Pauroso, e non chiede aure seconde?
In van, che nulla meno ei pur sovente
Da violento turbine assalito
Spinto è di morte al guado: in cotal guisa 1830Calca una certa violenza occulta
Tutte l’umane cose, e prende a scherno
I nobil fasci, e le crudeli scuri.
Al fin quando la terra orribilmente
Sotto i piè ne vacilla, e scosse al suolo 1835Caggiono, o stanno di cadere in forse
Ampie terre, e città, qual meraviglia
E’, se gli uomini allor cura non hanno,
Qual si dovria, di se medesmi, e solo
Ampia danno a gli Dei forza, e ammiranda 1840Che freni, e volga a suo talento il tutto?
Nel resto il rame, poi l’argento, e l’oro
Trovossi, e il duro ferro, e il molle piombo,
allorchè sopra i monti arse le selve
Fiamma o da nube ardente ivi lanciata, 1845O da provida man per le foreste,
Ove allor combatteasi, in guerra accesa
Per terror de’ nemici; o perch’indotti
Dalla fertilità d’alcun terreno
Scoprir grasse campagne, e paschi erbosi 1850Voleano; o ancider fere, ed arricchirsi
Di preda. Conciossiachè molto prima
Nacque il cacciar co ’l foco, e con le fosse,