L’aer, e tutto il trasmuta; e finalmente
Giunto nel nostro ciel dentro il corrompe
Tutto, e a se l’assomiglia, e stranio il rende. 1640Tosto dunque un tal morbo, e una tal nova
Strage cade o nell’acque, o nelle stesse
Biade penètra, o in altri cibi, e pasti
D’uomini, e d’animali, o ancor sospeso
Resta nell’aere il suo veleno; e quindi 1645Misto spirando, e respirando il fiato
Siam con l’aure vitali a ber costretti
Quei mortiferi semi. In simil guisa
Suol la peste sovente anche assalire
I buoi cornuti, e le belanti greggie. 1650Nè monta, se in paesi a noi nemici
Si vada, o muti cielo, o se un corrotto
Aer spontaneamente a noi d’altronde
Sen voli, o qualche grave, e inconsueto
Spirto, che nel venir generi ’l morbo. 1655Una tal causa di contagio, un tale
Mortifero fervor già le campagne
Ne’ Cecropj confin rese funeste,
Fe’ deserte le vie, di cittadini
Spopolò le città: poichè venendo 1660Da’ confin dell’Egitto, ond’ebbe in prima
L’origin sua, molto di cielo, e molto
Valicato di mar, le genti al fine
Di Pandione assalse; indi appestati