Del sole inoltre, e della luna il corso 125Dirotti, onde proceda, e con qual forza
Natura i moti lor tempri e governi;
Acciò tu forse non pensassi, o Memmio,
Che tai cose per sè libere e sciolte
Vadano ognor per lo gran vano errando 130Spontaneamente infra la terra, e il cielo
Per dar vita alle piante, al grano, all’erbe,
A gli uomini, alle fere; e non pensassi,
Che nulla mai ne si raggiri intorno
Per opra degli Dei. Poichè quantunque 135Già sappia alcun, che imperturbabil sempre,
E tranquilla e sicura i santi Numi
Menan l’etade in ciel; se nondimeno
Meraviglia e stupor l’animo intanto
Gl’ingombra, onde ciò sia, che possan tutte 140Generarsi le cose, e specialmente
Quelle, che sopra il capo altri vagheggia
Ne’ gran campi dell’Etra, ei nell’antiche
Religíon cade di novo, e piglia
Per se stesso a se stesso aspri tiranni, 145Che il miser crede onnipotenti: ignaro
Di ciò che puote, e che non puote al mondo
Prodursi; e come finalmente il tutto
Ha poter limitato, e termin certo.
Nel resto, acciò ch’io non ti tenga a bada 150Più fra tante promesse, or via contempla