Tosto dal natio peso a forza tratti
Caggiono in terra a precipizio, e tutti
Qua, e là per lo vuoto omai giacendo 1235Da’ meati del corpo esalan l’alme.
Freddo è poi nell’estate entro i profondi
Pozzi l’umor; perchè la terra allora
Pe ’l caldo inaridisce, e se alcun seme
Tiene in se di vapor, tosto il tramanda 1240Nell’aure. Or quanto il sol dunqu’è più caldo,
Tanto il liquido umor, che in terra è chiuso,
Più gelato divien; ma quando il nostro
Globo presso è dal freddo, ei si condensa,
E quasi in un s’accoglie. È d’uopo al certo, 1245Che allora nel ristringersi ne’ pozzi
Sprema, se caldo alcun cela in se stesso.
Fama è, ch’un fonte sia non lungi al tempio
D’Ammon, che nella luce alma del giorno
L’acque abbia fredde, e le riscaldi a notte. 1250Tal fonte è per miracolo additato
Da quegli abitatori; e il volgo crede.
Che dal sol violento entro commosso
Per sotterranee vie rapidamente
Ferva, tosto che ’l cieco aer notturno 1255Di caligine orrenda il mondo copre;
Il che troppo dal ver lungi si scosta.
Posciachè se trattando il nudo corpo
Dell’acqua il sol dalla superna parte,