Dell’util, che ne danno. Or quei, ch’alcuna 1285Non ebber di tai cose, onde potessero
Viver per se medesmi, o di qualche utile
Essere all’uman germe, e per qual causa
Tollerar si dovea, ch’e’ si nutrissero
Per nostro mezzo; o dal furor nemico 1290Fosser guardati? Essi giaceano adunque
Preda, e pasto degli altri entro i fatali
Lor nodi avvolti, insin che tutti al fine
Fur quei germi malnati affatto estinti.
Ma nè visser già mai centauri al mondo, 1295Nè con doppia natura, e doppio corpo
Pon di membra straniere in un congiunte
Formarsi altri animai, se quinci, e quindi
Pari a pari energia non corrisponde:
E ciò quind’imparar lice a ciascuno, 1300Sia quantunque d’ingegno ottuso, e tardo.
Pria, fiorisce il cavallo agile, e forte
Poco dopo i tre anni; e allor bambino
Tenero è l’uom, mentre per anco il petto
Palpa toccando alla nutrice, e tenta 1305Suggerne il dolce latte. Allor che manca
Per l’età già cadente il consueto
Vigor dell’uno, e che dal corpo infermo
Languida, e dalle membra oppresse e stanche
Gli s’invola la vita, allor appunto 1310Veggiam, che all’altro in sul fiorir degli anni