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122 di Tito Lucrezio Lib. VI.

     1070L’Etesie: conciossiachè dall’algenti
     Stelle spiran del polo, ove quel fiume
     Fuor del torrido clima esce dall’austro
     Fra’ neri Etiopi, e dal calore arsicci;
     Indi dal mezzodì sorgendo, appunto
     1075Può di rena ammassata anche un gran monte
     A i flutti avverso di quel vasto fiume
     Oppilar le sue bocche, allor che il mare
     Agitato da’ venti entro vi spinge
     L’arena; onde avvien poi, che ’l fiume stesso
     1080Men libera l’uscita, e men proclive
     Abbia dell’onde sue l’impeto, e ’l corso.
Esser forse anche può, che più che in altro
     Tempo verso il suo fonte acque abbondanti
     Piovano, allor che degli Etesj venti
     1085Il soffio aquilonar tutti imprigiona
     I nembi ’n quelle parti, e ben cacciate
     Ver mezzodì le nubi, e quivi accolte,
     E spinte alle montagne, insieme al fine
     S’urtano, e si condensano, e si spremono.
1090Forse dell’Etiopia i monti eccelsi
     Fanno il Nilo abbondar, quando ne’ campi
     Scendon le bianche nevi, a ciò costrette
     Da’ tabifici rai del sol, che cinge
     Il tutto, il tutto alluma, il tutto scalda.
1095Or via cantar conviemmi i luoghi, e i laghi
     Averni; e qual natura abbiano in loro,