Lucrezio tradotto da Alessandro Marchetti con Fedro/Indice delle cose principali
Questo testo è stato riletto e controllato. |
Tito Lucrezio Caro, Fedro - Lucrezio tradotto da Alessandro Marchetti con Fedro (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Alessandro Marchetti, Giovanni Grisostomo Trombelli (1797)
Traduzione dal latino di Alessandro Marchetti, Giovanni Grisostomo Trombelli (1797)
Indice delle cose principali
◄ | Protesta del traduttore |
INDICE
DELLE COSE PRINCIPALI
Contenute ne’ quattro Libri
DI TITO LUCREZIO CARO.
Proemio. | Pag. 1 |
Niuna cosa generarsi del Nulla; ma tutte esser fatte da principj certi.
|
8 |
Niuna cosa annientarsi; ma esservi alcuni corpi eterni, ne’ quali tutte si dissolvono.
|
13 |
Perciò non doversi negare i primi corpi, per non poterli vedere; essendovi nelle cose molti altri corpi, li quali parimente vedersi non possono.
|
15 |
Oltre i corpi esser nelle cose il Vacuo.
|
19 |
Niente altro esser nella Natura delle cose, che il vacuo, ed i corpi; tutt’altro esser congiunto a loro, o pur loro evento.
|
23 |
Que’ corpi, che sono principj delle cose, esser solidi; ed eterni.
| |
Aver errato Eraclito, e quelli, che pensarono il foco esser il solo principio di tutte le cose: come pur quelli, che stimarono qualunque degli Elementi esser la materia del tutto.
|
25 |
pag. 31 | |
Non meno ingannarsi coloro che, come Empedocle, generarsi tutte le cose di più elementi, o di tutti.
|
36 |
Non poter consistere le cose di parti consimili secondo l'opinione d’Anassagora.
|
42 |
Essere in tutte le parti spatio infinito; e moversi sempre in esso corpi infiniti.
|
49 |
Non darsi mezzo del tutto, al quale inclinino tutte le cose, come alcuni credettero.
|
53 |
LIBRO SECONDO.
Proemio
|
Pag. 58 |
I primi corpi con vario, ed assiduo moto generare, e risolvere tutte le cose.
|
61 |
I primi corpi moversi con grandissima celerità.
|
63 |
Tutti i corpi per sua natura discendere.
|
65 |
I primi corpi discendendo tutti per lo Vano, farlo a retta linea, e declinare alquanto.
|
69 |
In quel moto, in cui sono i primi corpi, esser sempre stati per il passato, e dover essere per l'avvenire.
|
73 |
Non esser meraviglia, che sempre movendosi i primi corpi, non però si vegga il loro moto.
|
74 |
Le figure de' primi corpi essere diverse.
|
75 |
Le figure de' primi corpi, come sono diverse, così ancora esser finite.
|
83 |
Esservi corpi infiniti simili fra se stessi di qualunque figura.
|
85 |
Ogni cosa costare da diversi generi di principj.
|
89 |
Tutti i principj non potersi unire in tutte le cose; ma taluni discordar fra di loro.
|
94 |
I primi corpi esser privi d'ogni colore.
|
99 |
I primi corpi esser privi d tutte l’altre qualità sensibili.
|
101 |
Ogni sensibile formarsi da corpi insensibili.
|
103 |
Questo Mondo, e simili altri, nello spazio infinito essere stati generati, non dagli Dei, ma dal concorso casuale de’ primi corpi, e dover perire: e quindi essere già vecchio questo Mondo.
|
111 |
LIBRO TERZO.
Proemio
|
Pag. 120 |
L’Animo esser parte certa dell'uomo.
|
126 |
L’Animo, e l’Anima formare di se medesimi una natura. L’Animo però essere il dominante.
|
128 |
L’Animo, e l’Anima esser di natura corporea.
|
130 |
L’Animo esser composto di corpi minutissimi.
|
131 |
La natura dell’Animo non esser semplice, ma costare di quattro diverse nature.
|
136 |
In qual modo le quattro diverse nature dell’Animo mescolate insieme creino da se una sola natura.
|
137 |
Il Corpo, e l’Animo esser talmente congiunti, che uno non possa sussistere, nè sentire senza l’altro.
|
138 |
Errar quelli, che attribuiscono senso all’Animo, e giudicano, che il Corpo non senta.
|
ivi. |
Errar Democrito, il quale unisce in tal guisa il Corpo all’Animo, che appone qualunque, ed ogni principio dell’Animo ad ogni, e qualunque principio del Corpo.
|
140 |
L’Animo, aver nella vita parte maggiore dell’Anima.
|
141 |
E nativo, e mortale esser l’Animo.
|
142 |
La morte non appartener punto a noi, e non doversi temere.
|
167 |
LIBRO QUARTO.
Proemio
|
Pag. 182 |
Formarsi, e trasmettersi dalle cose alcuni simolacri, ed immagini.
|
185 |
Le immagini essere di tenuissima natura.
|
188 |
Le immagini formarsi con gran celerità.
|
190 |
E moversi velocissimamente.
|
192 |
La vista esser cagionata dalle immagini: e come vedendo noi qualche cosa vediamo ancora quanto ella sia distante.
|
194 |
Perchè non potendo i simolacri esser visti, le cose stesse sian vedute.
|
195 |
Perchè quelle immagini, che si vedono nello specchio, pajano oltre lo specchio.
|
196 |
Perchè nello specchio si vedano alla sinistra quelle cose, che sono alla destra.
|
197 |
Perchè l’immagine da uno specchio risulta nell altro.
|
199 |
Perchè negli specchj riflessi i simolacri si vedano alla destra.
|
198 |
Perchè sembri; che l’immagini seguano nello specchio ogni nostro movimento.
|
200 |
Perchè le cose risplendenti offendano gli occhi.
|
ivi. |
Perchè gli oggetti riguardati da un Iterico gli sembrino lividi.
|
201 |
Perchè dall’oscuro vediamo ciò, ch’è nella luce; ma non al contrario.
|
ivi. |
Perchè le cose quadrate, che si riguardano di lontano, pajon rotonde.
|
ivi. |
Perchè al Sole paja, che l’ombra si mova con noi.
|
202 |
Li sensi non ingannarsi mai circa quelle cose, che loro appartengono; ma tutti gli errori derivar dall’opinione dell’animo: anzi esser vero tutto ciò, che pare a’ sensi, nè potersi redarguire.
|
207 |
Dell’Udito, e della Voce.
|
210 |
Come si faccia l’Eco.
|
211 |
Perchè per quei luoghi, per li quali i simolacri non possono venire a gli occhi, passino le Voci.
|
214 |
Del Gusto, e del Sapore.
|
215 |
Perchè il cibo stesso ad altri sia dolce, e ad altri amaro; anzi la stessa cosa ad alcuni cibo, e ad altri veleno.
| |
Perchè a’ febbricitanti si renda acerbo ciò, che innanzi era grato.
|
217 |
Dell’Odorato, e dell’Odore; e perchè alcun odore agisca più con alcuni animali.
|
218 |
Nelle cose visibili, e ne’ colori accadere il medesimo di modo che alcune cose sian disgustose alla vista, ed altre gioconde.
|
220 |
L’Animo moversi da sottilissimi e velocissimi simolacri.
|
222 |
Perchè immediatamente pensiamo tuttociò, che vogliamo.
|
ivi. |
Non esserne state date le membra per l’uso; ma l’uso trovatone dopo le membra.
|
226 |
Le cagioni della fame, e della sete.
|
227 |
Perchè possiamo moversi ogni qual volta vogliamo.
|
228 |
In che modo, e d’onde sia causato il sonno: e de’ sogni.
|
231 |
In che modo nasca il desiderio del coito. Dell’Amore e come possa evitarsi.
|
237 |
Esser comune il piacere nel coito.
|
241 |
Perchè i figliuoli nascano simili a’ genitori; e spesso anche a’ loro antenati.
|
247 |
Delle cause della sterilità.
|
249 |
INDICE
DEL LIBRO QUINTO.
PRoemio.|||
Pag. 1
Quelli, che credono, che la terra, il mare, il cielo, la luna, il sole, e le altre parti del mondo siano mortali, non credere, che gli Dei siano mortali; poichè tali cose non sono Dei.|||
Le parti del mondo non poter essere sedi degli Dei.|||
Il mondo non essere stato dagli Dei creato per gli uomini.|||
Che il mondo sia nato, e che sia per morire.|||
In qual modo tutti gli elementi, e le stelle furono a principio generati da’ primi corpi.|||
Del moto delle stelle.|||
Per qual cagione la terra esser possa nel mezzo del mondo, e non discenda in basso.|||
Il sole, la luna, e le altre stelle esser di quella grandezza che ci pajono.|||
Per qual ragione, benchè il sole sia molto piociolo, mandi però tanto gran lume.|||
Per qual ragione la luna adempisca i corsi annui del sole in spazj mensuali: e per qual ragione il sole talora possa avvicinarsi a noi, talora da noi allontanarsi.|||
Per qual ragione si faccia notte, e rinasca la luce.|||
Perchè a vicenda siano, ora più brevi, ora più lunghi i giorni, e le notti.|||
Perchè in diversa maniera il lume della luna cresca, e decresca.|||
Del difesso del sole, e della luna.|||
Tutte le cose inferiori, l’erbe, gli alberi, e gli animali essere stati prima generati dalla terra.|||
Essere stati creati dalla terra recante molti mostri, li quali non poterono crescere: ed essere periti molti generi d’animali.|||
Non esser mai stati, nè poter essere centauri, scille, ed altri mostri di tal natura.|||
La vita de’ primi uomini esser stata a primo asprissima, ed ingrata di tutte le cose; ma poi esser divenuta a poco a poco più molle.|||
La stessa natura avere spresso dagli uomini il parlare: nè doversi credere, ch’alcuno abbia imposto i nomi alle cose, e gli abbia poscia insegnati a gli altri.|||
L’invenzione, e l’uso del foco.|||
Aver prima gli uomini fabbricate le città, e divise le cose sotto il governo de i re; poscia essersi astretti a i vincoli delle leggi|||
Qual motivo abbia prima insinuato negli animi degli uomini l’opinion degli Dei.|||
In qual modo siasi prima trovato l’oro, l’argento, il bronzo, il piombo, il ferro, e l’uso loro.|||
Come siansi a poco a poco inventate molte altre cose ad uso della guerra; e come siano a poco a poco per gradi arrivate ad un termine così avanzato tutte l’altre cose, e le arti.|||
LIBRO SESTO.
PRoemio.|||
Pag. 82
Del Tuono.|||
Del Folgore.|||
Della natura, mobilità, e forze del fulmine.|||
Perchè nell’autunno, e nella primavera si generino molti fulmini.|||
Doversi ricercare con ragioni la natura de’ fulmini; e non doversi temerariamente riferire agli Dei.|||
Qual sia la causa de’ Presteri, o sian fuochi celesti.|||
Delle Nubi.|||
Delle Piogge.|||
Dell’Arcobaleno.|||
Del Terremoto.|||
Perchè il mare non divenga maggiore per l’affluenza di tante acque.|||
De i Fuochi d’Etna.|||
Dell’inondazione del Nilo.|||
De’ luoghi averni, e d’alcuni altri avversi a gli agnelli, e quadrupedi.|||
Perchè nell’estate l’acqua sia più fredda ne’ pozzi.|||
Perchè il fonte, ch’è presso al Tempio d’Ammone, sia freddo di giorno, e caldo di notte.|||
Perchè avvicinata la stoppa, ovvero una forcella ad un certo freddo fonte, s’accenda.|||
Perchè il ferro venga tratto dalla Calamita.|||
D’onde si crei la peste.|||
Della peste degli Ateniesi.|||