Nuovo vocabolario siciliano-italiano/AR

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AQ AS

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Àrbitru. s. m. Giudice eletto d’accordo dalle parti per risolvere: arbitro; f. arbitra.

Àrbula. s. f. Quel cerchio che è attorno del vaglio: cassino.

Arburàta. V. alburata.

Arbùri. V. alburi.

Arbustu. s. m. Pianta piccola in forma di cespuglio: arbusto.

Arca. V. alga.

Arca. s. f. Cassa commessa a doghe incastrate una nell’altra: arca. || Urna sepolcrale: arca. || l’arca santa: arca santa ov’era riposto il vecchio testamento. || arca di Noè: arca di Noè quella nave fatta da Noè per iscampar dal diluvio e fig. una casa ove allevansi molte specie di animali.

Arcachengi. V. alcachengi.

Arcàncilu. s. m. Spirito di grado superiore ai comuni angeli: arcangelo.

Arcanista. s. m. Chi senza esser medico di professione, medica amministrando farmachi da lui composti, e de’ quali tiene arcana la preparazione.

Arcanu. s. m. Segreto, d’ordinario, più grave e più alto, meno di mistero: arcano. || Farmaco di cui si tenga segreta la preparazione: segreto.

Arcanu. add. Che è segreto quasi misterioso: arcano.

Arcata. s. f. Spazio di quanto tirava un arco: arcata. || Nella musica vale una toccata d’arco sulle corde del violino: arcata.

Arcatu. add. Piegato a mo’ d’arco: arcato.

Arcea. s. f. T. bot. Alcea canapina: alcea. Malva Alcea L.

Arcella. s. f. T. zool. Spezie di conchiglia del genere delle bivalve: arsella. Mytilus edulis L. || arcella a grattula di rina, con due strisce bianche: solene striato. Solen strigilatus L. Trovasi in Palermo fossile e vivente. || arcella a grattula, fossile, senza strisce: solene compresso. Solen coarctatus L. Trovasi vivente, sebbene raro, anco nel mare di Palermo. || arcella a mennula, liscia. Cardium levigatum L. || arcella a mennula di li grossi. Cardium sulcatum L. || arcella comuni, Venus decussata L. comunissima in Palermo. || arcella di fangu: tellina a foggia di scala. Tellina scalaris Lam. || arcella di lu ciumi di s. Giuseppi o di li murtiddi: perla de’ pittori. Unio pictorum Lam. || arcella di minna: pettoncolo mareggiato. Pectungulus undulatus. || arcella lungaruta del faro di Messina, Psamobia florida L. || arcella ’mpriali; bellissima conchiglia, abbondante in Catania. Cytherea chione. || arcella riata di rina: madia degli stolti; comunissima in Palermo. Trovasi fossile nell’argilla terziaria di Cifali presso Catania Mactia stultorum Gmel. || arcella russa chiattulidda: tellina depressa Tellina depressa Gmel. || arcella tunna di fangu fogghi fogghi: Cytherea multi-lamella Lam. || arcella tunna di li fossi àuti. Lucina flexura Biv. è ne’ dintorni di Palermo. || arcella tunna liscia di rena: citerea lunare. Cytherea lunaris L. || arcella vranca di rena, delle più grandi: tellina appianata. Tellina planata. Poli. || arcella vranca tunna di rena. Lucina lactea Gmel.

Arcella-gadda. T. zool. Nome generico che i marinai danno alle conchiglie bivalvi mezzanamente grandi, solcate, verrucose, spinose, non mai lisce. || È propriamente la Venus verrucosa L. abbondante nel mar di Trapani. || arcella gadda comune di rena Cardium Tuberculatum L. || arcella-gadda comuni di triscini; fossile e vivente. Cardita sulcata Brug. || arcella-gadda comunissima di Carini. Venus gallina L. || arcella-gadda di fango spinosa. Cardica aculeata Lam. || arcella-gadda di li rari cu li minnuzzi. Arca artiquata L. vivente, ma rara, nel mare di Palermo. || arcella-gadda di Mazzara. Cardium edule L. || arcelli-gaddi spinosi Cardium echinatum L.

Arceri. add. Dicesi di uomo industrioso assai: buscatore, procacciante.

Archèmisi. V. alchèmisi.

Archettu. s. m. Bacchetta piegata a modo d’arco col quale si pigliano gli uccelli: archetto. || T. magn. Specie di lima raccomandata ad un manico fatto ad arco, della quale si servono per intaccar le chiavi: archetto.

Archïari. v. a. Propriamente costruir ad archi checchessia. || Torcer o piegar checchessia ad arco: archeggiare, arcare. || Disegnar in guisa che vi sien curve nelle estremità. || archiari li terri: spiare, guardar alternamente per iscoprir qualcosa, o scoprir paese per non cader in agguato.

Archïata. s. f. Serie di più archi: arcovata.

Archïatu. add. Ornato d’archi.

Archibbuciata. s. f. Colpo sparato da archibugio: archibugiata.

Archibbuciu. s. m. Antico fucile: archibugio.

Archiceddu. s. m. dim. di arcu: arconcello, archetto. || archiceddu nicu: archettino.

Archìmia. V. alchìmia.

Archimilla. s. f. T. bot. Pianta con isteli ramosi, foglie alterne, lobate, pelose ne’ bordi e nei nervi, dentate, fiori piccoli a ciocche: piede di leone. Archemilla Vulgaris L.

Architettari. v. a. e intr. Ideare ed ordinar una fabbrica secondo le regole dell’architettura: architettare. || met. Macchinar inganni e simili: architettare. P. pass. architettatu: architettato.

Architettonicamenti. avv. In maniera e secondo le regole architettoniche: architettonicamente.

Architettònicu. add. Secondo architettura: architettonico.

Architettu. s. m. Colui che esercita l’architettura: architetto.

Architettura. s. f. L’arte dell’inventare e disporre ed edificare gli edificii: architettura.

Architetturi –trici. (Rau) verb. Chi o che architetta: architettore –trice.

Architravata. s. f. Il porre o la maniera di porre gli architravi co’ loro accessorii ciò sono fregi, cornice ecc. architravata.

Architravu. s. m. Membro principale dell’architettura, quella parte che seguita immediatamente sopra il capitello delle colonne, cioè quel sodo che si pone dall’una all’altra colonna o pilastro, o sopra alcun vano per fabbricarvi su: architrave.

Archivàriu. V. archivista.

Archiviari. v. a. Chiudere o registrare scritture in archivio: archiviare. [p. 71 modifica]

Archìviu. s. m. Luogo dove si conservano le scritture: archivio.

Archivista. s. m. Colui che ha cura dell’archivio: archivista.

Archivolta. s. f. (Scob.) Fascia larga che fa oggetto sovra il muro che va da un’impostatura all’altra del prospetto di un arco: archivolto.

Arci. Particella che premessa a una voce ne accresce la intenzione, la forza ecc: arci, archi.

Arcibbestia. s. f. Più che bestia.

Arcibbestiali. add. Più che bestiale: arcibestiale.

Arcibbistiuni. s. m. Più che bestione: arcibestione.

Arcibbonu. add. Buonissimo: arcibuono. Sup. arcibbonissimu: arcibuonissimo.

Arcibbirbanti. add. Più che birbante.

Arcibbriccuni. add. Bricconissimo: arcibriccone.

Arcicannata. s. f. Gran boccale: boccalone.

Arcicaru. add. Più che caro: arcicaro (Fanf. Supp.)

Arci-chi. avv. Più che.

Arcichinu. add. Più che pieno: arcipieno.

Arcicuntenti. add. Più che contento: arcicontento.

Arcicuriusu. add. Più che curioso: arcicurioso.

Arcidiacunatu. s. m. T. eccl. Dignità dell’arcidiacono: arcidiaconato. || Ove ha l’ufficio egli e’ suoi ministri.

Arcidiàcunu. s. m. Quegli che ha l’arcidiaconato, che è un grado ecclesiastico: arcidiacono, archidiacono.

Arcidiavulu. s. m. Il capo de’ diavoli: arcidiavolo.

Arciduca. s. m. Titolo dei principi di Casa d’Austria: arciduca.

Arciduchissa. s. f. di arciduca: arciduchessa.

Arcigranni. add. Più che grande: arcigrande.

Arciliutu. s. f. Specie di liuto già in uso anticamente con due manichi, poco differente dalla tiorba, da cui è nato: arciliuto.

Arcilluneddu. s. m. T. zool. dim. di arcilluni; conchiglia somigliante ma più piccola delle panopee. || arcilluneddu di crita comune dei corti, mia troncata. Mya truncata L. || arcilluneddu di crita de’ rari. Anatina truncata Lam. || arcilluneddu di crita lungarutu. Tutte tre le dette specie trovansi fossili presso Palermo a’ Ficarazzelli nell’argilla figulina.

Arcilluni. s. m. T. geol. Arselle o mitoli grandi: arsellone. || arcilluni fossili; due specie di fossili panopee, diverse dalla vivente, una delle quali è comune in Palermo, l’altra rara. || arcilluni pilusu di camè: pettoncolo peloso. Pectunculus pelosus Lara. || arcilluni tunnu di camè. Pectunculus gliscimeris Lam. Di cui a Trapani fannosi be’ cammei. || arcilluni tunnu; fossile di creta: reina d’Irlanda. Cyprina irlandica; piuttosto comune in Palermo. || arcilluni viventi: panopea di Aldrovandi. Panopea Aldrovandi Menard; una delle più grandi conchiglie bivalvi di Sicilia.

Arcilluzza. s. f. T. zool. Conchiglia bivalve, piccola, liscia e con istrisce poco impresse. || arcilluzza argintata. Nucola Margaritacea Lam.; trovasi fossile e vivente. || arcilluzza di ciumi. Cyclas obtusalis L. abbondantissima nel fiume Oreto presso Palermo. || arcilluzza di fangu; di grossezza media. Corbula Lam. || arcilluzza di ’mmenzu li petri con foglie. Venerupis trus Lam. || arcilluzza di ’mmenzu li petri riatedda. Venerupis ruperella Blain. || arcilluzza di sbromu. Modiola discrepans. || arcilluzza di sutta li petri. Erycina corbulopides Biv. nelle spiagge di Palermo. || arcilluzza pizzuta di fango delle rare. Nucula pella Lam. || arcilluzza polina di gramigna. Venus florida; non frequente nei mari di Palermo. || arcilluzza sanguigna: tellina fragile. Tellina fragilis Gmel. || arcilluzza scritta di gramigna. Venus geographica Gmel. ne’ mari di Palermo, ma non frequente. || arcilluzza tunna riatedda, piccola. Lucina digitata Biv. || arcilluzza tunna liscia delle più piccole. Lucina divaricata Lam. || arcilluzzi a fastica: donace fatto a dente. Donax Denticulata.

Arcilluzza-gadda. s. f. T. zool. Conchiglia bivalve piccola, striata, spinosa ecc. e non giammai liscia. || arcilluzza-gadda a fastuca di li fanghi, rarissima. Sytriatella aretica Lam. || arcilluzza-gadda macchiata scura delle più piccole. Cardita squamosa Poli. || arcilluzza-gadda rossa, piccola Cardita muricata Biv. || arcilluzza-gadda turca. Crassina damnoniensis Lam. rarissima ne’ mari di Palermo, fossile vi si rinviene nell’argilla figulina.

Arcimariolu. add. Più che mariuolo.

Arcimisa o Arcimisa di li fimmini. T. bot. Pianta con foglie bianche e di acuto odore s’adopra in medicina: artemisia, canapaccia. Artemisia Vulgaris L.

Arcinfànfaru. s. m. Voce colla quale chiamiamo per ischerno colui che, millantandosi di grand’uomo si fa conoscere per iscempio e per vano: arcifanfano. || E si dice anco, volendo esprimere la singolare perizia di alcuno in certe cose: cima.

Arcinfirnali. add. Più che infernale: arcinfernale.

Arcinòbbili. add. Più che nobile: arcinobile.

Arciperfettu. add. Più che pesante: arcipesante.

Arcipisanti. add. Più che pesante: arcipesante.

Arcipoeta. s. m. Più che poeta: arcipoeta.

Arcipreti. s. m. Grado nella gerarchia ecclesiastica, superiore a’ preti comuni: arciprete. || Modo prov. ogni cuda d’asinu cci pari un arcipreti. Dicesi di chi piglia de’ grossi granchi o è apprensionito.

Arcipritura. s. f. Dignità d’arciprete: arcipretato. || Titolo, dignità e prebenda dello arciprete: arcipretura.

Arcirriddìculu. add. Più che ridicolo: arciridicolo (Fanf. Supp.).

Arcirotta. s. f. T. zool. Beccaccina. Scolopax minor L. V. arciruttuni. || fari l’arcirotta: ischermirsi, e anco: bistentare, star in indugio. || Amorino e per sim. Zerbinotto.

Arcirriccu. add. Più che ricco: arciricco.

Arciruttedda o Scaccia-margiu. Beccaccina piccola.

Arciruttuni. s. m. T. zool. Uccello che ha quattro linee fosche in sulla fronte, becco retto e sparso di risalti, piedi bruni, grosso quanto una quaglia: beccaccino regale, pizzardella. Scolopax gallinago. L.

Arcisagristanu. s. m. Capo de’ sagrestani: arcisagrestano. [p. 72 modifica]

Arcisicuru. add. Più che sicuro: arcisicuro.

Arcistupennu. add. Più che stupendo: arcistupendo.

Arcisullenni. add. Più che solenne: arcisolenne.

Arciuni. s. m. Quella parte della sella e dei basti fatta a guisa di arco: arcione (Mort. e l’An. Cat.).

Arciunarisi. v. intr. Affaccendarsi per trovar modo di procacciare: stuzzicar i ferruzzi, acciapinarsi, acciaccinare, ciacciare. || Studiarsi procurar un onesto modo di vivere: rigirarsi.

Arcivariu. V. archivista.

Arciveru. add. Verissimo: arcivero.

Arciviscuvatu. s. m. Dignità suprema di chiesa metropolitana, luogo dove l’arcivescovo ha giurisdizione, e l’abitazione di esso: arcivescovado. || Era anco il carcere dentro il medesimo palazzo arcivescovile destinato agl’inquisiti ecclesiastici.

Arciviscuvili. add. Appartenente ad arcivescovo: arcivescovile.

Arcivìscuvu. s. m. Quegli che ha la dignità dell’arcivescovado: arcivescovo.

Arcivu. V. archiviu.

Arconaci. V. branca-ursina.

Arcova. s. f. Il luogo separato da un arco quasi cameretta o dentro la camera, ad uso di mettervi il letto: alcova, arcova.

Arcu. s. m. Parte di un cerchio, e quindi di ogni cosa a similitudine: arco; il pl. soventi è àrcura a modo che l’usavan gli antichi italiani àrcora (Villani). || Era un’arma da cacciar frecce: arco. || arcu di battiri, strumento alla cui estremità sta tesa una corda simile all’arco del violino: arco del cappellajo. || Quell’archetto di pelo che è sopra l’occhio: arco delle ciglia. || Quello strumento che corredato di setole serve a sonar il violino: arco. || arcu triunfali: arco trionfale. Sontuoso edificio ad arco, onde onorare la entrata di un trionfatore. || Quell’arco a somiglianza di ponte tra una casa e l’altra, sopra la via: cavalcavia, che alle volte è per passaggio, alle volte per solo sostegno. || ad arcu: modo avv. ad arco, arcuato. || archi-archi: modo avv. arcovato, tutto archi. || arcu di Diu o di Nuè V. arcubbalenu. || manciarisi l’arcu. V. fogghia. Qui però arcu sta per arca ossia alga.

Arcubbalenu. s. m. Quell’arco di più colori che in tempo di pioggia apparisce nell’aria rincontro al sole: arcobaleno, arco celeste, iride.

Arcuddu. V. archiceddu.

Àrcula. V. àquila.

Arcuni. s. m. accr. di arcu: arcone e dicesi del principale arco del tempio.

Arcutravu. V. architravu.

Ardentementi. avv. Con ardore: ardentemente.

Ardenti. add. Che arde: ardente. || met. Eccessivo, veemente: ardente. || Detto di cavallo, focoso, impetuoso: ardente. || Detto di uomo, animoso, desideroso: ardente. || Piccante, acre: ardente. || Frizzante. Sup. ardentissimu: ardentissimo.

Ardentissimamenti. avv. sup. Con grande ardore: ardentissimamente.

Ardenza. s. f. Ardore, più momentaneo o più vivace: propr. e fig. ardenza.

Ardichella o Lardichella. V. riticedda.

Ardìcula, Ardìcula fimminedda o cu li spini. s. f. T. bot. Pianta selvatica, di stelo e foglie pungenti: ortica. Urtica urens L. || essiri cunusciutu comu l’ardicula: esser conosciuto come l’ortica, quando le tristizie di alcuno son conosciute. || ardicula fimminedda cu li rappi e fogghi granni. Urtica dioica L. || ardicula masculidda o cu li cuculiddi: forse lappola. Urtica pilulifera; comune nelle strade e fra le macerie.

Ardiculiari. v. intr. Far prudore come l’ortica. || Per ardere.

Ardigghiuni. s. m. Ferruzzo appuntato che è nella fibbia: ardiglione.

Ardila marina. V. ogghiu a mari.

Ardimentu. s. m. È meno forte di ardire, è forza richiesta dall’occorrenza: ardimento.

Ardintimintusu. add. Che ha ardimento: ardimentoso.

Ardinticchiu e Ardintuliddu. dim. di ardenti: ardentetto, ardentello.

Ardintuni. add. accr. di ardenti: ardentissimo. || Met. Desiderosissimo.

Àrdiri. v. intr. e può farsi att. (Tomm. D.) L’azione del fuoco sulla cosa accesa: ardere. || met. Accender di desiderio d’una cosa: ardere. || E riferito a passione ecc. esser commosso ed agitato, morir di voglia: ardere. || Spandere gran calore: infuocare o anco ardere. || Esser innamorato: ardere. || Quell’affetto che fanno le materie di virtù corrosiva o diseccativa in sull’ulcere: mordicare. || Prov. quannu la casa di lu to vicinu ardi, lu to mali è vicinu: quando brucia nel vicinato, porta l’acqua a casa tua. P. pass. arsu e ardutu: arso.

Ardìri. v. intr. Aver ardire: ardire. || intr. pass. Ardirsi.

Ardiri. s. m. Sicurezza d’animo nel fare senza timore, meno dell’audacia: ardire. || Ardire, siccome ardimento e arditezza quando son messi in mala parte valgono: audacia o anco temerità.

Arditamenti. avv. Con ardire: arditamente.

Arditina. s. f. L’ardere: arsione.

Arditissimamenti. avv. sup. Con molto ardire: arditissimamente.

Arditizza. s. f. Ardire, e differisce in quanto arditezza può denotare qualità abituale, ardire piuttosto l’atto. Ove si tratti della espressione esterna dell’ardire, meglio arditezza, dell’animo, del volto, della fronte.

Arditu. add. Che ha arditezza o ardire: ardito. Sup. arditissimu: arditissimo.

Ardituliddu. add. dim. di arditu: arditello.

Arduamenti. avv. Con arduità: arduamente.

Arduità. s. f. Astratto di arduu: arduità.

Arduri. s. m. L’azione del fuoco continuamente sulla cosa accesa: ardore. || met. Desiderio intenso: ardore.

Ardutu. V. arsu.

Àrduu. add. Per l’ertezza o ripidezza, di difficoltà o altri ostacoli del terreno, difficile a salire o ad andare: arduo. || met. Detto di altre cose anco immateriali: arduo. Sup. arduissimu: arduissimo.

Arèddara o Èddira. s. f. T. bot. Pianta sempre verde, che si avviticchia dovunque: ellera, edera Hedera helise L.

Aremi. s. m. Uno de’ quattro semi delle carte [p. 73 modifica]da gioco: danaro. || Prov. battiri ad aremi e jittari coppi: accennar in coppe e dar danaro; mostrar di far una cosa e far il contrario.

Arèmisu. Idiotismo di certi luoghi per dire: da capo; p. e. aremisu chi lu cuntu nun mi veni: da-capo che il conto non mi torna.

Arenga, s. f. T. zool. Pesce dell’oceano che ci vien secco salato e affumato: aringa. Clupea L. (Sp. arenga).

Aresta. V. agresta.

Aretta. s. f. T. zool. Uccello bianco, con becco nero, iride gialla, piedi neri colle dita gialle: arione minore. Ardea garzetta L.

Arga. V. alga.

Argagnu. V. cantaru. Dal Gr. αναγκαιου (Pasq.).

Àrganu. s. m. Strumento di legname per muovere gravi pesi, composto d’un cilindro perpendicolare che si fa girare su di sè per via di leve, ad esso è accomandata la corda che tira i pesi: argano. || e chi cci vonnu l’argani!? che ci vuol gli argani!? si dice a chi stenta a far una cosa.

Argasìa. s. f. T. agr. Il letamare e fecondar i campi: calorìa. Dal Gr. εργασια.

Argentu. s. m. Metallo noto: argento. || Nell’araldica, una qualità del campo nello scudo: argento. || Danaro: argento. || è tempu d’oru pri cu’ trova argentu. Prov. che suol dirsi nei tempi piovosi, buoni per gli agricoli, ma nojosi pei cittadini non possidenti terre. || Servizio da tavola: argenteria. || argentu vivu; mercurio, metallo d’argenteo colore, liquido: argento vivo. || essiri un argentu vivu: esser un frugolo, dicesi de’ fanciulli che non istanno mai fermi. || aviri l’argentu vivu: aver l’argento vivo addosso, di colui che non istà mai fermo. || l’argentu porta l’omu a lu ’nfernu: la roba ruba l’anima.

Argilla. s. f. T. geol. Terra tegnente e densa, composta di silice con allume: argilla (Mort.).

Arginari. v. a. Fare argine, munire d’argine: arginare. P. pass. arginatu: arginato.

Argineddu. dim. di argini: arginello, arginetto.

Àrgini. s. m. Riparo fatto sopra le rive de’ fiumi per tener l’acqua che non irrompa, e dicesi di riparo, ostacolo a ogni altra cosa anco immateriale: argine.

Argintari. V. inargintari.

Argintarìa. s. f. Quantità d’argento lavorato, non in moneta, ma in vasellame per uso o simili: argenteria. || E fra noi è la contrada abitata dagli argentieri.

Argintatura. s. f. L’operazione dello inargentare: argentatura.

Arginteri. s. m. Artefice che lavora argento: argentiere, argentaio. || cunigghiu d’arginteri. V. cunigghiu.

Argintina. s. f. T. bot. Pianta di fiori gialli che ha le foglie di sotto di un bianco quasi argenteo: argentina, piè d’oca, piè di gallo. Potentilla Anserina L.

Argintinu. add. Di color d’argento, simile all’argento: argentino. || Per sim. di voce o suono simile a quello dell’argento: argentino.

Arguiri. v. intr. Dedurre qual conseguenza: arguire, inferire.

Argumentari o Argumintari. v. a. Addurre argomenti e ragioni, o formar argomenti: argomentare, argumentare. || Per discorrere, conchiudere, pensare: argomentare. || Per dar segnale, indicare: argomentare. P. pres. argumentanti: argomentante. P. pass. argumentatu: argomentato.

Argumentaturi –trici. verb. Chi o che argomenta: argomentatore –trice.

Argumentazioni. s. f. Lo argomentare: argomentazione.

Argumentu. s. m. Prova, ragione, sillogismo o simile: argomento. || Discorso, raziocinio: argomento. || Indizio, segno: argomento. || Tutto il concetto di qualunque scrittura: argomento. || strinciri l’argumentu: stringer l’argomento, conchiudere.

Argumintuni. accr. Grande e buonissimo argomento.

Argumintusu. add. Che ha forza di convincere; e met. ingegnoso: argomentoso.

Argutamenti. avv. Con arguzia: argutamente.

Argutizza. s. f. Qualità, abito d’esser arguto: argutezza.

Argutu. add. Che ha arguzie nel parlare o scrivere: arguto. || Per penetrante, acuto: arguto.

Argùzia. s. f. Certa prontezza e acutezza per lo più nelle piccole cose, nel disputare, mordere: arguzia. || Si piglia per lo stesso concetto arguto: arguzia.

Ària. s. f. Detto ass. è quella atmosferica: aria. Con uno aggiunto appresso esprime appo i chimici le differenti specie di gas. || Spazio: aria. || Aspetto: aria. || Apparenza: aria. || Per boria: aria p. e. darisi aria d’impurtanza: darsi aria d’importanza. || Canzonetta per musica: aria. || E dicesi della musica medesima sulla quale si cantano le arie: aria. || Somiglianza p. e. avirinni un’aria: renderne aria. || T. pitt. La parte che imita il cielo: aria. || essiri o stari nt’all’aria o a menz’aria; esser indeciso o star in ponte. || essiri ’ntr’all’aria o anche non istar a segno, non esser fermo: aver o dare il cervello a rimpedulare. || essiri una cosa ’ntr’all’aria: esser all’aria, scompigliata, non assettata. || lassari li così ’ntr’all’aria o a menz’aria: lasciarle in asso, non finirle. || pigghiari li così ’nt’all’aria: intender per aria, capir alla prima. E vale anche figurarsi ciò che non è, per non aver ben capito. || Per mal’aria: ariaccia. || Per sim. puzzo. || passa l’aria vostra, modo di condiscendere: come vi piace. || satari ’nt’all’aria; dicesi per gran maraviglia: far le stimite. E vale anco saltar in bestia, cioè adirarsi subitamente per cosa che non vada a verso. || pigghiari aria: passeggiar all’aperto: pigliar aria. || jiri pri l’aria la pignata, bollire col maggior colmo: bollire a ricorsojo, bollire a scroscio. || ad aria, modo avv. p. e. pigghiari la fisonomia di unu ad aria: senza molto lavoro, colpir a prima vista. || cantari o sunari ad aria: cantar o sonar a aria, cioè senza conoscer la musica. || jiri pri l’aria o a gamm’all’aria: andar all’aria, o andar a gambe levate. || jittari all’aria: buttar all’aria, gettar via con ira. || colpu d’aria: colpo d’aria, flussione o dolore cagionato dall’essersi esposto a una corrente d’aria. || ’nt’all’aria: in aria, in alto. || aria netta non ha paura di trona: chi ha coscienza di non aver fallato non teme. || aria di [p. 74 modifica]invernu e picciriddu ’nfasciatu, a chi è nettu a chi è cacatu: seren d’inverno, pioggia d’estate e vecchia prosperitate, non duran tre giornate. || aria di finestra colpu di balestra: aria di finestra colpo di balestra. || ’nn’aria ’nn’aria: leggeri leggeri. || veniri di l’aria ’na cosa: venir all’improvviso o venir di rimbalzo.

Ària. s. f. Spazio di terra spianato e accomodato per uso di battervi il grano o le biade: aja. || inchiri l’aria: metter in aja, inajare. || Superficie di un campo: area.

Ariari. v. intr. Guardar intorno, sguardare.

Ariata. s. f. Somiglianza. || avirinni ’n’ariata: averne una somiglianza: arieggiare. || ariata di suli: occhio di sole. Secondo nota il Fanfani alla voce participio nel Voc. d. u. Tosc. potrebbe farsi: arieggiata. || pigghiari un’ariata di suli: soleggiare, starsi al sole. || Quantità che contiene un’aja ajata.

Ariatedda. s. f. dim. di ariata.

Ariatu. add. Ventilato: aereato, aerato.

Ariazza. s. f. accr. d’aria: ariaccia. || Boria.

Aricchia. V. oricchia e suoi derivati.

Aricciola. s. f. T. zool. Pesce di mare verdiccio o azzurrino, senza scaglie e con la testa aguzza: leccia. Scober ancia L.

Aridamenti. avv. Con aridezza: aridamente.

Ariddarariu. s. m. Spazio di terreno riservato ad allevar i piantoni, arboscelli per poscia trapiantarli: piantonajo, vivajo, nestaja.

Ariddareddu. s. m. dim. di ariddaru: granelletto, granellino, granelluzzo.

Arìddaru e ant. Arilla. s. m. Il seme delle pere, mele e simili: granello. || Detto dell’uva: vinacciolo. || ariddaru di gaddu; i testicoli del gallo: granello del gallo. || ariddaru di gaddu è pure una specie d’uva di acini lunghetti e curvi, ve n’ha bianca e nera: galletta (A. V. ital. arillo, vinacciolo, da cui si fece ariddu V. e poi ariddaru).

Ariddarusu. add. Di frutto che sia pieno di granelli: granelloso.

Ariddu. V. griddu. || V. ariddaru.

Ariddusu. V. ariddarusu.

Aridissimamenti. avv. sup. Aridissimamente.

Aridità. s. f. Astratto di arido: aridità.

Aridizza. s. f. Qualità attuale di ciò che è arido: aridezza.

Àridu. add. Difetto di umori che rende la cosa men feconda, o men atta, comechessia, all’uso, più di secco: arido. || Sterile: arido. || met. Di un soggetto che non somministri materia di poter ragionare: arido. || Che non trova consolazione negli esercizi spirituali: arido. Sup. aridissimu: aridissimo.

Ariedda. V. arietta.

Arieri. V. eredi.

Arieti. s. m. Montone: ariete. || Un segno dello zodiaco: ariete. || Macchina militare antica, da abbattere mura: ariete.

Arietta. s. f. dim. di aria: arietta. || Canzonetta in musica: arietta. || Alquanta boria.

Ariganeddu. V. riganu.

Arinari, Arenari e Arrinari. v. intr. Il dar in secco della nave: arrenare. || Per traslato, esser impedito nel più bello del proseguire cosa cominciata: arrenare. P. pass. arinatu: arrenato.

Aristogràticu. V. aristucraticu.

Aristucraticamcnti. avv. A modo aristocratico: aristocraticamente (Parmi voce d’uso).

Aristucràticu. add. Di aristocrazia: aristocratico. || Orgoglioso. || Insolente, intrattabile. Sup. aristucraticissimu: aristocraticissimo.

Aristucraticuliddu. add. dim. Aristocratichetto. || Orgogliosetto.

Aristucraticuni. add. accr. Molto aristocratico. || Orgogliosissimo.

Aristucrazìa. s. f. Forma di reggimento, per la quale dispotizzano i nobili: aristocrazia. || Arrogante presunzione di alcuni figli degli uomini che si credono aver il sangue differente di quello degli altri figli degli uomini. Manca tal senso ne’ vocabolari ma è nel fatto. || La classe del paese che tal cosa crede.

Aritmètica. s. f. Scienza di numerare: aritmetica.

Àriu. s. f. Lo stesso che ària. V. || ariu cubbu: aria cupa; rabbruscata, minacciante procella. || ariu ’nfuscu; aria fosca, caliginosa.

Ariuseddu. add. dim. di ariusu: superbietto.

Ariusu. add. Detto di cosa che per esser situata in luogo aperto riceva molta aria e lume: arioso. || Ogni luogo aperto, esposto, soggetto all’aria: arioso. || Detto di persona: superbo, borioso.

Arlecchinu. s. m. Nome di maschera bergamasca: arlecchino. || Presso i sorbettieri è miscuglio di sorbetti di più colori. || Presso i bettolieri, miscuglio di rimasugli di pranzo: arlecchino.

Arma o Anima. s. f. Spirito che è nel corpo, principio della vita o del sentimento che comprende tutte le facoltà dell’ente che sente e ragiona: anima. Considerata per la qualità di sentire, volere si chiama: animo; considerata per la qualità d’intendere, pensare ecc. intelletto. || Per vita, persona: anima. || Lo spirito separato dal corpo: anima. || Parte principale ove si comprenda il fondamento o la sostanza di checchessia: anima. || Parte interiore di molte cose, come vasi, bottoni ecc: anima. || finu ’ntr’all’arma: posto avv. fino all’anima, grandemente. || T. art. Quella vivezza, espressione che rende le figure quasi vive: anima. || arma di lignu o di brunzu: insensibile. || fari comu l’arma di la pena: dolersi grandemente. || manciaricci l’arma ad unu: spogliarlo di tutto con iscrocconeria. || aviri l’arma ’mpinta cu li labbra: tener l’anima coi denti, essere per morire, ovvero debolissimo. || aviri l’armi ligati: esser invulnerabile. || cu avi arma, arma cridi: chi è di cuor tenero, compatisce. || essiri un’arma ’ntra dui corpi: esser due anime in un nocciolo, amicissimi, amantissimi. || dari l’arma a lu virseriu, o a capputteddu: dar nelle furie. || lu megghiu pezzu di l’arma, il migliore, il più a cuore, o più importante. || la sant’arma o la bon’arma: la buon’anima rammentando i morti. || nesciri l’arma pri ’na cosa: desiderarla ardentemente. || nesciri l’arma ’nt’on sirvizzu: durare grandissima fatica. || fari nesciri l’arma ad unu: costringerlo a lavorare più delle sue forze. || fari nesciri l’arma pri ’nculu ad unu: far recere l’anima, uccidere o far sudar sangue. || mittirisi l’arma ’ntra lu guvitu, [p. 75 modifica]metter da banda la coscienza. || gridari comu un’arma addannata: urlar come un’anima dannata. || arsa l’arma! Imprecazione. || l’arma a Diu, lu corpu a la terra e la terra e la robba a cui veni: l’anima a Dio, il corpo alla terra e la roba a chi s’appartiene. || la megghiu cosa chi tu po’ fari, pensa chi l’arma ti vo’ salvari: beato quel corpo che per l’anima lavora. || mittirisi a fari ’na cosa cull’arma: mettersi con l’anima a far checchessia, attendervi a tutt’uomo. || armi-santi: anime sante quelle che credonsi al purgatorio. (A. V. ital. arma).

Arma. s. f. Ogni arnese da offesa o difesa: arme, arma. || Insegna gentilizia: arme. || Fig. Tutto ciò che serve a confutar opinioni, distrugger errori ecc.: arme. || vèniri all’armi curti: venir alle strette. || all’armi curti: senza tanti discorsi, senza ciarle. || armi bianchi: armi bianche, quelle di ferro o d’acciajo ma che non s’usan a polvere. || armi a focu: armi da fuoco, quelle che si paran a polvere. || arma duna armu; l’arme dà animo. || l’armi di lu putruni nun tagghianu e nun firiscinu a nissunu: l’armi de’ poltroni non tagliano nè forano. || accatta l’armi in tempu di paci: nel mese di maggio fornisciti di legne e formaggio, preparati innanzi il bisogno. || essiri in armi supra l’armi: esser in arme, o sull’arme, pronti a guerreggiare. || l’armi di la donna su’ la lingua; la donna si difende e offende colla lingua.

Armacchia. V. murazzu. || Macerie.

Armalazzu. s. m. pegg. di armali: animalaccio. || Così chiaman i contadini le serpi velenose o brutte. || Fig. Uomo scioccone: animalaccio.

Armaleddu. s. m. dim. di armali: animaletto.

Armali. s. m. Propriamente ogni creatura con anima, ma specialmente si dice delle irragionevoli: animale. || Fig. Persona sciocca: animale.

Armaliscamenti. avv. A mo’ d’animale: animalescamente (Crusca).

Armaliscu. add. Che è ed ha dell’animale: animalesco.

Armalitati. V. asinità.

Armalunazzu. V. armalazzu.

Armaluni. s. m. accr. di armali: animalone.

Armaluzzu. vezz. di armali: animaluccio, animaluzzo.

Armamentu. s. m. Armamento.

Armari. v. a. Fornir d’arme: armare. || Met. Fortificare: armare. || armari putia: metter su bottega. || armari cufularu: far conciliaboli, e in generale p. e. armari vucciria, cunvirsazioni ecc.: metter su, fare ecc. || armari di bruscu o di rusticu: far il viso dell’arme, mostrarsi adirato. || T. mar. Munire di cannoni, o semplicemente allestire una nave: armare. || Rifl. a. armarsi. || Fig. armarisi di pacenzia, quasi fornirsi di pazienza. || Per dar animo, ardimento: animare. P. pass. armatu: armato. || Animato.

Armarìa. s. f. Luogo dove si ripongono o conservano le armi: armeria.

Armarieddu. dim. di armariu: armadietto e vezz.: armadino.

Armariottu. s. m. dim. Armadiotto (Fanf. Una casa fiorentina da vendere).

Armàriu. s. m. Arnese di legno con imposte per riporvi robe, vestiari ecc.: armadio, armario.

Armariuni. s. m. accr. di armariu: armadione.

Armaru. V. armariu.

Armata. s. f. Propriamente moltitudine di navilii da guerra: armata. || Trasl. dello esercito o moltitudine armata: armata.

Armata-manu. Posto avv. A mano armata: armata-mano.

Armatamenti. avv. Con armi: armatamente.

Armatedda. s. f. dim. d’armata: armatella, armatetta.

Armatissimu. add. sup. di armatu: armatissimo.

Armatuni. V. armatissimu.

Armatura. s. f. Guarnimento d’armi che si porta addosso: armadura, armatura. || Met. Ciò che la natura ha dato per difesa a molti animali: armadura. || T. art. Quelle cose che si pongono per sostegno, anima, fortezza di checchessia: armadura. || T. legn. Le spranghe delle imposte, su cui son confitte le tavole: armadura. || T. tess. Tutti i licci ordinati per tessere il drappo: armadura. || armatura di li riti, le maglie che circondan le reti: armadura delle reti.

Armaturedda. s. f. dim. d’armatura: armaduretta.

Armaturi. s. m. Capitano di nave armata autorizzata dal governo per corseggiare sopra i nemici: armatore. || Il proprietario della nave: armatore.

Armazza. s. f. pegg. di arma: animaccia. || Pegg. di arma: armaccia (Tramater).

Armellinu. s. m. T. zool. Specie di donnola che nell’inverno cangia il bruno del pelo in bel bianco, conservando il fiocco nero in punta della coda: armellino. Mustela Erminea. || La pelle di esso: armellina.

Armentu. (Atanasio da Aci) s. m. Branco di animali grossi domestici: armento.

Armeri. s. m. Colui che fabbrica o rassetta l’armi: armajuolo.

Armicedda. s. f. dim. di arma: armicella. || dim. di arma: animetta.

Armicinu. s. m. Sorta di drappo leggero, così detto dalla città di Ormus donde in prima fu portato in Europa: ermesino, ermisino.

Armìggeru. add. Che porta od usa le armi, bravo, coraggioso: armigero.

Armigghia. V. jippuni.

Armiggi. s. m. pl. Le funi e l’ancore e simili attrezzi di marina: armeggi. || Gli strumenti di un’arte: utensili e arnesi nel senso di strumenti. I latini certi arnesi dicevan arme. Virgilio: quae sint duris agrestibus arma.

Armiggiu. s. m. Maneggio. || fari l’armiggiu: far l’esercizio delle armi.

Armillari. V. sfera.

Arminiu. luci comu l’arminiu; dicesi di cosa lucida, da ambra quasi ambrino: arminio (Pasq.).

Armintèri. s. m. Guardiano di armenti: armentario.

Armintizzu. add. Appartenente ad armento: armentario.

Armintusu. V. armintizzu.

Armisinu. V. armicinu.

Armistiziu. s. m. Sospensione breve di battaglia: armistizio.

Armonia. V. armunia e derivati.

Armònicu. add. Che ha o rende armonia e che appartiene ad armonia: armonico. [p. 76 modifica]

Armonizzari. v. a. Render armonioso, dar armonia: armonizzare. P. pass. armonizzatu: armonizzato.

Armu e Ànimu. s. m. La facoltà volitiva dell’anima, però s’usa per volontà, disposizione, intenzione, coraggio, animo. || Prov. animu delibberatu nun voli cunsigghiu: animo risoluto non vuol consiglio. || l’armu l’aju e li forzi mi mancanu: lo spirito è pronto ma il potere è zoppo. || bastariti l’armu di fari ’na cosa: bastarti l’animo di fare una cosa. || cadiri l’armu: cader l’animo, avvilirsi. || di bon animu: di buon animo, sinceramente.

Armuina. s. m. Frutto del corbezzolo: corbezzola. V. ’mbriacula.

Armunia. s. f. Consonanza e concerto sì di voci che di strumenti: armonia. || Proporzione e proporzionata corrispondenza di parti in chicchessia: armonia. || Per concordia: armonia.

Armuniusamenti. add. Con armonia: armoniosamente.

Armuniusu. Che ha armonia: armonioso.

Armusu. (Scob.) V. animusu.

Armuzza. s. f. dim. di arma: animuccia. || armuzzi-santi: le animucce sante del purgatorio.

Arnesi. s. m. Nome generico di masserizie, abiti meno nobili di arredi; ferramenti, strumenti più nobili di utensili: arnese.

Àrnica. s. f. T. bot. Pianta con foglie radicali ovate bislunghe, intere, nervose, fiori gialli: arnica.

Arnisi. V. arnesi.

Aroi-biancu. s. m. T. zool. Uccello bianco con becco giallo e nero in cima, piedi nero-olivastri. Nella state ha sulla schiena un mazzetto di penne lunghe: airone maggiore.

Aromatàriu. s. m. Chi vende aromi: aromatario.

Aromàticu. add. Che ha odore o sapore di aromato: aromatico. || met. Di cosa che ha delle difficoltà e spiacevolezza: aromatico. || Detto di uomo fantastico, stravagante: aromatico.

Aromatizzari. v. a. Dar sapore, odore d’aromato: aromatizzare. P. pass. aromatizzatu: aromatizzato.

Aromu. s. m. Nome generico d’ogni spezieria e profumo: aròmato, aroma.

Arpa. s. f. Strumento di molte corde di minugia, triangolare, senza fondo: arpa, arpe. || T. zool. Uccello scuro-nerastro, con testa coperta di penne scure ed acuminate, becco celestognolo, iride gialla, dita gialle, unghia nere: aquila reale. || arpa di terra: uomo di molta abilità nelle faccende: faccendone.

Arpàgghiu. s. m. Ferro uncinato per aggrappare: rampo, raffio.

Arpagghiuni. s. m. accr. di arpagghiu: rampone, arpagone.

Arpasciari. V. abbruscari.

Arpazza. V. vuturu.

Arpeggiamentu. s. m. T. mus. Arpeggiamento.

Arpeggiari. v. intr. T. mus. Suonare toccando con velocità le corde l’una dopo l’altra secondo le regole dell’armonia: arpeggiare.

Arpèggiu. s. m. T. mus. L’arpeggiare: arpeggio.

Arpèri. s. m. Che suona l’arpa: arpista.

Arpetta. s. f. dim. di arpa: arpicina.

Arpìa. V. culoccia.

Arpicedda. s. f. dim. di arpa: arpicella (a Firenze).

Arpicordu. s. m. Strumento musicale simile all’arpa: arpicordo.

Arpuni. s. m. accr. di arpa: arpone. || Feto non per anco ben formato: embrione.

Arrabbiamentu. s. m. Arrabbiamento.

Arrabbiari e Arraggiari. v. intr. Divenir rabbioso; detto dei cani: arrabbiare. || met. intr. pass. Montar in collera mostrando segni di non volere o non potere aver pazienza: arrabbiarsi. || Met. Dicesi delle biade che sian ancora sopra terra, quando seccano pria del tempo per nebbia o soverchio caldo che l’abbia avvampate, e talora si trasferisce anche alla terra: arrabbiare. || arrabbiari di duluri: disperarsi dal dolore. || arrabbiari di fami: arrabbiar dalla fame. || Morir di desiderio: arrabbiare di una cosa. P. pass. arrabbiatu e arraggiatu: arrabbiato.

Arrabbiatamenti e Arraggiatamenti. avv. Con rabbia: arrabbiatamente.

Arrabbiateddu e Arraggiateddu add. dim. Arrabbiatello.

Arrabbiatissimamenti e Arraggiatissimamenti. avv. sup. Arrabbiatissimamente.

Arrabbiatissimu e Arraggiatissimu. add. Sup. Arrabbiatissimo.

Arrabbiatizzu e Arraggiatizzu. add. Alquanto arrabbiato: arrabbiatellaccio, adiraticcio. || culuri arraggiatizzu: troppo vivace.

Arrabbiusu e Arraggiusu. V. rabbiusu. V. rabbiu.

Arraccamari. V. arriccamari e derivati.

Arraccamu. V. riccamu.

Arracchiari. v. intr. Dicesi degli animali e dei vegetabili, che non vanno rigogliosi, anzi illanguidiscono e vengon a meno: intristire. P. pass. arracchiatu: intristito.

Arraccicà. Modo d’invitar le bestie a camminare: arri, anda.

Arraccumannari. V. raccumannari, e derivati. Anco i Toscani hanno usato: arraccomandare come ne’ Canti Pop. Tosc. del Tigri.

Arraciuppari. V. raciuppari e derivati.

Arradari. V. arradazzari. || Per allontanare.

Arradicari. v. intr. Attaccarsi alla terra per mezzo delle radici che fa la pianta: radicare, abbarbicare e s’usa nel n. pass. || met. D’altra cosa immateriale che divenga abituale: radicare. P. pass. arradicatu: radicato (A. V. ital. arradicare).

Arradicchiari. v. a. Applicar a una parte del corpo degli animali l’erba radicchia (radicchiella) per vescicante. P. pass. arradicchiatu.

Arradugnari. V. radugnari.

Arraduzzari. v. intr. Tor via la spessezza: diradare.

Arragghiari. v. intr. Il mandar fuori una voce che fa l’asino: ragghiare, ragliare. || lu signuri nun senti l’ancili cantari e voli sentiri l’asini arragghiari? raglio d’asino non arriva in cielo. || met. Chi canta male: berciare. P. pass. arragghiatu: ragghiato.

Arragghiatina. s. f. Il ragghiare: ragghiata. V. participiu.

Arragghiu. s. m. La voce dell’asino: raglio.

Arraggiamentu. V. arrabbiamentu. || V. raggia.

Arraggiari. V. arrabbiari. Se non che pare più [p. 77 modifica]forte; fari arraggiari ad unu: farlo assaettare. || arraggia! modo di negare sgarbatamente una cosa: crepa! || fari arraggiari l’arma, lu cori: far mangiar l’anima. || pozz’arraggiari com’un cani: possa tu arrabbiare come un cane (Fr. rager). P. pass. arraggiatu: arrabbiato.

Arraggirari. v. a. Riconsegnar una cosa data e prestata: restituire. || Studiarsi, utilizzare in onesto modo un po’ di danaro per vivere: rigirarsi.

Arraggiunari. V. raggiunari.

Arrajari. v. intr. Irrigidirsi dal freddo: aggricchiare. || Per arraggiari V.

Arralligrari. V. ralligrari (A. V. ital. arrallegrare ed è ne’ Canti Pop. Tosc. del Tigri).

Arramamentu. s. m. Il pigliar il verde rame. || Saldatura di rame.

Arramari. (D. B.) v. a. Saldare con rame. || intr. pass. Dicesi delle vivande che stando in vasi di rame piglian il verde rame. || E quando il rame per umidità manda il verde. || T. mar. Abbassar la poppa per l’effetto del sollevamento della prua: acculare (Zan. Voc. Met.). P. pass. arramatu: saldato con rame. || Pigliato di verde rame. || Acculato. || Per spia V.

Arrammari. v. a. (D. B.) Afferrare. || T. mar. Accostarsi per forza a una nave per impadronirsene: abbordare. || Strappar di mano: arraffare. P. pass. arrammatu: abbordato. || Arraffato. (Fr. aramber).

Arrammintari. V. rammentari.

Arrampari. V. allippari.

Arrampicarisi. (Scaduti) v. intr. pass. Dicesi di uomo che s’ajuti colle mani e co’ piedi a salire: rampicare, arrampicare.

Arrancari. v. intr. Il camminar che fanno con fretta gli zoppi, quasi che si strascinino dietro l’anche; e dicesi dello affaticarsi per camminare per lo più de’ vecchi o malsani: arrancare. || v. a. Afferrar l’arme, brandire: arrancare. || T. mar. Si dice delle barche quando vanno di forza: arrancare.

Arrancata. V. rancata e derivati.

Arrancatu. add. di arrancari: arrancato. || T. legn. Dicesi di una linea fuori squadro o fuori piombo.

Arrancidìri e Arrancitìri. v. intr. Divenir rancido: rancidire. P. pass. arrancidutu: rancidito.

Arrancitusu. V. rancitusu.

Arrancurarisi. V. rancurarisi.

Arrapari. V. rapari.

Arrappamentu. s. m. Raggrinzamento.

Arrappari. v. a. Detto di uomo è quando la pelle fa certe pieghe, grinze provenienti dalla età: aggrinzare; e quando sono più forti: raggrinzare. || Detto di cose che faccian crespe: increspare. E increspare dicesi anco di pelle dell’uomo, ma è più leggiero e più passeggero di aggrinzare. || Rifl. a. Aggrinzarsi, incresparsi. || Evvi nel Giusti un prov.: le carni son vane, le rappe son cestane; eeco che il nostro arrappari ha relazioni colla lingua italiana.

Arrappateddu. add. dim. Un po’ aggrinzato, un po’ grinzoso. || Un po’ increspato.

Arrappatu. add. Aggrinzato. || Increspato. || Non si dice però a persona che abbia le grinze aggrinzata ma grinzosa. || Cresposo.

Arrappatuni. add. accr. Di molto aggrinzato, di molto grinzoso. || Di molto increspato.

Arrappucciari. V. rapucciari.

Arrapucciari. V. rapucciari.

Arrapuni (A l’. V. ammucciuni || Per in fretta.

Arrasari. v. a. Levar via dallo stajo o simili colla rasiera il colmo che sopravvanza alla misura: rasare. || T. fabb. Uguagliare, pareggiare. || Detto di stoffe, levigare, render liscio: arrasare. || v. intr. Pervenir ad una età la quale non sia più discernibile dalla osservazione de’ denti e si dice de’ cavalli.

Arrasatu. add. Rasato. || Uguagliato, pareggiato. || Detto di stoffe, vale di una tessitura che vien liscia, lustra: arrasato. || Detto di cavalli di cui non si possa più discernere la età: agnomoni. || Per raschiato.

Arrasatura. s. f. T. fabb. Lo spianare, pareggiar un piano, muro ecc: agguagliamento.

Arrasaturi. s. m. Arnese di legno tondo per tor via il colmo che sopravvanza alla misura: rasiera.

Arrascamentu. s. m. Raschiamento. || Scagliamento.

Arrascari. p. a. Levar la superficie di checchessia con ferro o altra cosa tagliente: raschiare, rastiare. || arrascari li pisci: tôr loro le scaglie: scagliare. || met. Scroccar o guadagnar occultamente a spese altrui: raspare. || Per graffiare. P. pass. arrascatu: raschiato, rastiato. || Scagliato. || Raspato. || Graffiato.

Arrascata. s. f. L’azione del raschiare: raschiata.

Arrascatedda. s. f. dim. Raschiatina.

Arrascatina. V. arrascata. || Il luogo dov’è stato raschiato: raschiatura.

Arrascatura. s. f. Il raschiare e la materia venuta via in raschiando: raschiatura. || Il luogo dov’è stato raschiato: raschiatura. || Per graffio.

Arrascaturi. s. m. Arnese tagliente da raschiare: raschiatojo, raschietto.

Arrasciatari. v. intr. Diventar rauco: arrochire.

Arrascuni. V. rascuni.

Arrascusu. s. m. Quell’irritamento che fanno alla gola le vivande fritte in olio o burro un po’ rancido: ràncico, raschìo. || add. Che fa rigno: rignoso, ràncico.

Arraspamentu. s. m. Grattamento.

Arraspari. v. a. Fregar la pelle colle unghia per trarne il pizzicore: grattare. || Per adulare: grattar la rogna, grattar gli orecchi. || arraspari ad unu unni cci mancia: grattare dove pizzica altrui, trattar di cose che all’altro piacciano. || Impegnar alcuno in qualche cosa facendo a modo suo: lisciar la coda. || Per ripianare la superficie delle pelli conce: lisciare (Car. Voc. Met.). || nun si putiri arraspari la testa: aver faccende fin a’ capelli. || arrasparisi unu cull’autru: grattarsi a vicenda ed ha sensi met. L’arraspari nostro è il raspare o arraspare ital. preso per sim. P. pass. arraspatu: grattato. || Lisciato.

Arraspata. s. f. L’azione del grattare: grattata.

Arraspatedda. s. f. dim. Grattatina.

Arraspatina. V. arraspata.

Arraspatura. s. f. Segno lasciato dal grattarsi; e l’effetto del grattare: grattatura.

Arraspuni. accr. Forte o smodata grattata.

Arrassari. v. a. Scostare, discostare. || Rifl. a. [p. 78 modifica]Scostarsi. || arràssati cani niuru:modo di schivar cui non piace trattare.

Arrassatu. add. Scostato, discostato. || Per meno frequente, e dicesi dolore, febbre.

Arrassimigghianza. s. f. Rassomiglianza, rassimiglianza.

Arrassimigghiari. v. intr. Avere somiglianza, ma di cose corporee: rassomigliare. || v. a. far una similitudine, paragonare: assomigliare. || Rifl. a. Paragonarsi: assomigliarsi. || intr. pass. Rassomigliarsi. P. pass. arrassimigghiatu: rassomigliato. || Assomigliato.

Arrassimigghiu e Arrassimigghiu. V. arrassimigghianza.

Arrassu. avv. Contrario d’accosto: discosto. || Si usa anco per: lontano. || arràssu sia! lungi da me o tolga Dio! || arrassu di mia e unni va va: lungi da me e vada a sua posta, egoismo in proverbio.

Arrassuliddu. avv. dim. Un po’ discosto. || Lontanino.

Arrastiari. v. intr. Andar i cacciatori dietro l’orma della fieгa (o non fiera) per rintracciarla: ormare.

Arrastiddari. v. a. Adoperar il rastrello (rasteddu): rastrellare.

Arraumiari. v. intr. Far ritornar alla bocca il cibo mandato nello stomaco per rimasticarlo, proprio delle bestie di piè fesso e per sim. biascicar dell’uomo: rugumare. P. pass. arraumiatu: rugumato.

Arraumiata. s. f. Il rugumare: rugumazione.

Arrazzamentu. s. f. Raffreddamento nell’operare: arrenamento.

Arrazzari. v. intr. Il dar addietro con violenza proprio delle bestie attaccate con capestro e altro: rinculare, recedere, rimpingere. || Lasciare di operare per ostacoli trovati per raffreddamento ecc: arrenare, arrestarsi, dar in ciampanelle. || Negarsi: rifiutarsi. || Per aver difficoltà: diffidare. P. pass. arrazzatu: rinculato, rimpinto. || Arrenato, arrestato. || Rifiutato. || Diffidato.

Arrazzicunari. V. arrisinari. || Secondo Vinci verrebbe dall’Ebreo zachena: vecchio, triste.

Arrazzuni. s. m. Rinculamento.

Arrennamentu. s. m. || dare o prender a fitto, e rendita spettante al fitto: arrendamento.

Arrennatariu. s. m. Colui che prende in appalto, appaltatore: arrendatore (ma è spagnolismo).

Arrennatu. V. arrinnatu.

Arrènniri e Arrèndiri. v. a. Dar indietro il dato meno solenne del restituire: rendere. || Dar il contraccambio: rendere. || lu Signuri vi l’arrenni: Dio ve ne renda bene e merito. || Per fruttare, e dicesi di poderi, cose ecc: rendere. || Detto di fortezze, darne il possesso: rendere. || Rifl. a. Darsi in mano al nemico: arrendersi. || Dicesi di ramo, piretta ecc. che senza spezzarsi si pieghi o cosa che pigiata ceda: arrendersi. P. pass. arrinnutu: renduto o reso, arrenduto o arreso.

Arrepitamentu e Arripitamentu. s. m. Contesa di parole: repetìo. || Per corrotto V. ripitìu.

Arrepitari e Arripitari. v. intr. Opporsi con le parole, contradire: ripetere. || Tornar a dire: ripetere. || Rimembrar con dolore un bene o altro perduto: ripetere. || Far il pianto a’ morti, rammentando le loro azioni: far corrotto, piagnisteo. P. pass. arripitatu: ripetuto.

Arrepitaturi e Arripitaturi –trici. v. m. Chi o che in gramaglia accompagna il mortorio o fa piagnisteo, per lo più prezzolato: piagnone –ona.

Arrèpitu. V. arrepitamentu.

Arreri e Arrè. avv. Un’altra volta: di nuovo. || Spesso significa addietro; p. e. sei misi arreri: sei mesi addietro (A. V. ital. arieri).

Arresta. V. resta.

Arrestu. s. m. Arrestamento, presura: arresto.

Arreti. V. arreri.

Arretratu. s. m. Dicesi di somma maturata e non pagata: arretrato.

Arretru. s. m. Somma arretrata.

Arretu. V. A. (Atanasio da Aci). V. arreri.

Arretupuntu. V. retipuntu.

Arri. Modo d’incitar le bestie a camminare: arri. || Per verri V.

Arrialari. V. rigalari.

Arriari. V. calumari.

Arribbasciari. V. ribbasciari.

Arribbiliari. e Arribbiddari. V. ribbellari.

Arribbuccamentu. s. m. Rimboccamento. || Ribadimento.

Arribbuccari. v. a. Arrovesciar l’estremità ovvero la bocca d’alcuna cosa, come di sacca, maniche, lenzuola ecc.: rimboccare. || Ritorcere la punta del chiodo verso la capocchia perchè afferri più forte ove è confitto: ribadire. || n. pass. Introdursi. P. pass. arribbuccatu: rimboccato. || Ribadito.

Arribbuccatu. add. Rimboccato. || Ribadito. || Fig. essiri un chiovu arribbuccatu: esser un figuro, farinello, scaltro e tristo. || Modo di cucitura in cui un vivagno del panno si ripiega in sull’altro e si cuce a soppunto: costura rivoltata.

Arribbuffari. V. ribuffari.

Arribbuttari. V. ributtari.

Arricampari. V. ricampari.

Arricanùsciri. V. ricanusciri

Arricattari. V. arriscattari.

Arriccamari. v. a. Far in sui panni, drappi ecc. lavori a disegno coll’ago: ricamare. || arriccamari di biancu: ricamare in bianco. || – di argentu o oru: in argento od oro. || – a la pitturisca: a colori naturali. || – a punta di littri: a punti di lettere. || – di ’nnaccari: di margheritine. (Nei Canti Pop. Tosc. del Tigri vi è arricamare). P. pass. arriccamatu: ricamato.

Arriccamatura. s. f. Ricamo: ricamatura.

Arriccamaturi –tura –trici. verb. Chi o che ricama: ricamatore –trice –tora.

Arricchimentu. s. m. Arricchimento.

Arricchiri. v. a. Far ricco: arricchire. || Rifl. Divenir ricco: arricchirsi. || Prov. accumenza ad arricchiri cu’ accumenza a disprizzari li ricchizzi: chi il tutto può sprezzare, possiede ogni cosa. || ivi pri arricchiri e fici detta: andai per uccellare e restai impaniato, quando una cosa segue al contrario dell’aspettazione. || si voi arricchiri fa arti vili: se vuoi arricchire fa arte vile. P. pass. arriccutu: arricchito. (A. V. ital. arriccuto, in Bonaggiunta Urbicianni).

Arricciari. v. a. Dicesi dello inanellare con artificio i capelli: arricciare. V. arrizzari.

Arricintamentu. s. m. Risciacquamento.

Arricintari. v. a. Lavar e pulir con acqua: ' [p. 79 modifica]risciaguatiare. P. pass. arricintatu: risciacquato. (Lat. recentare: rinnovare).

Arricintata. s. f. Il risciacquare: risciacquata.

Arricintatedda. s. f. dim. Risciacquatina.

Arricintatissimu. sup. di arricintatu: risciacquatissimo.

Arricintaturi –tura. verb. Chi o che risciacqua: risciacquatore –trice.

Arricintatura. s. f. L’atto, ed il residuo del liquido ove si risciacqua: risciacquatura.

Arricitari. V. ricitari.

Arriciuppari. V. raciuppari.

Arricìviri. V. riciviri. (A. V. ital. arricevere).

Arricògghiri. v. a. Metter insieme cose disperse o non unite: raccogliere, raccorre, ricogliere. || Cercar denaro buscando per sè o per altri: accattare, raccogliere. || iri arricugghiennu: andar per l’accatto (F. Fil. da Siena). || Raccoglier danaro o una sommerella per qualche scopo: raggruzzolare, raccapezzare. || Far il raccolto: raccogliere. || arricogghiri li riti – li vili: raccogliere le reti – le vele. || Per trasl. lu Signuri l’arricogghi: Dio se lo tira o trae a sè, lo fa morire. || arricugghirisi. rifl. a. Raccogliersi, radunarsi. || Ritornarsi a casa: ritirarsi, ridursi. || arricugghirisi fudda o ggenti: raccogliersi, convenir molti in un luogo, ma quasi senza scopo determinato, più casuale di radunarsi. || Prov. zoccu si simina s’arricogghi: quel che si fa si rihà. || cu’ nun ha arricotu li pecuri a st’ura, nun arricogghi nè pecuri nè lana, bisogna provveder in tempo alle cose e met. bisogna in questa vita prepararsi per l’altra: cita cita chi vuol del ben sel faccia in vita. || arricogghi cchiù un pizzenti, ca un patruni di mandra, raccoglie più un accattone che un padrone di mandra. P. pass. arricugghiutu e arricotu: ricolto. || Accattato. || Ritirato.

Arricota. V. ricota.

Arricriamentu. s. m. Ricreamento, ricriamento.

Arricriari. v. a. Dare conforto, ristoro alle fatiche, alle pene sofferte: ricreare, ricriare. || Rifl. a. Darsi conforto e ristoro ecc.: ricrearsi. P. pass. arricriatu: ricreato.

Arricrìu. s. m. Conforto, ristoro, ricreamento: ricrìo.

Arricucirisi lu filu. Allogar la lingua; frase gergonesca per imporre di tacere.

Arricugghituri. V. ricugghituri.

Arricumpinsari. V. ricumpinsari.

Arricumprari. (Muse Sicil.) V. ricomprari. (A. V. ital. arricomprare).

Arricuntari. V. ricuntari.

Arricuperari. V. ricuperari.

Arricusari. V. ricusari.

Arriddubbulari. V. radduppiari.

Arriddùciri e Arridùciri. v. a. Mutare, convertire: ridurre, riducere. || Tirar alle proprie voglie: allettare. || Detto di animali, render docile: ridurre. || Rifl. a. Per divenire. || Condursi a un luogo, o condizione: ridursi. || ridducirisi ’n terra o cu ’na canna a li manu: ridursi al poco, impoverire. || Cedere alle altrui istanze: arrendersi. P. pass. arridduciutu, arridduttu e arriduttu: ridotto e ridutto.

Arriddussarisi. v. intr. pass. Mettersi in luogo riparato da vento: mettersi al ridosso. P. pass. arriddussatu: messo al ridosso.

Arriddussiari lu ventu a ’na banna. Spirarvi vento a ridosso.

Arriditati. V. eredità.

Arriditatu. s. m. Detto di bestie, il figliuolo che nasce: reda.

Arrifari. V. rifari. || Prov. marzu m’arrifazzu: in primavera mi rihò.

Arrifaudari. V. rifodari.

Arriffari. v. intr. Giocar checchessia alla riffa, che è una specie di lotto: arriffare. P. pass. arriffatu: arriffato.

Arriffarisi. v. intr. pass. Increspar le ciglia, per ira o altro: accigliarsi. || arriffarisi lu nasu: arricciar il naso, quando con certo gesto del naso si mostra aver a sdegno o a stizza una cosa. || Rabbuffarsi: arruffarsi. P. pass. arriffatu: accigliato. || Arricciato. || Arruffato.

Arriffatizzu. add. Alquanto accigliato.

Arrificari. V. rificari.

Arrifilari. v. a. Pareggiare che fanno i sarti e i calzolai colle forbici e col coltello i loro lavori: raffilare. || arrifilari li mura: racconciar i muri a secco. P. pass. arrifilatu: raffilato.

Arrifinari. v. a. Render gentile, fine: raffinare, ingentilire. || Rifl. a. Ingentilirsi. || Nobilitarsi. P. pass. arrifinatu: raffinato, ingentilito. || Nobilitato.

Arrifiutari. V. rifiutari.

Arrifodari. V. rifodari.

Arrifranchirisi. v. intr. T. di giuoco. Rivincere quello che si era perduto: riscattarsi. || Detto anco per altre circostanze: rifarsi, rinfrancarsi. P. pass. arrifrancutu: riscattato. || Rifatto, rinfrancato.

Arrifriddamentu. s. m. Raffreddamento, rifreddamento.

Arrifriddari. v. intr. Far divenir freddo: raffreddare. || rifl. a. Raffreddarsi. || Divenir freddo: raffreddare. || intr. pass. Muoversi per freddo avuto, catarro o simile: infreddare. || Met. Scemar il fervore in una operazione o amicizia: raffreddare e s’usa in intr. pass. P. pass. arrifriddatu: raffreddato, infreddato.

Arrifriddatura. s. f. Il male di chi è infreddato: infreddatura.

Arrifriscamentu. s. m. Rinfrescamento. || Raffrescamento.

Arrifriscari. v. a. Far fresco quel ch’è caldo: rinfrescare. || v. intr. Divenir fresco: raffrescare e per lo più si dice di stagione. || v. a. Ristorare, ricreare: rinfrescare. || Rinnovare, rinnovellare: rinfrescare. || Assottigliar il taglio ai ferri: affilare. || Mollificar le pelli ungendole: ammorbidare. || arrifriscari la memoria ad unu: rammemorare; e intr. pass. rammentarsi. || arrifriscari la testa, ecc. picchiare, dar busse. || arrifriscari lu cannarozzu: rifocillare, dar a mangiare e bere, in senso intr. pass. ricever da altri un ristoro. || arrifriscari li chiaghi: rifarsi, uscir d’indigenza. || Mandar gente fresca in rinforzo della stanca: rinfrescare. || Fornire di viveri o munizioni: rinfrescare. P. pass. arrifriscatu: rinfrescato. || Raffrescato ecc.

Arrifriscata. s. f. Rinfrescamento, stagione in cui l’aria comincia a rinfrescare: rinfrescare. || a l’arrifriscata: sull’imbrunire, ma detto pe’ giorni estivi. [p. 80 modifica]

Arrifriscatissimu. add. sup. di arrifriscatu: rinfrescatissimo.

Arrifriscu. s. m. Rinfrescamento: rinfresco. || Nuova provvista di viveri o necessarii o da piacere: rinfresco. || Ajuto di soldati o nuove provvisioni o altro: rinfresco.

Arrifruntari. v. a. Dir in faccia, in fronte, cose spiacevoli: rinfacciare, raffacciare. P. pass. arrifruntatu: rinfacciato.

Arrifruntu. s. m. Rinfaccio, raffaccio.

Arrifùnniri. v. a. Fonder di nuovo: rifondere. || Arar di nuovo: riarare. || Mangiar e bere smoderatamente, quasi ricominciando: strippare. || Rimborsare: rifondere. || Quando in un negozio o simile ci si perda pur del capitale: rimetterci. P. pass. arrifunnutu: rifuso.

Arrifusari. T. stam. Guastar la forma rimischiandosi i caratteri: rifusare (così ebbi detto a Firenze).

Arrifutari. V. rifiutari.

Arrigalari. V. rigalari.

Arriganari. v. a. Metter origano.

Arriganatu. add. Cosa condita con origano.

Arrignari. v. a. Durare a lungo in un’azione, stato, ecc. perdurare.

Arrigordu. V. rigordu.

Arrigurdamentu. s. m. Ricordamento.

Arrigurdanti. verb. m. Chi ricorda: ricordante; e specialmente il prete che assiste nell’agonia il moribondo. || fari lu patri arrigurdanti ad unu: fargli il maestro addosso, chi vuol sempre star a correggere. || Fig. Erede; quasi tirasse il fiato a chi deve lasciargli roba.

Arrigurdanza. V. rigurdanza.

Arrigurdari. v. a. Ridurre a memoria, se riguarda il cuore, il sentimento: ricordare; se riguarda la mente o cose sterili: rammentare. || Far menzione: ricordare. || Avvertire: ricordare. || Assister confortando nell’agonia i moribondi: ricordare. || arrigurdari li morti ’n tavula: ricordar i morti a tavola; dir cose fuori proposito (A. V. ital. arricordare). P. pass. arrigurdatu: ricordato.

Arrigurdaturi –tura. verb. Chi o che ricorda: ricordatore –trice.

Arrìiri. v. intr. Favorire, esser favorevole: arridere.

Arrijuncari. v. a. Render morbido: ammorbidire, rammorbidire. || Tener tanto in acqua che sia maneggiabile: macerare. || Procurarsi agio: avvantaggiarsi. || intr. pass. Concepir calore dopo essere stato al freddo: rincalorirsi. || Met. Rinvigorire, ringagliardire. P. pass. arrijuncatu: ammorbidito. || Macerato. || Avvantaggiato. || Rincalorito. || Rinvigorito.

Arrijùnciri. v. intr. L’accoppiar delle lettere o delle sillabe che fanno i principianti a leggere: compitare.

Arrimagghiari. v. a. Cingere di maglia: ammagliare. || Corazzare.

Arrimarrari. v. a. Empier di mota (rimarra), di zacchere: inzaccherare, impillaccherare.

Arrimarrata. s. f. L’azione dello inzaccherarsi: inzaccherata, impillaccherata.

Arrimarratu. add. Chi è pieno di zacchere: inzaccherato, impillaccherato. || Delle vie piene di mota: motoso, limaccioso.

Arrimarrusu. V. rimarrusu.

Arrimazzari. v. a. Gettar impetuosamente a terra e dicesi di persona: stramazzare. || Detto di cosa vale: buttare. || v. intr. o intr. pass. Cadere alcuno senza potersi riparare: stramazzare. || intr. pass. Sta pel semplice cascare. || Adoperarsi, trovar il verso di fare o dire: dimenarsi. || Disputar in pro ed in contro: dibattersi. || Querelarsi, dolersi: tapinarsi.

Arrimazzàta. s. f. Percossa in terra: stramazzata.

Arrimazzatedda. dim. Stramazzatina, stramazzetto.

Arrimazzatizzu. add. pegg. Soggetto abbattuto dai malanni: acciaccato.

Arrimazzatu. add. Stramazzato. || Indebolito, infiacchito per malattia o travaglio: abbattuto, abbiosciato. || vrocculi arrimazzati: cioè bolliti, accomodati con olio, sale, ecc. dimenati nella pentola: cavoli strascinati (a Firenze).

Arrimazzuni. s. m. L’atto dello stramazzare: stramazzone.

Arrimbalari. V. ammuttari.

Arrimbari. V. arrammari.

Arrimèju. (Scob.) V. oziusu.

Arrimèttiri. V. rimettiri.

Arrimiddiàri. V. rimiddiari.

Arrimiggiari. (Mal.) v. a. Metter ad ordine, in assetto: assettare. P. pass. arrimiggiatu: assettato.

Arrimiggiateddu. add. dim. d’arrimiggiatu, ben acconcio, ben messo: ravviatino.

Arrimminamentu. s. m. Dimenamento, rimenamento.

Arriminari. v. a. Muovere in qua e in là, agitare: dimenare, rimenare. || Agitare con mestola o con mano cose liquide: mestare. || arriminari così passati – antichi – o li cartuleggi di so nannu; rammentar cose inutili, e anche riandar in cose che possan arrecar dispiacere: stuzzicar la cenere. || arriminari lu pignateddu: minacciar malie. || arrimina e tasta; cioè chi mestando pur ne gode. || intr. pass. Semplicemente: muoversi. || arriminarisi comu un ciuncu: camminar come se avesse le pastoje; e fig. saper fare scaltramente gli affari: destreggiarsi. || intr. Affaticarsi senza pro: arrabbattarsi. || arriminarisi bonu casa casa: colleppolare; sapere involare qualcosa con arte. || sapirisi arriminari: sapersi dimenare, esser accorto, sapersi governare. || arriminarisi comu lu scravagghiu ’nta la stuppa: essere come il pulcino nella stoppa. P. pass. arriminatu: dimenato, rimenato. || Mosso ecc.

Arriminata. s. f. L’azione del rimenare: rimenata. || Mestata.

Arriminatedda. dim. Rimenatina. || Mestatina. V. participiu.

Arriminaturi. s. m. Strumento da agitare o mestare: mestatojo.

Arriminaturi –tura. verb. Chi o che dimena o mestola: dimenatore –trice, mestatore –trice.

Arriminuni. V. arriminata.

Arriminamentu. s. m. Rimestamento, rovistamento.

Arrimiscari. v. a. Muovere o buttar le cose sottosopra: rimestare (Tomm. D.) rivoltolare, rimischiare. || Rimestare pur cercando: rovistare. || Agitare il bossolo o sacchetto, o altro ove [p. 81 modifica]siano schede, numeri ecc. da estrarsi a sorte: rimbussolare. P. pass. arrimiscatu: rimestato. || Rovistato. || Rimbussolato.

Arrimiscata. s. f. L’azione del rimestare ecc.: rimestata. || Rimbussolata. V. participiu.

Arrimiscatedda. dim. Rimestatina. || Rimbussolatina.

Arrimiscatizzu. add. freq. Mezzo rimestato, rivoltolato.

Arrimòrdiri. V. rimordiri.

Arrimpugnari. V. rimpugnari.

Arrimuddamentu. s. m. Ammollimento.

Arrimuddari. v. a. Render molle: ammollire. || Far molle con umore qualunque: ammollare, rammollare. || v. intr. Divenir molle: rammollire. || Per far mansueto, far lubrico: mollificare, ammollire. || Fig. Toccar il cuore, intenerire: ammollire. || intr. pass. Raddolcirsi: ammollirsi. P. pass. arrimuddatu: ammollito, ammollato.

Arrimuddata. s. f. L’atto dell’ammollare: ammollata, ammollita. V. participiu.

Arrimuddatedda. dim. Ammollatina, ammollitina.

Arrimùla. s. f. Specie di riprensione diretta ai recidivi.

Arrimunna. V. rimunna.

Arrimunnamentu. s. m. Rimondamento.

Arrimunnari. v. a. Praticar quella specie di potatura che si limita a tor via dalle piante i succioni, gli zingoni, i rametti secchi o infermi e simili: rimondare. || Levar la cima o scemar il pelo al panno lano, che si fa colle forbici: cimare; e il pulirlo da que’ bozzoletti rimastigli nel tesserlo, che si fa colle mollettine: rimondare. || intr. V. assicunnari. P. pass. arrimunnatu: rimondato.

Arrimunnata. s. f. L’azione di rimondare: rimondata. || Cimata.

Arrimunnatura. s. f. Rimondamento, e ciò che si leva dal rimondare: rimondatura. || Cimatura.

Arrimunnaturi. verb. Chi rimonda gli alberi: potatore. || Lo strumento per rimondare o potare: potatojo. || Detto de’ panni: cimatore.

Arrimurchiamentu. s. m. Il rimorchiare: rimborchio, rimorchio.

Arrimurchiari. v. a. T. mar. Strascinar una nave dietro a sè per farla avanzare, mediante un cavo detto rimburchio: rimborchiare, rimorchiare, rimburchiare.

Arrimurchiatu. add. Rimborchiato, rimorchiato. || Per rubato nascostamente: frodato.

Arrinari. v. a. Menar dietro per la redina una bestia, || fig. Resistere. || Proseguire con ostinatezza: persistere. || intr. pass. Dicesi delle terre che per cagione d’inondazione restino coperte di rena o melma: inarenarsi. || Per arinari V. P. pass. arrinatu: menato dietro. || Resistito. || Persistito. || Inarenato.

Arrinatura. s. f. Deposizione di rena che inalza il fondo di un alveo: arenamento.

Arrinaturi. add. Che si lascia menare per la redina.

Arrinausari. (Mal.) v. a. Alzare di nuovo o più alto: rinnalzare.

Arrincrìsciri. V. rincrisciri.

Arrinculari. V. rinculari.

Arrinèsciri. V. rinesciri e derivati.

Arrinfacciari. V. rinfacciari.

Arrinfurzari. V. rinfurzari.

Arringari. v. a. Collocar in fila, in sulla stessa linea: allineare, aringare. Villani dice: e così aringati uno ad uno ecc. || intr. Andar dritto e senza fermarsi, e noi spesso il diciamo degli uccelli: allicciare. (Fanf. Supp.) || Proseguire, continuare. || Reggere, resistere, durare. || Coloro che hanno studiato l’usano per orare al pubblico in ringhiera: aringare. P. pass. arringatu: allineato, aringato. || Allicciato ecc.

Arringraziari. V. ringraziari.

Arriniàri. V. arrinnigàri.

Arrinigari. V. arrinnigari.

Arrinisciutu. Da arrinèsciri V.

Arrinnatu. add. Che vive di rendite.

Arrinnigamentu e Arrinnegamentu. s. m. Rinnegamento.

Arrinnigari e Arrinnegari v. a. Levarsi dall’obbedienza di uno o d’una religione per aderir ad altra: rinnegare. || arrinnigari la fidi: rinnegar la pazienza, perder la pazienza. || arrinnigari l’ura e lu puntu di ecc. maledire l’ora e il momento ecc. P. pass. arrinnigatu e arrinnegatu: rinnegato.

Arrinnigatazzu. pegg. Rinnegataccio.

Arrinnigatu. s. m. Quegli che ha rinnegato una religione per abbracciarne altra: rinnegato. || mittirisi comu un arrinnigatu a fari ’na cosa: far tutto sua potere.

Arrinnigatuni. V. arrinnigatazzu.

Arrinnigaturi –tura. verb. Chi o che rinnega: rinnegatore –trice.

Arrinnitura. V. rinnitura.

Arrinumatu. add. Famoso: rinomato.

Arrinunziari. V. rinunziari (A. V. ital. arrenunziare).

Arrinuvari. V. rinuvari.

Arriparari. v. a. Porre riparo: riparare. || Difendere da una cosa o impedir che essa nuoca o arrivi: riparare. || Rifl. a. Ricoverarsi, difendersi: ripararsi. || Sostenersi: ripararsi. P. pass. arriparatu: riparato.

Arripartimentu. V. ripartimento.

Arripàru. V. riparu.

Arripassari. V. ripassari.

Arripèntiri. V. ripentiri.

Arripètiri. V. ripetiri.

Arripezzu. s. m. Pezzo con cui si racconcia checchessia: rappezzo. || serviri pri arripezzu: servire in difetto d’altro, o di altra cosa migliore. || Ripiego non buono, scusa debole: rappezzo.

Arripigghiamentu. s. m. Ripigliamento.

Arripigghiari. v. a. Di nuovo pigliare: ripigliare, riprendere. || Ricuperare: ripigliare. || Pel semplice pigliare: ripigliare. || Ricominciare: ripigliare. || Ristorare, riformare una fabbrica, muro ecc. venuto in cattivo stato: riparare. || intr. pass. Rimettersi in salute, in vigore: riaversi, rifarsi. || Detto delle piante il tornare a pigliar vigore: ripigliarsi (Pal. Voc. Met.) riaversi, rifarsi. || Fig. Correggersi in parlando, per raccapezzare il filo e non mostrar di essere caduto in errore: ripigliarsi. || Riazzuffarsi: ripigliarsi con alcuno. || arripigghiarisi di paroli: bisticciarsi, proverbiarsi. P. pass. arripigghiatu: ripigliato. || Riparato. || Riavuto. || Bisticciato. [p. 82 modifica]

Arripigghiateddu. dim. di arripigghiatu: un po’ ripigliato, riavuto.

Arripìgghiu. s. m. Ripigliamento (A. V. ital. ripiglio). || Pretesto, occasione per fare o non fare una cosa: appiglio, appicco. || Confusione, perturbamento: scompiglio.

Arripinsari. V. ripinsari.

Arripitari. V. arrepitari e suoi derivati.

Arripizzamentu. s. m. Rappezzamento.

Arripizzari. v. a. Racconciar cosa rotta, con pezzi ov’è la rottura, si dice dei panni: rappezzare, ripezzare, rattoppare. || sim. Qualunque cosa malfatta: ripezzare. || Fig. Coprir i difetti o errori d’alcuno: coonestare. || Prender le difese attenuando i falli d’alcuno. || Rappacificare. || Racconciar una cosa mal’andata come si può: rabberciare. || Prov. quannu un povir’omu s’arripezza, pari chi di novu si vistissi: il poco è sempre più del niente, ed il povero è contento di essere rappezzato non potendo aver abito nuovo, e fig. quando alcuno si crede da assai per cosa da nulla: quando il pidocchio casca nella tramoggia e’ si crede essere il mugnajo.

Arripizzata. s. f. L’azione del rappezzare: rappezzata, rattoppata. V. participiu.

Arripizzatedda. dim. Rappezzatina, rattoppatina.

Arripizzatizzu. dim. Mezzo rappezzato.

Arripizzatu. add. Rappezzato, rattoppato. || Rabberciato. || facci arripizzata: in cui sian rimasti i margini del vajuolo: butterata. || nigozii arripizzati: malandati. Sup. arripizzatissimu: rappezzatissimo, rattoppatissimo.

Arripizzatura. s. f. Rappezzamento: rappezzatura, rattoppatura.

Arripizzaturi –tura. verb. Chi o che ripezza: rappezzatore –trice. || Fig. Chi cuopre qualche altrui errore: coonestatore. || Chi supplisce a tempo all’altrui difetto. || Per ciabattino.

Arriplicari. V. riplicari.

Arriposu. V. riposu.

Arriprènniri e Arriprìnniri. v. a. ammonire biasimando: riprendere. P. pass. arriprisu: ripreso.

Arriprisintari. V. riprisintari.

Arriprisu. add. Timido, peritoso (Vigo).

Arripruvari e Arriprubari. V. ripruvari (Damiano) cu dda facci arriprubata: mentitrice.

Arripucciari. v. a. Rubar a poco per volta: rubacchiare.

Arripuddìri. v. intr. Quando gli animali per principio di sopravvegnente indisposizione intristiscono, e non vengon innanzi: indozzare. || Delle galline che cessano di far uova. V. scacari. || Met. arripuddiri pri lu friddu: intormentire. || – pri lu scantu: rappiccinirsi. P. pass. arripuddutu: indozzato. || Intormentito. || Rappiccinito. Da puddu V.

Arripuddutizzu. add. avvil. Alquanto indozzato, scriato.

Arripugnari. V. ripugnari.

Arripuntari. V. puntari e derivati.

Arripurtari. V. ripurtari.

Arripusari e Ripusari. v. intr. Cessar dalla fatica, far prender riposo: riposare. || Dormire: riposare. || Fermarsi, restare. || Aver fidanza: riposarsi sopra alcuno. || Star in ozio per mancanza di affari. || Detto di terre, lasciarle per alcun anno senza cultura, perchè si riabbiano: rimaner sode. || Detto di cose da mangiare: stagionare, maturare. || v. a. Far riposare: riposare. P. pass. arripusatu: riposato. || Fermato, restato. || Stagionato, maturato.

Arripusata e Ripusata. s. f. Riposo: riposata.

Arripusatamenti. avv. Riposatamente.

Arripusatedda e Ripusatedda. dim. Riposatina. V. participiu.

Arripusateddu. add. dim. Riposatino. || Oziosetto.

Arripusatizzu e Ripusatizzu. add. fig. Che è stato molto in riposo. || Perdigiorno: scioperone.

Arripusatu e Ripusatu. add. Riposato. || Detto di scala, che ha i gradini bassi e larghi: agevole. || terra arripusata: soda. || Sta per l’avv. riposatamente. || matrimoniu arripusatu, detto ad uomo pigro: poltroncione.

Arriputari. V. riputari.

Arriquasamentu. s. m. Rincalzamento.

Arriquasari. v. a. Metter attorno alle piante terra per fortificarle: rincalzare.

Arriquasata. s. f. Rincalzata.

Arriquasatedda. dim. Rincalzatina.

Arriquasatu. add. Rincalzato. || Fig. detto di uomo da povero divenuto ricco: rifatto (tal senso ha nel proverbio Toscano villan rifatto).

Arriquasatura s. f. Rincalzamento: rincalzatura.

Arriquatrari. V. riquatrari.

Arrisaccamentu. s. m. Rinsaccamento.

Arrisaccari. v. a. Scuotere e rimbalzar sulla sella andando a cavallo: rinsaccare. || Per sim. muovere e agitar una cosa violentemente, e con moto interrotto, sicchè ella brandisca e si scommova: discuotere, squassare e rinsaccare. || Commuoversi per subita paura: rimescolarsi. P. pass. arrisaccatu: rinsaccato. || Squassato. || Rimescolato.

Arrisaccatizzu. add. freq. Mezzo scosso, rinsaccato, rimescolato.

Arrisaccuni. s. m. Riscotimento violento: squasso. || Forte agitazione d’animo e di corpo per improvvisa paura: scossone.

Arrisaltari. V. risaltari.

Arrisarcìri. V. risarcìri.

Arrisautari. V. risaltari.

Arrisautu. V. risaltu.

Arrisbigghiamentu. s. m. Svegliamento, risvegliamento.

Arrisbigghiari, Arrispigghiari e Arrispigliari. v. a. Romper il sonno del tutto per non più dormire: svegliare, svegghiare, risvegliare. || Quando lo svegliare non è completo si dice meglio: destare. || Met. Render attento e operativo: svegliare. || Nell’intr. pass. usasi meglio destarsi che indica lo svegliarsi da sè. || Detto delle piante, semi ecc. quando cominciano a dar segno di vegetazione: risentirsi (Pal. Voc. Met.). || Prov. arrisbigghiari lu cani chi dormi: destare il cane che dorme. P. pass. arrisbigghiatu, arrispigghiatu e arrispigliatu: svegliato, risvegliato. || Destato. || Risentito.

Arrisbigghiarinu e Arrispigghiarinu. s. m. Squilla degli orioli che suona per risvegliare: sveglia, svegliarino.

Arrisbigghiateddu e Arrispigghiateddu. add. dim. Un po’ desto. || Detto d’ingegno vivace: un po’ svegliato. [p. 83 modifica]

Arrisbigghiatissimu. add. sup. Svegliatissimo, risvegliatissimo.

Arrisbigghiatìzzu. add. sup. Mezzo desto.

Arrisbigghiaturi e Arrispigghiaturi –tura. verb. Chi o che sveglia: svegliatore –trice.

Arrisbìgghiu. s. m. Confusione: bisbiglio.

Arriscattari. v. a. Ricuperare cosa tolta: riscattare, ricattare. P. pass. arriscattatu: riscattato.

Arriscattaturi –tura –trici. verb. Chi o che riscatta: riscattatore –trice.

Arriscattu. s. m. Riscattamento: riscatto.

Arrisciucari. v. a. Asciugare: rasciugare. P. pass. arrisciucatu: rasciugato.

Arrisciucateddu. add. dim. Un po’ rasciugato.

Arrisciucatura. s. f. Il rasciugare: rasciugatura.

Arriscèdiri e Arriscèriri. V. riscediri.

Arriscòtiri. V. riscòtiri e derivati.

Arriscuntrari. V. riscuntrari.

Arrisèdiri. v. intr. Star di continuo, e stanziare in un luogo: risedere. || Deporre che fanno i liquori la parte più grossa detta posatura: posare. P. pass. arrisidutu. riseduto. || Posato.

Arrisentìrisi. V. risintìrisi.

Arrisèttitu e Arrisettu. V. risettu.

Arrisibbulari. v. a. Cagionare o far venire la risipola: risipolare.

Arrisicamentu. s. m. Arrischiamento.

Arrisicari. v. intr. Metter in cimento, in pericolo e in arbitrio della fortuna: arrischiare, arrisicare. || Prov. cu’ ’un arrisica ’un’arrusica: chi non risica non rosica. || cu’ nun arrisica, nè perdi nè guadagna: chi non s’arrischia non perde e non acquista. || intr. pass. Aver ardire arrischiarsi. P. pres. arrisicanti: arrischiante.

Arrisicatu. add. Arrischiato, arrisicato. || D’uomo che senza paura si mette a qualunque rischio: arrischiato, arrisicato. Sup. arrisicatissimu: arrischiatissimo.

Arrisicaturi. verb. Chi volentieri s’arrischia: arrischiante, arrischiato.

Arrìsicu. s. m. Pericolo meno urgente, meno grave: risico, rischio, arrischio.

Arrisicusu. add. Che s’arrisica: rischioso, risicoso. Sup. arrisicusissimu: arrischiosissimo.

Arrisiddiari. v. intr. Raccorre i residui, i rifiuti: raccattare. || Ridurre o rimettere in buon essere le cose guaste: racconciare.

Arrisidutu. add. da arrisèdiri: posato.

Arrisimigghiari. V. assimigghiari.

Arrisinamentu. s. m. Incatorzolimento.

Arrisinari. v. intr. T. agr. Venir su stentato e sottile come il fieno, e dicesi delle biade e dell’erbe: affienire. || Dicesi delle foglie che tocche dalle gocce della pioggia in tempo di sole diventano come macchiate di ruggine: arrugginire. || Detto di frutta, intristire, dar addietro non attecchire: incatorzolire, imbozzacchire. || P. pass. arrisinatu: affienito. || Arrugginito. || Incatorzolito. || Indozzato.

Arrisinatizzu. add. freq. e pegg. Mal cresciuto: stento, indozzato. || Mingherlino.

Arrisintirisi. V. risintirisi e derivati.

Arrisittamentu. s. m. Rassettamento. || Per riposo, quiete.

Arrisittari. v. a. Rimetter in assetto, in ordine, rassettare. || Dar moglie o dar marito: ammogliare, maritare. || Dar situazione o figlio o che: collocare, allogare. || arrisittari lu culuri; prender la faccia durevole asciugando. || intr. pass. Morire. || Prender riposo. || arrisittarisi lu mari: rabbonacciare, tornar in calma. || – lu tempu: rattemparsi, rasserenarsi || Detto di liquori, far la posatura: posare. || Detto di umori di testa, stomaco ecc. rimettersi. || Dicesi della fabbrica che va a trovar il suo sodo col proprio peso: assettare. P. pass. arrisittatu: rassettato. || Ammogliato, maritato. || Allogato. || Rabbonacciato. || Rattempato. || Posato.

Arrisòlviri e Arrisòrviri. V. risòlviri.

Arrisotari. v. intr. Scuotersi per subito spavento: trasalire.

Arrispigghiari. V. arrisbigghiari e derivati.

Arrispùnniri. V. rispunniri.

Arristagghiu e per lo più in pl. Ciò che rimane, sopravvanza: rimasuglio, rilievo, avanzo, restanza.

Arristari. v. a. Impedire ad una cosa il moto cominciato: arrestare. || Prender alcuno per imprigionarlo: arrestare. || Rifl. a. Fermarsi riposarsi: arrestarsi. || v. a. Sopravvanzare consumato il bisognevole: restare. || Fermarsi, in un luogo ma quando è per poco: restare, quando per più lungo tempo: rimanere. || Così nel senso di preso da maraviglia si dice: sono restato lì! e quando la maraviglia è più: son rimasto! || arristari ’na cosa ’ntra li gargi: rimaner nel desiderio. || arristaricci di sutta: soccombere, soggiacere. || arristari pri figghia fimmina, si dice di cosa cui non si possa spacciare. || arristari ad aviri o a dari: restar ad avere o a dare. || arristari a l’addritta: rimaner ritto e per trasl. non rimaner oppresso. || arristari ’ntra l’acqua di l’aranci: rimaner nelle secche, restar abbandonato in pericolo. || arristari pri li spisi, rimaner in carcere per non poter saldare le spese e fig. farsi attender molto. || arristari cu la varva sutta lu ventri: rimanere scornato, sberteggiato. || arristari cu li vrachi in manu: rimaner colle pive nel sacco, deluso. P. pres. arristanti: restante. P. pass. arristatu: arrestato. || Restato, rimasto.

Arristatina. s. f. Cattura: arresto. || Ciò che resta: restanza.

Arristatizzu. add. Dicesi della piccola e peggior parte che resta: avanzaticcio.

Arristaturi. s. f. pl. Avanzi della mensa: regaglie, reguglie. (An. Cat.).

Arristivari. v. intr. Dicesi delle bestie da cavalcare quando non voglion passar innanzi: repugnare, ricalcitrare. || Detto degli uomini, esser caparbii: incaparbire.

Arrisùrgiri. V. risurgiri.

Arrisuscitari. v. intr. Ritornar in vita: risuscitare. || Riprender vigore: risuscitare. || In sign. a. Dar la vita: risuscitare. || Per sim. Risvegliare: risuscitare. P. pass. arrisuscitatu: risuscitato.

Arrisvigghiàri. V. arrisbigghiari.

Arritagghiari. v. a. Tagliar di nuovo, o tagliar via: ritagliare. || Scemar di lunghezza: accorciare. || Tagliar i margini attorno a una cosa: ritagliar intorno, svivagnare, smarginare, ' [p. 84 modifica]rintagliare. . P. pass. arritagghiatu: ritagliato. || Accorciato. || Svivagnato.

Arritagghiu. V. ritagghiu.

Arritari. v. intr. T. bigatt. Tesser i bozzoli. (An. Cat.) || Scob. cita arritàrisi per arrisinari V. || Per irritarsi.

Arritirari. V. ritirari. (A. V. ital. arritirare).

Arritirzari. v. a. T. agr. Arar la terza volta e di traverso il campo: terzare, intraversare. P. pass. arritirzatu: terzato, intraversato.

Arritrattari. V. ritrattari.

Arritruvari. V. ritruvari.

Arrittamentu. s. m. L’azione di certa parte del corpo che da floscia diventa dura e gonfia: erezione, rizzamento.

Arrittari. v. intr. Esser in erezione, levarsi su: ergersi, rizzare. (Dall’A. V. ital. addirittare ).

Arrittatizzu. add. freq. e pegg. Un po’ ritto.

Arrittatu. add. Eretto, rizzato, ritto. || fari comu un gaddu arrittatu: garrire, esser inquieto, intollerante.

Arritticchiu. s. m. Uomo di piccolo corpo, agile, gagliardo, ma di poco senno e presuntuoso: pepino, frugolo.

Arrituccari. V. rituccari.

Arritugnari. V. radugnari.

Arritunari. v. a. Pigliare con reti: arretare.

Arritunnamentu. s. m. Ritondamento.

Arritunnari. v. a. Dar forma ritonda: ritondare, tondare. || Tagliar l’estremità d’alcuna cosa per pareggiarla, dicesi di panni, libri ecc. ritondare. P. pass. arritunnatu: ritondato.

Arritunnata. s. f. L’azione del tondere: ritondata, tondata. V. participiu.

Arritunnatedda. dim. Ritondatina, tondatina.

Arriturnari. V. riturnari.

Arriulari. (Sal. Mar. Canti pop. Sic.) V. regolari.

Arriuncari. V. arrijuncari.

Arriùnciri V. arrijunciri.

Arrivari. v. intr. ass. Pervenir al luogo, giugnere: arrivare. || Per sim. pervenir a fare qualcosa, riuscire: arrivare. || arrivari ad unu: arrivar uno, raggiungerlo, e anco acchiapparlo.|| Agguagliare, pareggiare: arrivare. || arrivari a ’na cosa: arrivar a una cosa, pigliarla. || arrivari a un tali nummaru: arrivar a un tal numero, arrivar a compierlo. || arrivari lu sentimentu d’un auturi, d’un negoziu: arrivar il sentimento d’un autore, d’un negozio, capirlo. || arrivari la mula a lu funnacu: giunger in mal tempo. || quantu s’arriva e...: s’arriva e... modo per dire che si fa presto. P. pass. arrivatu: arrivato.

Arrivata. s. f. L’arrivare: arrivata.

Arrivèniri e Arriviniri. v. intr. Ricuperar gli spiriti ed il vigore: rinvenire. || Dicesi dell’ammollare e rigonfiare le cose secche, passe, messe nell’acqua: rinvenire. || arriviniri la carni: fermar la carne, darle una prima cottura perchè si conservi (Pasq.). P. pass. arrivinutu: rinvenuto.

Arrivèttica. V. rivèttica.

Arrivìdiri. V. rividiri.

Arrivigghiari. V. arrisbigghiari.

Arrivinniri. V. rivinniri.

Arrivintari. v. intr. Affaticarsi, sforzarsi d’operare: arrabattarsi. || Per invigorire, allenare. || Prender riposo, quiete: riposare, quietarsi. Secondo Spat. verrebbe dallo Sp. rebentar.

Arrivirìri. V. rivirìri.

Arrivirsari. v. intr. Saltar o dibattersi a guisa di spiritato: imperversare. || Per sbutari V. || Per vomitare, rècere.

Arrivìsciri. v. intr. Tornar a vita: rivivere, risuscitare. || Fig. Destarsi. P. pass. arrivisciutu: risorto. (A. V. ital. riviviscere è in Passavanti).

Arrivitticamentu. s. m. Rimboccamento.

Arrivitticari. v. a. Arrovesciar l’estremità d’alcuna cosa come sacco, maniche, lenzuola, ecc. rimboccare. P. pass. arrivitticatu: rimboccato. Potrebbe derivar da vetta, quasi piegar la vetta.

Arrivitticata. s. f. L’azione del rimboccare: rimboccata.

Arrivitticatura. s. f. Il rimboccare o la cosa rimboccata: rimboccatura.

Arrivu. s. m. L’arrivare: arrivo, giunta.

Arrivugghiari. (Scimonelli) v. a. Porre una cosa attorno attorno a un’altra per cingerla: avvolgere, ravvolgere. || Rifl. a. Avvolgersi entro manto o simile: imbacuccarsi. P. pass. arrivugghiatu: ravvolto. || Imbacuccato.

Arrivùgghiri. v. intr. Bollir di nuovo: ribollire. || Prender soverchio colore, guastarsi: ribollire. || met. Commuoversi: ribollire. P. pass. arrivugghiutu. ribollito.

Arrivugghiutu. add. Ribollito. || T. agr. Vino che si trae dall’uva fermentata, ma non ispremuta: crovello.

Arrivulari. v. intr. Trasaltare di cosa lanciatasi per ripercossa o simile forza: balzare, rimbalzare, sbalzare. || Risaltare da giacere per subita paura: azzillare, sussultare. || Prendersi di sùbita paura: rimescolarsi. || arrivulari ’na cosa di mmanu V. sgriddari. || V. rigulari.

Arrivulatizzu. add. Stolto, stordito.

Arrivulatu. add. Balzato. || Azzillato. || Rimescolato. || Detto degli occhi: pazzericci.

Arrivuluni. s. m. Rimbalzo. || Moto involontario per subita paura: sussulto.

Arrivutari. v. a. Volger sossopra: rivoltare, travolgere. || arrivutari lu munnu: far l’impossibile, far di tutto per ottenere. P. pass. arrivutatu: rivoltato, travolto.

Arrizzagghiari. V. arritunari.

Arrizzamentu. s. m. Arricciamento.

Arrizzari. v. a. Lo inanellar ad arte i capelli: arricciare. || Detto di muro, dargli la prima crosta rozza della calcina: arricciar il muro. || arrizzari biancaria ecc.: dar il riccio. || Il sollevarsi il pelo per ira, paura ecc. arricciare. || arrizzari li carni: rizzar i bordoni, accapponarsi la carne, sentir quel tremore, ribrezzo per paura od orrore di checchessia. || met. degli uomini che affettano scrupolosità per ogni nonnulla (Spat.). || Per abburdari V. (A. V. ital. arrizzare, nel Dittamondo di Fazio degli Uberti). P. pass. arrizzatu: arricciato.

Arrizzata. s. f. L’azione dell’arricciare: arricciata.

Arrizzatedda. dim. Arricciatina.

Arrizzatissimu. add. sup. Arricciatissimo.

Arrizzatu. s. m. L’incalcinatura rozza che si dà a’ muri: arricciato.

Arrizzatura. s. f. L’atto dell’arricciare e l’arricciato stesso: arricciatura.

Arrizzilarisi. V. rizzelàrisi. [p. 85 modifica]

Arrizzugnari. v. intr. Far grinze: raggrinzare. P. pass. arrizzugnatu: raggrinzato.

Arrizzulari. v. a. Ridurre in forma di riccio: arricciolare.

Arrobba-cori. s. m. Dicesi per vezzo, colui o colei che si fa amare da tutti: rubacuori.

Arrobba-gadduzzi. s. m. Detto per ispregio a uomo mal in arnese e vagabondo: gallinajo, gironajo.

Arrogantazzu e Arrugantazzu. add. spreg. Arrogantaccio.

Arrogantementi e Arrugantimenti. avv. Con arroganza: arrogantemente.

Arroganti e Arruganti. add. Che ha arroganza: arrogante. Sup. arrogantissimu: arrogantissimo.

Arrogantissimamenti e Arrugantissimamenti. avv. sup. Arrogantissimamente.

Arrogantuzzu e Arrugantuzzu. add. dim. Arrogantuccio, arrogantuzzo.

Arroganza e Arruganza. s. f. Opinione del proprio merito più arditamente dimostrata che la presunzione, o desiderio sfacciato di cosa che vada oltre il proprio merito: arroganza.

Arrogari. v. a. e rifl. a. Attribuire arrogantemente: arrogare. P pass. arrogatu: arrogato.

Arrosti. (D. B.) s. pl. Castagne arrostite: bruciate. V. munnalori.

Arrozzula-baddi. V. scravagghiu.

Arrubbamentu. s. m. Rubamento.

Arrubbari. v. a. Tôrre o appropriare a sè cose altrui o con inganno o con violenza: rubare. || Far sue anco opere od invenzioni altrui: rubare (A. V. ital. arrubare). || Prov. cu’ arrobba fa un piccatu, cu’ è arrubbatu nni fa centu: chi ruba pecca uno, e chi è rubato pecca cento. || cu’ arrobba havi robba: chi lavora fa la gobba e chi ruba fa la robba. || cu’ arrobba pri autru è ’mpisu pri sè stissu: chi ruba per altri è impiccato per sè. || cu nun sapi arrubbari nun vaja a tunniri: chi è pigro nelle mani non vada al tinello, chi non sa fare non può guadagnare. || arrubbari di putenza: rubar di violenza. P. pass. arrubbatu: rubato.

Arrubbatina. s. f. Il rubare: ruba, rubamento, ruberìa, furto.

Arrubbaturi –tura. verb. Chi o che ruba: rubatore –trice.

Arruccari. v. intr. Divenir pietra, o come pietra o rocca: impietrare, impietrire. || Far quella roccia come l’acqua nell’interno dei doccioni: grommare. || Porre la materia da filare in sulla conocchia: arroccare. || Nel giuoco degli scacchi, il coprir il re mettendolo nel sito della torre: arroccare. || In senso att. lanciar una cosa su qualche altura che resti ferma e non cada. || E per sim. ma in senso intr. rimaner in un luogo mentre si è attesi in un altro. P. pass. arruccatu: impietrito. || Grommato. || Arroccato.

Arrucchiari. v. a. Unir insieme, avvolgere: arrocchiare. || intr. pass. Adunarsi.

Arrucchittari. v. a. Avvolger seta o cotone in rocchetto: arrocchiare.

Arrucciulìrisi. (Mal.) V. accurzari.

Arrucculiari. v. intr. Il mandar fuori la voce che fa il cane quando si duole: gagnolare, guaire. || Per sim. d’uomo: rammaricarsi. P. pass. arrucculiatu: gagnolato, guaito. || Rammaricato.

Arruciamentu. s. m. Annaffiamento, immollamento.

Arruciari. v. a. Far l’effetto che fa l’acqua caduta o gettata addosso: immollare, annaffiare. Dall’antico arrogiare italiano: bagnare, arrosare. P. pass. arruciatu: immollato, annaffiato.

Arruciata. s. f. L’immollare: immollata, annaffiata. V. participiu.

Arruciatedda. dim. Immollatina, annaffiatina.

Arruciatina. V. arruciata.

Arruciatissimu. add. sup. Immollatissimo, annaffiatissimo.

Arruciatuna. s. f. accr. Grand’immollata, annaffiata.

Arruciaturi –tura. verb. Chi o che annaffia: annaffiatore –trice. || Anco il vaso a ciò V. annaffiaturi.

Arruddari. (Vinci) V. arrudduliari. || (Mal.) V. arrullari. V. arrifaudari.

Arrudduliari. v. a. Ravvolgere disordinatamente: ravviluppare. || Rifl. a. Ritorcersi in sè medesimo, detto di filo: aggrovigliolarsi.

Arrufuliari. V. rufuliari.

Arruganti. V. arroganti.

Arruggiari. (Vinci) V. arrogginiri.

Arrugginiri. v. a. Far rugginoso: arrugginire. || Intr. e rifl. pass. Prender la ruggine: arrugginirsi. P. pass. arrugginutu: arrugginito.

Arrugniri. v. intr. Contrarre rogna.

Arrugnutu. add. Che ha contratto rogna: rognoso.

Arruinari. V. ruinari.

Arrujari. V. tirari. Forse dal Lat. arrogari (Pasq.).

Arrullamentu. s. m. Arrollamento.

Arrullari. v. a. Iscriver a ruolo i soldati: arrolare. || rifl. Arrolarsi. P. pass. arrullatu: arrolato.

Arrullaturi. verb. m. Chi arrola: arrolatore.

Arrumaniri. (Scob.) Restare: rimanere.

Arrumbati di la galera. (Spat.) I cessi. (Dallo Sp. arrumbado: messo da parte).

Arruminari. (Mal.) Rimasticar il cibo inghiottito come fanno i bovi, le capre: ruminare.

Arrummuliarisi. V. rummuliarisi.

Arrumpiri. V. falliri.

Arruncari. v. a. Il primo potar della vigna; sarebbe l’ital. arroncare, se non che questo s’intende più per ogni estirpazione di erbe cattive o nettamento in generale.

Arrunchiamentu. s. m. Rannicchiamento.

Arrunchiari. v. a. Raccogliere, ristringere come un gruppo: rannicchiare, o come dicon all’Elba: arronchiare (Fanf. Voc. d. u. Tosc.), rincruzzare. || arrunchiari li spaddi: stringersi nelle spalle, cedere. || Detto di tessuti, restringersi in lunghezza e larghezza: raccorciarsi. || Rifl. a. Raccogliersi tutto in sè: rannicchiarsi, acchiocciolarsi. || Contrarsi, assiderarsi per molto freddo: aggricchiarsi. || Restringersi per convinzione o coscienza d’aver fallato. || arrunchiarisi ’ntra li robbi: rappiccinirsi, raccosciarsi, per rispetto, per paura, per avvilimento ecc. P. pass. arrunchiatu: rannicchiato, arronchiato. || Raccorciato. || Raccosciato.

Arrunchiatamenti. avv. Rannicchiatamente.

Arrunchiateddu. add. dim. Rannicchiatino.

Arrunchiatissimu. add. sup. Rannicchiatissimo. [p. 86 modifica]

Arrunchiatizzu. add. dim. Mezzo rannicchiato, raccorciato.

Arrunculiari. V. rucculiari.

Arrunfari, Arrunfulari e Arrunfuliari. V. runfuliari.

Arruniari. V. ruinari.

Arrunnari e Arrundari. v. intr. Far la ronda: rondare. || Andar attorno: girellare.

Arrunzamentu. s. m. Il rammontare. || Acciabattamento.

Arrunzari. v. a. Riunir insieme a monte cose sparse: rammontare. || Menar la vita con iscarsezza del bisognevole: campucchiare. || Far alla meglio, per come si possa: acciabattare, abborracciare. P. pass. arrunzatu: rammontato. || Acciabattato.

Arrunzata. s. f. L’azione del rammontare: rammontata. V. participiu.

Arrunzatedda. dim. Rammontatina.

Arrunzatina. V. arrunzata.

Arrunzatuni. add. accr. di arrunzata: acciabattatissimo.

Arrunzaturi –tura. verb. Chi o che abborraccia: abborraccione.

Arrusicuni. s. m. Rodimento.

Arrusicari. v. a. Smozzar co’ denti, detto di topo, tarli, ecc. rodere, e quando è più leggero: rosicare, rosicchiare. || Per mangiare: rodere. || Per sim. consumar a poco a poco, detto pure di ruggine e simili: rodere. || Mordere, dar di morso: rodere. || V. in arrisicari un prov. || arrusicarisi l’ossu: restar ad uno l’obbligo, il peso ingiustamente. || arrusicari prumuna: andar in bizza, incollerirsi; e anco: invidiare. P. pass. arrusicatu: roso, rosicato.

Arrusicata e Arrusicatina. V. arrusicamentu.

Arrusicatizzu. add. dim. Mezzo roso.

Arrusicaturi –tura. verb. Chi o che rode: roditore –trice.

Arrusicuni. s. m. Forte rodimento.

Arrussiari. v. intr. Cominciar a di divenir rosso: rosseggiare.

Arrussicamentu. s. m. Arrossimento.

Arrussicari. v. intr. Divenir rosso: arrossire, arrossare (A. V. ital. rossicare, arrossicare). || Fig. Divenir rosso in viso per modestia o per vergogna: arrossire. || megghiu ’na vota arrussicari ca centu voti aggiarnari: meglio una volta arrossire che mille impallidire, meglio essere mortificato più volte, che trovarsi per la cattiva educazione in pericolo grande. || arrussicari l’occhi: entrar in bestia, adirarsi. P. pass. arrussicatu: arrossito, arrossato.

Arrussìri. V. arrussicari nel secondo paragrafo (||).

Arrussittari. (Mal.) v. a. Colorir con rossetto.

Arrùstiri. v. a. Cuocere senza ajuto d’acqua: arrostire. || Per sim. dell’effetto del sole quando è sì cocente che riarde: arrostire. || Inaridire, seccare: arrostire. || Fig. arrùstiri ad unu: consumarlo, impoverirlo. P. pass. arrustutu: arrostito.

Arrustu. s. m. Carne arrostita: arrosto. || Prov. assai fumu e pocu arrustu: molto fumo e poco arrosto, molta apparenza e poca sostanza.

Arrustu. avv. Dicesi la cottura fatta senz’acqua: arrosto. || fari o cociri arrustu: far o cuocer arrosto.

Arrustuta. s. f. L’azione dell’arrostire: arrostita.

Arrusu. V. garrusu.

Arrutari. v. a. Far cerchio, rota: accerchiare. || Dar forma tonda: acciambellare, accerchiellare. || Adunare. || Rifl. a. Unirsi a crocchio.

Arrutatu. add. Accerchiato. || Acciambellato, accerchiellato. || Adunato. || mirrinu arrutatu; dicesi del cavallo che ha il mantello a macchie come rote: leardo, arrotato.

Arruttari. v. intr. Mandare rutti per la bocca: ruttare. P. pass. arruttatu: ruttato.

Arruttu. s. m. Vento che dallo stomaco si manda fuori per la bocca: rutto.

Arrutulari. V. arrutuliari.

Arrutuliari. v. a. Dicesi del grano, e simili, che si fanno totolare sopra il crivello: voltolare, rotolare.

Arruzzulamentu. s. m. Il ruzzolare: rotolamento.

Arruzzulari. v. a. Spinger checchessia per terra facendola voltolare: rotolare, ruzzolare, arruzzolare. || Rifl. a. Rotolarsi, ruzzolarsi. || Cascar a basso: tombolare. || arruzzulari la scala: ruzzolar la scala, cascare giù per la scala. || Saltellare vagando per gioja od ebbrezza: saltabellare. || Correr a precipizio: volare. || Fig. Parlar precipitosamente. || arruzzulari comu ’na storia d’orvu: sapere per lo senno o a mente. || nun è virticchiu c’arrozzula: non è affar che vada, non è cosa facile. P. pass. arruzzulatu: ruzzolato, rotolato.

Arruzzulaturi. verb. Chi parla precipitosamente.

Arruzzuluni. s. m. dari un’arruzzuluni: dar uno spintone, un rotolone. || fari un arruzzuluni: far un ruzzolone, cascar giù.

Arruzzuluni. avv. Ruzzolando, rotolando: ruzzoloni, rotoloni. || Con grandissima fretta: frettolosissimamente. || fari li così arruzzuluni: correr a furia (Castrogiovanni).

Arsanali e Arsenali. s. m. Ove si fabbrican e custodiscono navi: arsenale, arsanale. || Qualunque ripostiglio di cose in confuso: arsenale. (Dall’Ar. Dares-szanal: casa d’arte).

Arsènacu e Arsènicu. s. m. Veleno minerale corrosivo: arsenico.

Arsìcula. add. Detto di terra: arsiccia, arida.

Arsira. s. f. Jersera.

Arsizzu. add. Un po’ arso: arsiccio. || Che ha odore o sapore d’abbruciato: arsiccio, empireumatico.

Arsu. add. da ardiri: arso. || arsu di siti: arso di sete. || Poverissimo: arso. || fari vuci comu un arsu: gridar come un attenagliato, vociare forte. || Prov. sugnu arsu di l’acqua cauda, veni la fridda e mi scauda, o su tant’arsu di l’acqua cauda che la fridda mi spaventa: chi è scottato una volta, l’altra vi soffia su, che è scottato da qualche accidente, s’aombra ad ogni cosuccia. || fetu o sapuri d’arsu: puzzo o sapore d’arsiccio, d’attaccato; empireuma. || arsa l’arma: sia maledetto! imprecazione presso noi cristiani.

Arsumi. V. arsura.

Arsura. s. f. L’effetto dell’azione del fuoco o della stagione, nei campi ecc. arsura; quando è alla gola viene da sete insopportabile o da febbre: arsione (Tomm. D.). [p. 87 modifica]

Artanita. V. pani-purcinu.

Artareddu. dim. di artaru: altarello.

Artaricchiu. dim. di artaru: altaruzzo, altarino, (Sp. altarico). Di simili diminutivi alla spagnuola noi abbondiamo.

Artaru, Altaru, Ataru e Otaru. s. m. Dove il sacerdote celebra la messa: altare. || artaru maggiuri: altare maggiore, il principale della chiesa. || Prov. scummigghiari un’artaru pri cummigghiarinni ’n’autru, o guastari un’otaru e cunzarinni ’n’autru: scoprire un altare per coprirne un altro, chi per pagar un debito ne fa un altro. || l’artaru si nun si guasta nun si conza: niun bene senza male, niun male senza bene. || cu’ servi all’altaru, vivi d’altaru: chi serve all’altare, vive di altare.

Artèa. s. f. T. bot. Erba della famiglia delle malve: altea. Althaea officinalis L. || artea cannabbina: cannabina, canape selvatico, malva selvatica. Althaea cannabina L.

Artefattu. add. Fatto per opera di arte: artefatto. || Adulterato con sostanze di minor pregio: artefatto.

Artemìsia. V. arcimisa.

Artèria. s. f. T. anat. Vase del corpo animale che porta il sangue del cuore alle parti, al contrario della vena che lo porta dalle parti al cuore: arteria.

Arteriali. add. Appartenente ad arteria: arteriale.

Arteriusu. add. Appartenente ad arteria: arterioso. || vina arteriusa V. vina.

Arteriuzza. s. f. dim. di arteria: arteriuzza.

Artètica, s. f. Infermità che cagiona dolore nelle giunture: artetica, artritide. || aviri l’artètica: aver il male o la voglia dell’anguilla, di chi muove sempre tutta la persona.

Arti. s. f. Arte. || Per metodo, maestria nell’operare: arte. || Artificio, fraudolenza: arte. || Per mestiere, cioè l’esercizio manuale materiale di un’arte: arte. || Per professione, cioè lo stato a cui l’uomo si dedica, con intendimento più nobile del mestiero: arte. || ognunu parra di l’arti sua: ognuno parla dell’arte sua, cioè che i ragionari spesso versano in su ciò che esercitiamo. || cu’ nun sapi fari beni l’arti la strascina o cu’ nun sapi l’arti chiui la putìa: chi non sa l’arte serri la bottega. || lassa fari l’arti a cu’ la sapi fari, o ognunu cu l’arti sua: lascia colui parlare che suole saper fare o chi vuol far l’altrui mestiere fa la zappa nel paniere. || dammi arti e nun mi dari parti, o impara l’arti e mettila in disparti, tempu verrà chi ti bisugnirà: impara arte e virtù; E se il bisogno vien cavala su o impara l’arte e mettila da parte; col saper fare si ha l’avere. || cu’ havi arti havi parti o cu’ havi arti havi benefizii in ogni parti o pri tuttu havi parti: chi ha arte ha parte, chi sa fare guadagna. || nun aviri nè arti nè parti: non aver nè arte nè parte, dicesi di chi vive scioperone. || essiri un’arti a parti; una tal quale altitudine per certe cose, non avuta da ognuno. || fa l’arti chi sai, e si nun arricchisci campirai: fa l’arte che tu sai, se non arricchisci camperai. || nuddu si lauda di l’arti sua: ognuno ha buona moglie e cattiva arte. || cu arti e cu ’ngannu, si campa menz’annu, e cu ’ngannu e cu arti, si campa l’autra parti: con arte e con inganno, si vive mezzo l’anno; e con inganno e con arte, si vive l’altra parte. || unni manca natura, arti procura: dove manca natura, arte procura. || Modo prov. ad arti: ad arte, ingegnosamente, o a bella posta.

Articiànu. s. m. Chi esercita arte: artigiano.

Articulamentu. V. articulazioni.

Articulari. v. a. Organizzare e formar le membra: articolare. || Muover gli articoli o sia giunture: articolare. P. pass. articulatu: articolato.

Articulatamenti. avv. A parte a parte: articolatamente.

Articulazioni. s. f. Nodo, giuntura: articolazione. || Pronunzia distinta delle parole: articolazione. || Movimento di nodi o giunture: articolazione.

Articuleddu. add. dim. di articulu: articoletto.

Articulicchiu. s. m. dim. di articulu: articoletto, articolino.

Artìculu. s. m. La particella che determina la cosa di cui si parla: articolo. || Capo o domma della fede: articolo. || Capo o punto di scrittura: articolo. || Capo di cose di commercio: articolo. || Nodo o giuntura delle ossa: articolo. || Breve scrittura propria di giornali: articolo. || articulu di morti: articolo di morte, punto di morte.

Articuluni. s. m. accr. di articulu: articolone (credo d’uso).

Artìfici. s. m. Esercitator d’arte, un po’ più nobile di artigiano: artefice. || Operatore, facitore, autore: artefice.

Artificiali. add. Che è d’arte, non di natura: artificiale.

Artificialmenti. avv. In modo artificiale: artificialmente.

Artificiari. v. a. Fare, lavorare con artificio: artificiare. P. pass. artificiatu: artificiato.

Artificiu. s. m. Uso attuale o abituale dell’arte, e la cosa fatta con arte: artificio. || Ordigno: artificio. || Invenzione astuta: artificio.

Artificiusamenti. avv. Con artificio: artificiosamente.

Artificiusu. add. Che ha molto artificio: artificioso. || Ingegnoso, astuto: artificioso.

Artigghiaria. s. f. Strumento belligero noto: artiglieria. || Tutto il corredo per l’uso degli artiglieri e delle artiglierie: artiglieria. || Il corpo dei soldati addettivi: artiglieria.

Artigghieri. s. m. Maestro di gettar artiglierie: artigliere. || Colui che carica e scarica ogni sorta d’artiglieria: artigliere.

Artigghiu. s. m. Unghia di animale rapace: artiglio.

Artigghiuni. s. m. Ferruzzo appuntato che è nella fibbia: ardiglione.

Artiggianu. V. articianu.

Artista. s. m. Chi professa un’arte liberale: artista.

Aruca o Ruca. s. f. T. bot. Pianta di sapore acuto: ruchetta. Eruca sativa L. || aruca marina, pianta crucifera. Kakile maritima L.

Aruchedda. V. aruca.

Aruri. Idiotismo per oduri V.

Aruta o Ruta di li grasti. s. f. T. bot. Pianta legnosa, amara e d’acuto odore: ruta. Ruta graveolens L. || aruta sarvaggia: ruta selvatica. Ruta bracteosa Decandolle. [p. 88 modifica]

Arva. V. alba.

Arvanetta o Arvaretta. s. f. Vaso largo e di poco fondo per tener conserve e simili: arberello, barattolo. Dal Lat. alveolus quasi alveoletta (Pasq.).

Arvanu. s. m. T. bot. Albero alto, che fa in luoghi umidi: ontano. Alnus clutinosa L.

Arvulami. s. f. La quantità degli alberi insieme: alberaja.

Arvulari. v. a. Piantar alberi in un luogo: alberare. || Fornir d’alberi una nave: alberare. P. pass. arvulatu: alberato.

Arvulatura. s. f. T. mar. Nome collettivo di tutti gli alberi di una nave: alberatura.

Arvulazzu. s. m. accr. Alberaccio.

Arvulettu di la serra. s. m. T. legn. Quel regolo di legno che è nel mezzo della sega parallelo tra la lama e la fune: staggio. (Car. Voc. Met.).

Arvulicchiu. s. m. dim. Alberetto, alberino (Sp. arbolico, dim. di arbol).

Arvuliddu. s. m. dim. Alberetto, alberino. || arvuliddu nicu: alberellino, alberelletto.

Arvulitu. s. m. Luogo piantato, o pieno d’alberi: albereto.

Arvulottu. s. m. dim. Alberotto. || arvulottu di velacciu T. mar. Il terzo ed ultimo albero soprapposto all’albero di gabbia, sia della maestra, sia del trinchetto: albero di pappafico.

Àrvulu. s. m. Nome delle piante grandi con tronco: albero. (A. V. ital. arbolo. Fav. d’Esopo). || Lo stile che regge le vele delle navi: albero. || arvulu geneologgicu: la descrizione ordinata per discendenza degli antenati d’una famiglia: albero geneologico. || bedd’arvulu; per ironia a uomo goffo e disutile: bel coso! || arvulu caccia diavuli o arvulu cruci cruci. V. erva di s. Filippu. || àrvulu di Giuda: albero di Giuda. Siliquastrum L. || arvulu di pacenza: ambro, albero santo. Melia azederach L. || arvulu di pici. Pinus silvestris Tour. || arvulu di sturaci: albero di storace. Styrax officinalis L. || ad arvulu cadutu accetta accetta: ad albero che cade dàgli dàgli, tutti sogliono contrariare chi è degradato. || T. mar. arvuli bassi, arvuli maggiuri: alberi bassi, alberi maggiori, quelli che sono inferiori e più grossi della nave, ciò sono mizzana (mezzana), maistra (maestra) trinchettu (trinchetto). || T. mar. arvuli superiuri, gli alberi soprapposti ai bassi o inferiori: alberi superiori. || T. mar. arvulu di gabbia di mizzana; quello che sta in cima dell’albero di mezzana: albero della gabbia di mezzana. || T. mar. arvulu di cacisi, grosso e corto albero la cui cima termina in calcese: albero di calcese. || T. mar. arvulu a pìparu. V. pìparu. || Prov. arvulu pecca e ramu ricivi, secondo narra la Bibbia i figli dei figli piangono i peccati de’ padri de’ padri; giustizia turca...! eppure dicono che è giustizia divina...! tal susina mangia il padre, che allega i denti al figliuolo. || l’arvulu nun cadi a lu primu colpu: al primo colpo non cade l’albero. || arvulu richiantatu mai lu trovi carricatu: albero spesso trapiantato mai di frutti è caricato. || arvulu ’mmenzu la strata cu passa lu còtula: ciò che è nella via è di chi passa, cioè inguardabile: chi semina sulla strada, stanca i buoi e perde la semenza. || arvulu chi nun cummogghia sè stissu nun cummogghia ad autru: chi non è buon per sè non è buono per altri. || arvulu tagghiatu è menzu pigghiatu, che subito si rifà: albero tagliato è quasi barbicato. || arvulu longu tagghialu di pedi: gli alberi grandi fanno più ombra che frutto. || arvulu curtu fa bon fruttu: nelle botti piccine sta il buon vino. || arvulu chi nun frutta tagghialu di li radichi: albero che non fa frutto taglia taglia. || l’arvulu s’addrizza quannu è nicu: il ferro va battuto quando è caldo. || chiddu è l’arvulu bonu chi havi cchiù radichi, è più solido e s’usa nel morale. || l’arvulu comu crisci cussì resta, cioè che l’albero rimane come cresce; ha senso morale. || l’arvulu vecchiu nun si ica; pigliata un’abitudine da vecchio più non si lascia piegare.

Arvulunazzu. accr. pegg. Alberonaccio.

Arvuluni. s. m. accr. Alberone.

Arvuzzi o Purrazzi. s. m. T. bot. Pianta: asfodelo, porrazzo, erba regia. Asphodelus ramosus L.

Arzanu. (Vinci e Pasq.) V. abbìtu. (Dall’Eb. arez: cedro).

Arziddari. V. ’ngarziddari.

Arziddu. V. càuciu.

Àrziu e meglio Ad arziu. posto avv. vale: per cagion d’esempio, per esempio, esempigrazia. || Vale anche: al più. || ad arziu ad arziu: al più al più, alto alto.

Arzolu. V. azzolu.

Arzuni. V. manicu.


Supplemento

[p. 1130 modifica]Arancia. s. f. V. aranciu (Pitrè).

’Aranciu. V. granciu.

Aratatu. Propriamente un tratto di terreno pari a nove salme dell’abolita misura, V. sarma.

Aratu. appujari l’aratu a li casi, modo di dire per significare fallire.

Arbaggia. V. albaggia.

Arbanu. s. m. T. bot. Sorta di pioppo. Populus nigra.

Arbaretta. V. arvanetta.

Arbari. V. annarbari.

Arbitriu. In tedesco arbaitre vale opificio.

Arcaciaru. V. biddacaru (In Siracusa).

Architravata. V. architravu.

Architravu. Dicesi per ingiuria ad uomo goffo, babbeo (Rocca). [p. 1131 modifica]

Ardicània. V. bruciolu (Messina).

Ardisilla. s. f. Specie di cantilena, o sonata, o ninaredda V.

Arditura. V. ardiri.

Arèa. V. idea. || V. dea.

Arèddira. V. areddara.

Arènzia. V. udienza. || dari arenzia: dar retta.

’Argia. V. gargia.

Arginteri. Per orefice in generale.

Aria. Al prov. aria netta nun ha paura di trona: chi piscia chiaro ha in tasca il medico ovvero: chi delitto non ha rossor non sente.

Arìganu. V. riganu.

Arìsima. V. aneurisma.

Arma. || nun essiricci un’arma, non esservi alcuna persona: non esservi un’anima. Ovvero un’arma viva: un’anima nata. || ’n corpu e in anima, proprio in persona: in corpo e in anima. || sintirisi o bastaricci l’arma, V. in armu.

Armari. Metter su macchine, ponti ecc.: armare.

Armaruni. V. guardarrobba.

Armintaru. V. arminteri (Perez).

Armoar. V. cunsollu. || V. armariu.

Aròmulu. s. m. T. bot. Albero di una specie di lazzeruole: lazzeruolo montano. Sorbus ario.

Arpagghiu. Dal Lat. arpagare: afferrare e Gr. αρπαζω.

Arpegghia di passa. s. f. T. zool. Falco picchiajuolo (Caglià).

Arpeglia. s. f. T. zool. Sorta di falco: falco di palude. Falcus rufus L.

Arpugghiu. s. m. Sciocco, soro: baccellone.

Arracchiateddu. dim. di arracchiatu.

Arracchiatu. add. Mal cresciuto, mal condizionato: rachìtico, stento.

Arracinatu. add. Ubbriaco.

Arradicchiari. Torre attorno al pedale dell’albero la parte di legno rimasta perchè germogli.

Arragatarisi. V. ragatarisi.

Arragghiata. V. arragghiatina: ragliata.

Arraggiateddu. dim. Arrabbiatello.

Arraggiatura. V. spurtatura (Rocca).

Arraggiu. V. raggiu.

Arramignari. V. arrimurchiari.

Arrancari. Per afferrare (Valledolmo).

Arranciuliari. v. a. Rubacchiare (S. Stefano).

Arrapinari. V. arrubari.

Arrasarisi l’occhi. Umidirsi gli occhi dalle lagrime quando si è lì per piangere: imbambolare.

Arrasaturi. s. m. T legn. Corta e larga lama tagliente, per ripulire il lavoro: rasiera (Perez).

Arrascaturi di maidda. Piccolo strumento con cui si raschia la pasta della madìa: radimadìa.

Arraspari. Per rubacchiare: raspare.

Arreni. V. arreri. || Dietro.

Arribbarisi. V. guardarisi: badarsi.

Arribbuccatura. V. rivettica. || cu l’arribuccatura: d’avvantaggio.

Arricalari. v. a. V. regolari.

Arricàttitu. V. ricattitu.

Arriccuntari. V. raccuntari.

Arricintari. Ricingere (Rocca).

Arricotu. V. ricotu.

Arriculari. V. rinculari.

Arricunzari. v. a. Racconciare.

Arricuprari. V. ricuperari. || V. ricoverari.

Arricurdari. V. arrigurdari.

Arriddutu. add. Che ha freddo, morto dal freddo: intirizzito, infreddolito.

Arrifiriri. V. riferiri.

Arriggirari. v. intr. Tornare di nuovo: ritornare.

Arrijittari. v. a. Rigettare, ributtare.

Arrijuncari. met. Raddolcire, abbonire. || rifl. Ricrearsi.

Arriminari. arriminarisi la criatura, quel muoversi ed agitarsi del feto dentro l’utero.

Arriminata. V. pappitaciò.

Arrimiscaturi. verb. m. Colui che rimesta, che butta all’aria ogni cosa.

Arrimmuttari. V. ribbuttari.

Arrinari. T. oref. Il gettare rena vetrificabile su di un pezzo d’oro che si rincuoce, per liberarlo dai cattivi fumi: arrenare (Car. Voc. Met.).

Arrineggiu. V. arrisettu (In Castrogiovanni).

Arringaniari. v. a. Numerare.

Arrintari. v. intr. Spirare cattivo odore, per lo più di muffa: sitare, puzzare. Dicesi delle botti.

Arrinzinutu. V. patitu o patutu.

Arriparari. v. a. L’andare scemando di spessore nello innalzamento che si fa di un muro o simile: rastremare.

Arripàssitu. V. ripassata in senso di burla.

Arripèzzitu. V. arripezzu.

Arripidari. V. ripidari.

Arripigghiamentu. Contrasto (Rocca).

Arririri. V. ridiri.

Arrisagghiari. V. scantari.

Arriscèdiri. Per riscuotere.

Arrisimari. v. a. Ridurre a risme la carta.

Arrisittari. V. ricettari.

Arrisittata. s. f. Il rassettare.

Arrisittatedda. dim. di arrisittata.

Arrisolutu. V. risolutu.

Arrispigliari, Arrispignari. V. arrispigghiari.

Arristatura. V. arristaturi.

Arristaturedda. dim. di arristatura.

Arristinnenza. V. resistenza. || Renitenza.

Arristrinciri. V. ristrinciri.

Arrisucarisi. V. sucari al § 5.

Arriusari. v. a. Usar di nuovo: riusare.

Arrivata. Fine, termine. Onde nun aviri arrivata, non aver fine, non farla finita.

Arrivugghiutizzu. add. Alquanto ribollito.

Arrizzari. (z dolce) V. azzizzari (Trapani). || Colla z forte, quel senso che produce in noi un suono spiacevole, come ad alcuni il sentir tagliare il sughero, il sentire strofinare un vetro ecc.: aggricchiarsi.

Arrizzicaniri. V. arrisinari.

Arsojù. V. corsoju.

Arrubbari. Si dice quando la trottola nel girare va raccattando peluzzi, fuscellini ecc.

Arrugantuni. accr. di arruganti.

Arrumiari. V. arruminari.

Arrunciddicari. V. arrunchiari. || Il succignere un abito.

Arrunchiunari. V. arrunchiari.

Arrunzari. Per arrassari V.

Arrunzunatu. add. Dicesi di vecchio ancora florido, vigoroso: rubizzo.

Arrusatu. add. Di rose: rosato. [p. 1132 modifica]

Arrusicamentu. s. m. Il rodere: rodimento. || Il rosicchiare: rosicchiamento.

Arrusicateddu. dim. di arrusicatu.

Arrusicatina. V. arrusicamentu.

Arrusumatu. add. Del colore o al modo di rose.

Arruvittatu. add. Nascosto fra’ roveti.

Arruzzulari. intr. Parlare molto e presto: abburattare (Rigutini).

Artè. V. altea.

Articianu. add. Per ingegnoso.

Artigghiuni. Il pungiglione delle api ecc.

Arucula. V. ruca.

Aruni. s. m. T. zool. Sorta di uccello di ripa: nonna.

Arva. V. alba.

Arvina. s. f. Sorta di uva di acini bianco-giallicci, bislunghi.

Arvula. V. garbula.

Arvulu. || – di sangu, nasce nelle siepi, ha foglie ovali o quasi, colorate di sotto: corniolo sanguigno. Cornus sanguinea L. || – velenusu, o di tassu, nasce nelle Madonie, fiorisce in inverno: tasso baccato. Taxus baccata L. || – di s. Filippu. V. abbitu. || – piancenti: salice piangente.

Arvuzzeddu. dim. di arvuzzu. || Prov. quannu ’ngrana l’arvuzzeddu lu massaru è puvireddu, perchè il raccolto non va bene.

Arzari. V. alzari. Arzare ha Nerucci.

Arzenti. add. Ardente: arzente. || Specialmente di vino che picchi: razzente (z dolce).

Arziari. V. àrdiri al § 6 per mordicare, frizzare (z dolce).

Arziuni. s. m. Il frizzare, bruciore: frizzo (z dolce).

Arziusu. add. Che frizza: frizzante, mordicante.