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di Tito Lucrezio Lib. V. 51

     Nome di novità vano, e fallace
     Finge, ben puote ancor nel modo stesso
     1340Finger molte altre cose, e scioccamente
     Dir, che allor da per tutto arene d’oro
     Volgean sotto a quei fiumi, e che di gemme
     Fioriano i boschi, e che ne’ membri ogni uomo
     Sì grande impeto avea, che il mar d’un salto
     1345Varcava, e con le mani a se d’intorno
     Tutto volgea rapidamente il cielo.
     Poichè l’essere stati in terra sparsi
     Molti semi di cose, allor che in prima
     Largamente il terren ne diede i varj
     1350Germi degli animai, punto non prova,
     Che potesser fra lor misti e confusi
     Nascer uomini, e belve, armenti, e greggi.
     Conciossiachè quantunque il suolo abbondi
     D’erbe anche adesso, e d’alberi fronzuti,
     1355E di biade, e di frutti, essi non ponno
     Germinar non per tanto insieme avvinti:
     Tal fermo e fisso in suo costume il tutto
     Procede, e le dovute differenze
     Per certa legge di natura osserva.
1360Nascean gli uomini allor per le campagne
     Tutti, qual convenia, molto più rozzi,
     Poichè la rozza terra avean per madre,
     E dentro di maggiori, e di più salde
     Ossa fondati, e di più forti nervi


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