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40 di Tito Lucrezio Lib. V.

     L’alta insegna del dì cinta di raggi;
     O forse ancor, perchè dell’anno in varie
     Stagioni alternamente han per costume
     D’unirsi alcune fiamme, e dissiparsi
     1045Or più presto, or più tardi, e far, che il sole
     Cada e risorga in varj luoghi e certi.
Splender poi può la luna, o perchè i raggi
     La percotan di febo, ond’ella volga
     Ver noi di giorno in giorno in apparenza
     1050Lume tanto maggior, quanto dall’orbe
     Suo s’allontana, infin ch’opposta, e piena
     Tutta d’argentea luce ella rifulse,
     E l’esequie del sol vide nascendo;
     E quindi ancor per lo contrario al lume
     1055Tanto quasi nasconda a poco a poco
     Quando più presso a lui gira il suo cerchio
     Dall’altra parte del zodiaco appunto:
     Come sembra a color, che ad una palla
     Fingon, ch’ella sia simile, e che volga
     1060Sotto l’orbe del sole il proprio corso,
     Onde avvien ch’affermar pajano il vero.
     Forse anco può di propria luce ornata
     Volgersi, e di splendor forme diverse
     Agli occhi appresentar: che forse un altro
     1065Corpo con lui s’aggira, e in varie guise
     L’incontra, e l’impedisce, e non si vede,
     Perchè privo di luce il ciel trascorre.