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di Tito Lucrezio Lib. VI. 111

     Restan gagliardamente ad ambi i lati
     Compresse, e dal furor d’irato vento.
     Durar poi lungo tempo in uno stesso
     775Luogo soglion le piogge, allor ch’insieme
     D’acqua si son molti principj accolti;
     E ch’altre ad altre nubi, ad altri nembi
     Altri nembi succedono, e di sopra
     Scorrono, e d’ogn’intorno, e allor che tutta
     780Fuma, e ’l piovuto umor la terra esala.
Quindi se co’ suoi raggi il sol risplende
     Tra l’opaca tempesta, e tutta alluma
     Qualche rorida nube ad esso opposta;
     Di ben mille color varj dipinto
     785Tosto n’appar l’oscuro nembo, e forma
     Il grand’arco celeste. Or ciascun’altra
     Cosa, che in aria nasca, in aria cresca,
     E tutto ciò, che nelle nubi accolto
     Si crea, tutto (dich’io) la neve, i venti,
     790E la grandine acerba, e le gelate
     Brine, e del ghiaccio la gran forza, e il grande
     Indurarsi dell’acqua, e il fren, che puote
     Attestar d’ogn’intorno a’ fiumi il corso;
     Tutte (ancorchè io non le ti sponga) tutte
     795Tu per te non per tanto agevolmente
     E trovar queste cose, e co ’l pensiero
     Veder potrai, come formate, e d’onde
     Prodotte sian; mentre ben sappia innanzi,