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112 di Tito Lucrezio Lib. VI.

     Qual natura convenga a gli elementi
Or via, da qual cagion tremi agitata
     La terra, intendi. E pria suppor t’è d’uopo,
     Ch’ella, siccome è fuori, anche sia dentro
     5Piena di venti, e di spelonche, e molti
     Laghi, e molte lagune in grembo porti,
     E balze, e rupi alpestri, e dirupati
     Sassi, e che molti ancor fiumi nascosti
     Sotto il gran dorso suo volgano a forza
     10E flutti ondosi, e in lor sassi sommersi:
     Che ben par, che richiegga il fatto stesso,
     Ch’essere il terren globo a se simìle
     Debba in ogni sua parte. Or, ciò supposto,
     Trema il suol per di fuori entro commossa
     15Da gran ruine, allor ch’il tempo edace
     Smisurate spelonche in terra cava.
     Conciossiachè cader montagne intere
     Sogliono, onde ampiamente in varie parti
     Tosto con fiero crollo il tremor serpe:
     20Ed a ragion; che da girevol plaustro
     Scossi lungo le vie gli alti edificj
     Treman per non gran peso, e nulla manco
     Saltano, ovunque i carri a forza tratti
     Da feroci cavai fan delle ruote
     25Quinci, e quindi trottar gli orbi ferrati.
     Succede ancor, che vacillante il suolo
     Sia dagli urti dell’onde orribilmente