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AUR — 212 — AUT
N’aurtoro o comm’a Napole se chiamma.
Aurturo. Lo stesso che Aurtoro.
Ausanza. Lo stesso che Aosanza. Cuor. Mas. 9. 20. (?) De n’ammorra de pecore a l’ausanza. Tard. Vaj. p. 33. Ave fatta nascere chesta ausanza.
Ausare, Aosare. Usare, Adoperare. Ciucc. 4. 21. Nfra li ciucce non s’aosava. E 10. 11 Ca crejanza Non s’ausa nfra nuje. E 14. 35. Ca l’aosà e straosà so duje malanne. Tard. Vaj. 2. alleg. p. 75. Ausa tanta delegenzia. E 9. p. 88. Ausano le mammane a Napoie... de fare ec. E appr. Ausase chisto muodo ceremmoniuso ntra gente ordenarie. Stigl. En. 7. 166. Carro e cavalle a la vettoria ausate Fas. Ger. 17. 85. E songo aosato Vedè de notte meglio assaje la via. Sarn. Pos. 2. p. 193. A chille tiempe s’aosava che ec.
Auscio. Bosso.
Ausciolo, Ausciola. Bosso.
Ausene. Il d’Ambra lo ha per Ontano.
Ausiello. Cumulo di più gregne.
Ausiliare. Esiliare. Bas. Pent. 1. 7. p. 96. Ma quanno la notte, ausilejata da lo sole, le so date li crepuscole de tiempo a collegenno sarcinole. (Le st. 1674 e 1679 e Porc. hanno ausolejata che credo errore).
Ausilio. Esilio. Bas. Pent. 2. 5. p. 193. Comme la notte ped avere fatto spalla a li mariuole ave l’ausilio. Cort. V. de P. 2. 9. Febo le deze ausilio. Fas. Ger. 2. 54. E fora Pallestina Le dette ausilio. E 8. 58. Nn’appe l’ausilio.
Ausoliare. Ascoltare di soppiatto, Origliare, ma si usa anche pel semplice Ascoltare. Ros. Pipp. 2. 15. (?) Gelosa, curiosa, Voglio da cca vedè d’ausoleare Ched è, de che trascorrono, che fanno. Cerl. App. ing. 3. 2. Senti, stupisci e ausoleja… Ausoleja, alias statte a sentire. Cort. Lett. 216. Io steva co l’aurecchie pesole e appezzute p’ausoliare. E Cerr. 5. 4. Ma Rienzo che la stea ad ausoliare. Bas. Pent. 2. 2. p. 171. Stette zitto e mutto ad ausoleare. E M. N. 6. p. 297. Apre buono l’arecchie ed ausoleja. Fas. Ger. 7. 14. Arminia ausoliava a canna aperta. Perr. Agn. zeff. 3. 13. Ausolea lo taluorno. Cap. Son. 112. Faccia grazia… D’ausolejà benegno doje parole. E 147. Comme l’ausoleja (il vostro canto) se strobba e bommeca.
Ausoraro. Lo stesso che Ausuraro. Vott. Sp. cev. 105. Teneva no marito geluso e ausoraro che no deva manco na mollica a li pariente.
Austegno. Agostino, Di agosto. Mela, Pruna, Cerasa austegne. Dicesi pure di una varietà di granturco. Lana austegna è quella che si tosa in agosto.
Austino. V. Agostino, Cortina e Dommene.
Sant’Austino era la residenza del seggio del popolo e del suo trìbanaie.
Austo. Agosto. Tior. 10. 2. Me venga... cacarella quann’è agusto. (Questo esempio conferma quello che è detto alla V. Cura).
Cura d’austo. V. Agusto e Cura. Cuor. Mas. 7. 29. (?) Che lo scusasse si lo nfdstedeva E si cura d’austo le pareva.
Quatto d’austo è giorno che si festeggia mangiando pollastrini arrostiti o col pomidoro, e quindi si estende a Qualunque festeggiamento e godimento. V. Agusto.
Acqua d’austo dicesi di ciò che giunge opportuno, in tempo e desiderato. Cuor. Mas. 1. 66. (?) Parze chesta venuta commo justo Fa ncoppa na restocchia già nfocata Na chioppet’a langella vierzo austo.
Chi d’austo n’è bestuto no malato l’è benuto vale che prima che vengano le intemperie bisogna provvodere a ripararvi.
La madonna de miezo austo è l’Assunzione che si celebrali 15 di agosto.
Ausura. Usura. Val. Fuorf. 2. 3. 46. Nc’è chi piglia denare a lo nteresse Ed è manciato tutto da l’ausura.
Ausuraro. Usurajo, e prendesi anche per Avaraccio, Spilorcio. Val. Fuorf. 2. p. 229. Si nce so l’ausurare se casticano. (La st. ha asurare). E 230. Pecchè chist’ausurare s’ha da correre?
Autamente. Altramente. Bas. Pent. 1. 4. p. 59. Autamente se refreddano l’ova. (Così la st. 1674). Tior. 1. 47. Solamente Chiagnenno a chisso core mpantoscato Faraggio arremollare, e no autamente.
Autamura. Altamura, città del Napole-