Poichè parlando in sogno, o vaneggiando
Egri, molto sovente i lor misfatti, 1720Già gran tempo a ciascun celati indarno,
Propalar per se stessi, e ne pagaro,
Quando men se ’l credeano, acerbo il fio.
Or come degli Dei fra numerose
Genti la maestà si divolgasse; 1725Come d’altari ogni città s’empisse;
Come solenni sagrificj, e pompe
Fosser prima introdotte, onde anche adesso
Negli affari importanti, e ne’ sacrati
Luoghi fioriscon venerande, e tale 1730Danno agli egri mortali alto spavento
Che già del terren globo in ogni parte
A drizzar novi templi a’ sommi Dei
Ne sforza, e a celebrarne i dì solenni,
Non è cosa difficile a sapersi. 1735Posciachè sin d’allor solean le genti
D’animo ancor ben deste, e vie più in sogno
Facce egregie veder d’uomini eccelsi,
E corpi d’ammirabile grandezza.
Or perch’essi apparian di mover l’alte 1740Lor membra, e di vibrar voci superbe,
Come d’aspetto maestosi, e d’ampie
Forze, lor dieder senso, e non mortale
Vita indi attribuir; poichè i lor volti
Eran sempre i medesmi, e la lor forma