Pagina:Lucrezio e Fedro.djvu/120

106 di Tito Lucrezio Lib. VI.

     Ferisce? E noi molti veggiam ne’ sommi
     Gioghi d’un foco tal non dubbj segni?
Nel resto agevolmente indi si puote
     640Di quei l’essenza investigar, che i Greci
     Presteri nominar da i loro effetti,
     E come, e da qual forza in mar vibrati
     Piombin dall’alto ciel; poichè talora
     Scender suol dalle nubi entro le salse
     645Onde quasi calata alta colonna,
     Cui ferve intorno dal soffiar de’ venti
     Gravemente commosso il flutto insano;
     E qualunque naviglio in quel tumulto
     Resta sorpreso, allor forte agitato
     650Cade in sommo periglio: e questo avviene,
     Qualor del vento il tempestos’orgoglio
     Squarciar non sa la cava nube affatto,
     Che a romper cominciò; ma la deprime
     Sì, che quasi calata a poco a poco
     655Paja dal ciel nell’onde alta colonna;
     Come sia d’alto a basso o nebbia, o polve
     Tratta co ’l pugno, o co ’l lanciar del braccio,
     E distesa per l’acque. Or poichè ’l vento
     Furioso la straccia, indi prorompe
     660In mare, e nelle salse onde risveglia
     Il girevole turbo, e il molle corpo
     Della nube accompagna: e non sì tosto
     Gravida di se stesso in mar l’ha spinta,