935Al fin perchè la terra è di sostanza
Porosa, e cinge d’ogn’intorno il mare
Indissolubilmente a lui congiunta,
Dee, siccome l’umor da terra scende
Nel mar, così dalle sals’onde in terra 940Penetrar similmente, e raddolcirsi:
Perch’egli a tutt’i sotterranei chiostri
Vien largamente compartito, e quivi
Lascia il salso veleno; e ancor di novo
Sorge in più luoghi, e tutto al fin s’aduna, 945De’ fiumi al capo, e in bella schiera, e dolce
Scorre sopra il terren per quella stessa
Via, che per se medesma aprirsi ’n prima
Potèo co ’l molle piè l’onda stillante.
Or qual sia la cagion, che dalle fauci 950D’Etna spirin talor con sì gran turbo
Fochi, e fiamme, io dirò: che già non sorse
Questa. di tetro ardor procella orrenda
Di mezzo a qualche strage, e le campagne
Di Sicilia inondando, i convicini 955Popoli sbigottiti a se converse;
Quando tutti del ciel vedendo i templi
Fumidi scintillar, s’empiano il petto
D’una cura sollecita, e d’un fisso
Pensiero, onde temean ciò che natura 960Macchinasse di novo a’ danni nostri.
Dunque in cose sì fatte a te conviene