Turbino il molle corpo, ei non per tanto
Con lor non si rimescola, ma lascia
Che tutte queste cose ogn’or s’avvolgano
Tra violenti turbini, e permette, 775Ch’elle sian da procelle incerte e varie
Sempre agitate. Egli però con certi
Impeti i fuochi suoi move scorrendo.
Che volgersi con ordine, ed avere
L’Etere una sol forza, aperto il mostra 780Un sì vast’ocean che, parte, e torna
Certo nel moto, e un sol tenor conserva.
Or cantiamo, onde i moti abbian le stelle.
Pria, se l’ampio del cielo orbe s’aggira,
Creder si dee, che quinci e quindi il polo 785Sia dall’aria compresso, e d’ambi i lati
Di fuor chiuso e ristretto. Indi che un altro
Aer sopra ne scorra, e il corso indrizzi
Là ’ve del mondo eterno a volger s’hanno
Le stelle ardenti, e che di sotto un altro 790Erga al contrario il ciel: come talora
Miri i fiumi aggirar le ruote, e i plaustri.
Forse immobile è l’orbe, ancorchè tutti
Sian mossi i chiari segni, o perchè d’Etere
Rapidi ondeggiamenti ivi racchiusi, 795Strada cercando, son portati in volta,
E per gli ampj del ciel templi sublimi
Si rivolgon per tutto ignee procelle;