Da terra, ed avvezzarlo agile e pronto
Al salto, al nuoto, alla palestra, e al corso
Finalmente potria, fuorchè dell’alma 855Il debile vigor, che il frena e regge?
Vedi tu dunque omai, quanto possente
Riesca un tenue corpo, allorch’unito
Viene ad un grave; in quella guisa appunto,
Che son l’aure alla terra, e l’alma all’uomo. 860Nè maggiore, o minor molto è del sole
L’orbe, e l’ardor, di quel che pare al senso:
Che sia pur, quanto vuoi, lungo lo spazio,
Onde luce, e calor vibrano i fochi;
Ei però nulla toglie, e nulla rade 865Dal corpo delle fiamme, e null’affatto
Stringer si mira, o raccorciarsi ’l foco.
Quindi perchè del sol la fiamma, e il lume
Lanciato arriva a’ nostri sensi, e puote
Tutta del suo color tinger la terra, 870Dee da terra il suo globo anco apparirne
Tal, che veracemente alcun non possa
Crescerlo, o sminuirlo. Anco la luna,
O con luce non sua vaghi e passeggi
Dell’Etra i campi, o per se stessa il lume 875Vibri, checchè ne sia, punto maggiore
Non è, di quel ch’ella si mostra all’occhio:
Poichè fissando di lontano il guardo
Per molt’aer frapposto, ogni altro corpo