale Aggiustare una faccenda, Por fine ad una quistione con soddisfazione delle parti. Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/145 lo bello apparicchio. Cort. V. de P. 5. 12. Tutto apparicchio fu de poesia. Morm. Fedr. 1. 15. 5. Mo che se vede nnante st’apparicehio Tene tutto lo munno a lo taficchio.
In particolare Tutto ciò che occorre per apparecchiare una mensa, ponendo, per ciascuna persona, salvietta, posata, bicchieri e simili.
Ciò che si fa ad una tela, ad un tessuto di lana e simili, perchè abbiano buona vista; e fig. qualunque Abbellimento esterno che dia buona apparenza.
Apparo. A paro. Ol. Nap. acc. 4. 6. Le vace apparo Lo figlio Luccio.
Apparolare. Apparolarese vale Venire a contesa di parole.
Val pure Legarsi con promessa, soprattutto di matrimonio. Pag. Fen. 3. 3. Mo staje apparolato E co l’una e co l’autra.
Appartamiento. Appartamento, Quartiere da abitare. Bas. Pent. 4. 8. p. 82. E trasuta drinto l’appartamiento de l’uorco. E 5. 6. p. 176. Cercaje ngrazia a lo rrè n’appartamiento spartato. Sarn. Pos. 3. p. 252. E co tanta appartamiente che nce avarriano potuto stare tre rri de corona. Fas. Ger. 19. 119. Vafrino a la sia Arminia poco scuosto N’appartamiènto asciaje muto segreto.
Ciascuno de’ piani di una casa o edificio, Ciucc. 12. 1. Mente se jea facenno lo castiello E se steva a lo primmo appartamiento.
Appartare. Appartare. Cap. Il. 1. 66. Ma Achille… Piglia e s’apparta da la compagnia.
Apparte. In disparte. Cap. Il. 4. 5. Uscia e Palla, che mo sedite apparte.
Appartenere. Appartenere. Tard. Vaj. p. 90. Eje tanto proprio (l’episodio) e tante concernente ed appartenente a la stessa materia.
Appassare. Passare, Oltrepassare, Superare. Fas. Ger. 15. 4. E sbrannente accossì la facce avea Che na fata appassava de bellezza. Crucc. 7. 11. Appassare Maje non l’ha fatto da li chiù sapute. E 12. 35. De malizia no mm’appassa Manco patremo. Cap. Il. B. 25. Ca tanto cheste appassano li viente Quant’appassa le papare na quaglia. Lo Sagliem. 3. 3. Appasso Rita e Lena a piede chiuppo.
E neutro per Vincere. Fas. Ger. 4. 30. La natura appassa E rose e latte nfacce le refonne.
Appassiolare. Lo stesso che Appassoliare. Cerl. Am. vend. 3. 5. Nfi che chillo milo cannamele se coce e se fa appassiolato mmocca.
Appassionare. Appassionare, Dar passione.
Appassionato vale Preso da passione amorosa, ed anche Parziale, Tratto da passione. Bas. Pent. 3. 10. p. 358. Pe dare… n’allargata a l’appassionato core.
Appassire. Appassire, Divenir passo. Picc. Poes. 100. (1826) Penneno alliniate… Nespole, legnasante, Catalanesca a piennole appassuta.
Appassoliare. Cominciare a farsi passo, come avviene dell’uva, dei fichi, di alcune cose che si cuocono al forno. Rocc. Georg. 4. 65. Rosa secca e quacc’autra mmescapesca De musto cuotto e d’uva appassolejata. Cerl. Sp. cav. 1. 6. Quanno ci saremo appassoliati comme a melacotte.
Appattomare. Rappattumare.
Appaura. Paura, e s’usa nella frase Avere appaura, che scrivesi pure Avere a paura, e nell’altra Mettere appaura, che pure scrivesi Mettere a paura. V. Paura. Liv. Stud. 3. 5. (?) N’avè appaura; matrejeta starrà co di piede int’a na scarpa. Cuor. Mas. 1. 96. (?) E de nemmice avevano appaura.
Appaurare. Impaurire. Trinch. Zit. ngal. (?) Comme quanno è notte scura E te truove pe sse strate. Che no lampo, nsanetate, Te fa luce e t’appaura. E Ab. Coll. 1. 14. (?) Nfodarate, signò, ca m’appauro. Val. Gall. d’Ap. Il. E pareva che stesse a no cantone La ragna tutta quanta appaurata.
Appauruso. Pauroso. Trinch. Zit. ngal. 2. 11. (?) No core nnammorato Sta sempe trommentato, Geluso, appauruso, Scontento sempe sta. Lo Sagliem. 3. 16. No stare appaurosa.
Appeccatora. Luogo nel bestiame vaccino tra il collo e la sommità delle costole, dove si appiccano gli uncini per sostener l’animale quando si squarta. Per ischerzo dicesi dell’uomo Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/147 Appila quanto vuoje, Ca no ammafaro tanto quanto sbulte. Va/. Fuorf..p. 66. Gbi no lo pò senti cb*aggia pacienzea,Che scappila le pecchie e che facce ambola. Fas, Ger. 16. 37. Ma Protone Appelata ped essa avea Tarecchia. Cince. 6. 17. Quanno tutto sso musso noe nietciste Dint’a cbillo m’ozio, l’appelaste; L’apeiaste de muodo ec. (La si. ha appellaste, e sarebbe unico esempio ^ aKendo lo stesso autore scritto appelato, Ciucc. 2. 17.) Cap. Son. 18 Mora senza aprì pertuso Chillo che tutte le pertosa appila. E 69. P’appila na senca rotta J^?33. Restanno co lo tufolo appilalo.
Ostruire, Oppilare, nel senso medicinale. Trinch. Pagl.geL2.5.(ì) Qia.n. no dice na fegiiola Ca Io vo no maretiello.. Si no Tave, se nne scola, Se fa subbeto appelata.
Por riparo, Riparare. Sadd, Patr, Tonn. 1 6. (?) È fegiiola saputa ennorata, Sa fa la colata, E ancora le fete La vocca de latte, E appila e rebatte Li guaje de la casa.
Appelà no pertuso vale Saldare un debito. Sam. Pos. 2. p. 206. Co chille
tornise appilaje qrarche pertuso.
Bas, Pent, 5. A.p. 156. Vinte docate, €he le Tastare ad appìlare (juarche pertuso.
Appeld le pertose co la vammace è Operazione che si fa ai morti. Y. Vammace.
Tacere, e dicesi anche Àppelarsela. Tiar. 4. 26. Si chess’è, appilo. E 6. 24. Nfra tanto io appilo nnanze a te pe scuorno. E2S. Che’cardola o reviezzo o quale cola Che n^appila si dice na parola...? Cap. Son, 126. Donca appilate, che ve scenca gotta. Fas. Ger, 2. 80. Cca se T appilaje isso. Appila ca esce feccia, V. Feccia. Appelariello. Ciò che serve per otturare. Bas. Pent. 1. 5 p. 73. L’uorco.... non tanto faceva pertosa quanta trovavano appelarielle. [La st. 1674 ha appelarelle).
Appelativo. Oppìlativo, Astringente. Tard. Vaj.p. 154. Volimmo dicere, reprecaro chelle. ca songo appelative. Appelazione. Oppilazione. Cori. C, e P. 3. p. 158. Lo cielo sa se pe lo desgusto me b’ò stagnato lo tiempo mio,
ch’ò pericolo de ire nn* appelazione. Tard. Vaj. p. 1^3. No malato che pateva d’appelazione. E 154. Avvertite ca lo malato paté d’appelazione. Appellare Appellare, Portare appello. Bas, Pent. I. 8. p. 101. Sentuto sto decreto, né avenno a chi appellai^ese. ^ 10. jp. 125. S’appellava da sta sentenzia.
Fig. Ricorrere, Aver ricorso. Perr. Agn. ztff. 4. 90. Ma pò sosuto nn*appellaje a le gamme. Imprendere..
Otturare. V. in Appaiare. Appellativo. Usato dal Basile con allusione al noto proverbio Lasciare il proprio per l’appellati vo..Ba5. Pentk. 9.p. 103 Se resorvette de mirare chiù priesto a lo proprio ca a Tappellativo, perchè le stregneva chiù la cammisa che lo jeppone. (Porc, legge appellazione).
Appellazione. Y. Appellativo. Appena. Appena. Bas. Pent. 3. 10. p. 360. Appontatose appena le brache, i.^4. 1. Jc>. 8. E ditto ste parole appena, lo sango se tornaje chiù bivo. Cori. Cerr. 3. 33. Ch’appena le celate se calaro. Stigl. En. 7. 39. L’arba appena spuntaje da l’oriente, Che varie squatre ec. Appennecare. Appennecarese vale Pigliare un leggier sonno. Addormirsi leggermente. Jkppennere. Appendere, Sospendere. Ciucc, 9. 20. Chi a li cuoUe S’appettne..^ 11. 46. Co na nocca appesa. ^, 49. No mutto appiso co no correjolo. J^ 12. 25. La cortella appennie reto a la porta. Perr. Agn, zeff, 3. 8. Lo scuto se tira Da lo vraccio ed a n’arvolo r appese. E 6. 74. Spertosalo, «pò ncanna appiennetillo. (Parla diuna moneta non buona).
Appennere ncanna ha un significa^ to particolare tratto dal costarne di appendere al collo dei rei condannati alia gogna o alia frusta l’ingenere del loro delitto o almeno un cartello che accenni la colpa commessa. Quindi a un padre troppo indulgente pd figlio si dice: Tu lo portarraje app*o ncanna. Cap. Son. 197. Tu tu, chisto se frusta e ba ngalera Co na nzertg de vierze appesa ncanna Ncopp’& ^o Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/149 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/150 io campo co 8t*appi^o. Bas, M, N.^. p, 283. Poóea ha fatto st’appiello, Ila mmattuta sta gìoja.
Onde Fare buono o mah appiello ò Hioscir bene o male in qualche impresa dubbiosa, Fare un buono o cattivo affare. Cori C. e P. 6.p. 176. Venette na fragata co lettere de lo gran duca... che ghiesse a fa no buono appiello a Levante, eomoìo sanno fa lloro. Bas.. Peni. 2. 5.^. 191. E tu pigliate a me, ca farraje no buono appiello. Mofyn. F’edr. 1. 3. 6^ Ca le parze de fa no buon appiello. Fas. Ger, 14. 55. E lo seppe joquà buono Tappiello.
Fine, Esito, Conchiusiqne del fatto. Fas. Ger. 9. 85. Ma de Lesbino sujo fatt* ò r appiello.
Chiamata per nome dei soldati o di altra gente per vedere chi manca. Ed anche Appello nel sign. legale.
ippieanapaime. Lo stesso che Appienneoesiite.
Appienne vestite. Servitore,. Arnese da appendervi abiti.
ippietto. Affanno di petto, Difficoltà di respirazione. Asma. Bas. Pent 4. S.p. 90. E sagliuta la montagna, che le fece pigliare Tappìetto, aspettaje ohe «cesse lo Tiempo. Cap, Son. 34. Tene lo mellonciello ed ha T appietto. Fas. Qer, 17. 59. A paglia oatarro, tossa e apjp ietto.
impazienza^ Affanno morale. Ciucc.,2z L*aute venale fecero Tappietto, Ca non correano.
Appietto. A petto, A fronte. Al paragone. Cori. V. de P. 4. 29. E bedarraje se lo dottò Chiajese Po co ss’autre legidte- stare appietto.
^PPflaglio. Lo stesso che Appelaglio. Cort. Ros, 3. L Tu te miette a V ai^crhie V appilaglio.
Appilare. V. Appaiare.
Appilarlello. Lo stesso che Appelarielta. ^"«. Jtf. jy. 2. p. ^49. A ogne pertuso Truove V appilariello.
^fìpQMÌ!»iie Lo 9te96o che Appelazione,
Appio. Appio. Rocc. Georg. 4. 31. E une l6 ripe r appio e le cooozze..
Appiola. Anthemis nóbilis.
^Wto. Part. pass, di Appennere. S^mOa o simile appesa vale Strada JJfta,. ripida; e. Terra appesa ò una T«rra in pendio..
Appissare. Aizzare, Incitare. Pag. Fen»
ded. Li protetture lloro... non mancar ranno d’appissare li cane a la sagliu. ta. (Cioè Confortare i cani all’erta).
Applauso. Applauso. Bas. Peni. 3. 7. p,
323. Fece fare pausa a V applauso.
Appoco. Lo stesso che A poco, anche duplicato. Bas. Pent. 4. 5. p. 54. Se noe senteva sciuliare appoco appoco.
Appoggiare. V. Appuggiare.
Appojalibarde, Appojalibbarda. Parassito, Chi mangia a spese altrui.
Appojamano. Ciò che serve di appoggio. a chi sale una scala.
Appojare. Appoggiare, anche fig. Ciucc, 12. 39. Na dea vecchia che behea appojata A no dio vraccoUUo. E 62. Le projetteLa mano, e nzi a le grada Tappojaje. Cort. V. de P. 4. 38. E m’addormento Co gran gusto appojàto a no cantone. Bas. M. N. 7. p. 318. Me s’appoja a la spalla. Fas. Ger. 19. 6£. E a na lanza appqjavase pe spasso. E 67. La masca a la manuzza ave appojata. Perr. Agn. zeff» 2. 37. Na scala... Se piglia mmano e T appoja a fe mura.
Applicare. Cap, II. 5. 174. E Palla Dce r appoja Dove a Marte pennea lo;battiqulo. Perr, Agn. zeff. 5. 27. La
spata caccia e nce V appoja ncanna: Appoja la libarda vale Appoggiare
ralabarda. Liv. Part. 1. 20. (?) So bo nute ad appoja la libarda? Appojatore. Appoggiatore.
Parassito, Chi vive o mangia a spese
altrui. Lor. Frai due Ut. 2. 12. Tu si
no scarfaseggia. Tu si n’appojatore.
Tu si na vorzaleggia. Appoiaturo.Appoggiatojo,Braccciuolo.
Bis. Pent. 3. 10. p, 354. LI oco segga
de cuojero co l’appojaturo. Apppnere. Apporre. Tard. VaJ, p. 16.
È nfine miir autre deflette le jevanp
apponenno.
Opporre. Morm, Fedr. 1. 15.’3. Ncé
Io contradisse Lo patrone ngnorànte
che s’appose. Appontamiento. Posta, Convegno, Appuntamento, Concerto. Cort. Cerr. 1.’
29. JonzealoluocodeTappontamiento
E trova] e tutte quante a no pontono.
Fas. Ger. 12. 42.Ederappontamiento
L*ora pe fa la botta è già benuta. Bas..
Pent. 2.,p. 164. De manera che ben» Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/152 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/153 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/154 re, Chi mette altrui colle spalle al muro.
V. Apprettatora.
Appretto. Lo stesso che Apprietto. CaP. Prol. 277. Lassammo sta l’appretto nche te metteno, Ch’ajie da fa lo pedante ogne tre savote. E Son. g. 16. Lassa ss’appretto, Nè da resposta a n’aseno ch’arraglia. E 19. Manco co tanta arraggia e tant’appretta Pigliarrisse sti cane a pettenare. Morm. Fedr. 1. 25. 3. La lassa di, nè se ne piglia appretto. Lo Sagliem. 1. 9. Ca me lieve d’appretto.
Apprezzare. Apprezzare, Ciucc. 1. 30. Chiste la razza nosta no l’apprezza. Cap. Son. g. 18. No l’apprezza sti cacapozonette. E 26. N’apprezzano Marino na spotazza.
Appricare. V. Apprecare. Rocc. Georg. 4. 29. Chi tene n’affizejo besogna che nce apprica. (Oltre l’esser fatta qui piana una voce sdrucciola, notisi il verso falso, cosa solita in questo autore).
Appriesso. Appresso, preposizione seguita da A. Ciucc. 3. 14. Apprieaso a chiato… Venea lo caporetena rejale. E 8. 14. Venite appriesso a me. E 33. St’auto che le sta appriesso. E 9. 14. Jammole appriesso. E 25. De ire sempe appriesso a l’apparenzia. E 12. 19. Appriesso a lloro Nc’era de sonature n’auto coro. Perr. Agn. zeff. 5. 8. Ed io appriesso a te strujo le.scarpe. Cap. Son. 45. Che bace appriesso a l’antequaria robba. E 115. O vuje che ghiate appriesso a le pedate De l’antiche poete. E 133. E schitto a quarcheduno (pensiero) da schifare Vanno appriesso sti chiochiere d’aguanno.
Seguito da De. Perr. Agn. zeff. 1. 67. Joraje Non ghi de li nemmiee appriesso maje. E 5. 7. Correndo appriesso de lo marejuolo.
Anche in significato di Appo, A paragone. Perr. Agn. zeff. 1. 25. Appriesso de chillo, Ch’era alifante, parea no chiattillo.
Ire appriesso e simili vale Corteggiare, Andar dietro per cagion di amore. Cerl. Filos. fort. 2. 15. Tu saje si io so benuta appriesso a te, o tu si ghiuto muorto appriesso a mje. E Pam. mar. 2. 3. E ba appriesso a le femmene d’aute. E Cronv. 2. 15. T’allicuorde ca me veniste appriesso cinco o sei mise? Lo Sagliem. 1. 8. Si foss’io na contessa o na marchesa Puro speruta appriesso ve jarria. E 3. 14. Mannaggia le femmene E chi le vace appriesso.
Dopo, avv. di tempo. Ciucc. pr. 6. Ma paricchie anne appriesso se vedettero. E 1. 38. Lo sentarrite appriesso quanno torno. E 8. 23. E bedo cose ch’hanno d’ascì fore Megliara d’anne appriesso. Tior. 9. 4. Siente appriesso ste canzune. Cap. Son. 67. Fussero accise lloro… E chillo appriesso che te l’ha truffate.
Dietro, avv. di luogo. Ciucc. 8. 5. E po veneano tutte l’aute apprieaso. E 10. 9. Cammenate ca nuje venimmo appriesso. E 13. 36. Veneva appriesso la cavallaria. Ol. Nap. acc. 3. 56. Assestnto da lloro e da la lava Che porta appriesso. Perr. Agn. zeff. 1. 22. Chi le sona appriesso la campana.
Seguente, Che vien dopo. Ciucc. 2. 1. Lo juorno appriesso. E 10. 29. A lo gradino appriesso nc’era Apollo. Fas. Ger. 17, 29. La squatra appriesso è tutta accoppatura. Bas. Pent. 4. 1. p. 9. Decenno che fossero tornate la matina appriesso. Perr. Agn. zeff. 2. 54. Lo luoco appriesso accopare se vede.
Quando ad alcuno che ha raccontato qualche cosa e non ha nulla più che aggiungere si domanda E appriesso? egli suole rispondere Aghe e spingole ngrese, ovvero Veneno li pezziente. La prima risposta allude ad una lunga cantilena di un merciajuolo ambulante, della quale facevano parte quelle parole; la seconda ai nostri funerali, dietro ai quali vanno i poveri di S. Gennaro.
Apprietto. Stringimento, e propriamente si dice delle vie del respiro.
Apprietto de core vale Piccolezza di animo, ed anche Meschinità, Taccagneria, Spilorceria.
Per Angustia, Impaccio, Imbarazzo. Fas. Ger. 8. arg. Co na sbravata se leva d’apprietto. E 11. 13. Ed a despietto lloro Appriette nullo muodo nce nne foro. Pag. Rot 16. 4. Non Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/156 soprattutto de’ fatti altrui. Yott, Sp, cev. 226. L’appurature manco ponD* essere gatantuommene, pecca vann*appurauDO tutte li fatte de Tautre.
Appuzare. V. Appozare.
Appnzata LoRttssoche A/)po>3’a/a. Val,, Fuorf. 1. p. 85. N’appuzata te fa pe ìeveTunzìà. Morm.Fedr. 1. 16.2. Quanno vaje pe lo tujo, isse te fanno N’appuzata e te mostano lo sieggio. Cap. B, 1 15. Uno co uno so le cose pare, Ca si so chiù le faccio n’appuzata.
ipretura. Apertura.
Apretnro. Lo stesso che Apereturo. Cam. ani. (jPorc. 24. p. 9.). Voccuccia de no pier/eco apreturo.
Airile. Aprile. Cap. Son, 40. S’jio fosse a te io 8 puzza ri a st*apnle.
Aprire. Aprire. Dìcesi pure Aperire, di cai si danno qui gli esempi. Tior, 7. 2. Corre lo caporale, ed arrivato Aprette la lanterna. E^. Yecco ca s’apre suhbeto la terra. Stigl. En, 7. 155. De ste doje porte aprea le’mnlascatuH. E 156. Ste porte avea d’aprire Lo rre...Ma<iisse... Apritevelle buje, razza de cane. Bas, Peni, 1. 2. p. 43. Apere la fenestra. E 2. 8. p. 227. Lassanno ditto a lo frate che no l’apera. E 3. 2. p 272. E pigliata sta cascia Taperzero. E 6. p. 315. Aprie )a strata de la bona sciorta d^ essa medesema. (Pòh la si. 1679). E 9. p. 346. Isso tettava e essa (la porla) s’apereva. E 5. A.p. 164. Drinto na scatola, la quale non aprire si non vuoje guaje. E appr. Aperze la scatola. Ciucc. 1. 28. Apierto ch’ebbe l’uocchìe. JE^2.20. Te fit subbeto aprì lo speretillo. E 5. 30. Venne a la porta e la trovaje aperta. SB. 30. Stace co la vocca aperta. E 10. 54. Da quanno nquanno la vocchella apreva. 01, Nap. acc. 19, 53. (?) Tiene aperte le porte a tutte l’ore. Cap II. 3. 89. E assomma le partite a libbro apierto. E SoH. 18. Mora senza.^ri pertuso. Perr. Agn. zefì, 3. 31. momma è la chiave^^ch’apere onne Pfrta.
Aasoluta mente vàie Aprir l’uscio di <^a, Ift porta. Lo Sagliem, 3. 8. Non aprire a nzo chi vene. E. Apre prie. *to. E^appr.. Avite ditto Che n’apro g«ncd ^ buJe. J^iintfr.wn. 1. 13. Apre, ’uellèzza inSa’, famme asservare Si oca
venuto nc’è lo sio Puzillo. Cort, Cenr L 31. Apere priesto, apere patrone* Bas. Peni. 1. 7. p, 88. Essenno già notte non voze aperire. E 4. 8. p. §3. E fatto aprire la sore.
Ed anche Aprire la bottega, il magazzino. Ciucc. 2. 1. Né aveano apierto li cetrangolare Pe bennere l’allesaa e le berole.
Aprire le recchie vale Ascoltare eoa
attenzione. Bas. Petit.2.p.i. A • pre Faurecchie, siente buono. E A. 2^
p. 15^Aprite addonca l’arecchie. Cap.
Son. 225. Apre ss’aorecchie.
Aprire canna. V. Canna.
Aprire Puocchie vale Rientrare in se stesso. Ciucc. 12. 42. L’uocchie avarriano apierte, e canosciute L’arrure, vuje sarrissevo perdute.
Aprire l* nocchie a na cosa o a na perdona vtile Guardarla ben bene, ed anche Porvi la mira, Aver desiderio di farla sua. Cori. Bos, 1..p. 9. (> gn’autra giovenella Nce aprerria tan^ to d’nocchie a’ sto partito. Bas. Peni. 4 l. j?. 9. Lo rre nce aperze l’uocchie. E9.P’99. Aprece buono l’uocchie, videla, contemprala, squatrala.
Fendere, Sparare. Perr, Agn. zejf. 5. 90. Spercia Luca, apre Pone e Rar so sballa. Aquario. Acquario. Tior. 4. 27. E li pisce e r aquario mo fojenno Vanno de r Innia a le nnaurate arene. {^Cosi la st. ). Mandr. ali. 1. 38. Sta nsigno aquario V acqua. Aquateco. Acquatico. Ptrr. Mal. Ap. 2. È,mmescata la guallara... De sangiìigna, d’aquateca e de viento. Aquela, Aquila. Aquila. Aquela mperia» le è ì Falco imperialis; Aquela reale è il F. fulvus; e Aquelu anatrajà è il F. naevius. Ciucc. 10. 32. E n’aquela stea sotta a no pontone. Stigl. En. 11. 175. E co li strille Fece aquela grefagne li froncille. E 181. Gomme a buolo pe r aria vide auzare K’ aquela quanno acciafla no scorzoue.-Pa^. Pen*. 1.8.^. 102. Deverrìamo avere la vista d’aquela.
Si dà volgarmente questo home ad alcune altre specie del genere Falco^
Ligm d’aquela è il legno àeWAgatlochum Qfficinarunt..
Fare t aquela a doje teste o V aquela. Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/158 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/159 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/160 buff. 38. Pe se spassà li frate arcepazzische.
Arcepazzo. Più che pazzo. Pag. Fen. 5 4 Sì pazzo, chiù che pazzo ed arcepazzo. E M. d’O. 4. 4. Pazzo me chiammo, Ed arcepazzo chiammarrajeme appriesso.
Arcepelaco. Arcipelago. Val. Fuorf. 1. p. 45. E da llà me ncaforchio a l’Arcepelaco. E p. 52, Già me vedo sperduto a n’arcepelaco.
Arcepiscopo. Arcivescovo. Tard. Vaj. p. 16. Era na storia auzata uetta netta da chella de l’arcepiscopo de Tiro. E p. 47. E congregarono... piscope, arcepiscope, da fi a cardenale.
Arcepoeta. Più che poeta. Tior. 7. 4 Poeta, arcepoeta, Sciore de Puorto e grolla de Napole. Tard. Suonn. XX. Commo fu coronato l’arcepoeta a Romma. (Soprannome dato al Querno).
Arceporchiacco. Accr. di porchiacco. Tior, 7. 2. Taddeo de le melella, arceporchiacco.
Arceprevete, Arcepreveto. Arciprete. Val. Fuorf. p. 77. Quant’a la casa nc’è, la parte doppia Nne vole, comme fosse n’arceprevete.
Arcera. Beccaccia, Acceggia. Bas. Pent. 2. 5. p. 198. Ad uno ad uno nne piuzaje quanta golane, cardille, reille, fronciile, galline, arcere... e pappamosche erano ncoppa a l’arvole. (Così Porc.; ma le st. 1674 e 1679 non hanno la virgola dopo galline; quindi Gallida arcera è un altro uccello. V. Gallinarcera).
Arcesaputo Più che saputo, Ciucc., 1. 6. Li primme arcesapute arragliature. Cap. Son. 205. Chi non lauda chist’ommo arcesaputo.
Arcescazzato. Più che cisposo. Tior. 10, 2. Co l’uocchie ogne matina arcescazzate.
Arcescigna. Più che scimia. Cerl. Cronv. 2. 15. Scigna a paraggio a me, arcescigna.
Arcesecuro. Più che sicuro. Fas. Ger. 1. 28. Mo comme mo joquammo arcesecuro.
Arcesolissema. V. Chiammare.
Arcesordellina. Strumento da suono. Bas. M. N. 9. p. 340. L’arceliuto, l’arcesordellina.
Arcetorba. Specie di grossa tiorba. Bas. M. N. 9. p, 340. L’arceteorba, l’arcebordelletto.
Arcevecchiumma. Più che vecchissimo. La Mil. 3. 7. St’arcevecchiumma... Ve fa lo nnammorato.
Arcevenire. Più che venire. Fas. Ger. 14. 26. Venga e arcevenga; ma co chisto patto ec.
Arceviola. Specie di grossa viola. Bas. Pent. 3. 10. p. 350. Mettere lo colascione scassato de la vocca mia co l’arceviola de le parole de Ciommetella.
Arcezanno. Accr. di Zanno.
Archeboscetta. Lo stesso che Arcaboscetta. Cuor. Mas. 2. 66. (?) E nce ficero assaje gruosse montune De spate, de pistole e archeboscette.
Archebosciata. Lo stesso che Arcabosciata.
Archebusciata Lo stesso che Arcabosciata. Cap. Son. 61. E pe no cricco de smargiassaria Fujeno a parole e po ad archebusciate.
Archebuscio. Lo stesso che Arcabuscio.
Archemista. Alchimista. Mandr. nn. 5. 14. Ma fece io nchesto fa da n’archemista N’aniello. Pal. Scal. avv. (?) Tesauriste, archemiste e zingariste. Sarn. Pos. ntr. p. 152. A tre cose non se deve credere: a l’archemista povero, a lo miedeco malato e a lo remito grasso. Bas. Pent. 4. 2. p. 17. Lo buono archemista passa lo destellato pe la cennere azzò non piglie de fummo.
Archemmese. Alchermes. Cap. Il. 4. 54. Vesogna che m’accatto L’archemmese pe dareve confuorto. E 7. 2. Li Trojane che steano abbesognuse D’archemmese o jacinto o d’acqua fresca. Val. Fuorf. 1. p. 259. E llà siente l’addore de l’archemmese.
Archetettare, Architettare. Architettare. Stigl. En. 8. 87. Steva archetettato Comme chillo d’Arcadia speccecato.
Archetetto. Architetto. Stigl. En. 4. 62. A Cartagene arriva, e bede Anea Che facea l’archetetto a la cetate. Bas. Pent. 1. egr. p. 151. Senz’essere archetetto fa designe.
Archetettoneca. Architettonica, Arte architettonica.
Archetettoneco. Architettonico.
Archetettura. Architettura. Stigl. En. 1. 103. È tale e tanta la manefattura Che sarrà spanfio de l’archetettura. Perr. Agn. zeff. 3. 77. L’archetettura. S’ave schiaffato arreto la natura. (Così l’ed. orig.). Bas. Pent 3. 7. p. 329. Co tanta archetettura che… la natura se ne corre.
Archetiello. Archetto, Piccolo arco.
Archetto. Parte dell’oriuolo da tasca in cui s’infilza la catenella o il laccio.
Arco da sonare. Stigl. En. 6. 155. E le dà suono… Mo co l’archetto e mo co le detella.
Ingegno da prendere uccelli. Bas. Pent. 4. 5. p. 50. Le scoppette, archette, valestre e bescate de li cacciature.
Archiero. Arciero. Fas. Ger. 20. 53. Da lontano ogne archiero e scionnatore Già già le trommentava a cuorpo franco.
Archimista. Alchimista. Bas. Pent. 1. egr. p. 155. Dove lasso l’archimmia e l’archimista.
Archimmia. Alchimia. Bas. Pent. 1. egr. p. 155. Dove lasso l’archimmia e l’archimista.
Cosa falsa. Fas. Ger. 19. 84. Femmena è sempe archimmia e capo a biento, Ed è na bestia cunca se noe fida.
Architettare. V. Archetettare.
Architetto. Lo stesso che Archetetto. Bas. Pent. 2. 10. p. 239. Fa… sgarrare lo compasso a l’architetto.
Architettoneca. Lo stesso che Archetettoneca. Val. Fuorf. 1. p. 57. Ch’era lo spanto dell’architettoneca.
Architettoneco. Lo stesso che Archetettoneco.
Architettura. Lo stesso che Archetettura. Bas. Pent. 1. egr. p. 155. D’architettura? tornatenne, Eucride.
Architravo. Architrave, e per ischerzo in luogo di Architetto. A. L. T. Adel. mar. 2. 2. Dico a buje, si architravo mio.
Archivio. Archivio. Cuor. Mas. 3. 9. (?) Po facette l’archivio revotare. Stigl. En. 10 41. Si non m’apre l’archivio de Parnaso. Bas. Pent. 3. 3. p. 283. Archivio de tutte le concessiune de lo cielo.
Arcidiaconessa. Titolo della badessa di S. Gregorio armeno.
Arcidiacono. Primo frai diaconi, ed è ora una dignità capitolare.
Arciero. Arciero. Fas. Ger. 20. 10. Nframeza a pede cca quarche perzona Co li cavalle arciere aosata nchietta.
Arcigliola. Lo stesso che Arcegliola.
Arcinfanfaro, Arcinfanfero. Lo stesso che Arcenfanfaro. Bas. Pent. 1. egr. p. 142. L’arcinfanfaro vero de li brave.
Arciolillo. Dim. di Arciulo.
Arcione. Arcione. Cort. Cerr. 5. 19. Che li piette toccavano l’arciune.
Arcissemo. V. Arce. Cap. Son. 161 Ca si non sanno manejà la sferra, Pure sarranno arcisseme sordate.
Arciulillo. Dim. di Arciulo. Stigl. En 7. 162. Musa, da la cantina d’Aleco N’autro arciulillo portarne de vino. Mondr. all. 2. 3. Ma quanno se deva n’arciulillo Sa de muttiette.
Arciulo. Orcio, Orciuolo. Ciucc. 4. Carreco de vrite, D’arciole, de pegnale e d’arvarelle Val. Fuorf. 1. p. 2 O voccale o becchiere o arciola o chicchere. Rocc. Georg. 2. 111. Rape e fasule Ncorfeano spisso e bevono a l’arciule. Cort. Vaj. 4. 30. Nè nce fu arciulo che non devacaje. Bas. Pent. 1. p. 11. Li quale dapò magnare avenno visto lo funno de l’arciulo.
Sonare l’arciulo vale Bevere vino. Cort. Cerr. 1.4. Lo chiù balente A sonare l’arciulo e lo tremmone.
Facce d’arciulo dicesi per ingiuria. Faccia invetriata. Cap. Son. 185. Dimme, sbarvato mio, facce d’arciulo.
Arcivo. Sagace, Industre, Ingegnoso, Amante del guadagno. Sciat. 1. 1. 229. Ped essere astuto ed arcivo, subeto se mparaje de competare scorrenno. Cort. M. P.5. 1. B comm’arcivo, L’addore che sentea de guadagno Dereto le servea d’argiento vivo. Bas. Pent. 4. egr. p. 121. Si de lo quaglio, arcivo e sapatino.
Arco. Arco, istrumento bellico. Ciucc. 10. 23. Armate chi de tareche de ligne Chi d’arche e spate. Cort. V. de P. 6. Addove Apollo jea tiranno d’arco. Cap. Il. 4. 29. Piglia po st’arco, e apierto lo carcasso ec. Fas. Ger. 7. 10 Sceglie na frezza e a l’arco l’acconciaje, E nnenattemo l’arco po attesaje.
Archetto da sonare istrumento di corde. Stigl. En. 6. 155. E co l’arco le deta a tutte l’ore Tocca le corde e telleca li core. Val. Gall. d’Ap. 3VOCABOLARIO
DEL
DIALETTO NAPOLITANO
COMPILATO
DA
EMMANUELE ROCCO
Dispensa 2.Prezzo Lire 2,00
(Proprietà Letteraria)
NAPOLI
Berardino Ciao, Editore-librajo
1882.
Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/167 ARD
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ARE
ma busciardo... perchè abruscia ed arde. E 7. p, 78. Fra tante vutte che
’ s’arderò pe lommenaria. E M. N. 8. p. 832. Quanno s*ardiette Arace» Chiovette da Uà a n’ora. Cuor. Mas. 2. 51. (?) E chi pò dire Lo bene ch’arze co le case scritte. Pe?^. Agn. zeff. 1. 14. Vego na sciaccola ardente.
Fìg.StigL En. 4. 15. Suppreca co chiù ardente grazione. E 26. Arde Dedone chiù che na fornace. Rocc. Georg.. 22. A zzò viento de terra e r acqua e sole No V arda. Cuor. Mas. 2 67. (?) Lo cardenale che non poco ardeva De vede lo remmore accojetato. Cap. IL 1. 39. La canosce a r uocchie ardente. E Son. 49. Lo chiotto... non t’arde Mente a lo studio lo tierapo tu pierde? E 120. Lo chiotto comm’a frittola nce ardeva. Perr. Agn» zeff. 3. 38. Li lossurejuse Che s’arzero p’ammore, so abbrusciate. Tior. 2. 21. Nce trovaje Miozza... Ardiette e disse ec. JFVw. Ger, 4. 56. E comm’a pece L’ardette. (Sottinteso il culo). Part. pass. Arzo.
Ardetore. Operajo che dirige la fusione dello zolfo nei carcarune,
Ardìca. Ortica. Bas. Pent. 1.,p. 28. Commenzaje a gridare comm’a cuotto d’ardiche. Cort, C. e P.3. p. 156. Dinto lo lietto che le pareva chino d’ardi che e de scorze diancine. E M. P. 7. 34. Ncoppa lo lietto che parea d’ardica. Rocc. Georg. 1. 40. Scardesse servaggi ole, ardiche e spine. Fas. Ger. 10. 29. Appilata Stea meza de terreno, ruste e ardiche. Tior.b. 11. Nascerò pe le chiazze ardiche e spine Ceri. Fint. Molin. 2. 8. De V erva molla ogouno se nn’annetta il tu me ntienne; vi si s’annetta nisciuno co Tardica campanara?
Uomo mordace e satirico.
ArdichcUa. Lo stesso che Ardechella. Sciai. 3. p. 250. Na grottaglia de mortelle... e na fontana idraulica co zampillo, a no varvuto scuoglio d’ardichelle. Quàtr. Piscat. a re Ferd. (?) L’ostreche, le carnumme e V ardieh elle.
Ardigno. Ordigno. Bas. Pent. 4. 5. p. 46. E non tegnere de sango Tardigno de morte.
Ardire. Ardire, Ardimento, Audacia. Stìgl. En. 10. 96. E s’isso ha forza, a nuje non manca ardire. Perr. Agn. 2eff. 1. 16. Sciorta non manca a conca ave r ardire.
Ardire. Ardire, Osare. Mandr.as. 3.37. Che nesciun’oramo ardisca De già fraudare ad autre la fatica. Cap. Son. 78. Nesciuno... Aidesca lo vernacchio trattenere. 01. Nap. acc. 3. 50. Nesciuno ardisce fareselle rente.
Ardito. Ardito. Bas. Pent. 5. Q.p. 177. Ardita comme a gallo le responneva da tuzzo a tuzzo. Val. Vasc. Arb. 98. Zompanno allegramente pronte e ar. dite. Stigl. En. 10. 162. E facea chiasse co parole ardite.
Arditolillo. Dira, di Ardito. Perr. Agn. zeff. 6. 8. Duje fegliule de chisto arditolille.
Ardore. Ardore. Bas. Peni. 4. 5. p. 45. Se jocava l’ardore a la galera de lo spa viento. Perr. Agn. zeff. 2. 69. Pe me fare abbrosciare ntra st’ardoit ^3. 75. E te struje comme a sivo nt» r ardure. Tior. 2. 15. Si songo tutto sciamma e tutto ardore.
Area. Aja. Rocc. Georg. 1. 50. Se l’area non stace fravecata... Co astraco.
Arcatella. Lo stesso che ArgateUa.
Arecata, Arecato. Origano. Cort. Va;. 4. 24 Lo pane cuotto le facette... Co affile ed uoglio, arecato, acqua e sale. (La st. 1644 ha arechato, che le poste riori hanno corretto in arecheto).5<tf. Pent. 4. 6.p. 61. E mbottonatola bona de lardo, arecato ed agli e. (Le si. 1674 e 1679 hanno arechato).
Arecchia.Lo stesso che Aurecchia-WCerr. 3. 10. S’appilajeno l’areccbiede vammace. Perr. Agn. zeff. pref. Chi te vo sentì, te senta; e chi no, che scappila l’arecchie co le cliiommarole..BflJPeni. 2.6.p.208.Laqualecosa venuto a l’arecchie de lo prencepe. E 3. 6p’’ 321. Comm’a l’arecchie de l’asenow canosce lo malo tiempo, isso a l’aree chie de Belluccia ec. Ei. l.;3.7 Goffime ve farraggio sentire si starrite co l’arecchie a la casa E 5, 9. p. 198. D» n’arecchia le trasevano, da n’autra le scovano. Siigl. En. 1. 156. E a tante e tante Strillo, faceva arecchie de ^ne^ caute. Pag. M. d’0. 6. 22. Facette sempe arecchia de mercante.
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Google Motare le primme arecchie vale U- scir dall’infanzia, scherzando come se si trattasse di denti. Bas. Pent. 4. 2. p. 18. Ha puosto la mola de lo sinno e toutato le primme arecchie. E 8. p. 80. Li quale avenno motato le prim- me arecchie ec. E M. N. 5. p. 282. E figliolella, e n’ ha mutato ancora Le primme arecchie.
Arecheta, Arecheto. Lo stesso che Are- cata. Val. Fuorf.1.p. 93. E qua scioc- caglio fauzo se metteno, O vero quar- che spruoccolo d’ arecheta Azzd che le pertosa non se serrano.
Aredducere. Lo stesso che Arredduce- re. Sarn. Pos. 1. p. 175. Era ared- dotta a chella meseria. (Lo credo er- rore di stampa).
Arede. Erede. Cap. Il. 5. 53. Ma voglio a pede Sciosciarne a isso e recreja Y arede. Bas. Pent. 4. 3. p. 27. De lo male acquistato non gaude Jo tierzo arede. Pag. M. d’O. 7. 25. Non se pote esse nziemme e figlio e arede... Ca se arede esse vo, non é chit figlio. E39. Co bella arede sia e sanetate. Viol. buff. 27. Sto pazzo... Arede de chil- !’ommo vertoluso.
Aredetare. Ereditare. Stigl. En. 9. 92. Sti duone No nepote che avea |’ are- detaje. Pag. M. d’O. 7. 37. Pe lo figlio che bole aredetare.
Aredetario. Ereditario.
Aredetate. Eredita.
Arefece. Orefice. Bas. Pent. 1. egr. p. 131. Saccio ca non si arefece. Perr. Agn. zeff. 6. 65. Vide... Chillo arefece lla, che beramente E arefece ch’ ar- Tobba chit de Cacco.
Uomo scaltro, Furbo.
Aregano. Lo stesso che Argano secon- do il Galiani.
i Aregenale. Originale, nome e aggettivo.
De Pal. .Trej. Am. 2.5. (2) Lo retratto nne si e |’ aregenale.
Arella. Cella da tenervi una scrofa coi £u0i porcellini. Lat. hara.
Aremo. Eremo. Cap. Jl. B. 17. Che sta ncampagna e sta dint’ a n’ aremo Re- terato, e fa ciento guattarelle. Nov. 8p. 2. 9. Arrivano a Y’ aremo mieze strutte.
Arena. Arena. Roce. Georg. 1. 18. Quan- no la terra 4 secca comm’arena. Jior. 4.27. Fujenno Vanno de 1 Innia a le
nnaurate arene. Cap. Jl. 1.19. Se nne va cuoto cuoto pe |’ arena. E 2. 43. Mazze ha d’ ava chit che non so |’ a- rene. E Son. 65. Az-d che non siem- mene a ]’arena. Ciuce. 6. 31. Che lu- ceno ]’arene comm’a brite. Bas.Pent. 3. 1. p. 261. A la casa mia non man- cano serveture e mobele quanto I’ g- rena. ;
Arenaccia. Contrada arenosa, ed in par- ticolare quella fuori le antiche mura di Napoli dov’é ora la stazione della ferrovia, e dove si soleva e si suole ancora far disfide a pietre. Bas. M. N. 1. p. 236. Jammo, si tu n’ aje voglia , O fore lo Pertuso, O dinto I’ Are- naccia , E lla nce scrapicciammo. EF Pent. 1.7. p. 85. Facenno a pretate a I Arenaccia co lo figlio de lo rre de Napole.
Arenarulo. Polverino.
Arenca. V. Arenga. —
Arenella. Renella. Bas. Pent. 1.1. p. 28. Esce l’Aurora a ghiettare I’ auri- nale de lo viecchio sujo tutto arenella rossa. E 4, 6. p. 60. Chino... de flate e darenelle. E M N.7. p. 313. E gape s’aggio sempre Chiena e zeppa la vor- za.— D’arenella. E p. 325. E pelagre e ponture e arenelle. Zior. 10. 2. Che la zella Me venga e l’arenella.
Per simil. Bas. Pent. 2.7. p.215. Co l’arenella a lo cannarone, che non po- teva schizzare na parola mmardetta.
Arenga, Arenca. Aringa. Fra noi ve ne sono solo salate e affumate, e le prime diconsi Sarache. La Mill. 1. 4. ? Che te ne pare de st’arenga fraceta? Cap. dt, 3. 29. Ch’ io no le farria spartere n’ arenga. Mandr. nn. 2. 9. Ste facce d’arenghe. Picc. Dial. 2. 118. La com- moglia na vesta longa e granna Ch’d guarnuta d’arenche e totomaglio.
Arenga aguata o auvata & quella che ha le ovaje, ed 4 pit ricercata. -
Arsnuso. Arenoso, e dicesi in partico- lare del grano misto di arena.
Areopavo. Areopago. Pag. Rot. 10. 16, Me pare de vedé n’areopavo.
Arera, Arere. Erede, ed anche Prole. Fas. Ger. 17.77. Mmiezo a suogro e marito senza arera. E 19. 64, Ma sar- raje ricco tu e l’arere tuoje. Vott. Sp. i 65. E I’ arere erano duje nepute sule. Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/170 ARG
‘che serve Dove corre chit argiamma. E Pent. 4. egr. p. 123. Che serve tanta -cuoccole ed argiamme. Tior. 7. 1. No nce fa avere la fortuna argiamma. Cap. It. 6.15. Te vene tant’ argiam-
ma. Argiento. Argento. Ciuec. 8.7. Magva
oro, magna chiummo, magna argién- to. F 10. 23. Che na scumma parea a’ oro ed’ argiento. Fas. Ger. 16. 2. Le porte storeate so d’ argiento. Cap. Son. 135. Diceno chente pe parte de ‘quante... E ariento p’ argiento, 0 se- cozzune! FE 200. Va ca l’ argiento s’é scopierto a ramma. Bas. Pent. 1.'7.p. 92. Mmano propria de chella facce d’argiento.
Detto della canizie. Picc. Dial. 2. 118. D’oro Je facce e le capo d’argien- to Teneno. Bus. Pent. 4. 1. p. 8. Li capille d’argiento se fecero d’oro.
Detto dell’acqualimpida. Cort. Cerr. 7.7. L’ argiento muollo co li rimme sgrate Rompeno.
Argenteria , Oggetti d’ argento, ma quasi sempre in plurale. M’aggio mpi- _gnato tutto Cargiento. Perr. Agn. zeff. 6. 65. Vide ca tutte ramma so l’argien- te. Ol. Nap. acc. 4. ‘76. Pezzille, bian- tarie , denare, argiente. FE 79. Ed a cantara nc’erano l’argiente.
Argiento vivo é il Mercurio metal- lo; ed Essere o Parere n’argiento vivo, Avere l’ argiento vivo & Essere irre- ‘quieto, vivacissimo. Cort. M. P.7. 21. Affuffa e squaglia comm’ argiento vi- vo. Zezz. Papp. 7. Era vivace com- m’ argiento vivo. Cuor. Mas. 1. 21. (?) ‘Chesto fuje... Argiento vivo che mese deretg Chih arteteca a lo puopolo nquieto. Val. Vasc. Arb. 32. Argiento vivo, tarco, oro pomiento. ,
Ed anche il Mercurio ridotto ad un- guento. Tior. 8. 2. Chillo prode... Che fa l'argiento vivo a li chiattille.
E l’Amalgama che si pone dietro al- le lastre da specchi. Bas. Pent. 2. 6. p. 205. Ncorpa... I’ argiento vivo ch’ é Puosto a la storza.
Argomentante. Colui che nelle dispute
scolastiche faceva obbiezioni a chi so- steneva una tesi. Tard. Vaj. p. 56. Fa- Te l’'argomentante, l'assestente e chil - lo che nne porta tutto lo piso. Argomentare. Argomentare. Pag, Rot.
eo
we 149 —
ARI
19. 20. Neopp’ a le furme de I’ argo- mentare No juorno le smardaje a San Severo. Tard. Vaj. p. 23. Commo por- riano argomentare li maligne. Bas. Pent. 4. 6. p. 38. N’autro argomen- tava che ec.
Provvedere, Fornire. Dice il de Ri- tis che 8 comune fra i nostri campa- gnuoli; ma )’esempio che ne arreca 6 falso.
Argomiento. Ragionamento per dimo- strare alcuna cosa. Tard. Vaj. p. 18. Anze potimmo sogghiognere n’ autro argomiento. Ciucc. 7. 20. E po te lo pegliaje pe certe bie E co cierte ar- gomiente natorale. Cap. Son. 6. N’ar- gomiento mparaliteco. E160. N& san- no dare |’ argomiente nforma. Bas. Pent. 1.10. p. 118. Facette argomien- to che... fosse la quintassenzia de Ie cose cenere.
Soggetto, Argomento.
Argonauta , Argonauto. Argonauta. OL Nap. acc. 11. 27 (2) N’ argonauto la venne a fravecare. Mundr. all. 2. 17. Figlio d’Arcone argonauta gia nvitto.
Aria. Aria. Cap. Son. 189, A Varia me- za scura. Stigl. En. 11. 181. Comme a buolo pe l’aria vide auzare N’ aque- la. Roce. Georg. 1. 115. Comme lo viento mmoto l’aria mette. Ciuce. 1. 5. Sulo ncielo volaje |’ aria e lo fuoco. E 3. 25. E chi I’ aria e li munte te ntro- navano. £ 7. 40. Ca gia l’aria e lo mun- no 8’ é abbrocato. E 8. 43. Se vedette no cascione Veni pe l’aria. Pag. Rot. 1, 21. N’aria chit chiara de Sorriento e Bico. E M. d’ 0. 10, 1. Ddo sempe nce sciaureja n’aria addorosa. Mandr. all. 1. 33. De notte fa paré chest’ aria rossa. ‘
Mal aria vale Aria che produce feb- bri periodiche ed altri mali. Scrivesi pure Malaria. V.Baja.Perr. Agn. eff 6. 96. Pe le fore morire dinto llane Co Ja mal aria.
Aria di volto, ed assolutamente prendesi per Contegno sprezzante , Sussiego, Prosopopea, Portamento al- tiero. Lo tale me porta l'aria. Sta co Varia soja. Vi che aria che tene.
Rua, Ruga, nelle denominazioni di al- cune contrade, ed anche per Lario, cioé Piazza, Area. Vill. Calusc. p. 106. Tu I’ aria Catalana vince e smacche. Zezz. Papp. p. 5. No quatrillo de l’aria Catalana Caccia porzì la capo da lo sacco. (Vi si tendono pessimi quadri). Val. Fuorf. 1. p. 102. A l’aria de le Pigne se lavorano.
Aria, termine di musica. Fer. Fent. zing. pref. (?) Sapennose buono ca l’arie so azzediente de lo recetativo. Viol. vern. 12. E canta sempe a l’areja de Coviello.
Pe l’aria, oltre al proprio significato, vale anche In conquasso, In iscompiglio, Sossopra. Ciucc. 5. 23. Lo maro va pe l’aria.
Ire la capo pe l’aria vale Aver la testa confusa, Essere stordito.
Ire pe l’aria vale pure Andare alle stelle, Avere gran successo. Ciucc. 14. 57. Fice l’Asenaria, Che pe sto nomme schitto jie pe l’aria.
Nelle imprecazioni si dice Aria per evitare la parola Arma o Anema.
Ariatella. Lo stesso che Argatella. Val. Fuorf. 2. 2. 1. Chisto me fa votare l’ariatella. (Qui fig.)
Mannaggia l’ariatella dicesi per non dire Mannaggia l’arma toja.
Ariella. Arietta, Canzoncina. Fer. Fent. zing. pr. (?) Non sulo a chelle che so arejelle… ma porzì a lo recetativo.
Ariete. Ariete, Montone, ma come segno del zodiaco. Rocc. Georg. 1. 60. Sebbè de ariete è mpresa. Cort. V. de P. 3. 5. Co lo tauro, ariete e crapecuorno.
Ariete, macchina da guerra. Sciat. 5. p. 274. Pe la porta scassata da l’ariete.
Arietta. Arietta. Fed. Beatr. 1. 1. (?) Chest’era n’arietta Ch’io ntese a lo triato. Val. Fuorf. 2. 9. 55. Chella se nn’esce co quarche arietta. Lo Sagliem. 1. 10. Pe sentirte cantare n’arietta.
Arigene. Origine. Sciat. 4. p. 254. Non sapennose da no collegio de miedece l’arigene de ssa cura de marzo. E Mandr. rep. 1. 39. Nè sa l’arigene de male.
Arillo. Grillo; ma il volgo dà questo nome a varie specie dei generi Acrydium, Acheta e Locusta.
Vinacciuolo. Rocc. Georg. 2. 17. E l’uva mpartecolarmente È no tuosseco vero tutt’arille.
Così chiamansi pure i semi di arance, limoni, pere, mele e simili. Bas. Pent. 2. 5. p, 192. Adonanno tutte l’ossa che trovaje de perzeche, de gresommola, d’alberge, de visciole, e de quante nnevinole, e l’arille trovate pe le strate. (Così Porc.; le st. 1674 e 1679 hanno e d’arille trovaje: forse dovrà dire ed arille).
Ario, Aire. Aria. Ciucc. pr. 3. Nc’era juto nzeggetta a peglià l’ario. E 11. 7. N’è l’ario o lo pajese, di’ che buoje, Che non te fa a canosce da la gente. E 12 38. Selleno che bedette ntrovolato L’ario de mala chella. Sarf. Font. am. (cit. dal Mormile). Uh uh che ario allionato cupo! (Alla v. Allionato il de Ritis legge ajero). Fas. Ger. 13. 78. Ma la terra spaccata da chill’arie Le serchie priesto veddese nzerrare. Cap. Prol. 271. Isso è benuto cca pe cagnà ario. Morm. Fedr. 1. 28. 8. E da coppa a chill’ariolo pe l’arlo Le scese li vorpacchie. Pag. Rot. 1. 4. Vide addov’essa sta n’ario gentile. E 7. 5. Me viene a fare cca descurze nn’ario? Ras. M. N. 9. p. 340. Ca l’ario a scherecesse Contrario de la bella antechetate. (La st. 1703 legge airo). Tior. 6. 27. Quale recola maje… Fece cantanno a l’airo cannavola. E 10. 3. Però me chìove sempe e zella e cairo Ca Cecca ha mutat’airo. Cort. M. P. 6 19. Sotta n’airo nè gruosso né sottile.
Mal ario e Mal ario a Baja vale Minaccia di burrasca, anche fig. V. Baja. Ciucc. 10. 50. E co sto riso subbeto sparie Lo mal ario, ch’agnuno s’appracaje.
Quando alcuno ci fa un complimento sul buono stato di nostra salute sogliamo rispondere: È l’ario vuosto; come altrove si dice: Sono i vostri begli occhi. Ciucc. 11. 25. Lo sa ca staje bellone. — È l’ario vuosto. — Chello ched eje.
Arione. Airone, e si distìngue l’Arione janca che è l’Airone maggiore, Ardea alba, e l’Arione cennerina che è la Nonna, Ardea cinerea.
Arista. Lo stesso che Resta.
Aritmeteca, Aretmeteca. Arismetica. Il volgo dice Artemeteca. Mandr. all. 1. 17. L’aritmeteca è n’arte o scienza pura.
Arlocco. V. Arluocco. Arluocchio. Lo stesso che Arluocco. Pag. Rot. 3. 15. Se dovriano chiste arluocchie Pigliare tutte a botta de vernacchie.
Arluocco. Forse lo stesso che Arlotto, e forse il sing. dev’essere Arlocco. Pag. Rot. 10. 4. N’accossì li Cinise de la Cina Arluocche puoje tu di de chiste a paro.
Arluoggio, Arluogio. Orologio. Perr. Agn. zeff. 5. 23. E l’ore conta che l’arluoggio sona.
Arluojo. Orologio. Rocc. Georg. 2. 41. Comme molla d’arluojo o s’arravogliano.
Dicesi di Persona di matura età, e pel suo procedere misurato come macchina o automa, e per allusione ai contrappesi del pendolo, Fed. Pazz. d’Am. 3. 15. (?) No fatillo Pozzo cagnà pe te che si n’arluojo?
Arma. Anima. V. gli es. in Anema.
Arma toja maneca toja è formola con cui si confarma una promessa. Bas. Pent. 1. 6. p. 78. Tiene a mente chello che te dico: arma toja maneca toja.
Arma. Arma, Arme. Bas. Pent. 3. 6. p. 319. Piglianno mmano chell’arma. E 4. 5. p. 45. Le cadette l’arma da mano. Fas. Ger. 20. 52. L’arme che accossì belle a bedè foro. Stigl. En 7. 160. E se fanno accossì ntra le fornace Arme de guerra l’arme de la pace. Ciucc. 1. 17. De volerce fare Comm’a na chiazza d’arme a sto pajese. E 13. 34. Che subbeto veneano a l’arme corte.
Stemma. Ol. Nop. acc. 2. 19. (?) Cagnaje po ss’arma a cavallo feroce. Bas. Pent. 1. 10. p. 117. Che soggellasse co l’arme soje sta lettera. E 2. 1. p. 214. L’arme de la casata soja. E 4. 8. p. 88. N’arma sopra la porta.
Onde Arme de Sciorenza, de Palla, sono le Palle, che in napoletano vale Testicoli. Perr. Mal. Ap. 3. Ch’è sta materia che co beolenza T’ave abbottato l’arme de Sciorenza? E appr. M’hanno fatto ngrossà T arme de Palla.
Ad arma, A l’arme vale Alle armi. Ol. Nap. acc. 2. 85. Na campana Che si se sona ad arma ognuno corre. Bas. Pent. 1. 10. p. 124. Sentenno gridare ad arme.
Sotta l’arme vale Coperto e fornìto delle armi, Di tutte le armi in punto, ed anche Sotto le insegne, Al proprio posto nella schiera. Perr. Agn. zeff. 2. 46. Ca chillo sott’a l’arme era n’Ammore.
Fare arme o arme arme o arme a castiello vale Tempestare, Gridare continuamente. Bas. Pent. 3. 5. p. 304. Miccone faceva sempre arme a castiello, gridanno, ammenaccianno e decenno ec.
Armacuollo. Armacollo, onde la frase A armacuollo che dicesi anche Armacuollo. Fer. Viecch. av. 1. 1. (?) Taccariello… co na cascetta ad armacuollo. Bas. Pent. 3. 4. p. 298. No pettene de lino armacuollo. Ciucc. 10. 29. Le penneva la cetola a armacuollo.
Armaggjo. L’insieme dei pezzi che costituiscono un mobile, un arnese, Armatura.
Ed anche per Arme da guerra, Armatura. Cap. Il. 7. 31. Chisto tenea l’armaggio e la correa De Ritocchio. Stigl. En. 12.74. Tutto l’armaggio… Se ntrotolaje de sango.
Armajuolo. Fabbricante o Venditore di arme.
Armamiento. Armamento. Cuor. Mas. 4. 72. (?) Vedevano cresciuto L’armamiento pe tutte li quartiere E lo puopolo tutto resentuto. Fas. Ger. 18. 42. Portaje… A lo campo armamiente e marenare.
Armare. Armare. t. Cerr. 1. 32. Armateve e mettiteve no giacco. Cap. Il. 2. 18. Priesto, figliule, armammoce… e tutte armammoce L’uno a l’auto decea. Ciucc. 10. 23. Armate chi de tareche de ligne ec.
Fornire, Provvedere, anche in senso morale. Ol. Nap. acc. 9. 58. (?) Armammoce d’ardire e de costanza. Lo Sagliem. 1. 13. De sta pacienzia Aggio d’armareme.
Armare na nave vale Provvederla di quanto è duopo a navigare e a combattere. Bas. Pent. 4. 9. p. 98. Fatto subeto armare na grossa nave chiena de mercanzie.
Armammoce e ghiate dicesi per burlare coloro che propongono alcuna cosa da fare e quando vi si deve por mano si rimangono indietro.
Armare lite, pelea e simili vale Darvi origine, ed è modo apagntiolo. Fas. Ger. 2. 87. E che pe gusto jammo armanno lite? Ol. Nap. acc 1. 61. Lo nemmico de Dio… Che mparaviso armaje la revota.
Armaria. Armeria.
Arme, Armatura. Cuor. Mas. 3. 13. (?) N’abbesogna lassà pure de dire La bella femmenesca compagnia Guarnuta d’ogne sciorta d’armaria.
Armario. Armario, Armadio.
Armata. Armata. Ol. Nap. acc. 3. 81. Se penza de mannare A Napole l’armata ch’era a mare. E 11. 6. (?) L’armata aunesce e face renforzarla; Nch’è lesta, assarpa. Fas. Ger. 1. 78 Pe l’armata de mare ave vecina. E 2. 75. L’armata de mare nce provede. E 77. E si tu pierde cca, friete l’armata.
Per Esercito, sign. oggi più in uso. Ciucc. 12. 8. No greciello Che parea se movesse già n’armata. Fas. Ger. 2. 6. E ss’armata smargiassa Venarrà pe te fa sta terra grassa. E 18. 105. E tanno ntraje la vencetrìce armata. Perr. Agn. zeff 2. 29. Cercannole soccurzo e quarche armata.
Armatazza. Accr. di Armata. Fas. Ger. 2. 76. N’armatazza maje vista alo munno Che pozza a chesta toja mannare a funno.
Armato. Sovreccitato, Preso d’ira. Comme staje armato sta matina!
Armatore. Chi arma una nave o per andare in corso o per commerciare.
Armatura. Qualunque istrumento utensile. Rocc. Georg. 1. 43. Vamme decenno mo qual armature Teneno sempe pruute h massare.
Arma. Ciucc. 9. 35. Co n’armatura Mmano ch’era no spruoccolo appontuto. E 10. 31. Tutte doje co lo sceltro, e tutte senza Armatura. Fas. Ger. 17. 18. Sulo arche e spate songo l’armature. Cap. Il. 7. 34. E a Retaglione… Chell’armatura die cossi famosa. Sligl. En. 1. 131. E chi chello che trova a la ventura Ntra chella furia acciaffa pe armatura.
Armatura. Perr. Agn. zeff. 5. 23. Veccote cca la spata e l’armatura. Fas. Ger. 3 73. Ma l’armatura soja tutta se mese Mmiezo alotrunco. Bas. Pent. 1. 9. p 112. Pigliatose n’armatura e na spata.
Armellina. Insegna dell’ordine dell’armellino.
Moneta detta anche Armellino.
Armellino. Armellino. Val. Vasc. Arb. 85. E le sta rente no bello armellino. Val. Fuorf. 1 p. 55. L’armellino è l’asempio de l’uommene.
Ordine cavalleresco istituito dagli Aragonesi.
Moneta d’oro del valore di due ducati; altra d’argento di cinque grana.
Armenia. Dev’essere Lana o altra materia fina da far tela. Cap. San. 52. Ssa tela è de capizze e non d’armenia.
Armesino Ermesino, Ormisino. Sciat. 5. p. 265. Arvoliajeno no portiero d’armesino russo mponta na forcina. Val. Nap. sc. 22. Auto non bidè ch’armesino e lamraa.
Armetto. Elmetto. Cort. M. P. 4. 17. E scrivere facette A lo masto de cam’ pò no voglietto Ch’ogne sordato se metta l’armetto.
Armezante. Guerriero, Combattitore. Fas. Ger. 1. 39. Facittero vedere a l’armezante Ca prievete maje foro cacaselle.
Armezare. Armeggiare, Guerreggiare. Fas. Ger. 1. 7. La pesciazzosa e pessema mmernata Scompea che l’armezare avea mpeduto. E 64 Si se dace Talea ad armezare. E 20. 95. Autro che ad armezare.
Armiento. Armento. Rocc. Georg. 1. 33. Giove a li sierpe nvocca li veline Mettette, e boze che lo lupo ascesse A arrobbà armiente e pecore. Fas. Ger. 10. 55. E co farina e pecore ed armiente. (Le st. hanno armente). Cap. Il. 1. 31. Chisse no m’hanno a me stincato armiente.
Sorta di belletto, forse corruzione di Orpimento. Cort. Vaj. 3. 7. Verace, armiento, canfora e argentata.
Armiere. Fabbricante o Venditore di armi, ed anche Artefice che presso le milizie ha cura delle armi.
Arminio. Lo stesso che Armellino nel sign. di animale. Fr. hermine.
Armizero, Armizzero, Armizzaro. Uomo d’arme, Armigero, Guerriero. Val. Fuorf. 1. p. 28. Annascuso nce steva llà n’armizzero Ch’era forgiudecato de settenzia. Fas. Ger. 3. 13. L’armizera vizarra no sta muta. E Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/175 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/176 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/177 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/178 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/179 ARE
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43. Ne’ è chi V arrappa tanto no mus«one. Perr. Agn. zeff. 6. 49. Pezzente Co la capo spennata ed arrappato.
Dicesi delle pieghe che fanno le ve«ti e simili. Fas. Ger. 18. 59. Ed arrappato L’è no trobante ncapo conzegnato.
Empir di rughe.
Graffiare, Scalfire, Cincischiare» ed anche Svellere. Mogi. Fed. 3. 6. (?) Si non te piglie patrò Meo t’arrappo. E S. (?) Tu ched aje? Ca t’arrappe e t’accide che nce faje? Lor, Cecch,?. 7. (?) È la femmena mo no varviero Che t’arrappa, te ntacca, te taglia. Fer. FenU zing. 1. 27. (1) Mo te spenno e t’arrappo. Cori. Ctrr. 2. 23. Pe no truocchio e na rarice S’avarria fatto arrappa li mostacce. Gap. Son. 241. Già l’avimmo arrappate co na crasta. Viol. buff. 25. Arrappamille tutte co na ronca. E 26. Nce vo comm’a lo pane... che s’arrappa.
Arrapparese per Venire alle mani. Mogi. Fed. 2. 9. (?) Ca mo venco e le cose nce agghiustammo, E pò co sti miluorde nce arrappammo.
Pelare, Cavar denari con mezzi disonesti. In isp. rapar vale Radere, Tosare, Pelare, ed arrapar Rubare con destrezza. Trinch. Abb. Coli. 2. 6. (?) Mo le brutte e le giallute Hanno pure li patute, E le tosano e Tarrappano E U fanno despeià. Perr. Agn. zeff. 4. 34. Mprimnpo lo Moro la capo l’arrappa. {Qui nel senso proprio di Tosare, Pelare)
Arrappatura. Aggrinzamento.
Arraquaquigliare. Lo stesso che Arrequaquigliaì^e.
Axrasare. Radere. Cap. II. B. 12. Ca nfina pò pe s’arrasà sto cuorno A tanta gente die lo malo juorno. Fas, Ger. 9. 8. Co duje baffune e de varva arrapato.
Rasare, Far lucido come il raso, onde Carta arrasata. Tela arrasata,
Arrassare. Allontanare, Discostare. La formola etrusca arse verse vale Tieni lontano il fuoco. Cori. M, P. 6. 29. La quale no lo voze, e s’arrassaje Gommo si fosse stato n’assassino. CerL Clar, 2. 6. Arrassate, cano ùb Yarvaiia, ca te sbentro pe tutto lo munno.^ Croriv» 2. 9. Arra, arrassate mo. Fas, Ger*
18. 81. E l’arrassaje co le costate rotte. E 19. 66. Nfina da Uà mmoinato fi’ arrassaje. Cap. Son. 58. Arrassate da me. Perr. Agn. zeff. 2. 68. Pecche da me V arrasse, o sciorta nghiusta! E 70. Che già d’Agnano avennose arrassato. ES. 9. Ma quanno no tantillo fo arrassato. Tior. 9. 3. Si lo jelo Te n* arrasse da formiche.
Arrssso Lontano, Discosto. Cori, K P. 6. 29 L’uno è montagna dov’è tanto spasso, L’autra no scuoglio che sta poco arrasso. E Ros, 2 2. p. 33. Chesso arrasso sia ditto. Fas. Ger. 3. 56. Schitto no bosco ave seje miglia arrasso. Morm, Fedr, 5. 1. 1. Arrasso stongo da lo lido. Bas. Pent. 2. egr.p. 256. Che nne tene lo buono sempre arrasso.
Arrasso sia è lo stesso che Arrossosia. Cap. Son. 127. Po, arrasso sìa, se pigliano la mosca. Le vene lo campisemo e l’abbasca. Ciucc. 8. 32. Cheto ghianco Te fanno pare nigro, arra» sia. £^ 1 1. 23. Le venne, arrasso i^, la cacarella. E 12, 10. Lo rre, tremmanno, arrasso sia. Tior, 9. 1. Tanno bello tu redive, Ca vedive Ch’io moreva, arrasso sia. E 4. Non passammo tanto nnante. Che quaccuno, arrasso sia, Me ncantasse Cecca mia. Ceri. Cronv, 1. 4. Che uorco, arrasso sia! E cosi Arrasso stia. Tior. 7. 4. Lasso ire da banna, e arrasso stia, Qhil’r auto che scennette A lo spreffiinno. In questo senso s’usa pure il solo Arrasso. Cap. II. 6. 15. A tata mio lo scrivo, E la lettera, arrasso! non se sperda. Stigl. En, 4. 5. Primma me sparafonna Sautanasso Che ponzare a marito: arrasso, arrasso!
Arrassoseccia. Corruzione scherzevole di Arrassosia, e trovasi scritto anche
«Arrasso seccia. Ceri. Deb. 3. 3. Tasso? Ariosto? arrasso seccia: di questi non me ne servo.
Arrassosia. Stia lungi da me o da noi, Salmisia, e si dice quando si paria di cosa cattiva o si nomina. Mass, sp. I. 1. (?) Cossi Ammore, arrassosia! Taglia e cose mpietto a me. Quottr.Àf. 14. Roseca Cloto e ngiarma, arrassosia!
Diavolo, Demonio. JStigl. Bn. 7. 107. E la facce ch’avea d’arrassiosia.
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Google Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/181 la pipata, se mese a chiagnere e trevolejare, contanno a chillo arravuoglio de pezze tutta la storia de li travaglie suoje. Cort. Cerr. 2. 12. E de carta pigliaje no miezo fuoglio... E fece co l’arrusto n’arravuoglio. Tior. 7. 4. Si le dà n’arravuoglio De quaccosa ch’a tavola è remmaso.
Imbroglio, Confusione, Disordine, Scompiglio. Fas. Ger. 4. 51. Dinto a sti guaje e dinto st’arravuoglio. Sadd. Patr. Tonn. 2. 5. (?) N’aggrisso, no greciello, No mbruoglio, n’arravuoglio. Lor. Am. com. 1. 8. Io me sbotto si n’appuro St’arravuoglio comme va. Tior. 7. 3. Dove, addove si ghiuto, Tiempo senz’arravuoglio e senza ntrico?
Cose prese qua e là senza alcuna regola. Perr. Agn. zeff. 1. 7. Sto pasticcio o menestra o st’arravuoglio. E 6. 61. Le zegarelle fatte d’arravuoglio.
Furto, Sacco. Bas. Pent. 4. 8. p. 93. Mo che so ghiute pe quarch’autro arravuoglio.
Arre, Arri, Arrià. Voci con cui s’incitano al cammino gli animali da soma. L’ebr. arrah vale Cammina. Viol. buff. 44. Cride ca si grann’ommo, e nce vo n’arre. Cap. Son. 144. Nè cacciarele serve o ca faje arre.
Arrecattare. Lo stesso che Recattare.
Remigare a prova, a gara, come nelle regate. Fas. Ger. 15. 12. E bedeano galere e bregantine Arrecattare co boca arrancata.
Arrecchia. Orecchia. Bas. Pent. 1. 3. p. 54. Aveva fatto arrecchia de mercante. (Così la st. 1674; Porc. ha aurecchia). E 3. egr. p. 370. L’arrecchie de sentire Nove fresche. (Porc. ha arecchie). E 4. 8. p. 79. Siateme cortese de no poco d’arrecchie. (Così la st. 1679).
Arrecchire, Arricchire. Arricchire. Bas. Pent. 1. 1. p. 29. E dove faceva fonnamiento d’arrecchire la povertà soja. E 4. 7. p. 77. Ped arrecchire la casa soja de lo bene che desederava. E M. N. 3. p, 263. Dio te guardo de povere arreccute. Cerl. Clar. 1. 10. Quanta marite se so arreccute co li mierete de la mogliera! E Cronv. 2. 15. Quanta nne saccio che se so arreccute accossì. Lo Sagliem. 2.11. Pe potè fa arrecchì na cantarina. Cap. Son. 159. Le rrobbe che te fecero arricchire. Ol. Nap. acc. 4. 72. Qua casa s’è arreccuta.
Arrecciare, Arricciare. Arricciare, Increspare, Rizzare. Perr. Agn. zeff. 2. 86. Arrecciare se sente ogne capillo, E no piezzo restaje comme a cestone. Fas. Ger. 4. 30. Chiù l’arriccia lo viento e se nce spassa Nfra li belle capille. E 13. 41. Se l’arriccia la carne. Ol. Nap. acc. 2. 53. S’auza no lamiento Che li capille te facea arrecciare. E 4. 1. Arreccià te faceano li capille.
Arrecegnare. Arrecegnarese vale farsi arcigno o cagnazzo per freddo, dolore o altro che faccia contrarre il viso. Tior. 1. 4. Ad allegrare Le gente pe lo friddo arrecegnate. E 4. 21. Ma quanno le carnumme se rascagna, Pe dolore essa chiagne e s’arrecegna.
Fig. Attristarsi, Addolorarsi. Tior. 1. 26. Ca t’arrecigne, o core, e rieste affritto ec. che faje? Bas. M. N. 7. p. 210. Comme st’arma è speruta e arrecegnata.
Arrecegnire. Lo stesso che Arrecegnare.
Arrecenire. Lo stesso che Arrecegnare. Bas. Pent. 4. 2. p. 22. Trovaje chella sbentorata figliola a lietto perciato, accossì conzomata ed arrecenuta, che non aveva si no l’ossa e la pella.
Arrecentare, Arricentare. Risciacquare in acqua schietta ciò che si è lavato col ranno, come pannilini, stoviglie, ecc. Quatr. Rec. 1762. (?) Nce vide na maesta Che lava ed arrecenta. Cant. 2. 6. (?) Chi te scopa e chi annetta, Chi lava e chi arrecenta, Una fa la colata e l’autra spanne.
Fig. Abbellire, Adomare. Quattr. Ar. 88. Comm’a na stola de lo cravonaro Jereve tente, e ss’ommo de buon core Tanto v’arrecentaje, ca pe l’addore De fravole parite no panaro. (Parla alle muse).
Arrecentata. L’atto di arrecentare. Sorta di belletto, forse lo stesso che Argentata. Eust. 1. 8. (?) Le bide Nzubbeto che se soseno A sceregare e tegnere D’arrecentata e russo E cientomilia stroppole. Arrecettare, Arricettare. Dar ricetto, Accogliere, Raccogliere. Fas. Ger. 1. 90. E gente a furia dintro nce arrecetta. E 11. 80. Corre l’asta pe l’ajero la staffetta… Lo povero Seggiero l’arrecetta E le resta pe canna trapassata. Tior. 1. 48. Tu li mpise arreciette ed io le pene.
Collocare, Disporre. Fas. Ger. 20. 10. D’abbentoriere po na squatra bona Face… e l’arrecetta Nnesparte arreto a lo lato deritto.
Frenare, Fermare, Arrestare. Fas. Ger. 3. 53. S’arrecetta Rinardo che l’ammice avea vottate. E 7. 102. Passa porzi lo giacco (la saetta), e s’arrecetta Ncoppa le carne nche l’avie toccate. Cap. Son. 110. Vuoje vedè lo rociello arrecettato De la petrarcaria? sona sto cuorno.
Rassettare, Acconciare, specialmente per dormire, e in questo senso s’usa più spesso Arrecettarese. Cort. Cerr. 2. 28. Lo capo lloro… Che s’era arrecettato co le gente. Fas. Ger. 2. 57. S’erano arrecettate, e poco nc’era De juorno. Ciucc. 9. 28. Mo nce arrecettammo, Ca pe direla stammo stracquolille. E 11. 36. Dint’a la tana, addò s’arrecettajeno Pe nzi che la matina non s’auzajeno. Lo Sagliem. 3. 7. Quanno tutta la gente è arrecettata.
Riposare, Aver posa, Trovar posa, anche collo stesso costrutto. Fas. Ger. 10. 78. Ognuno alliegro va a ronfoneare; Boglione penza e non po arrecettare. Ciucc. 5. 33. S’ammoscia, se fa n’uoglio e s’arrecetta (Qui fig. è detto del mare). E 14. 12. No po de muro s’ha da zompare, e po nce arrecettammo. Olint. 3. 1. (?) Vi ca io chiù n’arrecietto, Tenco mmota lo cerviello. Gilard. Vent. 2. 11. Che sto core int’a le pene N’arrecetta, n’arreposa. Cap. Son. 242. Ammice, arrecettammoce pe mo.
Rassettare, Porre a sesto, come Arrecettare na stanza, no quarto.
Allogare, Collocare in matrimonio, Olint. 3. 1. (?) So zetella io poverella me voglio arrecettà. Cuor. Mas. 7. 5. (?) E pe me fa la dota E poterme co nnore arrecettare Steva co lo cerviello sempre mmota. Pag. M. d’O. 8. 23. Ca ssa nepote mia s’è arrecettata.
Mandare all’altro mondo, all’eterno riposo. Cap. Son. 213. Cossì l’arrecettaje la malatia. E Il. 5. 6. Ca quanto chiù nce arresce e chiù s’appretta, Comm’a sti duje, chiù priesto l’arrecetta. Fas. Ger. 4. 44. Che patremo li ciele arrecettaro. E 19. 9. La morte t’arrecetta.
Divorare, Dar lo spiano. Ciucc. 8. 37. Magna comm’a no conte e nn’arrecetta No gallodinnio co no sfarzetiello. Nov. Sp. 1. 13. Po co poche assarpate fatte a gusto T’arrecettava tre quarte d’arrusto.
Dare il sacco. Ol. Nap. acc. 16. 5. (?) Nce arriva lo nemico e nce arricetta, E nzo che l’è restato nne l’annetta.
Rubare. Cap. Il. 5. 9. Se nne jette P’arrecettà le fibbie a chill’acciso. E Son. 8. O quanno arrecettaje la Someglianza? (Qui è furto letterario).
Far la ricetta ad un infermo.
Arrechiarare. Dichiarare, Manifestare, ed anche Protestare. Nov. Sp. 1. 29. La sera nce le mosta e s’arrechiara: Chi vole zuccariello non ha pane.
Arrecietto. Ricetto, Posa, Requie, Riposo. Fas. Ger. 4. 48. Stette trebbolato Sto core, e manco nzuonno app’arrecietto. E 91. E le dace no poco d’arrecietto. E 18. 69. Na lanza… Uno nfila a li scianche e n’autro mpietto, E po nfacce a no muro ascia arrecietto. Perr. Agn. zeff. 4. 73. Viene a peglià no poco d’arrecietto. E 6. 12. Tanto che po non trova chiù arrecietto.
Arrecogliere. Raccogliere. Cuor. Mas. 7. 5. (?) Lo povero messere, ch’arrecota Nn’aggia l’arma lo cielo, ec. Perr. Agn. zeff. 3. 21. Tutta la forza a l’utemo arrecoglie. E 6. 30. Seje carratielle De vino arrecogliuto p’onne casa. Lo Sagliem. 2. 11. De lo benfare Chest’arrecoglio? Bas. Pent. 5. 6. p. 177. Addonca… arrecoglio male ped avere semmenato bene.
Riscuotere denaro.
Oltre Arrecuoto, vi è anche il part. Arrecuoveto e Arrecuovoto.
Arrecojare. Trovar requie o calma. Tior. 9. 3. Io non pozzo arrecojare.
Arrecomannare. Raccomandare. Bas. Pent. 1. ntr. p. 17. Co n’autra lettera l’arrecomannaje a n’autra sore. Cort. ARR
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ARR
Cerr, 4. 18. Lo rre s’arrecomanna graanemeate
JjTecomannazione. Raccomandazione. Arrecommannare. Raccomandare. Ce^rL Cronv. 3 l-T’arrecommanno l’onestà toja.J?appr.T*arrecomrnanne a chillo ritratto e scanze lo pericolo. {La si. ha arreccomanne) Cap. Il, 1. 37. A bona compagnia Tarrecommanno. ^ Son. 68. M’arrecommanno a san Gregorio. Viol. vern. 2. A chi m’arrecommanno..? Arrecommannazione. Raccomandazione. Sadd. Mar, Ch. 2. 14. (?) Pe chi farrà st* arrecommannazione? Ceri. Clar. 3. 3. Quanto fa na lettera d’arrecommannazione! Arreco minanaizia. Raccomandazione, Commendatizia.
Arrecordare. Ricordare, duce. 7. 16. T’arrecuorde, ammecone caro mio, Sett’anne arreto ec. Lo Sagliem. 3. 10. Senza de me chiù affatto arrecordarese. Bas. Peni, l. 3. p. 49. Non se arrecordava maje ch’avesse riso. Arrecriare. Lo stesso che Addecriare, Sam. Pos, se, p. 318. No venteciello che te arrecrejava.
Arredacere,Arreddacere.Ridurre. T’arca. Vaj,p, 107. E le granne.... T arredduca e faccia parere piccole. Bas, Pent. 3. 4.^. 299. Se lassaje arreducere de scennere a bascio. E 4. 3. p. 34. La vregogna... nce aveva arreddutte de foire la vista de V uommene. J^lO.p. 1 14. Se vedde male arredotta. Ep. 17. L’aje arreddutta a coppola de notte. Cap, IL 1. 66. Ma che s’arredducessedfa ste gnagnere No capo aruojo, chi lo credarria!^5.30. Palla lo ntese, e forza le die tanta Ch’a l’essere de primmo Tarredduce. E Son. 214. E comme si arredutto. Cuor. Mas. 3. 17. (?) Pe bedere lo puopolo arredutto. Morm. Fedr. 1. 21. 1. Maro a chill’ommo che da n’auto stato La fortuna arreduce nchiana terra. Val. B^Mrf. L p. 68. St’ossa arreddotte comm’a preta pummece. Mass. sp. 5. (?) Ma nce pensarraggio io de l’arredducere. duce. 2. 26. Uh sfortonato, addove so arreddutto! Arrefelare. Rifilare, Assottigliare tagliando le estremità, e si dice in particolare di panni e di libri che si vo gliono ritondare. Ma^ss, sp 1. 1. (?) Comme stongo arrefelanno Chisto panno, gioja mia, Cossi ammore, arrassosia! Tag^lia e cose mpietto a me.
Secondo il de Ritis vai pure Raffilare, Raddrizzare.
Percuotere, Bastonare, anche con varie accompagnature. Fer. Fini, zing. 1. 7. (?) Che buò che t’arrefile lo cottone? Cap. Son. 207. Che buò che t’arrefilo e te dia l’uorgio ec? Ciuco, 2, 22. Jate a trovare masto Giorgio Che co na mazza v’arrefile l’uorgio.
In gergo vale Dare, Donare. Occ, 3. 3. (?) Se si arzeneco! A te mo che sarria ra’arrefelasse Co na meza pagaotta No poco de joncata e na recotta?
Mordere, Mormorare, Sminuire la fama, e vi si aggiunge lo vestito ^ li panne e simili. Pag. Hot. pref. 7. Schitto ve preo... de non fareme arrefeli lo farrajuolo.
Per rem habere. Arrefelata. L’atto deW arrefelare. Arrefenire. Rifinare, Cessare. 01. Nap, acc. 8. arg. (?) Se more Luccio, e Milla n’ar refina De chiagnerlo. Cani. 1. 10. (?) No cierto dolore Me tene trommontata e n’arrefìna. J^ 2. 14. (?) Ma a Napole, lo cielo te nne scanza, Ca n’arrefìna maje.
E in forma attiva. 01. Nap. acc. 16. 90. (?) Mo arrefina Sto chi auto. Arrefonnere. Lo stesso che Refonnere.
Soggiungere, Replicare. Perr.Agn, zeff. 6. 38. Va, figlio mio, ca si scopierto a ramma, Marte arrefonne. Arrefrecaglia. Lo stesso che Refrecaglia. Pag. Rot. 19. 5. È lebberaletà de cavaliero Cedo chiù priesto che fa arrefrecaglia. Arrefreddare. Lo stesso che Addefreddare. Ciuco. 12. 30. Se T asciuttai eoo miezo arreficeddato. Lor. Cors. z. 4. E fa lo fatto tujo Primmo che m’arrefreddo. Arrefrescare. Lo stesso che Addefre" scare, i^Cittcc. 9, 11. E parea che se fòsse Uà fremmato P’arrefrescarse e pe prova lo vino. ^ 14. 26. E la matina... Pe la marenùa te V arrefrescavano.
Arrefirettere. Lo stesso che Refrettere* Arregalare. Regalare. Zin, Fan, burU 2. 15. (?) Tu gran mpigno Nce aje co sso conte; creo Che chillo t’aggia arregalata buono. Ol. 2. 3. (?) E si poje Me vuoje arrogalà, si lo patrone.
Arregattare. Fare la regata. Tard. Vaj. p. 37. A li juoche stimmie… s’arregattavano le barche.
Arregestrare. Registrare.
Arreggenire. Arruginire. Stigl. En. 7. 158. Co na cotena l’arme arreggenute S’allustrano.
Arreggerare. Lo stesso che Reggerare.
Arreggiuto. Ruginoso, Irruginito, e fig. Rozzo, Rustico, Incivile. Cort. Vaj. 5. 27. Ca sta spata è arreggiuta e non s’arranca. Bas. Pent. 2. 4. p. 183. Chiuovo arreggiuto che mpezzato a l’arvolo… lo fa seccare.
Arregliare, Arrigliare. Nitrire per libidine inalberandosi, detto del cavallo; e per estensione Essere in caldo. Cap. Son. 17. Sacce ca sso Cecropo quanno arriglia Tutta na cosa l’è l’erva e la paglia.
Arregnare, Arrignare. Ringhiare, Digrignare. Bas. Pent. 3. 1O. p. 361. Arrignaje li diente. (Il de Ritis legge arrenghiaje).
Arregnare. Regnare, Dominare; anche fig. per Prosperare, alludendo al qui vivit et regnat, Bas. Pent. 4. 6. p. 61. Lo cielo te pozza mprofecare sempre… che puozze sempre arregnare ed ire nnante. E M. N. 9. p. 343. O che puozze arregnare Maje sempe, ca m’aje dato No gusto da stordire. Sarn. Pos. sc. 320. Stupennose comme dinto a l’acqua arregnasse lo fuoco. Ser. Canz. (Porc. 24. p 166). A chella faccia bella aggrazejata Addò fede, vertù, modestia arregna.
Per lo stesso che Arrognare è nel Galiani alla v. Zabbadeo.
Arregolare. Regolare. Ciucc. 10. 11. Ve potite Arregolà comm’è la costomanza. Val. Fuorf. p. 123. Mo è na confusione senza l’ordene, Pecchè non saje comme arregolarete. Stigl. En. 10. 55. E arregolaje pe tutta la nottata Lo temmone e le bele. Val. Mez. 1. 9. Ed azzò viva ognuno arregolato Comm’a le forze c’ha, comm’a lo stato. Cerl. Cronv. 2. 6. Ne? e mo m’arregolo io.
Arrejere. Reggere, Sostenere, ed in particolare Far che la barca non urti in terra o nella nave a cui si abborda. Mogl. fed. 1. 2. (?) Arrieje, arrieje, sepponta sso vracciullo; Zompa nterra, Nardullo; Mantiene la falluca. Sadd. Tav. de M. 1. 2. (?) Arrieje, ca se rompe Lo struppolo, e se nn’esce Lo scarmo.
Arrejescire. Riuscire. Sadd. Bar. 1. 11. (?) Bello negozio aje fatto. Si t’arrejesce.
Arremediare. V. Arremmediare.
Arremennante. Asino. Letteralmente: Arri innanzi a me. Viol. buff. 5. E tu, puorco mmerduso, arremennante, Te miette a ghi nfammanno li nnoziente?
Arremescare. Mescolare; e fig. Arremescarese per Ingerirsi, Prendere ingerenza nei fatti altrui. Mil. Sp. inc. 1. 8. (?) Si nepote. Non te i arremescanno, Ca so piazze pigliate. Sadd. Tav. de M. 3. 12. (?) Cottico porzine Se vaco arremescanno?
Arremettere. Rimettere, Sottoporre, Compromettere in alcuno. Cort. Vaj. pref. XIV. M’arremetto a la sprofonna cortesia de vuje, letture sapute. Am. Gem. 1. 7. Se so li prìmme smargiassune… arremisse a me.
Arremiso, Arremisso, Arremmiso, part. pass.
Dimesso, Rimesso, per timidezza rassegnazione. Arch. 2. 2. (?) Ciucce ca non ve teneno Semp’arremesse e co li cauce nfacce. Cant. 3. 11. (?) Veccote Ciccio Arremisso e pentuto. Fas. Ger. 4. 64. Nne restano arremmise. (Qui per Contento).
Ammirato, Stupefatto, Interdetto, Sospeso. Pag. M. d’O. 14 40. Cossì disse Mortella, ed arremisso Lo parentato se lecenzejaje. Fas. Ger. 5. 32. E resta llà arremisso. E 7. 116. Ma sorriessete restano e arremisse. E 14. 40. Mpontano stoppafatte ed arremisse. E 20. 24. Dice a quarcuno po che sta arremisso: Che malanno aje?
Arremmediare, Arremediare. Rimediare, Dar rimedio fisico o morale. Bas. Pent. 1. 1. p. 30. Mo si ch’arremmediarrimmo a le brenzole, petacce e peruoglie. E 2. 2. p. 169. Qualunque perzona avesse arremmediato a lo male de lo prencepe, s’era femmena nce l’averria dato pe marito. E 3. 4. p. 302. Arremmediare a le furie de no core sdegnuso. Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/186 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/187 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/188 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/189 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/190 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/191 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/192 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/193 re. Pag. Rot, 18. 18. Quanno arroccbiave tanta melejune Potive -prattecà chesso ch’aje scritto? Citicc. 13. 7. Sì lo grano pe miezo a le campagne Le formiche arrocchiavano e stepavano.
Rubare. Fas. Ger. 2. 9. crestiano fu chi l’arrocchiaje, lo cielo no mmoztì ec. Bas. PenU A.^egr, p. 122. E perzò a sto pescare È puosto vario nomme: Arrocchiare, afifufifare, arravogliare ec. Sadd. Patr. Tonn. 2. 11. (?) Se fa na cofecchia, S* arrocchia e scervecchia, Se tira a gabba. Tard. Yaj. p. 61. Quanto da le patrune lloro le vene donato, o vero che lloro arrocchiano a le patrune. Tìor 4. 32. E mo na caudarella, e mo t’arrocchia N;i concola, no trepete e na secchia? E IO. 1. Tu che li core arruocchie.
Arrocchiar ei>e vale Unirsi in più, Far capannelli, Raccogliersi, Assembrarsi.
Arrogante. Arrogante. Fas. Ger. 10. 76. E smaccà l’arrogante Sarrà arte lloro. Cari. V. de P. 1. 33. Vo vedere sta gente commo vaglia, Pecca è tanto arrogante, a la vattaglia. Bas. Peni. 2. egr, p. 254. Ntrammettìero, arrogante, mpacciariello.
Jbrroganza. Arroganza. Fas, Ger. 11. 62. Che parla a Solemano co arroganza. Bas. Peni. 4. 10. p. 117. Era castico de lo cielo pe T arroganza e Boperbia ch’aveva mostrato. Mandr ali. l. 12. E chi (procura) scegli rse eommeche arroganze.
Arroggenire. Arruginire. Stigl. En. 6. 89. E dinto a sso varcone arroggeBUto Passarne a Tautra ripa.
-Arroggire, Arrugglre. Lo stesso che Arrozzire. Fas. Ger. 4. 6. La cincorenza arroggiuta e pesante. E 17. 92, Nò Tarme fa arroggire. Mandr. rep, 4. 7 Vocca de drago ed arroggiute diente. Val. Fuarf, l. p. 128 Stanno tutte an*oggìute e miserabe1^. Palm. Poes. p. 132. Venne Tauto juorno No meluordo arroggiuto. Yal. Fuorf. 2. 9. 34. Stanno tutte arruggiute e arraganate, Non sanno comme fare pe fa grimma.
Arrognare. Arrognarese vale Restrin** gersi, Raggricchiarsi, e d^tto delle
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membra, o della persona. Rattrappirsi, Rannicchiarsi, Raccorciarsi. Cap. Son, 38. Tutto quanto s’arro* gna e s’arrepecchia. E (?). E f^e li vierze ncoppa a la zampogna. Dimme pecche se stanne e pò s’arro- 1 gna.
Arroico, Arrojeco. Eroico. Fas. Gtr.! 2. 22. Papocchia arroica, lo mttodoj aje trovato De fa perda a lo vero lai parola. Ciucc.pr. 3. Che truove dinto a sto poemma arrojeco. Po^. JLl d*0. pref. 14. Co na ver tu veramente arrojeca. E 15. Co che arrojeca costanza ec.
Arroina. Rovina, Ruina. 01. Nap.tuc, 2. 70. St’arroina Mo mettere farrà le cose a siesto.
Arroinare, Arrojenare. Rovinare. Ceri Deb. 1. 11 Chiano ca m’arroine.^ Clar, 1. 3. Ve volite arrojenàpeto femmena? E Cronv. 1.8 Marzo!’»•’ roina a cheste Uoco. E 2. 19. Oh arroj enate nijel Perr. Agn. zeff. % 57. Sio re,siarrojenato. Cori. Cerr.h 32. Priesto, ca si ramo tutte arrojanate. Sarn. Pos. 4. p. 274. Li vestite erano accessi arrojenate che te cadevano da cuollo. Bas. M. N. l.fn 312. E chesto t’arroiua. Val. Fuorf* 2. 3. 5. Lo nobbele non pò (spendere)^ sta arroj enato. duce. 5. 16. Giàsimmo arroj enate:
Arroisemo. Eroismo. Pag. JRot. 3. 5. Porta Tommo chiù Uà de rarroisemo*
Arroje. Lo stesso che Aruo/o. Fas. Ger. 2. 80. Accommenzaro No zo2omr8i vascio chille arroje.
Arrojeco. V. Arroico.
Arrojenare. V. Arroinare.
ArroUare. Arrotare, Ascrivere nel ruolo. Fas. Ger. 1. 54. Roggi ero BanM" 1 villa nc*ò arroUato. ìET 19. 123. E oche more uno, subbeto ò arroUato N* antro bravo e baiente comme ad isso.
Arrompere. Rompere, e in particolare I Fare la prima aratura.
Arroncare. Arroncare.
Arroncegliare, Arroncigliare. Arrondgliare.
Arronohiare. Lo stesso che Arrognare’ duce. 14. 5. S*arroncliiano le braccia e se nne fanno Doje scelle, ^o^. M N. 4. p. 277. Che pozzate arronchiare Comme cotena dinto a li craTune. E Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/195 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/196 Arruggire. V. Arroggire.
Arruina. Lo stesso che Arroina.
Arruobbo. Furto, Rubamento. Cort. C. e P. 8. p. 203. Che ha da fa lo nore co l’arruobbo? Fas. Ger. 2. 21. Io co ste mano Fice l’arruobbo. E 24. Nzomma l’arruobbo è ghiuto; aje chi lo fece. (Qui vale la cosa rubata). E 25. Si be n’è arruobbo, nè nso mariola. E 19. 55. Perchè a l’arruobbe date li frabbutte. Perr. Agn. zeff. 6. 60. L’arruobbe po de li cetrangolare.
Arruocchio. Capannello, Radunamento dì pochi.
Furto. Cap. Il. 5. 117. Sto vacaviene dette tiempo a chille De franchejà li muorte da l’arruocchio.
Arruojo. Eroe. Pag. Rot. 7. 26. Addò gra rri e monarche e arruoje nce aviste. E 27. Rri, monarche ed arruoje a melejune.
Arrusto. Arrosto. Morm. Fedr. 4. 11. 3. O che belle pasticce e belle arruste Se fa passare pe lo cannarone. Cort. Vaj. 1. 11. Coloritelle propio commo arrusto. Perr. Agn. zeff. 6. 31. De l’arrusto Bacco nfi a ncielo sentette l’addore.
In contrapposizione di Fummo vale La sostanza, L’importante, Ciò che ha valore. Morm. Fedr. 3. 17. 10. Che se pasce de fummo e non d’arrusto. Cerl. Clar. 2. 8. La contessina… vo i ngattimma; l’amico cesare averà l’arrusto e voi lo fummo. Fas. Ger. 4. 72. Mo me lieve lo regno, e fummo e arrusto.
Arrutto. Esperto, Scozzonato. Cap. Il. 5. 16. Scamantro, cacciatore arrutto.
Avv. Speditamente, Sollecitamente, Difilato. Cap. Il. 2. 18. E ghiate arrutto a mmestere la chiazza.
Arsiccio. Arsiccio. Rocc. Georg. 1. 42. E lo terreno, si lo vide arsiccio, Fa vute.
Arte. Arte. Quatr. Faren. 1765. (?) Aserzetammo st’arte Co li contante e carte. Mandr. all. 1. 9. Mparà me voglio a sto pajese l’arte liberale o le servile. Cap. Son. 4. Mo serve, frate mio, l’arte e lo gniegno. E 238. Venga a mparà da te l’arte d’Arazio. Stigl. En. 12. 93. Nè se curaje co le chiù nobel’arte Farse de sieggio co li quattro quarte. Val. Fuorf. 1. p. 236. E tutte l’arte a sta cetà se trovano, E l’arte leberale e le meccaneche. Ciucc. 13. 22. Ca essa avea st’arte a le mano. E 14. 55. Da chi po st’arte leggia trapassaje A chill’aute mposture de Romane.
Stare a l’arte, Mparà l’arte vale Stare a bottega come fattorino per apprendere l’arte o il mestiere.
Metterse a l’arte vale Esercitarla. Bas. Pent. 2. 10. p. 245. Fatica, fatica, miettete a l’arte, trovate patrone.
Non tene nè arte nè parte è frase comune coll’ italiano. Cerl. Cronv. 2. 19. Signò, non avimmmo nè arte nè parte.
E cosi Chi ha arte ha parte. Bas. Pent 4. 2. p. 18. Chi ave arte ha parte.
Fare sempe n’arte vale Fare o Ripetere sempre le medesime cose. Morm. Fedr. 3. 16. 6. Ca facea sempe n’arte fitto fitto. Cap. Il. 4. 5. Ma tutte doje facite sempe n’arte.
E così pure dicesi Fa sempe n’arte a chiovere per Piovere del continuo.
Artifizio, e spesso in senso di Mala arte; ed è comunissimo il dire Fare tutte l’arte onorate o desonorate pe campà sbreognatamente. Ciucc. 1. 15. Co l’arte, co le mano e co li strillo Jea sempe scervecchianno carcosella.
Onde il prov. Co arte e co nganno se campa miezo l’anno, Co nganno e co arte se campa l’ata parte. Bas. Pent 4. 4. p. 37. E perchè con arte e co nganno se vive miezo l’anno.
Fare ogne arte vale fare ogni sforzo, Porre in opera ogni mezzo. Perr. Agn. zeff. 5. 17. Io pe lo lebberà farraggio ogn’arte.
E dicesi pure Fare le sette arte. Fas. Ger. 2. IO. E fece le sett’arte lo frabbutto Pe l’avè mmano.
Ad arte vale Ad arte, A bella posta. Tior. 4. 10. Sso singo mmiezo cossì fatto ad arte. Ol. Nap. acc. 4. 88. Fa annasconne ad arte… Tutto lo riesto ec.
Li quatto de l’arte. V. Quatto.
Arte nera o assolutamente Arte per Arte magica. Bas. Pent. 2. 1. p. 163. Na torre che fece nascere ped arte. Cap. Il. 1. 17. Le mparaje Apollo l’arte nere tutte quante.
Atta de l’arte è esclamazione. Ciucc. 12. 37. Atta de l’arte! Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/198 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/199 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/200 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/201 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/202 felice suoje, ma la setovaje sott’a lo quarto crimma.
Ascennere. Ascendere. Fas. Ger. 3. 44. E ascese mpietto e a n’uocchio lo spatone. (Deve essere errore per ascette).
Asceriza. Forse Assenzio. Tior. 4. 9. D’agniento de l’ascenza nfi a na grasta.
Ascenzione. Ascensione.
Ascesso. Lo stesso che Asciesso.
Ascetiello. Assiuolo, Strix scops.
Ascevoliare. V. Ascevolire.
Ascevolire. Struggersi di desiderio, Basire, Sdilinquire per voluttà, Smagarsi. Cap. Son. 231. No poco d’acqua nfaccia… A le povere muse ascevolute. Vott. Sp. cev. 24. Nce fuje na spinola arrostuta… che l’addore schitto te faceva ascevolire. Perr. Agn. zeff. 3. 22. Ma isso pe lo sango che l’è sciuto Cade appriesso e porzì s’ascevolesce. E 69. Cadè lo fa de nuovo ascevoluto, E lo dolore de chella ferita Co lo fa ascevolì le dà la vita. Cort. Lett. p. 289. Spanteco, ascevolejo, arresenisco. (Ascevolejo è da Ascevoliare). E C. e P. 5. p. 170. Le mancaje la vista e lo sciato e se ascevolio. E Vaj. 1. 10. Sta canzone Che fece tutte quante ascevolire. Ciucc. 7. 17. Te lo fice restare ascevoluto. Cerl. Cronv. 1. 4. E se ne jette Nfranza, ca nne Steva ascevoluto.
Ascia. Ascia, e distinguesi in Ascia a pede con lungo manico e Ascia a mano con manico corto.
Fatto co l’ascia dicesi di lavoro rozzo e grossolano e di uomo mal fatto. Cap. Son. 147. Quanno cantate vuje na letterommeca Fatta co l’ascia.
Masto d’ascia vale Falegname. V. Mastodascia. Val. Fuorf. 2. 4. 72. Chi era merciajuolo o masted’asce. Mandr. all. 5. 6. Io so mastro d’ascia o mastrodatta? Lor. Cors. 1. 8. E ce aggio da chiammà qua masto d’ascia Pe farvelo schiovà? Fas. Ger. 11. 85. E co li maste d’ascia loro stanno.
Tutto lo stuorto se lo porta l’ascia o l’ascio, vale che La giustizia e la disciplina tolgon via i malefizii e i disordini. Cerl. Clar. 3. 2. E po tutto lo stuorto se lo porta l’ascio. Mandr. rep. 1. 34. Tutto lo stuorto poje nne porta l’ascia, Bas. M. N. 8. p. 335. Tutto lo stuorto po nne porta l’ascio.
Piccola accetta pel giuoco delle zeppole. V. Accettullo. Cap. Son. 150. Vavuso, spaccazeppola co l’ascia.
Darese l’ascia a lo pede vale Darsi della zappa sui piedi. Bas. Pent. 2. 5. p. 190. Sempe se dette l’ascia a lo pede chi cercaje troppo coriuso de sapere li fatte d’autre.
Ascialé. Lo stesso che Ucciali. Cort. V. de P. 3. 28. Puro commo ascialè contento steva.
Asciare. Trovare, Incontrare. Sp. allar. Sarn. Pos. 2. p. 201. Asciatte na vecchiarella ch’aveva tre figliole femmene. Tior. 1. 11. Corro a trovare Cecca, e l’ascio sola. E 7. 1. Oje chiù peo de primmo Nce asciammo. Cort. Lett. 209. Asciare non se po chiù bella femmena. E 213. Dove me nce ascio alleggeruto de sanetate. E Cerr. 1. 18. Ognuno… S’aggia ad asciare co la spata a lato… Dapò ch’avite ogne compagno asciato. E M. P. 4. 19. No l’avarriano pe penziero asciato. E 9. 20. E de manera asciavase arraggiato ec. E Ros. 3. 6. Pe na cosa che m’ascio nfantasia. Fas. Ger. 2. 15. E pe la chiavatura l’asce amante. E 16. 49. E sta bellezza desprezzata mia Co barbare asciarrà chiù cortesia. Ciucc. 2. 3. Tutte li muode ch’avarrite asciate. E 4. 2. Che no l’asce si n’aje chi t’accompagna. E 6. 23. Nn’asce a megliara pe tutto lo munno. E 8. 35. Cerca che buò ca l’asce int’a sso fusto. E 10. 42. Se vota; ascia no ciuccio che magnava ec. Cap. Son. 9. E po quanto no l’asce a n’abbesuogno.
Asciatare. Asciatarese vale Addomesticarsi, Familiarizzarsi, Assuefarsi, Vivere in armonia. Fas. Ger. 8. 13. Pe ste bettorie avute, ia nzolenza S’era asciatata assaje co nuje sordate. Si dice in particolare delle compagnie di musica e di prosa, di maestri e scolari, che s’assuefanno a stare insieme, Affiatarsi.
Asciesso. Ascesso.
Ascievolire. Lo stesso che Ascevolire. Cort. M. P. 3. 27. Steze fi a l’arba sempe ascievoluto. E 36. Ahi ca m’ascievolesco! Tard. Vaj. p. 59. La parola ascievolire li Toscane la dicono venir meno, quase venì meno de docezza. Tior. 8. 3. Cose che fanno ascievoli Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/204 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/205 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/206 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/207 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/208 joquarraje a scarreca l’aseno de li juorne tuoje, ma a sbaraglino de la vita de lo dragone.
Asenone. Accr. di Aseno. Tior. 2. 19. Ammore cecavocciola asenone. Stigl. En. 9. 72. St’asenune Nne vonno de la quaglia.
Asequire. Eseguire. Val. Fuorf. 2. 4. 18. Che s’asequisce aspetta la sentenza.
Asercetare. V. Aserzetare.
Aserceto. Lo stesso che Aserzeto. Bas. Pent. 1. 7. p. 96. Che simmo asercete de nemice..? E 4. 8. p. 86. Vedde n’aserceto de formiche.
Asercizio. Lo stesso che Aserzizio.
Aserzetare, Asercetare. Esercitare. Quatr. Faren. 1765. (?) Aserzetanno st’arte Co li contante e carte. Bas. Pent. 5 5. p. 167. Pe lo chiù la crodeletate serve pe boja a chillo stisso che l’aserzeta. Mandr. all. 1. 22. L’agricoltura aserceta pacchiano.
Aserzeto. Esercito. Cap. Il. 2. 3. Addove so schiegate De l’aserzeto grieco le bannere. Mandr. all. 1. 24. Squatrona ncampo asercete ed assedia. Ciucc. 3. 13. Che guedava st’aserzeto noviello. E 13. 41. Chiudeva po st’aserzeto na folla De femmene ec. Cerl. Cronv. 3. 8. Nc’è luogo pe n’aserzeto.
Gran moltitudine. Fas. Ger. 11. 2. L’aserzete de l’agnole e li sante. Bas. Pent. 5. 8. p. 189. N’aserzeto de chiuppe e de faje tenevano assediate l’ombre.
Aserzetone. Accr. di Aserzeto. Fas. Ger. 15. 13. Qualche accapato sordatone Che sia buono a guida st’aserzetone. E 19. 130. D’affronta ss’aserzetone.
Aserzetonissemo. Accr. di Aserzetone. Fas. Ger. 20. 8. Arriva a fronte De l’aserzetonissemo pagano.
Aserzizio. Esercizio. Sadd. Patr. Tonn. 2. 11. (?) Tu lo juoco lo tiene pe bizio, E a me pare che sia n’aserzizio.
Asestenza. Esistenza. Pag. Rot. 19. 25. C’aggia l’assenza e n’aggia l’asestenza.
Asfardo. Asfalto.
Asigere. V. Asjggere.
Asiggenza. Esigenza, L’esigere e La cosa esatta. Val. Fuorf. 2. 3. 44. Ch’appriesso vo pagare a mpizzo mpazzo E se vo ntrojetare l’asiggenza.
Asiggere. Asigere. Esigere, Riscuotere. Pag. M. d’O. 10. 33. Ma va po, va ad asiggere l’annata! Cuor. Mas. Acc. 18. N’autra gabella… Che mmiezo a lo Mercato s’aseggeva. E 1. 84. (?) Addò lo juorno nnante s’aseggette La gabella a li frutte. Val. Fuorf. 1. p. 135. E li pesune n’asiggevano. Ol. Nap. acc. 2. 80. Li sette carrine ch’asegeva Pe la farina.
Asiliare. V. Aseliare.
Asilio. Esilio. Cap. Son. 7. S’è pe n’asilio, e pe cacciarte n’uocchio S’ha da ghi spierto, già me nce apparecchio. Mandr. as. 1. 5. L’asilio n’appe appriesso.
Asiniello. V. Aseniello.
Asino. Lo stesso che Aseno.
Asistere. Esistere Pag. Rot. 19. 25. Pe la materia primma comme asiste.
Asma. Asma. Val. Fuorf. 2. 8. 84. Nott’e ghiuorno patesce sempe d’asma.
Asola. Occhiello.
Asortare. Esortare. Pag. Rot. 6. 22. Che t’agge a nguadià la puretate Sto bello piso asorta e te consiglia. E Batr. 2. 8. Co sto parlà cossì a la guerra asorta. Mandr. as. 2. 4. Si saje, te preo m’asuorte qual è meglio De chesto che ntiso aje.
Aspa. Aspo.
Aspeda. Aspide. Giann. Ann. res. 2. 1. (?) Tosta chiù de na vreccia. Core niro de seccia, Arma d’aspeda sorda, M’aje chiane da tenè mpiso a na corda?
Asperare, Aspirare. Aspirare. Tard. Suonn. p. XIX. Le gente t’averriano stemmato ped ommo asperaute a cose granne.
Ispirare. Tard. Vaj. p. 27. Asperateme, o deje, a chesto che so pe cantare.
Aspero. Aspro, Per burlare uno schifiltoso si suol dire: Mara me! lo niespero è ammaturo e aspero.
Aspeto. Aspide. L’Aspide europeo non è altro che la Vipera. Pag. Fen. 1. 3. Se la vede cca dinto, Comme vedesse l’aspeto. E 4. 4. S’è botato comm’aspeto e m’ha ditto… Penza ad autra ca chessa n’è pe tene. Val. Fuorf. 1. p. 207. Dint’a lo core nc’è no nido d’aspete. Mandr. rep. 4. 7. N’aspeto surdo ha pe lengua mmardetta. Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/210 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/211 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/212 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/213 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/214 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/215 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/216 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/217 ASS
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ASS
Correre asso de mazze vale Correre busse, bastonate.
Asso de coppe dicesi di Chi è di figura tozza e goffa.
Asso piglia tutto è sorta di giuoco di carte.
Asse di un cocchio e simili. Rocc, Georg, 1. 44. E Tasso de decina o tuoste faje. Tior, 3. 11. De chella rota, aimmè! m’aje fatto Tasso.
Ognere, Sedognere V asso e simili vale Far uso di doni per ottenere cosa non giusta. Cap. San. 42. Ontame T^80 ca cossi m’appraco. Assocciare. Eguagliare, Adeguare. Pag. M. d* 0. 5. 1. Ciccotonno tagliava asprune e ancine E T a^sccciava co la mannaraccia. (Qui per Rimondale).
Aggiustare, Appajare. Stigl. En, 5. 84. Mo mo t’assoccio tutte ste partite.
Assocciare lo vestito, lo cocetrigno, le costate, pe le feste e simili, ed anche assolutamente Assocciare, vale Assestare i panni addosso, Cucir bene il vestito, ed anche Conciar per le feste, Fare stare a segno. Cap. Son. 4. Tu le puoje assoccià lo cocetrìgno, Tu me lo puoje fa muollo comm*a nzogna. E 165. E sibbò no nce manca chi v* assoccià. Clor. 1. 24. (?) Te T aggio da assocciare pe le feste. VioL buff. 31. O se faccia assoccià co na gaveglia. La Mil. 2. 1. Vuoje che piglia na varrà de la porta E te T assoccià bone le costate.
Assoccorrere. Lo stesso che Asseccor^ rere, Quatr. Tav. a re Ferd. (?) È signo ca r omore è defreddato È n* assoccorre chiii li speretille. Associare, Associato, Associazione. Voci di recente intiodot te nello stesso sign. che hanno in italiano. Assolare. Assolarese vale Appartarsi solo, Segregaisi. Eocc, Georg. 1. 106. Le cornacchie te pare che se sbozzano StreUanno foi*te, e cca e Uà s^assolano.
Render sola una carta scartando le altre dello stesso colore o seme.
Assolato àce9 di cavallo che è giunto a potere esser retto dal solo cavaliere senza Topera degli ajutanti. Assolato. V. Assolare.
Battuto dal sole, Assolato.,
Assolosione. Assoluzione. Fas. Ger, 18» 9. Pietro le dette Tassolozione.
Assoluto. Assoluto. Stigl, En. 9. 21. Lo scettro d’assoluta segnoria. Val.Fuorf: 1. p. 111. E se fece patrona assolutisi sema. Tior. 7. 5. Quanno PiaceaTas^ soluto sigo commanno.
Assolutone. Assoluzione. Cuor. Mas.ti 56. (?) Co n*assoluzione cennerale. (^ Son. 180. Io te dongo Tassoluzione.
Assomeglianza. Lo stesso che Assem* glianza.
Assomegliare, Assomigliare. Lo sten; che Assemegliare. Morm. Fedr, 4. in 5. Che a na vocca de lupo s’assom^ glia. 01. Nap. €u:c. 4. 38. Assomigm N’amazona moderna.
Assomiglianza. Lo stesso che Assemi glianza. Yal. Fuorf..p. HI. Sii tete chesta bella assomiglianzia. (Ck Similitudine).
Assomigliare. Y. Assomegliare.
Assonunare, Assummare. Sommare, sommare. Sciat 1. p. 229. Si mparaje de competare scorrenMfj d’assommare nsi a quattro sotta et tre non vagliano. Cap. IL 3. 89. " te se va agghiustanno la scanfarda! assomma le partite a libbro apiert {Qui fig. Veggasi il contesto).
Venire al sommo, Venire a gafl Bus. Pent. 4. 6. p. 57. La vei^tà sempre assomma comm’uoglio. Tk 5. 18. Nfi’ociuto ha l’allegrezza nfìM no nfunno. Ed ha fatto assommare dolore. Sciat. 5. p. 272. Primmo nti vervesiare T acqua, e poje vedde a sommare na smesurata vallena. Hai Ros. Ì.Z.p. 21. Ca tre so chelle co a chisto munno Che quanto chiù cride ncaforchiare, Chiù le bidè S sommare e scire fore.
Sopraggiungere, Presentarsi d’ia provviso. Fas. Ger. 2. 91. E ntru«e triemme giagantune assomma 1 fummo a Tajero. (Parla del vento rt chiusonel Vesuvio). E,7b. Ncarra l’acqua e tanta lava assomma Che li curze solete escer e sbomma. Afoni Fedr. 5. 2. 6. Ecco assommaje No tro co na faccia de ciaferro. Yiol. ^ 43. Quanno le canta assomma lo rocco. I
Comparire, Venir fuori. Affaccia™ Sp. asomarse, Sadd, Lo Bmm. h2*pm Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/219 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/220 Astratto. Rapito. Tard. Vaj. p. 47. Lo mpiso, tutto astratto a le cose de Dio, se scorda d’ogne passione umana. Ol. Nap. acc. 2. 49. Vecco Masaniello Llà stace astratto.
Astrecare. Lastricare, Fare il battuto.
Fig. Fas. Ger. 20. 60. De gamme, vraccia e capo nn’è la terra E de l’arme astrecata de li cane.
Astrecaro. Muratore vecchio che viene adoperato a battere il solajo ossia il battuto.
Astreciello. Dim. di Astreco. Ol. Nap. acc. 4. 8. Vedette Milla ncopp’a n’astrecielio. (La st. ha astriciello).
Astreco. Battuto sulla parte più alta della casa fatto di piccolissime pomici o lapilli intrise con calcina. Dicesi Astreco a cielo quando non ha nessuna copertura, e Astreco caruso quando non ha parapetto. Il solajo battuto nell’interno delle case ed altrove dicesi pure Astreco; e Preta d’astreco è un pezzo quadrangolare della stessa materia, che serve soprattutto alle lavandaje per lavarvi su i panni soffregandoli col sapone. Mandr. ep. 5. 6. Ped astreche, feneste e pe portelle. Sciat. 1. p. 230, Aparanno ncoppa l’astreco la cometa. Tior. 7. 1. E berdembruno l’astreco deventa. Cap. Son. 234. Lo spannette Ncopp’a l’astreco.
Fig. Culmine, Il più alto punto. Cort. V. de P. pref. Che lo poeta saglia a trionfare ncoppa l’astreco de la grolia. Bas. Pent. 2. 6. p. 203. Le voleva bene nzi ncoppa l’astreco. Sarn. Pos. 1. p. 187. Serenissima autezza nfi ncoppa a l’astreco.
Jettarese da n’astreco pe quarcuno e simili vale Fare qualunque sacrifizio. Cort. Lett. p. 212. Pe te se jetta e brociola, Si nc’è scala perrò, da coppa n’astreco. E p. 223. E po pe te… me sbalanzo da n’astreco.
Vattere l’astreco vale Battere il solajo. Conv. di Pietr. (?) Ncoppa a lo cuorejo tujo Lo vizio puorco nce ha vattuto l’astreco. (Qui fig.)
Fare chiagnere astreche e lavatore vale Riuscire in imprese amorose.
L’astreco scorre e la casa chiove si dice quando i malanni si succedono o 8i moltiplicano.
Astrega. Corruzione di Astrea. Tior. 9. 3. La valanza de l’Astrega.
Astregnere. Astringere, Stringere. Cap. Son. 1 1. Po quanno pare a te che l’agge astrinto, Fance na bona cauda e miette sale. (Considera un cervello sfasciato come se fosse una botte). E 208. Me senco ncanna astregnere lo sciato.
Costringere, Sforzare. Bas. Pent. 3. 10. p. 359. Fu astritto a portaresella a na casa poco lontano. E 4. 8. p. 88. L’età soja… l’astregneva a restarese a le faude de chelie montagne.
Accelerare, Stringere. Tard. Def. 213. E pognenno sott’a la coda de l’aseno, astregne tale carrera, che non potennolo tenere, derrupa ec.
Astregnerse vale Stringersi nelle spalle.
Stringersi insieme, Raccogliersi. Cap. Il. 5. 103. Li nnemmice… Se mantennero astritte e no mollajeno.
Astregnere lo linzo vale Rubare secondo il de Ritis. Cap. Son. 8. Ca chi parea d’astregnere lo linzo Se pigliarria lo fummo de lo strunzo.
Astregnetora. Lo stesso che Stregnetora.
Magnare astregnetora in gergo vale Digiunare o Stare a stecchetto. Cerl. Specch. cav. 1. 8. Misero me! che pranzerà se resta? — Magnarrà astregnetora.
Per ischerzo si usa per Abbraccio, Amplesso.
Astremetà. Estremità. Stigl. En. 5. 62. A Croanto donaje de tela d’oro No casaccone, e pe l’astremetate Ncefaceano a sconciglie no lavoro De porpora duje frise arragamate.
Astremo. Estremo. Bas. Pent. ntr. p. 19. Non sapenno che partito pigliare a sto astremo abbesuogno.
È usato in forza di nome. Mandr. as. 3. 28. Perchè già ne l’astremo isso se vede. E rep. 2. 11. Tutte l’astreme fuje: fuje l’arbascia, Spese vane e fatiche senza famma. Pag. Rot. 17. 21. E da li duje astreme allontanato. Perr. Mal. Ap. 8. Perch’onne poesia corre a l’astremo.
Astrinto. Part. pass. di Astregnere.
Caso astrinto dicesi di quel cacio che non ha punto occhi.
Astritto. Part. pass. di Astregnere. Stretto, Angusto. Tior. 7. 5. Ca dinto a Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/222 gnere nnaterno. E 4. 10. A penejà nnacemo.
Di lunpra durata, Che mai non rifina. AtleU. Atleta. Mf/rm. Fedr. 4. 24. 4. Pe canta le prodizze de n* atleta.
I Atmosfera. Aminosfera. Sciat. 3. p, 248.
I GiraoDO pe l’orìzontale atmosfera la
I giacono’ aurora.
l Atmosfereco. Ammosferico. Val. Fuor f.
I 1. p. 187. Sto globo... Che circoDoato
’ no’ è da T atmosfereco. {Qui a modo di nome).
Ato. Altro. Vai. Fuorf. 2. 9. 44. Ato no nc’è restato. Ciucc. pr. 6. N’ata co I sa. E 2. 8. N’ata vota va trova chi te ntenne. E 4. 28. Venite n’ato juorno. ^6. 28. N*ato vo fa la scìgna a lo Boccaccio. E 12. 45. Ogn’ato vizio. E 13. 36. E arreto a chiste n’ata frattaria. N’unta vofaìEn’ata vota mo?sì dice a chi ci vorrebbe far ripetere qualche cosa per prestarvi fede, o a chi facendo di nuovo cosa che non vogliamo, ci costrìnge a ripetere il divieto. Ctucc. 5. 22. Si è chesto, so arrevate? — N’atavota?
Atomisteco. Atomistico. VaL Fuorf. 1. p. 178. Ma comme fossero ancor atomisteco, Te citano Epicuro co Democreto.
Atomo. Atomo. Val. Fuorf.,p. 178. E pò trasenn’a no descurzo d’atomo ec. Che lo munno e le cose è fatto d’atomo. Pag. Rot. 19. 23. L*atome pe prenzipie Tafisegnaje Democreto. Cap. Son. 166. Li gniepne hanno co l’atomo stordute. OL Nap. acc. 14. 88. (?) Zurfo, oravo ne e salenitro fanno L’atomo tuoje.
Attimo. Bas. Peni. 1. 10. p. 120. Mesorava li momiente, notava li punte e scanagliava Tatome. Atranese. Della città d’Atrani, dove foi-se facevasi qualche ballo caratteristico. Mandr. rep. 5. 15. E bidè fa Tattarantate, Le zingare, atranise e le ncantate. Atrepece. A tripli ce. Atriero. Altrieri. iSadd. Pair, Tonn. 2. 13. (?) lo lo sapea squitato, L’atriero se pò dicere.
Atrìgno. Qualificazione di una varietà del Prunus spinosa che matura in agosto; ed in generale si usa per Aspro, Afro.
Atta. Capperi, Poffare, accompagnandosi con altre parole variamente, come Aita éTqfe e simili. Ceri. Dam. $pir. 1. 4. Atta d’aguanno! Zezz. Bice, p. 54. Ssa malia de toletta, atta de unico, È bora affatturata mmenzione. Ciitcc, 6. 9. Atta de unico! E 10. 39. Atta de la fortura! E 12. 37. Atta de Tarte.
Attaccaglìa. Legacela. Tior. 7. 4. Auza r attaccaglia. Cori. Ros. 2. 6. p. 50. A li scioccaglie, A cauzette e attaccaglie Ed autre naso a Napole. Bas. Peni. 4. 2. p. 23. Se levaje Tattaccaglje de le cauzette, ch’erano de vammaoe e filato.
Attaccagnoso. Facile ad attaccar brighe, Cavilloso. Attaccare. Legare. Cori. Vaj. 4. 10. E s’attaccaje e pò decotte: tira. Fas. Gei’. 2. 32. Attaccate a no palo strontamente. Cap. IL 1. 76. Comm’a no malantrino iere attaccato. E Son. 157. Attacca buono li cauzune. Ci$or. Ma^. Acc. 19. Ma non s* asciava chi sta campanella Ncanna a la gatta pò avesse attaccata. Ciucc. 8. 38. E na cegna attaccata. E 9. 44. Attaccato depietto a n’arvosciello. E 14. 3. Se l’attacca a no pedo. Tior. 1. 14. Le trozze fatto a toctano s’attacca.
Assalire, anche fig. Pag. Rot. 12. 15. E mmiezo de na chiazza la scrofella Senza vrogogna chisto e chillo attacca. Sadd. Tav. de M. 2. 8, (?) Titta co na mazza mmano attaccanno Mosardino. Stigl. En. 12. 66. Nsomma chiste co chillo s’attaccaro. Morm. Fedr. 4. 3. 6. Subeto V ommo lo cignale attacca.
Attaccare lite, descurzo ec. vale Incominciare, Appiccare. Mandr. nn. 1. 24. E nova lite attacca. Cuor. Mas. 3. 18. (?) Allegramente lo discurzo attacca. Cap. Son. g. 22. E co chiste attaccanno vaj e descurzo?
Attaccare la spata vale Venire a mezza spada. Coì^t. Cerr. 5. 5. Rienzo attaccale la spata.
Parlando di morbo, incendio e simili vale Appiccare. Stigl. En. 7. 18. A le trozze na sciamma spaventosa Se Tattaccaje.
Apporre tacche, difotti. Ctior. Mas, 3. 25. (?) Cca so li rigenalo, e comATT — 202 —
m’argieDto So chiare, nò nce sta che ùce attaccare. Attaccare a curio vale Legare un. animale a campanella od altro in modo che abbia poco libertà di movimenti.
Fig. Rompere gl’indugi, Venir subito al fatto. Cap. IL 2. 85. Gride ca senza chiù campa de furto Co ssi Trojane attaccarriamo a curto.
Attacca Vaseno addò wo lo patrone. V. Aseno.
Atlaccà li puorce a le cetrole. V. Getrulo.
Atlaccarese per Appigliarsi. Bas. Peni, 1. 3. |3. 52. La femmena s’attacca sempre a lo peo. E 8. p. 99. Non ave ragione, o fauza o vera, dove se pozza attaccare. £! p. 101. A che spediente m’attacco? ^ 4. 2. p. 16. Chi non pò avere la porpa s’attacca a r uosso. E 5. ì. p. 138. S’era attaccata comme na Sarmace de penne a n’Ermafrodito de pile.
Attaccaticcio.Appiccaticcio.ya^.ilfej.(?) Sta moda è no malanno attaccaticcio Ch’arreventa no povero scasato.
Fig. vale Seccante, ed anche Innamoratello secondo il Galiani.
Attaccatura. Legatura, Fasciatura. Val, Fuorf.l.p, 31. Na bell’attaccatura me faoerono; Le mane sanguenacce te parevano, io *Sa|9’/w7n. 3. 18. Pecche st’attaccatura Comm’a forgiudicato? Luogo della legatura. Attaccatura de sauza o sarza è un Vimine con cui vien legata la salsapariglia e che i fanciulli tagliano a pezzi e fumano.
Attale. Talmente, Atale.rard.Dd/:219. De sopra s’eje provato tutto lo contrario; attale che non serve ec. £^238. La cosa s’arredducette attale che se veveTa a la greca e a la latina. J?239. Attale che chesto sulo abbasta.
Attampato. Lo stesso che Attempato. Ammazzasette, Spavaldo.
Attantare^ Lo stesso che Attentare.
Attantune. Lo stesso che Attentune.
Attappai’O. Otturare, Oppilare, ed anche Coprire, Imbacuccare,soprattutto il viso con maschera, velo ec. Sp. tapar, Cap. Son. 160. Attappale la vocca co na scopa. E 231. Pe no nce fa senti sto gran fé torio, Attappa, Cienzo
ATT
mio, sfio tafanario. Vai, Vasc.AròA(Ì2, Ma stevano cossi bon’attappate Ohe bedere chi erno non potette. 2ior. 7. 4. E quanno canta scota Fi a limoor te, e li vive appila e attappa.
Attarantare. Rendere attarantato.
Attarantato. Morso dalla tarantola, e quindi Irrequieto, Smanioso. Gli attarantate facevano dei balli portando in mano spade, mazze, pietre, ed essi e le spade e le mazze erano adorni (ii nastri. UAnt. Se. cav. p. 193. M’era scordato Tonno l’attaran tato, che d’abballo Deva quinnece e fallo a cieoto ciunche. Mandr. rep. 5. 15. E bidè fa Tattarantate, Le zingare, ati-anise e le ncantate. Bas. Pent. 5. 10. p. 209. Comme Tattarantato non se pò spesare de li suone. Fas. Ger. 16. 30. E nce ha (alla spada) tanta galane arravogliate, Che sarria bona pe L’attaraotate. E 17. 34. Pareno e lloro e chille attarantate. Val. Fuorf. 1. p. 15. Fero na mpertecata Co na bel l’abballata Cbe parevano tan t’aita rantate.
Attardo. Tardi. Val.Mez.3. 119.(1695). Se volette nzoràno poco attardo. (Porc. ha a ttardo).
Attassare. Attassare, Attassarese^ Bastare atta^sato e simili vale Addormentarsi profondamente come il tasso nell’inverno, e fig. Gelarsi, Assiderarsi, Restare interdetto. Lo sp. aiajar ha qualche somiglianza di significato. 1a Mil. 1. 11. Chesta (la gelosia) lo saogo attassa. Pag. M.d’O.Ì’ò. 11. Lo sango se l’attassa, e senza moto Resta, v& ncore sujo nc’è no revuoto. Fas. Ger. 12.67. Vnddelo, canoscielo: uh si attassatol vistai o canoscenza! o gran pe^ cato! Cori. LetU 22.0. Restanno ammisso, attassato. Bas. Pent. 5. 9. p. 197. Lo rre.... restanno attassato, no colore le sceva e n’autro le traseva. Ciwc. 7. 39. A sto parlare Te vediste attassà li concorriente. J& 14. 21. Se vedevano Co tre parme de coda e s’attassavano. Ol.JSap. acc. 18,64. (?) Chisto è lo Tasso che attassà facette Ogne grieco e latino, ’ogne toscano.
Attassato, secondo il Galiani, dicesi delle uova mezzo cotte, di altre simili vivande, e delle pentole che cessano di bollire.
Attastare. Tastare. Triìich. Pagi 9^^Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/225 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/226 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/227 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/228 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/229 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/230 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/231 Peni. 2. 10. |7. 239. Pe refrescare lo de&ederio de Taudeture.
Andienza. Udienza, ed anche Ascolto, Retta. Cap. II. 1. 5. Vavone... inch^appe audienzia Fece a bedè na lava de zecchine. Sed. 1. 10. (?) E tu... A chisse daje audienzia. Scìdd. Duj. figl. 1. 15. (?) Io 80 na locca che ve dongo audienzia. Lo Sagliem, 1. 12. E nn’a^ ▼arrai audienzia. Fcis. Ger. 2. 60. Vozero audienza chiste.
Audire. Udire. Bas. M, N, 9. 342. Aude e strasecola. E Peni. 3. 8. p. 333. Audenno li monepolie e confarfe che fanno Tartesciane. J^4. 2.p. 16. Ande, vide e tace se vuoje vivere mpace. Cort. Cerr. 2. 2. Audiste no marmuoiro e no susurro. Tiar. 4. 24. Ma tu no l’aude e daile cardacia.
Auditorr. Lo stesso che Audetore. Bas. Peni. 1.. p. 58. Tenne... pesole lo pensiero de Tauditure. E 3. 7. p. 323. Sperano cossi straformate Tauditure.
Aufera. Bufala. Quattr. Aì 191. Ardere pe ssi deje corna.de piecore, Pile de vacca e zuoccole d’aufere.
Auif. Esclamazione di fastidio per caldo o altra cosa molesta. V. Auffé.
Auffa. V. Uffa.
Auffe. Lo stesso che Aù/f. La MiL 2. 13. Auffe! zitto, o vuò che te leghietta.
Auglia. Lo stesso che Aguglia,
Augurio. Augurio. OL Nap acc, 4. 50. Famme lo buono augurio de sta guerra.
Augnatale. Lo stesso che Agostale,
Aggiunto di torre, foro, strada, nella topografia antica di Napoli.
Auh. Esclamazione di sdegno e di noja. Yiol, vem, 28. Auh! ca tengo ncuorpo na carcara. E 47. Auh! de seggettaro na correja Nfra capo e cucilo!
Auliva. Ulivo e Uliva. Perr. Agn, zeff. 1. 18. Chisto si me cade adduosso Me fa auliva novella. Cort. L^eti, 240. E perzò Menerva venze lo chiajeto che ebbe co Nettunno, ca fece spontare da
terra no pede d’aulive. Ciucc. 10. 30.
Ncapo d* auliva avea li ramoscielle.
Bxìcc. Georg, 2. 1. E l’auliva ch*o pe
r noglio pe li frutte È no trasoro.
Quatr, Cetr. in Cap. Son, g. 42. Nfi a
]* aulive de Spagna. Val, Com. d* A.
108. Quarche. corteilone Fatto*^ fron na d’auliva,
Per simil. dicesi degli escrementi di pecore e capre. Cacherello, Cacacciolo. CkfrL Leti. 240. Na pecora de le meje che... m* aveva devacata na mesura d’aulive nfacce. Bas. Pent, 1.8.^. 104. Na crapa che me por*
terrà guerra cacanno aulive.
Aulivastro. Uli vastro. Stìgl. En. 12. 178. A n’aulivastro Uà sacrefecare Soleva a Fauno.
Aulivastro. Ulivigno.
AuUvella. Dim. di Auliva. Quatr. Becec. 1767. (?) No pignuolo, quatto passe, E perzl r auli velie.
Aulivo. Olivo, Ulivo.
Aumentare. Aumentare. Tard. Ya^. p. 24.La robba s’aumenta e ogne cosa abbonna. Tior. 3. 13. Movona sdamma... Ch’a la copia lo cuorno se nce aumenta.
Aunare. Adunare. Ser. Vern. p. 11. S’aunano pampuglie. Nov. Sp. l. 20. Jettano a bista d’ammice e becine Le scorze annate d’ostreche e d’ancine. Citicc. 1 1. 47. A ssi cuoppe ve bene la fortuna, Ca dint’a chiste li zecchini auna. Cap. Son. 133. Che sulo porcarie vanno aunanno.
Auniglia. Lo stesso che Agoniglia. Yal. Yasc, Arb. 49. Che pe cappielle servono ed auniglie. E Nap. se. 26. Manco nc’eranoauniglie nò collare. ^Cbffii d’Ap, 112. Ca Tauniglia, li guanta, st’autre cose Oje le portano gente dozenale.
Aunire. Lo stesso cheiloniV^. Tard. Yaù p. 95. Lo Trommetta sta aunito a U Vecaria. Stigl, En, 12. 134. Aunito e stritto a la cetà riale Corre lo battaglione. Pe7*r, Agn. zeff. 2. 19. Erano aunite tutte le perzune. E 5. 18. Ca voglio aunite cca li battagli une.
Aunuco. Eunuco. Cap. Son, 203. Io, senza te, mbreaco, Me ne contentarria d’essere aunuco.
Aura. Aura. Bas. Peni. 3. 7,p, 324. L’aure de li favure che le faceva lo rre, erano scirocche ec. Cori. M, P. 7. 1. Ma l’aura, la zitella de l’Aurora, S’era sosuta. Tior. 6. 6. Aura spira da te che me decreja.
Aurana. Airone; e dicesi Auranajanca
TArdea alba o Airone maggiore (il Gusumpaur ha minore ), e Aurana
melata TArdea cornata o Sgarza ciaf fetto.Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/233 N’aurtoro o comm’a Napole se chiamma.
Aurturo. Lo stesso che Aurtoro.
Ausanza. Lo stesso che Aosanza. Cuor. Mas. 9. 20. (?) De n’ammorra de pecore a l’ausanza. Tard. Vaj. p. 33. Ave fatta nascere chesta ausanza.
Ausare, Aosare. Usare, Adoperare. Ciucc. 4. 21. Nfra li ciucce non s’aosava. E 10. 11 Ca crejanza Non s’ausa nfra nuje. E 14. 35. Ca l’aosà e straosà so duje malanne. Tard. Vaj. 2. alleg. p. 75. Ausa tanta delegenzia. E 9. p. 88. Ausano le mammane a Napoie... de fare ec. E appr. Ausase chisto muodo ceremmoniuso ntra gente ordenarie. Stigl. En. 7. 166. Carro e cavalle a la vettoria ausate Fas. Ger. 17. 85. E songo aosato Vedè de notte meglio assaje la via. Sarn. Pos. 2. p. 193. A chille tiempe s’aosava che ec.
Auscio. Bosso.
Ausciolo, Ausciola. Bosso.
Ausene. Il d’Ambra lo ha per Ontano.
Ausiello. Cumulo di più gregne.
Ausiliare. Esiliare. Bas. Pent. 1. 7. p. 96. Ma quanno la notte, ausilejata da lo sole, le so date li crepuscole de tiempo a collegenno sarcinole. (Le st. 1674 e 1679 e Porc. hanno ausolejata che credo errore).
Ausilio. Esilio. Bas. Pent. 2. 5. p. 193. Comme la notte ped avere fatto spalla a li mariuole ave l’ausilio. Cort. V. de P. 2. 9. Febo le deze ausilio. Fas. Ger. 2. 54. E fora Pallestina Le dette ausilio. E 8. 58. Nn’appe l’ausilio.
Ausoliare. Ascoltare di soppiatto, Origliare, ma si usa anche pel semplice Ascoltare. Ros. Pipp. 2. 15. (?) Gelosa, curiosa, Voglio da cca vedè d’ausoleare Ched è, de che trascorrono, che fanno. Cerl. App. ing. 3. 2. Senti, stupisci e ausoleja… Ausoleja, alias statte a sentire. Cort. Lett. 216. Io steva co l’aurecchie pesole e appezzute p’ausoliare. E Cerr. 5. 4. Ma Rienzo che la stea ad ausoliare. Bas. Pent. 2. 2. p. 171. Stette zitto e mutto ad ausoleare. E M. N. 6. p. 297. Apre buono l’arecchie ed ausoleja. Fas. Ger. 7. 14. Arminia ausoliava a canna aperta. Perr. Agn. zeff. 3. 13. Ausolea lo taluorno. Cap. Son. 112. Faccia grazia… D’ausolejà benegno doje parole. E 147. Comme l’ausoleja (il vostro canto) se strobba e bommeca.
Ausoraro. Lo stesso che Ausuraro. Vott. Sp. cev. 105. Teneva no marito geluso e ausoraro che no deva manco na mollica a li pariente.
Austegno. Agostino, Di agosto. Mela, Pruna, Cerasa austegne. Dicesi pure di una varietà di granturco. Lana austegna è quella che si tosa in agosto.
Austino. V. Agostino, Cortina e Dommene.
Sant’Austino era la residenza del seggio del popolo e del suo trìbanaie.
Austo. Agosto. Tior. 10. 2. Me venga... cacarella quann’è agusto. (Questo esempio conferma quello che è detto alla V. Cura).
Cura d’austo. V. Agusto e Cura. Cuor. Mas. 7. 29. (?) Che lo scusasse si lo nfdstedeva E si cura d’austo le pareva.
Quatto d’austo è giorno che si festeggia mangiando pollastrini arrostiti o col pomidoro, e quindi si estende a Qualunque festeggiamento e godimento. V. Agusto.
Acqua d’austo dicesi di ciò che giunge opportuno, in tempo e desiderato. Cuor. Mas. 1. 66. (?) Parze chesta venuta commo justo Fa ncoppa na restocchia già nfocata Na chioppet’a langella vierzo austo.
Chi d’austo n’è bestuto no malato l’è benuto vale che prima che vengano le intemperie bisogna provvodere a ripararvi.
La madonna de miezo austo è l’Assunzione che si celebrali 15 di agosto.
Ausura. Usura. Val. Fuorf. 2. 3. 46. Nc’è chi piglia denare a lo nteresse Ed è manciato tutto da l’ausura.
Ausuraro. Usurajo, e prendesi anche per Avaraccio, Spilorcio. Val. Fuorf. 2. p. 229. Si nce so l’ausurare se casticano. (La st. ha asurare). E 230. Pecchè chist’ausurare s’ha da correre?
Autamente. Altramente. Bas. Pent. 1. 4. p. 59. Autamente se refreddano l’ova. (Così la st. 1674). Tior. 1. 47. Solamente Chiagnenno a chisso core mpantoscato Faraggio arremollare, e no autamente.
Autamura. Altamura, città del Napoletano, e dicesi Patentato d’Autamura per Cocciuto, Caparbio.
Autano. Ontano. Fas. Ger. 13. 2. Nce so abbite e autane Che derrisse ch’ognuno ncielo tocca.
Autanza. Alterigia, Baldanza. Fas. Ger. 2. 20. A chella autanzia e fruscio a la ntrasatta De bellizze sfonnerie autere e sante ec. E 3. 17. Che lo rre disse, nche scoprie st’autanza: Maje tale cosa vidde mmita mia. E 6. 18. Perchè co tant’autanzia la decette.
Autare. Lo stesso che Autaro. Cap. Il. 2. 69. Pe fa li sagreficie stea l’autare.
Autariello. Altarino. Pag. Rot. 16. 22. Teraimo nnantemmonnia a la parrocchia, Addò de don Pompilio a n’autariello La santa messa nce sentemmo ncocchia.
Autaro. Altare. Fas. Ger. Il. 14. L’autaro ed ogne ncosa apparecchiata. Bas. Post. fid. 4. 3. p. 163. Sopra li vuoste autare. Cap. Il. 1. 85. Aulisso la portaje nnanze a l’autaro. Perr. Agn. zeff. 4. 50. Nce sta de preta marmora n’autaro.
Festa e Processione de li quatto autare è quella che si fa il dì dell’ottava del Corpusdomini.
Autenteca. Autentica, Comprovazione di pubblico uffiziale, e soprattutto di notajo.
Autentecare. Autenticare.
Autenteco. Autentico. Bas. Pent. 4. 8. p. 94. Fece na fede autenteca a lo mutto antico: sempre che puoje, fa bene e scordatenne. Ciucc. 1. 6. E lo prova co autenteche scretture. Voce autenteca vale Voce autorevole con tuono sicuro. Cap. Prol. p. 275. Ma tu te vuote co na voce autenteca, Pocca sempe te cride de sta ncatreta.
Auterare. Alterare. Tard. Vaj. p. 43. Lo chiamma, ma co la voce auterata. E p. 89. Senz’ auterare l’ordene de la tela orduta e ncammenata. E Def. 238. Le naziune che hanno abbetate a Napole auteraro la lengua. E Suonn. p. XXII. Non pe chesto te nne dive auterare. (Qui per Fare altiero). Bas. Pent. 1. 3. p. 51. A la mmagene vostra ave auterato la corona. E 3. 8. p. 333. Pe auterare li priezze de le cose.
Auterezza. Alterezza, Alterigia. Tior. 4. 28. E s’uno te sbarretta e te saluta Manco lo sguarde, e baje co l’auterezza. Cuor. Mas. Acc. 12. Tanto che l’auterizze e le bravure Se ne jezero nfunno. (Il Martorana legge autorizze). Bas. Pent. 4. 10. p. 115. Se voleva pagare de l’auterezza de Cintiella.
Auterio. Adultero. Bas. Past. fid. 4. 5. p. 170. Di’, non si stata dinto de la grotta Trovata co l’auterio ec? E p. 172. L’aje jastemmata troppo co l’auterio. (Qui forse per Adulterio).
Autero. Lo stesso che Autiero. Stigl. En. 12. 208. E co parlare autero e despettuso Le dice ec. Ol. Nap. acc. 4. 35. Gran bellezza, gran forza e n’armo autero.
Autezza. Altezza. Cap. Il. 1. 36. Ca non se po arrevare a ogne autezza. Perr. Mal. Ap. 7. Sa mmescare l’autezza co lo doce. (Qui per Elevatezza di pensieri). Fas. Ger. 3. 72. No rammuto Dattolo che d’autezza è cosa rara. Bas. Pent. 2. 7. p. 225. Non passava tre parme d’autezza.
Autezza de lo polo per Latitudine. Sciat. 5. p. 266. E natajeno deritto a Megara, sita… a l’autezza de lo polo… 41 e cinco menute.
Titolo che si dà a persone real e ad altri secondo gli usi de’ varii paesi. Cerl. Clar. 1. 6. Cavallarizze de vosta autezza. E 16. A piede de vosta autezza. Sarn. Pos. 1. p. 187. Serenissima autezza nfi ncoppa a l’astreco. Fas. Ger. 2. 60. So autezza. E 4. 41. Si vost’autezza M’ajuta. Bas. Pent. 4. 8. p. 86. Se fanno dare lo titolo d’autezza. (Anfib. parlandosi di monti).
Autiero. Altiero. Fas. Ger. 1. 4. Autera nobbeltà napoletana. E 2. 20. De bellizze sfonnerie, autere e sante. E 11. 62. Nè la cetà le vasta a l’ommo autiero. E 79. E rotte l’arme a lo pagano autiero. E 16. 21. Chillo perchè la serve stace autiero. Perr. Agn. zeff. 1. 36. E dice autiero: Miette sse bele su. E 2. 78. Vede a bascio cadè la nzegna autera. E 4. 53. E scritto ngrieco hanno sto mutto autiero. Cap. Son. 197. E la trommetta autera Dice ec.
Auto. Alto. Lo Sagliem. 1. 1. L’uommene peccerille, Azzoè vasciolille, La potimmo vasare; Chill’aute e luonghe none. Cap. Il. ded. Bello e guarnuto, AUT
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ÀUT
auto e deritto majo. Ciuec. 4. 15. Ad anta voce Ohiammaje Selleno. E7, 33. A la commesechiamma vosta autisse* ma. È 10. 25. Lo pi-rmmo grado ft’t^va RYito da terra No parmo e inìezo» Bas. Peni, 3. 2. p. 277. Essenno ad auto mare. (Cioè in alto vnure).
Atcto a cuollo Tale Di collo alto; e parlandosi dì vestito Tale AccoUaccìa10. V. Cuollo»
Auta e bascia era torta di danza di cui faesi menzione nella Faì*sa del Sannazaro. Vascia ed auta ha il Bas. Pent, 3. nir. p. 257.
Ad auto per Ad alto, In alto. Tior. 7. 5. Ne la tnanoBJe pe na latrina ad auto. ^10. 1. Sta cocozza ch’ad auto vola e sbìgna. Fas. Ger, 2. 66. Maje de grolia sagU porraje ohiù ad auto. Bas. Pmt. 2. 3. p, 178. Sagliuta ad auto. {Cioè sulta casa). JET 3..p. 260. Responnenno Cannetella che lo facesse eagli re, fu chiammato ad auto. (Id.). E 4. 10.;?. 115. E perzò saglies86 ad auto. (Id.),
Capo ad auto. V. Capo.
Nn* auto o Nnauto vale In alto. duce. 3. 14. Quanno vede ca fummeca e ba nnauto. E 8. 40. E chiste eoa che stanno accossi nn*auto? j& 10. 32. Chiù nn^auto e ncoppa a tutte. Tior.
6. 25. Tu tanto vuole nnauto. Usato come nome per Altura. Ciucc,
5- 21. Me jette A scarrecà ncopp’a no poco d’auto.
Alto, Contralto. Yal. Fuorf. 1. p. 107. Sentive no soprano e puro n* auto, No vascio, no tenore e no baritono. Chuìc. 3. 24. N’auto facea no trillo a sosami elio.
Alto nel eign. militare. 01. Nap. acc. 4. 93. Ma face auto, anemuso s’allestisce.
Auto. Altro. Ciuco.. 37. Tutte Taute ec. Jettero mposturanno lo malato. E 2. 14. Azzò carch’auto No nce aggfa da trottare. E 4. 9. N’auto mbruoglio. Eò. 31.. Tutto l’auto era perduto. E
7. 32. Decite mo carch’auta ehella. E IO. 45. A ss’auta banna. Eappr. Strellava n’auto. E 11.3. Chi pé na cosa e chi pe n’auta. E 12. 41. Agnun’auto passanno la ncrenaje. E 14. 22. Ma l’uno a l’auto... Non facev’auto che tenerse mente. Cort. C. e P»
3. Le dette u’ auta botteeella, pò V»iJ to juorno n’auta, e pò n’auta. (Co^ll st.et&apag.28). j
Auto tanto vale Altrettanto. V. là trottanto. Bas. Pent. 1. 6. p. 82. buje cresce auto tanto de docezza vita. duce. 14. 29. Seje vote ec. aute tante pe li potecare S’erano vi asci li carosielle.
No nce lyo auto e simili vale Non corre dir altro. Lo Sagliem. 3. 7.! ce vo auto, viene. — Vengo, noi vo auto. CVwcc. 12. 61. No ncevo to. E 13. 20. No nce accorr’auto.
E ironiciftmente vale Ci occorre altro.
Seguito da Che o da Si indica di^ sita, ed anche compimento. Ctwca
26. Erano auto che barre e mascal te. E 30. Auto che ghiro a fravecà lazze. E 5. 23. Auto si se crepasse cannone. El. 16. Non vid’auto ai munno che mposture. E %. Non n’auto che bevere e magnare. E
27. Auto mo non nce vo che tel( gne A prova. E 49. Auto no le Che n’arragliata.
Trovasi anche il plur. auti Ch 2. 27. Vennero st’auti ciucce. ^7.i E r auti ciucce le cadìeno ncuoDo. 9. 49. L’auti ciucce se mettettero eh lagne.
Tu fCauto è come dire Tu poi. Sagliem. 2. 11. E tu n’auta, vecchiii da roflfeana, Da sta casa mo sfrat Cap. Son. 185. Tu n’auto che me de lo croscante.
Autolillo. Dim. di Auto, Un po’ al Stigl. En. 6. 177. Autolillo da tern rente rente^ S’accostano a la squa che passava.
Automato. Automatico. Sciat. 3. p. 2 Na ninfa co lo cuornacopia che friccecava ped automato ngiegne.
Autore. Autore. Tard. Va;. ^.112. voluto toccare chiste duje auto Cap. Son. 46. E solamente legge ci l’auture Che le ponno mparare afe guitto. E 194. De Bembo e Casae^ gne antico autore.
Autorete. Autorità. Bas. Pent. 4. 6.’ 67. Lo rre... pe non pregiodecare» fede e a l’autoretate de la mog^^ lo fece subbeto acciaffare, Tard. Vi
p. 95. Tene partecolare autoretate AUT
— 215 —
AUZ
banniare tutte le cose perdute. Val. Fuorf. ì.p. 63. Manco parlo de sdigno, so pacifeco; E non d* autoretate, ca 80 suddeto.
I Antramente. Altramente. Bas, Pent* 4.
j 8. p. 82, Autramente V av^rrìa fatto
I quarche dammaggio. E 5. 9. p. 200.
Autramente squagHarrà comme ar
i giento vivo. Tard. Vaj, p. 95. Autrar
i’ mente averrìa lo casti co ch’avimmo
[ditto.
I Antrettanto. Altrettanto. Fas, Ger, 2.
I 87. E de regne nn’avesse isso autrettanta. E. 75. E tristo autrettanto. Bas. pimi. 1. 5. jp. 66. Autrettante prove.
Autriere, Autriero. Altrieri, Val.’ Fuorf. 2. 9. 41. La pan za fa dieta da l’autrieYO.E Mez. 1.112. Pocca me nn’addouaje fuorze Tautriere.; Antro. Lo stesso che AtUo per Altro.
Cori. Ros. 1. 2. p* 20. Autra bellea
I zetuddene me scarfa, Autra ctìelleta m’ascio nfantasia. JScùxt. 5. p. 264. Autre barve d’annecchie. Bas, M. N. 2.p. 255. Autre passare vieccbie*.. Autre burpe niaistre. E Pent. 1. 10. jp. 128. Nce voze autro che baja pe la eanoscere. Fas. Ger, 6. 29. Se mettio Co r autre appriesso... Ma mo che bede nchilìo autro addesio.
Si trova il pi. m. antri. Fas. Ger, 3. 2. Trammontana ed autri viente.
Autro tanto vale Altrettanto. Bas. Pent. 2. 5. p. 1 97. Autro tanto piacere senterrisse. E 4. 3. p. 31. E co autre tante (scudi) ch’appe da lo ciervo. Ndlnce fare autro vaie Non pensare a nuir altro. Fas. Ger. 6. 29. No nce fece autro, e a niente tenne mente.
Autrotanto. V. Autrottanto.
Aiitrottanto. Altrettanto. Bas. Pent. 4. ^-p. 106. Trattannose de vita, co autrottanto de vita se deve pagare. (La st. 1749 ha auto tanto; le st. 1674 e 1679 hanno autrotanto).
Sentirese n* autrottanto e simili si dice quando uno si sente grandemente migliorato nel fisico o nel morale.
Autunno. Autunno. Bas. M. N. 9.p. 336. Ajosa a revederence st’autunno. i^. ■^. 7. 10. La stata, autunno, primDaavera e bierno.
Autura. Alte/.za, Altura. Fas. Ger.3.54. Squatra nchesto Goffredo da n*autura
La cetà. ^ 1 1. 46. Avea portato de na porta a canto De le machene soje la chiù d*autura.
Latitudine. Mandr. ali. 1. 25. De piglia r autura Pe mezo d’astrolabio. Auvato. Lo stesso che Aguato. Auzare, Aozare. Alzare, Levar su, Sollevare, anche figurat. Tard. Vaj. p. 88. Su, compare^ auzate pacioniello tuja.. Isso allora V auza da terra, e benedicennolo lo vasa. Fas. Ger. 8. 31. Auza mo r nocchie a la spera stellata. E 11.. 46. Chesta è torra de Ugno, e s’auza tanto Che senza quase pò appara le mura. E 14. 32. No sciummo... Pe na chioppeta auzato nnuno stante. Pag. Rot. 8. 16. Co runa t’auza a li ciele stellate. Ciùcc. 2. 13. Ca chiane chiano s* auzarrà lo muro. E 5. 23. Auza na coscia e fa no pedetone. El, 23. Agnuno auzaje na gamma. E IO. 23» Auzano ruocchie. è 11. 50. Ca pe nzi ncielo ò auzato. Quatr. Sauc. 1766. (?) Lo lardo ch’auza chiù de meza canna. Tiof. 9. 2. Pe chi auzato a tanto si. Bas. Pent. 3. ìO.p. 362. Se V auzaje la pella. J? 4. 9. p. 101. Nnante che Liviella auzasse V uocchie da le mercanzie.
Detto del sole. Fas. Ger. 1. 73. Lo - sole jease auzanno a poco a poco.
Ergere, Innalzare. Cap. Son. 1 38. Crede a V aternetate auzà na guglia. Bas. Pent. 1,7. p. 94. Auzanno..... li trofeje de la vettoria avuta co lo dragone. Ciuco. 12. 18. No ntaolato Auzato apposta pe li zonature.
Auzarese vale Levarsi di letto, o da sedere, o di terra, e in generale Levai^ si ritto. Rizzarsi. Ctwcc. 1. 36. Che dimattina s’auzarrà spedito. E^. 3. Scetate ) rape V uocchie, auzate e sienije. E 10. 54i Po co duje- piede la vedive auzare. j^ 1 1. 36. Pe nzi che la matina non s* auzajeno. JF 12. 35. Giono ne.... s’auza. E 36. S’auza Febbo. -E’4L Subbeto s^auzaje Da lo pizzo assettato addove steva..E 14. 41. Tantojettero facenno... Che s’auzajeno a l’allerta. Perr. Agn. zeff. 2. 23. Ma da la seggia no viecchio s’auzaje. Tior. 8. 3. S’auza da lo lietto. Bas. Pent. 5. 2. p. 141. Non se sarria auzato da cacare pe refrescarese lo spireto.
Auzare dicesi al giuoco delle carte come Alzare in italiano; e Auzare pe la mano è quando ciascuno dei giocatori alza un mucchietto di carte, e chi mostra la carta migliore sara il primo a ricevere le carte ed a giocare. Bas. M. N. 1. p. 224. Auzammo pe la mano. E 225. Io auzo. — Auza buono pe mene… Non mo che te si auzato. E 226. Ecco mmescato, or auza… Auzasse maje na carta pe deritto.
Rubare, Togliere. Tard. Vaj. p. 16. Era na storia auzata netta netta da chella de l’arcepiscopo de Tiro. Bas. Pent. 1. 4. p. 63. Lassaje la tela… lo primmo figlio de mamma che nce trasette… se nne l’auzaje. E 2. egr. p. 247. Che nn’auza quanto vede, Ch’azzimma quanto trova. E 4. 5. p. 46. Nn’auzaje no bello pollastro. E egr. p. 122. E perzò a sto pescare È puosto vario nomme… Alleggerire, auzare e sgraffignare.
Uccidere, come pare. Perr. Agn. zeff. 5. 90. Schiffo affoca, auza Ciancio e Paolo sciacca. Bas. Pent. 1.3. p. 52. Ne l’auzammo comme cacazza de ciavola.
Pigliare, Beccarsi su. Bas. Pent. 2. egr. p. 254, Auzane chesso e spienne, o poveriello.
Acquistare , comme nelle frasi Auzare no cappiello, na nommenata, che valgono Acquistare mala fama, una taccia. Bas. Pent. 2. egr. p. 204. Che nn’auza no cappiello De no parabolano cannarone. Fas. Ger. 4. 73. Che boglio auzare quarche nommenata Cca nfra sto tiempo a fa lo percopio? Ciucc. 14. 43. Se vedettero auzà na nommenata.
Ma anche in buon senso. Tior. 7. 1. Ped auzare nommenata e famma. E 4. Se cresero auzà famma e ghi pe l’aria. E 8. 3. Ch’avrà contate p’ auzà somma groria Le mosche Mpuglia.
Auzare connezione vale Migliorare la condizione. Tior. 2. 19. Co lo canto Te potesse fa auzà connezione.
Levare in alto, Sollevare, parlandosi della voce, con varie accompagnature. Ciucc. 3. 24. Da cca sentive auzà no sopraniello Na vocella de zuccaro argentina. E 7. 24. N’auzà la cascetta, Ca mo a te primmo te faccio ascì fore. Fas. Ger. 3. 3. No strillo aozaje l’armata. E 10. Tanno auzaje lo cannicchio. Cap. Son. 70. Primmo d’aprire l’uocchie auza no strillo. E 178. Lloco auzaje chiù li strille. Bas. Pent. 5. 8. p. 189. Auzanno li strille a lo cielo.
Auzare la mano vale Perdonare. Vall. Mis. Auza, Signò, la mano, Perdoname, me pento.
Auzare le mano vale Battere, Percuotere. Cerl. Cronv. 2. 15. Si auze le mano è fenuta la sessione.
Auzare lo ponte dicesi di un ponte levatojo, e fig. vale Impedire l’adito. Bas. Pent. 3. 3. p. 288. Pe bedereme stagliate li passe, serrata la porta nfacce e auzato lo ponte.
Auzare li puonte vale Ritirarsi. Son. a Gioacch. ms. Auza li puonte, caglia e statte zitto.
Auzare lo ferro vale Salpare, e per estensione Partire. Cort. M. P. 2. 1. Enea piatuso d’isso schitto Lo fierro auzaje, perzò piatuso è ditto. Bas. Pent. 4. 9. p. 101. Fece destramente auzare lo fierro e stennere vela.
Auszare li tacche, na carrera, na corza, lo pede, lo passo e simili valgono Porsi a correre, specialmente per fuggire, Svignarsela. Perr. Agn. zeff. 3. 16. Ma chella auza lo pede, Se mette comm’a frugolo a fojire. E 4. 94. Auza Schirosso na tale carrera, Che ec. E 95. Auzajeno tale corza, Che ec. Fas. Ger. 3. 10. Armate, cetatino, auza lo passo. E 37. E bello auza carrera A tutte nnante. E 6. 30. E na carrera auzaje chiù de levriero.
Auzare ncuollo vale Levarsi, Sorgere, ma per mettersi in via. Rocc. Desc. pred. 51. (?) Nesciuno me dice: auza ncuollo, ammarcia, curre.
Auzate da sto nietto vale Esci se puoi da questo imbarazzo. Cerl. Clar. 2. 8. Spignate sto pigno mo e auzate da sto nietto. E App. ing. 1. 6. Auzate da sto nietto. Bas. Pent. 1. 2. p. 43. Sauta sto fuosso, auzate da sto nietto. Stigl. En 10. 24. Va t’auza da sto nietto!
Auza la corte è la formola con cui la forza e l’autorità pubblica intima che nessuno si muova. Bas. Pent. 2. 7. p. 217. Dato de mano a lo corzetto de Nard’Aniello, disse: auza la corte, auciello auciello, maneca de fierro.
Auzino. Lo stesso che Agozzino.
Auzzo. Asfodelo.
Avangelio. Evangelo. Val. Fuorf. 1. p. Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/239 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/240 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/241 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/242 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/243 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/244 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/245 Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/246 Cuor. Mas. 4 28. (?) Azzò che quan» no accasione vene Che a la chieseja e a la strata tutte azzizza Stanno le gente, ne faccia na pizza.
Azzò. Acciò, Acciocchè. Stig!. En. 4. 11. Azzò co tico S’annodecasse Anea senz’autro ntrico. Ciucc. 6. 16. Azzò nfra nuje sta pace aggia a dorare. E 8. 25. Azzò vedite quanto co la gnosta Cierte ve nnauzarranno: E 14. 32. Azzò sta cosa n’aggia a sorzetare.
E seguito da Che. Cuor. Mas. 4. 28. (?) Azzò che quanno accasione vene. Ciucce. 8. 45. Azzò che n’avessero a paura. E 11. 38. Azzò che dato Se fosse… prencipio. E 12. 57. Azzò che st’ommo abballa. E 14. 10. Azzò ch’agnuno deli suoje corresse.
Ommoo Perzona d’azsd vale Uomo di merito, di valore, grave, serio ecc. Cap. Son. 49. Sio dottore d’azzò, spennamaltarde. (Qui per îronia). E 242. Ognuno de chiss’uommene d’azzò La lengua nculo se mpertosarrà. (/d. ) Morm. Fedr. 4. 24. 3. Ma de n’ommo d’azzò ne fanno cunto Porzì li dieje. Merc. Patr. nn. ded. (?) Li primme frutte de la state se soleno arrialare ale perzone d’azzò. Antegn. Ass. Parn. (?) Se crese avè trovato N’ommo d’azzò conforme songo io. . Ciuce. 7. 9. Da li ciucce d’azzò nzi a li verrille. E 14. 47. Ma l’uommene d’azzò e li capezzune. Fas. Ger. 2. 17. Essa sapia e d’azzò, vo fa na prova Pe le sarvare. Sarn. Pos. ntr. p. 149. Li stisse uommene d’azzò e che camminano co lo chiummo e lo compasso.
E detto di cosa vale Eccellente, Prelibato. Cap. Son. 52. E ss0 grieco d’azzò n’è manc’asprinio. Fas. Ger. 20. 15. Pocca maje da sse mmesche nn’è benuto No che d’azzò, ma gran roine e male.
Azzocche. Acciocchè. Fed. Beatr. 3. 4. (?) E azzocche bide Ca io non dico chiacchiere, stasera Voglio che biene ncoppa. Tior. 1. 2. Azzocche ec. Comme a na vessa non moresse nfoce. Cap. Il. 1. 23. Azzocche non se mora. E Son. 192. Azzocche ognuno… Le dica ec. (Le st. hanno azzocchè). Ol. Nap. acc. 2. 70. Azzocche s’arda priesto.
Azzo6. Cioè. Ciucc. 4. 10. Nc’era na statoa, azzoè no mammone. Sarn. Pos. ntr. p. 151. Nè manco de le Grazie nè chiù de le Muse, azzoè o tre o nove. Lo Sagliem. 1. 1. L’uomumene peccarille, Azzoè vasciolille. Cerl. Dam. spîr. 1. 4. Azzoè, decimmola comme va.
Azzoffare, Azzuffare. Azzuffare. Fas. Ger. 20. 31. Già s’6 azzoffata la cavallaria
Rapire, Acciuffare. Perr. Agn. zeff. 3. 62. Jeano mpizzanno l’uocchie p’onne canto Pe quarcosa azzuffà comm’’arraggiate. (Così la st. orig.; Pore. ha affuffà; de Ritis crede doversi leggere azzaffà).
Azzoppare. Azzoppare. Fas. Ger. 1. 69. Che da dintro lo sujo no nne lo caccia, O a quarche labbrodinto no l’azzoppa. Perr. Agn. zeff. 4. 80. Che l’azzoppaje coglienno lo tallone. E 5. 90. Nino azzoppa, Aino sgorgia. Viol. buff. 26. Ncee vo comm’a lo pane che s’azzoppa.
Render vana un’impresa, un discorso, Tarpare. Lor. Cors. . 2. 18. Ma ma t’azzoppo meglio. Lo Sagliem. 2. 8. Ma però a lo nteresso te l’azzoppo Sto spruceto marito.
Azzoppare, Azzuppare. Inzuppare, Ba gnare checchessia in un liquido perchè se ne imbeva, Immollare. Fus. Ger. 6. 65. Tutta de chianto scetase azzuppata. E 9. 97. De sango e de sodore sta azzuppato. Cort. Lett. 221. Ancora scola lo sango, e nne so0. g0 tutto azzuppato, nfuso e sbazzariato. E 237. Tanto st’affritto core chianto jetta Che dinto de le lagreme m’azzuppo, . E Vaj. 5. 34. Tutto azzoppato de sodore Jonze a la casa. 07. Nap. acc. 3. 11. Scappa no chianto Che an’azzuppa lo lietto.
Asciugare con cosa che s’imbeva. Bas. Pent. ntr. p. 14. Azzoppauno co na spogna l’uoglio. Fas. Ger. 19. 112. L’azzuppaje (le ferite) co le trezze.
Azzuffare. V. Azzoffare.
Azzuppare. V. Azzoppare.
Azzurro. Azzurro.