Ti sveli, e le tempeste, e i chiari fulmini 125Canti, e gli effetti loro, e da qual impeto
Spinti corran per l’aria, acciò che folle
Tu, le parti del ciel fra lor divise,
Di paura non tremi: onde il volante
Foco a noi giunga; o s’ei quindi si volga 130A destra, od a sinistra; ed in qual modo
Penetri dentro a chiusi luoghi; e come
Quindi ancor trionfante egli se n’esca.
Che veder non potendo il volgo ignaro
Le cause in modo alcun d’opre sì fatte, 135Le ascrive a’ sommi Dei. Tu mentre io corro
Quella via, che mi resta alla suprema
Chiara e candida meta a me prescritta,
Saggia Musa Calliope, almo riposo
Degli uomini, e piacer degl’immortali 140Numi del cielo, or me l’addita e mostra:
Tu, che sola puoi far con la tua fida
Scorta, ch’io del bel Lauro in riva all’Arno
Colga l’amate fronde, e d’esse omai
Gloriosa ghirlanda al crin m’intessa. 145Pria del ceruleo ciel scuotonsi i campi
Dal tuon, perchè l’eccelse eteree nubi
S’urtan cacciate da contrarj venti.
Conciossiachè il rimbombo unqua non viene
Dalla parte serena; anzi dovunque 150Son le nubi più folte, indi sovente