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soprattutto de’ fatti altrui. Yott, Sp, cev. 226. L’appurature manco ponD* essere gatantuommene, pecca vann*appurauDO tutte li fatte de Tautre.
Appuzare. V. Appozare.
Appnzata LoRttssoche A/)po>3’a/a. Val,, Fuorf. 1. p. 85. N’appuzata te fa pe ìeveTunzìà. Morm.Fedr. 1. 16.2. Quanno vaje pe lo tujo, isse te fanno N’appuzata e te mostano lo sieggio. Cap. B, 1 15. Uno co uno so le cose pare, Ca si so chiù le faccio n’appuzata.
ipretura. Apertura.
Apretnro. Lo stesso che Apereturo. Cam. ani. (jPorc. 24. p. 9.). Voccuccia de no pier/eco apreturo.
Airile. Aprile. Cap. Son, 40. S’jio fosse a te io 8 puzza ri a st*apnle.
Aprire. Aprire. Dìcesi pure Aperire, di cai si danno qui gli esempi. Tior, 7. 2. Corre lo caporale, ed arrivato Aprette la lanterna. E^. Yecco ca s’apre suhbeto la terra. Stigl. En, 7. 155. De ste doje porte aprea le’mnlascatuH. E 156. Ste porte avea d’aprire Lo rre...Ma<iisse... Apritevelle buje, razza de cane. Bas, Peni, 1. 2. p. 43. Apere la fenestra. E 2. 8. p. 227. Lassanno ditto a lo frate che no l’apera. E 3. 2. p 272. E pigliata sta cascia Taperzero. E 6. p. 315. Aprie )a strata de la bona sciorta d^ essa medesema. (Pòh la si. 1679). E 9. p. 346. Isso tettava e essa (la porla) s’apereva. E 5. A.p. 164. Drinto na scatola, la quale non aprire si non vuoje guaje. E appr. Aperze la scatola. Ciucc. 1. 28. Apierto ch’ebbe l’uocchìe. JE^2.20. Te fit subbeto aprì lo speretillo. E 5. 30. Venne a la porta e la trovaje aperta. SB. 30. Stace co la vocca aperta. E 10. 54. Da quanno nquanno la vocchella apreva. 01, Nap. acc. 19, 53. (?) Tiene aperte le porte a tutte l’ore. Cap II. 3. 89. E assomma le partite a libbro apierto. E SoH. 18. Mora senza.^ri pertuso. Perr. Agn. zefì, 3. 31. momma è la chiave^^ch’apere onne Pfrta.
Aasoluta mente vàie Aprir l’uscio di <^a, Ift porta. Lo Sagliem, 3. 8. Non aprire a nzo chi vene. E. Apre prie. *to. E^appr.. Avite ditto Che n’apro g«ncd ^ buJe. J^iintfr.wn. 1. 13. Apre, ’uellèzza inSa’, famme asservare Si oca
venuto nc’è lo sio Puzillo. Cort, Cenr L 31. Apere priesto, apere patrone* Bas. Peni. 1. 7. p, 88. Essenno già notte non voze aperire. E 4. 8. p. §3. E fatto aprire la sore.
Ed anche Aprire la bottega, il magazzino. Ciucc. 2. 1. Né aveano apierto li cetrangolare Pe bennere l’allesaa e le berole.
Aprire le recchie vale Ascoltare eoa
attenzione. Bas. Petit.2.p.i. A • pre Faurecchie, siente buono. E A. 2^
p. 15^Aprite addonca l’arecchie. Cap.
Son. 225. Apre ss’aorecchie.
Aprire canna. V. Canna.
Aprire Puocchie vale Rientrare in se stesso. Ciucc. 12. 42. L’uocchie avarriano apierte, e canosciute L’arrure, vuje sarrissevo perdute.
Aprire l* nocchie a na cosa o a na perdona vtile Guardarla ben bene, ed anche Porvi la mira, Aver desiderio di farla sua. Cori. Bos, 1..p. 9. (> gn’autra giovenella Nce aprerria tan^ to d’nocchie a’ sto partito. Bas. Peni. 4 l. j?. 9. Lo rre nce aperze l’uocchie. E9.P’99. Aprece buono l’uocchie, videla, contemprala, squatrala.
Fendere, Sparare. Perr, Agn. zejf. 5. 90. Spercia Luca, apre Pone e Rar so sballa. Aquario. Acquario. Tior. 4. 27. E li pisce e r aquario mo fojenno Vanno de r Innia a le nnaurate arene. {^Cosi la st. ). Mandr. ali. 1. 38. Sta nsigno aquario V acqua. Aquateco. Acquatico. Ptrr. Mal. Ap. 2. È,mmescata la guallara... De sangiìigna, d’aquateca e de viento. Aquela, Aquila. Aquila. Aquela mperia» le è ì Falco imperialis; Aquela reale è il F. fulvus; e Aquelu anatrajà è il F. naevius. Ciucc. 10. 32. E n’aquela stea sotta a no pontone. Stigl. En. 11. 175. E co li strille Fece aquela grefagne li froncille. E 181. Gomme a buolo pe r aria vide auzare K’ aquela quanno acciafla no scorzoue.-Pa^. Pen*. 1.8.^. 102. Deverrìamo avere la vista d’aquela.
Si dà volgarmente questo home ad alcune altre specie del genere Falco^
Ligm d’aquela è il legno àeWAgatlochum Qfficinarunt..
Fare t aquela a doje teste o V aquela.