Ch’ei nell’acque si tuffa, e con tremendo 665Fremito a fluttuar le sforza, e tutto
Agita, e turba di Nettuno il regno.
Succede ancor, che se medesmo avvolga
Il vortice ventoso infra le nubi
Dell’aria, i semi lor radendo, e quasi 670Emulo sia del prestere suddetto.
Questi giunto ch’è in terra, in un momento
Si dissipa, e di turbo, e di procella
Vomita d’ogn’intorno impeto immane;
Ma perch’ei veramente assai di rado 675Nasce, e forza è, che in terra ostino i monti,
Quinci avvien, che più spesso appar nell’ampia
Prospettiva dell’onde, e a cielo aperto
Crescon poscia le nubi allor che in questo
Ampio spazio del ciel, ch’aer si chiama, 680Volando molti corpi aspri e scabrosi
D’improvviso s’accozzano in sì fatta
Guisa, che leggiermente avviluppati.
Star fra lor nondimen possono avvinti.
Questi primieramente alcune picciole 685Nubi soglion formar, che poscia in varie
Guise insieme s’apprendono, e congiungono,
E congiunte s’accrescono, e s’ingrossano;
E da’ venti cacciate in aria scorrono,
Finchè nembo crudel ne insorga, e strepiti. 690Sappi ancor, che de’ monti il sommo giogo