Storia d'Italia/Indice e sommario

Indice e sommario

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Libro IV - Capitolo XIV
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INDICE E SOMMARIO - VOLUME I

Libro primo |||
 p. 1-113

I. Proposito e fine dell’opera (1). — Perché le calamitá d’Italia afflissero tanto gli animi (2). — Prosperitá e grandezza d’Italia intorno al 1490 (2). — La politica di Lorenzo de’ Medici ed il desiderio di pace de’ principi italiani (2-3). — Perché aspira alla pace Ferdinando d’Aragona (3). — Desiderio di pace e fiducia di Lodovico Sforza (4). — La confederazione dei principi e l’ambizione de’ veneziani (4-5).

1492 II. Morte di Lorenzo de’ Medici (5). — Perchè fu acerba la sua morte (5). — Morte di Innocenzo VIII ed elezione di Alessandro VI (6). — Virtú e vizi di Alessandro VI (7). — La politica amichevole di Piero de’ Medici verso Ferdinando d’Aragona ed i primi timori di Lodovico Sforza (7-8). — Proposta di Lodovico Sforza di un’ambasceria comune de’ principi confederati al papa Alessandro VI dapprima accettata e poi contrastata da Piero de’ Medici (8-9).

III. La vendita dei castelli di Franceschetto Cibo nel Lazio a Verginio Orsino (10). — L’indignazione del pontefice e gli incitamenti di Lodovico Sforza (11-12). — Lo Sforza cerca di distogliere Piero de’ Medici dall’amicizia per Ferdinando d’Aragona (13). — Politica ambigua di Ferdinando d’Aragona verso il pontefice (13). — Preoccupazioni di Lodovico Sforza (14). — Sua proposta di confederazione co’ veneziani e col pontefice (15). — 1493 Conclusione e condizioni della confederazione (16). — Ferdinando d’Aragona cerca di mitigare l’animo del pontefice (17). — Pensieri di Lodovico Sforza di maggiormente assicurarsi con armi straniere (17).

IV. Il reame di Napoli fino a Ferdinando ed i diritti di successione della casa d’Angiò (18-20). — Potenza del regno di Francia al tempo di Carlo VIII (20-21). — Ambizione di Carlo VIII sul reame e sollecitazioni di Lodovico Sforza (21). — Lodovico Sforza cerca di indurre il [p. 396 modifica]pontefice a rivolgersi con lui a Carlo VIII (21-22). — Ambasceria di Carlo da Barbiano in Francia e suo discorso al consiglio reale (22-26). — Disposizione contraria all’impresa de’ grandi del regno di Francia (26). — Ragioni di tale avversione (26-27). — Prima inclinazione del re e personaggi favorevoli all’impresa (27-28). — Irresolutezza di Carlo VIII (28). — Patti conclusi fra Carlo VIII e Lodovico Sforza (28-29). — Considerazioni dell’autore e confronto fra la politica di Carlo VIII e di Lodovico Sforza e quella dei loro predecessori (29-30). — Le ragioni degli incitamenti di Ercole d’Este a Lodovico Sforza (30).

V. Diversitá di giudizi al diffondersi in Italia della fama di ciò che si va trattando in Francia (30-31). — Pubbliche dichiarazioni di fiduciosa sicurezza e segrete preoccupazioni di Ferdinando d’Aragona (31-32). — Sua azione per allontanare da sé il pericolo e per riconciliarsi col pontefice e con Lodovico Sforza (33). — La questione dei castelli del Lazio risolta (33-34). — Conclusione dello sposalizio di madama Sances con don Giuffrè (34). — Come Lodovico Sforza riesce ad illudere e ad ingannare Ferdinando d’Aragona, il pontefice e Piero de’ Medici (34-35). — Carlo VIII si prepara all’impresa d’Italia (35). — Il re di Francia compone le sue divergenze co’ re di Spagna, col re de’ romani e con l’arciduca d’Austria (35-36). — L’investitura di Lodovico Sforza a duca di Milano (37). — Vicende del ducato di Milano e come è passato dai Visconti agli Sforza (37-38). — Speranze di Ferdinando d’Aragona che l’amicizia di Lodovico Sforza con Massimiliano lo allontani dal re di Francia (39). — Ambasciata di Perone di Baccie al pontefice, al senato veneziano ed a’ fiorentini (39). — Piero de’ Medici di fronte alle richieste del re di Francia (39-40). — Comincia a vacillare la congiunzione fra il pontefice e Ferdinando d’Aragona (40-41).

1494 VI. Il re di Francia allontana dal regno gli oratori di Ferdinando d’Aragona (42). — Morte di Ferdinando (42). — Giudizio dell’autore sul re (42). — Perché si ritiene che la morte di Ferdinando d’Aragona abbia nociuto alle cose comuni (43). — Confederazione fra il pontefice e Alfonso d’Aragona (44). — Vani tentativi di Alfonso di conciliare il cardinale di San Piero in Vincoli con il pontefice (44-45). — Il cardinale di San Piero in Vincoli passa in Francia presso Carlo VIII (45). — Tentativi di riconciliazione di Alfonso con Lodovico Sforza e contegno di questo (45). — Lodovico Sforza manda in Francia per sollecitare i preparativi della spedizione Galeazzo da Sanseverino (45). — Sollecitazioni degli ambasciatori del re di Francia per ottenere da’ fiorentini assicurazione d’alleanza o, almeno, di benevoli aiuti all’esercito francese (46). — Privati richiami a Piero de’ Medici (46). — Richiesta al pontefice d’investitura di Carlo VIII a re di Napoli (46-47). — Risposta del pontefice (47). — Ragioni per cui il popolo fiorentino ed i cittadini piú savi desiderano che si conceda il passo all’esercito di [p. 397 modifica]Carlo VIII (47-48). — Pertinacia di Piero de’ Medici nell’amicizia aragonese e sua ambizione di piú assoluta potestá in Firenze (48-49). — Risposta del governo di Firenze agli oratori del re di Francia (49-50). — Sdegno del re contro Piero (50). — Neutralitá di Venezia (50-51).

VII. I preparativi del re di Francia per la spedizione contro il reame di Napoli e quelli di Alfonso per la difesa del reame (51-52). — Aperte manifestazioni d’inimicizia di Alfonso verso Lodovico Sforza (52). — Piani di guerra e progetti di Alfonso (52-53). — Il papa, con l’aiuto di Alfonso, costringe alla resa la rocca di Ostia tenuta dalle genti del cardinale della Rovere (53). — Lodovico Sforza induce Carlo VIII a mandare subito forze a Genova ed in Lombardia (53-54). — Lodovico Sforza; affermando al papa e a Piero de’ Medici la sua inclinazione alla pace, li rende indecisi negli aiuti ad Alfonso (54). — Partenza dell’armata da Napoli sotto don Federigo d’Aragona (54). — Alfonso d’Aragona raccoglie l’esercito negli Abruzzi (54). — Accordi per la comune difesa fra il pontefice e il re di Napoli (55). — Condotta e propositi de’ Colonnesi (55-56). — Deliberazione di Alessandro VI e di Alfonso d’Aragona a loro riguardo (56).

VIII. La spedizione dell’armata di Alfonso d’Aragona contro Genova, tentativi contro la riviera di levante e loro fallimento (57-58). — La flotta aragonese si ritira nel porto di Livorno (58). — La spedizione dell’esercito di Alfonso in Romagna e le prime difficoltá incontrate (58-59) — Ottaviano da Riario e Giovanni Bentivoglio soldati dal pontefice, da Alfonso e dai fiorentini (59). — Come all’esercito aragonese in Romagna sono tolte le speranze di poter passare in Lombardia (60). — Piero de’ Medici fa unire truppe soldate da’ fiorentini all’esercito aragonese (60). — Azione del pontefice e di Alfonso presso il senato veneziano, presso i re di Spagna e presso Baiset (61). — Nuovi intrighi di Lodovico Sforza (61-62). — Come inutilmente Piero de’ Medici fa conoscere al re di Francia la doppiezza di Lodovico Sforza (62-63).

IX. Paurosi prodigi e terrore in Italia per la venuta de’ francesi (63-64). — Improvvisa incertezza del re di Francia per l’opposizione della corte alla spedizione in Italia (65). — Incitamenti del cardinale di San Pietro in Vincoli (65-67). — Il passaggio delle Alpi pel Monginevra e l’entrata in Asti di Carlo VIII (67). — Le gravissime conseguenze della venuta di Carlo VIII in Italia (67-68). — Ritratto fisico e morale di Carlo VIII (68).

X. L’armata aragonese di nuovo contro Genova (68-69). — Sconfitta di Obietto dal Fiesco a Rapallo (69-70). — Rinuncia di don Federigo d’Aragona ad ogni altra impresa d’importanza contro le riviere (70). — Giustificato motivo d’orgoglio di Lodovico Sforza (70).

XI. Visita di Lodovico Sforza a Carlo VIII in Asti (70-71). — L’esercito di Carlo VIII (71). — Le prime grosse artiglierie in Italia (71). — Perfezione delle artiglierie francesi (72). — Altre ragioni che rendevano [p. 398 modifica]formidabile l’esercito francese (73). — Diversitá fra le milizie italiane e l’esercito di Carlo (73-74).

XII. I Colonnesi, occupata la rocca di Ostia, si dichiarano apertamente per il re di Francia (74). — Querele del pontefice presso i principi cristiani e sua azione contro i Colonnesi (74). — Scarsa fortuna dell’esercito aragonese in Romagna (75). — Ferdinando d’Aragona offre invano la battaglia ai nemici che rimangono chiusi in forti alloggiamenti (75). — Per l’aumentarsi dell’esercito nemico Ferdinando si ritira nella cerchia di Faenza (76).

XIII. Visita di Carlo VIII a Giovan Galeazzo Sforza infermo nel castello di Pavia (77). — Isabella d’Aragona si getta ai piedi di Carlo VIII implorando pietá pel padre e per la sua casa (77). — Notizia a Carlo giunto a Piacenza della morte di Giovan Galeazzo (77). — Lodovico Sforza assume i titoli e le insegne del ducato di Milano (78). — Sospetti e voci intorno alla morte di Giovan Galeazzo (78-79). — Il re di Francia dopo nuove incertezze delibera di continuare l’impresa (79).

XIV. Incitamenti di Lorenzo e di Giovanni de’ Medici a Carlo VIII perché s’accosti a Firenze (80). — Aumenta lo sdegno di Carlo contro Piero de’ Medici (80). — L’esercito francese passa l’Appennino (81). — Gli svizzeri di Carlo prendono Fivizzano compiendo stragi (81). — Le fortezze di Serezana e di Serezanello (81). — Difficoltá in cui si sarebbe potuto trovare l’esercito di Carlo (82). — Malumori in Firenze contro Piero de’ Medici (82-83). — Precipitata risoluzione di Piero di presentarsi a Carlo VIII (83). — Piero de’ Medici consegna le fortezze de’ fiorentini a Carlo (84). — Arguta risposta di Lodovico Sforza a Piero de’ Medici (85). — L’esercito aragonese si ritira dalla Romagna e la flotta dal porto di Livorno (85-86).

XV. Piú vivo sdegno de’ fiorentini contro Piero de’ Medici per i patti conclusi col re di Francia (86-87). — Lodovico Sforza ottiene l’investitura di Genova (87). — Lodovico Sforza malcontento di non aver ottenuto in custodia Pietrasanta e Serezana (87). — Si impedisce a Piero de’ Medici di entrare nel palazzo della signoria (87). — Tumulto del popolo e fuga di Piero da Firenze (87-88). — Da quale potenza cadde per allora la casa de’ Medici in Firenze (88). — I pisani si rivendicano in libertá col consenso di Carlo VIII (88-89). — Il moto di Pisa dovuto principalmente all’opera di Lodovico Sforza (89). — Contrari consigli del cardinale di San Piero in Vincoli ai pisani (90).

XVI. Carlo VIII in marcia verso Firenze si ferma a Signa con intenzioni ostili (91). — Incitamenti a Carlo VIII da parte di alcuni de’ suoi perché s’impadronisca di Firenze (91). — Lettere di Carlo VIII e di Filippo di Savoia a Piero de’ Medici perché s’accosti a Firenze (92). — Entrata di Carlo in Firenze (92-93). — Eccessive esigenze di Carlo ed eccitazione degli animi de’ fiorentini (93). — Il reciproco timore frena i fiorentini ed i soldati francesi (93). — Piero de’ Medici, [p. 399 modifica]invitato da Carlo, si consiglia co’ veneziani che lo confortano a non muoversi da Venezia (93-94). — Sdegnose parole di Pier Capponi a Carlo e patti conclusi fra questo e i fiorentini (94-96). — Giuramento d’osservanza prestato dal re e dai magistrati fiorentini (96). — Partenza di Carlo da Firenze e sua andata a Siena (96).

XVII. Carlo VIII da Siena, di governo libero ma turbata dalle fazioni, s’incammina verso Roma (96-97). — Timori del senato veneziano e del duca di Milano per i buoni successi di Carlo (97). — Disposizione e offerte di Alessandro VI di comporre con Carlo VIII le cose proprie e quelle del re di Napoli (98). — Intenzione di Carlo di accordi soltanto col pontefice (98). — Titubanze del pontefice mentre l’esercito francese si avvicina a Roma (98-99). — Sottili accordi fra gli Orsini e il re di Francia (99). — Timori di Alessandro VI che Carlo VIII volga l’animo a riforme della Chiesa, ed assicurazione a tal proposito del re di Francia (100). — 1495 Entrata di Carlo VIII in Roma (101). — Distanze di cardinali presso Carlo perchè rimuova Alessandro dal seggio di San Pietro (101). — Patti e riconciliazione fra il pontefice e Carlo (102-103).

XVIII. Favore delle popolazioni del reame di Napoli per i francesi (103). — Terrore e rimorsi di Alfonso d’Aragona (104). — Alfonso d’Aragona abbandona l’autoritá di re a favore del figliuolo Ferdinando e fugge a Mazari in Sicilia (104-105). — Fuga del cardinale di Valenza dall’esercito di Carlo VIII (105). — Ferocia dei francesi al Monte di San Giovanni (105-106).

XIX. Vano disegno del nuovo re di resistere ai nemici a S. Germano (106-107). — Le truppe aragonesi si ritirano a Capua (107). — Speranze di resistenza di Ferdinando II (107). — Gianiacopo da Triulzio, durante l’assenza di Ferdinando, stringe accordi per la resa con Carlo VIII (107-108). — Giudizi sull’atto del Triulzio (108). — Ferdinando II non è riammesso in Capua (109). — Parole di Ferdinando ai napoletani (109-111). — Partenza di Ferdinando da Napoli (111-112). — Ferdinando riduce in propria potestá la rocca di Ischia (112). — Verginio Orsino e il conte di Pitigliano fatti prigioni dai francesi (112). — Entrata di Carlo in Napoli (112). — Una preclara e potente parte d’Italia passa all’imperio di gente oltremontana (113).

Libro secondo |||
 p. 115-206

I. I pisani avversi al dominio de’ fiorentini chiedono aiuti a Siena, a Lucca, a Venezia e a Lodovico Sforza (115-116). — Azioni de’ genovesi contro i fiorentini (116). — Aspirazione di Lodovico Sforza al dominio di Pisa (116-117). — Fautori de’ pisani presso Carlo VIII (117-118). — Burgundio Lolo, pisano, denuncia a Carlo in Roma il malgoverno de’ fiorentini nella sua cittá (118-119). — Risponde in difesa de’ [p. 400 modifica]fiorentini Francesco Soderini (119-121). — Subdola condotta di Carlo verso i fiorentini (121). — Aiuti del duca di Milano a’ pisani (122).

II. Discorso di Paolantonio Soderini intorno all’ordinamento interno di Firenze (123-127). — Discorso di Guidantonio Vespucci sul medesimo argomento (127-130). — Autoritá di Gerolamo Savonarola in Firenze (130-131). — Ordinamento della repubblica (131).

III. Carlo VIII s’impadronisce di Castelnuovo, di Castel dell’Uovo e della rocca di Gaeta (132-133). — Omaggio dei signori e dei baroni al nuovo re (133). — Prima della resa di Castel dell’Uovo Carlo chiama a sé don Federigo d’Aragona e fa proposte di stati nel regno di Francia a favore di Ferdinando (133). — Risposta di don Federigo (133-134). — Ferdinando da Ischia dove s’era ritirato si reca in Sicilia (134). — Morte di Gemin ottomanno, fratello del gran turco, consegnato a Carlo da Alessandro VI (135). — Voci intorno a tale morte (135).

IV. Preoccupazioni e timori di Lodovico Sforza e di Venezia per la nuova condizione politica d’Italia (136-137). — Preoccupazioni del pontefice e di Massimiliano (137-138). — Speranze di Lodovico e dei veneziani in Ferdinando ed Isabella di Spagna (138). — Confederazione tra il pontefice il re de’ Romani i re di Spagna i veneziani e il duca di Milano (139). — I confederati invitano ad unirsi a loro i fiorentini ed il duca di Ferrara (139-140). — Carlo VIII continua a non tener fede ai patti concordati coi fiorentini, che malgrado ciò non aderiscono alla confederazione contro i francesi (140). — Principia il malcontento nei sudditi del reame di Napoli contro i francesi (141-142).

V. Deliberazioni di Carlo VIII per la confederazione degli stati italiani (142-144). — Carlo prima della partenza da Napoli distribuisce le cariche e gli uffici (144-145). — Ardore del re e della corte di ritornare in Francia (145). — Trattative fra Carlo e il pontefice per l’investitura del regno di Napoli (146). — Carlo dopo aver assunto il titolo e le insegne reali parte da Napoli (147). — Gli Orsini chiedono invano d’essere lasciati in libertá (147-149). — Il pontefice per evitare d’incontrarsi con Carlo si reca a Orvieto e, quindi, a Perugia (149). — Nuovi tentativi de’ fiorentini di riavere le fortezze (149-150). — Carlo prende, ma per breve tempo, in protezione Siena (150-151).

VI. I preparativi de’ collegati contro i francesi (151-152). — Intimazioni e minacce di Lodovico Sforza al duca d’Orliens che si fortifica in Asti (152). — Il duca d’Orliens occupa Novara (153). — Fazione di Vigevano (154).

VII. A Poggibonsi Gerolamo Savonarola incita inutilmente Carlo VIII a restituire le terre ai fiorentini (155). — Contrastanti promesse del re ai pisani ed ai fiorentini (155-157). — Carlo manda parte delle truppe contro Genova (157). — Saccheggio di Pontremoli (157-158).

VIII. L’esercito francese e quello dei collegati di fronte, a Fornovo (158-159). — Dubbi e dispareri nell’esercito de’ collegati (160-161). — Incertezze in quello di Carlo (161-162). [p. 401 modifica]

IX. La posizione dei due eserciti (163-164). — La battaglia di Fornovo e le sue vicende; il pericolo corso dal re di Francia (164-171). — Tanto i veneziani quanto i francesi si attribuiscono la vittoria (171-172). — Tregua e cauti abboccamenti tra gli avversari (172). — Confutazione di voci diffusesi intorno al contegno di Lodovico Sforza (173-174). — Carlo giunge ad Asti senza perdite per quanto incalzato da truppe nemiche (174-176). — Il fallimento del tentativo dei francesi contro Genova (176-177).

X. Vicende di guerra tra francesi e ispano-aragonesi nel reame di Napoli (177-179). — Ritorno di Ferdinando d’Aragona in Napoli (180). — Terre che si ribellano ai francesi (181). — I veneziani occupano alcuni punti delle Puglie (181). — Defezione dei Colonna dai francesi a Ferdinando (182). — La resa di Castelnuovo a Ferdinando (183-184). — Patti di resa di Castel dell’Uovo (184). — Morte di Alfonso d’Aragona (184-185).

XI. Le milizie de’ veneziani e di Lodovico Sforza assediano Novara (185-186). — Carlo VIII assolda nuovi svizzeri (187-188). — Timori e provvedimenti de’ collegati per gli appoggi della duchessa di Savoia a Carlo (188-189). — Intimazione del pontefice a Carlo ed ironica risposta di questo (189). — Patti conclusi tra Carlo e i fiorentini (189-191).

XII. Condizioni difficili de’ francesi in Novara (191-192). — Il duca d’Orliens fatto mettere fuoco ai borghi ritira tutte le milizie in cittá (192). — Segrete pratiche di concordia fra il re di Francia e il duca di Milano (193). — Tentativi di accordi fra gli avversari (193-194). — Novara lasciata per accordi e temporaneamente in potestá del popolo (194). — Patti di pace proposti al re di Francia e discussione di essi nel consiglio del re (195-196). — Discorso di monsignore della Tramoglia (197-199). — Discorso del principe di Oranges (199-202). — Carlo VIII, fatta la pace col duca di Milano, ritorna in Francia (202-204).

XIII. Manifestazione del male detto da’ francesi: «di Napoli» e dagli italiani: «francese» (204-205). — Suo luogo d’origine e sua diffusione (205).

Libro terzo |||
 p. 207-298

I. Lodi generali al senato veneziano ed al duca di Milano per aver essi liberato l’Italia dai francesi (207). — Lodovico Sforza mantiene fede solo ad alcune delle condizioni di pace (208-209). — Lodovico Sforza fa spogliare delle scritture riguardanti i patti conclusi con Carlo VIII l’oratore fiorentino (209). — Ambizione dello Sforza e dei veneziani al dominio di Pisa (209-210). — Restituzione della terra e delle fortezze di Livorno ai fiorentini (211). — Entraghes malgrado le lettere del re non consegna Pisa ai fiorentini ed impedisce che essi se ne impadroniscano (211-213). [p. 402 modifica]

II. Difficoltá create a’ fiorentini da’ potentati della lega (213-215). — Lotta di fazioni in Perugia e neH’Uinbria (215-217). — Vani tentativi di Piero de’ Medici per avere aiuti sufficienti ad entrare in Firenze (217-219). — Verginío Orsino passa al soldo del re di Francia (219-220).

III. Nuove vicende della lotta tra francesi ed aragonesi nel reame di Napoli (220-221). — La fortuna francese declina in Calabria (221). — Carlo VIII consuma in divertimenti il tempo a Lione (221). — Carlo VIII ricusa proposte fatte avanzare da’ veneziani per decidere le cose del reame di Napoli (222).

IV. Intimazione del re di Francia al Castellano di Pisa d’osservare gli ordini suoi riguardo alla consegna della fortezza (222). — 1496 Il castellano consegna la fortezza a’ pisani (223). — I pisani distruggono la fortezza e si rivolgono al re de’ romani e a diversi stati d’Italia per aiuti (224-225). — I pisani si pongono sotto la protezione de’ veneziani (223). — Il senato li riceve in protezione nonostante l’opposizione di alcuni de’ piú autorevoli senatori (225-230). — Esaltazione in Milano della sapienza e dell’ingegno di Lodovico Sforza (230-231). — Per opera di questo le fortezze di Serezana e di Serezanello sono consegnate ai genovesi anziché ai fiorentini (231-233).

V. Ferdinando d’Aragona minacciato dalla venuta di nuove truppe nemiche (233-234). — Aiuti dei veneziani e degli altri confederati a Ferdinando (234-235). — Nuove vicende della guerra (235-238). — Equilibrio delle forze avversarie (238).

VI. Carlo VIII, anche per sollecitazioni di altri, torna a pensare alle cose d’Italia (239-240). — Deliberazioni del consiglio regio e preparativi per una nuova spedizione in Italia (240-242). — Timori e azione politica di Lodovico Sforza (242-243). — Indugi frapposti alla spedizione dal cardinale di San Malò (243-244). — Scarsi aiuti mandati da Carlo in Italia (245).

VII. Nuove vicende della guerra nel reame di Napoli (245-247). — Declina di nuovo la fortuna dei francesi (247-249). — Vittoria di Consalvo in Calabria (249-250). — Resa di Atella (250-252). — Continui progressi degli aragonesi (252-253). — Morte di Ferdinando e successione di Federico (253-254). — Continuano gli indugi nella spedizione francese in Italia (254-255).

VIII. Colloqui e accordi di Lodovico Sforza con Massimiliano Cesare (255-256). — Massimiliano Cesare in Italia (256-258). — Fedeltá de’ fiorentini ai francesi e consigli politici del Savonarola (258-259). — Vicende della guerra de’ fiorentini per riconquistare Pisa (259-261). — Morte di Piero Capponi (261). — Maggiori aiuti de’ veneziani a Pisa e minore fiducia de’ pisani in Lodovico Sforza (261-262).

IX. Massimiliano Cesare chiede a’ fiorentini che sia a lui rimessa la questione con Pisa (262). — I veneziani mandano nuove genti a Pisa (262-263). — Risposta de’ fiorentini a Massimiliano Cesare (263-265). — Colloquio de’ legati fiorentini col duca di Milano (265). [p. 403 modifica]

X. Felice sbarco a Livorno di granaglie per i fiorentini (266-267). — Contraria fortuna di Massimiliano Cesare nel tentativo d’impadronirsi di Livorno (267-268). — Massimiliano Cesare con pochissima dignitá del nome imperiale abbandona la Toscana e l’Italia e si ritira in Germania (268-269). — Lodovico Sforza ritira le sue genti da Pisa (269-270).

XI. Resa di Taranto a’ veneziani (270). — Il re di Francia progetta d’impadronirsi di Genova (270-271). — 1497Il pontefice dichiara confiscati gli stati degli Orsini (271). — Guerra con gli Orsini e patti che la concludono (271-275). — Presa di Ostia (275). — Consalvo accolto trionfalmente in Roma e dal pontefice (275). — Molestie che affliggono Federigo d’Aragona (275-276).

XII. Carlo VIII tratta la tregua co’ re di Spagna e manda milizie contro il territorio di Genova e contro il ducato di Milano, occupando alcune terre (276-279). — Infelice esito dell’impresa e probabili cause dell’insuccesso (279). — Patti della tregua fra il re di Francia e i re di Spagna (280). — I francesi perdono in Italia quasi tutte le terre recentemente occupate (280-281). — I fiorentini occupati nella riconquista di Pisa accettano malvolentieri la tregua (281).

XIII. Il duca di Milano propone a’ collegati di cedere Pisa a’ fiorentini per staccarli dal re di Francia (282-283). — Fallimento della proposta (283). — Condizioni interne di Firenze (283). — Vano tentativo di Piero de’ Medici di rientrare in Firenze (284-285). — Turpitudini e tragedie nella famiglia del pontefice (285-286). — La condanna de’ compromessi nel tentativo di Piero de’ Medici (287).

XIV. Federico d’Aragona ricupera altre terre (288). — Conclusione della tregua fra i re di Spagna e Carlo VIII (288-289). — Morte di Filippo di Savoia (289). — Il duca di Ferrara consegna il castello di Genova a Lodovico Sforza (289-290). — Continui dubbi e negligenza del re di Francia e conseguenze che ne derivano per le cose d’Italia (290-292). — 1498 Si torna a discutere fra i collegati italiani dell’opportunitá di cedere Pisa a Firenze (292). — Obiezioni e opposizione de’ veneziani (293-294).

XV. Morte di Carlo VIII e sue conseguenze (294-295). — Decadenza dell’autoritá del Savonarola in Firenze (295). — Suo conflitto col pontefice (295-297). — Suo supplizio (297-298).

Libro quarto |||
 p. 299-393

I. Diritti del nuovo re di Francia al ducato di Milano e suo desiderio di rivendicarli (299-301). — Disposizione d’animo dei principi e dei governi italiani verso il nuovo re (301-302). — I veneziani il pontefice e i fiorentini mandano al re ambasciatori (302-303). — Il re li accoglie lietamente ed inizia subito trattative con essi (303).

II. Lodovico Sforza delibera d’aiutare con l’armi i fiorentini a recuperare Pisa (303-304). — Rotta dei fiorentini nella valle di S. Regolo [p. 404 modifica]

(304-305). — Richieste d’aiuto a Lodovico Sforza (305). — Lotte in terra di Roma tra Colonnesi ed Orsini e sua composizione (305-306). — Lodovico Sforza aiuta scopertamente i fiorentini ed incita invano ad agire similmente il pontefice (306-307). — Perché il pontefice si astiene dal favorire con le armi i fiorentini (307-308). — Il duca di Milano si adopera ad allontanare dai pisani quanti li sostengono (308-309).

III. I fiorentini riprendono piú attivamente la guerra contro Pisa (310-312). — Fallite trattative fra i fiorentini e i veneziani riguardo a Pisa (312-313). — I veneziani tentano inutilmente d’avere l’appoggio di Siena (313-314). — Siena s’accorda con Firenze (315-316). — Vani tentativi delle milizie veneziane di passare dalla Romagna in Toscana (316-317).

IV. Paolo Vitelli toglie nuove terre ai pisani (317-318). — Il marchese di Mantova passa dagli stipendi di Lodovico Sforza a quelli dei veneziani, e quindi sdegnato per la lentezza di questi ritorna col duca di Milano (318-319). — L’Alviano occupa Bibbiena (319-320). — I fiorentini per difendere il Casentino ritirano milizie dal contado di Pisa (320-321). — I fiorentini riconquistano terre del Casentino (321-322). — Maggiore stanchezza a Venezia per la guerra di Pisa e tentativi di accordi (322).

V. Accordi fra il pontefice e il re di Francia (322-324). — Il re di Francia fa e conferma trattati coi re di Spagna, d’Inghilterra, con Cesare e coll’arciduca e cerca l’alleanza de’ veneziani e de’ fiorentini (324-326).

VI. Discussione a Venezia nel consiglio de’ pregati intorno all’invito d’alleanza del re di Francia contro Lodovico Sforza (326-333). — Deliberazioni prese da’ veneziani (333-334). — Conclusione della confederazione fra il re di Francia ed i veneziani (334-336).

1499 VII. Vicende della guerra fra veneziani e fiorentini nel Casentino (336-339). — Ercole d’Este in Venezia si pronunzia sul compromesso fra veneziani e fiorentini riguardo a Pisa (339-343). — Malcontento pel compromesso in Venezia e lamentele degli oratori pisani (343-344). — Aggiunte al compromesso all’insaputa de’ fiorentini (344-345). — Venezia delibera di ritirare le milizie da Pisa (345). — A Pisa si delibera di tentare ogni cosa pur di non tornare soggetti a Firenze (346).

VIII. Il re di Francia si prepara alla spedizione contro Lodovico Sforza (347-349). — I fiorentini sollecitati dal re di Francia e da Lodovico deliberano di non aderire né all’una né all’altra parte e di attendere alla riconquista di Pisa (349-351). — Milizie francesi si raccolgono in Asti e milizie veneziane a Brescia (351-352). — Preparativi di difesa di Lodovico Sforza (352).

IX. Conquista di diverse terre del ducato di Milano da parte dei francesi (353-354). — Lodovico Sforza incita i sudditi alla resistenza (354-356). — La perdita di Alessandria (356-358). — Pavia s’accorda coi francesi, e i veneziani fanno scorrerie fino a Lodi (358). — Tumulti in Milano (358). — Lodovico si rifugia in Germania (358-360). — Il re di Francia a Milano (361). [p. 405 modifica]

X. I fiorentini padroni di tutto il contado di Pisa (361-362). — I fiorentini danno l’assalto alla cittá che si trova in grave pericolo d’esser presa, senonché Paolo Vitelli fa sospendere l’azione (362-366). — Malattie fra le milizie fiorentine (366). — Il Vitelli leva il campo da Pisa; fatto prigione e condotto a Firenze è decapitato (366-367). — Capi principali di condanna del Vitelli (367-368).

XI. Omaggi di principi italiani al re di Francia in Milano (368-369). — Patti conclusi non senza difficoltá tra il re di Francia e i fiorentini (369-370).

XII. Aiuti dati dal re di Francia al Valentino per rivendicare i diritti della Chiesa sulle terre di Romagna (370). — Come la Chiesa istituita da principio meramente per l’amministrazione spirituale sia pervenuta agli stati ed agli imperi mondani (370-381). — Condizioni delle terre di Romagna e inizi dell’impresa del Valentino (381-382). — Il Valentino ottiene Imola (382). — Vicende della guerra fra i veneziani e i turchi (382-383).

1500 XIII. Il giubileo (383). — Il Valentino prende Forli (384). — Ritorno del re in Francia e cause di malcontento in Milano (385). — Lodovico Sforza riconquista il ducato e cerca con scarsa fortuna alleati ed aiuti (386-388). — Lodovico Sforza ottiene Novara (388-389).

XIV. Solleciti preparativi del re di Francia per riprendere il ducato di Milano (389-390). — Gli svizzeri al soldo dello Sforza s’accordano con quelli del re di Francia e consegnano Novara (390-391). — Lodovico Sforza prigione dei francesi (391). — Anche il cardinale Ascanio tradito da un parente ed amico cade prigione (391-392). — Gli svizzeri occupano la terra di Bellinzona (392). — Fine di Lodovico Sforza e giudizio dell’autore su di lui (392-393). — Il cardinale Ascanio nella torre di Borges (393).


[p. 337 modifica]

INDICE E SOMMARIO - VOLUME II

Libro quinto |||
 p. 1-82

I. Preoccupazioni di Massimiliano per i successi del re di Francia (1-2). — Il re dá aiuti ai fiorentini per la riconquista di Pisa (2-3). — Le milizie francesi indugiano in Lombardia (3-4). Le milizie francesi ricevono Pietrasanta dai lucchesi (4). — L’esercito francese dopo una sola azione contro Pisa tumultua e si scioglie (4-6). — I pisani espugnano Librafatta (6). — Turbamento del re di Francia per l’accaduto (6-7). — I fiorentini rifiutano nuove offerte del re (7). — Peggioramento delle condizioni dei fiorentini (7).

II. Accordi fra il pontefice ed il re di Francia (8). — Progressi del Valentino in Romagna (8-9). — Insuccesso del Valentino contro Faenza per l’eroica resistenza del popolo (9-10). — Il giubileo del 1500 e gli aiuti di danaro del pontefice al Valentino (10).

1501 III. Tregua tra Massimiliano e il re di Francia (11). — Il re di Francia ed il re di Spagna si accordano segretamente per la conquista e la spartizione del reame di Napoli (11-13). — Il re di Francia comincia scopertamente i preparativi per l’impresa (13).

IV. Dopo aver inflitte nuove e gravi perdite agli assalitori i faentini si arrendono al Valentino (13-14). — Sdegno del re di Francia verso i fiorentini e intenzioni avverse a Firenze del Valentino (14-16). — Accordi fra il Bentivoglio e il Valentino (16-17). — Il Valentino abbandona il territorio fiorentino per unirsi alle milizie francesi in marcia verso Napoli (17-20).

V. Federigo d’Aragona si prepara alla difesa (20-21). — Gli ambasciatori di Francia e di Spagna notificano al pontefice gli accordi conclusi (21). — Impressioni in Italia per tali accordi (21-23). — Federigo delibera di tentare la sorte delle armi (23). — I francesi occupano Capua (23-24). — Patti fra Federigo e i francesi (25). — Sventure della famiglia di Federigo (25-26). — Federigo in Francia (26). — Il duca di Calabria in Ispagna (26-27). [p. 338 modifica] VI. Il Valentino prende Piombino (27-28). — Matrimonio di Lucrezia Borgia con Alfonso d’Este (28). — Il re di Francia tratta la pace con Massimiliano (28-29). — Trattative del re di Francia coi governi della Toscana (29). — Trattative fra Massimiliano e il cardinale di Roano a Trento (29-30). — Morte del doge Agostino Barbarigo (31). — 1502 Rinnovata la confederazione col re di Francia i fiorentini riprendono la guerra contro Pisa (31-33).

VII. Cause di discordie e principio di guerra tra francesi e spagnuoli nel reame di Napoli (33-35). — Nuove milizie inviate dal re di Francia (35).

VIII. Ribellione di Arezzo ai fiorentini (35-37). — I fiorentini sospettano della complicitá del pontefice e del Valentino (37-38). — Il re di Francia manda aiuti ai fiorentini e fa intimazioni perché non siano offesi (38-39).

IX. Il Valentino s’impadronisce del ducato di Urbino (39-40). — Vitellozzo Vitelli occupa alcune terre dei fiorentini (40-41). — Timori del Baglione di Vitellozzo del Petrucci e degli Orsini per il procedere del Valentino (41-42). — Vitellozzo cede Arezzo ai francesi che la consegnano ai fiorentini (42-43). — Il gonfaloniere di giustizia a vita in Firenze (43-44).

X. Omaggi di principi e di governi al re di Francia in Asti (45-46). — Il re di Francia, contro l’aspettazione di tutti, riceve onorevolmente a Milano il Valentino (46). — Vicende della guerra nel reame di Napoli (47-48). — Il re delibera inopportunamente di ritornare in Francia (48). — Sorpresa per gli accordi conclusi fra il re ed il Valentino (48-49).

XI. Timori di principi e di governi per il ritorno del Valentino in Romagna (49-50). — Giustifica tali timori il contegno del re di Francia specialmente verso il Bentivoglio (50-51). — Inutili rimostranze di Venezia al re (51-52). — Confederazione contro il Valentino (52-53). — Arti del pontefice e del Valentino per disunire i collegati (53-54). — Colloquio del Valentino con Paolo Orsini (55). — Accordi fra il Valentino e Paolo Orsini, e fra il Valentino e il Bentivoglio (55-57). — Le genti del Valentino prendono Sinigallia (57-58). — Vitellozzo Vitelli e Liverotto da Fermo fatti strangolare dal Valentino (58-59). — Lodovico e Federico de’ Pichi spogliano del potere il fratello Giovan Francesco (59).

1503 XII. Gli Orsini prigioni del pontefice; morte sospetta del cardinale Orsini (60-61). — Intimazione del Valentino ai senesi e risposta di questi (61-63). — Interessamento del re di Francia alle cose di Toscana (63-64). — Il Valentino nel Lazio contro gli Orsini (64-65). — Nuove terre occupate dal Valentino (65).

XIII. Vicende della guerra franco-spagnola nel reame di Napoli (65-67). — Arrivo di nuovi aiuti spagnuoli (67). — Insuccessi dei francesi (67-68). — La disfida di Barletta e la gloriosa vittoria degli italiani (68-71). [p. 339 modifica] XIV. Gli svizzeri occupano Lucherna e la Murata (72). — Lotta che ne consegue fra svizzeri e francesi (72-73). — Accordi fra gli svizzeri ed i francesi (73).

XV. Patti di pace stabiliti fra il re di Francia e l’arciduca Filippo come procuratore dei re di Spagna (74-75). — La guerra continua nel reame di Napoli (75-77). — Sfortuna delle armi francesi (77-78). — Francesi e spagnoli a Cerignola (78-80). — La sconfitta dei francesi (80-81). — Consalvo a Napoli (81-82).

Libro sesto |||
 p. 83-165

I. Lamentele del re di Francia per la inosservanza dei patti conclusi con l’arciduca Filippo; politica ambigua dei re di Spagna (83-85). — Preparativi di guerra del re di Francia (85). — Espugnazione di Castelnuovo da parte degli spagnuoli (85-87). — Consalvo s’avvia verso Gaeta (87). — Pietro Navarra prende Castel dell’Uovo (87-88). — Altre vicende della guerra (88-89).

II. Successi dei fiorentini nella guerra contro Pisa (89-91). — Trattative del Valentino coi pisani e sua ambizione al dominio della Toscana (91). — Difficoltá di accordi tra fiorentini e senesi (91-92). — Politica ambigua del pontefice e del Valentino verso il re di Francia (92). — Aspirazione del pontefice e del Valentino agli stati di Giangiordano Orsini (92-93).

III. Forze del re di Francia in Italia (94-95). — Sospetti del re per la politica sempre ambigua del pontefice e del Valentino (95-96).

IV. Morte del pontefice; malattia del Valentino; giubilo di Roma per la morte del pontefice (96-98). — Il Valentino si riconcilia con i Colonnesi (98). — Torbidi in Roma (99-100). — Ritorno di signori spodestati in terre dello stato pontificio e del Valentino (100). — La Romagna inclinata alla devozione al Valentino (100-101). — Accordi del Valentino col re di Francia (101-102). — Il conclave e l’elezione di Pio III (102-103).

V. Torbidi in Roma per l’inimicizia fra il Valentino e gli Orsini (103-104). — Gli Orsini al soldo degli spagnoli (104-105). — Contegno di Giampaolo Baglioni verso il re di Francia (105-106). — Pace fra gli Orsini e i Colonnesi (106). — Il Valentino assalito dagli Orsini si rifugia in Vaticano e quindi in Castel Sant’Angelo (106). — Morte di Pio III ed elezione di Giulio II (106-109).

VI. Le cittá di Romagna alla notizia della fuga del Valentino in Castel Sant’Angelo (109-110). — L’azione dei veneziani in Romagna (110-111). — La questione di Faenza fra il pontefice ed i veneziani (111-112). — Faenza si dá ai veneziani (112-113). — Il Valentino in potere del pontefice (113-114). — Conferma della legazione pontificia in Francia al cardinale di Roano (114-115).

VII. Sfortuna dei francesi nella guerra contro la Spagna (115). — [p. 340 modifica]Cessazione delle operazioni alla frontiera franco-spagnola (115-116). — La lotta dei francesi al Garigliano (116-120). — Infermitá nell’esercito francese e discordia fra i capitani (120). — Sconfitta dei francesi (121-123). — 1504 Resa di Gaeta (124). — Le cause della sconfitta francese (124-126).

VIII. Pace fra i veneziani ed i turchi; soddisfazione degli uni e degli altri; patti dell’accordo (126-127).

IX. Commercio dei portoghesi con l’Oriente e danno derivatone ai veneziani (127-130). — Cristoforo Colombo e la scoperta delle nuove terre ad occidente (130-132). — Errori degli antichi rivelati dalle nuove scoperte (132).

X. Dolore e cruccio del re e della corte di Francia pel cattivo esito della campagna in Italia (132-133). — Timori dei partigiani dei francesi; inazione di Consalvo (134-136). — Fuga del Valentino presso Consalvo e sua prigionia in Ispagna (136-137). — Tregua tra il re di Francia e i re di Spagna (137). — Rapine di soldati spagnuoli nel reame di Napoli (137-138).

XI. Il pontefice ottiene Forlí (139). — Vicende della guerra di Firenze contro Pisa (139-142). — Vani tentativi dei fiorentini di ridurre con la benevolenza l’inimicizia dei contadini pisani (142). — I pisani offrono di darsi in signoria a Genova (142-143).

XII. Il re di Francia, per le difficoltá della conclusione della pace, licenzia gli ambasciatori spagnuoli (143-144). — Patti conclusi dal re di Francia con Massimiliano e con l’arciduca (144-146). — Morte di Federigo d’Aragona (146). — Morte di Elisabetta di Castiglia; disposizioni del suo testamento (146-148).

1505 XIII. Prime controversie fra il pontefice e Venezia per le terre di Romagna (149-150). — Pubblicazione delle convenzioni fra Massimiliano e l’arciduca, e il re di Francia (150-151). — Vicende della guerra dei fiorentini contro Pisa: fazione al ponte a Cappellese (151-152). — Giampaolo Baglione abbandona il soldo dei fiorentini (153).

XIV. Timori dei fiorentini per accordi fra Pandolfo Petrucci Giampaolo Baglione e Bartolomeo d’Alviano (153-155). — I fiorentini ricorrono al re di Francia che pone condizioni troppo gravose (155-156). — Il gran capitano ordina di non offendere i fiorentini (156-157). — L’Alviano contro i fiorentini (157). — I fiorentini comandati da Ercole Bentivoglio sconfiggono le genti dell’Alviano (157-159).

XV. Dopo vivi contrasti, a Firenze si delibera di porre il campo a Pisa (159-162). — Fallimento dell’impresa per la debolezza delle milizie (162-163). — I fiorentini levano il campo da Pisa (163).

XVI. Matrimonio di Ferdinando d’Aragona con Germana di Fois e patti di pace tra Ferdinando e il re di Francia (163-165). — Ippolito d’Este fa levare gli occhi al fratello naturale don Giulio per gelosia d’amore (165). [p. 341 modifica]

Libro settimo |||
 p. 167-244

1506 I. Indizi di prossimi turbamenti della pace (167-168). — Politica di accordi del pontefice con la Francia e sua incertezza per avversione al re ed al cardinale di Roano (168-169).

II. Fortunoso viaggio dell’arciduca Filippo in Ispagna (169-170). — Suoi accordi con Ferdinando d’Aragona (170-171). — Progetto di Massimiliano di passare in Italia per ricevere la corona imperiale (171-173). — Massimiliano si porta ai confini dell’Ungheria con speranze di successione per la malattia del re Uladislao (173-174).

III. Aspirazioni del pontefice al pieno dominio di Perugia e di Bologna (174-175). — Il re di Francia risponde favorevolmente alle richieste d’aiuto del pontefice (175-176). — Richieste di Massimiliano ai veneziani di passare armato per il loro territorio per recarsi a Roma, e risposta dei veneziani (176-177). — Accordi del pontefice con Giampaolo Baglione (177-178). — Il pontefice a Imola (178-180). — I Bentivoglio abbandonano Bologna ove entra il pontefice (180-182).

IV. Venuta di Ferdinando d’Aragona in Italia (182-183). — Morte dell’arciduca Filippo (183). — Concorrono ambasciatori di principi e di governi a Napoli presso Ferdinando (183-184). — Scoperta d’una congiura contro il duca di Ferrara (184). — Fuga del Valentino in Navarra e sua fine (185).

V. Discordie tumulti e ribellione in Genova (185-188). — I genovesi deliberano di espugnare Monaco, e il re di Francia si prepara a ridurli a ubbidienza (188-189). — 1507 Il pontefice delibera improvvisamente di tornare a Roma sdegnato col re per le vicende di Genova (189-191).

VI. Continuano i tumulti in Genova; prevalenza del popolo contro i francesi (192-193). — Il re sotto Genova (193-195). — Successi dei francesi ed accordi di resa (195-197). — Entrata del re in Genova, e condizioni imposte alla cittá (197-200).

VII. Malcontento del pontefice verso il re di Francia per la soluzione della questione di Genova (200-201). — Discorso di Massimiliano alla dieta di Costanza contro il re (201-204). — Effetti del discorso (204-205).

VIII. Desiderio del re di Francia d’abboccarsi con Ferdinando d’Aragona, che sta per riassumere il governo di Castiglia (205-206). — Delusioni e malcontento nel reame di Napoli; il pontefice nega l’investitura a Ferdinando (206-208). — Cordiale incontro a Savona dei due re (208-210). — Ammirazione pel gran capitano (210). — Accordi fra i due re (210-211). — La questione di Pisa (211-212). — Ira del pontefice contro i Bentivoglio (212-213).

IX. Minacce di Massimiliano contro il re di Francia (213-214). — Sospensione d’animi in Italia (214). — Il contegno del pontefice (214-215). — Raffreddamento degli animi dei principi tedeschi alla dieta di Costanza (215-216). — Deliberazioni della dieta e timori in Italia (216-217). [p. 342 modifica]

X. Timori dei veneziani (217-218). — Discussione intorno alla politica da seguire (219-227). — Deliberazioni prese e risposta agli ambasciatori di Massimiliano (227-228).

XI. Difficoltá di Massimiliano (228-230). — I preparativi suoi, quelli del re di Francia e quelli dei veneziani (230-231). — Fallita spedizione di fuorusciti genovesi contro Genova (231). — Lamentele reciproche fra il re di Francia e il pontefice (231-232). — 1508 Fallito tentativo dei Bentivoglio di ricuperare Bologna (232). — Morte di Giovanni Bentivoglio (232-233).

XII. Prime azioni di Massimiliano contro i veneziani (233-235). — Castelli veneziani presi dalle sue milizie (235-236). — Vittoria dell’Alviano sui tedeschi e suoi successi nel Friuli; presa di Trieste, di Fiume e di Postumia (236-237). — Vicende della lotta nel Trentino (237-239). — Tregua fra Massimiliano e i veneziani (239-241).

XIII. Lamentele del re di Francia coi fiorentini e risposta di questi (241-243). — Pratica fra il re di Francia, Ferdinando d’Aragona ed i fiorentini riguardo a Pisa (243-244).

Libro ottavo |||
 p. 245-335

I. Nuovi e piú gravi mali che affliggeranno l’Italia (245-246). — Responsabilitá dei veneziani e sdegno contro di loro di Massimiliano e del re di Francia (246-247). — Ragioni di sdegno del pontefice contro i veneziani e timori suoi di successi francesi (247-248). — Lega di Cambrai contro Venezia (248-251). — 1509 Ratifica del trattato da parte del re d’Aragona (251). — Ratifica del pontefice, dopoché i veneziani hanno respinto la richiesta sua di Faenza e di Rimini (251-255).

II. Difficili condizioni dei pisani; fallito tentativo de’ genovesi e dei lucchesi di introdurre grano in Pisa; accordi fra i fiorentini e i lucchesi (256-257). — Convenzioni fra i fiorentini e i re di Francia e d’Aragona (257-258).

III. Preparativi del re di Francia per la guerra (259). — Sollecite misure di difesa dei veneziani; casi sfortunati per loro (260-261). — Piano di guerra dei veneziani (261-263). — Inizi della spedizione del re di Francia contro i veneziani (263).

IV. Primi fatti di guerra (264-265). — La bolla del pontefice contro i veneziani; l’intimazione di guerra del re di Francia e la risposta del doge (265-266). — I francesi passano l’Adda a Cassano (266-268). — I francesi a Rivolta (268-269). — La battaglia di Ghiaradadda (269-272). — Resa di Bergamo e di Brescia al re di Francia (272-273).

V. Dolore e spavento a Venezia dopo la disfatta e provvedimenti del governo (273-274). — Nuove conquiste del re di Francia (274-275). — Il pontefice acquista le terre di Romagna (275-277). — Altre terre perdute dai veneziani (277).

VI. Padova, Verona ed altre terre lasciate in arbitrio dei popoli (277- [p. 343 modifica]278). — Ambasciata e orazione di Antonio Giustiniano a Massimiliano (278-281). — I veneziani mandano incaricati in Puglia per la consegna dei porti al re d’Aragona e in Romagna per la consegna al pontefice di quanto ancora essi possiedono (281-282).

VII. Sentimenti diversi in Italia per le sventure dei veneziani (282-283). — Il pontefice acconsente a ricevere gli ambasciatori di Venezia (283-284). — Mentre Padova, Vicenza e altre terre consegnano le chiavi agli ambasciatori di Massimiliano, Treviso si afferma fedele a Venezia (284-285). — Inazione e lentezze di Massimiliano (285-287).

VIII. I fiorentini svolgono piú decisamente le azioni contro Pisa (287-288). — Le condizioni degli assediati sempre piú difficili; grave malcontento dei contadini (288-289). Patti di resa dei pisani ai fiorentini (289-290).

IX. Risveglio di speranze e di attivitá nei veneziani; riconquista di Padova, del contado e della fortezza di Legnago (290-293). — Nuove convenzioni fra il pontefice e il re di Francia (293-295). — I veneziani occupano Isola della Scala e fanno prigioniero il marchese di Mantova (295-296). — Modeste azioni di guerra e grandiosi progetti di Massimiliano (296-297). — Vicende della lotta nel Friuli (297-298). — Umile atteggiamento degli ambasciatori veneziani in Roma e loro trattative coi cardinali (298).

X. Preparativi dei veneziani per la difesa di Padova; orazione del doge in senato (298-304). — I giovani della nobiltá veneziana accorrono alla difesa di Padova (304-305). Massimiliano corre il contado, mentre la cittá viene sempre piú fortificata e approvvigionata (305-306).

XI. Importanza del dominio di Padova per i veneziani (307-308). — Forze degli avversari e fortificazioni di Padova (308-310). — Assalti dei soldati di Massimiliano alle mura e valorosa difesa dei veneziani (310-313). — Ritirata dell’esercito di Massimiliano; querele di questo contro gli alleati (313-314). — Accordi fra Massimiliano e gli ambasciatori fiorentini (314). — Le truppe francesi si ritirano nel ducato di Milano; i veneziani rifiutano la tregua con Massimiliano (314-315).

XII. Dissenso fra il pontefice e il re di Francia (315-316). — Cause di dissenso fra tutti i collegati per la benevolenza del pontefice verso i veneziani (317-318). — Discussioni fra il pontefice e gli ambasciatori veneziani (318-319).

XIII. I veneziani riprendono Vicenza ed altre terre (319-321). — Impresa dei veneziani contro il duca d’Este; i veneziani occupano il Polesine; scacco dei ferraresi (321-323).

XIV. I veneziani per la minacciata espugnazione di Vicenza ritirano parte delle milizie dal ferrarese (323-324). — Rotta dell’armata veneziana sul Po (325-327).

XV. Massimiliano si ritira dal Veneto (327). — Posizione di Verona (327-328). — Vane trattative di tregua tra Massimiliano e i veneziani [p. 344 modifica](328-329). — Accordi tra Massimiliano e il re d’Aragona per il regno di Castiglia (329). — Nuovi sospetti del pontefice verso il re di Francia (330). — Morte del conte di Pitigliano (330).

1510 XVI. Fazioni sotto Verona (330-331). — Incertezza del re di Francia intorno all’opportunitá di una nuova impresa contro i veneziani per la conquista di tutta la terraferma (331-332). — Politica del re per acquietare l’animo del pontefice (332-333). — Condizioni con cui il pontefice concede l’assoluzione ai veneziani (334-335).


[p. 405 modifica]

INDICE E SOMMARIO - VOLUME III

Libro nono |||
 p. 1-103

I. Attivitá del pontefice per suscitare nemici al re di Francia (1-2). — Difficoltá di accordi fra il re e gli svizzeri (2-4). — Intimazione del pontefice al duca di Ferrara per la lavorazione del sale a Comacchio (4).

II. Massimiliano e il re di Francia si accordano per assalire di nuovo i veneziani, contrarietá del pontefice (5). — Vano tentativo dei veneziani per prendere Verona (5-6). — Nuove querele e minaccie del pontefice contro il duca di Ferrara (6-7). — Discussione fra il pontefice e il re di Francia per la controversia col duca (7-8).

III. Resa di Vicenza e di altre terre alle milizie francesi e tedesche (8-9). — Discorso del capo della legazione dei vicentini (9-12). — Inumana risposta del principe di Analt (12-14). — Intercessione benevola di Ciamonte; crudeltá dei tedeschi (14-15).

IV. Presa di Legnago da parte dei francesi (15-18). — Nuove terre abbandonate dai veneziani; guerra devastatrice e indecisa nel Friuli (18-19). — Nuovi accordi fra Massimiliano e il re di Francia (19). — Presa di Monselice (19-21). — L’esercito francese si ritira nel ducato di Milano (21).

V. Cresce sempre piú l’odio del pontefice contro il re di Francia per la protezione di questo al duca di Ferrara (22-24). — Nuove manifestazioni dell’avversione del pontefice al duca ed al re (24-25). — Sospetti e gelosia di Ferdinando d’Aragona per il re di Francia (25-26).

VI. Disegni del pontefice contro il re di Francia (26-27). — Inizi della guerra contro Ferrara (27). — Insuccesso della spedizione veneto-pontificia contro Genova (27-28). — Successi dell’esercito pontificio nel ferrarese (28-29).

VII. Gli svizzeri soldati dal pontefice giungono a Varese (29-30). — Azione dei francesi contro gli svizzeri (30-31). — Ritirata degli svizzeri (31-33).

VIII. Rapida riconquista da parte dei veneziani delle terre precedentemente perdute (33-34). — Vano tentativo contro Verona (34-36). — La liberazione dalla prigionia del marchese di Mantova (36-37). [p. 406 modifica]

IX. Altra vana spedizione veneto-pontificia contro Genova (37-39). — Ostinata pertinacia del pontefice e sua deliberazione di recarsi a Bologna perché sian condotte piú efficacemente le imprese (39-41). — Il re di Francia pensa alla convocazione di un concilio (41-42).

X. Accanimento del pontefice per prendere Ferrara (43-45). — Fazione franco-veneziana presso Montagnana (45-46). — I francesi minacciano Modena (45-46). — Il duca di Ferrara occupa Cento e altre terre; quindi accorre ad impedire ai veneziani il passaggio del Po (46-47). — Le armi spirituali usate dal pontefice contro il duca di Ferrara e i suoi aderenti (47-48). — Decisioni del clero gallicano: cardinali dissidenti dal pontefice (48-49).

XI. Gli ecclesiastici perdono Carpi (49-50). — Confusione e tumulto in Bologna per l’avvicinarsi dei francesi coi Bentivoglio (50). — Timori dei cardinali; energia del pontefice, che conforta i bolognesi alla fedeltá alla Chiesa (50-52). — L’esercito francese trattenuto per le speranze della concordia col pontefice (53-54). — Vane trattative di concordia (53-54). — Commenti e critiche all’azione dei comandanti francesi (54-55).

XII. Il pontefice sempre piú indignato contro il re di Francia; milizie veneziane in suo aiuto (56-57). — Terre occupate dai pontifici (57-58). — Il pontefice fa decidere l’impresa contro Ferrara e la Mirandola (58-59). — Massimiliano e il re di Francia deliberano di accertarsi delle intenzioni del re d’Aragona; risposta di Ferdinando (59-61). — Nuova convenzione fra Massimiliano e il re di Francia (61-62). — L’esercito pontificio, presa Concordia, si reca alla Mirandola (62-63). — Congiura contro Pier Soderini in Firenze (63).

1511 XIII. Il pontefice presso l’esercito all’assedio della Mirandola (63-65). — Pericoli corsi dal pontefice; presa della Mirandola (65-68). — Il re di Francia ordina una piú decisa azione di guerra (68).

XIV. Discussione e deliberazioni dei capitani francesi e del duca di Ferrara (68-69). — Movimenti delle milizie francesi (69-71). — Parere del Triulzio (71-74). — Neutralitá del marchese di Mantova (74). — Il pontefice consegna Modena al re dei romani (74-76). — Morte di Ciamonte e giudizio dell’autore su di lui (76). — Insuccesso dei pontifici (76-77).

XV. Massimiliano per consiglio del re d’Aragona si fa propugnatore di pace (77-80). — Timori e sospetti del re di Francia verso Ferdinando (80-81). — Il re di Francia manda il cardinale di Parigi a Mantova per le eventuali trattative (81). — Fazioni di guerra vicino al Po e nel mirandolese (82-83). — L’ambasciatore di Massimiliano, per invito del pontefice, si reca presso di lui a Bologna (83-84).

XVI. Nomina di nuovi cardinali (85-86). — Entrata dell’ambasciatore di Massimiliano in Bologna e suo superbo contegno (86-87). — Sue trattative di accordo coi veneziani (87). — Avversione del pontefice alla pace coi francesi e subito fallimento delle trattative (87-88). — Gli [p. 407 modifica]ambasciatori aragonesi per invito dell’inviato di Massimiliano ritirano le milizie spagnole dall’esercito pontificio (88-89).

XVII. I francesi, occupata Concordia, si portano vicino a Bologna (89-92). — Il pontefice abbandona Bologna per Ravenna (92-94). — Eccitazione degli animi in Bologna (94-96). — Il legato del papa abbandona la cittá, ove vengono chiamati i Bentivoglio (96). — Ritirata e perdite degli eserciti ecclesiastico e veneziano (96-98). — I francesi in attesa di istruzioni del re (98). — Consegna della fortezza di Bologna ai cittadini; terre ricuperate dal duca di Ferrara (98-99).

XVIII. Il pontefice per timore dei nemici vincitori avanza richieste di pace (99-100). — Il duca d’Urbino uccide il cardinale legato (100). — Viene indetto il concilio di Pisa (101). — Ragioni della scelta di Pisa (101). — Concessione dei fiorentini (101-102). — Giudizi di fautori e di avversari del concilio (102-103).

Libro decimo |||
 p. 105-210

I. Il re di Francia ordina che le milizie si ritirino nel ducato di Milano (105). — Suo contegno amichevole e di devozione al pontefice (105-106). — I Bentivoglio imitano il re (106). — Il Triulzio licenzia parte dei soldati (106). — Condizioni di pace del pontefice (107-108). — Progetti di Massimiliano e sua impotenza d’effettuarli (108-109).

II. Azione del pontefice contro la convocazione del concilio di Pisa (109-110). — Convocazione d’un concilio universale in San Giovanni in Laterano (110). — Intimazione ai cardinali dissidenti (110). — Politica del pontefice verso il re di Francia (110-111). — Confederazione tra i fiorentini e i senesi (111-112).

III. L’esercito franco-tedesco contro i veneziani (112-113). — I veneziani abbandonano diverse terre; fazioni di guerra (113-114). — I veneziani perdono e ricuperano il Friuli (114-116). — Difficoltá poste innanzi da Massimiliano riguardo al concilio pisano (116-117). — Continuano le trattative di pace fra il pontefice e il re di Francia (117).

IV. Grave malattia del pontefice e tentativo di giovani della nobiltá romana di infiammare il popolo contro il potere sacerdotale (118-119). — Bolla pontificia contro la simonia nell’elezione dei papi (119-120). — Il pontefice indeciso fra la pace e la preparazione della guerra alla Francia (120-123). — Indecisione e sospetti del re di Francia (123-124).

V. I procuratori dei cardinali dissidenti celebrano gli atti per l’apertura del concilio pisano, e il pontefice lancia l’interdetto contro Firenze e Pisa (124-125). — Dissensioni in Firenze; simpatie di molti pel cardinale de’ Medici (125-126). — I fiorentini appellano dall’interdetto (126-127). — Il concilio di Pisa e la questione di Bologna ostacoli alla pace (127). — Confederazione fra il pontefice, il re d’Aragona e il senato veneziano e sue condizioni (127-129).

VI. Diversitá di giudizi intorno alla politica del pontefice (129-130). — [p. 408 modifica]Atti del pontefice contro i cardinali dissidenti; sdegno suo contro Firenze e il Soderini (130-131). — Orazione del Soderini perché si usino le entrate dei beni delle chiese se il pontefice muoverá guerra (131-137). — Ragioni per cui si delibera di non assalire i fiorentini (137-138).

VII. I fiorentini vietano l’ingresso in Toscana e in Pisa alle milizie francesi al seguito dei cardinali del concilio (139-141). — Avversione al concilio del popolo e dei sacerdoti pisani; per un tumulto i cardinali deliberano di trasferire il concilio a Milano (141-143). — Avversione al concilio anche del popolo milanese (143). — Freddezza di Massimiliano riguardo al concilio e suo contegno ambiguo di fronte alle questioni politiche (143-144). — Condizioni difficili del re di Francia per la politica degli altri sovrani e del pontefice (144-145).

VIII. Disegni del re di Francia dopo l’interruzione delle pratiche di pace (146). — Notizie intorno agli svizzeri (146-148). — Gli svizzeri entrano nel ducato di Milano (148-150). — Ne escono, dopo poco, con sorpresa generale (150-151). — Il re di Francia chiede ai fiorentini che concorrano con aiuti alla guerra (151-152). — Contrastanti opinioni in Firenze (152-154). — Il Guicciardini inviato come ambasciatore al re d’Aragona (154-155).

1512 IX. La bastia del Genivolo è presa dai fanti spagnuoli e ben presto ripresa dal duca di Ferrara (155-156). — L’esercito ispano-pontificio sotto Bologna (156-157). — Discussioni e varietá di pareri nell’esercito (157-161). — Assalto a Bologna; miracoloso effetto della mina posta alla cappella del Baracane (161-163). — Entrata dell’esercito francese in Bologna (163-164). — Gli ispano-pontefici levano il campo e si ritirano verso Imola (164).

X. I veneziani prendono Brescia e Bergamo; subita partenza del Fois per affrontare i nemici (165-167). — Vittoria del Fois alla torre del Magnanino (167-168). — Presa e saccheggio di Brescia (168-171).

XI. Per ordine del re, il Fois s’accinge ad affrontare l’esercito dei collegati (171). — Alleanza fra il pontefice e il re d’Inghilterra (171-172). — Lamentele di Massimiliano riguardo al re di Francia (172-173). — Timori del re per gli svizzeri (174). — Nessuna speranza del re nella concordia (174). — I fiorentini assolti dalle censure dal pontefice (174-175). — Ordine del re al Fois di marciare, ove sconfigga i nemici, su Roma con un legato del concilio pisano (175).

XII. Le forze del Fois; suo desiderio di affrontare i nemici e ritirata di questi (175-178). — Il re di Francia ordina di affrettare l’azione, per la tregua conclusa fra Massimiliano e i veneziani (178-179). — Presa e sacco di Russi (179-180). — L’esercito francese sotto Ravenna (180-181). — Vano assalto alla cittá difesa da Marcantonio Colonna (181).

XIII. L’esercito dei collegati si stanzia a tre miglia da Ravenna; deliberazione del Fois di assaltarlo (182-183). — Ordine dell’esercito francese e parole del Fois ai soldati (183-186). — Ordine dell’esercito dei [p. 409 modifica]collegati (186-187). — La battaglia di Ravenna (187-191). — Le perdite dei due eserciti (191-192). — Sacco di Ravenna; l’esercito francese dopo la morte del Fois (192-193).

XIV. I cardinali premono sul pontefice per indurlo alla pace; per la deliberazione contraria insistono gli ambasciatori del re d’Aragona e dei veneziani; incertezza del pontefice (193-196). — Fuggevoli speranze di pace (196-197). — Il pontefice incoraggiato dall’allontanarsi della minaccia francese (197-198). — Si apre il concilio lateranense (198-199).

XV. Il re di Francia sempre piú disposto alla pace col pontefice (199--200). — Il pontefice continua invece ad ostacolarla (200-202). — Ossequi al cardinale de’ Medici prigione in Milano e legato apostolico (202-203). — Il re di Francia richiama le milizie nel ducato di Milano e rinnova la confederazione coi fiorentini (203).

XVI. Gli svizzeri, accettato il soldo del pontefice, si radunano a Coira (203-204). — Le forze francesi fortemente diminuite in Italia (204-207). — I fanti tedeschi per intimazione di Massimiliano abbandonano l’esercito francese (207). — I francesi si ritirano dal ducato di Milano (207-208). — Il cardinale de’ Medici liberato dai paesani di Pieve del Cairo (208-209). — Le cittá del ducato costrette a pagare taglie agli svizzeri (209-210). — Mutamenti politici dopo la ritirata dei francesi (210).

Libro undecimo |||
 p. 211-299

I. Vane trattative, a Roma, fra il pontefice e il duca di Ferrara (211-212). — Il duca coll’aiuto dei Colonna abbandona Roma (212-213). — Milizie fiorentine svaligiate da soldati veneziani (213-214). — Scacco dei francesi alla villa di Paterna (214-215). — Difficili condizioni del regno di Francia assalito dagli inglesi (215).

II. Aspirazioni diverse dei collegati; favori del pontefice agli svizzeri (216-217). — Avversione procuratasi dai fiorentini con la neutralitá (218). — Loro incertezza e timori di fronte ai collegati (218-220). — I francesi consegnano Legnago al cardinale Gurgense, ed i veneziani occupano Bergamo (220). — Accordi fra i collegati contro Firenze (220-222).

III. Milizie spagnuole, condottieri pontifici ed i Medici contro la repubblica fiorentina (222-223). — Ambasceria dei fiorentini al viceré e richieste di questo (223). — Preparativi di difesa a Firenze e tentativi di accordi col pontefice (223-224). — Dispareri in Firenze per le richieste del viceré (224-226). — Convocazione del consiglio maggiore e discorso del gonfaloniere; deliberazione del consiglio (226-228). — Il viceré sotto Prato; sua inclinazione agli accordi (228-229).

IV. Presa e sacco di Prato (229-231). — Deposizione del gonfaloniere in Firenze (231-232). — Accordi dei fiorentini col viceré (232-233). — Riforma del governo in Firenze; restaurazione del governo dei Medici (233-235). — Errori che condussero i fiorentini alla perdita della libertá (235-236). — Resa del Castelletto di Genova (236). [p. 410 modifica]

V. Cessione, da parte dei francesi, di Brescia al viceré; cessione di Crema ai veneziani (237-238). — Accoglienza al vescovo Gurgense a Roma (238). — Trattative fra il vescovo e i veneziani e fra il pontefice e gli ambasciatori del re d’Aragona; la questione di Parma e di Piacenza (238-240). — Confederazione fra Cesare e il pontefice ed esclusione dei veneziani dalla lega (240-242). — Solenne ingresso in Milano di Massimiliano Sforza (242-243). — Nuovi e vani sforzi del pontefice per la pace fra Venezia e Massimiliano Cesare (243-244).

VI. Inglesi e spagnuoli contro la Francia; occupazione del regno di Navarra da parte del re d’Aragona (244-246). — Minaccie del pontefice contro il re di Francia (246). — Gli inglesi abbandonano l’impresa per dissidi col re d’Aragona (246-247). — Vano tentativo dei francesi di liberare il regno di Navarra (247-248). — Scoperta della congiura del duca di Calabria per fuggire nell’esercito francese (248-249).

1513 VII. Speranze di accordi del re di Francia e segrete trattative col vescovo Gurgense coi veneziani e col re d’Aragona (249-251). — I suoi vani tentativi di accordi con gli svizzeri (251-252). — Dispareri nel consiglio del re di Francia intorno alla politica da seguirsi rispetto ai veneziani e a Cesare; sforzi del re d’Aragona per conciliare i veneziani e Cesare (252-254).

VIII. Morte di Giulio II: giudizio dell’autore (255-257). — Occupazione di Piacenza e di Parma da parte del viceré (257-258). — Elezione di Leone X; sue promesse di benevolenza verso i cardinali scismatici (258-259). — Magnifica incoronazione del nuovo pontefice (259-260).

IX. Tregua fra il re di Francia e il re d’Aragona (260-262). — Preoccupazioni in Italia per la conclusione della tregua (262). — Ragioni che spingono il re di Francia alla nuova impresa d’Italia (263-264). — Confederazione fra i veneziani e il re di Francia (264-265).

X. Dubbi del re di Francia per il contegno e gli atti del pontefice (265-266). — Cauto contegno di questo (266-267). — Ambiguo contegno del viceré (267-268). — Prime irrequietudini in Milano per l’avvicinarsi dei francesi (268-269). — La partenza del viceré dalla Trebbia e suo improvviso ritorno (269). — Suo atteggiamento d’attesa degli avvenimenti (269).

XI. Prime imprese dei veneziani, e dedizioni di cittá del ducato di Milano ai francesi (270-271). — Fazioni vittoriose dei tedeschi nel veronese (272). — Genova ridotta alla devozione del re di Francia (272-273).

XII. I francesi, dopo vari assalti alla cittá, si accampano a due miglia da Novara (273-274). — Parole di Mottino agli svizzeri per esortarli ad assalire gli alloggiamenti nemici (274-276). — Vittoria degli svizzeri e copiosi frutti di essa (276-279). — Vicende della guerra dei veneziani (279-281).

XIII. Atto di sottomissione dei cardinali scismatici (282-284). — Aiuti del pontefice a Cesare (284-285). — Apprensioni dei veneziani e loro pronte decisioni (285). [p. 411 modifica]

XIV. Indecisioni dei tedeschi; fortunata impresa di Renzo da Ceri (285-286). — Propositi degli Adorni e del duca di Milano di mutare il governo in Genova, passata, dopo Novara, sotto l’influenza spagnuola (286-287). — Fallita impresa di tedeschi e di spagnuoli contro Padova (287-289). — Fazioni di guerra nei territori di Bergamo e di Crema (289-290). — Azioni di tedeschi di spagnuoli e di soldati del pontefice contro Venezia (290-291).

XV. Affrettata e difficile ritirata delle truppe tedesche nel Veneto (291-294). — Inaspettata rotta dei veneziani sotto Vicenza (294-296).

XVI. Il pontefice arbitro nel compromesso fra i veneziani e Cesare (296-298). — Continuano le azioni di guerra fra i veneziani e le milizie di Cesare (298). — Nuovi tentativi degli Adorni e dei Fieschi contro Genova; questioni fra fiorentini e lucchesi; resa dei castelli di Milano e di Cremona e tentativo dei genovesi contro la Lanterna tenuta dai francesi (298-299).

Libro duodecimo |||
 p. 301-404

I. Azioni e preparativi del re d’Inghilterra contro la Francia; preparativi di difesa del re di Francia (301-303). — Spedizione del re d’Inghilterra (303-305). — Presa di Terroana (305). — Massimiliano Cesare presso l’esercito inglese (305).

II. Invasione della Borgogna da parte degli svizzeri; accordi con Tramoglia (306-307). — Indecisione del re di Francia intorno all’opportunitá della ratifica degli accordi (307).

III. Nuove vicende della guerra degli inglesi in Francia (307-309). — Nuove preoccupazioni e pericoli del re di Francia (309-310). — Conciliazione del re con il papa (310-311). — Morte della regina di Francia (311).

1514 IV. Consigli del pontefice agli svizzeri di maggior benevolenza verso il re di Francia, ed al re di attenersi agli accordi con loro conchiusi (311-314). — Difficoltá di conciliazione fra gli svizzeri ed il re (314). — Proroga della tregua fra il re di Francia ed il re d’Aragona (314-315).

V. I veneziani e Massimiliano Cesare si rimettono di nuovo al pontefice per un compromesso (316-317). — Nuove fazioni di guerra fra veneziani e tedeschi (317-318). — Condizioni ed insuccesso del lodo del pontefice (318-319). — Fortunata azione di Renzo da Ceri a Crema (319). — Vicende di guerra nel Friuli (319-320).

VI. Persistenza dell’avversione degli svizzeri al re di Francia e sospetti del re verso il pontefice (321-322). — Sdegno del re d’Inghilterra contro il re d’Aragona per la convenzione conclusa col re di Francia (322). — Pace fra il re d’Inghilterra e il re di Francia (322-324). — Convenzione del pontefice con Massimiliano Cesare e col re d’Aragona; altra convenzione col re di Francia (324-325).

VII. Pensieri dei principi e degli svizzeri intorno alla pace conchiusa dai [p. 412 modifica]re di Francia e di Inghilterra (326-327). — Sollecitazioni del pontefice al re di Francia perché tenti l’impresa del ducato di Milano; resa della Lanterna di Genova (327-328). — La politica del pontefice e nuove preoccupazioni del re di Francia (328-329).

VIII. Attentato degli spagnuoli contro l’Alviano; nuove fazioni di guerra fra veneziani e spagnuoli nel Veneto (330-331). — Nuove vicende della lotta a Crema e nel bergamasco (331-332). — Attivitá dell’Alviano nel Veneto (332-333). — Quiete nel Friuli (333-334). — Tentativi dei Fieschi e degli Adorni in Genova (334). — Dono del re del Portogallo al pontefice (334).

1515 IX. Sollecitazioni del re di Francia al pontefice per averne l’adesione e l’appoggio; risposta del pontefice al re (334-336). — Morte del re di Francia: considerazioni dell’autore (337).

X. Il nuovo re di Francia: sue doti e sue aspirazioni (338-339). — Accordi con il re d’Inghilterra e con l’arciduca (339-340). — Accordi coi veneziani (340-341). — Accordi fra Massimiliano Cesare, il re d’Aragona, il duca di Milano e gli svizzeri contro il re di Francia ove tenti la conquista del ducato (341-342).

XI. Preparativi del re di Francia per la spedizione in Italia (343). — Tentativi e speranze d’avere favorevole il pontefice, e condotta ambigua di questo (343-345). — Accordi fra il re ed il doge di Genova (345-346). — Inizio della spedizione in Italia (346).

XII. Gli svizzeri alla difesa del ducato di Milano (347). — Preoccupazione dei francesi di evitare i passi alpini custoditi dagli svizzeri (348). — Passi alpini da Lione in Italia (348-349). — Consigli del re d’Inghilterra contrari all’impresa d’Italia (349-350). — I francesi, passate le Alpi, entrano nel marchesato di Saluzzo (350-351). — Prospero Colonna prigione dei francesi (351-352).

XIII. Migliore disposizione del pontefice verso il re di Francia, dopo il passaggio in Italia (352-353). — Opposizione di Giulio de’ Medici ai propositi di rinuncia del pontefice a cittá dell’Emilia (353-354). — Atteggiamento d’attesa del viceré (354). — Inclinazione degli svizzeri a trattare col re di Francia (354-355).

XIV. Il re di Francia apprende d’aver nemico il pontefice; incertezze fra gli svizzeri; resa di Novara (355-356). — I francesi sotto Milano; contegno della popolazione (356-357). — Pace, subito turbata, fra il re di Francia e gli svizzeri (357-358). — Il viceré muove da Verona a Parma e l’Alviano dal Polesine di Rovigo a Cremona (358-359). — Il re di Francia a Marignano: le posizioni dei diversi eserciti (359-360).

XV. Sospetti del viceré riguardo all’esercito pontificio (360). — Vana deliberazione degli spagnuoli e dei pontifici di passare il Po (360-362). — Parole d’incitamento agli svizzeri del cardinale sedunense (362-365). — Il primo giorno della battaglia fra svizzeri e francesi (365-366). — Il secondo giorno ed il sopraggiungere dell’Alviano: importanza ed esito della battaglia; sue conseguenze (366-369). [p. 413 modifica]

XVI. Accordi fra il pontefice e il re di Francia (369-372). — I francesi contro il castello di Milano (372). — Accordi fra il re di Francia e Massimiliano Sforza (372-373). — Massimiliano Sforza in Francia (373).

XVII. Richieste d’aiuti dei veneziani al re di Francia (373-374). — Morte dell’Alviano e onori resigli dai soldati; giudizio dell’autore (374-375). — Successi dei veneziani (375). — Veneziani e francesi contro Brescia; insuccesso dell’impresa (375-377).

1516 XVIII. Incontro del pontefice e del re di Francia a Bologna e questioni trattate (377-380). — Ritorno del re in Francia; suoi accordi con gli svizzeri (380-381). — Mutamento di governo in Siena (381).

XIX. Morte del re d’Aragona; giudizio dell’autore (381-383). — Morte del gran capitano (383). — Aspirazione del re di Francia alla conquista del regno di Napoli e sue speranze (383-384). — Liberazione di Prospero Colonna dalla prigionia (384).

XX. Si ravvisa la lotta fra tedeschi e franco-veneziani (385). — Discesa di Cesare con nuove milizie in Italia; suoi successi; intimazione ai milanesi (385-387). — I francesi si restringono in Milano (387-388). — Arrivo degli svizzeri (388). — Timori di Cesare e sua ritirata dal milanese (388-389). — Ritorno di svizzeri in patria (389). — Sacco di Lodi e di Sant’Angelo (389). — Condotta ambigua del pontefice durante l’impresa di Cesare (390-391). — Presa di Brescia (391).

XXI. Monitorio del pontefice contro il duca di Urbino (392-393). — Occupazione del ducato da parte di Lorenzo de’ Medici; resa delle fortezze (393-395). — Investitura di Lorenzo (395). — Ragioni di sospetti e di malcontento del re di Francia riguardo al pontefice (395-396).

XXII. Trattative tra il re di Francia e il re di Spagna (397-398). — Milizie francesi nel veronese e nel mantovano; rifiuto di fanti tedeschi del Lautrech di assalire Verona (398). — Accordi a Noion fra Francia e Spagna (398-399). — Francesi e veneziani contro Verona (399-401). — Il Lautrech si ritira a Villafranca; rinforzi in Verona (401-402). — Pace 1517 fra Cesare e il re di Francia; accordi del re cogli svizzeri (402-403). — Verona ritorna ai veneziani (403-404).


[p. 357 modifica]

INDICE E SOMMARIO - VOLUME IV

Libro tredecimo |||
 p. 1-75

I. Vane speranze di pace e di quiete per l’Italia (1-2). — Francesco Maria della Rovere assolda milizie straniere per la riconquista del ducato d’Urbino (2-3). — Timori e sospetti del pontefice (3-4). — Il pontefice e Lorenzo de’ Medici inviano soldati in Romagna (4-5). — Liete accoglienze delle popolazioni a Francesco Maria entrato nel ducato; riconquista di Urbino (5-6). — Tentativi contro Fano (6-7). — Posizione di Pesaro (7-8).

II. Lamentele del pontefice coi principi e richieste di aiuti (8). — Risposte diverse dei principi al pontefice, e nuova convenzione di questo col re di Francia (9-10). — Patti stabiliti nella convenzione (10-11).

III. Scorrerie dell’esercito di Lorenzo nel territorio del ducato (11-12). — Ambasciatore di Francesco Maria trattenuto prigione da Lorenzo (12-13). — Efficienza dell’esercito di Lorenzo (13). — Fossombrone e il Vicariato (13). — Prima occasione di buon successo perduta dall’esercito di Lorenzo (13-15).

IV. Ritirata dell’esercito di Lorenzo verso Monte Baroccio; scaramuccie coi nemici, che li prevengono nell’occupazione del luogo (15-18). — Posizione dei due eserciti (18). — Nuovo spostarsi dell’esercito di Lorenzo (18-19). — Presa di San Gostanzo (19). — L’esercito di Lorenzo sotto Mondolfo; ferita di Lorenzo (19-20). — Resa del castello (20).

V. Il cardinale di Santa Maria in Portico legato pontificio all’esercito; tumulti per questioni fra soldati tedeschi e italiani; conseguente sospensione delle operazioni (20-22). — Defezione di soldati spagnuoli dall’esercito pontificio (22). — Strage di soldati tedeschi (22). — Defezione di guasconi e di tedeschi dall’esercito pontificio (23). — Consiglio dei capi dell’esercito di rimettere i Bentivoglio in Bologna e sdegno del pontefice per tale proposta (23-24). [p. 358 modifica]

VI. Francesco Maria si volge verso Perugia (24-25). — Esecuzione di capi di milizie spagnuole colpevoli di accordi coi nemici (25-28). — Provvedimenti dei pontifici per far fallire l’impresa del duca di Urbino (28). — Accordi di Giampaolo Baglioni con Francesco Maria (28-29). — I progressi dei nemici costringono Francesco Maria a ritornare nel ducato (29-30).

VII. Congiura del cardinale Alfonso Petrucci contro il pontefice (30-32). — Esami e pene dei congiurati (32-34). — Nomine numerose di nuovi cardinali, di cui alcuni appartenenti a famiglie nobili romane (34-35).

VIII. Francesco Maria nella Marca (35-36). — Offerte d’aiuto del re di Francia al pontefice; sospetti reciproci e sospetti anche del re di Spagna (36-37). — Battaglia ai borghi di Rimini; Francesco Maria passa in Toscana; difficoltá di Francesco Maria e del pontefice (37-39). — Concordia fra il pontefice e Francesco Maria (39-41). — Considerazioni dell’autore sulla guerra e sul modo con cui è stata condotta (41). — Il re di Spagna prende possesso dei suoi stati; i veneziani riconfermano la lega difensiva col re di Francia (42).

1518 IX. Il 1518 anno di quiete e di pace per l’Italia; trattative fra i principi per una spedizione contro i turchi (42). — Delitti domestici e progressi di Selim; i mammalucchi (42-44). — Potenza di Selim (44-45). — Appello del pontefice ai principi cristiani, e disegni per la spedizione; pubblicazione in concistorio d’una tregua di cinque anni fra i principi cristiani (45-46). — Scarso entusiasmo dei principi per l’impresa; morte di Selim (46-47).

X. Manifestazioni di cordialitá fra il pontefice e il re di Francia (47-48). — Proroga della tregua dei veneziani con Cesare (48). — Lega e parentado fra i re di Francia e d’Inghilterra (48-49). — Conferma della pace fra i re di Francia e di Spagna (49). — Morte di Gianiacopo da Triulzi; giudizio dell’autore (49-50).

XI. Desiderio di Cesare che venga designato un suo nipote a re dei romani; sue preferenze per Ferdinando, e preferenze dei suoi consiglieri per Carlo (51-52). — Azione del re di Francia contraria 1519 all’incoronazione imperiale di Cesare (53). — Morte di Cesare; giudizio dell’autore (53-54).

XII. Aspirazione del re di Francia e del re di Spagna all’impero (54). — Speranze dell’uno e dell’altro sovrano (54-57). — Preoccupazioni e prudenza del pontefice (57-58). — Allestimento di armate da parte dei due re e simulazione d’amicizia (58-59). — Morte di Lorenzo de’ Medici; il ducato d’Urbino passa alla sedia apostolica (59).

XIII. Sforzi del re di Francia per guadagnarsi il favore degli elettori dell’impero, e inclinazione dei popoli di Germania contraria a un sovrano straniero (60). — Ancora dell’atteggiamento del pontefice (60-61). — Elezione a imperatore del re di Spagna (61-62). — Impressione per l’elezione di Carlo; ragioni di dissensi col re di Francia (62-63). [p. 359 modifica]

XIV. Aspirazione del pontefice all’acquisto di Ferrara (63-65). — Il vescovo di Ventimiglia muove con milizie con il disegno occulto di dar l’assalto alla cittá (65). — Ragione del fallimento dell’impresa (65-66). — Scioglimento dell’esercito (66).

1520 XV. Primo diffondersi delle idee luterane; occasione offerta dalla corte pontificia e scandalo della vendita delle indulgenze in Germania (67-68). — Come Lutero passò a negare i princípi della Chiesa (68-69). — Misure prese dal pontefice contro Lutero; perché poco giovarono (69-71).

XVI. Giampaolo Buglioni invitato a Roma dal pontefice, incarcerato e giustiziato (71-72). — Nuove insidie del pontefice contro il duca di Ferrara (72-73). — Incoronazione di Cesare in Aquisgrana; sue ragioni di preoccupazione (73-74). — Minaccie di fanti spagnoli alle terre della Chiesa (74-75).

Libro quartodecimo |||
 p. 77-168

1521 I. L’anno 1521 porta nuove guerre, per la gelosia di due potentissimi re, all’Italia, stata per tre anni in pace (77-78). — Il pontefice assolda seimila svizzeri, senza che alcuno sappia per quale impresa (79-80). — Segreti accordi del pontefice col re di Francia (80). — Il regno di Navarra conquistato all’antico re (81). — I successi dei francesi determinano la concordia in Ispagna (81). — Deliberazione degli svizzeri a favore del re di Francia (81-82). — Confederazione di Cesare e del pontefice contro il re di Francia (82-84). — Ragioni di Cesare sul ducato di Milano (84-85).

II. Progetti e tentativi contro Genova e contro il ducato di Milano da parte degli spagnuoli, del pontefice, dello Sforza e dei fuorusciti (85-86). — Le milizie francesi sotto Reggio; incidenti coi fuorusciti raccolti a Reggio; abboccamento dello Scudo col Guicciardini (86-89). — Scoppio di polvere e rovina di mura del castello di Milano (89).

III. Lamentele del pontefice per i fatti di Reggio ed aperti suoi accordi con Cesare (90). — Fallito tentativo contro Como (90-91). — Preparativi e piani di guerra contro il ducato di Milano (91-93). — Preparativi di difesa del re di Francia (93-94).

IV. Le milizie pontificie e spagnuole vicino a Parma; Francesco Guicciardini commissario generale dell’esercito pontificio (94-95). — Arrivo delle milizie tedesche (95-96). — Diversitá di pareri fra i comandanti (96-98). — Lentezza nell’azione ripresa dal commissario; deliberazione di porre il campo a Parma (98-100).

V. Assedio di Parma; opere di preparazione per l’assalto (100-102). — Gli assedianti occupano il Codiponte abbandonato dai francesi (102-104). — Il Lautrech con le sue milizie a sette miglia da Parma (104). — Imprese fortunate del duca di Ferrara nel modenese e milizie mandate contro di lui (104-105). — Dubbi dei comandanti dell’esercito [p. 360 modifica]ispano-pontificio; discussione del commissario generale con loro (105-108). — Si leva il campo da Parma (108).

VI. Rammarico del pontefice e meraviglia generale per la decisione presa dai comandanti dell’esercito ispano-pontificio; posizione degli eserciti nemici (109-111). — Sfortuna dell’esercito di Cesare in Fiandra (111). — Nuovi piani di guerra degli ispano-pontifici (111-112). — Cattiva fortuna e temeritá dei fuorusciti milanesi (112-113). — Vano tentativo di Giovanni de’ Medici contro il ponte di barche sul Po (113). — L’esercito pronto a passare al di lá del fiume (113). — Gli svizzeri lasciati nelle terre della Chiesa e contro il duca di Ferrara (113-114).

VII. I pontifici e gli spagnuoli a Casalmaggiore (114-115). — Il cardinale de’ Medici legato presso l’esercito (115). — L’esercito sull’Oglio (115). — Questioni fra fanti italiani e spagnuoli; fazione fra Giovanni de’ Medici e gli stradiotti (115-116). — Spostamenti degli eserciti nemici (116-119). — Rotta delle genti del duca di Ferrara al Finale (119-120).

VIII. Discesa degli svizzeri: loro riluttanza ad assaltare il ducato di Milano: concordato con l’esercito ispano-pontificio (120-121). — Partenza degli svizzeri dall’esercito francese e causa che l’ha determinata (121-122). — Il Lautrech spera di far resistenza ai nemici sull’Adda (122). — Prime milizie mandate da Prospero Colonna a passare il fiume (123). — Gli ispano-pontifici passano l’Adda; il Lautrech si ritira a Milano (123-124).

IX. Gloria derivata a Prospero Colonna dal successo ottenuto (125-126). — L’esercito ispano-pontificio alloggia a Marignano; di qui marcia verso Milano (126-127). — Entrata in Milano; anche le altre cittá del ducato passano agli ispano-pontifici (127-130). — Sdegno degli svizzeri perché i loro fanti hanno combattuto contro i francesi (130).

X. Morte di Leone decimo; giudizio dell’autore (130-131). — Terre e fortezze rimaste in possesso dei francesi (131-132). — Tornai presa da Cesare (132). — Conseguenze della morte del pontefice nel ducato di Milano (132). — Progressi del duca di Ferrara (133). — I francesi e i veneziani contro Parma (133-135). — L’opera del commissario Francesco Guicciardini (135-138). — Sue parole di fiducia e di rimprovero (138). — Vani assalti dell’esercito nemico a Parma (138-139).

XI. Conseguenze della fallita impresa contro Parma; il duca di Urbino riconquista lo stato (140-141). — Le milizie del duca e dei Baglioni sotto Perugia (141-142). — Scorrerie delle milizie nemiche nel ducato di Milano (142). — Il conclave per l’elezione del nuovo pontefice rimandato per la prigionia del cardinale d’Ivrea (142-143).

1522 XII. Mutamento politico in Perugia (143-144). — Difficoltá nella nomina del pontefice ed ambizione del cardinale de’ Medici (144-145). — Elezione di Adriano sesto (145-146). — Il duca d’Urbino e i Baglioni marciano verso Siena (146-147). — Apprensioni e provvedimenti dei fiorentini; il fallimento dell’impresa (147-148). — Tacita tregua d’armi in Umbria, in Toscana e nel ducato di Milano (148-149). [p. 361 modifica]

XIII. Perdita di Alessandria e di Asti da parte dei francesi (149-150). — Svizzeri al soldo del re di Francia in marcia per il ducato di Milano (150). — Fanti tedeschi soldati da Cesare e dai milanesi (150-151). — Prediche di frate Andrea Barbato contro i francesi (151). — Provvedimenti di guerra di Prospero Colonna a Milano (151-153). — Movimenti dei franco-veneziani; Giovanni de’ Medici passato ai francesi (153). — Tenacia dei milanesi nel sopportare le strettezze a cui son costretti dai provvedimenti del Lautrech (153-154).

XIV. Il duca di Milano da Trento a Pavia; posizioni degli eserciti nemici e fazioni di guerra; il duca a Milano; calorose accoglienze della popolazione (154-156). — Il Lautrech sotto Pavia; quindi a Monza; malcontento e proteste degli svizzeri (156-158). — Assalti sfortunati delle milizie francesi alla Bicocca (158-160). — Conseguenze della sconfitta (160). — Nuovi insuccessi dei francesi nel ducato di Milano (160-162). — Caduta di Genova nelle mani degli imperiali (162-164).

XV. Fallito tentativo del Bentivoglio contro Bologna (164-165). — Vani tentativi di mutamenti di governo in Siena ed in Firenze (165-168). — Pericoloso accidente in Lucca (168). — Sigismondo Malatesta occupa Rimini (168).

Libro quintodecimo |||
 p. 169-266

I. Timori che il re di Francia ritenti l’impresa del ducato di Milano; gli spagnuoli impongono contribuzioni agli stati italiani (169-170). — Adriano VI a Roma (170-171). — Cesare mira ad accordi coi veneziani; intimazione di tregua con Cesare del re d’Inghilterra al re di Francia (171). — Cedola di privilegi di stato di Cesare ai fiorentini (171-172). — Provvedimenti di Cesare contro i colpevoli della tentata sedizione in Ispagna (172). — Caduta di Rodi in potere di Solimano (172-174). 1523 Rimini restituita al pontefice; assoluzione dalle censure del duca d’Urbino (174). — Rinvestitura di Ferrara al duca d’Este (174). — Resa del castello di Milano (174-175).

II. Trattative di pace fra i veneziani e Cesare; promesse del re di Francia ai veneziani per mantenerli legati a sé (175-176). — Varietá di pareri nel senato veneziano; discorso di Andrea Gritti in favore del mantenimento della confederazione col re di Francia; discorso di Giorgio Cornaro a favore della confederazione con Cesare (176-185). — Deliberazione dei veneziani e patti con Cesare, con l’arciduca Ferdinando e con Francesco Sforza (185-186).

III. Tentativi del pontefice di unire in concordia i principi cristiani contro i turchi (187-188). — Come il cardinale di Volterra cade in disgrazia del pontefice (189). — Confederazione di principi di cui fa parte il pontefice (189-190). — Attentato contro Francesco Sforza (190-191). — Moto nella fortezza di Valenza (191). — Defezione del connestabile di [p. 362 modifica]Borbone (191-193). — Spedizione del Bonnivet in Italia; occupazione delle terre alla destra del Ticino (193). — Sorpresa di Prospero Colonna: sue prime deliberazioni (193-194). — I francesi vicino a Milano (195). — Morte di papa Adriano (195).

IV. Disordini e fazioni di guerra nel modenese e nel reggiano (195-196). — Il presidio di Modena rafforzato con fanti spagnuoli contro il duca di Ferrara (197). — Pronti provvedimenti del commissario Guicciardini per difendere la cittá (198-199). — Reggio e Rubiera occupate dal duca di Ferrara (199-200).

V. I francesi occupano Lodi; vani tentativi contro Cremona (200-201). — Fatti di guerra in Lombardia; fazioni sfavorevoli ai francesi (201-204) — Accordi fra Prospero Colonna ed il duca di Ferrara per la cessione di Modena, venuti a conoscenza del commissario Guicciardini (204-206). — Monza ricuperata dagli imperiali; disposizione delle forze avversarie (206-207). — Vano tentativo di tregua; ritirata dei francesi (207-208).

VI. Il conclave e l’elezione di Clemente VII (209-211). — Aspettazione dell’opera del nuovo pontefice (211). — Vano tentativo di Renzo da Ceri contro la rocca di Arona (211-212). — Morte di Prospero Colonna; giudizio dell’autore (212-214). — Variazioni nel modo di condurre le guerre dopo Carlo VIII (213-214). — Fallimento dell’impresa di Cesare contro la Francia (214-215).

1524 VII. Accordi fra i collegati per condurre a fine la guerra (215-216). — Contegno del pontefice (216). — Fortunate azioni del marchese di Pescara e di Giovanni de’ Medici (216-217). — Movimenti degli eserciti avversari (217-218). — Azione dei veneziani a Garlasco e di Giovanni d’Urbino a Sartirana (218-219). — Altri fatti di guerra nel ducato di Milano (219).

VIII. I grigioni assoldati dai francesi giunti a Cravina ritornano in patria (220). — I francesi perdono Biagrassa; la peste a Milano (220-221). — Bonnivet a Novara, quindi a Romagnano, ed al di lá della Sesia inseguito dai nemici; assalti e scaramuccie; ferita e morte di Baiardo (221-223). — Ritorno di Bonnivet in Francia (223). — L’Italia liberata pel momento dalle molestie della guerra, ma non dal sospetto che si rinnovino (224).

IX. I soldati di Cesare prendono Fonterabia; vani tentativi del pontefice di condurre i principi alla pace o alla tregua; pretese del re d’Inghilterra al trono di Francia, e ambizione del cardinale eboracense (224-227). — Accordi di Cesare e del re d’Inghilterra per muovere la guerra in Francia; il pontefice avverso all’impresa (227-228). — Occupazione di Nizza (228). — Vicende della guerra in Provenza (228-230). — Deliberazione del re di Francia di portare la guerra in Italia (230-231). — Ritirata dei soldati di Cesare dalla Provenza (231). — Gli eserciti nemici nel ducato di Milano (232).

X. Misere condizioni di Milano dopo la peste (232). — Parole del Morone [p. 363 modifica]ai milanesi (232-233). — I francesi sotto Milano, dove pongono un presidio per l’assedio del castello (234). — Difficoltá di Cesare: contegno degli antichi confederati (234-236). — Vano assalto del re di Francia a Pavia; vani tentativi di deviare le acque del Ticino; assedio della cittá (236-237).

XI. Nuovi e inutili tentativi di concordia del pontefice (237-238). — Suoi accordi col re di Francia (238). — Nuove angustie e difficoltá di Cesare (238-239).

XII. Disegni e preparativi del re di Francia per la spedizione contro il reame di Napoli: obiezioni del pontefice (240-241). — I preparativi sospesi e ripresi; proposte del pontefice al viceré (241-242). — Discussione nel consiglio dell’esercito di Cesare (242-243). — Risposta del viceré al pontefice (243-244). — Breve del pontefice a Cesare; risposta dell’oratore pontificio alle querele di Cesare (244-246).

XIII. Invio di munizioni del duca di Ferrara al re di Francia; il duca di Albania, capo della spedizione contro il reame di Napoli, presso 1525 Lucca (246-247). — Fazione di Varagine (247). — II duca di Albania a Siena; riordinamento del governo della cittá (247-249). — Fanti assoldati in Roma e dal duca e dai Colonnesi suoi avversari (249).

XIV. Difficoltá degli assediati in Pavia; risposta dei veneziani all’oratore di Cesare (249-250). — Scarsezza di danari nell’esercito di Cesare (251). — Milizie cesaree in marcia verso Pavia (251-252). — Diversitá di pareri nel consiglio del re di Francia (252-253). — Il re delibera di perseverare nell’assedio della cittá; nuove disposizioni delle forze assedianti (253-254). — Le forze del re di Francia (255). — Gli imperiali prendono il castello di Sant’Angelo (255-256). — Casi sfortunati per i francesi (256). — Perché i grigioni richiamano gli uomini propri soldati dal re (256-257). — Appoggio del re d’Inghilterra a Cesare (257).

XV. Gli imperiali, occupati i luoghi vicini a Pavia, si accostano all’esercito nemico; sussidio di munizioni agli assediati (257-259). — Scaramucce fra i soldati nemici; trattative di tregua per opera dei nunzi del pontefice presso i due eserciti (259-260). — Ferita di Giovanni de’ Medici (260). — Battaglia di Pavia (266).

Libro sestodecimo |||
 p. 267-356

I. Apprensioni dei governi italiani per la potenza di Cesare dopo la battaglia di Pavia (267-268). — Particolari ragioni di apprensione dei veneziani e del pontefice (268-269). — Ragioni del pontefice di temere dell’inimicizia di Cesare (269-271). — Proposte di accordi dei veneziani al pontefice (271-272).

II. Il pontefice si volge con tutto l’animo alla concordia con Cesare (273-274). — Difficoltá di comprendere nella concordia i veneziani (274-275). — Ritorno del duca d’Albania in Francia (275). — Confederazione fra il [p. 364 modifica]pontefice e Cesare (275-277). — Diversitá di giudizi sulla confederazione; giudizio dell’autore (277-278).

III. La politica dei pontefici verso il duca d’Este, e loro ambizione su Ferrara (278-280). — Apprensioni del duca dopo l’elezione di Clemente; timori di suoi accordi con Cesare (280-281).

IV. Il vescovo di Pistoia inviato dal pontefice a visitare e consolare il re di Francia (281). — Cesare riceve in protezione i lucchesi; nuovo mutamento di govemo in Siena (281-282). — Accordi di altri principi italiani con Cesare; rinvio di soldati tedeschi in Germania (282-283).

V. Come Cesare accoglie la notizia della vittoria sul nemico; convocazione del consiglio; parole del vescovo di Osma; parole del duca d’Alba (283-293). — Cesare fa notificare al re di Francia a quali condizioni gli concederebbe la libertá; risposta del re (293-295).

VI. Dolore in Francia per la sconfitta e la prigionia del re; proposte della reggente a Cesare; proposte ai veneziani e al papa (295-297). — Difficoltá di accordi fra Cesare e il re d’Inghilterra (297-298). — Accordi fra il re d’Inghilterra e la reggente di Francia (298). — Insolenza dei capitani cesarei in Italia (298-299).

VII. Il pontefice pubblica l’accordo concluso col viceré; sue ragioni di malcontento verso il viceré (299-301). — Cesare ratifica solo in parte l’accordo col pontefice, il quale ricusa perciò le lettere di ratifica (301-302). — Atteggiamento di attesa dei veneziani (302-303). — Il re di Francia condotto in Ispagna; contegno di Cesare verso di lui (303-304). — Tregua fra Cesare ed il governo di Francia; disposizioni riguardanti le cose d’Italia e le milizie cesaree (304-305).

VIII. Diverse ragioni di malcontento, pel trasferimento del re di Francia in Ispagna, dei veneziani del pontefice del Borbone e del marchese di Pescara (306-308). — Condizione di soggezione a Cesare del duca di Milano; malcontento dei sudditi; occulte proposte del Morone contro Cesare al marchese di Pescara, al pontefice ed ai veneziani (308-310). — Contegno del marchese di Pescara: sua rivelazione della congiura a Cesare (310-312). — Promesse della reggente di Francia (312-313). — Cesare invia la patente di capitanato al marchese di Pescara (313). — Investitura del ducato a Francesco Sforza (313-314). — Infermitá del duca; raccolta di nuove milizie da parte del marchese di Pescara (314).

IX. Infermitá del re di Francia; visita e promessa di Cesare (314-315). — Difficoltá di trattative fra Cesare e madama d’Alanson (315-316). — Trattative fra il pontefice e Cesare (316-318).

X. Il Morone fatto prigione dal marchese di Pescara (318-320). — Il marchese di Pescara, occupato il ducato, costringe i milanesi a giurare fedeltá a Cesare, e cinge con trincee il castello di Milano ove trovasi il duca; timori d’Italia tutta per la potenza di Cesare; come fu giudicato l’operato del marchese di Pescara (320-321). — Risposta dei veneziani all’inviato di Cesare (321-323). [p. 365 modifica]

XI. Il Borbone in Ispagna; disprezzo dei nobili spagnuoli per lui; morte del marchese di Pescara; giudizio dell’autore (323-324). — Incertezza del pontefice sull’opportunitá della confederazione contro Cesare (324-327).

XII. Diversitá dei caratteri di Leone decimo e di Giulio de’ Medici; stima generale delle doti di Giulio e grande attesa per la sua elezione a pontefice; sua incertezza nel deliberare e nell’eseguire (327-330). — Suoi consiglieri e loro modo d’agire (330-331). — Il pontefice giá deciso alla confederazione contro Cesare sospende gli accordi per la notizia dell’arrivo d’un ambasciatore cesareo (331).

XIII. Ragioni dell’invio dell’ambasciatore di Cesare al pontefice (332). — Obiezioni del pontefice alle proposte di Cesare e promesse dell’ambasciatore (332-334). — Accordo provvisorio fra il pontefice e Cesare (334).

1526 XIV. Lettera del pontefice a Cesare a favore del duca di Milano (335). — Matrimonio di Cesare con la principessa di Portogallo (335). — Discussione nel consiglio di Cesare sulla politica da seguirsi riguardo al re di Francia ed in Italia; parole del gran cancelliere; parole del viceré (336-346).

XV. Cesare delibera di accordarsi col re di Francia (347-348). — Patti dell’accordo (348-350). — Impressioni destate dalle condizioni dell’accordo; rifiuto del gran cancelliere di sottoscriverle (350-351). — Dimostrazioni di familiaritá fra Cesare e il re di Francia (351).

XVI. Cesare comunica al pontefice l’accordo col re di Francia e le intenzioni sue riguardo al ducato di Milano (352-353). — Il pontefice delibera di mantenersi libero nelle decisioni e spedisce in Francia un proprio ambasciatore per conoscere le intenzioni del re (353-355). — Identica politica dei veneziani (355).

XVII. Come avvenne la liberazione del re di Francia dalla prigionia e la consegna dei figliuoli; il re si reca prestamente a Baiona, donde spedisce lettere al re d’Inghilterra (355-356).


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INDICE E SOMMARIO - VOLUME V


Libro decimosettimo |||
 p. 1-100

1526 I. Viva attesa in Italia delle decisioni del re di Francia liberato dalla prigionia (1-2). — Ragioni di rammarico contro Cesare esposte dal re di Francia agli inviati del pontefice e dei veneziani; veri intenti del re (2-4). — Difficili condizioni del duca di Milano assediato nel castello, e gravezze degli abitanti del ducato per il mantenimento dei soldati di Cesare (4-5). — Malcontento e tumulti in Milano (6-8).

II. Ragioni per cui il pontefice propende ad accordi col re di Francia contro Cesare (8-10). — Decisione del pontefice e dei veneziani di conchiudere la confederazione col re di Francia (10-11). — Assoldamento di milizie (11-13).

III. Dichiarazioni e proposte del re di Francia al viceré riguardo alle condizioni concluse con Cesare, e indugio della conclusione degli accordi col pontefice e coi veneziani (13-14). — Sdegno di Cesare per la proposta del re di Francia e sue deliberazioni (14-16). — Conclusione e patti della lega fra il pontefice, i veneziani ed il re di Francia (16-19). — Il pontefice ed i veneziani deliberano la rottura della guerra (19-20).

IV. Tentativi di accordi di Ugo di Moncada a nome di Cesare col duca di Milano (20-21). — Tentativi di accordi di Ugo di Moncada a nome di Cesare col pontefice (21-22). — Lettere di Antonio de Leva intercette dal luogotenente del pontefice (22-23). — Attesa in Italia di soldati svizzeri e ragioni del loro ritardo (23-24). — Tumulti provocati a Milano dai capitani cesarei (24-25).

V. Acquisto di Lodi da parte dei collegati (25-28). — Importanza di tale acquisto; attesa degli svizzeri e spostamenti dell’esercito veneto-pontificio; dispareri fra i capi dell’esercito (28-30). — Arrivo di soldati svizzeri all’esercito dei collegati; deliberazione di accostarsi a Milano per gli aiuti al castello (30-32).

VI. Arrivo del duca di Borbone con milizie spagnuole in Milano (32-33). — L’esercito veneto-pontificio sotto Milano; scaramuccie coi nemici (33[p. 422 modifica]35). — Improvvisa deliberazione del duca d’Urbino di scostarsi da Milano (35-38). — Meraviglia generale per la ritirata dei collegati (38-40).

VII. Preoccupazione del pontefice per le vicende della guerra e per il pericolo di tumulti in Roma (40-41). — Vano tentativo del pontefice di mutare il governo in Siena; milizie pontificie, fiorentine e di fuorusciti sotto le mura della cittá (41-43).

VIII. Difficoltá del re di Francia di ottenere soldati svizzeri (43-44). — Tristi condizioni dei milanesi alla mercé delle soldatesche cesaree; speranze nel duca di Borbone e parole d’un milanese a lui (44-50). — Vane promesse del duca di Borbone ai milanesi (50-51). — Licenza riprovevole delle milizie de’ collegati (51-52).

IX. L’esercito de’ collegati, per le condizioni difficili della guarnigione del castello, si accosta di nuovo a Milano (52-54). — Meraviglia dei capitani svizzeri per la lentezza e l’indecisione dell’esercito (54-55). — Resa del castello di Milano; patti della resa (55-57). — Ritirata dell’esercito pontificio da Siena (57-58). — L’Ungheria assalita dai turchi (58).

X. Richiesta del duca d’Urbino che venga nominato un capitano generale di tutta la lega (58-59). — Deliberazione di attendere gli svizzeri assoldati dal re di Francia e di assalire Cremona (59-60). — Ragioni di timori e di apprensione del pontefice (60-62). — Sollecitazioni e incitamenti del pontefice al re di Francia (62-63). — Trattative del pontefice anche col re d’Inghilterra (63). — Trattative col duca di Ferrara (63).

XI. Provvedimenti di Cesare per la guerra (64). — Vani assalti di milizie dei collegati a Cremona (65-68). — Deliberazione del duca d’Urbino di recarvisi con nuove milizie (68). — Giudizi sfavorevoli intorno al modo con cui è stata condotta l’impresa contro Milano (68-69) — Le armate veneziana, pontificia e francese dominano il mare intorno a Genova (69). — Resa di Cremona (70-71).

XII. Risultato delle pratiche del pontefice coi re di Francia e d’Inghilterra (72). — Grigioni al servizio dei collegati (73). — Tiepide azioni di guerra fra gli avversari in Lombardia (73-74). — Gravezze dei fiorentini e molestie dei senesi (74-75).

XIII. Capitolazione fra il pontefice ed i Colonna (75-76). — Notizia della vittoria dei turchi sugli ungheresi; effetti sul pontefice (76-78). — Perfidia dei Colonnesi contro il pontefice; tumulto provocato in Roma; tregua fra il pontefice, gli imperiali ed i Colonnesi (78-80). — Conseguenze di essa in Lombardia; partenza dei soldati tedeschi e spagnuoli da Cremona (80-82).

XIV. Intimazione a Cesare della lega conclusa fra il pontefice il re di Francia ed i veneziani (82-83). — Spostamenti delle milizie dei collegati in Lombardia (83-85). — Il Frondsperg raccoglie in Germania milizie per scendere in Italia; nuove deliberazioni del duca d’Urbino (85). [p. 423 modifica]

XV. Nuovi inviati del pontefice al re di Francia; trattative con lui e col re d’Inghilterra (86-87). — Milizie pontificie contro le terre dei Colonna (87-89). — Vani tentativi di trattative del pontefice col duca di Ferrara (89-90). — L’esercito del Frondsperg nel mantovano; deliberazioni del duca d’Urbino (90-91).

XVI. Fazione di Borgoforte; ferita e morte di Giovanni de’ Medici (91-93). — Scontro delle flotte nemiche vicino a Codemonte; la flotta di Cesare a Gaeta (93). — Marcia dell’esercito tedesco; truppe imperiali inviate da Milano a Pavia (93-94). — Provvedimenti difensivi dei collegati; i tedeschi alla Trebbia (94-96).

XVII. Brevi del pontefice a Cesare e risposte di questo; offerte del generale di San Francesco al pontefice di trattare la tregua a nome di Cesare; trattative di tregua e provvedimenti di guerra del pontefice; mutamento di contegno del viceré verso il pontefice (96-99). — Maggiori esigenze di Cesare per la pace coi collegati (99-100). — Capitolazione del duca di Ferrara con Cesare (100).
Libro decimottavo |||
 p. 101-200

1527 I. L’anno mille cinquecento ventisette ricco di avvenimenti e di sciagure (101). — Movimento delle milizie imperiali riunitesi nell’Emilia (101-103). — Vicende di guerra nello stato pontificio (103-104). — Richieste di aiuti del pontefice ai collegati e al re d’Inghilterra; dubbi dei collegati per le trattative del pontefice col viceré (104-105).

II. Inutili tentativi del viceré contro Frosinone (105-107). — Tregua fra il pontefice e il viceré, e offerte di Cesare al pontefice (107-108). — Ritirata dell’esercito del viceré da Frosinone (108-109).

III. Deliberazione dei collegati di assalire il regno di Napoli (109-110). — Principi dell’impresa; irresoluzione del pontefice; azioni dell’armata dei veneziani contro la Campania e dell’esercito negli Abruzzi (110-111). — Ragioni per cui non procede l’impresa contro il regno di Napoli (111-113).

IV. Piano d’azione propostosi dal duca d’Urbino (113-115). — Fazioni militari in Emilia e defezione del conte di Gaiazzo (115-116). — Gli imperiali muovono il campo dalla Trebbia; meravigliosa costanza dei soldati (116). — Movimenti degli eserciti avversari (117). — Occupazione di Monza da parte del duca di Milano e subito abbandono della cittá da parte dei suoi (117). — Difficoltá dell’esercito tedesco in Emilia; inattivitá delle milizie dei collegati e del duca d’Urbino (117-119). — Malattia del Frundsperg (119).

V. Sfiducia del pontefice per l’esito della guerra e per gli scarsi aiuti del re di Francia e degli altri collegati; suoi timori per Firenze e per lo stato della Chiesa; suoi accordi con i rappresentanti di Cesare (120-122). — Incauti provvedimenti del pontefice, troppo fiducioso negli accordi conchiusi; ostinazione dell’esercito imperiale nel volere seguitare [p. 424 modifica]la guerra (122-123). — Inosservanza della tregua da parte dell’esercito imperiale (124). — Il viceré, rassicurato il pontefice, tratta a Firenze con inviati del Borbone (124-125).

VI. Vanitá delle speranze del pontefice per la conclusione della tregua; opera del suo luogotenente perché non sia abbandonato dai collegati; incertezza di questi (125-127). — Terre di Romagna prese dal Borbone; comunicazione del viceré al Borbone della conferma della capitolazione conchiusa a Roma (127-128). — Il Borbone passa l’Apennino; il luogotenente del pontefice convince i collegati a passare in Toscana; maggior sicurezza di Firenze e maggior pericolo per Roma (128-130). — Il pontefice fiducioso nella tregua licenzia le milizie (130).

VII. II Borbone presso ad Arezzo; deliberazioni dei collegati (131). — Tumulti in Firenze; pericolosa condizione della cittá; come il tumulto viene sedato; calunnie contro il luogotenente del pontefice (131-134). — Gravi conseguenze del tumulto per le operazioni dei collegati (134). — Nuova confederazione del pontefice col re di Francia e coi veneziani (134-135).

VIII. Deliberazione del Borbone di marciare contro Roma, e lentezza del pontefice nel prendere provvedimenti (135-136). — Scarsa sollecitudine dei romani alla richiesta d’aiuti del pontefice (136-137). — Deliberazione dei collegati di inviare milizie a Roma; fiducia di Renzo da Ceri nella possibilitá di difendere Roma, e fiducia del pontefice in lui (137-138). — Assalto dell’esercito tedesco a Roma; morte del Borbone; sacco della cittá (138-141). — Milizie de’ collegati sotto Roma, donde subito si ritirano (141-142).

IX. Avanzata dell’esercito dei collegati verso Roma; fallimento del tentativo di liberare il pontefice (142-143). — Lentezza dell’esercito dei collegati; indugi nella conclusione degli accordi per la resa fra il pontefice e gli imperiali (143-144). — Inattivitá dell’esercito dei collegati; inutili istanze del luogotenente del pontefice (144-146).

X. Accordi fra il pontefice e gli imperiali; stretta sorveglianza del pontefice in Castel Sant’Angelo (147-148). — Cittá che malgrado l’accordo rimangono alla devozione del pontefice; il duca di Ferrara occupa Modena, i veneziani Ravenna e Cervia, e Sigismondo Malatesta Rimini (148-149). — Restaurazione del governo popolare in Firenze (149-150). — Ragioni di odio dei fiorentini contro i Medici, e persecuzione ai loro fautori (150-151).

XI. Disordine e pestilenza fra le milizie imperiali in Roma; invio di milizie francesi in Italia (151-152). — Confederazione tra i re di Francia e d’Inghilterra; accordi fra i collegati contro Cesare (152-153). — Pestilenza in molte parti d’Italia (153-154). — Partenza dell’esercito francese per l’Italia (154). — Fazioni di guerra in Lombardia (154-155).

XII. Azione di principi presso Cesare per la liberazione del pontefice (155-156). — Il cardinale eboracense in Francia e suoi accordi col re [p. 425 modifica](156-158). — Condizioni ed inattivitá degli eserciti avversari in Italia (158-159). — Atto degno d’infamia compiuto a Perugia dai capitani dei confederati (159-160). — Azioni dei collegati nel Lazio e nell’Umbria (160-161).

XIII. Scarsa attivitá degli eserciti in Lombardia (161). — Azioni del Lautrech in Piemonte (161-162). — Resa di Genova al re di Francia (162-163). — Resa di Alessandria ai francesi (163-164). — L’acquisto di Alessandria causa di discordia fra i collegati (164). — Presa e sacco di Pavia; deliberazione del Lautrech di marciare verso Roma e verso il reame di Napoli (164-166). — Condizioni poste da Cesare per la concordia e sue speranze di lieti successi (166-167).

XIV. Indugi del Lautrech per ordini del re di Francia (167-169). — Condizioni con cui il duca di Ferrara si allea ai confederati; entrata del marchese di Mantova nella confederazione (169-170). — Posizioni degli eserciti nemici nell’Italia centrale; ancora della lentezza del Lautrech (170-171). — Accordi per la liberazione del pontefice dalla prigionia (171-173). — Il pontefice a Orvieto (173-174).

XV. Fazioni di guerra in Lombardia (175). — Sfortunata impresa delle navi dei collegati contro la Sardegna; il Lautrech a Bologna e sue trattative col pontefice (175-176). — 1528 Condotta contradditoria del pontefice verso gli alleati (176-177). — Vane pratiche di pace fra gli ambasciatori dei collegati e Cesare; intimazione di guerra (177-179).

XVI. Il Lautrech muove con l’esercito da Bologna per il regno di Napoli (179-180). — Ragioni di diffidenza fra il pontefice e i collegati (180-181). — Il Lautrech sul Tronto; accordi fra il re di Francia e quello d’Inghilterra restio a portare la guerra in Fiandra (181-182). — Sfida dei re di Francia e d’Inghilterra a Cesare (183-184). — Desiderio del re d’Inghilterra che sia annullato il matrimonio suo con Caterina d’Aragona e sue richieste al pontefice (184-186). — Atteggiamento del pontefice (186).

XVII. Difficoltá delle armate alleate; cause di malcontento del Doria e dei genovesi verso il re di Francia (187-188). — Progressi delle milizie di terra; deficienza di danari; occupazione dell’Abruzzi (188-189). — Partenza delle milizie imperiali da Roma; condizioni della cittá (189-190). — L’esercito dei collegati in Puglia (190-192). — Azioni di guerra; presa di Melfi (192-194). — Il papa a Viterbo; occupazione dei castelli giá appartenenti a Vespasiano Colonna (194).

XVIII. Resa di Monopoli ai veneziani (195). — Il duca di Ferrara invia il figliuolo in Francia per la perfezione del matrimonio (195). — Raccolta di nuove milizie imperiali da inviarsi in Italia; provvedimenti dei collegati per far fronte ad esse (195-196). — Miserrime condizioni e sofferenze dei milanesi; defezione del castellano di Mus (196-197). — Il Lautrech nella Campania; la flotta dei Doria davanti al porto di Napoli; l’esercito dei collegati sotto le mura della cittá (197-200).

[p. 426 modifica]
Libro decimonono |||
 p. 201-287

I. Il Lautrech decide non l’espugnazione ma l’assedio a Napoli (201-202). — Vittoria navale di Filippino Doria sugli imperiali (202-205). — Condizioni degli assediati; inopportuna ostinazione del Lautrech nel non ascoltare i consigli altrui (205-206). — Nuove azioni di guerra; progressi dei francesi in Calabria (206-207). — Difficoltá per un piú stretto assedio di Napoli (207-208). — Considerazioni dell’autore sull’ostinazione del Lautrech (208). — Alcune azioni di guerra sotto Napoli (208-209). — Mutamento di fortuna per i francesi (209-210). — Vicende della guerra in Calabria ed in Puglia (210). — Successi di Antonio de Leva in Lombardia (210-211).

II. Arrivo di milizie tedesche in Italia (211-212). — Assalti ed assedio di Lodi (212-213). — Ritorno di quasi tutti i tedeschi in Germania (213). — Lentezza delle operazioni dei veneziani e dei francesi (213-214). — Vane istanze dei collegati presso il pontefice perché si dichiari per loro (214-215). — Brama del pontefice che sia restituito alla sua famiglia il potere in Firenze (215-216).

III. Vicende della guerra in Calabria e negli Abruzzi (216-217). — Bolla secreta del pontefice per l’annullamento del matrimonio del re d’Inghilterra (217). — Condizioni degli imperiali in Napoli; condizioni degli assedianti (217-219). — Fazioni di guerra sotto Napoli (220).

IV. Defezione di Andrea Doria dal re di Francia (221-223). — Accordi del Doria con Cesare; l’armata del Doria lascia il porto di Napoli (223-224). — Insuccessi dei collegati sotto Napoli (224-225). — Tardi provvedimenti presi dal Lautrech (225-226). — Cattive condizioni dell’esercito dei collegati; morte del Lautrech (226-228). — Rotta dei collegati (228-230). — Cause dell’infelice fine dell’impresa (230).

V. Accordi fra i comandanti dei francesi e dei veneziani in Lombardia (230-231). — Forze e movimenti degli eserciti avversari (231-232). — Perdita di Genova da parte dei francesi (232-233). — Presa e sacco di Pavia da parte dei collegati (233-235).

VI. Proposito di San Polo di provvedere alle sorti di Genova (235-236). — Provvedimenti del de Leva ritornato in Milano (236). — Fallimento dell’impresa di San Polo; resa di Savona e del Castelletto di Genova (236-237). — Mutamento del governo in Genova; azione per togliere le fazioni nella cittadinanza (237-238). — Scontri fra le navi del Doria e quelle francesi; dispareri fra i collegati (238-239). — Mutamento di dominio nel marchesato di Saluzzo (239). — Vani tentativi dei francesi contro Andrea Doria (239). — Fazioni di guerra in Lombardia (239-240). — Manifestazioni dell’inclinazione del pontefice per Cesare (240-241).

VII. Provvedimenti dei collegati per continuare la guerra nel regno di Napoli; atti di terrore ed esazioni del principe d’Oranges; fazioni di guerra (241-243). — Indizi di disposizione alla pace; 1529 riconquiste del [p. 427 modifica]principe d’Oranges negli Abruzzi (243-244). — Promesse del pontefice ai collegati e sue trattative con Cesare (244). — Posizione degli eserciti in Puglia (244-245). — Vani tentativi degli imperiali contro Monopoli (245-246). — Nuove fazioni di guerra (246-247).

VIII. Fazioni di guerra in Lombardia; accordi fra i collegati; arrivo di fanti spagnuoli dal genovese ad Antonio de Leva (247-249). — Aspirazioni del pontefice su Perugia; timori di Malatesta Baglione e suoi accordi coi fiorentini e coi francesi (249-250). — Intrighi del pontefice contro il duca di Ferrara (250-251). — Il pontefice fa bruciare la bolla con cui accordava il divorzio al re d’Inghilterra; disgrazia e morte del cardinale eboracense (251-252).

IX. Saggi indirizzi di politica del gonfaloniere fiorentino Niccolò Capponi; opposizione di cittadini ambiziosi, che diffondono sospetti fra la moltitudine; sostituzione del gonfaloniere (252-253).

X. Insuccesso dei collegati sotto Mortara (254). — Disposizione del re di Francia e di Cesare alla pace, e primi accordi (254-255). — Progressi dei collegati in Lombardia; discussioni e deliberazioni dei capitani dei collegati; vittoria degli imperiali a Landriano (255-258).

XI. Pace di Barcellona fra il pontefice e Cesare; le condizioni della pace e gli accordi presi (259-261). — Pace di Cambrai fra il re di Francia e Cesare; le condizioni della pace; contegno del re verso gli ambasciatori dei collegati (261-264).

XII. Nuovi progressi degli imperiali in Lombardia (265). — Ordine di Cesare al principe d’Oranges di assaltare lo stato dei fiorentini, ed accordi fra il principe e il pontefice (265-266). — Venuta di Cesare in Italia; i fiorentini inviano a lui ambasciatori; contegno dei veneziani, del duca di Ferrara e del duca di Milano (267-268). — Preparativi dei fiorentini per la difesa (268-269). — Occupazione di Spelle da parte del principe d’Oranges (269).

XIII. Risposta di Cesare agli ambasciatori dei fiorentini mandati a trattare con lui (270). — Contegno del re di Francia verso Cesare e verso i collegati italiani (271). — Trattative fra Cesare e il duca di Milano (271). — Azione del pontefice per la concordia fra i veneziani e Cesare (272). — Accordi del duca di Milano coi veneziani; resa di Pavia a Antonio de Leva (272-273).

XIV. Proposte del principe d’Oranges a Malatesta Baglioni discusse fra questo e i fiorentini; accordi fra il principe e Malatesta per Perugia (273-275). — Scarsissimi aiuti dei collegati ai fiorentini (275-276).

XV. Disegni dei fiorentini; perdita di Cortona e di Arezzo (276-277). — Dichiarazione di Cesare di non voler udire gli ambasciatori fiorentini se non son rimessi i Medici in cittá (277-278). — Richiesta del pontefice che Firenze si rimetta in suo potere (278). — Dispareri in Firenze; decisione di resistenza (278-280). — Il principe d’Oranges intorno a Firenze; le forze dei fiorentini (280). — Prime scaramuccie sotto Firenze (280-281). [p. 428 modifica]

XVI. Il pontefice e Cesare a Bologna (281-282). — Accordi per continuare l’impresa contro Firenze (282-283). — La questione di Modena e di Reggio (283). — Discussione per la pace coi veneziani e per il perdono di Cesare a Francesco Sforza (283-284). — Continuazione della guerra in Lombardia (284-285). — Pace di Cesare col duca di Milano e coi veneziani (285-287).
Libro vigesimo |||
 p. 289-318

I. Firenze sola in guerra; il principe d’Oranges prende la Lastra; resa di terre dei fiorentini alle milizie imperiali e al pontefice (289-290). — 1530 Trattative palesi e occulte di Malatesta Baglioni col pontefice (290-291). — Disegni degli assedianti contro Firenze (291). — Giuramento delle milizie in Firenze di difendere la cittá fino alla morte; infedeltá di Napoleone Orsini (291). — Condotta ambigua del re di Francia per i maneggi del pontefice (291-292). — Incoronazione di Cesare; come vien definita la questione fra il pontefice e il duca di Ferrara (292-293).

II. Scaramuccie sotto Firenze (293-294). — Francesco Ferruccio riconquista Volterra arresasi al pontefice (294). — Nuove scaramuccie tra fiorentini e imperiali (294). — Speranze de’ fiorentini nel re di Francia e scarsi aiuti avutine (294-295). — Conquista della fortezza di Empoli da parte degli imperiali; ragioni per cui i fiorentini non possono piú sperare negli aiuti del re di Francia (295). — Vani assalti degli imperiali a Volterra; sortita di assediati da Firenze (295-296). — Strettezze del vivere in Firenze. Battaglia di Gavinana; morte del principe d’Oranges e uccisione del Ferruccio (296-297). — Stato d’animo in Firenze; come Malatesta Baglioni forza i fiorentini agli accordi; patti dell’accordo; mutamento del governo in Firenze (297-299). — Persecuzioni, e tristi condizioni della cittá (299).

III. La questione religiosa in Germania e il desiderio generale d’un concilio; ragioni di avversione del pontefice al concilio, e condizioni poste 1531 per la convocazione di esso (300-302). — Pratiche del re di Francia coi turchi (302-303).

IV. Movimenti politici in Siena (303). — La forma di governo in Firenze stabilita da Cesare (303-304). — Giudizio di Cesare riguardo alle controversie fra il pontefice e il duca di Ferrara; malcontento del pontefice; sua ostilitá verso il duca (304-305).

1532 V. Impresa dei turchi contro l’Ungheria; loro ritirata e lentezza di Cesare; sedizione in Germania dei fanti italiani (305-306). — Prigionia e liberazione del cardinale dei Medici e di Piermaria Rosso (306). — Rinuncia dei re di Francia e d’Inghilterra a muovere guerra a Cesare in Italia (306-307).

VI. Nuovo convegno del pontefice e di Cesare a Bologna; ragioni di minore concordia (307-308). — 1533 Politica dei delegati del pontefice; difficoltá di accordi coi veneziani e col duca di Ferrara; condizioni della [p. 429 modifica]nuova confederazione (308-310). — Scarsi risultati della discussione fra il pontefice e Cesare sull’opportunitá della convocazione del concilio (310-311). — Pratiche pel matrimonio del figlio del re di Francia con la nipote del pontefice; soddisfazione del pontefice e sospetti di Cesare (311-312). — Confederazione segreta fra il pontefice e Cesare (312).

VII. Ritorno di Cesare in Ispagna (313). — Incontro del pontefice e del re di Francia a Marsiglia; matrimonio del figlio del re con la nipote del pontefice; desiderio del pontefice e del re che si conquisti lo stato di Milano per il duca di Orliens; nomina di cardinali francesi; ritorno del pontefice a Roma (313-316). — 1534 Presagi del pontefice di prossima morte; triste fine de’ suoi nipoti (316). — Torbidi in Germania fomentati dal re di Francia; conquista di Tunisi da parte del Barbarossa e saccheggio di Fondi (316-317). — Morte del pontefice; giudizio dell’autore (317-318). — Elezione di Alessandro Farnese (318).

Nota |||
 p. 321-355
Indice dei nomi |||
 » 357-419