Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882)/B

A C

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B

Ba. Per Abbà, vocativo di Abbate. Ser. Vern.p. 17. Sie ba, sie ba, sie ba, sie barbara.

E ba si aggiunge per ritornello alle canzoni. Lo mare e ba, Fed. Rosau. 1. 1. (?) Jesce, mascolo d’ammore, Viene st’arma a conzolà: E ba e ba: Statte zitto, ntretella d’ammore, Già sponta lo sole pe te scarfà.

Baaglio. Lo stesso che Bagaglio.

Babalà. A la babalà vale Alla buona di Dio Stigl. En. 8. 79. E da gentaglia che pareano nate Da cercole e da cierre, e che camparo Sempe a la babalà. Val. Fuorf. 2. 10 24. Tutte viveno chiù a la babalà.

Inconsideratamente, A casaccio. Sciat. 5. p. 264. Porfediavano a non ammorrare accossì nsicco nsacco ed a la babalà sotta lo nemmico. Bas. M. N, 6. p. 292. Non è cosa da fare Così a la babalà senza penzare. E Pent. 4. 9. p. 96. Tutte penzano a la storza, tutte operano a la babalà Stigl. En. 11. 51. Tutta l’autra marmaglia a chillo chiano S’arde a la babalà senz’autro onore.

Babaluscia. Chiocciola, Lumaca. Vill. Bagn. 2. 10. (?) O faccia tonna mia, comme si ghiuta Dinto a la babaluscia nnitto nfatto! Nninche me so nzorato M’aggio chiù de no titolo abbuscato. (Cioè come sei divenuta adorna di corna come la lumaca).

Pozzanghera.

Nudità, Povertà. Sciat. 2. p. 239. Pe la soleta peoneca de lo paresepinto sempre lo vedive comm’a don Pilone, a la luscia a la luscia babaluscia.

Babano. Sciocco. Melenso, Intstto, Babano. Cap. Il. 7. 23. Tu che te cride, piezzo de babano, Ghi a correre la papara a la chiazza? Cort. Lett. 221. Anchione, arcaseno, babione, babano, catarchio. Sarn. Pos. 5. p. 308. Arcasene, babiune, babane.

Babasso. Lo stesso che Babano.

Baccalare, Pezzo grosso, quasi Papasso. Cap. II. B. 3. S’hanno da nommenà tanta babasse.

Babau. Onomatopeja dell’abbajare. Stigl. En. 12. 175. Malo levriero l’è sempe a le chiappe Co lo babau e bocca arraggiatizza.

E come semplice; esclamazione. Stigl. En. 9. 177. Ma chi... avea chiù leggia gamma Fuje e dice: babau, sarvame mamma.

Babbalà. Lo stesso che Babalà.

Babbalabà. Babbione, Babbeo. Cap. Son. 12. (?). Chisto pittato cca, piezzo de stucchio, È no babbalabà miedeco racchio.

Babbaloscia. A la babbaloscia è lo stesso che A la babalà.

Babbalnooo. Scioperone.

Babbaluscia. Lo stesso che Babaluscia.

Babbaluscio. Pesce argentino, Goniosoma argentinum.

Babbano. Lo stesso che Babano. Cap. San. 66. Chesso mo se comporta a no babbano. Ma no a n’alletterato accossì fino. E 114. Facimmole ammotire sti babbane. Pag. Rot. 15. 24. Confuso steva io povero babbano.

Babbasone. Uomo stupido e grosso, Imbecille, di grossa corporatura.

Babbelano. Impotente, Non atto alla generazione.

Babbelonia. Babilonia, Confusione. Cap. Il. 4. 96. Fanno na babbelonia e non so ntise.

Babbeo. Babbeo.

Babbilano. Lo stesso che Babbelano.

Babbione. Babbione. Tior. 6. 18. E torna, no dottore, babbione. E 9. 1. Te credie quann’era anchione, Babbione, Ma mo so matricolato. Bas. Pent. 2. egr. p. 255. Ca nn’è chiammato antuono, babbione, Muscio, piezzo d’anchione.

Babbo. Babbeo. Morm. Fedr. 3. 17. 1. Io [p. 231 modifica] l’aggio ditto, e mo lo torno a dire, Che stato so no babbo e no gnorante. Val. Fuorf. 2. 10. 65. Ssa torre no è Babbelle, è torre babba Che lo gnorante a li sapie gabba. (Qui usato come agg.).

Babboino, Babbovino. Lo stesso che Babbuino. Fas. Ger. 8. 6 A sso mbroglione e babbovino. (Scherza sui nomi di Buglione e Baldovino).

Babbuasso, Babuasso. Babbuasso. Pag. Rot. 14. 16. E non te nne curà se no babbuasso Ncopp’a na degnetà te prevenio. Cort. V. de P. 1. 36. Chille vozzacchiune babuasse. Cap. Son. 202. Babbuasso falluto. E 238. De li babbuasse è lo priore. Stigl. En. 11. 26. Anea no le trattaje da babuasse.

Babbuino. Babbuino, Scimione. Cuor. Mas. 1. 1. (?) O vozzacchio o cornacchio o babbuino.

Dicesi di uomo per dispregio, indicando deformità ed imbecillità. Ciucc. 12. 27. Llà conzurtammo Che l’avimmo da fa a sti babbuine. Viol. vern. 6. Si lo siente parlà sto babbuino. Cap. Il. 2. 41. Che bello sta comm’a no babbuino. E Son. 132. Ca de li babbuine è patriarca.

In pl. per Denaro.

Babelonia. Babilonia, Confusione. Cap. Prol. 266. Me pare a me ch’a fa sta babelonia Nce vo assai manco ch’a tirà na sciaveca. Fas. Ger. 8. 45. Tu ch’a la babelonia de sto munno Nce si rommaso.

Babione. Lo stesso che Babbione. Bas. Pent. 4. egr. p. 123. Ncoppa a no ciuccio comm’a babione. Stigl. En. 6. 71. Co ssi babiune Te vuoje pigliare mpaccio ec.? Sarn. Pos. 5. p. 308. Arcasene, babiune, babane.

Baboino. Lo stesso che Babbuino. Cap. Son. 10. Brutto e ncocciuso e tanto scontrafatto Che non saje si è ommo baboino. (Così nel Porc. v. 24. p. 50).

Babuasso. V. Babbuasso.

Babuino. Lo stesso che Babbuino. Cort. Ros. 2. 2. p. 38. Nè la mamma fu orza o babuino. Cap. Son. 205. Appila ch’esce feccia, babuino. E g. 25. Da nuje… Mparato avite a fa sso bello nzierto De canto che facite, babuine?

E nel sign. di Denaro. Cort. Lett. 223. Li frisole, li fellusse, li babuine, li purchie. Bas. Pent. 4. egr. p. 123. Goliuso abbuscare babuine. E M. N. 3. p. 265. E se ne vanno a scruocche e a rapine Li nnise, li cannacchìe e babuine.

Baccalà. Baccalà, nome comune di molte specie di pesci che a noi vengono secchi. Val. Fuorf. 2. 3. 17. Fetente de scagliuozze e baccalà.

Staffile. Cap. Il. 2. 59. E provarraje lo baccalà de sola. E Son. 15. No nce so chiù remmedie pe sti guaje Aute ca duje, lo baccalà e lo boja. E 242. E bo No poco arreposà lo baccalà. Sciat. 5. p. 263. E co no baccalà sicco le cacciajeno ped ogne crocevia le mosche da le spalle.

Percosse, Busse, onde Dare lo baccalà, Avere lo baccalà.

Arma de baccalà, Fede de baccalà sono espressioni d’ingiuria.

Piezzo de baccalà, o semplicemente Baccalà, vale Stupido, Imbecille. Cap. Son. 142. Piezze de baccalà, razza d’anchiune.

Fegato fritto e baccalà sono parole di nessun significato che si aggiungono nelle canzoni popolari per sola ragion di rima.

Baccalaje. Credo che sia il pl. di Baccalà. Sarn. Pos. 5. p. 308. Zucavroda, baccalaje, guallecchie.

Baccalajuolo. Venditore di baccalà.

Baccanalio. Baccanale, così agg. come sost. Sciat. 3. p. 251. Signo d’allegrezza d’avere ne lo juoco baccanalio già vinto lo premio.

Baccanario. Lo stesso che Baccanalio. Fas. Ger. 13. 78. Nè nsulo chiste fanno baccanario.

Bacchetta. Bacchetta, e s’usa per lo più per Frusta, Scuriada del cocchiere. Si chiamano pure Bacchette le Stecche dell’ombrello, le Mazze del tamburo, è simili.

Mazza di piccola dimensione con cui si percotevano i soldati, punizione che anche dicevasi Bacchetta. Cap. Il. 2. 81. Ca si se trova ncopp’a lo suppigno Na gatta, ha da passà pe le bacchette. (Qui fig.). Val. Fuorf. 2. 9. 39. Non s’addona la scura poverella Ch’ogne ghiuorno è passata pe bacchetta. (Cioè argomento delle mormorazioni).

Bacchetta dello schioppo, della pistola e simili. [p. 232 modifica] Bacchetta de cera de Spagna è la Bacchettina di ceralacca.

Bacchetta dicesi pure la Verga magica. Fas. Ger. 15. 1. Cca è lo scuto, la carta e la bacchetta. E 49. La bacchetta isso scotola.

Segno del comando, Verga, Scettro, onde la frase Commannare a bacchetta. Ciucc. 9. 3. Di’, gioja mia, commanname a bacchetta. Cap. Il. B. 18. Mo Podarcio lo frate ha la bacchetta. Cort. Ros. 1. 3. p. 25. Commanname a bacchetta. Bas. Pent. 2. 7. p. 214. Commannare li servizie a bacchetta.

Bacchettata. Colpo di bacchetta.

Bacchettella. Dim. di Bacchetta. Fas. Ger. 14. 73. Ma co na bacchettella stare a fronte Mia no mporranno tanta animalune. Val. Vasc. arb. 43. Chiene De cierte bacchettelle assottegliate.

Bacchettone. Bacchettone.

Bastone di ferro collocato a poca distanza dalla groppa del cavallo a traverso le stanghe per impedirgli che faccia danno coi calci.

Bacco. Potta de bacco è esclamazione. Viol. buff. 43. E no la scompe chiù, potta de bacco!

Bacco ncopp’a la votta si dice di Uomo corto e paffuto.

Bacolo. Bacolo, Bastone. Morm. Fedr. 4. 1. 11. Anze si avesse lesto cca no bacolo Te farria bello co na vertolina Restà da vero porvera e farina.

Baffete. Onomatopeja del romore che fa lo scoppio, la caduta e simili. Morm. Fedr. 1. 24. 6. E tornanno a abbottà, baffete, schiatta.

Baffo. In pl. Baffi, ed oggi si usa più comunemente per Mustacchi. Cap. Il. 3. 31. Nc’era chi se volea taglià li baffe Si trovava pe radere na sferra. E Son. 9. No mmerita a li baffe no cotugno?

Cosa o perzona co li baffe si dice per Eccellente, Stupendo.

In sing. Soldato, Uomo appartenente alla milizia. Cap. Il. 6. 7. Comme mmedè no baffo, a cinco e seje Vide sparafonnà li scoppettelle.

Baffone. Aggiunto di una varietà del Triticum coerulescens.

Baffone. Accr. di Baffo. Fas. Ger. 9. 8. Co duje baffune e de varva arrasato.

Bafuogno. Favonio; e Tiempo bafuogno vale Afa.

Bagaglio. Bagaglio. Ciucc. 10. 17. Vi si puoje Acconcià sse bagaglie. (Qui sono gli avanzi laceri di un vestimento). Fas. Ger. 1. 65. Bagaglio e tropp’arrobbe ognuno jette. Ol. Nap. acc. 4. 104. Restano vacante De nzegne, de bagaglio e de defese. Bas. Pent. 3. 1. p. 261. Mo te do bagaglio e gente pe accompagnare a te e a figliama.

Bagascia. Bagascia. Cap. Son. 150. Pocca la musa vosta è na bagascia. Fas. Ger. 5. 76. Vonno toccà cascia, Nche se fa notte, appriesso a la bagascia.

Bagattella. Bagattella. Fas. Ger. 5. 33. E pe na bagattella se movette. Tior. 6. 4. Parennole ste pene bagattelle. Corz. 2. 18. (?) Sta soggetta A fa quarche bagattella. Chi se trova a chesta aità. Bas. Pent. 3. 5. p. 309. L’anemale… commenzaro a fare tanta bagattelle e ghioquarielle. (La st. 1674 ha bagattelle, e quella del 1679 bagattiele).

In pl. Burattini. Tard. Vaj. p. 34. Se movevano e parlavano commo a li mammuocciole de le bagattelle. Cap. Son. 137. So schiattato de lo riso Chiù che s’avesse ntiso bagattelle. (Porc. ha bavattelle). Bas. Pent. S. egr. p. 368. Li mattaccine co le bagattelle. (Le st. 1674 e 1679 hanno li bagattielle).

Bagattiello. V. Bagattella.

Bagattone. Detto scherzevolmente dal Liverì, Stud. per opposizione a Bagattella, quasi Cosa di molta importanza.

Baggianaria. Ostentazione, Vanagloria. Tard. Vaj. p. 25. Essenno rommano e devenno scrivere rommanescamente, isso pe baggianaria screvette nlengua greca. Sarn. Pos. 1. p. 178. Volenno sopprire a la necessetate e non dare pasto a la baggianarìa. Val. Mez. 1. 4. Non se ved’auto che baggianaria. Nov. Sp. 4. 2. L’acqua trovola corre, ch’è avanzata Fore li fore la baggianaria.

Baggianiello. Dim. di Baggiano.

Baggianisco. Che ha del vanaglorioso. Val. Mez. 4. 74. Pe parte de dolore o connoglianza Se fa na baggianesca demostranza.

Baggiano. Vanaglorioso, Borioso, Che ostenta. Stigl. En. 6. 194. Eccote, chino de sbafonaria, Messer Anco s’accosta, lo baggiano. Fas. Ger. 14. 10. Sciù, munno baggiano! Vera pantosca [p. 233 modifica] mmiezo no pantano. Tior. 3. 2. (?) Ma na cosa tenite assaje baggiana, Ed eje lo bestire. E 7. 5. Pecchè è baggiano e bole avè lo cricco. E appr. Commare, e comme faje tu la baggiana? Bas. Pent. 1. egr. p. 138. Vide mo no baggiano, No cacapozonetto ed arbasciuso Che stace mpretennenzia. E 140. Ca lo baggiano è comme a la vessica.

Baggianotto. Dim. di Baggiano, Pag. Rot. 13. 8. E oro e argiento mette a lo vestito; Sfarzeja, nè bo vedè se le commene; E baggianotto, è po mostato a dito.

Bagliva. Lo stesso che Vagliva. Cort. Ros. 2. 6. p. 50. Ca maje mogliere fece pe sse cose Zitare lo marito a la bagliva.

Baglivo. Lo stesso che Vaglivo.

Bagno. Lo stesso che Vagno. Val. Fuorf. 2. 10. 27. che piglia li bagne de Pezzulo.

Baja. Beffa, Burla clamorosa, Baja, Bajata. Cort. Lett. 233. Chi porria dicere la baja, l’allucco e l’illajo che me facettero chille da coppa a la montagna. Ciucc. 8. 35. Pe fa la baja o Ghiatanuccio e a Ciccio. E 13. 14. Chi da cuculo te facea la baja… E tutte nzomma jeano a fa ssa baja. Tior. 7. 1. E nce fanno l’allucca co la baja, Chiammannoce poete asciutte e sfritte. E 4. Fa chiù stimma assaje De sentire doje baje Da no liccascotelle, no boffone, Che ec. E appr. E quanta baja fanno a sto pajese A dottore Chiajese? Cap. Il. 5. 65. Cossì la dea che sole fa ste baje. E 7. 26. Ncancaruto e ardente, È resoluto propio de fa baje. Stigl En. 11. 210. E lloco autro che baje Sentiste, autro che schiasse.

Fare la baja a le ciaole, e non a le cecale come ha il de Ritis, vale Morire impiccato.

Cosa di poco conto, Bagattella, Bajata. Tior. 6. 3. Sto chianto L’ha tenuto pe baja e bagattelle. E 10. 1. Ed ogne pena mia la tenga a baja. Bas. Pent. 1. 10. p. 128. Nce voze autro che baja pe la canoscere. E 5. 3. p. 149. Se nne ncrapicciaje d’autro che de baja. (Cioè da senno).

Nome di città che ha dato origine alla frase Essere mal aria a Baja che vale Esservi pericoli imminenti, minacce in aria. Ciucc. 6. 21. Vedenno ca mal ario nc’era a Baja, Se quartejaje e fice no zompillo.

Bajare. Abbajare. Fas. Ger. 3. 32. Lo bravazzo Ognuno fa, se fuje, bajanno attuorno.

Bajata. Lo stesso che Baja, soprattutto nel sign. di Cosa da nulla. Tior. 1. 2. Non pe contà de Cicco lo zelluso Nè de Chiechia spechieca le bajate. Cap. Prol. p. 266. Ca chelle regole Songo certe bajate d’Arestotele. Val. Mez. 1. 136. Cride, previta mia, ca so bajate.

Bajetta. Bajetta, Saj arovescia. Sp. bayeta. Fr. bayette.

Cappa fatta di tal panno. Sciat. 4. p.

257. Arravogliatase la bajetta sotta tetilleco, accossì auzaje la cascetta.

Bajo. Bajo.

Balamano. Storpiatura di Baciamano. Cel. Ard. verg. (?) Balaman de vuasia.

Balantrano. Palandrano.

Balaostrata. Balaustrata. Sarn. Pos. 1. p. 176. Co le feneste ch’ascevano a quatto balaostrate che ghievano attuorno a lo palazzo.

Baldacchino. Lo stesso che Bardacchino.

Balestra. Lo stesso che Valestra.

Balestriero. Lo stesso che Valestriero.

Balia. Balia. Cerl. (?) Aje piatto? — Chiù de na balia.

Balice. Valigia. Cerl. Clar. 2. 8. Se sgargeja na mascella co la balice e fa zimeo con l’attezza di V. E. E appr. Col carnente de la balice. E appr. E l’amasio de la balice l’ha tirata a chiunzo. (In questi esempii si allude ad un paggio di valigia). Ciucc. 3. 13. Chisto servea comm’a no paggetiello De scuto o de balice.

Balista. Balista. Fas. Ger. 11. 31. Le baliste che so peo de cannune.

Balla. Balla di mercanzie, Collo. Perr. Agn. zeff. 4. 70. Nce sta quarcuno che morerrà ciesso Sulo contra doana avenno balle. (Cioè facendo contrabbandi). Cort. V. de. P. 4. 22. Pe confermare Ca n’avea poste balle a la doana, E n’era juta ancora a bennegnare. (Cioè era vergine). Fas. Ger. 11. 50. A la balla ch’ammassa Lana ed autro.

Ballare. Ballare. Cort. Lett. 211. S’hanno allogate stammatina l’asena Pe benire a ballare po dommeneca. E Ros. [p. 234 modifica] 3. 9. p. 77. Zitto ca starraje buono E ballarrimmo… — Si ballarraggio. Cap. Son. 215. E le ranonchie sorzero a ballare.

Ballarinola. Ballerina. Pal. Ball. am. 1. 11. E io quanno m’attocca a guaschiare, Arronzo ballarinole, cantante ec.

Cutrettola, Motacilla alba.

Sorta di pesce, Trigla adriatica.

Ballarinolo. Ballerino.

Ballaturo. Pianerottolo, Andito con ringhiera, Ballatojo.

Ballo. Ballo. Tior. 7. 1. O faccia zumpo o ballo. Bas. Pent. 1. 8. p. 99. Paola, a chi toccava de trasire a sto ballo. E 4. ntr. p. 6. E sonato… lo ballo de Sciorenza. E 5. 3. p. 154. La notte era sciuta… a portare lo ballo de le stelle.

Ballone. Accr. di Balla. Fas. Ger. 11. 40. Nframetteno de lana no ballone.

Ballonero. Sorta di nave, forse Baleniere.

Ballottola. Donnola. Fr. belette.

Balovardo. Baluordo. Fas. Ger. 11. 64. E na montagna auzaje la frantommaglia, Meglio de balovardo, a la moraglia.

Balzamo. Balsamo. Cerl. Cronv. 1. 11. Tu mo pretienne de vennere uoglio e cocozza fraceta pe balzamo azzellente a no carrino la carrafella?

Bambù. Bastone fatta del fusto della Bambusa arundinacea.

Bammeniello. Bambino, Bambinello, e si appropria a Gesù bambino e a Maria. Del P. Laud. spir. 200. (?) Na nennella nterra è nata Che Maria s’addommanna… Bammenella aggraziatella, Io pe te voglio abbruscià. E 212. (?) Ma si tu p’esser amato Te si fatto bammeniello.

Bammino. Bambino, e si dice in particolare di Gesù bambino.

Uomo forte e bravo, per lo più di mal affare. Mandr. all. 5. 1. Doppo fatto no scampolo de suonno, Se nvarcano a no sghiffo sti bammine.

Banaggia. Imprecazione eufemica per non dire Mannaggia. Mandr. nn. 1. 15. Ferma no poco, che banaggia craje, Cap. Son. 111. Potta, è lo vero! che banaggia craje.

Banca. Banco, e si dice in particolare di quei grossi deschi di legno, dove acquajuole, mellonare, chianchiere, ostrecare, torronare, ed altri venditori, spacciano le loro merci in mezzo alle vie. Ciucc. 12. 17. Na tenna co na banca de terrone. E 20. Giove steva Assettato a la banca e despenzava. Ol. Nap. acc. 2. 61. Era sagliuto Ncopp’a na banca de li quatrettare.

Banco di notajo, scrivano, usciere, mercante. Liv. Stud. 2. 14. (?) Me sbatto le curie, li notare, li protacuolle co le banche sane sane. Tior. 1. 17. O facce… Chiù liscia de na banca de scrittorìo. Bas. Pent. 4. 8. p. 86. Sborzava monete d’argiento a la banca de lo maro. (Parla di un fiume).

Tribunale, Banco. Cort. C. e P. 5. p. 171. Creo che m’aggia fatto na quarera a la banca de Minosso. Cap. Il. 6. 40. E po penzaje de non volè fa chianca… Nè fa prociesse e fa ngrassà la banca. Bas. Pent. 3. 2. p. 272. Zitata la regina a comparire a la banca de la Parca pe pagare lo debeto a la natura. E 3. p. 289. A la banca de lo cielo.

Seggio presidenziale delle confraterie laiche e le Persone che vi seggono. Cap. Son. 84. Dapò fu resoluto da la banca Che ec. (Qui per simil).

Bancale. Di banco, e si usa anche come nome femminile. De ssi denare fammenne na bancale. Val. Mez. 2. 100. Vide ca vene manco no stromiento, N’arbarano e na polesa bancale.

Bancarella. Lo stesso che Bancarozza.

Bancariello. Bischetto, Panchetto su cui pongono i calzolai i loro ordigni da lavoro; e dicesi pure di altri simili deschi, tavole e panconi che usano le cagnacavalle ec.

Bancarotta. Lo stesso che Bancarozza. Val. Fuorf. 1. p. 176. Chiste hanno ciert’alluorge tutte fauze; Ncopp’a ste bancarotte se raccattano.

Bancarotto. Banco o Banchiere o Orefice di piccolo affare. Bas. Pent. 3. 8. p. 338. Non bastanno la tresoreria, li bacche, li bancarotte e li mercante de cammio. E 4. 7. p. 72. Essenno juta Luceta… a no bancarotto ammico sujo, venne arrivanno Troccola. (Le st. 1674 e 1679. hanno bancherotto).

Galeotto. Cort. C. e P. 5. p. 170. [p. 235 modifica] Quarche perna faoza che lo bancarotte de Caronte le volesse dare a luoco de la vera. E 7. p. 192. Fuimo mpastorate commo cavalle e puoste pe bancarotte ngalera, e cagnavamo lo sodore e la fatica pe tanta vorpinate. (In questi esempii vi ha anfibologia col primo significato).

Bancarozza. Panca o Panchetta con tavola sopra, su cui si rivendono cose vecchie ed usate, per lo più libri, ed anche oggetti e utensili di metallo, vestimenti, scarpe, ec.

Bancarozzaro. Colui che tiene bancarozza.

Banchera. Femm. di Banchiere. Val. Fuor. 1. p. 104. Ogge le scuffie portano le suggeche, Moglìere de criate se la mpacchiano, E le banchere pure se resentono. E p. 216. Chella banchera porca lo lecenzia.

Bancheriare. Fare azioni da banchiere, Vivere da banchiere.

Bancherotto. V. Bancarotte.

Banchetto. Banchetto, Convito. Ciucc. 13. 29. E d’auto pe la strata non parlavano Che de banchette. Cort. Ros. 4. 3. Ca tu volive fare no banchetto De porcelle arrostute. Tior. 2. 1. E paro justo spito de banchetto n’uosso spollecato de presutto. Bas. Pent. 2. 7. p. 218. Avere cagnato… li banchette vannute co no tuozzo de pane.

Banchiero, Banchiere. Monellaccio, Biricchino, Ragazzo ed anche Uomo che vive commettendo malvage azioni, e se non altro molestando gli altri. Morm. Fedr. 1. 28. 2. Sia no banchiero, sia n’ommo de niente, Sia chillo puro chino de defiette… Non pe chesso tu l’aje da fa despiette. Val. Fuorf. p. 116. Che pe le mura tanta ntorce ardevano, E li banchiere mucche spezzolavano.

Oggi si comincia ad usare nel senso dell’italiano Banchiere, significato che forse ebbe pure anticamente in napoletano. Cerl. Cronv. 2. 16. Da banchiere in su.

Banco. Banco mercantile, pubblico e privato. Sono celebri i banchi di Napoli, oggi ridotti ad un solo con molte succursali anche in altre provincie d’Italia. Bas. Pent. 1. 10. p. 119. Banco accorzato de li contante de le bellezze.

E 2. 7. p. 215. Banco de li chiù ricche deposete. E 3. 8. p. 338. Non bastanno la tresoreria, li banche, li bancarotte e li mercante de cammio de la cetate. E 4. 9. p. 104. La matina aperze banco lo sole pe liberare lo deposeto de la luce a li credeture de le juorno. Vill. Epit. p. 132. Pe buje stia semp’apierto De la Piatà lo banco.

Di cosa eccellente dicesi che Va no banco.

Banco falluto è sorta di giuoco di carte. Bas. M. N. 1. p. 224. Joquammo… A lo banco falluto, a la gabella. E Pent. 1. 2 p. 39. O bell’uocchie, che co no trionfiello de luce facite jocare a banco falluto le stelle. E. 10. p. 126. Dove chesta joquava a trionfiello… l’autre averriano joquato a banco falluto.

Palco da saltimbanco o ciarlatano. Bas. Pent. 2. 7. p. 222. Quanno lo sole sopra lo banco de lo cielo mostra li privilegie fattele da la natura, sigillate de luce, e benne secreto da schiarire la vista. E 4. 7. p. 71. Comma’a ciarlatano ncoppa a no banco. Viol. vern. 14. No varvetta Ncoppa a no banco a buonnecchiù strellava.

Banconaro. Uomo che vive imitando i costumi e le azioni della più bassa plebe.

Bancone. Pancone, Pancaccìa.

Banco su cui lavora e vende il falegname, il fabbro, il macellaio, il mercante a ritaglio, le speziale, il cuoco, ec.

Banna. Banda, Parte, Lato, anche fig. Sarn. Pos. 1. p. 176. Da na banna e da l’autra nc’erano doje gradejate rejale. Cort. C. e P. 2. p. 142. Scesero nterra chi da na banna e chi da n’autra. Ciucc. 1. 4. Da la banna de Napole è no monte. E 5. 16. A n’ata banna s’erano adonate Ciert’aute. E 12. 56. Da na banna Si s’hanno a castecà comm’a nemmice, E da n’aota n’è buono che le scanna Uno de nuje. Cap. Son. 151. E p’ogne banna se mpizza e se nforchia. Fas. Ger. 1. arg. Da l’autra banna. Perr. Agn. zeff. 4. 11. Da la banna de lo core. E 5. 40. Da tanta banne… assautate. Tior. 7. 4. Lasso ire da banna… Chill’auto ec. Tard. Vaj. p. 60. Na bella accattata [p. 236 modifica] de rapeste… e tutte mettereselle da banna. Bas. Pent. 3. 4. p. 301. La sperciaje da banna a banna.

Banda musicale.

Bannararo. Tappezziere, Banderajo.

Bannariola. Banderuola. Fas. Ger. 19. 58. Vedde tenne a delluvio, e ncimma a chelle Bannariole e berde e rosse e gialle.

Ventola da parare il lume.

Bannemiento. Bando, Editto. Cuor. Mas. 8. 3. (?) Pocca la pace a suono de trommette Se sprubbecaje co regio bannemiento.

Bannera. Bandiera, a preferenza quella dei militari. Cort. Cerr. 2. 6. Facette fa na mano de trencere E po arvoliare le bannere. Fas. Ger. 1. 1. L’ammice spierte accouze a la bannera. E 64. Veccote de san Pietro la bannera. E 72. Oh che bellezza Mmedè tanta bannere ghi e benire A lo viento che scioscia. Ciucc. 3. 3. Arme, cavalle, sordate e bannere. E 13. 40. Mmiezo a lloro de Grecia la bannera Venea. Perr. Agn. zeff. 1. 44. Nnauzatte la bannera.

Portare bannera o la bannera vale Avere il primato. Tior. 8. 3. Buon è co l’uoglio e lo fenucchìo sicco; Ma co la carne po porta bannera. Viol. buff. 7. E no lo saje ancora Ca de chesto nne puorte la bannera? E vern. 2. E a fa vernacchie porta la bannera.

E in generale denota Eccellenza, Primato. Ste doje fegliole so la bannera de le belle. Mineco è la bannera de li guappe. Quattr. Ar. 261. Lacinia… Ch’è la bannera de le nnammorate.

Festa a bannera vale Gran festa. Fas. Ger. 9. 19. Pe st’oje l’Asia farrà festa a bannera.

Bannera d’ogne biento vale Banderuola, Girella. Zin. Am. conf. 1. 3. (?) Bannera d’ogne biento Canosco che si tu.

Aizare bannera fig. per penem arrigere.

Fare bannera detto dei sarti vale Far la bandiera. Bas. Pent. 4. egr. p. 128. Lo cosetore face la bannera.

Pesce bannera è sorta di pesce del genere Trachypterus secondo O. G. Costa, ed è il Lepidopus ensiformis secondo A. Costa.

Banneriola. Lo stesso che Bannariola.

Banniare. Bandire. Tard. Vaj. p. 95. Lo Trommetta sta aunito a la Vicaria, ed eje no trebonale che tene partecolare autoretate de banniare tutte le cose perdute.

Banniato quindi vale Bandito, ed usasi pure come aggiunto di luogo riservato e chiuso. Sciat. 2. p. 236. Nc’è de pena quinnece carrine a chi arrobba schitto na pigna d’uva da no vignale banniato.

Bannire. Bandire, Sbandire. Fas. Ger. 2. 54. Autre po nne bannesce e sterrafina Da la cetà.

Bannita. Bandita, Luogo riservato per caccia.

Bannito. Bandito, Fuorbandito. Bas. Pent. 3. 2. p. 275. Non era femmena desonesta né parente de bannito.

Banno. Bando, Editto. Bas. Pent. 1. 6. p. 82. E tu tu, fa jettare no banno, che tutte le femmene de la terra vengano a na festa vannuta. E M. N. 9. p. 342. No banno vorria fare Che mante non s’avessero a portare. Cort. Vaj. 2. 26. Jeze lo banno mo pe la cetate. Ciucc. 7. 10. E nche ghiettato Fuje pe tutto lo regno sto gra banno. E 11. 3. No ntanto sto gran banno fu ghiettato, Che ec. Cuor. Mas. 8. 20. (?) Tanno l’ordene cacciaje Che lo banno pe tutto se jettasse. Fed. Bel. 2. 25. (?) Te pregano che facce banno regio.

È anche sorta di giuoco. Bas. Pent. 2. ntr. p. 159. Nè banno e commannamiento. E 3. 3. p. 288. Pe bedereme fatto lo juoco de li peccerllle: banno e commannamiento da parte de mastro Chiommiento.

Baozamo. Balsamo.

Baozano. Balzano.

Bara. Bara e Barella. V. Vara.

Barato. Perduto, Rovinato, Messo nella bara. Morto. Io credo che la voce pura sia Varato, mutata in Barato in forza delle voci che la precedono. In alcune antiche stampe del Pentamerone si legge varato. Lo Scoppa traduce il lat. Actum est de te per Tu si scurzo, si barato, si annato a l’alleluja. Pag. Fen. 4. 1. p. 273. S’io songo già barato. Non tanto desperà [p. 237 modifica] no desperato. Tior. 7. 3. Ma schiuda quanno vo no sfortonato, D’ogne tiempo che nasce isso ha barato. E 10. 3. Da chisto munno Cecca ha già barato. Bas. Pent. 3. 1. p. 266. Se no me facite a sta medesema pedata na cammara co sette porte de fierro, io so barata. E 5. 9. p. 197. S’io non aggio chelleta de sta petena io so barato. E M. N. 1. p. 240. Che si t’hanno depinto a no prociesso, Nigro te, si barato. Cort. Ros. 1. 1. p. 10. Si non pozzo aver essa io so barato. E M. P. 6. 1. Io ntutto so barata. Perr. Agn. zeff. 3. 15. Mo si ca la bravura è già barata.

Barattare. Barattare. Fas. Ger. 12. 8. E barattare Co lo nnore è cosa ottema la vita. Val. Fuorf. 2. 5. 27. A barattare, a bennere e accattare.

Barattaria. Baratteria, ma nel senso di Negozio di barattiere.

Bisca. Bas. Pent. 3. 5. p. 304. Si joquava pe le barattarie, le facevano la pizza, lo mettevano mmiezo. (Le st. 1674 e 1679 hanno varattarie).

Barattiere. Barattiere, Chi fa baratti o compra e rivende.

Baratto. Baratto, Scambio, ed anche Il rivendere. Fas. Ger. 4. 81. O baratto nne faccio co cerrito.

Barattolo. Barattolo, e s’intende per lo più di quelli in cui si serbano conserve e confetture. Mil. Zit. 2. (?) Parla, barattolo mio sceruppato. (Qui fig.). Zezz. Papp. p. 9. Core de cioccolata e casatielle, De merenghe barattole e stracquine.

Dono, Regalo fatto a fine che altri non guasti i fatti nostri, ed anche Porzione che i bravacci pretendono su gli altrui guadagni e che più comunemente oggi dicesi Camorra. Prisc. Mesc. 1. 32. Fermate e cessa arreto; a sta jocata Barattolo no nc’è; lesto mo abbia.

Barba. Barba.

Barbariare. Usato nel prov. Comme barbarea accossì natalea, che vuol dire che lo stesso tempo che si ha il dì di S. Barbara (4 dic.), si ha pure nel Natale.

Barbetella. Pollone, Barbatella.

Barbetta. In pl. Barba che si lascia crescere dalle orecchie in giù sulle guance.

Barbettella. Dim. di Barbetta.

In pl. Barbine e tutto ciò con cui le donne annodano sotto al mento il cappellino o la cuffia.

Barbuglia. Barbugliamento. Ciucc. 6. 1. Na barbuglia de papare e de cole Nconzierto le facea na matenata.

Ciurma, Folla, ed il Tumulto che ne consegue. Ciucc. 10. 10. Jarrà, comm’è benuta, primmo chesta Barbuglia de lacchè. Cap. Il. 4. 103. Se chianchejano nfrotta a sta barbuglia. Ol. Nap. acc. 12. 9. (?) Tutte pigliano l’arme a fa barbuglia.

Barbugliare. Barbugliare.

Barca. Cavallone, Maroso.

Si ode talvolta per Varca.

Barchetto. Palchetto, Palco. Cant. 1. 12. (?) N’autro da no barchetto Me fa no vasamano, e tu t’ammusse. Ser. Vern. p. 16. Pe sapè la lengua nosta nce vonno lazzaro de lo Mercato, e non frosce che banno pe li barchette allupanno sorbetto e ghiettanno lecchiette pe fa ridere le sbriffie. Ciucc. 12. 26. Fatta ssa festa, primmo che s’auzasse Giove da lo barchetto. Lo Sagliem. 1. 10. Cca li barchette se nne scennevano.

Barciello. Bargello. Mil. Fint. sempl. 2. 12. (?) È benuto a la casa lo barciello Co tanta sbirre.

Barco. Balcone. Trinch. Corr. 1. 2. (?) Sesca sotto le barco De la segnora toja.

Barconata. Balcone lungo su cui riescono molte aperture.

L’insieme di tutti i balconi di uii palazzo.

Ringhiera lunga che fa le veci di parapetto.

Barcone. Balcone, anche fig. Sadd. Lo Simm. 1. 2. (?) Quanno assumme a sto barcone, Mascolone bello mio. Fas. Ger. 8. 1. E l’arba sciauriava a lo barcone. Ciucc. 9. 24. Fente erano le logge e li barcune. E 13. 27. L’Aurora… s’era affacciata Tutta arrossuta ncoppa a no barcone.

Barcune a l’uocchie sono Lividure all’intorno dell’occhio, ed anche Macchie livide, Occhiaje. Ser. Vern. p. 22. Vruognolo, molegnana, barcone a l’uocchio.

Bardacchino. Baldacchino. Roce. Desc. [p. 238 modifica] pred. 56. (?) Quanno credeva de saglì a no bardacchino simmele. Bas. Pent. 1. 10. p. 125. L’arvolo stisso ch’era deventato no bardacchino de velluto verde. Cort. V. de P. 5. 12. Sotto no bardacchino de velluto. Ciucc. 1. 22. Era sto bardacchino de stopore Da n’arvosciello soppontato ntutto. E 10. 32. Sott’a no bardacchino Lavorato de penne de pavone. Perr. Agn. zeff. 1. 46. No bardacchino fatto de mortella.

Passare da lo bardacchino a la stalla o simile. V. Vardacchino.

Aspettà lo bardacchino vale quel che in italiano.

In particolare dicesi a quello che si porta nelle case di coloro a cui si dà il viatico, per deporvi l’ostia consacrata.

Bardascia. Femm. di Bardascio.

Bardasciello. Dim. di Bardascio.

Bardascio. Fanciullo, Ragazzo. Cap. Son. 132. Mammalucehe, chiafeje, guitte, bardasce. E. Nce potite ncappà quarche bardascio A chisso stilo sdellommato e muscio. E 186. Sto bardascio Me fa veni lo vuommeco da vascio.

Bardascione. Accr. di Bardascio.

Bardasciotto. Dim. di Bardascio.

Bardassa. Lo stesso che Bardascia. Val. Fuorf. 2. 4. 63. E lo viecchio se sposa na bardassa, E la vecchia se sposa no sbarvato.

Bardotto. Mulo nato d’asina, Bardotto.

Baresana. Varietà di oliva del Barese.

Baritono. Baritono. Val. Fuorf. p. 107. Sentive no soprano e puro n’auto, No vascio, no tenore e no baritono.

Barletta. Città del Napoletano; e dicesi Nova de Barletta una Notizia falsa. Fas. Ger. 8. 5. Vorria che fosse nova de Barletta Chesta ch’io porto.

Barolè. Barulè. Pag. Rot. 13. 9. Aute le barolè, porta sciammante A pizze gallonato lo cappiello. (Così la st. orig.).

Baronciello. Dim. di Barone. Pag. Rot. 13. 9. E stimma ch’isso sia no baronciello.

Barone, Barone. Ol. Nap. acc. 4. 19. (?) No muojo de terra lo facie barone. Perr. Agn. zeff. 2. 19. Vennero tutte quante li barune.

Arrecare a casa de barone vale Giungere all’intento. Cort. Ros. 1. 3. p. 25. Jammo, ca se nce arrivo A casa de barone, T’accatto no corzetto e no jeppone. Fas. Ger. 4. 63. Co chiste ed autre ammice, aggente bone, Song’arrevata a casa de barone.

Usasi per Birbante, anche con altre aggiunte.

Baronessa. Baronessa. Bas. Pent. 5 6. p. 174. Figlia de na gran baronessa.

Baronia. Il feudo o L’insieme de’ feudi soggetto al barone.

Barracana. Barracano, sorta di drappo. Sp. barragan. Fr. bourracan.

Barracca. Baracca. Cap. Il. 2. 5. Lo Suonno dapò ntiso sto latino, Fa na carrera e trase a la barracca. Fas. Ger. 15. 11. A delluvio vedeano le barracche.

Bottera temporanea costruita di assi, soprattutto per rivendere abiti vecchi e per ispettacoli popolari. Ol. Nap. acc. 1. 59. Mmiezo è tutte barracche fatte apposta Pe bennere E 2. 66. È na barracca De tavole. Val. Fuorf. 2. 3. 17. Femmenelle de tenne e de barracche Tutte vanno a la fera p’accattà. Viol. vern. 14. Accanto a na barracca se sonava. Vott. Sp. cev. 208. Pigliava la via de la barracca de l’afficiale prubbechella.

Vocca de barracca vale Bocca grandissima. Viol. vern. 11. Co chella vocca de barracca.

Barraccaro. Chi vende sotto baracche, ed in particolare Rigattiere. Oggi sono ridotti quasi tutti in regolari botteghe, ma ritengono l’antico nome.

Barracchella. Dim. di Barracca, e per estensione Botteguccia meschina.

Barraccone. Grande baracca, per lo più ad uso di pubblici spettacoli.

Detto per ingiuria ad uomo vecchio ed accasciato. Cap. Il. 4. 9. Che nnorchia è chessa Che te scappa da vocca, oje barraccone?

Barreciello. Bargello. Sp. barachel. Mil. Fint. sempl. 3. 6. (?) E nn’ha parlato co lo barreciello Pe pigliarle stanotte.

Barrera. Barriera.

Luogo dove si paga la gabella all’entrare in città.

Rissa, Tumulto, e le Busse che ne conseguono. Cort. Vaj. 4. 7. Ma li compagne suoje de la barrera… Erano jute tutte de corzera. Vott. Sp. cev. 83. Quanno fujeno a lo spartere, nce fuje na barrera de secozzune e paccare. A. L. T. Adel. mar. 1. 10. Ne? che [p. 239 modifica] strille? che barrera? Pal. Scaltr. mill 2. 7. Me la sento na barrera Pe le spalle passià.

È pure un giuoco popolare, forse lo stesso che il giuoco della barra. Pag. M. d’O. 10. 4. Pe bedere Da llà ncoppa li balle e le barrerò.

Barretta. Berretta, Berretto. V. Carcare. Perr. Agn. zeff. 4. 61. E ncarcare se pote la barretta. E 6. 66. Vi chillo che se carca la barretta. Cap. Son. 126. Ca chiù de vuje me carco la barretta. Bas. Pent. 1. 10. p. 130. Co na barretta a tagliero.

Cetrangolo a barbetta è sorta di agrume. Ol. Nap. acc. 15. 26. (?) Cetrangola a barretta e gegantune.

Barretta de cardenale è la Fusaggine, Evonimus europaeus.

Barrettino. Berrettino. Stigl. En. 3. 157. A li deje de chell’isola patrune Ognuno se levaje lo barrettino. Pag. Rot. 16. 25. A chi na sgarza e a chi no barrettino.

Barrettino. Agg. Berrettino. Cort Ros. 3. 5. Nne voglio fare piezze E salarelo po comm’a tonnina; Canaglia barrettina, A me sto trademiento. Sarn. Pos. 5. p. 309. Cacciamonnezza, canaglia barrettina.

Barrettone. Accr. di Barretta. Pal. Fan. burl. 2. 1. (?) Te voglio travestire Co la veste de cammera E co lo barrettone ch’isso porta.

Barrire. Barrire. Mandr. all. 3. 10. Barriva n’alefante da pe tutto.

Barroccio. Lo stesso che Barruoccio. Cerl. Vass. fed. 3. 3. Vo partì dint’a na carrozza chiusa, cioè no barroccio apierto.

Barruffa. Baruffa, Mischia, Zuffa, Cap. Il. 2. 58. Ca nce aje zucato a fa sempe barruffe. E 5. 38. Ma primmo vo chella sajetta franca De Pannaro trovà pe la barruffa. Ol. Nap. acc. 2. 50. Accommenzata aveano la barruffa. Fas. Ger. 7. 109. E addove la barruffa è chiù mbrogliata. E 9. 73. Se fece la barruffa chiù mbrogliata. Siigl. En. 11. 85 Quanno è lo tiempo po de la barruffa ec.

Barruoccio. Biroccio. Nov. Sp. 4. 34. Se vedeno barruocce e bolantine, Stofiglie, cuoppe ed autre carriole.

Barulè. Lo stesso che Barolè.

Barzabucco. Belzebù. Fas. Ger. 7. 99. Pe te lo chiajeto, Argante, era perduto; Ma Barzabucco vozete ajotare.

Barzamare. Imbalsamare.

Barzamo. Balsamo. Morm. Fedr. 2. apil. Eje no barzamo A la chiaja fetente ch’ave a l’anema.

Barzano. Balzano.

Barzelletta. Barzelletta. Tior. 7. 4. Quanta soniette ha fatte… E quanta barzellette ntoscanisco? Bas. M. N. 2. p. 254. Potta de sacco rutto! E quanta barzellette!

Basa. V. Base.

Basa. Bazza, nei giuochi di carte, più comunemente Pigliata, sp. boza. Basa patta è quella in cui non v’è vantaggio per nessuno de’ giocatori. Dare vente le base patte vuol dire Dare un valore a quello che non l’ha, Concedere un gran vantaggio all’avversario. Cap. Il. ded. 2. Avimmo tanto suono, Tanta dorgezza dinto a sti connutte, Che senza troppo spremmere, le dammo Le base patte vente e l’annegliammo.

Basalisco. Basilisco.

Basca. Ambascia, Smania. Cort C. e P. 1. p. 138. Perzò non te pigliare bassa de la desgrazia ch’aje passata. E 3. p. 149. Non facette auto che co na basca granne votarese tutta la notte pe lo lietto. Perr. Agn. zeff. 1. 9. E ncuorpo aveva n’affannata basca Pe ghire priesto. E 2. 3. La basca co la zirria e lo despietto.

Bascio. Basso in sign. musicale. Ciucc. 3. 24. Da llà no bascio che ghieva a ciammiello Te ntronava da vascio a la cantina.

Pel modo avverbiale A bascio v. Vascio.

Bascioscio. Lo stesso che Biscioscio. Sciat. 2. p. 243. Sto comprennoteco bascioscio. Pal. Vill. ric. 2. 10. (?) Me credeva de fare lo bascioscio, E mo sto arravoglianno sta matassa. Trinch. Fint. ved. 3. (?). Ma lo bascioscio Nce perde la fattura co la spesa.

Base, Basa. Base. Bas. Pent. 1. 6. p. 82. Si non pozzo avere li capetielle, vaso le base. Val. Fuorf. 2. 10. 65. Ch’è base e fonnamiento de no jodece.

Baselisco. Basilisco. Cap. Son. 127. Mamma mia! ch’ogne bierzo è baselisco. E [p. 240 modifica] 145. Cervune, ranavotte e baselische. E 196. Baselisco che accide co la vista.

Basileca. Basilica.

Basilico, Ocymum basilicum.

Bassetta. Bassetta, Macao, Faraone. Val. Fuorf. 2. 9. 14. A la moda nce stace na bassetta. Trinch. Fint. ved. 3. 10. (?) Che! pe la bassetta? La Mil. 2. 9. Vonno fa na bassetta e n’abballata. E 3. 9. Ca mo mo vedarrite na scoglietta De milordielle a fare na bassetta.

Bassettiante. Giocatore di bassetta. Val. Fuorf. 2. 9. 43. No jocatore ch’è bassettejante, N’ato nne vide da paresepinte.

Bastanza. A bastanza vale Abbastanza. Fas. Ger. 11. 25. Li More jute so a bastanza.

Bastardo. Bastardo. Cap. Il. 5. 21. Pedeo che d’Antinoro era bastardo.

Bastarduolo. Quadernetto che serve di giornale a mercanti e notai.

Bastare. Lo stesso che Vastare. Perr. Agn. zeff. 4. 70. Basta ca nfi che durano le trapole Non mancarranno maje pojete a Napole. Cap. Son. 235. Nè de rape te baste a satorare. Bas. Pent. 2. 6. p. 202. Le malizie lloro, bastante a coffiare na vorpe.

Bastemiento. Bastimento. Cap. Il. 1. 59. Lo rre pigliaje la via de la marina, Dove fece sparmà no bastemiento. E B. 14. E agnuno porta dece bastemiente. Cerl. Cronv. 3. 13. Lo sciummo che sbocca addò sta lo bastemiento.

Bastia. Bastia.

Bastiglia. Lo stesso che Bastia.

Bastione. Bastione. Sciat. 5. p. 274. Lo cane sujo ch’ascie da lo bastione. Cap. Il. 3. 5. Lo primmo Jace… De li Griece lo primmo bastejone. (Fig.). Fas. Ger. 11. 37. Pe nne scancarà porte e bastiune.

Basto. Asso di bastoni nel giuoco del quadriglio, e quindi si prende per Busse. Cap. Son. 16. Ca ssa poglia po fa sulo lo basto. E 228. Da lo basto po ha na lezione, E da lo palo muto ave consiglio De non aprire maje lo cannarone.

Bastonciello. Dim di Bastone. Ciucc. 9. 15. Trase dinto, afferra No bastonciello ch’era d’oro fauzo.

Bastone. Bastone. Ciucc. 13. 39. Tutto aveano le spate e li bastune. Perr. Agn. zeff. 6. 9. Ha de cenquanta parme bo bastone. (Cioè un remo).

Uno dei semi delle carte da giuoco, detto anche Mazze, e si usa per lo più in plur.

Batessa. Badessa. Val. Fuorf. 2. 8. 31. De le picciose pare la batessa, No la contenta chiilo che nne scria.

Battaglia. Battaglia. Fas. Ger. 10. 55. E quanno la battaglia se mbrogliaje. E 20. 4. Ma battaglia no mmo lo sapio.

Battagliaccia. Accr. e pegg. di Battaglia. Fas. Ger. 20. 82. E a la gra battagliacela se nnerizza.

Battagliaria. Il battagliare, Mischia. Fas. Ger. 20. 83. Erano llà dove se covernava Tancrede, e ntese la battagliaria.

Battaglino. Festa de li battagline era Una processione notturna con gran torchi che si faceva il 15 agosto, e rimase per dire Una gran luminaria. Ciucc. 10. 1. Che l’avea lo carruocciolo affittato Pe fa la festa de li battagline.

Battaglio. Battaglio, Batocchio. Fas. Ger. 6. 72. E buoje de notte a chiilo ghi mpresenzia Azzò te dia battaglio a ssa campana? (Qui in senso osceno). Cap. Son. 50. De na campana rotta no battaglio.

Battaglione. Battaglione. Stigl. En. 12. 134. Aunito e stritto a la cetà riale Corre lo battaglione. Cap. Il. 5. 25. Cossì rompea li battagliune a chille Diomede. Perr. Agn. zeff. 5. 18. Ca voglio aunite cca li battagliune.

Tutta la fanteria nazionale. Ol. Nap. acc. 2. 81. Pe capo sujo a Chiaja s’ha pigliato Lo cennerale de lo battaglione.

A battaglione, A battagliune vale In gran quantità, ed anche Alla sciammannata, Alla pazzesca, e talvolta A spese altrui. Cerl. Clar. 3. 4. Dinto nc’è provista a battaglione. Val. Mez. pr. 5. Ognuno campa a la storza, a battaglione, a uocchie de puorco, a la cecata. E 1. 5. Ca vo campare ognuno a battaglione. E 8. Campano a battaglione, a guffo, a ghietto. E 27. Perchè secunno l’uso de ragione Deve ognuno campa, no a battaglione. [p. 241 modifica] Viol. vern. 10. Vìerze che songo fatte a battaglione, Stuorte, sciancate, puonteche ed acierve. E 12. E tutto a lanapierde, a battaglione. Ol. Nap. acc. 2. 84. E gente nova Nce veneno correnno a battagliune.

Battaria. Batteria. Ciucc. 11. 42. Quatto moraglie nquatro, che de quatto Battarie te facevano l’afficio.

Sparo di colpi continuati di mortaretti o di botte nei fuochi artificiati. Dicesi Battaria a duje cape quella a cui si appicca il fuoco da due parti opposte. Cuor. Mas. 7. 2. (?) Le poteche de suggeche sparanno De truone (forse Li truone), scoppettate o battaria.

Rovescio o Scarica di percosse.

Battere. V. Vattere.

No batte d’uocchie vaje Un batter d’occhio. Ol. Nap. acc. 4. 74. E co no batte d’uocchie so ghiettate E barcune e fenestre e betreate.

Batticulo. Batticulo. Cap. Il. 5. 174. Tira Diomede, e Palla nce l’appoja Dove a Marte pennea lo batticulo.

Modo di percuotere alcuno, sollevandolo per le braccia e per le gambe e facendogli battere il suolo colle natiche. Le facettero no batticulo.

Battilocchio. Pezzetto di pasta di forma quasi cilindrica e fritto.

Per mentula.

Battuglia. Pattuglia. Cuor. Mas. 3. 6. (?) Ma chiste nnenche ntesero la buglia, E nvederese nfaccia no voccaglio De no gruosso cannone e na battuglia… Mannaro de la resa la mmasciata.

In particolare si dice della Ronda de’ birri.

Battuta. Battuta; onde Portare la battuta fig. per Dirigere, Regolare. Zezz. Papp. p. 21. Co tutto ch’essa porta la battuta E a nesciuna ave a rennere raggione. Fas. Ger. 11. 22. Tu de sto campo puorte la battuta.

Batuffa. Termine di giuoco, e si dice in alcuni giuochi di carte quando non si giunge alla metà de’ punti che compiono la partita. Mil. Sp. inc. 1. 14. (?) Lei è qualche rampollo di Batuffa? — Songo e non songo… basta. — E si non è ba tuffa, sarà marcio.

Baudaccio. V. Budaccio.

Baugliaro. Costruttore e Venditore di bauli, valigie e simili arnesi.

Bauglietto. Dim. di Bauglio, e prendesi pure per piccolo forziere. Corz. del. 3. 3. (?) E chisto bauglietto da do è asciuto?

Tabbacchera a bauglietto è Tabacchiera a forma di piccolo baule.

Bauglio. Baule. Cap. Il. 6. 24. E che da lo bauglio caccia fora La meglio giubba ch’è de lama a spocchie. E Son. 81. Portate de sfelacce no bauglio. PaL Ol. 3. 1. (?) A lo bauglio Nce so astepate, tra danaro ed oro, Argentaria e gioje, Duemila docate. Ol. Nap. acc. 3. 46. Segge, casce, bauglie. Bas. Pent. 3. 8. p. 337. Bauglie de docatune.

Gobba, ed anche quella che viene da vecchiaja. V. Bavuglio.

Bautta. Bautta, Dominò. Morb. p. 75. Non ce sta chiù na mascara, Non ce so chiù bautte.

Bauza. Balza.

Bauzamare. Imbalsamare. Nov. Sp. 3. 31. E chi mosta vertute A tal etate se po bauzamare.

Bauzamo. Balsamo.

Bauzano. Balzano.

Bavaglio. Lo stesso che Bagaglio.

Bavariello. Dim. di Bavaro. Tior. 7. 3. E cca ciento casacche e bavarielle.

Bavaro. Bavero.

In pl. Legami che attaccano i buoi al giogo.

Bavattella. Bagattella.

Bavattelle in pl. sono i Burattini in azione. Ncoppa a lo Muolo tutte se ncantavano a bedè le bavattelle. V. Bagattella.

Bavolè. Quella parte del cappellino che ricade sulla nuca. Fr. bavolet.

Bavosa. Lo stesso che Vavosa. Bas. Pent. 4. 10. p. 112. Che pesca autre bavose de cheste.

Bavaglio. Lo stesso che Bauglio. Fas. Ger. 12. 33. Ma sciuto lo bavaglio e sbecchia fatto, Me terava a la terra la vecchiezza. Perr. Agn. zeff. 1. 72. Chisto bavuglio me da chiù ornamiento.

Dicesi pure per Cassa mortuaria.

Bazara. Lo stesso che Bazzara. Bas. Pent. 3. egr. p. 367. Va pe mazzecatorie e bazare. (La st. 1749 ha e pe [p. 242 modifica] banchette. Leggerei e pe bazare).

Bazariota. Lo stesso che Bazzariota. Morm. Fedr. 3. 5. 2. A no bazareota ateniese. Sciat. 5. p. 273. Pe ntimorire chille bazariote.

Bazzara. Fiera.

Gazzarra. Cort. Cerr. 7. 14. Se mettesse Na tavola pe fare gra bazzara, Ed ognunto la panza s’allestesse. Val. Nap. se. 84. Già ohe non siramo muopte co la pesta Sempre volimmo fa bazzara e festa.

Bazzariota, Bazzarioto. Barullo, Treccone. Vott. Sp. cev. 127. Li bazzariote, otra ca danno tre quarte pe no ruotolo, maletrattano li cetatine. E appr. S’accattaje da no bazzarioto piscevinnolo miezo ruotolo d’alice. E 208. Li bazzariote… hanno fatto ncarire le rrobbe da magnare… perchè venneno senza tenè poteca. E appr. Lo bazzariota nninche se senteva chiammare.

Uomo della plebe, ma rustico e malcreato. Cerl. Clar. 3. 8. So no bazzariota.

Bazzarra. Lo stesso che Bazzara. Bas. Pent. 1. 6. p. 82. Bene mio, che mazzecatorio e che bazzarra che se facette. (La st. 1674 ha bazzara). Fas. Ger. 19. 39. Fa bazzarra, Decenno: ammico sie lo bemmenuto.

Bazzeca. Bazzica. Bas. M. N. 1. p. 224. Joquammo… A bazzeca, a chiarchiullo.

Ora si fa pure al bigliardo un giuoco collo stesso nome.

Bazzecare, Bazzicare. Bazzicare, Praticare, Frequentare.

Bazzecotto. Cricca di tre carte al giuoco della bazzica.

Bazzica. Lo stesso che Bazzeca. (Il Galiani ha Bazzico, ma lo credo errore).

Bazzicare. V. Bazzecare.

Bazzicotto. Lo stesso che Bazzecotto.

Bazzoffia. Cibo, Vivanda, Basoffia. Cort. V. de P. 5. 15. Vennero l’antepaste buone assaje E d’egroche e de farze e pastorale, De li quale a bezzeffa se magnaje, Pecch’erano bazzoffia prencepale.

Be. Bene. Fas. Ger. 1 1. 78. Na lanza co lo fierro be appontuto. E 14. 72. Vuje be a lo tuppo la canoscerrite. Antegn. A m. 1. 1. (?) Be la sacc’io la fegliolanza spruceta. Perr. Agn. zeff. 4. 47. Be vego, disse chella, ca nisciuno Vene a sto tempio.

Se be per Sebbene. Cort. C. e P. 5. p. 173. Se be era chiù stracco de l’aute. E 8. p. 202. Se be fosse stata cosa de fare co lo nore nuostro.

Ma più regolare è Si be, dicendosi pure Si be ca per Con tutto che. Tior. 4. 6. Si be ca me coffie. E 9. Si be lo sguarde fitto fitto. E 11. Si be ca fosse na cana arraggiata.

Voce della pecora. Tior. 10. 1. Chiù nnanze po na pecora vedette… E nfi a cinco o seje vote be facette. Stigl. En. 9. 16. Tutta la notte l’agnelluzze siente (corr. sente) Fare truscè, be be sotta le mamme.

Beato. Lo stesso che Viato. Fas. Ger. 1. 17. O agnelo beato.

Beccaccia. Beccaccia.

È anche nome di un pesce, Centriscus scolopax.

Beccaccino. È lo Scolopax gallinago.

Beccafico. Beccafico. N. 1. 6. (?) A l’appetito che tengo, dudece vufere me le spezzolarria comme a dudece beccafico.

Becchè. Benché. Perr. Agn. zeff. 1. 31. Becchè no lavorante m’aje feruto, Vennecà non me voglio. E 57. E becchè fosse scucciomuccio, Vale pe ciento. (Porc, benchè). E 4. 29. Becchè nemmico.

Becchiero, Becchiere, Bicchiero, Bicchiere. Bicchiere. Bas Pent. 1. egr. p. 142. Sciacqua becchiere e ghietta lo negozio. Cap. Son. 50. Che sempe sta co lo bicchiero mmano. Fas. Ger. 6. 31. Isso a sto milanese e lo brocchiero Roppe e lo giacco comm’a no becchiero. Zezz. Papp. p. 18. Vino che si ne surchie no becchiero Te fa dormì seje juorne qua galiero. Lo Sagliem. 1. 6. Te, piglia sto becchiero.

Rompere no becchiero co quarcuno vale Aver con lui familiarità. Stare a un desco. Lo spezzare o rompere no cantaro indica maggior familiarità, indicando il dormire insieme e il fare tutte le necessità corporali come in casa propria. V. Cantaro. Bas. Pent. 1. 3. p. 56. Mannaje no servetore a bedere se lo volevano alloggiare; e le fu respuosto ca nce poteva non sulo rompere no bicchiero, ma spezzare no [p. 243 modifica] cantaro. E 2. 1. p. 223. Rompere no bicchiere co tico. Stigl. En. 4 100. Nce hai confedenzia, e chiù de no becchiero Saccio ca nce puoje rompere co chisso. Cort. Lett. p. 219. All’Uneco Sciammeggiante che po rompere no becchiero co le Muse.

Te lo vevarrisse dinto a no becchiero d’acqua si dice di cosa piacevole e di persona ingenua e leale. Bas. M. N. 5. p. 280. La vevarisse a do becchiero d’acqua. E Pent. 1. egr. p. 147. La veevarrisse a no bicchiero d’acqua,.

Annegarese dinto a no becchiero d’acqua vale Affogar ne’ mocci. Bas. M. N. 9. p. 338. Ciullo, io m’annego a no becchiero d’acqua.

Fare no becchiero vale Ber del vino.

Becco. Parola d’ingiuria equivalente a Cornuto, e vi si aggiunge talvolta f…, co l’effe, cornuto, eccetera, ciaurro, fojuto, ec. Tard. Vaj. p. 12. A Napole chiste tale che le so fatte, le fusa torte da le mogliere, se soleno chiammare becco, pecorone, cornuto. Becco se dice a chillo che sa ca la mogliere fa mbroglie, e isso mangia e commerza co chille che nce prattecano cod essa. Cerl. App. ing. 1. 6. Rebecca doveva inciavarellarlo. Vero è che vi sono i gradi della cornutaria turba. Vi sono i becchi, i rebecchi, i rebecconi ed i gasparrini. Becco quando il povero marito nol sa; rebecco quando lo sa e fa lo locco; rebeccone quando nce magna e nce veve; e gasparrino quando va trovanno li caratarie e le porta a caserta. Stigl. En. 11. 176. Ah becche, ha razza d’anemale! E chi ve mette tale cacavessa? Tior 2. 10. O becco, Non vide ch’aje lo mucco nfi a la vocca? E 6. 28. Le pene Che le dà a l’arma chillo becco Ammore. Fas. Ger. 4. 58. Lo becco cornuto tradetore. E 10. 50. A sto becco potrone, a sto forfante. Cap. Son. 125. Jate a lo coliseo, razza de becche. E 152. Becche cornute. E 216. Becco co l’effe.

Becco, Capro, Irco. Tard. Vaj. p. 72. Pocca lo becco… comporta che l’autre becche ec.

Rostro di uccello: onde Becco de fierro è lo stesso che Fuoconculo, e Becco ncroce o ncrociato è il Crociere, Loxia curvirostra.

Fare lo becco a l’oca dicesi come in ital. Bas. Pent. 3. 4. p. 297. Le cose so passate troppo nnanze, è fatto lo becco a l’oca.

Beffe. Beffe. Viol. buff. 9. Te lo volimmo smerdejà de beffe.

Befronte. Bifronte. Stigl. En. 12. 50. Giano befronte, Castore e Polluce.

Befurco. Bifolco. Stigl. En. 9. 3. S’ave no gran soccurzo raunato De crapare, befurche e zappature. E 12. 167. E lo befurco agghiaja de terrore.

Detto per ingiuria. Viol. buff. 33. E bedere non sa ch’è no befurco.

Belanzo. Bilancio. Bas. Pent. 4. 2. p. 26. Stanno mbelanzo co lo cellevriello ed a partito co la chiricoccola. (Forse la voce pura è Velanzo).

Belledissemo. V. Bello.

Bellezza. Bellezza. Cort. Lett. p. 220. Scontraje na sninfia, isce che bellezze cose! Tior. 1. 1. Mente de Cecca le bellizze canto. E 4. 31. Vuje porzì de bellizze arcepassate A Mecera ec. Ciucc. 1. 30. Ste case noste songo na bellezza. E 31. Che quarcuno no ns’aggia a nnammorare De sti bellizze. Bas. Pent. 1. 2. p. 38. Le bellezze vostre.

Donna bella. Perr. Agn. zeff. 5. 12. Fuorze chella bellezza trovarraggio Che… se pegliaje sto core ramano.

Bellezza o Bellezza mia si dice per amorevolezza come Cuor mio, Mio caro, Mia cara. Cap. Son. 33. Bellezza mia, si ghiuta a la pisciazza. La Sal. in Cap. Son. g. 36. Però, bellezza mia, sibbè no mmierete ec.

Bellezzetate. Bellezza. Tard. Vaj. p. 17. Nce propone na bellezzetate accompagnata de vertute.

Bellezzetuddene, Bellezzetudene, Bellezzetutene. Bellezza. Tior. 1. 29. Si tu si propio la bellezzetuddene. Cort. Ros. 1. 2. Veniste a curto: Autra bellezzetuddene me scarfa. Tard. Vaj. p. 15. Mpromettennose de cantare le bellezzetudene de le bajasse. Bas. Pent. 1. 2. p. 40. La vedeva bella sopra tutte le bellezzetudene cose.

Bello. Bello. Ciucc. 1. 4. No monte… Bello che pare propio fatto apposta Pe marchise. E 8. O bella aità de l’oro! E 18. Lo penziero era bello. E 2. 6. La cosa è bella e bona e s’ha da [p. 244 modifica] fare. E 7. 25. Che buojd, figlio mio bello? E 10. 4. Bello che te parea do cuccopinto. E 24. Lo lavoro era bello. E 11. 15. Bello retrovato! E 12. 61. Non se po fa chiù bella. E 13. 26. Fa che resca bella La mmenzione. Perr. Agn. zeff. 6. 23. Ch’a Rita soja pe farese bello Voze tutto mostare lo valore.

Notisi il pl. belli. Ciucc. 5. 22. E chilli belli truocchie De fieno addò jarranno? Vill. Epit p. 123. Belli vierze e settenze sempe sciocca. Fas. Ger. 4. 81. Belle scanzafatiche, belli sguesse.

Bello fatto vale Prestante, Avvenente. Vill. Cal. 24. Guappo, cortese, dotto e bello fatto.

Bello mio, Bella mia, si dice altrui per amorevolezza.

Anche assol. per Caro, Amato. Fas. Ger. 7. 26. Ma chi a la bella avesse fatto jota Meglio che senza vraccia fosse nato.

Si premette anche ad alcuni vocativi per chiamare qualcuno o volgergli il discorso, o per non saperne il nome o per altra cagione. Bell’o, Bell’ommo, Bella fe, Bello giò, Bella fegliola, Belli figliù, ec. Bas. Pent. 4. 8. p. 85. Bella giovane mia, che baje facenno? E p. 86. Dove vaje accossì sola, bella femmena?

La vuò chiù bella? vale Poteva accadermi cosa più strana?

Vo esse bella vale La cosa riuscirà bene. Lo Sagliem. 3. 2. Vo esse bella.

O chesso è bello si dice per maraviglia di qualche strana pretensione altrui. Perr. Agn. zeff. 2. 47. Ora chesto mo si ca sarria bello!

Lo bello non è chesto si dice quando si vuole aggiungere qualche cosa che superi per alcun riguardo ciò che già si è detto; e nello stesso senso dicesi: Mo vene lo bello.

Che se fa de bello? Che facite de bello? e simili sono modi ben chiari per appiccar discorso con alcuno.

L’aggio passata bella vale Ho scansato un gran pericolo, Sono uscito da una grave disgrazia.

La bella, preso dal francese, è La partita che decide chi debba restar vincitore fra due giocatori che hanno vinto un egual numero di partite. E perciò si usa pure per Ultima partita.

Lo bello e lo buono. V. Buono.

Al superlativo fa pure Belledissemo. Tard. Suonn. p. XXII. La belledessema lengua napoletana. Tior. 4. 14. Na cosa veo tanto belledissema. Bas. Pent. 5. 9. p. 200. Scette comme no lampo na belledissema figlia.

Avv. Si usa per indicare approvazione, sebbene paja pleonasmo, Bellamente, In bel modo. Fas. Ger. 18. 63. Fu la gran torra soja bello portata A notte scura senza fa remmore. Tior. 4. 10. Pe te la dire bello, ssa sgarrata Pare na foggia de na mezaluna. E 9. 1. Tanno bello tu redive Ca vedive Ch’io moreva. (Porc. e la st. 1678 leggono Tanto). Ciucc. 4. 19. E isso, bello, dapò avè sentuto Chello che le venevano a cercare, No le faceva perde lo vejaggio. E 10. 31. Gionone e Besta, bello, paro paro. E 11. 39. Ammontonannole Bello una ncopp’a l’aota. Cap. Son. 73. Te chiante bello p’arrevà lo zuoppo. E 241. Nuje stammo bello co la musa lesta Pe da de mano a remenà la pasta. Bas. Pent 5. 4. p. 159. Statte bello accovata. Cort. V. de P. 7. 1. E me venette voglia Bello tornaremenne a lo pajese. Fed. Ott. 1. 14. Ca co tutto lo sinno t’arremedeo, E bello, vi.

Nello stesso senso Bellissemo. Ciucc. 12. 61. Bene, bene resposero, bellissemo, Tutte li deje.

Bell’e buono, imitazione del greco καλος και αγαθος vale Sano, e moralmente In buono Stato; e si adopera quando segue l’annunzio di grave malanno consecutivo. Cerl. Pam. 3. 11. Mo stevamo bell’e buono.

E così con altri aggettivi è un pleonasmo che dà forza. Cap. Son. 68. Sardonio se ne sta bello e cojeto.

Tanto bello è modo affermativo, Certamente.

Bello bello, Bello be, vale Piano piano, Adagio, Senza furia. Cap. Son. 200. Bello bello, non tanto auzà la gamma.

Bellone. Accr. di Bello. Dicesi per lo più di chi all’aspetto mostra florida sanità. Ciucc. 11. 25. Lo sa ca staje bellone. [p. 245 modifica] Bellovedere. V. Vedere.

Belluccia. Scimia.

Belluottolo. Vezzegg. di Bello. Tior. 1. 3. Bellottola chiù assai d’Annuccia e Milla.

Bemmenuto. Ben venuto. Ciucc. 6. 4. Singhe lo bemmenuto a mille razie. E 7. 21. Lo rre le bidde e disse: bemmenute. E 11. 24. No gran rotiello Che s’era fatto a da lo bemmenuto a la gran compagnia. E 37. Le ncignajeno a cantà lo bemmenuto. Lo Sagliem. 3. 19. Bemmenuta la corte. Cap. Son. 116. Bemmenuto Masullo.

Bemmestuto. Ben vestito. La Mil. 1. 1. Na faccella aggrazeata, Bemmestuta, sterleccata.

Bemolle. Bemolle, Bimolle. Rocc. Bucc. 1. p. 237. N’aria te fa sentì co li bemolle. Zezz. Papp. p. 15. Li bemolle ped isso erano niente.

Fare na cosa co lo bemolle o co quatto bemolle nchiave vale Farla lentamente, pigramente.

Benaggia. Lo stesso che Banaggia, e dicesi Benaggia oje, craje, aguanno e simili. Fas. Ger. 2. 22. Benaggia aguanno! E 7. 100. No mmide mo, benaggia crammatino, Ca chillo llà d’Argante fa porpette? Viol. buff. 15. Benaggia craje. E 16. Benaggia oje. Vill. Epit. p. 118. Isce che bella cosa, benaggia oje! Bas. Pent. 5. 9. p. 201. Benaggia aguanno.

Benchè. Benchè. Bas. Pent. 1. 3. p. 52. Benchè non le mancassero cauzature.

Bene. Bene, tanto in senso morale che in senso materiale; onde prendesi per Felicità. Tior. 7. 5. Sente pene Quann’uno ha quarche bene, E de lo bene d’autro sta scontente. E 10. 1. Che fu de st’arma mia contento e bene. E appr. Creo ca diceva Ca bene me veneva. Bas. Pent. 1. 2. p. 43. Si caduto da ogne bene e non te scanne? Ol. Nap. acc. 3. 75. Perzò che baga llà chi cerca bene.

Copia, Abbondanza di cose buone. Tior. 1. 7. Pe ss’uorte nce nascì tutto lo bene. E 34. A Puorto, addove Nc’è lo bene de Napole accogliuto. Ciucc. 1. 1. Tanto ch’addò lo sole cammenava Auto bene che ciucce non trovava. E 6. 23. Ch’auto bene no nc’è. Lo Sagliem. 2. 3. E nce varrimmo llà dint’a lo bene. Ol. Nap. acc. 4. 78. E oh ch’autro bene dinto nce trovaro! Bas. Pent. 3. ntr. p. 257. Dove venne tutto lo bene de lo cielo. E 10. p. 351. Non bedeva maje bene a quarche becina che non le ntorzasse ncanna.

Amore, Affezione. Onde dicesi Lo bene è fatto a coselle per dire che I piccoli doni alimentano l’amore. Santang. Son. Sempe a coselle fatto fuje lo bene.

E Voler bene vale Amare. Canz. pop. I te voglio no cuofeno i (de) bene, oje ne. De Palm. Tr. Amm. 1. 4. (?) Comme, tu non saje Nè maje aje ntiso dicere Che cosa è bolè bene? Ciucc. 1. 7. Che l’uommene nfra lloro e l’anemale Se volevano bene comm’a frate. E 9. 2. Si vuò bene a bava. Bas. Pent. 1. 9. p. 108. Era cossì sbisciolato lo bene che se portavano, che ec.

In pl. Possessioni, Beni.

Avere o Tenere a li bene vale Avere in tasca, Avere in culo, dal mostrare il culo quando si faceva cessione dei beni. Fas. Ger. 19. 22. Aggio a li bene A te, Napole e Talia e tutta Franza. Perr. Agn. zeff. 6. 37. Bacco decette: te tengo a li bene. Cap. Il. 5. 179. Chessa a Diomede l’ha mparato st’arte Che nce tene a li bene e fella a tunno. E Son. 120. E chelle lengue aggiammole a li bene. Morm. Fedr. 2. 5. 2. Ca tutto lo restante aggio a li bene. Ciucc. 12. 37. Aggio a li bene A essa e a chi nne vo peglià le parte.

Fare bene è Ricavar profitto dalle proprie opere, ed anche Comportarsi bene. La Mil. 1. 8. L’aje puosto Mmerrizzo, e non fa bene. Bas. Pent. 5. 6. p. 175. Penzanno che co la compagnia e co la competenzia de la fegliola avesse fatto quarche bene. (Cioè qualche profitto). Fas. Ger. 4. 82. Nne pregano Goffredo a fa sto bene. Ciucc. 11. 7. Ca chi n’ha fatto bene nfra li suoje, Nfra l’aote tanto peo nne farrà niente. Cap. Son. 167. Vuje, figlie mieje, no nce facite bene.

Non c’è da fa bene vale Non c’è da cavarne nulla. Trinch. Zit. ngal. 2. 3. (?) Oje co sti sbarvate No nc’è da fa chiù bene. Se so ammaleziate li marvizze.

Fare de bene vale Fare elemosina, Beneficare. Morm. Fedr. 18. 1. Chi fa de bene a no mareolone, Chi fa de bene a no malo jenimma. [p. 246 modifica] In questo senso dicesi pure Fare bene, soprattutto da coloro che questuano per qualche festa religiosa. Facite bene a Sant’Anna, ec.

E in generale Fare bene è Operare in vantaggio altrui; onde i due seguenti proverbii: Bas. Pent. 3. 5. p. 309. Chi bene fa, bene aspetta; fa bene e scordatenne. E 4. 8. p. 94. Sempre che puoje fa bene e scordatenne. Vill. Epit. p. 115. Fa bene e scordatenne, Decea no mutto antico. E p. 133. Ca chi fi bene sempe bene aspetta.

Anzi il secondo nella sua interezza suona così: Fa bene e scordate, fa male e penzace.

Mettere capo o la capo a fa bene vale Por la testa a partito. Vi si suole aggiungere: e cervella a nfracetà.

Vederese bene de quarche cosa vale Goderne, Fruirne, Profittare dell’occasione. Val. Fuorf. 2. 7. 26. Non se vedeno bene maje de niente. A. L. T. Langr. 1. 1. Vedimmoncenne bene, Amata mia ntretella.

Bene mio è esclamazione che esprime cosi gioja come dolore, afflizione, paura, disperazione, maraviglia. Scrivesi pure Benemio. Cerl. App. ing. 2. 8. Bene mio! m’addecrejo. E appr. Bene mio, ajuto! E Clar. 2. 1. Bene mio! mo me ne scioscia! Ciucc. 1. 33. Uh bene mio, comme me senco tristo! Tior. 9. 2. Bene mio, dammene su. Cap. Son. 120. O bene mio, ca chiù non se poteva! E 137. Bene mio, so schiattato de lo riso.

E usato a guisa di nome per indicare con ironia la persona di cui si tratta. Ciucc. 13. 6. E sa che fina pezza Era lo bene mio? lo marranchino Ascea de notte pe ghiocà d’ancino. Viol. vern. 38. Ma lo mio bene co ssa chiacchiarella Volea vedè de se spassà li frate.

È anche espressione amorevole. Bas. Pent. 4. 7. p. 71. Marziella mia, va, bene mio, a la fontana. E 5. 4. p. 158. Bene mio, si vuoje fare la nonna, corcate a sto lietto. Cort. M. P. 8. 19. E disse: bene mio, cca t’arreposa.

Da bene vale Dabbene. Cerl. Cronv. 3. 1. Gente da bene, aggarbate, affezzionate. Perr. Agn. zeff. 6. 18. Ca la mogliere femmena da bene Pe essere, cornuto lo facette. (Qui anfibol.) Tior. 7. 4. È n’ommo assaje da bene. Bas. Pent. 1. 7. p. 98. Tu no lo mmeretave sto frate da bene. E 8. p. 100. Non avere paura, ommo da bene mio.

Bene. Avv. Bene. Mandr. rep. 1. 2. Ma la musa na notte ben de pressa Nsuonno m’apparze. Fas. Ger. 15. 47. A no macchione… Ben copierto de frasche se nforchiaro.

Serve per affermare e approvare. Ciucc. 10. 9. Bene, dissero l’aute. E 21. Bene, Repreca la reggina. E 12. 61. Bene, bene, resposero, bellissemo.

Si bene vale Sebbene. Tior. 4. 15. La gallina patanella, Si bene è bascia, peccerella e sgobba, Pur è tenuta pe na cosa bella.

Benadettanema. Lo stesso che Bonanema.

Benedicere, Benedire. Benedire. Sarn. Pos. pref. E benediciarranno l’arma de chi l’ha scritto. Bas. M. N. 9. p. 343. O che sia beneditto lo denucchio Da dove asciste, e benedetta sia La fascia che te strenze. E Pent. 4. 2. p. 18. Appena appe forza d’auzare la mano a benedirete. Fas. Ger. 10. 26. E chiù d’uno ncenzeja e benedice. Ciucc. 7. 24. No ncignammo da mo, sia benedetta. E 9. 6. O che sia benedetta! Tior. 7. 5. Chell’arma benedetta De zia Chiarella. Cap. Son. 5. Ma vi ca so duje anne beneditte. E 67. Si vuoje sentire a me, sie beneditto, No nce pensare ec. E 68. Tre mise beneditte so passate. Vill. Epit. p. 128. mano benedette!

In luogo del Sie beneditto oggi è più comune il dire Puozze essere beneditto.

Benedica si premette ad una lode che si vuol fare ad alcuno o al cenno di qualche sua prosperità. Vill. Cal. 5. Benedica si n’è quanto na vacca.

Benedire. V. Benedicere.

Benedizzione. Benedizione. Bas. Pent. 1. 7. p. 86. Cercannole la benedizzione, se mese a cavallo.

Benefattore. Benefattore. Ciucc. 12. 45. Esse scanosciente Co li benefatture e li pariente.

Beneficiata. Lotto, Lotteria, Sorteggio. Cap. Il. 3. 65. Gra beneficiata, addò pe patto La lanza ha da tirà lo primmo stratto. E 6. 21. Vide che ntrata Che le sarria la beneficiata! E 7. 29. [p. 247 modifica] Nfrutto, pe fa sta beneficiata Se capaje de lo rre lo morrione. Ros. Pipp. 1. 1. (?) Io vengo da la Varra, Ca jere fuje la festa E se teraje la beneficiata.

Ciò che si guadagna in una lotteria o in un sorteggio. Bas. Pent. 1. 3. p. 53. Lo nomme de la beneficiata era toccato a no scirpio brutto fatto. E 5. p. 67. Chi poteva mmagenarese ca sta beneficiata toccasse a n’uorco. E 7. p. 90. Pe sciorte è toccata sta beneficiata a Menechella. (Trattasi di essere divorata da un dragone). E 2. 7. p. 212. Giulia, a chi veneva la beneficiata d’asseconnare, cossì decette.

Beneficio, Benefizio. Benefizio. Stigl. En. 12. 134. E co lo benefizio de lo viento S’appeccecaje no fuoco bestiale.

Dotazione ecclesiastica. Val. Fuorf. 1. p. 83. Ca so mute a concorrere A chisto bello beneficio semprece.

Benegnetate. Benignità. Tard. Vaj. p. 30. Lo quale chianeta… eje de tanta benegnetate, che ec.

Benegno. Benigno. Cap. Son. 112. D’ausolejà benegno doje parole.

Benemio. V. Bene. Lo Sagliem. 1. 7. Benemio, che rommore!

Benepraceto, Beneprazeto. Beneplacito. Sciat. 4. p. 258. Subeto la mattacanaglia, che se credeva pigliare panno francese, nce deze lo benepraceto.

Beneproviso. Bene sta, formola giuridica che conferma una sentenza da cui si è appellato, e si scrive anche in due parole. Lat. bene provisum. Fas. Ger. 19. 103. Vafrino nche asservaje ch’era pagano, Bene proviso, disse, e passaje nnante.

Benettanema. Sincope di Benedettanema; e per lo più s’intende la Moglie defunta. Cerl. Clar. 2. 6. La benettanema de soreta. E appr. So zitiello zito da che lassaje la benettanema.

Beneviento. Immunità, Luogo d’immunità, perchè essendo Benevento terra del papa, le autorità napoletane non vi potevano catturare coloro che vi si rifuggivano. V. Veneviento. Bas. Pent. 1. 5. p. 70. L’anemale sarvateche senza pagare fida gaudevano no beneviento. E 4. 8. p. 83. Ca la cammara lloro era fatto lo beneviento de le nemmiche soje.

Benfare. Beneficare, Benfare, Far del bene. Lo Sagliem. 2. 11. De lo benfare Chest’arrecoglio.

Benigno. Benigno. Fas. Ger. 4. 61. Segnore mio benigno. E 20. 58. Ma po sciata soave (il vento) a na campagna Che no le dà fastìdio, e chiù benigno. Perr. Agn. zeff. 1. 3. Ma duce Muse co cantà benigne. E 47. Co na facce torbeta e benegna. E 6. 80. Credeano… ca benigno Bacco l’ha ntise. Tard. Suonn. XXIII. Benigno lejetore.

Benissemo. Benissimo. Ciucc. 12. 33. Benissemo: jocate.

Benna. Benda, ed in particolare Ventola che si pone innanzi al lume.

Bennaggia. Lo stesso che Banaggia. Locian. Dial. (?) Bennaggia craje. Cap. Son. 128. Bennaggia aguanno.

Bensì. Bensì. Mandr. rep. 1. 2. Bensì scordato m’era sta promessa. E as. 1. 15. De panza nterra piglia na caduta; Bensì lesto se nn’auza.

Benvenuto. Benvenuto. Stigl. En. 10. 16. Lo benvenuto sia. E 11. 26. L’abbraccia tutte e dà lo benvenuto.

Berbessa. Secondo il de Ritis alla v. Birebisso (dove per errore leggesi berbasse) vale Baldracca o Vile vestimento indossato dalle baldracche. Io lo credo nome di piccola moneta, o in generale Cosa di minimo valore. Val. Fuorf. 2. 3. 4. Commo facimmo ca ogne sbruffallessa Vo fa spesa e non ave na berbessa. (La st. ha sbruffa allessa).

Berbia. Lo stesso che Abberbia. V. Birbia. Perr. Agn. zeff. 4. 57. Marziale e na berbia nce stea penta De chiù de mille pojete latine. (Cioè una torma).

Berbiare, Birbiare. Fare la birbia.

Amoreggiare per ischerzo, per fare il chiasso. Sadd. Lo Simm. 2. 1. (?) Volimmo birbejare, E pe gusto e pe spasso Schitto, no pe patè, volimmo amare.

Berde. V. Verde.

Berduoceno. V. Verduoceno.

Bergantino. Brigantino. Fas. Ger. 15. 14. Passa pe miezo spenzeratamente, Nè de li bergantine nn’ha paura.

Berlechenche. Celebre bravo. Bas. M. N. 1. p. 234. E se nn’ha fatto chiù de Berlechenche. Perr. Agn. zeff. 5. 82. No nuovo Berlechenche o Marco Sciarra. [p. 248 modifica] Berleffa. Beffa. Cap. Son. 216. Vo de le cose d’autre fa berleffe.

Bernaguallà. Turca, Negra, Mora. Bas. Pent. ntr. p. 20. Lo prencepe che s’avea fatto mettere la varda da bernaguallà. (Così le st. 1674 e 1679). E 5. 9. p. 203. Mi no star bernaguallà. (Qui le st. hanno bernagualà).

Bernardo. Varietà del fromento detto Triticum coerulescens.

Bernare. V. Vernare.

Bernecocca. A bernecocca par che valga A bernoccoli. Tior. 1. 46. E chisso naso fatto a bernecocca.

Bertoccio. Trozza a bertocce è la Corda che lega l’antenna all’albero.

Berva. Belva. Mandr. as. 1. 11. Comme pesce fora acqua e berva int’acqua.

Berzabucco. Belzebù. Cap. Son. 19. L’arma se l’ha pigliata Berzabucco.

Berzagliare. Tirare al bersaglio, Prendere per bersaglio. Bas. Pent. 2. 7. p. 213. Commenzanno a berzagliare chella pignata nnozente.

Berzaglio. Bersaglio.

Besavo. Bisavo, e in generale nel pl. Antenati. Stigl. En. 7. 22. La razza brava De li besave aroje tetellecava. E 12. 150. Primma m’afferra gliannola e antecore Che a li besave mieje non faccia onore.

Besbeteco. Bisbetico.

A la besbeteca vale In modo bisbetico. Cap. Il. 2. 51. Tanto co li rri parla a la besbeteca Ch’ogne parola nce vorria no nnaccaro. Ciucc. 10. 4. Trasie dinto Lo scignone vestuto a la besbeteca. E 35. Chi fa caso recetta a la besbeteca. Viol. buff. 42. O parla o scrive è sempe a la besbeteca.

Besbiglio. Bisbiglio. V. Vesbiglio. Cap. Il. 2. 31. Che siente no besbiglia ogne sciosciata. (Qui fig. delle spiche scosse dal vento). E Son. 202. Aje sta comarca Puosto mbesbiglio. Bas. Pent. 3. 2. p. 275. Fo no gran besbiglio fra chille sapie vecchiune. Mandr. nn. 1. 7. Rembomma co lo suono lo greciglio De la chiorma, lo strepeto e besbiglio.

Bescuotto. Biscotto. Cort C. e P. 7. p. 194. Ma io penzo ca tu vedenno ca la voce mia era abbrocata, me nce faje stare apposta ngalera azzò lo bescuotto me sporga la voce.

Besguizzo. Forse Bisticcio. Stigl. En. 7. 30. Giove le pose mmocca sto besguizzo Pe schiarare l’aracole e li fate.

Besognare. Bisognare. Tior. 1. 8. Besognarria che fosse l’Anguillara. Val. Mez. 1. 126. Besognante che fosse ommo da bene. Bas. Pent. 4. 2. p. 15. Besogna ajutarese a cauce ed a muorze. Ciucc. 9. 8. Besogna che l’alluogge. E 12. 35. È femmena, e besogna respettare. E 13. 48. Ma besogna aspettà pe la ncarrare. Cap. Son. 37 Ma te besogna farelo pe forza.

Bestia. Bestia. Ciucc. 1. 19. E nche da chelle bestie fuje sentuto. E 3. 7. Addò vaje co la bestia? E 13. 11. Certe cose… Che quann’erano bestie facevano. Cap. Son. 93. Pe mette chella bestia (mentulam) a lo copierto. E 204. Miez’ommo, miezo bestia.

Detto per ingiuria a persona, ed anche in gen. maschile. Cap. Il. 2. 5. E pecchè sa ca si vo fa cammino Sulo Nestorro sta bestia cravacca. E 4. 89. E tu si un bestia e parie a lo sproposeto. E Son. 25. Ditto ch’aje ch’è no bestia e ca non ceca. E 235. Micco è no bestia. E g. 27. Chi so ste bestie! diciarria Petrarca. Ciucc. 2. 25. Ha rutto lo mannato… sta bestia. Viol. son. 2. A sto pazzo, a sta besteja. Fas. Ger. 3. 50. Sso spaccone, ssa bestia maledetta.

Gran bestia è l’Alce, Gran bestia. Cap. Son. 211. Pe sanà lo male de la luna L’ogna de la gran bestia è cosa santa.

Bestiale. Bestiale, Ignorante, ed anche Feroce. Bas. Pent. 1. 4. p. 58. Vardiello essenno bestiale. E p. 59. Chesta è la causa che se vedeno ordenariamente pezziente li sapute e ricche li bestiale. E 2. egr. p. 253. Sciaurato, bestiale, Catarchio, maccarone senza sale. E 3. 3. p. 283. Casca ne le roine comme besteale. (Così la st. 1674; quella del 1679 e Porc. hanno bestejale). E 4. 5. p. 53. Uommene granne e bestiale. Ciucc. 13. 11. Ommo e buono era puro bestejale. E 14. 31. Li costumme bestejale Non ponno maje lassare. Perr. Agn. zeff. 1. 59. Fa lo saputo ed è no bestiale. E 3. 29. Non saje, bestiale, Ch’ombre so cheste nè te fanno male? Cap. Son. 181. Nconcierto de ciert’autre bestiale. Stigl. En. 9. 201. Dove fuite, o bestiale? [p. 249 modifica] Detto di cosa per Enorme, Immane. Stigl. En. 4. 13. Lo vierno bestiale Fa co tempeste e chioppete roina. E 10. 6. Quanno st’assedio bestiale Scompetura avarrà pe lo Trojano? E 12. 134. S’appeccecaje no fuoco bestiale. Perr. Agn. zeff. 1. 23. E tiranno no cuorpo bestiale, Conze ec. E 2. 10. Nzomma sto suonno è accossì bestiale Che de sango e de muorte è lo nzegnale.

Bestialetà. Bestialità. Bas. Pent. 1 . 5. p. 66. Remmediare a le bestialetate soje. Cap. Son. 229. Ssa bestialetà cos’è ncredibbole.

Besticcio. Bisticcio. Viol. buff. 46. E mo che so fernute li besticce Dammo de mano ad autre cortellacce.

Bestione. Bestione. Tior. 6. 17. E s’è ommo addotto, torna bestione. Viol. vern. 18. Po decea ch’era soja lo bestione.

Besunto. Bisunto. Viol. buff. 12. No guattaro d’Apollo unto e besunto… Te farria ngiureja si te desse avanto. Ciucc. 14. 38. Caronte co lo vuzzo unto e besunto.

Besuogno. Bisogno, Uopo. Ciucc. 5. 8. N’ha avuto maje besuogno de la grosa. E 12. 38. Aggio besuogno cca de conzurture. Perr. Agn. zeff. 6. 73. Puro avarraje besuogno de stoppata. Cap. Son. 26. Sarrà besuogno… che te craste. Bas. Pent. 3. 3. p. 284. La fortuna lo mannasse pe li besuogne suoje.

Betare. V. Vetare.

Bettola. Bettola. Cap. Son. 124. Ca mme parite tanta sciallavattole Pittate nnanze a sse taverne e bettole.

Bettone. Lo stesso che Bottone. Ol. Nap. acc. 3. 53. Co bettune d’argiento.

Betummo. Bitume. Ol. Nap. acc. 1. 69. Caccia no sciummo De sciamma nnaria, e maro chi sta sotta, Ca l’enchie de pret’arze e de betummo.

Beveraggio. V. Veveraggio.

Beveriello. È quel seno di mare che si frappone fra il nostro porto mercantile e l’arsenale. Usasi del modo avverbiale A beveriello che vale A mala via, A mala vita.

Bezza. Bezze erano Liste di panno aggiunte agli abiti per ornamento.

Bezzarro V. Vezzarro.

Bezzeffa, Bezzeffia, Bezzeffeo. A bezzeffa e A bezzeffia valgono A bizzeffe. Quattr. Ar. 285. Pecchè tene a bezzeffie Le cause e li criente. Fas. Ger. 3. 39. Ha nobbeltà a bezzefffia. Cort. V. de P. 5. 15. De li quale a bezzeffa se magnaje.

Bezzuoco. Femm. bezzoca. Pinzochero, Bacchettone, ed anche in buona parte per Molto devoto, Molto dedito al culto esterno, e dicesi in particolare di donna che vive nel mondo con abito religioso. Vott. Sp. rev. 255. Trasette na bezzoca vestuta francescana e co no cordone le facette na bona mazziata; n’auta bezzoca vestuta dommenecana e le facette lo riesto ec.

Bianca. Assolutamente per Arma bianca e propriamente Spada. Fas. Ger. 5. 46. Centra li crestiane co la bianca Pe trafiggere Cristo n’autra vota?

Biancaria, Biancheria. Biancheria. Bas. Pent. 2. 4. p. 186. Na mano de vestite e biancarie. Cerl. Dam. spir. 1. 4. Biancaria pe tavola e lietto. Cuor. Mas. 2. 52. (?) Che bediste jettà de biancarie, Aparamiente d’oro e belle arazze. Ol. Nap. acc. 4. 76. Pezzille, biancarie, denaro, argiente. E 78. Vintetrè casciune chine De drappe ricche e biancherie chiù fine.

Jettà le biancarie pe la fenesta vale Vomitare, Recere, soprattutto per intemperanza.

Bianco. Bianco, raramente usato, se non nel modo Mbianco. Ol. Nap. acc. 15. 24. (?) Jacinte azzurre e bianche, tazzetelle. (Così il de Ritis alla v. Ambretta, sebbene alla V. Giardino legga ghianche).

Varietà del Triticum sativum, del T. turgidum e del Zea mais.

Biancolella. Varietà del Triticum turgidum.

Biancomangiare. Lo stesso che Jancomangiare.

Biasemo. Biasimo. Bas. Pent. 1. 10. p. 117. Ma se mmereta biasemo na giovanella che ec.

Biato. V. Viato.

Biava. Biada, e particolarmente l’Avena che si dà ai cavalli. Cap. Il. 5. 43. A li cavalle mieje comm’arremmedio? Si la biava l’ammancano i’ so muorto. Fed. Zit. corr. 3. 5. (?) Voglio vedè si co ammancà la biava S’addomma sto cavallo sautarizzo. Rocc. Georg. 1. 28. Li [p. 250 modifica] massare Spontano chelle biave ch’hanno stiso Cimme co lo sopierchio. Pal. Ball. am. 1. 8. Che dia doj’aute vranche De biava a li cavalle. Fas. Ger. 19. 101. No mmorria… Me decesse: fegliola, aje troppo biava Magnato pe sso munno. (Cioè hai corsa la cavallina).

La biava pogne vale Il non mancar di nulla eccita i sensi e le passioni.

Bicchierazzo. Accr. di Bicchiere. Cap. Son. 89. E ghiette attuorno co no bicchierazzo E agnuno addefrescaje.

Bicchiere, Bicchiere. Lo stesso che Becchiero.

Bicoccola. Bicocca. Zezz. Papp. p. 18. Dint’a chella bicoccola nce steva No stitutoro pure femmenino.

Bidente. Bidente.

Biello. Bello, ed è voce fuor d’uso.

Ogne noviello è biello vale che Le cose nuove sono sempre piacevoli per la loro novità, ma poi via via si vanno guastando; e dicesi pure delle persone che in sul principio si comportano bene e poi si guastano. Cort. Ros. 5. 3. Ogne noviello è biello, Dissero chille de la maglia antica. Bas. M. N. 6. p. 308. Ogne noviello è biello. E Pent. 1. egr. p. 142. Retrovarraje ch’ogne noviello è biello, E che la corza d’aseno non dura.

A biell’anne vale Con lunghi e prosperi anni, Per lunga e prospera vecchiezza. Verg. 1. 2. (?) Gaudete a bielle anne de le fatiche de chillo zi viecchio nuostro. Pag. Rot. 13. 5. Chillo ch’ha fellusse e cuoccole E che a biell’anne tene paglia sotta. E Fen. 2. 1. Chessa è na poverella che n’ha niente. — Aje tu, figlio, a biell’anne. E 3. 2. A grazia de lo cielo aggio a biell’anne Na bona paglia sotta. E 5. 5. Tu possiede a biell’anne; Figlieto è sulo. Bas. M. N. 5. p. 284. Ricco comm’a lo maro; ch’a biell’anne Ave nchiuse li puorce. E Pent. 4. 4. p. 40. Eccotella: sia la toja da cca a biell’anne co sanetate e bella rede.

Bifaro, Bifero. Piffero, tanto lo stromento che chi lo suona.

Uocchio de lo bifaro vale Ano, Podice. La Port. Tab. 3. 3. (?) Chille strille me fecero sorrejere, l’uocchio de lo bifero me se fece tantillo, e le nateche me facevano lappe lappe.

Biforco. Biforcuto. Val. Fuorf. 2. 7. 36. O mmocc’a serpe biforca lenguetta.

Bigliardiere, Bigliardiero. Colui che tiene un bigliardo aperto al pubblico, e Colui che ne ha cura ed assiste i giocatori. Zezz. Art. 1. 6. Nsuonno lo bigliardiero Vede li carambò.

Bigliardo. Bigliardo su cui si giaoca e Luogo dove si tiene per uso del pubblico.

Bignè. Pasta bignè è Pasta di fiore ed uova passata per siringa e fritta.

Bigotta. Sorta di corda navale, che viene prima delle gomene, a cui è inferiore per diametro.

Bile. Bile. Fas. Ger. 3. 40. Gran fummo ha ncapo, e ncuorpo tanta bile, Che no juorno pe chesto averrà danno.

Biltri. Una cosa da nulla, Un fico, Un corno. Mandr. all. 1. 15. Non autro resta, dice Titta nuostro, Se significa biltri e schiavo vuostro.

Bionna. Acconciatura de’ capelli colla polvere bionda. Ol. Nap. acc. 15. 53. (?) E a Nina pe bestirse e pe se fare La bionna e p’alliffarse luoco dette.

Birba. V. Birbo.

Birbantaria. Azione da birbante, Bricconeria. Giurd. Quat. dec. 8. (?) Ed ogne ghiuorno che lo sole sponta A la birbantaria mette na jonta.

Birbante. Birbante. Fas. Ger. 6. 12. Mora da birbante Si chiù me mpaccio a niente. Ciucc. 14. 24. Chillo gra birbante De Mercurio. Cap. Son. 135. Date, o muse, la cassia a sti birbante.

Birbantone. Accr. di Birbante.

Birbia. Chiasso, Baccano sollazzevole e festivo. V. Rotiello. Cap. Il. 3. 85. Ca pe pazzie non se nce po competere, E a fa la birbia venarria da metere. E 5. 90. Mente ncielo sta birbia se faceva. E Son. 9. Isso mmenta la birbia, isso la ncigna. E po quanto no l’asce a n’abbesuogno. E 164. Fanno birbie e rotielle pe le chiazze.

Birbiare. V. Berbiare.

Birbo. Birbo, Birbone. Cap. Il. 2. 44. Ma si Aulisse pe sciorta t’allummava Qua birbo che facea de lo nfernuso. E 6. 110. E si li vave birbe non so state, Nè qua birbo songh’io nato de sterco. Ciucc. 7. 15. Non vid’auto a lo [p. 251 modifica] munno che mposture, Birbe che le farria na caucinta. Sadd. Lo Sim. 2. 15. (?) Chella è propio na birba a derettura. Ol. Nap. acc. 2. 59. Chella carca de birbe e de scauzune.

Birebisso, Biribisso. Giuoco di dadi i cui pautì corrispondono alle svariate e strane figure di un tavoliere. Fr. biribi. Sciat. 5. p. 271. Jocatose a lo birebisso lo termene de la vita la bon’anema de Sciatamone.

Quindi si dice che un tale pare na fiura de lo barebisso, o che un abbigliamento o una parte di esso è a birebisso.

Biribisso. V. Birebisso.

Bisante, Bisanto. Moneta straniera che in Napoli valeva dodici carlini.

Bisavo. Lo stesso che Besavo.

Bisbeteco. Lo stesso che Besbeteco. Cap. Son. 6. Tu saje de felosecchia e si politeco, Sottile a disputare, anze bisbeteco. E 163. E avite ciento masseme bisbeteche. Morm. Fedr. 3. pr. Ma fra quante nce songo razza d’uommene… Li poete so po li chiù bisbeteche.

Biscappa. Sorta di manto principesco.

Biscia. Biscia. Mandr. as. 1. 11. Jenno e benenno sempre comm’a biscia, La mala chella lo serpeja traverza.

Volteggiamento del cavallo. Bas. Pent. 3. 6. p. 319. Commenzaje a fare spassigge de stupore, bisce de stordire, rote de spanto. E 4. 9. p. 104. Se vedde a la sala na scola spiccecata da cravaccature a fare corvette e bisce co na mano de polletre nforma de femmene. (Qui per simil.).

Dicesi pure di una figura di ballo. Cort. M. P. 10. 36. Ma chi vo dire… Le campanelle, zumpe, scorze e bisce Che pe fi che sudaro se facette?

Biscione. Beccafico, Motacilla ficedula.

Biscioscio. Si dice ai bambini ed alle persone amate. Forse dal franc. bijou. V. Bascioscio.

Semplicione, Innocentino, Baciocco. Trinch. Equ. 3. 2. (?) Votta, fortuna: fratemo isso pure Mo vo fa lo biscioscio.

Bisciù. Gioiello. Fr. bijou. Zez. Papp. p. 13. Che chiammà se potea vero bisciù.

Bisco. V. Visco.

Bisecolo. Lisciapiante.

Per mentula.

Bisgatto. Astuto e snello come un gatto, Molto accorto. Stigl. En. 11. 183. E quanno chella arreto se votava, Fujea sempe de pressa lo bisgatto.

Bizzeffa, Bizzeffia. Lo stesso che Bezzeffa. Cort. V. de P. 1. 11. Libre a bizzeffia, a fascio le scritture. (La st. 1666 ha bizzeffa). Cap. Son. 216. Si nn’aje stommaco, abbottate a bizzeffe De mmerda.

Bizzuoco. Lo stesso che Bezzuoco. Quattr. Ar. 285. Ca non guardanno a femmene Lo chiammano bizzuoco.

Blo, Blu. Turchino, Azzurro. Fr. bleu.

Blocco. Blocco. Ol. Nap. acc. 19. 4. (?) E quanto chiù lo nzerra Lo Guisa co lo blocco, o chillo aduna Gentaglia p’assardare quarche terra, Chiù prodenza mostraje e chiù balore.

Blu. V. Blo.

Blusa. Camiciotto, Paladina. Fr. blouse.

Bobba. Guazzabuglio, Mescolanza di più cose. Viol. vern. 8. So li vierze che fa bobba e schefienzeja. Cap. Son. 45. De zuccaro ve dice ca ve cibba, E de vrenna e cocozza ve dà bobba. Ciucc. 9. 39. So tutte bobbe, e serveno pe certe Che teneno le facce nere e brutte.

Medicina, soprattutto se è disgustosa. Fas. Ger. 1. 3. Cossì la bobba nfunno se nne sorchia, E gabbato lo male se nne sporchia.

Veleno, Fas. Ger. 4. 56. Ma no lassa machenare Ncoppa la bobba fatta a me.

Bobbone. Lo stesso che Bobone. Cap. Il. 2. 2. De mannare no suonno a Grammegnone Ch’a li Griece sia peo de lo bobbone.

Bobone. Gavocciolo pestilenziale. Val. Fuorf. 1. p. 33. App’a fa quarantana sempe doppia, Ca li bobune spisso reprecannome ec.

Oggi si dà tal nome al Bubbone sifilitico.

Boccetta. Boccetta.

Cornice che corre fra i muri e la volta soffitta di una camera.

Boccettella. Dim. di Boccetta.

Boccettina. Dim. di Boccetta.

Bocchenotto, Bocchinotto. Lo stesso che Bocconotto. Cap. Son. 193. Torte, sfogliate, bocchenotte e pizze.

Boccia. Boccia, Fiasco. Cerl. Clar. 1. 1. Doj’aute bocce all’orzignure. (Corr. a llorzignure). [p. 252 modifica] Pallottola da giocare, Boccia. Fas. Ger. 18. 76. Ma no ntutte le ficcano le bocce, Nè la mano le deta ha tutte socce. (Cioè non tutte le ciambelle riescono col buco).

Ferro che si avvita a ciascuna estremità dell’asse perchè non esca dalla semmoja.

Bocconotto. Piccolo pasticcetto da farne quasi un boccone. Antegn. Ass. Parn. 2. (?) Pizze fritte, migliacce, bocconotte.

Boè. Oboe. Val. Fuorf. 1. p. 116. Nc’era no bell’orchesto pe la museca, Boè, cuorne de caccia llà nce stevano.

Boffa. Sgonfietto, Rigonfiamento di velo o d’altra stoffa posto per ornamenta. Viol. buff. 9. Le beste co li puze e co lo boffe.

E in generale per qualunque Enfiatura prodotta dall’aria o dal cattivo taglio nelle vesti. Vide quanta boffe fa sta vesta.

Piccola macchia di frutici o virgulti. Pag. M. d’O. 2. 25. Ca vole streppolare llà Pommella Ceppeche e boffe de na servetella. (L’ed. orig. ha streppollare).

Boffe de mare sono vegetazioni abitate da piccoli animali che servono di esca ai pescatori, le quali crescono sui travi o altri legni immersi nel mare.

Boffetta. Tavolino. Sarn. Pos. 4. p. 271. Sta gallenella volata ncoppa na boffetta addov’era no screttorio ec. Ol. Nap. acc. 16. 76. (?) Sede A na seggia vecino a na boffetta Addò s’appoja. Nov. Sp. 5. 11. De pasta scioriata le boffette. Val. Fuorf. 1. p. 192. E ncopp’a le boffette le posavano. Pag. Rot. 16. 23. E me ndrezzaje le segge e le boffette E lo mesale co li sarviette. Val. Gall. d’Ap. 45. No mercante de ragione… Co na boffetta nnante che scredeva.

Boffettino. Dim. di Boffetta. Trinch. Fint. ved. 3. 10. (?) Mettite mmiezo cca lo boffettino Co quatto segge. Val. Fuorf. 1. p. 154. No bello boffettino llà nce trovano Co na seggia d’appuojo.

Boffettone. Accr. di Boffetta. Pal. Fant. furb. 3. 12. (?) Da do è sciuto Sto boffettone co sto panno ncoppa? — É chillo addò lo conte sole scrivere A la cammera soja.

Guanciata, Schiaffo. Sp. bofeton. Bas. Pent. 4. 6. p. 64. Schiaffaje no boffettone a Marchetta. E 5. 6. p. 174. Pe no boffettone che le dette Sapia volennose vennecare. Sadd. Mar. Ch. 1. 11. (?) Mmeretarria Ad ogne squaso no boffettone.

Boffone. Buffone. Bas. Pent. 3. egr. p. 368. E boffune e fazeze e sciuocche e pazze. (Così Porc.; ma le st. 1674 e 1679 hanno buffune. V. pure Fazeza). Cort. V. de P. 2. 11. Chi dasse a l’arte e chi se mette ncorte, Chi deventa sanzaro e chi boffone. Ciucc. 10. 51. Pe fare Lo boffone a Chiarchiolla. E 52. A ssa sciorta De boffune. Cap. Son. 239. Cienzo è no zanno e no boffone è Micco. Viol. vern. 9. E pecchè l’hanno tutte pe boffone, De chiù muode lo pigliano e lo lassano. Sarn. Pos. pref. p. 138. La lengua napoletana non serve che pe li boffune de le commeddie.

Boffonisco. Buffonesco. Perr. Agn. zeff. 1. 5. A buje… Consacro sta nzalata boffonesca.

Bogliettino. Bigliettino.

Boglietto. Biglietto, e in particolare Letterina e Biglietto d’ingresso a teatri, spettacoli, accademie e simili.

Boja, Boje. Boja, Carnefice, e per estensione Uomo sanguinario ed efferato, ed anche semplicemente Uomo di brutto aspetto. Cap. Il. 5. 174. Ma mo vesogna compiatì sto boja. (Parla di Marte). E Son. g. 31. Pareno a chelle cere tanta boje. Cerl. Clar. 1. 18. Lo boja de campagna! uh scasato me! chillo è prencepiante e poco pratteco. Ciucc. 12. 56. N’ommo che serva pe fare lo boja. Perr. Agn. zeff. 5. 80. Co no core venea propio de boja. Tior. 3. 11. Lo boje tu. E 7. 1. Schifato è chiù de mast’Antonio boje. Lo Sagliem. 2. 17. Brutto boja! Fas. Ger. 3. 63. Lo boja de lo sango mio. Bas. Pent. 4. 2. p. 25. Sotto a li piede de lo boja.

Bolda. Bordone.

Bolera. Aggiunto di palla denota Palla che si rimanda ribattendola colla palma della mano, che i Francesi chiamano pelote e gli Spagnuoli pelota. Morm. Fedr. 2. 6. 5. Da cca, da llà, comme palla bolera L’aquela la revota e la martella.

Bolla. Bolla, tanto per Rigonfiamento della pelle, che per Diploma emanato da pontefice o imperatore. [p. 253 modifica] Bollaccone. Vela minore che s’aggiungeva alla vela principale nelle navi ad un albero. Quindi Correre co trinchetto e bollaccone, altre al proprio significato, vale Darsi da fare a tutt’uomo. Sciat. 3. p. 248. Co trinchetto e bollaccone jettero nvota li duje cardasce pe nvitare amice a li festine ed a fare l’apparicchie necessarie. E Mandr. nn. 1. 9. Ed a senistra e destra Correno co trinchetto e bollaccone. Val. Fuorf. 1. p. 90. No guardanfante portano… Cierte bote l’aizano tant’auto Che pare bollaccone che bace orzeca.

Bolletta. Carta che comprova il dazio pagato o la merce spedita.

Bollettino. Quaderno a stampa degli atti del governo.

Prima si usò per Bolletta.

Bollito. Lesso.

Bolognese. Varietà di lattuga.

Bombarda. Bombarda.

Bombardaria. Sparo di molte bombarde.

Bombò. Parola tolta dal fr. bombon. Zezz. Papp. p. 9. Bombò, paste riale, sosamielle, Confiette de Surmona e cannelline.

Bomma. Bomba. Cap. Son. 20. Non pare ch’è artegliero, e sa de bomma.

Fig. per Ernia.

Vaso della contenenza di due caraffe, e si prende assolutamente per Due caraffe di vino.

Esclamazione derisoria al sentir panzane, carote e grosse vanterie.

Bomma americana è una specie di sorbetto.

Bommespera, Bommespere. Buona sera. Cort. Ros. 3. 9. Bommespere, sia Lella. Mandr. rep. 1. 9. Bommespera, le dico, accompagnate Starrimmo tutte nuje sta notte, frate.

Bomprode. Buon prò. V. Prode. Vill. Epit. p. 127. Si fa qua pedetillo Puro co tanta grazeja te lo sforna, Che l’aje da di bomprode, ma non corna.

Bona. Pustola del vajuolo innestato.

In pl. si prende tanto pel Vajuolo innestato quanto pel Vajuolo naturale, e si dice Bone malegne al Vajuolo maligno e Bone nzateche alla Varicella o Vajuolo spurio. Morm. p. 16. Tienela cara, e falle mo ch’è tiempo Nsertà le bone, ca da n’anno è nata Sta nenna. Cort. Ros. 3. 1. p. 55. E m’escano le bone e li morville.

Bona. Femminile di Bono o Buono, si adopra in molte frasi assolutamente, sottintendendo Cosa o altro nome.

A la bona vale Alla buona, Con semplicità di modi. Ciucc. 10. 11. Jammo a lo bona, e no nc’è nnanze o arreto. Bas. Pent. 2. 5. p. 192. Cola Matteo che ghieva a la bona. Vill. Epit. p. 128. E ba a la bona.

Quando si ode qualche cosa graziosa, qualche bell’epigramma, qualche bel trovato, si suol dire Chessa è bona! o simile. Ciucc. 2. 7. Sta, sta, chesta va bona. E 12. 61. L’aje propio annevenata. Oh comm’è bona!

Co le bone vale Colle buone. Fas. Ger. 2. 44. Oh co le bone o a forza da la vrasa Scapparele.

Farela bona vale Far cosa buona. Tior. 1. 19. Ma si tu, Cecca, la vuoje fare bona. Bas. Pent. 1. 7. p. 85. Bravo, l’aje fatta bona. (Iron.).

Mannarela bona vale Passare sopra qualche cosa, Perdonarla, Scusarla. Pe sta vota te la manno bona.

Val pure Mandare buona ventura, Far riuscire a bene dove c’era pericolo. Bas. Pent. 2. 7. p. 224. Pocca lo cielo me l’ha mannata bona… me ne voglio tornare a la vota de Sciannena mia. E 4. 9. p. 101. Dio nce la manna bona.

Menare bona vale Menar buono. Passare. Fas. Ger. 5. 59. Na cosa schitto no le meno bona.

Venire bona vale Riuscire prosperamente, Scampare da un pericolo o da un malanno. Fas. Ger. 2. 68. Po la cosa venuta sempe bona. E 10. 24. No me nne fa venì bona nesciuna. E 16. 49. Jarraggio comme vuoje arreto o nnante, Vasta che sulo a te nne venga bona.

Trica e benga bona vale Si tardi pure purchè la cosa riesca a bene.

Bona va quanno bona vene è il lat. exitus acta probat.

Si adopera per Bene cogli aggettivi femminili. Bas. Pent. 2. 9. p. 235. Cossì bella vestuta e cossì bona trattata.

Bonaccia. Bonaccia, Calma. Stigl. En. 1. 35. E co lo carro a chella parte e chesta Sciulia de furia e porta la [p. 254 modifica] bonaccia. E 5. 209. Spisso cova tempeste la bonaccia. S. V. (?) L’onna che a tanta botte se spetaccia Facea tempesta mmiezo ala bonaccia. Perr. Agn. zeff. 6. 86. Azzò venga no poco de bonaccia.

Bonafemmena. Oltre al suo naturale significato, ha pur quello di Donna di mali costumi, Baldracca.

Bonafficiata. Lo stesso che Beneficiata. Vott. Sp. cev. 110. Si parla de la bonafficiata, te fanno vedè li nomme cierte, e po non esceno manco pe casata. Cerl. Clar. 1. 12. I numeri della bonafficiata. Val. Fuorf. 2. 8. 46. Si perde co la bonafficiata La moglie cierto nn’ha na mazziata. Cap. Son. 182. Na bonafficiata se faceva Ncopp’a doje vutte mmiezo a lo Mercato.

Bonalana. Tristo, Ribaldo, Furfante.

Bonamano. Mancia che si dà ai vetturini oltre al convenuto, ai servi di locanda, ec. Buonamano, Buonandata.

Bonanema. Buon’anima. Si dice parlando di un morto, e per lo più del marito della moglie. Si dice pure Bonanema soja.

Bonannata. Lo stesso che Bonamano.

Per Buona annata val meglio scriverlo in due parole.

Bonanno. Buonanno, Buon anno. V. Anno.

Bonanotte. Buona notte. Ciucc. 14. 26. Co quatt’aote zotte Le tornavano a da la bonanotte. Vott. Sp. cev. p. 185. Le rispose bonanotte e facette n’autro pideto. VilL Epit. p. 130. Bonanotte a chi resta: Tocca cocchiero.

Si usa come esclamazione per indicare la fine di qualche cosa, e si dice pure in tal senso Bonanotte a li sonature. Scrivesi pure in due parole. V. Notte. Mo lo paccareo e bonanotte.

Dire bonanotte vale Morire.

Usasi anche come espressione di maraviglia. Pag. M. d’O. 1. 22. Che de vejola sona, bonanotte!

Bonanotte per antifrasi si usa per Mala notte.

Bonapezza. Lo stesso che Bonalana.

Bonare. Approvare i conti o una o più partite.

Compensare. Vott. Sp. cev. 136. Si va chiù, nce l’ave da bonare, e non s’ha da tenè le fatiche e robbe d’autre.

Bonarma. Lo stesso che Bonanema. Canz. ant. La bonarma che m’è muorto Me sapeva contentà. Fed. Zit. corr. pref. (?) La bonarma de Jennarantonio Federico. Sarn. Pos. 3. p. 223. Muorto lo patre, bonarma. E 4. p. 259. Contava chella bonarma de Pascarella.

Bonarrobba. Lo stesso che Bonafemmena. Sarn. Pos. ntr. p. 153. Tre sciorte de perznne se tene la bonarrobba, smargiasso, bello giovane e corrivo.

Par che abbia buon senso in questo es. Bas. Pent. 5. 4. p. 165. Bonarrobba che te canta appriesso; lo cielo te la mantenga da cca a cient’anne, co sanetate e figlie mascole.

Bonasera. Lo stesso che Bonanotte. Perr. Agn. zeff. 5. 15. Se dissero, partenno, bonasera. Vott. Sp. cev. 185. Dicette… bonasera, e fece no gran pideto.

Bonatasca. Uomo risentito. V. Tasca.

Bonavoglia. Buonavoglia. Mandr. nn. 1. 10. Pe conzolare poje sti bonavoglie, Già post nubila ascie Febo divino.

Uomo di mal affare. Cap. Son. 13. Chisso li bonavoglia a la Duchesca Ave nzegnato a carrecà lo masco Senza la porva.

Bonazza. Lo stesso che Bonaccia.

Bonefecare, Bonificare. Pagare un conto. Lo Sagliem. 2. 4. Mi favoresca de bonificare Chesta nota de spese.

Bonnì. Buondì. Bas. M. N. 2. p. 244. Bonnì, bonnì, Giangrazio. — Bonnì, buonanno e bruoccole. Fas. Ger. 1. 35. Lo sole ascea bellissemo e giojante Comm’a chi ha lo bonnì da la segnora. Ciucc. 5. 6. E senza di bonnì se nne trasette. E 8. 4. Bonnì. — A revederece.

Cosa da nulla, Bagattella, Parola inoffensiva. Val. Fuorf. 1. p. 257. Sti cocchiere so troppo mperfettisseme, Co no bonnì caccuno te l’arrotano. Ceri Clar. 1. 17. Pe no bonnì spettosava uno. E appr. E pe no bonnì lo sciaccavano pure. E Cronv. 1. 6. Giusto pe no bonnì fa taglià cape.

E nello stesso senso esclamativo di Bonanotte. Cerl. Clar. 1. 2. Mo le chiavo no nnaccaro nfaccia e bonnì. E 3. 8. E so doje vote che si sferrato d’essere accise; la terza te la sono e bonnì. E Dam. spir. 2. 8. Mo me l’affoffo e bonnì. E 3. 3. Mo te ne faccio uno pe mosta e bonnì. [p. 255 modifica] Bonnio. Lo stesso che Bonnì. È molto usato dallo Zezza.

Bono. Buono, ma raramente in uso. Cap. Il. 3. 91. Lena e lo bono sujo pe nzi a na fronna Pe patte e ghiuramiente a me rommane. (Qui come nome per Avere, Roba. Ma la st. Porcelli ha buono).

Bonommo. V. Buono.

Bonora. Buon’ora, ed anche Felicità. Fr. bonheur. Bas. Pent. 1. 2. p. 4ì. Perzò va co la mamma de la bonora. E 2. 7. p. 222. Sia co la bonora, le respose lo prencepe.

Per Malora in tutti i suoi significati. Ciucc. 7. 24. Statte zitto co tutte le bonore. E 12. 3. Che bonora È? E appr. Dillo co tutte le bonore toje. E 13. 2. A sto luoco da tanno che nce stette Chella bonora nera de janara. E 46. Che bonora avite?

A la bonora si adopera per Finalmente e per Manco male. Vill. Epit. p. 121. L’azzetto a la bonora.

Bonsignore. Varietà di fico detto anche Piemontese.

Boragna. Denaro, Moneta. D’Ant. Sc. cur. 208. Bensì pe la boragna m’accordaje. E Mandr. as. 2. 9. Senza tabbacco mo, senza boragna. E Sciat. 2. p. 236. Aje fatto seccia ne la boragna de sto signoriello?

Borattiello. Boratto d’inferiore qualità. Val. Nap. sc. 35. Vecco ca li segnure so arreddutte, Pe non vestire comm’a potecare, Portare cierte borattielle e lutte.

Borattino. Lo stesso che Boratto.

Boratto. Tessuto fino di lana, e forse lo stesso che l’italiano Buratto e Panno buratto. Sciat. 3. p. 245. Portava… n’arrizzatiello arbascio de boratto repontato co la ferbalà, nuovo de trinca. Val. Mez. 2. 63. De velluto, de raso o de boratto. E 4. 64. Ca vonno de boratto lo cappotto. E Nap. sc. 32. La stata de boratto e terzanielle, De Segovia lo vierno. E 126. A sto bestire dezero lo sfratto E chi lamma vestette e chi boratto.

Borda. A la borda vale Inconsideratamente, A casaccio. Fas. Ger. 4. 83. No ncorrite pe chesta mo a la borda.

Bordacchè. Borzacchino, Stivaletto. Fr. brodequin.

Bordiare. Bordeggiare. Ol. Nap. acc. 11 . 2. (?) E parte bordejava Mbarbaria P’avè viento ch’a Napole l’abbia. E 16. 84. (?) Bordea lo Roscelò p’avè qua puorto Addò da funno.

Bordo. Orlo. Fr. bord.

Bordone. Bordone.

Borè. Passo di ballo, fr. pas bouré.

Boreale. Boreale. Fas. Ger. 3. 64. Justo ncontra la porta boreale.

Borgo. Borgo, e credo che a questa voce appartenga il plurale burghe. V. Burgo. Mandr. all. 2. 34. Chisto primmo… Borgo di non se po, ma cettatone.

Boria. Borea.

Boria, Alterigia. Cuor. Mas. 2. 55. (?) Pocca lo fare guerra co lo mperio Che lo puopolo avea e co la boreja Era cierto lassarence le coreja.

Boriuso. Borioso. Stigl. En. 9. 15. Turno chino de stizza e boriuso Gira da cca e da llà senza paura.

Borlare, Burlare. Scherzare, Burlare. La Mil. 3. 4. Cianniello, te rengrazeo. — Vuò borlare. E 8. Io non saccio chi si, me vuò borlare. Pag. Rot 8. 21. Co na lengua te mprofeca e ngenzeja, Co la stessa te burla e te coffeja. Tard. Def. 115. Ma già che se parla pe burla… io me contento de burlare. Cort. Ros. 1. 3. p. 24. Me vighe morta, Lella, se te burlo. Tior. 5. 15. E d’aucielle burlata po llà fore Puozze legata sta.

Ingannare, Schernire. Lo Sagliem. 3. 7. Tu m’aje burlata Già n’auta vota.

Borletta. Lo stesso che Burletta. La Mil. ded. Prego V. Azz. azzettare co buon nocchio sta borletta.

Borlotto. Brulotto. Ol. Nap. acc. 16. 62. (?) Vintinove vascielle a guerra armate, Ciento borlotte e fuste.

Bornia. Il de Ritis rimanda a Sciorniabornia.

Borra. Borra.

Borraccia. Borraccia, Fiasca.

Borraccio. Ubbriaco, Sp. borracho. Fas. Ger. 17. 51. No la scompeano, ma stennie la mano Lo rre decenno: e l’acqua fa borraccio?

Borrasca. Burasca. Ol. Nap. acc. 11. 2. (?) Parte d’essa Nsardegna se ntrattene Pe na borrasca che l’ha [p. 256 modifica] sconquassata. Perr. Agn. zeff. 1. 87. Ma venne na borrasca. E 4. 27. Na gra borrasca co gra bejolenza E co gra biento subbeto mannaje. E 5. 10. Ma na borrasca po da la galera Nce spartie. Tior. 8. 2. Nè sospire… Le gran borrasche toje ponn’appracare. Cap. Son. 11. Vago a l’acqua d’Orgetiello Pe bedè si se praca sta borrasca. Bas. Pent. 2. egr. p. 256. Corre borrasca e maje no spera puorto. E 5. 6. p. 174. Drinto a tanta borrasca trovasse sto puorto.

Borrico, Borricco. Asino. Sp. borrico.

Borriello. Sorta di latticinio.

Borro. Abbozzo di scrittura. Sp. borron.

Borza. Borsa. Cerl. Dam. spir. 1. 2. Una borza… vacanta.

Borzacchino. Borzacchino, Stivaletto. Cap. Il. 1. 5. Vost’accellenzia E st’aute co li belle borzacchine.

Boscare, Buscare. Lo stesso che Abboscare. Val. Mez. 2. 51. E chi non sa buscare è n’aseniello. Tior. 3. 14. N’aseno primmarulo ghie a buscare. (Qui sarebbe proprio lo sp. buscar che vale Cercare; ma io dubito che s’abbia a leggere abbuscare, poichè spesso si sopprime l’a dinanzi a verbo che comincia con questa vocale. La st. 1703 legge ghie buscare, Porc. ghie a boscare). Ol. Nap. acc. 3. 69. E chi manna a buscà ped ogne luoco Porva, palle, armature. Bas. Pent. 2. 7. p. 213. Jette a buscare quatto sproccola a lo vosco pe se le cocenare.

Boscia. Bugia. Tior. 4. 29. Chi la tira la spezza, e n’è boscia. E 9. 4. Ca non dico la boscia. Cerl. Clar. 1.6. No nce truove na boscia si la vuò pagà ciento docate. E 10. La boscia m’esce nfaccia. E Pam. mar. 2. 10. Si dico bruttolillo non dico boscia. Ciucc. 5. 20. Accossì fosse boscia. E 8. 40. No gran sauto… nzi ncoppa a la boscia. Cap. Son. 64. Ma no l’aje ditta ssa boscia ncredenza.

Quando alcuno non è certo di quello che dice suole soggiungere Si non dico boscia, pure Non vorria dicere boscia.

Ogne boscia na mola vale O se ti cadesse un dente molare per ogni bugia che dici?

Boscie diconsì le Piccole macchie bianche che appajono sulle unghie, facendo credere ai fanciulli che siano cagionate dalle bugie che essi dicono.

Bosciarda. Gradina dello scarpellino.

Bosciardo. Bugiardo. Bas. Pent. 3. 9. p. 340. Non me farrà trovare bosciarda. Viol. son. 4. Ora vatte sentenno sta canzona Che bosciarda non è, non è taluorno. Cort. Ros. 2. 2. p. 36. Lo cielo me ne faccia no bosciardo. Perr. Agn zeff. 6. 91. Non me fare restare da bosciardo.

Bosciardone. Accr. di Bosciardo. Ol. Nap. acc. 4. 17. Bosciardone, squarcione e fauzo ntutto.

Bosillo. Busillis. Pag. Rot. 3. 18. Lo bosillo cca sta, chisto è lo fatto.

Botta. Botta, Botto, Colpo, Percossa, qualunque sia il mezzo con cui si dà, ed indica anche il Romore che fa la percossa. Tior. 1. 6. Ch’è stato de no zuoccolo na botta. Stigl. En. 9. 192. E le spacca la capo co na botta. Ciucc. 3. 4. A li cauce, a li muzzeche, a le botte Che l’ammallajeno comm’a mela cotte. E 8. 43. N’auto da llà le schiaffava na botta. E 12. 58. Se l’ha da da na botta, ma che sia Na bottecchia de mazza e non de varra. Fas. Ger. 2. 97. Pe s’ascià priesto a le botte. Bas. Pent. 3. 5. p. 313. Non saccio che le facesse chiù danno, o lo fieto de la porvere o la botta de la palla. Pag. Rot. 7. 4. Fatto da Dio a no modiello Bello e perfetto a botta de martiello.

Nella scherma si distinguono la Botta deritta, la Botta a travierzo ec. e si usano le frasi Mettere na botta, Menare na botta, ec. Sciat. 5. p. 269. Nnante a Criso, che fu ghiodece e scrisse le botte. Perr. Agn. zeff. 5. 49. Io sulo ntenno Co la spata de fa na bella botta. Fas. Ger. 4. 22. De darencella quarche bona botta De primmo lanzo. E 6. 44. Dà de ponta a lo musco e sfuje la botta.

Botta e resposta si dice quando con fatti o con parole si risponde immediatamente ai fatti alle parole offensive o pungenti di altri, Botta risposta.

Lloco sarranno le botte o simile vale Questo sarà il busillis. Ciucc. 6. 33. Chi ha da ire? Cca sarranno le botte. Vill. Cal. 13. Fedè, mo se le botte.

Stare a le botte vale Cercar diÍ provvedere ai mali. Fas. Ger. 3. 71. Sulo [p. 257 modifica]lo capetanio sta a le botte Penzanno a nciegne pe schianà le mura.

A botta de o A botte de indica la non interrotta continuazione di colpi. Sciat. 5. p. 262. A botte de scoppole, scozzette, nnaccare, paccariglie, foche e pollecare lo palliajeno nsi nnante a Sciatamone. Cap. Son. 200. Secotatela… A botte de vessiche pe nfi a Romma. E 207. O che te faccia a botte de sparmate Sse nateche mmerdose allionate? Ciucc. 12. 15. A botta de vrecciate.

Vale pure A via di, A furia di, ed esprime il continuo uso di qualche mezzo per ottenere un fine, anche quando quel fine non si desiderasse. A botta de spennere s’è arrojenato. A botta de denare l’aggio avuto. A botta de carizze l’aggio persuaso. Ciucc. 6. 7. Che mora io primmo a botta de ventose, De sangozuche e de serveziale. E 25. A fa di rana a botta de spotazza. (Cioè filando).

Colpo di arma da fuoco, Scoppio di checchessia che ne imiti il romore, come ne’ fuochi artificiali, ed anche per Peto. Ciucc. 9. 12. Facettero na botta Comme quanno se spara na scoppetta. E 47. E co na botta de fruolo pazzo. E 12. 57. Io carreco sto truono E buje ve sentarrite da cca ncoppa La botta che farrà quanno po schioppa. Tior. 1. 11. Ca porvera nzerrata fa chiù botta. E 3. 10. Mase respose: pigliate sta botta. Lor. Socr. 2. 16. Maestro, a te la Grecia Manna sta paparotta; Che pozza fa na botta Chi l’ha mancata cca. (Cioè crepare). Cap. Son. 61. E si a le botte nce aje fatto li calle. (Anfib.). E 69. Scarreche assaje pe scarrecà na botta. E 120. Ca quanto chiù lo pideto se tene Chiù grossa e chiù fetente fa la botta. E 190. Cride fa na gran botta e faje na vessa. Viol. Son. 5. Vide no poco mo si affunno pesco E si è bona la botta de sto masco. Fas. Ger. 10. 33. E nne deppe sentì chiù de na botta.

Anche ne’ fuochi artificiali si hanno le Botte e resposte quando i colpi si seguono a brevissimo intervallo.

La carica delie armi da fuoco e soprattutto degli schioppi da caccia. Ol. Nap. acc. 4. 8. Ca sparato n’avea manco na botta.

Si dice che un uccello o altro animale s’ha portato la botta, quando sebbene colpito ha potuto salvarsi. E fig. dicesi di chi non cede alle frecciate.

Effetto del colpo, Ferita. Ciucc. 12. 23. No nce lassava manco lo nzegnale, E pe trovà la botta se jea mmota. Fas. Ger. 6. 66. Ma de le botte ch’ave sente affanno. E 11. arg. E sanata da l’agnelo la botta.

A doje botte si dicono le armi da fuoco a due canne o a due colpi. Cerl. Cronv. 2. 8. Chiane chiano, ca non so scoppetta a doje botte. Ol. Nap. acc. 3. 77. Martenette A doje botte.

Botta val pure Colpo più generalmente, onde dicesi Botta de penniello (anche in italiano), de scopetta, Damme na botta a sto scritto, e simili.

Onde la frase Nquatto botte che vale In breve. Ciuco. 9. 4. Ca nquatto botte te caccio no muojo. E 14. arg. Nquatto botte So ncappate li Griece a la fattura. Viol. verm. 36. Nquatto botte Facea da cammarera e la spogliava. La Sal. in Cap. Son. g. 38. Qua sera nquatto botte… De chisse nsanetà può fa na sauza. Vill. Epit. p. 130. Ndoje botte Già se trovaro pe la via majesta.

Botta de masto vale Ciò che può fare un maestro, Tocco di maestro.

Dare na botta a na cosa vale Darvi un colpo, Cominciare a farla. Nov. Sp. 1. 13. Trasea dinto e dea priesto a lo teano Na mala botta co quatto panelle. (Cioè ci dava dentro).

Remore di corpo che cade. Stigl. En. 9. 183. A la caduta de sto corpaccione Tremmaje la terra pe la vermenara, Fece na botta simmele a li truone La sola targa ch’era seje cantara. Fas. Ger. 6. 32. E tanta fu la botta che facette Nterra comm’a no sacco de craune. Fer. Pazz. Am. 3. 2. (?) Lella se jetta da la fenesta, e Cianniello va cammenanno a l’attentune mmiezo a do ha ntiso la botta.

Giro di chiave ogni volta che scattando la molla si avanza una parte della mandata. Fas. Ger. 7. 45. Ma trasuto che fu ntese la botta Da reto, e s’asciaje nchiuso.

Scoppio di frusta o scuriada; e fig. [p. 258 modifica]Belle botte diconsi le Cose di apparenza senza sostanza, Parole e non altro.

Fosso nella strada che fa scommuovere i veicoli che vi passano, e Urto che se ne risente. Pegliare na botta. Sta via è chiena de botte. Fas. Ger. 10. 17. Pocca nuvole e carro… Vedea volare e maje nne sente botta.

Colpo, Impressione che risente l’animo per isciagura o altro.

Riuscita in un’impresa, Compimento di essa, Colpo decisivo che la compie. Fas. Ger. 2. 65. E si vuje duje facite mo sta botta, Quanno Perzia e Torchia no starrà sotta? E 77. E t’abbesogna Fa doje botte a na botta. E 3. 34. Pe fa vedere comme fa la botta. E 4. 82. E pe la fa chiù meglio po la botta. E 6. 11. Ch’a lo sarvà sta reggia sta la botta. E 7. 9. E lo sordato cerca fa la botta Co ricche e non co nuje pe na recotta. E 12. 42. E de l’appontamiento L’ora pe fa la botta è già benuta. Viol. buff. 34. Ca non è arte soja de fa ste botte.

A botta vale A prova, In modo da resistere; e Pietto a botta assolutamente vale Pettabbotta, Petto a botta. Cort. Ros. 3. 1. p. 53. Ojemmè, crodele! e commo Puorte lo pietto a botta de moschetto Che no lo spercia niente. (Fig.), Mandr. nn. 4. 4. Me si benuto co sso pietto a botta Che pare appunto uno de cartapista. Ciucc. 10. 30. Mmiez’a lo piett’a botta che portava La coccia de Medusa serpejava. Cap. Il. 3. 73. Spercia lo scuto co lo piett’a botta.

A botta cagnata vale Alternativamente. Cap. Il. 3. 71. Ma si a botta cagnata s’ha da fare, Aje d’aparà tu mo, disse lo Grieco.

A na botta, Tutt’a na botta, valgono Ad un tratto, A un punto, Di botto, D’improvviso. Tior. 4. 28. Te lo scommogliarrà tutt’a na botta. E 8. 1. E nuje ntrammo Tutt’a na botta. Pag. Petr. 1. 11. (?) Io creo ca fenarraje Co fareme crepà tutta a na botta. Cap. Son. 126. La mala sciagura… Ve nne pozza scrià tutt’a na botta.

A primma botta vale A prima giunta, Alla bella prima. Fas. Ger. 1. 62. Fa na gran parapiglia a primma botta, Ma priesto torna co la capo rotta. Cuor. Mas. 2. 48. (?) Pocca si a primma botta isso le dace Tonna n’anniativa. Ciucc. 13. 36. Na granfata A primma botta nfacce le mettevano. Vill. Epit. p. 131. Na femmenella Da vuje nne faccia a primma botta ascire.

A sta botta vale In questa occasione, A questa volta. Fas. Ger. 5. 9. E si sta botta Me tocca, sulo a te cedo a sta botta.

A tutta botta e A tutte botte vale Con prove che resistono ad ogni confutazione. Cort. V. de P. 2. 15. Ca truove commentato a tutta botta Ca la chiù cruda è chella che n’è cotta. Bas. Pent. 5. 5. p. 173. Canoscenno a tutte botte ca a chi ventura tene quanno dorme perzì chiove lo bene.

De botta vale Di botto. Tior. 2. 6. Ed essa me responne po de botta. Ciucc. 3. 10. E de botta l’afferra. E 4. 26. Jette de botta A schiaffà naso e musso a lo pertuso. E 7. 35. Me votarria de botta.

De primma botta vale A primma giunta. Fas. Ger. 4. 95. Ma si de primma botta essa s’addona De chi a lo reto cerca spaporare.

Nne na botta, Nn’una botta, vale Di botto, A un tratto. Fas. Ger. 20. 14. È ca nce vo levare co sta rotta Ssa canaglia da tuorno nn’una botta. Cort. Ros. 2. 2. p. 38. Che mo co tico tutto nne na botta Te se voglia mostrare tanto crudo.

Mbotta si usa ideila frase Stare o Metterse mbotta de fierro che vale Star duro, ostinato, specialmente nel non voler cedere punto sopra un prezzo domandato.

Bottaccia. Accr. di Botta. Fas. Ger. 18. 88. E le couze accossì la gra bottaccia Che non sulo l’accide, ma spetaccia.

Bottafascio. A bottafascio e A bottafasce, che malamente scrivesi A botta fascio, vale In gran quantità. Bas. M. N. 5. p. 288. Fa cunto ca carreja verzo la casa Farina a bottafascio. E Pent. 2. l. p. 218. Li selluzze a cuofano e le lagreme a bottafascio. E 3. egr. p. 264. Agge gusto e piacere a bottafasce. Viol. buff. 1. Ste cose a bottafascio te le sforna. E vern. 16. Lo vanno De viva [p. 259 modifica] e laude a bottafascio anchienno. Fas. Ger. 6. 10. E rrobbe e aggente avrimmo a bottafascio. Fer. Pazz. d’Am. 3. 8. (?) Priesto ca avimmo guaje a bottafascio. Tior. 7. 4. Corzero a bottafascio A la vertute.

A bambera, Alla rinfusa. Viol. vern. 40. Sentive no conzierto a bottafascio Pecchè ca nce mancava l’onejone.

Bottana. Aggiunto di tela di color piombino, Bottana. Cort. Vaj. 3. 21. E no cauzone de tela bottana Tutto de filo ruggio repontato.

Bottecchia. Piccolo colpo. Ciucc. 12. 58. Se l’ha da dà na botta, ma che sia Na bottecchia de mazza e non de varra.

Bottecella. Colpetto. Cort C. e P. 3. p. 160. La matina appriesso le dette n’autra bottecella, po l’autro juorno n’autra, e po n’autra. (Fig.). Stigl. En. 9. 192. Tiè mente mo si sgarra no filillo De sta manzolla mia sta bottecella. Lo Sagliem. 3. 1. Femmene! e comme simmo Fiacche de pedamenta! Pe ogne bottecella nce abboccammo. Vill. Epit. p. 118. A no retratto sujo Co quatto bottecelle Nce ha saputo mpizzà tutte ste belle.

Botteglia. Bottiglia. Sp. botella, fr. bouteille. Cerl. Dam. spir. 1. 9. Ve manna a rialare ste botteglie de vino.

Bottelle. Pl. Gonfiamento degli occhi che impedisce il vedere; onde Avere le bottelle equivale ad Avere le traveggole. Fas. Ger. 3. 22. Aje le bottelle a l’uocchie, so cecate, Tancrede! Cort. Ros. 5. 1. p. 96. Fosse restato tutto de no piezzo, Co le ghiorda a le mano… Co le bottelle a l’nocchie. Bas. Pent. 3. 6. p. 317. S’io non aggio le bottelle a l’uocchie, chesta abbesogna che sia femmena. E M. N. 1. p. 227. N’aggio nè cataratte nè bottelle. Tior. 10. 2. Aggia e bottelle e piccenache a l’uocchie.

Bottiglia. Bottiglia. Cerl. Cronv. 2. 10. Mbreaco pe na bottiglia che s’ha veppeta. Vott. Specch. cev. 192. Acalava la bottiglia de ramma nfrisco dinto a lo puzzo.

Bottino. Bottino. Cap. Il. 1. 26. Tu saje ca li bottine che so fatte, Comme so fette accossì so spartute. Fas. Ger. 5. 48. De Celizia avea fatt’io lo bottino. E 15. 44. Saglite priesto, pocca de matino Schitto potite fare lo bottino.

Bottino si usa per Sopraccalza, che oggi dicono Ghetta, dallo sp. botin.

Bottonaro. Fabbricante e Venditore di bottoni, Bottonajo.

Bottonciello. Piccolo bottone. V. Bottone.

Buffoncino, Boccettina.

Bottoncino. Lo stesso che Bottonciello. V. Bottone.

Bottone. Bottone.

Testicolo, Coglione, soprattutto degli animali, Granello. Stigl. En. 8. 184. Li gallonate a l’uteme cantune Mo non teneano creste nè bottune.

Fare bottune, Abboffà li bottune e simili valgono Gonfiarsi per ira. Bas. Pent. 5. 4. p. 165. Lo zito che sentette sta bella prova, fece bottune e ntorzaje comm’a ruospo. Cort. Ros. 5. 2. Mo si ca chill’ammico Abbotta commo a ruospo, Mo si ca fa la vozza e fa bottune. Fas. Ger. 5. arg. Fa bottune Gernanno ca Rinardo Va pe lo tavoliero pe lo puosto Ch’isso pretenne.

Globo dell’occhio. V. più giù l’es. Bas. Pent. 1. 7. p. 94.

Pallottolina che si mette alla punta de’ fioretti per non far male.

Frutto o Fiore non bene ancora sviluppato.

Capezzolo di donna giovane, che meglio dicesi Bottoncino.

Bottone de’ chirurghi per incendere. Bas. Pent. 1. 7. p. 94. Non votava maje li bottune de l’uocchie che non facesse no rettorio ammoruso a li core. (Qui anfib.)

Piccolo orecchino, ma in questo senso s’usa meglio i diminutivi Bottoncino e Bottonciello.

Gambo dell’oriuolo da tasca.

Bottonera . Bottoniera .

Bozza. Pezzo di cavo fermo da un’estremità e avvolto a un ormeggio o ad una manovra per fermarla.

Bozzacchio. V. Arpeglia e Vozzacchio.

Bozzarare, Buzzarare. Buggerare.

Bozzello. Carrucola ovale che si usa nell’attrezzatura delle navi.

Bozzerare, Buzzerare. Buggerare.

Braca. V. Vraca.

Bracalà. Radice dell’Angelica nemorosa.

Bracalasse. Fantasma. Fas. Ger. 18. 10. [p. 260 modifica] Vencerraje brutte mostre e bracalasse.

Braccialetto. V. Vraccialetto.

Bramma. Lo stesso che Abbramma. Cap. Son. 20. Non pare che sia lupo ed ha la bramma. E Il. 5. 114. A spese d’aute sfocano la bramma. Val. Fuorf. 2. 4. 25. Che cade nterra muorto de la bramma.

Branca. V. Vranca.

Brancalasso. Lo stesso che Bracalasse.

Branco. V. Vranco.

Brancoliare. Brancolare, ed anche Andar carpone.

Brancolune. A brancolune vale Brancoloni, Carponi. Fas. Ger. 8. 41. Cossì pe cierte bie po nce abbiammo, Ch’a le bote nce jette a brancolune.

Branno. Brando. Sciat. 5. p. 269. Se cacciajeno mano a li branne nnante a Criso, che fu ghiodece e scrisse le botte.

Branzolla. Manina, dice il Galiani. V. Vranzolla.

Brasciola. Braciuola. Cerl. Ost. Mar. 1. 6. No maccabeo famoso e na brasciola, Na fritta de palaje.

Brascioletta, Brasciolettina. Diminutivi di Brasciola.

Brasciolone. Accr. di Brasciola.

Brasetta. Piccolo braciere.

Brasile. Legno che adoperano i tintori.

Lividura, ed anche Colpo che la produce. Sciat. 2. p. 235. Ma na vota avette cierto brasile nfacce che le fece lo naso quanto a na palata de pane.

Brattare. Agitare il bratto nell’acqua, ed anche Agitare a modo di bratto i remi di un sol fianco.

Brattino. Oro brattino vale Oro brattino. Oro canterino o canterello, e sono Sottilissime lamine di una lega di rame e ottone, alle quali si dà con vernice vivi e svariati colori, e servono per parati, per porre sotto le pietre false, per avvolgervi pezzetti di cioccolatta. Forse sul principio imitavano il colore del platino, che in fr. dicesi or blanc e platine, in isp. platino. Fas. Ger. 1. 15. Febo aparanno stea tanno la via Tutta d’oro brattino a li viannante. Ciucc. 10. 33. Na corona… D’oro brattino avea li raggetielle. Cort. V. de P. 6. 2. D’oro brattino e frunne de mortella La porta de la carcere aparata Trovare tutta. E Lett. 223. Na strafochiglia co li scisciole d’oro brattino. Cap. Son. 239. D’oro brattino la corona ha Micco. Sciat. 5. p. 271. Na pomposa ca stellana, carreca d’oro brattino. Stigl. En. 4. 47. E a le porte festune de mortelle Chine d’oro brattino e de sciurille. Bas. Pent. 4. egr. p. 127. Lo chianchiero te venne… No mazzone pe ghienco. Che te l’apara tutto D’oro brattino e sciure.

Usato anche come nome. Cort. M. P. 10. 28. K de brattino stelle d’oro. Pag. M. d’O. 15. 4. E n’aurora facea prejà lo munno, Tanto nnaurata de brattino parze.

Bratto. Mozzo o Marinajo che sa arrampicarsi pel sartiame. Bas. Pent. 2. 1. p. 163. Pe li capille de Petrosinella, ch’erano luonghe luonghe, saglieva e scenneva comme sole bratto de nave pe le nsarte de l’arvolo.

Remo unico a poppa di una barca.

Braura. Lo stesso che Bravura. Stigl. En. 10. 36. No nomme de mportanzia nn’abbuscaje, De valore, de sinno e de braura.

Bravaccio. Accr. di Bravo. Fas. Ger. 1. 75. Cossì lo mare fa de lo bravaccio Quanno sbota.

Bravamente. Bravamente. Bas. Pent. 1. 9. p. 113. Se portaje cossì bravamente, che ne frusciaje tutte li cavaliere ec.

Bravazzo. Accr. di Bravo, Fas. Ger. 6. 26. La vista l’affommaje Crorinna bella soja, chella bravazza. E 9. 28. E da chillo paterno armo bravazzo Nzetate, llà mestavano gran core. Stigl. En. 12. 165. Tutte aveano fitto L’uocchie a li dive bravazze.

Millantatore, Gradasso. Mandr. nn. 1. 13. Me faje de lo bravazzo mo ch’è scuro. Stigl. En. 10. 113. Sto mazza e piuzo che fa lo bravazzo. E 12. 76. Nè nce fu maje chi tanto ardito o pazzo Facesse de sta botta lo bravazzo. Fas. Ger. 3. 32. Lo bravazzo Ognuno fa. Ol. Nap. acc. 3. 34. Isso esce fora a fare lo bravazzo.

Bravo. Bravo, Valoroso, e s’usa anche come nome. Bas. Pent. 1. egr. p. 142. L’arcinfanfaro vero de li brave. E p. 144. Nne le parole è bravo, Ma ne [p. 261 modifica] l’effetto è breve. Fas. Ger. 1. 37. Secotajeno lo ricco pennonciello Sotta Crotario, e bravo s’accapaje. E 38. Justo comm’a li primme vanno armate, E niente manco gente brava e tosta. Ciucc. 3. 22. Li Bordate Chiù brave de lo regno. Viol. buff. 28. Chisto che mpovesia me fa lo bravo.

Buono, Bello, Eccellente. Cort. V. de P. 1 . 42. La Serena de Napole cantava De contrauto na brava villanella. Perr. Agn. zeff. 4. 76. Affè ss’apenione è brava. Cap. Son. 114. Brava settenzia affè. Bas. Pent. 2. 7. p. 215. Ped essere lo prencepe bravo mostaccio de giovane. E 3. 4. p. 295. Lo buono jodizio de l’ommo è na brava lanterna pe la notte de li travaglìe de lo munno. E 5. 5. p. 171. O comm’è bravo che st’auto. (Si tratta di vivande).

Farela brava vale Far benissimo qualche cosa. Bas. Pent 5. 9. p. 201. Affè ca l’aggio fatta brava! Tior. 1. 49. O Cecca, tu l’aje fatta brava.

Usato come avverbio. Bas. Pent. 5. ntr. p. 133. Li pedante joquano accossì bravo a carrettuso. E 9. p 195. Disse veramente bravo chillo ommo saccente. Ciucc. 12. 61. Non se po fa chiù bella! Va bravissemo. Tior. 7. 5. E perzò bravo Cantaje ntiempo de vavo N’ommo saputo. Cap. Son. 111. Bravo aje penzato affè.

Esclamazione di approvazione. Ciucc. 2. 20. Bravo, disse lo rre. E 12. 61. bravo! va nce arriva. Cap. Son. 109. Diciarrite pe forza: o bravo! o buono!

Bravura. Bravura. Cap. Il. 5. 98. Lo medullo se squagliaje De la bravura e nce restaje la scorza. Perr. Agn. zeff. 1. 20. A le parole ed a la gra bravura De Tartarone.

Bravusso. Bravo, Bravaccio, Sgherro, Malandrino. Mandr. as. 1. 19. Chi sa, chi sa che morte mo farraggio?… Ca non me ne despero e non m’arraggio Se priesto me la danno sti bravusse.

Breammino. Di pergamena, Di cartapecora. Fas. Ger. 2. 74. Sti prevelegge nfuoglio breammino.

Breamutto. Bergamotto.

Olio essenziale che si cava dal bergamotto.

Dicesi anche di altri frutti che ne hanno l’odore. Cap. 11. 4. 64. Che non monnava pera breamutte.

Breccia. Breccia. Cap. Il. 7. 1. Ca tutto è uno a nobbele sordate Saglì la breccia e ghi a mancià lasagna. Liv. Stud. 3. 10. (?) Co le brecce aperte non è muodo de defennere le chiazze.

Fare breccia vale Riuscire ad un intento. Viol. buff. 46. Di’ che se leja mo sti sonettucce E bea co qua cannune se fa breccia. Mandr. as. 1. 35. Ncasa de chi ce avero bone morze, Co che pe farce llà doppo chiù breccia, Quase ogne ghiuorno a bisetarle vanno A l’ora de magnà.

Brecconaccio. Accr. di Breccone. Fas. Ger. 7. 35. Se fece janco nfacce comme pezza… Chillo brecconaccio.

Brecconata. Azione da briccone.

Brecconciello. Dim. di Breccone. Lor. Cors. 2. 6. (?) No me voglio Cementare co chisso brecconciello.

Breccone. Briccone. Fas. Ger. 2. 2. Renegaje sto breccone. E 5. 22. Sciù breccune! jE 10. 20. Munno breccone. E 13. 69. Mute fa vonno comm’a sto breccone.

Bregamena. Pergamena. Tal. Mez. 3. 77. N’auto da la saccocciola se caccia Na carta bregamena penta e bella.

Bregamino. Pergamena. Cort. V. de P. 4. 11. No mutto nc’è a lo mafaro mpizzato De bregamino ch’è no parmo e tierzo.

Bregamutto. Bergamotta. Ol. Nap. acc. 15. 26 (?) De limme, bregamutte, de cetrate.

Bregante. Masnadiere, Uomo facinoroso, Bandito, talvolta istigato ad infestar le campagne e le strade per mire politiche.

Bregantino. Brigantino. Fas. Ger. 15. 12. E bedeano galere e bregantine. E 19. 13. La vene ad affronta no bregantino.

Brellare, Brillare. Brillare.

Brenna. V. Vrenna.

Brennesiare. Brindare, Brindisare. Fas. Ger. 14. 19. E che brennesejajeno a gusto lloro.

Brescia. Città famosa per le sue fabbriche d’armi. Fas. Ger. 1. 62. Si be ca tutta Brescia è ncuollo ad essa.

Brescianiello. Aggiunto di filo o refe forse proveniente da Brescia. Bas. [p. 262 modifica] Pent 2. 3. p. 177. Va, nepote mia… pigliame lo gliuommaro de filo brescianiello da coppa chillo stipo.

Breva. V. Breve.

Breve. Breve. Bas. Pent. 1. egr. p. 142. Nne le parole è bravo, Ma ne l’effetto è breve.

Usato come nome femm. per Sillaba breve e per quella nota musicale detta Breve, e in tali significati si usa dire Brava. Pal. Faust. 1. 3. (?).

Anche per Bolla ecclesiastica, ma come nome maschile.

Brevisse. V. Arazio.

Bribantone. Lo stesso che Birbantone, Fer. Fent zing. 1. 13. (?) Uh bribantone!

Bribbante. Birbante. Viol. son. 2. Siente Che l’è asciuto da sotta a sto bribbante.

Bribbo. Lo stesso che Birbo.

Bricco. Persona di bassa e vile condizione. Val. Fuorf. 2. 4. 74. La pesta ha fatto signure li bricche. E 8. 13. Lo fa pe contentare chella bricca.

Bricconaccio. Accr. di Briccone. Stigl. En. 12. 64. Dalle dalle a ssa gente bricconaccia. E 95. O sciorte bricconaccia!

Bricconata. Azione da briccone.

Bricconciello. Dim. di Briccone, e prendesi anche in non cattivo senso. Cap. Son. g. 21. E mbe, chesto va buono, bricconcella?

Briccone. Briccone. Cap. Il. 5. 177. E nfra de nuje facimmo fazziune Chi da cca chi da llà pe ssi briccune. Lo Sagliem. 1. 13. A sta briccona, Nvece de la sanà ec. Val. Fuorf. 2. 4. 52. Ca se face signore ogne briccone.

Brico. Aria e portamento di autorevole superiorità, Sussiego, Burbanza. Val. Mez. 3. 27. Se po fuorze canoscere a lo brico. E 29. Brico vo di, zoè, na mpettatura, Na torciuta de musso o de mostaccio ec. Pag. Rot. 11. 15. Stimmano co sto brico nietto nietto Letterummeche nfunno esse tenute.

Brigadiere. Generale che comanda una brigata, e si dava tal nome anche ai caporali di cavalleria, di gendarmeria, della truppa doganale, ai marinai che remano i primi stando verso prora, ed ai guardiamarina più anziani.

Brigante. Lo stesso che Bregante.

Brigantino. Brigantino.

Brigata. Corpo formato di due reggimenti.

Brillare. V. Brellare.

Brillo. Berillo. Milil. Sp. inc. 1. 5. (?) Che me pareno (gli occhi) brille de Venezia.

Brinnese. Brindisi. Stigl. En. 5. 16. A li deje… A lo banchetto brinnese farrite. E 7. 35. No brinnese sparaje co la sciarappa. Tior. 7. 5. Cossì mente Paziezo fatto aveva No brinnese e beveva ec. Cerl. Dam. spir. 1. 9. Ve manna a rialare ste bolleglie de vino… azzò le facite no brinnese. Bas. Pent. 4. 2. p. 22. Co lo becchiero de la pietate faceva brinnese a la compassione.

Brinniare. Far brindisi. Sp. brindar. Val. Nap. sc. 85. Da sto munno (brinnianose) ora siente Tanto nn’aje quanto tire co li diente. (Porc. ha: Ca da sto munno (briannese) ec. La st. 1775 ha: Ca da sto munno (brinnese) ec).

Briogna. V. Vriogna.

Brisca, Briscola. Sorta di giuoco di carte. Sp. brisca.

Brocca. V. Mbrocca e Vrocca. Usasi nel modo avverbiale De brocca che vale Di botto. Tior. 1. 14. Che faje che tu non curre mo de brocca E dinto de na chiaveca te nficche? Ciucc. 10. 45. Lassa lo ciuccio e se vota de brocca. E 11. 28. Ma po de brocca Vedennolo partì ec. Fer. Fent. zing. 3. 17. (?) Si s’azzecca Quarcuno e po se scostano de brocca. Cort. M. P. 3. 7. E mo de brocca veome lassare Quanno credea m’avesse a nguadiare. Viol. vern. 44. Chesto si ca de brocca io credarria.

Broccatiello. Broccato d’inferiore qualità.

Broccato. Broccato. Sciat. 3. p. 249. Portava na montera de broccato co la mologna e co tanto na cioffa ncoppa la spennazzola.

Broccherazzo. Accr. di Brocchiero. Fas. Ger. 3. 32. S’auza da reto essa lo broccherazzo.

Brocchiero, Brocchiere. Brocchiere, Scudo. Bas. Pent. 5. 5. p. 167. No brocchiero de fico dove se spezza o nce resta la ponta d’ogne spata. Stigl. En. 7. 110. E de la vita toja fanne brocchiero Ndefesa de lo Lazio. E 159. E brocchiere de salece ntrezzate Che fanno sarvaguardia a le stoccate. Cort. M. [p. 263 modifica] P. 9. 10. Piglia priesto la spata e lo brocchiero. E 10. 12. Portava n’alecuorno a lo brocchiero. Fas. Ger. 3. 73. E nfacce a lo brocchiere Screvettero ec. E 6. 43. Vascia la spata e cala lo brocchiero Tancrede. E 18. 74. E aonesceno brocchiere co brocchiere.

Fig. Difesa, Scudo. Fas. Ger. 2. 25. Te fa brocchiero a te la gra bellezza. Cap. Son. 60. Ca isso de le scienze è… La sciamma, la rotella e lo brocchiero.

Bas. Pent. 1. 5. p. 69. Senza collera, ca lo zuccaro vale caro; chiano, ca li brocchiere so de chiappe; appila, ca esce feccia. (Io credo che voglia dire: Adagio, che le tue difese sono fragili e non valgono a nulla).

Credo che ne’ tempi più a noi vicini si desse questo nome ad un’arma fatta a guisa delle grosse molle da camino, detta più comunemente Pugnale, e con cui nei duelli di spada e pugnale si paravano le botte. Tard. Vaj. p. 176. Soleva chisto tale ire sempre armato de spata e brocchiero. E appr. Subbeto cacciava mano a la spata e brocchiero e se metteva mmiezo pe spartire.

Brodaglia. Avanzo e rimasuglio di brodo, Broda.

Brodetto. V. Vrodetto.

Irsene mbrodetto. V. Mbrodetto.

Brodo. Brodo. V. Vruodo.

Farela mbrodo è frase adoprata per rispondere a chi domanda consiglio sul come comportarsi quando non si sa che consiglio dargli. Cerl. Specch. cav. 1. 8. Don Fastidio, consigliami, che farò? — Fatela mbrodo ca abbasta a tutti.

Brodoso. Abbondante di brodo, Brodoso.

Broncone. Palo a forcina per palare vite o altro albero.

Bronnoliare. Brontolare. Cort. Lett. 221. Commenzaje a bronnoleare, regnoliare, vervesiare, gualiare, gorgottare e mormoriare. (La st. 1666 e quella del Porc. hanno brontoliare e vervecare).

Brontoliare. V. Bronnoliare.

Brosca. V. Brusco.

Brosciare, Bruseiare. Bruciare, Ardere. Tior. 2. 21. De muodo che m’avea (il sole) sta catarozza Brusciata, e lo cerviello e lo premmone. E 4. 1. La porva è de li core ch’ha brusciate Co l’uocchie. Fas. Ger. 19. 97. Sto core mio brosciato e sfritto. Ol. Nap. acc. 4. 75. De carrera Llà se mena a brosciare quanto nc’era.

Brosciato dicesi del manto del cavallo, ed è una gradazione del bajo.

Brottone. Spavaldo, Ammazzasette. Vott. Sp. cev. 155. Chille che fanno li brottune. E appr. Disse lo brettone: mo vago a piglià la scoppetta e ve sparo. Morb. 7. Ca ne lo po scippà quacche brottone.

Bru. Bru bru si usa per esprimere il brivido del freddo. Fer. Viecch. av. 1. 21. (?) Bru bru bru che terrazzana! Che mattana che me dà!

Bruca. V. Vruca.

Brugnuola. Sorta di fungo presso il P. Onorati.

Brumma. Lo stesso che Mbrumma.

Brunetto. Dim. di Bruno. Dicesi a modo di proverbio: Brunetta tira affetto; e quanto chiùla miro, chiù me vene o (lo) tiro.

Bruno. Bruno, e dicesi principalmente di pane, pasta, tela, filo e carnagione. S’usa anche come nome. Cerl. Vass. fed. 1. 6. Na pezzella co l’uoglio, arecheta e aglio de ciuco rotola de pasta bruna. Ol. Nap. acc. 3. 80. Era (il pane) de vintedoje (once), crudigno e bruno, Mo se face de piso, cuotto e ghianco. E 4. 27. È bruno, uocchie da fore, sderrenato. E 36. Ma lo bruno la fa parè chiù bella. Fas. Ger. 12. 21. La bella mperatrice, Ch’è bruna, ma lo bruno chiù le dice. Perr. Agn. zeff. 1. 12. Notte tenebrosa e bruna.

Brunottiello. Brunetto. Ol. Nap. acc. 4. 36. È chiù auta che chiena, è brunottella.

Bruoco. V. Vruoco.

Bruodo. V. Vruodo.

Brusciare. V. Brosciare.

Brusco. Si trova solo il femm. brosca e sempre in compagnia di Cera. Brusco. Bas. Pent. 1 . 6. p. 76. Facennole cere brosche, facce storte, uocchie gronnuse da farela sorrejere. E 5. 2. p. 141. Era tutto ngrifato co na cera brosca da fare sorrejere. Stigl. En. 10. 115. Co n’uocchio stuorte e co na brosca cera.

Dicesi dei pasticcetti e simili cose tostate. [p. 264 modifica] Bruto. Bruto. Cap. Son. 24. Se quanno na Luggrezia è smafarata Le parte soje l’ha da piglià no bruto? (Anfib.). E 116. Da la terra de li brute. (Anche qui anfib. intendendo la Calabria, lat. Brutium).

Bruttezza. Bruttezza. Tior. 4. 10. Pecchè bruttezza non te dà nesciuna. Bas. Pent. 1. 10. p. 118. Erano… lo libro maggiore de la bruttezza. E 2. 7. p. 217. Vedive no destellato de bruttezza. E 4. 3. p. 32. Non facessero vedere a lo sole le bruttezze soje.

Brutto. Brutto. Tior. 1. 12. Brutto porchiacco io me lamento e strillo. E 24. O che paresse a te brutto e pezzente. Fas. Ger. 12. 19. Visto de l’arme lo brutto nzegnale. E 23. Legata a canto a no brutto draone. Ciucc. 2. 15. Brutto anemalone. E 7. 35. Comme si brutta, puozz’essere accisa. E 12. 63. Ca fuje brutta la scigna che pigliajeno. Bas. Pent. 4. 9. p. 104. No bruttissemo dragone. Stigl. En. 7. 186. Che brutta gente! Brutta da capo pe nfi a le carcagna.

Di viso tristo, D’aspetto accipigliato. Perr. Agn. zeff. 1. 63. Comm’arraggiato sta, comme sta brutto!

Osceno, Laido. Bas. Pent. 4. 5. p. 45. No cierto satoro le voleva fare le brutte cose.

Dicesi pure di malattie e dello stato in generale del corpo. Sto brutto. Me sento brutto. Me so sosuto co na brutta lengua. Cap. Son. 189. Quanno lo brutto male l’è afferrato.

Parere brutto vale Non sembrar conveniente. Cap. Il. 7. 24. Te compiatesco ca te pare brutto Non fare la vennetta da te stisso.

Brutto fatto è il Diavolo. Bas. Pent. 3. 5. p. 306. E bi che non te cecasse lo brutto fatto.

Ma val pure Contraffatto, Deforme. Trinch. Elm. gen. 1. 5. Na vecchia brutta fatta. Viol. vern. 4. È tre parme, è gavina, è brutto fatto. Perr. Agn. zeff. 1. 20. Chillo brutto fatto Facennole na brutta sguardatura ec. Bas. Pent. 1. 3. p. 53. No scirpio brutto fatto. La Mil. 2. 10. No sordato brutto fatto.

Bruttofatto. È lo stesso che Brutto fatto, ma si dice per antonomasia del Diavolo. Fas. Ger. 13. 48. Cierte chiù peo, ca n’è lo bruttofatto.

Bruttolillo. Bruttino. Cerl. Pam. mar. 2. 10. Si dico bruttolillo non dico boscia.

Bu. Onomatopea con cui s’indica lo scoppio, e specialmente quello delle armi da fuoco. Tior. 4. 25. Comm’a scoppetta tiffetuffe e bu Te siente mpietto ca te coglie e dà. E 7. 5. Lo pideto… Tant’affocato che non fece bu. Perr. Mal. Ap. 6. Cheste fanno no bu che te stordesce, Ma de ste botte po no viento nn’esce.

Si dice anche Bu a chi le sballa grosse, e vi si aggiunge co la palla. Vott. Sp. cev. 75. No spaccone te conta… e l’ammice da dereto fanno: bu! e che pallone. E appr. E l’ammice fanno: bu! Cap. Son. 140. Sacciente vuje? gnorsì: bu colla palla.

Bua. Voce infantile con cui s’indica un male esterno, come taglio, bernoccolo, panereccio, scalfitura, bolla, furuncolo.

Bucchero. Bucchero. Cill. 3. 15. (?) Vocchella mia de zucchero Belle lavra de bucchero.

Buccolo. Riccio lungo e inanellato. Morm. Son. 92. E portava magnifeca Na perucca a sei buccole.

Buccolotto. Dim. di Buccolo. Lo Sagliem. 1. 8. V’acconciava Chisto codino co sti buccolotte.

Bucefalo. Cavallo, soprattutto se grosso e magro. Lo Sagliem. 1. 6. Non te spostà na jota, E guarda sto bucefalo.

Budaccio. Nome di bravo passato in proverbio, dice il de Ritis; ma io credo che sia nome di un gran saltatore, o di un luogo da cui si facesse un salto pericoloso, come era Leucade presso gli antichi. Sciat. 5. p. 268. Co darele cierti poche de quibus, le fece… fare lo sauto de Budaccio. (L’ediz. orig. ha Baudaccio).

Buffetta. Lo stesso che Boffetta.

Buffettino. Lo stesso che Boffettino.

Buffettone. Lo stesso che Boffettone.

Buffo. Attore o Cantante che nelle commedie o nei melodrammi fa le parti più scherzevoli. Fra noi si distinguono il Buffo napoletano che fa le parti in dialetto, il Buffo toscano che fa quelle in italiano.

Si usa pure come aggettivo, dicendosi Museca buffa, Melodramma buffo. [p. 265 modifica] L’atto di percuotere le gote gonfiate, in modo da farle sgonfiare sbuffando. Cap. Son. 95. Nè parlà d’auto, ca te dà no buffo. E Il. 2. 58. Che saje tu mo si l’agurie so buone Pe lo retuorno, rechiammo de buffe? Viol. buff. 9. Te lo volimmo carrecà de buffe. E vern. 22. Che quanno è chino de vernacchie e buffe Tanno vole chiù buffe e chiù bernacchie. Gian. Ann. res. 2. 7. (?) No buffo Me daje p’ogne tre calle… Ca buffe m’aje da dare e no scenniente.

Baffone. Lo stesso che Boffone. Cap. Son. 14. Co fare lo buffone ad ogne pizzo. E 188. Vuoje fa de l’ommo sodo e si buffone. Bas. Pent. 2. egr. p. 252. A gente senza nore ed a buffune.

Boffonisco. Buffonesco.

Bufonato. Aggiunto del frumento che ha patito a cagione dell’umido.

Bufone. Credo che il traduttore delle Georgiche l’abbia preso per un’erba cattiva come il loglio e l’avena fatua. Rocc. Georg. 1. 41. L’ogliera tanno ascette e lo bufone Co l’avena mmescata int’a lo grano. E Bucc. 5. p. 289. Dinto li campe… Nce nasce lo bufone, veccia e l’ogliera.

Buglia. Briga, Buglia, Trambusto, Contesa. Sp. bulla. Cap. Il. 4. 103. Attaccano pe chisto n’auta buglia. Ros. Pip. 2. 10. (?) Chesta vo attaccà buglia. Ciucc. 10. 6. Chillo ch’addò nc’è buglia o cosa peo Fa strunzo mmiezo co lo cadoceo. E 12. 30. E co la buglia Se l’asciuttajeno. E 38. Pe paura De sgarrà co sta buglia lo felato. Quattr. Ar. 258. O li Scite… volessero arma buglia. Morm. Fedr. 2. 7. 10. L’avea scappata E sano dalla buglia n’era sciuto. Ol. Nap. acc. 2. 79. Ca la buglia cossì porria scompire.

Folla tumultuosa, Affogamento. Cuor. Mas. 3. 6. (?) Ma chiste nnenche ntesero la buglia, E nvederese nfaccia no voccaglio De no gruosso cannone. E 7. 21. (?) Accossì pe le chiazze na gran buglia De popolo pareva da lontano, Che mmiezo no nce ghiea manco na suglia.

Secondo il Galiani si dice per Guglia e per Boglio.

Buglio. Dicesi per Pane, Boglio, parlandosi del cioccolatte. Prima era di forma cilindrica, ora è di forma parallelipipeda coi quattro lati più bassi a sbieco.

Buoffole. Lo stesso che Vuoffole. Bas. Pent. 5. 2. p. 143. Comme fu l’ora de menare li buoffole. (Così le st. 1674 e 1679).

Buolo. Sorta di rete. V. Vuolo. Bas. Pent. 1. 9. p. 110. Buole, nasse, lenze e felacciune.

Buommercato. Buon mercato. Fas. Ger. 8. 64. Che Talea e Romma sarria buommercato Nn’aterno, pe lo scuorno, stesse nchianto.

Buonanno. Lo stesso che Bonanno. Fas. Ger. 2. 69. E sto buonanno Nne stenca quanta gente l’Asia aduna. E 16. 15. O da la tossa ed azema aspettammo E da renella e prete li buonanne? (Cioè la prospera fortuna).

Buonecchiù, Buonnecchiù, Buoinecchiù, anche aggiuntavi la sillaba ne in fine, e preceduti da A, valgono In buon dato, Soprabbondantemente, e significano letteralmente A ne vuoi più. Fer. Fent. zing. 1. 5. (?) Cianna toja porzì t’amma, Chiagnenno te secuta, E sosperanno a buonnecchiù te chiamma. Cort. M. P. 1. 12. E llà menate a buonnecchiù le mano. Tior. 1. 21. Chesse zizzelle, Cecca, a chisto core Me fanno a buoinecchiù na grossa guerra. E 7. 3. Te cadevano mbraccia Li frutte a buoinecchiune. E 6. Ammano a buonnecchiune Le femmene che bonno essere ammate. E appr. E refonneva a buonnecchiù patacche. E 8. 3. E si non passa… Le provole de Sessa a buonnecchiù. E appr. E nce daje tu La state vroccolille a buonnecchiù. E 9. 2. Fontanelle a buoinecchiù. Ciucc. 8. 20. Dieno dint’a la sporta a buonnecchiune. 29. A buonnecchiune Se so mpegnate a laudare sta razza. E 11. 9. Vennero leste leste, a buonnecchiune Stole, sacche, sportello co sportune. Perr. Agn. zeff. 4. 85. A buonnecchiune Se so afferrate a punia e a secozzune. E 5. 50. Me meco a cammenare a buonnecchiune. Cap. Son. 37. Strillate a buonnecchiù. Eg. 25. Strillanno a buonnecchiune isse porzine.

Buono. Buono; ma si usa anche per l’avv. Bene, pur facendolo accordare, e spesso valendo Ben bene. V. Bona e [p. 266 modifica] Bono. Fas. Ger. 1. 24. Che serve… Si non fonnammo no regno de truono Pe dire a li nnemmice: cca sto buono? E 6. 14. Buono farrisse Pe n’autro poco de te stare a spasso. Bas. Pent. 1. 2. p. 41. Apre l’aurecchie, siente buono. Cap. Il. 5. 84. Ercole, nenna mia, buono ch’è muorto. E Son. 77. Che sia… buono castecato. Ciucc. 1. 18. Ma che bale Penzare buono e non potè fa niente? E. 2. 5. Abbesogna Ngrassà lo puorco p’avè bona nzogna. E 7. 31. Ma chille buono buono l’ammallajeno. E 8. 14. Sta cosa non va bona. E 30. Na facce… Che no sta bona, ma pare devota. E 9. 9. Io no mmoglio auto che me state buono. E 10. 17. Dice buono. E 11. 24. Lo buono ciucciariello. E 30. Pegliatene la bona volontate. E 12. 56. N’è buono che le scanna Uno de nuje. E 14. 25. L’ammatorajeno bone le costate. E 32. Falle na bona cera. Tior. 4. 7. E bona se sciaccaje la poverella. E appr. L’aje fatto buono rompere lo fronte.

Adatto, Idoneo. Ciucc. 6. 18. Cheste so bone pe ste bie, Mura, turre e castielle a fravecare. E 7. 15. Non so buone ch’a farte na cacata. Perr. Agn. zeff. 2. 20. Fammosa gente mia, che sempe bona Fuste nguerra. E 28. Saccio…, ca tu si buono e mmieste nguerra.

Valente, Coraggioso. Ferr. Agn. zeff. 2. 75. E fanno facce l’uommene chiù buone. E 3. 4. Vedenno s’isso è buono a spata e lanza.

Ad un nome o aggettivo che indichi professione, arte, dignità, condizione, grado, stato ec. si aggiunge e buono per esprimere Con tutto che sono, sei, è, ec. Bas. Pent 2. 6. p. 208. Auzatose malato e buono da lo lietto. Cerl. Dam. spir. 1. 3. Io nce vorria esse mpiso paglietta e buono. E Pam. mar. 3. 11. Fusse accise te e isso, muorto e buono. Ciucc. 13. 11. Ommo è buono era puro bestejale.

Fatto e buono vale Bell’e fatto. Lo Sagliem. 3. 18. Lo capitanio Dice ch’è fatto e buono lo decreto. Bas. Pent. 4. 10. p. 116. Vestite de mbroccato e de tela d’oro fatte e buone.

Bello e buono. V. Bello. Ciucc. 8. 30. E tutto buono e bello.

Lo bello è lo buono vale Ogni mezzo, Molti sforzi. Nce volette lo bello e lo buono pe l’accojetà. Nce aggio spiso lo bello e lo buono.

Che nc’è de buono? Ch’avimmmo de buono? e simili si dice per domandare che ci è da mangiare. Cerl. Dom. spir. 1. 7. Ch’avimmo de buono?

Ed anche vale Che novità, Che buone notizie ci sono?

Usato come nome per Bene. Fas. Ger. 12. 86. E tutto ha fatto pe lo buono tujo.

Puozze sta buono è modo deprecativo; ma dicesi pure per augurio di prosperità in compenso di ciò che altri fa o dice secondo che era nostro desiderio. Cerl. App. ing. 2. 8. Gomme nce l’ha cantata: pozza sta bona.

Buon anno. V. Anno e Buonanno.

Bona notte. V. Bonanotte e Notte. Perr. Agn. zeff. 6. 73. Si tu mo te scommuoglie, bona notte. Fas. Ger. 10. 35. Sulo Aggitto la tene, e bona notte.

Bona sera. V. Bonasera. Stigl. En. 12. 89. E ntra lo pietto a botta e la gorgera Na botta le schiaffaje che bona sera.

Co bona salute, Co la bona salute, modo di augurio comunissimo, e si dice anche ironicamente quando si sorprende alcuno in colloqui o atti amorosi. Cerl. Parn. mar. 1. 8. Co la bona saluta.

Buono me tocco o me tocca vale Salmisia. Lat. salvum sit hoc quod tango.

Sapere buono vale Piacere. Tior. 9. 4. Cocozza de vino buono me sa.

Detto di donna spesso vale Bella e ben fatta della persona. Cerl. Princ. ric. 1. 4. Figlia, si bona, E bona tutta comm’a la vitella. E Dam. spir. 1. 4. Si bona dinto la fede toja. E appr. Si bona, vaje no docato la veppeta. E Cronv. 2. 9. È bona sta pellegrina! Lo Sagliem. 3 7 Ma io so troppo bona. — Si bona proprio.

Ma Bona femmena dicesi per lo più in cattivo senso. V. Bonafemmena.

Per contrario detto di uomo, Buon ommo o Buonommo o Bonommo, vale o Uomo dabbene, o Semplicione, Poco accorto, Facile ad essere abbindolato o menato pel naso. In questo secondo senso dicesi pure Buono buono, Tre [p. 267 modifica] o Diece vote buono, Buono co l’icchese, ec.

Buono, esclamazione, serve per approvare. Ciucc. 7. 28. Buono, l’avimmo propio annevenata. Cap. Son. 109. Diciarrite pe forza: o bravo! o buono!

N’è cosa bona si dice per dire È cosa diabolica o Vi è di mezzo malia. Lo Sagliem. 3. 10. N’è cosa bona chiù: aglie e fragaglie.

Dicesi pure per indicare Cosa assai pericolosa. Fas. Ger. 12. 19. Figlia, n’ascire, ca n’è cosa bona.

Dicesi di tempo o misura per indicare piuttosto più che meno. Fas. Ger. 2. 56. Sta lontana Da la matrobbele otto miglia bone. Bas. Pent. 3. 8. p. 332. Cammenato na bona jornata, trovaje ec. E 4. 10. p. 116. S’aveva puosto nzino no buono parmo de mbroccato riccio.

Pure è buono vale Egli è pur bene.

Buonommo. V. Buono.

Buonotrovato. Bentrovato. Bas. Pent. 3. 3. p. 287. Le disse: buonotrovato, gentilommo mio. E Cecio le respose: buonovenuto, patreciello mio. (Porc. ha bentrovato e benvenuto).

Buonovenuto. Benvenuto. Bas. Pent. 3. 2. p. 278. Le disse che fossero pe mille vote li buonevenute. E 3. p. 284. Singhe lo buonovenuto.

Buordo. Bordo. Ol. Nap. acc. 17. 8. (?) E bide cca sperciare Buorde de nave rutte comm’ a paglie.

Burchio. Burchio, Burchiello. Cap. Son. 151. Io de sti caparrune lurde e chiarchie Nne vorria carrecà tartane e burchie.

Burgensateco. Burgensatico, Allodiale.

Burgo. Sobborgo, Borgo. V. Borgo. Fas. Ger. 6. 11. E si nfra tanto Li burghe e li casale stanno sotta, No nce nn’ammojenammo chiù che tanto. Ol. Nap. acc. 4. 29. E li burghe che quase so celate Veneno appriesso; e chi le po contare? (Parla di quei di Napoli, che borghi in origine, compresi poi nella cerchia allargata, ritennero l’antico nome). Mandr. all. 2. 22. L’utema vota che ngrannuta fuje, Do li burghe so mo no nc’era casa. E 31. Virgene, Sant’Antuono, Rito e Chiaja, Burghe de sta cettà so ncrusione.

Burla. Burla. Bas. Pent. 1. 6. p. 77. Da principio lo prencepe la pigliaje a burla. E 3. 2. p. 270. Ste parole… si so da burla hanno de l’aseno, si so da vero feteno de caperrone. Cort. C. e P. 6. p. 178. Se be la primma fu burla, accossì fosse chesta. Lo Corz. 3. 18. (?) Le burle non se diceno, se fanno. Lo Sagliem. 3. 19. Via, ch’è stata na burla.

Burlare. V. Borlare.

Burlaria. Burla, Scherzo. Val. Com. Ap. 80. Ma io che be lo seppe penetrare No lo pigliaje securo mburlaria.

Burletta. Dim. di Burla. Cap. Son. 266. (1876). Co scusa de le fare na burletta.

Quello che oggi diciamo Farsa. Sciat. 3. p. 251 . E doppo li trinchelanze e scottemorghene, parte fecero na burletta a rimpronto. Mandr. as. 2. 17. A Vietri jero, addò co sti caicche Na burletta armaje Luca Cacciamole.

Burlotto. Brulotto. Rocc. Georg. 2. 75. E comme fosse no burlotto La serva nfiamma abbascio, mmiezo e summo.

Burò. Cassettone. Fr. bureau. Pal. Don. van. 1. 16. (?) A chi l’aje consegnata?— A na figliola cca che l’ha stipata Dint’a chillo burò. La Mil. 1. 12. Va, saglie ncoppa, e piglia La tabaccherà dint’a lo burò.

Burrattino. Pupo, Fantoccio, Burattino, e dicesi anche di uomo ridicolo. La F. 1. 5. (?) Le figliole Vonno movere l’uommene A gusto lloro comm’a burrattine.

Burro. Burro. Cap. Il. 7. 58. Ca la ramma a la fina non è burro, E la vreccia non è cacca de ninno.

Burzia. Bolsaggine.

Burzo. Bolso. Lor. Gel. p. gel. 1. 4. E che aje da dire, cavallaccio burzo? Tior. 7. 6. Ed, uh che burza, te dicette Mase. (Qui fig. detto a donna).

Bus, Busse, Busso. V. Rummo. L’ultima delle cifre che si aggiungevano all’alfabeto quando esse si adoperavano nella stampa. Cill. 1. 231. (?) Non fa manca fellusse, E po nfi a rummo e busse Te voglio fa vedè si saccio lejere. Bas. Pent. 3. 3. p. 285. Tirava quanto poteva e steva mpizzo d’arrivare a lo rummo e busse de l’arfabeto vitale.

L’ultimo fine. La cosa più importante. Pag. Rot. 3. 23. Piso che pe nce fa cucche e papute Jette a lo busso de la [p. 268 modifica] federtate. (Il de Ritis inclina a spiegarlo qui per Richiesta, Ricerca).

Buscare. V. Boscare.

Buscia. Lo stesso che Boscia. Cap. Il. 5. 171. Ogne buscia na mola! E 6. 27. Stampajeno na buscia tanno pe tanno. E Son. 156. Vuoje vedè s’è lo vero o s’è buscia? Bas. Pent. 2. 6. p. 202. La frauda l’è mamma, la buscia nutriccia. E 4. 6. p. 57. La buscia è no fuoco che non po stare nascuosto.

Candela, Bugia. Fr. bougie.

Busciarda. Lo stesso che Bosciarda.

Busciardo. Lo stesso che Bosciardo. Pag. Rot. 8. 25. Dero la cassiatratta a sti busciarde. Bas. Pent. 3. 8. p. 339. Non facenno busciardo lo mutto ec. E 4. 6. p. 57. Se chiamma busciardo… perchè abruscia ed arde.

Busciarone. Lo stesso che Buzzarone secondo il Galiani.

Buscio. Buco. Fas. Ger. 2. 29. E pe lo buscio che fa lustro, puotte Scennere. E 19. 62. Sente a Goffredo annommenà Vafrino E s’accosta a lo buscio chiù becino. Cap. Son. 32. Creo ca no calefato de galera N’appila tanta busce nne no mese.

Buscioccola. Bugiuzza. Cort. Ros. 2. 6. (?) Aspetta ch’io lo chiammo; ma è buscioccola.

Busillo, Bussillo, Bosillo. Busillis. Fas. Ger. 20. 11. A te, figlio, lo bussillo De tanta mpresa è tutto consegnato.

Bussare. Bussare, Picchiare.

In alcuni giuochi di carte vale Richiedere che il compagno risponda con la miglior carta che ha, e si accompagna la parola busso picchiando colle nocche sul tavolino.

Bussata. L’atto del bussare.

Busse. V. Bus.

Bussillo. V. Busillo.

Busso. V. Bus.

Bosso. Rocc. Georg. 2. 109. Lo busso pe lo tuorno è buono assaje.

Busto. Imbusto. Val. Fuorf. 2. 9. 27. È cosa curiosa da vedo Co cierte buste e cierte cavardine Ca me pareno tanta trepoline.

Busto. Ciucc. 4. 12. Da le gamme a le cosce nzi a lo busto.

Per deridere una donna svenevole si suol dire: Ciccio Cì, allascame lo busto!

Fusto, Tronco dal pedale alla forcaccia.

Butirro. Burro. Quatr. Recott. a Carl. (?) Lo butirro te fa stare Quanto manco può a lo lietto.

Butirruso. Che ha molto butiro, Che è simile al butiro.

Buto. V. Vuto.

Buttaro. Mandriano, Buttero.

Butto. Getto, Gettito, e parlandosi di acqua Sgorgo, ma sempre coll’idea di grande abbondanza. Fas. Ger. 7. 25. No butto d’acqua a l’arrivà llà trova Che da na preta ascea co gra sfracasso. Ciucc. 1. 34. Lo rre se spila, e tanto fuje lo butto Che parze se spelasse no connutto.

Dicesi pure del sangue che vien fuori per la bocca, ed è comune la poco fraterna imprecazione Puozze jettà no butto de sango. Cerl. Comm. (?) Tu me faje jettà no butto d’avise nove. E Deb. 3. 3. Diavolo fatte jettà no butto de sango.

Fig. Fas. Ger. 18. 30. Ma da sta gra mortella ascie no butto De bellezza.

Grosso regalo per corrompere un magistrato o altro pubblico officiale, ed anche Grossa spesa.

E così per Gran quantità, ne’ modi avverbiali A butto e A butte a butte. Fas. Ger. 8. 78. Ncoppa lo giacco ave na sopravesta Che l’oro e argiento nc’era puosto a butto. E 9. 15. D’ombre e muostre pe l’ajero nc’era butto. E 24. Arrevajeno l’Alarbe a butte a butte.

Gran guadagno. Morm. Fedr. 1. 13. 5. Nfine le rescette Gabbare a chillo e far essa lo butto.

Caduta precipitosa d’alto in basso, Stramazzo. Bas. Pent. 4. 2. p. 23. A lo butto che deze se spezzaje (il trave) pe miezo. Fas. Ger. 3. 75. Li frasse co li dattole hanno dato Mprimma no butto nterra. Ol. Nap. acc. 2. 57. Muollo e muollo s’azzecca e fa no butto. Tior. 1. 33. E piglianno de pesole no butto Vrociolianno a bascio lo rompette. Ciucc. 3. 21. Ca no nce torna addò pegliaje lo butto. E 5. 7. Da do pegliaje lo butto. E 14. 23. A lo butto Che fice agnuno quanno scravaccaje.

Tratto di corda. Cort. V. de P. 6. 25. Dice lo fisco: si fa vierze brutte, [p. 269 modifica]Pe chesta primma vota aggia li butte.

Fig. Cap. 11. 5. 56. Sibbè nce avisse da piglia li butte. E Son. 63. No bide ca pe te piglio li butte? Viol. buff. 34. Azzò non vaa danno chiù sti butte. Fas. Ger, 1. 44. Acco, che butto Pegliato hanno l’areteche nchist’anno! E 9. 9. E a chille dà li butte Coturre ed autre nciegne. Ciucc. 10. 49. A pesciarielle Già fanno l’uocchie e pigliano li butte. Ol. Nap. acc. 3. 1 Tremma, se scicca, ed ave ciento butte. Bas. Pent 2. 10. p. 239. Teneva la schiava a la corda e le deva li butte.

Grande urto o spinta. Ciucc. 5. 24. Le sbatte pe deritto Nfacce a la porta ch’era già nzerrata; Ma se rompe a lo butto.

Butullo. Varietà dell’Abies picea.

Buvero. Lo stesso che Burgo.

Buzzarare. V. Bozzarare.

Buzzarata. Buggerata.

Buzzarone. Buggerone.

Buzzerare. V. Bozzerare.

Buzzo. Lo stesso che Burzo.