1070L’Etesie: conciossiachè dall’algenti
Stelle spiran del polo, ove quel fiume
Fuor del torrido clima esce dall’austro
Fra’ neri Etiopi, e dal calore arsicci;
Indi dal mezzodì sorgendo, appunto 1075Può di rena ammassata anche un gran monte
A i flutti avverso di quel vasto fiume
Oppilar le sue bocche, allor che il mare
Agitato da’ venti entro vi spinge
L’arena; onde avvien poi, che ’l fiume stesso 1080Men libera l’uscita, e men proclive
Abbia dell’onde sue l’impeto, e ’l corso.
Esser forse anche può, che più che in altro
Tempo verso il suo fonte acque abbondanti
Piovano, allor che degli Etesj venti 1085Il soffio aquilonar tutti imprigiona
I nembi ’n quelle parti, e ben cacciate
Ver mezzodì le nubi, e quivi accolte,
E spinte alle montagne, insieme al fine
S’urtano, e si condensano, e si spremono. 1090Forse dell’Etiopia i monti eccelsi
Fanno il Nilo abbondar, quando ne’ campi
Scendon le bianche nevi, a ciò costrette
Da’ tabifici rai del sol, che cinge
Il tutto, il tutto alluma, il tutto scalda. 1095Or via cantar conviemmi i luoghi, e i laghi
Averni; e qual natura abbiano in loro,