Nuovo vocabolario siciliano-italiano/AC
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Acantu. Acanto V. branca ursina.
Acazia. s. f. Albero spinoso che è la Mimosa Nilotica de’ Botanici: Acazia.
Accà. Modo d’incitar le bestie da soma perchè camminino: arri.
Accabbari . v. intr. Finire. || Cessar di piovere: spiovere. P. pass. accabatu: finito. (Dallo Sp. acabar).
Accaciuni. V. caciuni.
Accademia. s. f. Adunanza di persone coltivanti arti o scienze con determinate leggi e regolamenti, e il luogo stesso ove s’adunano: accademia. || Università, studio pubblico: accademia. || Trattenimento pubblico o privato di canto o di suono: accademia. || T. pitt. La persona umana dipinta, o scolpita; il nudo: accademia.
Accademicamenti. avv. A mo’ d’accademia: accademicamente. || parrari accademicamenti: parlar accademicamente, senza fine determinato, per puro trattenimento.
Accadèmicu. s. m. Colui che fa parte di una accademia: accademico.
Accadèmicu e Acadèmicu. add. Dell’accademia o aventevi relazione: accademico.
Accadiri. v. intr. Avvenir per caso: accadere. || Prov. accadi in un puntu zoccu non accadi in centu anni: quel che non è stato può essere. P. pass. accadutu: accaduto.
Accadutu. s. m. Ciò che è accaduto: accaduto.
Accafunatu. add. Goffo. Da cafuni. V.
Accaiottu. (Spat.) dim. di lacchè.
Accalamentu. s. m. Umiliamento. || Condiscendimento.
Accalappiamentu. s.m. Inganno: accalappiamento.
Accalappiari. v. a. Far inganno con arte: accalappiare. P. pass. accalappiatu: accalappiato.
Accalappiaturi –tura. verb. Accalappiatore. || Intendesi anco per colui che piglia i cani senza padrone di per le vie (valenti).
Accalarisi. v. rifl. pass. Abbassarsi: umiliarsi. || Cedere: acchinarsi. || Secondare gli altrui desiderii: calarsi a una cosa, condiscendere. P. pass. accalatu: Umiliato. || Condisceso.
Accalumari. V. calumari.
Accaluramentu. s. m. Accaloramento. || Sollecitamento.
Accalurari. v. a. Riscaldare: accalorare, accaldare. || Metaf. Far premura: sollecitare. || Rifl. Infervorarsi: accalorarsi.
Accalurateddu. add. dim. Alquanto febbricitante.
Accaluratu. add. Riscaldato, infiammato, infervorato: accalorato. || Febbricitante. Sup. accaluratissimu: accaloratissimo.
Accamora. V. camora.
Accampamentu. s. m. Accampamento.
Accampari. v. a. Metter l’esercito in campo: accampare. || Rifl. Porsi a campo: accamparsi. || Per empirsi le piante di bruchi da noi detti campa (curculione) bacare. || accamparisi l’api; tarmare: esser guasto dalle tarme.
Accampatu. add. Accampato. || Pieno di bruchi: bacato. || Roso da tarme: tarmato.
Accania. s. m. Cavallo ambiante: chinea.
Accanirisi. v. rifl. pass. Adirarsi a mo’ di cani: accanirsi. P. pass. accanutu e accanitu: accanito.
Accantu. avv. Allato: accanto. || Avv. di luogo, appresso: accanto. || Fig. putiri stari accantu ad unu, esser pari: potere star accanto.
Accanusciri. V. canusciri: (A. V. ital. acconoscere).
Accanzamentu. s. m. Conseguimento.
Accanzari. v. a. Ottenere: conseguire. (Sp. alcanzar: ottenere.) P. pass. Accanzatu: conseguito.
Accanzu. s. m. Guadagno: emolumento, (Pasq.).
Accaparisi ’na pirsuna: cattivarsi alcuno, farselo amico. Questo secondo (Pasq). A pag. 276 de’ canti sicil. raccolti da Salomone vi è: l’omu chi senti subitu s’accapa, dove invece par che stia nel senso di capacitarsi.
Accaparrari. v. a. Fissar la compera di una cosa dando o ricevendo caparra: accaparrare. P. pass. accaparratu: accaparrato.
Accapiddarisi. v. recipr. Pigliarsi pe’ capelli: accapellarsi, accapigliarsi. || Azzuffarsi. P. pass. accapiddatu: accapigliato.
Accapitari. V. capitari.
Accapizzari. v. a. Accomodare, assettare. || Rifl. Star senza pensieri: dormir fra due guanciali.
Accapunari. V. crastari.
Accapunatizzu. add. dim. Alquanto fievole. || Alquanto sciatto.
Accapunatu. add. Indebolito: fievole. || Mal vestito: sciatto. || Castrato. Sup. accapunatissimu: fievolissimo. || Sciattissimo.
Accariziamentu. s. m. Accarezzamento.
Accarizziari. v. a. Far carezze, amorevolezze: accarezzare, carezzare. || Far vezzi: carezzare.
Accarizziata. s. f. Accarezzata, carezzata.
Accarizziatu. add. Accarezzato. || Vezzeggiato. Sup. accarizziatissimu: accarezzatissimo.
Accarpagghiu. s. m. Presa, presura. || Manico. || Metaf. appiccico, occasione, p. e. dari l’accarpagghiu di renniri la vencia: dar appicco di render la pariglia.
Accarpamentu. s. m. Lo stato di malazzato. || Carpimento.
Accarpari. v. intr. Divenir malazzato. || v. a. Prender di furto: carpire, carpare, arpare. || Rifl. pass. Diventar bruno pel sole: ammorire, ahbronzarsi. || Detto di vivanda, divenir con crosta arsiccia: abbronzarsi. || Di frutti, piante, ecc. rapprendersi, rappigliarsi.
Accarpateddu. add. dim. Malazzatino.
Accarpatizzu. add. Malazzaticcio.
Accarpatu. add. Che ha principio o è leggermente ammalato: malazzato, barlaccio. || Da carpire: carpito. || Abbronzato in tutti i sensi di accarpari. || Rappreso, raffreddato. Sup. accarpatissimu: malazzatissimo.
Accarpatuni. add. accr. Di molto malazzato.
Accarruzzatu e A carruzzatu. add. Grosso, di mole da doversi trasportare per via di carro, e si dice dalle pietre. || Metaf. pezzu accarruzzatu: persona o di gran valore, o in odor di molta santità, o anco sciocco.
Accarusari. v. a. T. agr. Tagliar i rami agli alberi insino in sul tronco: scapezzare, tagliar a corona. P. pass. accarusatu: scapezzato.
Accasamentu. s. m. Accasamento.
Accasari. v. a. Collocar in matrimonio: accasare. || Rifl. a. Maritarsi o ammogliarsi: accasarsi. P. pass. accasatu: accasato.
Accascari. (Spat.) V. accadiri.
Accasirmamentu. s. m. Accasermamento.
Accasirmari. v. a. Chiuder in caserma: accasermare (Tramater). P. pass. accasirmatu: accasermato.
Accasirmatu. add. Accasermato.
Accastiddamentu. avv. Accastellamento.
Accastiddari. v. a. Porre le cose una sopra l’altra: accastellare. (Fanf. suppl.) P. pass. accastiddatu: accastellato.
Accasu. V. casu.
Accatapanatu. add. A somiglianza di sgherro: rodomontesco. Da catapanu.
Accatastamentu. s. m. Accatastamento.
Accatastari. v. a. Ammontare far catasta: accatastare. P. pass. accatastatu: accatastato.
Accattari. v. a. Dare altrui danaro per averne altra cosa: comperare. || accattari lu fruttu in erva: comperar a novello o comperar in erba. || accattari liti: accattar lite. || accattari la gatta nta lu saccu: comprar gatto in sacco; comprar cosa senza vederla. || cui nun po accattari pattìa: chi non ha modo offre la volontà. || Intr. pass. per creder facilmente, usato col pronome ne, p. e. nun nni accattari: non lasciarsi accalappiare. || accattari ad usu di fera: comprar animali rinunziando a tutte le eccezioni della legge. || accattari all’asta: comperar all’incanto, Metaf. comperar caro. || accattari a pigghia e paga: comperar a contanti. || accattari a muzzu, a prezzu ruttu, a barca di sardi, a corpu: comperare a massa, a colpo. || accattari ’ngrossu: comperar in digrosso. || Prov. cui nun ti canusci caru t’accatta: chi non ti conosce caro ti compra, detto a chi di fuori è buono e dentro è tristo. || putiri accattari e vinniri ad unu: fig. vale esser ricco. || accatta e pentiti! vale esser sempre buono comperare, e tener in serbo. || cui nun accatta e nun vinni, nun acchiana nè scinni: chi non s’arrischia, non acquista. || cui accatta havi bisognu centu occhi, e cui vinni unu sulu: a chi compera non bastan cent’occhi, a chi vende basta uno. P. pass. accattatu: comperato.
Accattatizzu. add. Comperato.
Accattatu. add. Comperato. || accattatu arrubbatu: di persone o cose dell’istesso rango di cui ne sia una buona e l’altra cattiva: come i polli di mercato un buono e un cattivo. || cosa fatta accattata arrubbata: cosa fatta a pezzi e a bocconi, interpolatamente.
Accattaturi –tura. verb. Comperatore –trice.
Accàttitu. s. m. Compera.
Accavalirato. add. Che usa alla nobile: gentilesco.
Accavalcari, Accavarcari, Accavaccari, Accravaccari. v. a. Montar a cavallo: cavalcare. || Fig. soperchiare, vantaggiare: sopraffare. P. pass. accavalcatu ecc cavalcato, accavalcato.
Accaudanarisi. rifl. pass. Riscaldarsi: accaldarsi, accalorarsi. || Affaticarsi: scalmanarsi. P. pass. accaudanatu: accaldato.
Accelerari. v. a. Affrettare: accelerare. P. pass. acceleratu: accelerato.
Accelerazioni. s. f. Accelerazione.
Accènniri e Accèndiri. v. a. Appiccar fuoco: accendere. || Per muovere, eccitar gli affetti: accendere. P. pass. accisu: acceso.
Accennituri. verb. Chi accende i fanali delle strade: accenditore.
Accentari e Accintari. v. a. Porre l’accento: accentare. || Pronunziar le parole co’ debiti accenti: accentuare. P. pass. accentatu e accintatu: accentato. || Accentuato.
Accentramentu. s. m. L’atto di accentrare: accentramento.
Accentrari. v. a. Ridurre al centro, ordinar al centro: accentrare. P. pass. accentratu: accentrato.
Accentratamenti. avv. In modo accentrato: accentratamente.
Accentratissimu. add. sup. Accentratissimo.
Accentratizzu. add. Alquanto accentrato.
Accentrazioni. s. f. L’accentrare: accentrazione.
Accentuazioni. s. f. Accentuazione.
Accentu. s. m. Quella posa che si fa nel pronunziare la parola: accento. || Quella lineetta che denota tal posa: accento. || Modo di pronunziare: accento.
Accertu. s. m. L’accertare, il far certo: accertamento.
Accessoriu. s. m. Secondario: accessorio s’usa pure add.
Accessu. s. m. T. leg. Il portarsi del giudice, architetto, notajo, medico ecc., in luogo, ove si richiede per officio: accesso. || Per facoltà di accostarsi. || Per aderimento. || Per abbordo: accesso. || accessu di frevi: accesso, il manifestarsi, il tornar della febbre.
Accetta. s. f. Strumento tagliente di ferro, con manico, per tagliare e spaccar legnami: accetta. || ad arvulu cadutu accetta accetta: ad albero che cade dàgli dàgli: ognuno aggrava la rovina altrui. || Pe’ pettinagnoli è uno strumento con cui si dà alle lastre una prima nettatura: picozzo.
Accettabbili e Accittabbili. add. Accettabile.
Accettamentu. s. m. Accettamento.
Accettari e Accittari. v. a. Ricevere, con gradimento ciò che s’offre: accettare. || Accensontire a profferta, domanda ecc.: accettare. || Approvare, ammettere: accettare. || accettari cammiali, dichiararsi debitore della somma quivi scritta: accettar cambiale. || accettari l’eredità: accettar l’eredità, dichiarare voler essere erede secondo il testamento. P. pres. accettanti: accettante. P. pass. accettatu e accittatu: accettato.
Accettanti e Accittanti. s. m. T. merc. Chi accetta una cambiale: accettante.
Accettaturi e Accittaturi –tura. verb. Accettatore –trice.
Accettazioni e Accittazioni. s. f. L’accettare, in ogni significato: accettazione.
Accettu. add. Accettevole, caro, grato: accetto. Sup. accettissimu: accettissimo.
Acchettu. s. m. coi derivati (D. B.) Cavallino. Da equus, facendolo diminutivo.
Acchi. s. f. Nome dell’ottava lettera dell’alfabeto: acca. || cuntari o passari quantu l’acchi di l’abbezzè: esser avuto per un acca, passar per nulla.
Acchì. prep. Perchè: dacchè. || Per inter. perchè?
Acchià. Lo stesso che accà: arri, arri là.
Acchiaccamentu. s. m. Accappiamento. || Fig. Angaria.
Acchiaccari. v. a. Legar con cappio: accappiare. || Fig. Angariare, angarieggiare. P. pass. acchiaccatu: accappiato.
Acchiaccatura. s. f. Fune che ha in cima un cappio scorsojo: accappiatura. || Molestia, vessazione: angaria.
Acchianamentu. (Spat.) s. m. Salimento.
Acchianari. v. a. e intr. Portar su: salire. || intr. andar su: salire, ascendere. || Crescere di prezzo: rincarare. || Parlandosi di spesa: ammontare, importare. || aviri li diavuli acchianati o acchianaricci tutti: venir i barbaglini, aver il buco a rovescio, montar in ira, assillare. || ci acchianaru: gli venne la cardana, gli saltò il moscherino. || acchianari la musca, alle bestie: aver l’assillo. || acchianari e scinniri lu manciari: sentirselo alla gola. || acchianari mura lisci: arrovellarsi, saltar in bestia: incollerirsi. || Prov. cui acchiana troppu ’nnautu nun è sicuru: chi troppo sale, dà maggior percossa. P. pass. acchianatu: salito. Come in italiano da monte si fece montare così noi da chianu avremo fatto ’nchianari, acchianari.
Acchianata. s. f. Salita, erta, pettata. || Prov. quantu sunnu l’acchianati tanti sunnu li scinnuti: questa ruota sempre gira; chi sta lieto e chi sospira. || loda l’acchianata e scegghi la chianata: loda la salita ed il piano scegli.
Acchianatazza. pegg. Salitaccia.
Acchianatedda. dim. Salitina.
Acchianatuna. accr. Lunga salita.
Acchiancamentu. s. m. Il far ceppo.
Acchiancari. v. intr. T. agr. Dicesi delle piante che fanno ceppo, radicare: ceppare. || Fig. Rimaner tozzo. || Stramazzare. || Fig. Non far avanzamento p. e. acchiancari ’ntra li studii, ntra l’impieghi ecc., non avanzar i piedi fuor del letto. || Per istar fermo, immobile in qualunque luogo: inchiodarvisi. || intr. pass. Fermarsi oziosamente in un luogo senza saperne uscire: appillottarsi. Da chianca V.
Acchiancatu. add. Che ha fatto ceppo. || Detto di statura: tozzo, chionzo. || Vale pure infermiccio: accidentato.
Acchiancularisi. v. rifl. pass. Rannicchiarsi: accoccolarsi. || Fermarsi a un luogo senza saperne uscire: appillottarsi. || Prostendersi.
Acchianculatu. add. Accoccolato. || Per prosteso.
Acchiappari. v. a. Pigliar con forza e con destrezza: acchiappare. || Arrestare: catturare, acchiappare. || Colpire: acchiappare. || Per rubare. P. pass. acchiappatu: acchiappato. || Catturato.
Acchicchiamentu. s. m. Sbirciamento.
Acchicchiari. v. intr. Socchiudere gli occhi per veder con più facilità le cose lontane, proprio di chi ha la vista corta: sbirciare, sbilurciare. P. pass. acchicchiatu: sbirciato.
Acchicchiata. s. f. L’atto dello sbirciare: sbirciata.
Acchicchiatedda. dim. Sbirciatina.
Acchicchiatina. V. acchicchiata.
Acchiettu. V. occhiettu. || Per segno rimasto da caduta: bernoccolo ( Gior. La Sicilia 14).
Acchittera. s. f. La fila degli occhielli de’ vestiti: occhiellatura.
Acchiùdiri. v. a. Neologismo. Racchiudere: acchiudere.
Acchiummari. v. a. Cercar la dirittura col piombo: piombinare.
Acchiummatu. add. Da acchiummari: piombinato. || Fatto a perpendicolo.
Acchiuppari. V. acchiancari (Pasq.).
'Accia. T. bot. Apium Graveolens Sativum L.: sedano, appio. || àccia sarvaggia: Apium Graveolens L. erba sedanina.
Acciaccatu. add. Pieno d’affari: affaccendato. || Impicciato. || Infermiccio: acciaccato.
Acciaccu. s. m. Negozio intricato: intrigo. || Impiccio; onde: aviri acciacchi: aver affari molti. || Infermezza: acciacco.
Acciaccusu. add. Che ha intrigo. || Impiccioso.
Acciappulari. v. intr. Cader sopra come la stiaccia, la trappola: stiacciare, incagliare.
Accicamentu e Accecamentu. s. m. Accecamento. || Inganno, turbamento della ragione: accecamento.
Accicari e Accecari. v. a. e intr. Privar della vista: accecare, cecare. || Metaf. Si riferisce all’animo: accecare. || Perder la luce della mente: accecare. || intr. pass. e intr. ass. Divenir cieco: accecare.
Accicatu e Accecatu. add. Accecato, cecato. || accicatu da l’amuri: accecato dall’amore. Sup. accecatissimu: accecatissimo.
Accicciari. v. a. Afferrare tenere stretto con forza: acciuffare, assannare. || intr. pass. Azzuffarsi: abbaruffarsi, accapigliarsi. || Ciccia in lingua familiare italiana significa carne: notisi singolar incidenza quando accicciari, in siciliano ha senso di assannare cioè stringer co’ denti le carni altrui . Pasq. n e dà l’origine da cicciulu (voce non comune) ciocca.
Accicciatu. add. Acciuffato. || Abbaruffato.
Accidentali, add. Che viene per caso: accidentale. || Per accidentario, che ha dell’accidente. Sup. accidentalissimu: accidentalissimo.
Accidentalità, s. f. accidentalità.
Accidentalmenti. avv. Per caso: accidentalmente.
Accidentariamenti. avv. Per accidente: accidentariamente.
Accidentàriu. add. Accidentale: accidentario.
Accidentatu. add. T. med. Colpito di paralisi: accidentato.
Accidenti. s. m. Avvenimento non previsto: accidente. || pri accidenti: per caso, per accidente. || Assalto repentino di malattia: accidente.
Accìdia. s. f. Uno dei sette peccati capitali, fastidio, tedio di ben fare: accidia. || Pigrizia: accidia.
Accidiusamenti. avv. accidiosamente.
Accìdiri e Acciriri. v. a. Privar di vita: uccidere. P. pass. accisu: ucciso.
Accidiusu. add. Pien d’accidia: accidioso. || Pigro: accidioso.
Accigghiari. V. acchicchiari. || Rifl. Increspar le ciglia per manifestazione d’ira, di meditazione: accigliarsi.
Accimari. v. a. T. agr. Tagliar i rami degli alberi fin al tronco: scapezzare. || V. smuzzari.
Accimatu. add. D’accimari: scapezzato. || Che primeggia nel suo genere: conspicuo, cima.
Accina. s. f. Pianterella di Sedano da trapiantare: e anche il seme del Sedano.
Accinnari. v. a. Far cenno col capo, colla mano ecc. accennare, cennare. || Dar qualche indizio di checchessia: accennare, cennare. || Stender un primo abbozzo: accennare. P. pass. accinnatu: accennato.
Accinsioni. s. f. L’appiccarsi il fuoco: accensione. || accinsioni di facci, di sangu: accensione, il divenir rosso per soverchio colore.
Accintari. V. accentari.
Acciò, Acciocchì. cong. Acciò, acciocchè.
Acciola. (Spat.) Spezie di pesce.
Accippamentu. s. m. Abbarbicamento. || Assodamento.
Accippari. v. intr. L’attaccarsi in terra che fanno le piante colle radici: abbarbicare, ceppare. || intr. pass. Abbarbicarsi, radicarsi. || Met. Assodare, allignare. || Divenir robusto: robustire.
Accippatu. add. Abbarbicato. || Assodato, allignato. p. e. bonu accippatu: ben assodato, e talora in beni di fortuna. || Fig. Forte, tarchiato: atticciato, atante.
Accircunnari. V. circunnari. (A. V. ital. accircondare. Villani).
Accirrari. v. a. Benchè suo proprio senso sia prendere pel ciuffo (cerru) pure sign. affirrari V.
Accirtamentu. s. m. L’atto dell’accertare: accertamento.
Accirtari. v. a. Far certo: accertare. || Asserir con certezza: accertare, asseverare. || Rifl. Accertarsi, chiarirsi.
Accirtatamenti. avv. Accertatamente.
Accirtatu. add. Accertato. || Affermato. || Per idoneo, a proposito. Sup. accirtatissimu: accertatissimo.
Accisu. add. Acceso. || Per simil. infervorato: acceso. || Metaf. mosso da affetto d’animo: acceso. || Detto di colore, vale, vivo: acceso. || Incollerito: acceso, accerito.
Accisuliddu. add. dim. Alquanto acceso.
Accitedda. s. f. dim. di accia: sedanino.
Accittari. V. accettari.
Accittata. s. f. Colpo d’accetta: accettata.
Accittatedda. dim. Accettatina.
Accittedda. dim. d’accetta: piccola accetta.
Accitticedda. dim. di accetta: piccola accetta.
Acciuccari. v. intr. Divenir chioccia, abbioccare. (Fanf. Voc. d. u. Tosc.).
Acciucchì. cong. Acciocchè.
Acciuffamentu. s. m. Acciuffamento.
Acciuffari. v. a. Prender pel ciuffo: acciuffare, ciuffare. || Per simil. prendere checchessia con qualche violenza: acciuffare. || Rifl. azzuffarsi: acciuffarsi. || Dicesi anche di chi per malinconia, pensiero ecc., tien il ciglio basso: accigliarsi, aggrottar le ciglia. || Entrar in cruccio: ammusire (Fanf. Suppl.) ingrognare. P. pass. acciuffatu: acciuffato. || Accigliato. || Ingrognato.
Acciuffatizzu. add. Mezzo ingrognato.
Acciuncamentu. s. m. Contrazione di membra per malore: rattrappimento.
Acciuncari. v. a. Storpiare. || intr. ass. Rattrappire. || Per traslato dicesi delle piante quando la potatura è malamente fatta. P. pass. acciuncatu: storpiato. || Rattrappito.
Acciunnamentu. s. m. Storpiamento, rattrappimento.
Acciurari. v. a. Cernere il fior della farina: affiorare. (Fanf. Voc. d. u. Tosc.). || Rifl. fig. Arricchire.
Acciuratu. add. Affiorato. || Dicesi anco di quelle frutta come prugne, ulive passe ecc., quando son coperte da certa polveruzza bianca: col fiore.
Acciurrari. V. accirrari.
Accivari. V. civari.
Accivirisi. v. rifl. Rapporta Pasq. che è usato in alcuni luoghi della Sicilia: accivirsi, provvedersi. Lo cita anche Spat.
Acclamari. v. a. Far a viva voce elezione, applauso e simili: acclamare.
Acclamatu. add. Acclamato. || Per celebrato.
Acclamazioni. s. f. Acclamazione.
Acclisiasticu. add. Colui che frequenta continuamente le chiese: chiesolastico.
Accoddu. s. m. T. calz. Quella parte del tomajo che cuopre il collo del piede: bocchetta.
Accogghimentu, Accoglimentu e Accugghimentu. s. m. Accoglimento.
Accògghiri e Accògliri. v. a. Ricevere con dimostrazione di affetto: accogliere. || P. pass. accugghiutu: accolto.
Accòlitu. s. m. Colui che ha il quarto degli ordini minori: accolito. || Si dice pure del candeliere, che si porta dall’accolito.
Accollari e Accullari. v. a. Porre addosso: accollare. || Rifl. accollarsi. || accollarisi un debbitu: accollarsi un debito: obbligarsi a soddisfarlo. P. pass. accollatu: accollato.
Accollatàriu e Accullatàriu. s. m. colui che si accolla debito o altro: accollatario.
Accollatu e Accullatu. add. Accollato.
Accollu. s. m. T. leg. Il trasferimento da una ad altra persona di qualunque azione o peso: accollo.
Accoltu. add. da accogghiri: accolto.
Accommodari. V. accummudari e derivati.
Accòmmodu e Accòmmudu. s. m. Acconciamento: accomodamento. || Per assetto: accomodamento. || Per accordo di differenza, acconcio. || Per ripiego a comporre le differenze tra alcuni: accordo. || Prestito, prestanza. || Rimedio, riparo.
Accomora. V. comòra.
Accònciu. s. m. Acconciamento, riparo: acconcio.
Accònciu. add. Accomodato di vesti, di beni: agiato.
Acconsa di... Maniera di dire per: a guisa di... a modo... a uso.
Acconsu. V. acconciu.
Accordiu e Accordu. s. m. Propriamente si dice delle consonanze in musica, e unione simultanea di più strumenti, armonia: accordo. || Si dice de’ colori ben disposti: accordo. || Per simil. Convenzione per terminar lite o altro: accordo. || Per patto. || Posto avv. d’accordu: d’accordo. || essiri, jiri, mettiri, ecc. d’accordu: essere, andare, mettere, ecc. d’accordo. || è megghiu accordiu magru ca sintenza grassa: meglio un magro accordo che una grassa sentenza; meglio cedere qualcosa che aver tutto per lite.
Accorgìrisi e Accurgìrisi. v. rifl. pass. Venir al conoscimento d’una cosa con l’ajuto di un’altra: accorgersi. || Sta per antivedere. P. pass. accortu: accorto.
Accortamenti. avv. Accortamente.
Accortissimamenti e Accurtissimamenti. avv. sup. Accortissimamente.
Accortu. add. Che da’ segni deduce la parte incognita di quello che l’uomo avveduto discerne (Tomm. D.): accorto. Sup. accortissimu: accortissimo.
Accossu. Usato avverbialmente; pri un accossu: per un poco. (Muse Sic.).
Accostu. avv. Più di vicino, e anco di presso, come dire alle costole: accosto.
Accostumarisi. V. accustumarisi e derivati.
Accravaccari. add. V. accavalcari e derivati.
Accrianzatu. add. Di buona creanza, educato: creanzato. Sup. accrianzatissimu: creanzatissimo.
Accriditari. v. a. Porre in istima, in credito: accreditare. || Dar credito in materia d’interesse: accreditare. || Intr. ass. Dar credenza.
Accriditatu. add. Che ha credito: accreditato. Sup. accriditatissimu: accreditatissimo.
Accriscimentu. s. m. Accrescimento.
Accrìsciri. v. a. Aumentare: accrescere. || intr. crescere. || intr. pass. aumentarsi: accrescersi. P. pass. accrisciutu: accresciuto.
Accriscitivu. add. Che accresce: accrescitivo.
Accriscituri –tura. verb. Chi o che accresce: accrescitore –trice.
Accuccagnarisi. v. rifl. pass. Rendersi vili, pigri: infingardirsi. (damiano).
Accruccamentu. s. m. Aduncamento. || Uncinamento.
Accruccari e 'ncruccari. v. a. Pigliar coll’uncino (croccu): uncinare. || Metter ne’ gangheri: gangherare. || Appender al rampino, al raffio. || Rubare: uncinare. || accruccari ad unu li dinari ntra lu jocu: vincergli i denari giocando. || Cruvare: aduncare. || Rifl. Metaf. attrapparsi.
Accruccateddu. add. Curvetto.
Accruccatizzu. add. pegg. Abitualmente infermiccio.
Accruccatu e 'ncruccatu. add. Uncinato. || Gangherato. || Adunco. || Infermiccio.
Accrunchiarisi. rifl. a. Chinarsi a terra per non esser visto: acquattarsi (Gior. La Sicilia 15).
Accruzzari. v. intr. Ostinarsi: intestarsi, incocciare. Da crozza, quando Met. ha senso di capo.
Accuccamentu. s. m. Accoccamento.
Accuccari. v. a. Far qualche danno, dispiacere o beffe: accoccarla a uno. || accuccari ad uno a bastunati: conciarlo pel dì delle feste: batterlo. || Del Bono gli dà anche il senso di sbalordire. intr. ass. Divenir malazzato, languire.
Accuccati. s. m. pl. T. tess. Quelle scanalature piane fatte nell’estremità superiore de’ regoli del telajo: accoccati.
Accuccatu. add. Debole: languido, malazzato, e anche convalescente. || Imbacuccato.
Accucchiamentu. s. m. Accoppiamento. || Raggruzzolamento, radunamento.
Accucchiari. v. att. Congiungere insieme due cose: accoppiare. || Ammassare, metter insieme monete, oggetti: raggruzzolare, radunare. || Ingannar alcuno nel gioco e precisamente nel toccu: aggirare, beffare, soperchiare. P. pass. accucchiatu: accoppiato, raggruzzolato. È lo stesso che accuppiari; se non che cambiamo in cch la p come cchiù in vece di più.
Accucchiatura. s. f. L’atto o l’effetto dell’accoppiare: accoppiatura.
Accucciari. V. aggucciari.
Accuccuni. V. cuccumeddu (a
Accucucciari. e derivati. V. culmari. || Per crescere.
Accuddari. V. accullari.
Accuddì. avv. A quel modo, accussì accuddì: così e così o così cosà; in questo o in quel modo. || fari li così accussì accuddì: abborracciarle.
Accuddurari. V. accudduruniari.
Accudduruniari. Dar forma di ciambella: acciambellare.
Accudiari. (Muse Sic.) V. cudiari.
Accudiri. v. intr. ass. Abboccarsi o esser a uno: accudire. || Per attendere. P. pass. Accuditu: accudito.
Accuffarisi. Lo stesso che accuffularisi V.
Accuffulamentu. s. m. Accosciamento, accovacciamento.
Accuffularatu. add. accosciato.
Accuffularisi. v. intr. pass. Rannicchiarisi: raccosciarsi, accovacciarsi. P. pass. accuffulatu: raccosciato, accovacciato. Da coffa accovolato (Fanf. suppl.).
Accuffulatu. add. Accosciato. || Detto di animali nel covo: accovacciolarsi.
Accuffulunarisi. Lo stesso che accuffularisi.
Accuffuluni. V. cuccumeddu. (a
Accufurunatu. add. mal animo per malattia o cruccio: accupato, malercio, balogio.
Accugghienza e Accuglienza. s. f. Lo accogliere: accoglienza.
Acculazzari. v. intr. T. agr. Propriamente è quando un cocomero cresciuto a giacere in sulla terra rimane sbiadato in quella parte che è stata sepolta fra la terra, mentre le altre parti vengon colorite: esser culaccinato che da noi anco si dice pigghiatu di mamma. || Si dice pure per la frutta guasta e riarsa dalla risina melume o nebbia: annebbiare. || Parimenti si dice della frutta che comincia a colorirsi.
Acculazzateddu. add. Dicesi delle frutte quando comincian alquanto a colorirsi: alquanto colorato.
Acculazzatu. add. Riarso. || Annebbiato. || Dicesi del grano quando va a male e vi si manifestano delle macchie: culaccinato.
Accumànnita. s. f. Compagnia di traffico ove si pone certa somma, più della quale non vuolsi esser obbligato a’ creditori di essa compagnia: accomandita.
Accumenzatura. V. accuminzatura.
Accuminzagghia. s. f. Cominciamento. (A. V. ital. cominciaglia). || Principio o primo pezzo d’un lavoro da proseguirsi.
Accuminzamentu. s. m. Cominciamento.
Accuminzari. v. a. e intr. Dar principio e aver principio: cominciare. || In modo assoluto vale cominciar a parlare: cominciare. || accuminzari di novo, o da capu: cominciar di nuovo, da capo, ricominciare. || bisogna accuminzari di lu nnominipatri: bisogna cominciar a dire a, da principio. || cosa mala accuminzata mala finuta: chi comincia male finisce peggio. || cosa ben accuminzata, menza finuta: chi ben comincia è alla metà dell’opera. || è megghiu nun accuminzari chi accuminzari e nun finiri: meglio non dire che cominciare e non finire. || cui multi così accumenza nudda ’ndi finisci: chi troppo intraprende poco finisce. (A. V. ital. accominciare).
Accuminzata. s. f. || cominciamento: (A. V. ital. cominciata).
Accuminzatu. add. Cominciato. || Detto di candela vale, non più nuova, manomessa, cominciata ad ardere: arsiccio. || Prov. cosa bona accuminzata è menza finuta: chi ben comincia è alla metà dell’opera.
Accuminzatura. s. f. Cominciamento.
Accumitari. V. accummudari ed i suo’ derivati.
Accummudabbili e Accommodabbili. add. accomodabile.
Accummudamentu e Accommodamentu. s. m. Accomodamento.
Accummudari e Accommodari. v. att. Adattare, acconciare: accomodare e accommodare voce non di uso. || Prestare: accomodare. || Per dare altrui i propri agi o comodità, adagiare: accomodare. || Accordare. || Comporre liti: accomodare. || Per rifare. || Rifl. accummudarisi a l’umuri di autru o a li tempi: accomodarvisi, adattarvisi. || Per abbellirsi, racconciarsi: accomodarsi. || Per mettersi a sedere: accomodarsi. || Mettersi in comodità: adagiarsi.
Accummudata e Accommodata. s. f. Acconciata: accomodata. || dari un’accummudata: dar un’acconciata.
Accummudatamenti e Accomodatamenti. avv. Accomodatamente.
Accummudatedda. dim. Acconciatina, accomodatina.
Accummudatizzu. add. Accomodaticcio.
Accummudatu. add. Accomodato. || Rifatto: accomodato. || Adattato: accomodato. || Prestato: accomodato. Sup. accummudatissimu e accommodatissimu: accomodatissimo.
Accumpagnamentu. s. m. Accompagnamento. || T. mus. L’ajuto armonico di un canto o di una voce principale col mezzo di uno o più strumenti: accompagnamento. || Seguito: corteo, corteggio, codazzo.
Accumpagnari. v. a. Metter insieme, unire, far compagno: accompagnare. || Andar con uno per onorarlo o assicurarlo o anche scortarlo: accompagnarlo. || accumpagnati cu li megghiu di tia e facci li spisi, scegli buona compagnia che non ci perdi. || Sonare alcuno strumento al concerto col canto: accompagnare. || lu signuri t’accumpagna: Fatti o vatti con Dio, modo di licenziare. || Rifl. Farsi compagno: accompagnarsi.
Accumpagnateddu. add. dim. Alquanto eccedente di misura.
Accumpagnatu. add. Accompagnato. || Per accoppiato: accompagnato. || Prov. megghiu sulu ca malu accumpagnatu: meglio soli che mali accompagnati. || nasu beddu accumpagnatu: nappone, eccedente di misura.
Accumpagnatura. s. f. Accompagnamento: accompagnatura.
Accumparari. v. intr. Divenir compare. || Per aggiustare.
Accumpàriri. V. cumpàriri.
Accumplimintatu e Accumprimintatu. add. Compito, gentile, a modo. Per regalato.
Accumulabbili. add. Accumulabile. Sup. accumulabilissimu. accumulabilissimo.
Accumulamentu. s. m. Accumulamento.
Accumulari. v. att. Ammassare, far cumulo: accumulare. || cui accumula dinari ed autru nun fa, sparagna per autru e a l’infernu va: chi accumula ed altro ben non fa, sparagna il pane e all’inferno va. || Rifl. pass. Accumularsi. P. pass. accumulatu: accumulato.
Accumulatamenti. avv. Accumulatamente.
Accumulatissimu. add. sup. Accumulatissimo.
Accumulaturi –tura. verb. Accumulatore –trice.
Accumulazioni. s. f. Accumulazione.
Accumunarisi. v. rifl. Affratellarsi, usar familiarmente: accomunarsi. P. pass. accumunatu: accomunato.
Accunciamentu. s. m. L’acconciare: acconciamento.
Accunciari. Metter in sesto, in buon ordine: acconciare. || Conciare. || accunciari ad unu pri li festi: acconciar uno pel dì delle feste, ridurlo a mal termine. || Abbigliare, adornare: acconciare. || Attestare, metter in punto: acconciare. || Rifl. Farsi ricco: acconciarsi il fornajo, acconciar l’uva nel panieruzzo. || Divenir men brutto: acconciarsi, raffazzonarsi. P. pass. accunciatu: acconciato.
Accunciateddu. add. dim. di acconciatu: acconciatello. || Agiatello.
Accunciatuni. add. accr. Di molto agiato.
Accunciatura. s. f. L’acconciare e la cosa che acconcia: acconciatura.
Accuncumiddarisi. v. rifl. a. Porsi a seder sulle calcagna: accoccolarsi.
Accundiziunatu. add. Che ha condizione: condizionato.
Accunniscìnniri. e derivati. V. cundiscinniri: accondiscendere.
Accunsamentu. V. accunciamentu.
Accunsàrisi. v. intr. pass. Rimettersi in libertà, data la soddisfazione alla giustizia: racconciarsi colla giustizia. || Divenir buono: abbonire. || Divenir men brutto: acconciarsi. || P. pass. accunsatu: acconciato, abbonito.
Accunsaturi –tura. verb. Chi o che acconcia: acconciatore –trice.
Accunsèntiri. Lo stesso che accunsintiri. V.
Accunsintimentu. s. m. Acconsentimento.
Accunsintiri. v. intr. Approvar, venir ad accordo: acconsentire. || Cedere alla pressione o percossa, e dicesi delle materie sode: acconsentire. || Concedere, ammettere: acconsentire. || Prov. cui taci accunsenti: chi tace acconsente. || nun ci accunsentu: non approvo, non ci sto; modi di protesta o negazione formale. || a cui accunsenti e a cui fa, pari pena si darà: tanto è il ladro che ruba, che chi tien il sacco. || Rifl. pass. Acconsentirsi. || accunsintirisi la fabbrica: far pelo, screpolare, risentirsi. || Parlandosi di vasi, campane ecc.: incrinarsi. || Dicesi pure delle parti del corpo umano, e vale: slogarsi: p. e. accunsintirisi lu vrazzu, la gamma, lu pedi: slogarsi il braccio, ecc. P. pres. accunsinzienti: acconsenziente. P. pass. accunsintutu: acconsentito. || Screpolato, incrinato. || Slogato.
Accuntu. s. m. Parte del credito che si paga per farsela poi far buona nel saldo del conto: acconto.
Accunticeddu. dim. Piccol acconto. || Credituccio. (minutilla).
Accupamentu. s. m. Soffocamento.
Accupari. v. a. Impedir il respiro: soffocare. || accupari lu focu pri nun svampari: coprir il fuoco. || Met. accupari li difetti o autru: abbujar checchesia. || Indurre ansia, o fastidio: infastidire. || Rifl. accupàrisi: esser impedito nel respiro, oppresso: soffocarsi, ansimare, mozzarsi il fiato (Giusti). || mi sentu accupari: mi sento mozzare il fiato.
Accupatizzu. add. Soffocaticcio.
Accupatu. add. Soffocato, ansimato. || Abbujato. Sup. accupatissimu: soffocatissimo.
Accupaziunedda. dim. Piccola ansima.
Accupazioni. s. f. Difficile e penosa respirazione: ansima. || Certo affanno, che per gravezza d’aria, o soverchio caldo par che renda difficile la respirazione: afa. || Si dice pure di cosa fastidiosa, tetra, opprimente: oppressione.
Accuppari. v. a. Pigliar con rete o colla parte di essa che è il sacco (coppu): inretire. || Per avviluppare.
Accuppiamentu. s. m. Accoppiamento.
Accuppiari. v. a. Accompagnare o congiungere insieme due: accoppiare; e dicesi anche fig. P. pass. accuppiatu: accoppiato.
Acccuppunari. V. accuppari.
Accupunamentu. s. m. Coprimento, imbacuccamento.
Accupunari. v. a. Coprire. || Avvolger tutto entro una roba: camuffare, imbacuccare. || Rifl. Camuffarsi, imbacuccarsi.
Accupunatizzu. add. Mezzo camuffato.
Accupunatu. add. Ravvolto: camuffato, imbacuccato, raggufato. || Coperto per bene nel letto: acquattato.
Accupuseddu. add. dim. Alquanto tetro.
Accupusu. add. Che porta ansima. || Tetro. || Uggioso.
Accuramentu e Accoramentu. s. m. Accoramento.
Accurari. v. a. e rifl. Addolorare: affliggere, accorare, accorarsi. P. pass. accuratu: accorato.
Accurari. v. intr. ass. Nel senso di badare, ed ha pochi tempi; accura, accuramu, accurati, accurassi: bada, badiamo, badate, badi. || duna accura, st’accura, modi come sopra: bada, badati.
Accurateddu. add. dim. Diligentino: accuratino.
Accuratizza. s. f. Diligenza: accuratezza.
Accuratu. add. Detto di persona che opera con cura, con diligenza; e detto di cosa, che è fatta con cura: accurato. || È add. di accurari nel senso di affliggere: accorato. || lignu accuratu, che ha qualche fenditura diretta dal centro verso la circonferenza della sezione: diàcciolo. Sup. accuratissimu: accuratissimo.
Accurchittari. V. incurchittari.
Accurchigghiamentu. s. m. Raggricchiamento.
Accurchigghiarisi. v. intr. pron. Ristringersi in sè stesso: raggricchiarsi.
Accurdabbili. add. Accordabile. Sup. accurdabbilissimu: accordabilissimo.
Accurdamentu. s. m. Accordamento.
Accurdari. v. a. Ridurre le corde di uno strumento musicale, o più strumenti al tono voluto: accordare. || Met. metter d’accordo: accordare. || Conciliare, pacificare: accordare. || Concedere, permettere: accordare. || Pattuire. || Appuntare, stabilire. || Far contentare: accordare. || Mitigare, placare, addolcire. || accurdari un picciriddu chi chianci: racchetarlo, rabbonirlo. || accurdari lu scarparu, lu sartu: accordarlo, pagarlo. || Rifl. Convenire: accordarsi. || Pacificarsi. || Cantare e sonar d’accordo. P. pass. accurdatu: accordato.
Accurdata. s. f. L’azione dello accordare: accordata.
Accurdatamenti. avv. Accordatamente.
Accurdatedda. dim. Accordatina.
Accurdatina. V. accurdata.
Accurdatissimu. add. sup. Accordatissimo.
Accurdatura. s. f. L’accordare: accordatura. || Modo o tono in che son accordati gli strumenti: accordatura.
Accurdaturi –trici. verb. Accordatore –trice. || T. mus. Colui che per mestiere va accordando organi, pianoforti e simili: accordatore.
Accurdunari. V. incurdunari.
Accurgimentu. s. m. Accorgimento.
Accurinari. v. a. (Gior. La Sicilia). Acconciare mettendo tappe nelle scarpe rotte: acciabbattare, rattoppare.
Accùrriri. v. intr. ass. Correre con prestezza, e portarsi dove alcuna cosa ci tragga: accorrere. P. accursu: accorso.
Accurtari. V. accultari.
Accurtigghiaratu. add. Goffo sguajato ne’ modi e nel vestire, e dicesi propriamente delle donne: pettegolesco, pettegoleggiato; o come dicon a Firenze: cianesco. Sup. accurtigghiaratissimu: pettegoleggiatissimo.
Accurtizza. s. f. Accortezza.
Accurzamentu. s. m. Accorciamento.
Accurzari. v. a. Diminuire lunghezza e simile: accorciare. || accurzari caminu: scorciare; metaf. venir ai fatti. || Sminuir fatica. || accurzari li passi: accorciar la vita. || Rifl. Accorciarsi. P. pass. accurzatu: accorciato.
Accurzata. s. f. (Bembo usò: accorzata). L’azione dell’accorciare: accorciata, scortita.
Accurzatedda. s. f. dim. Accorciatina.
Accurzatina. V. accurzata.
Accurzu. s. m. Vale la via più breve: scorciatoja. || jamu a l’accurzu: senza tanti discorsi, veniamo alla conclusione.
Accusa. s. f. Querela, atto di accusare: accusa.
Accusari. v. a. Manifestar in giudizio, o altrove, le altrui colpe o misfatti: accusare. || Dicesi anche in significato di confessare, come accusari ’na littra: confessare, accusar una lettera. || accusari la ricivuta di una cosa: accusar ricevuta. || Rifl. Accusarsi. || P. pass. accusatu: accusato. Sta pure per sost.
Accusativu. s. m. Il quarto caso della declinazione: accusativo.
Accusaturi –tura. verb. Accusatore –trice.
Accusciamentu. s. m. T. fabb. Combaciamento, unione.
Accusciari. v. a. Tener una persona stretta con le cosce. || Congiungersi carnalmente. || Unire. || T. fabb. Combaciare, commettere. || Star forte a cavallo. || accusciarisi cu unu: ristrignersi con alcuno, far seco lega o stretta amicizia.
Accusciatu. P. pass. Unito, congiunto.
Accusicedda. dim. Accusazioncella.
Accussata. s. f. Arrivo, andata, viaggio.
Accussì e Accussini. avv. Così (Fagioli usa: cosìne; Fanf. registra accosì nel Voc. d. u. Tosc. idiotismo toscano). || è accussì!: è così! modo di riprendere altrui, o di domandare come sia andata la tale o la tal altra cosa. || accussì accussì: così così, mediocremente. || accussì accuddì: così cosà, così colà, in questo o in l’altro modo.
Accustamentu. s. m. Accostamento.
Accustanti. add. Detto di volto: piacente.
Accustari. v. a. Far vicino, accosto: accostare. || rifl. Accostarsi. || Fig. si cci accosta: ella batte, esservi una differenza insensibile. || Prov. lu tempu passa e la vicchizza accosta: invecchiamo senza accorgercene. P. pass. accustatu: accostato.
Accustumanza. s. f. Costumanza, abito: accostumanza.
Accustumari. v. a. Dar costume, avvezzare: accostumare. || Rifl. Assuefarsi: accostumarsi.
Accustumatu. add. Con buon costume: costumato. || Avvezzo: accostumato.
Accusturari. v. a. Cucir le costure. || In termine de’ fabbri, vale commettere, unir bene, esattamente: incastrare. P. pass. accusturatu: cucito a costura, incastrato.
Accutturari. v. a. Cuocere finchè venga alla voluta cottura. || Rifl. Ridursi alla cottura. || Parlando di vino, divenir di buon odore: stagionare. P. pass. accutturatu: ridotto alla cottura. || stagionato.
Accutturatu. s. m. Odor di carne che si cuoce. || Detto di vino, quell’odore che danno i vini forti e stagionati. || Metaf. fari ciàuru d’accutturatu: puzzar di vino gli ubbriachi.
Accutufari. v. a. Percuotere per bene alcuno: bacchiare, zombare, bastonare. Forse da κοπτω batto, come pensa Pasq.
Accutufatu. add. Mal concio di battiture: bacchiato, pesto, zombato. || santu accutufatu: fig. rincantucciato, chi si sta rannicchiato lontano dalla società.
Accuzzamentu. s. m. Accoppamento. || Accozzamento.
Accuzzari. v. a. Far inchinar il capo ad alcuno con violenza. || Uccidere: accoppare. || Per trafiggere la collottola. || accuzzari li voi: dinoccolare, rompere la nuca al bue. || Metter insieme: accozzare (Meli). || rifl. Corrucciarsi. || Ostinarsi: incocciarsi, incaponirsi.
Accuzzatu. add. Chinato il capo in giù. || Corrucciato. || Accoppato. || Accozzato.
Aceddu e Oceddu. s. m. T. Zool. Animale volatile: uccello, augello. || Fig. Membro virile: uccello. || aceddi di passa, quelli che in data stagione passano: uccelli di passo. || Prov. l’aceddu ’nta la gaggia, nun canta pr’amuri, ma pri raggia: simil è l’uomo all’uccelletto in gabbia, non canta per amore ma per rabbia. || la mala nova la porta l’aceddu: le male nuove volano, si san presto. || aceddu di mala nova, si dice a chi è di cattivo augurio: uccello di mala nuova. || stari comu l’aceddu ’nta la rama: star in ponte, in sospeso. || megghiu aceddu ’n gaggia ca ’n boscu, meglio al sicuro e poco, che molto e incerto: un uccello in mano ne val due nel bosco. || l’aceddu si canusci a li pinni, e l’omu a lu parrari, l’uomo savio si conosce al ragionare: apri bocca e fa ch’io ti conosca. || a ogni aceddu lu sò nidu è beddu, le cose seguon il loro corso: tutti i fiumi vanno al mare. || aceddu vastasu: il calandro, perchè canta forte. || aceddu perdi jurnata, si dice ad uomo vagabondo: perdigiorno, bighellone. || aceddu di chiamu: allettajuolo, cantajuolo.
Acerbu. (Veneziano) add. Acerbo.
Acèrrimu. add. sup. di acre: acerrimo. || Fig. Accanito: acerrimo.
Aciddami e Ociddami. s. f. Quantità d’uccelli insieme, per lo più morti: uccellame.
Aciddaru e Ociddaru. s. m. Cacciatore o venditore di uccelli: uccellatore, tenditore.
Aciddazzu e Ociddazzu. s. m. pegg. Uccellaccio. || Uomo scempiato, semplice: uccellaccio.
Aciddera e Ociddera. s. f. Luogo dove si conservano od allevan uccelli: uccelliera.
Aciddiamentu. s. m. Bighellonamento.
Aciddiari e Ociddiari. v. intr. Andar attorno oziosamente e scioperatamente: bighellonare, giostrare.
Aciddiaturi. verb. Bighellone, che va ozieggiando.
Aciddittu e Ociddittu. s. m. Quell’arnese per dove si fa uscir l’acqua nelle fontane, negli acquaj, ecc.: cannella. || T legn. acidditti di la serra: piuoli.
Acidduzzu e Ocidduzzu. s. m. vezz. Uccelluzzo, uccellino. || muriri comu un acidduzzu: morir placidamente. || Sta per aciddittu V. || acidduzzu d’acqua. V. sgrignuni. || Prov. quannu l’acidduzzu nun fa dannu, è signu ca cuntrariu avisti l’annu, perch’egli non faccia danno bisogna che non vi sia grano: guai a quell’anno in cui l’uccello non fa danno.
Acìdiri. V. accìdiri.
Acidìri. V. acitìri.
Acidizza. s. f. La qualità d’acido: acidezza.
Àcidu e Àcitu. s. f. Acido. Sup. acidissimu: acidissimo. || Sost. àcitu.
Àciru. V. àgghiaru.
Acitaru. s. m. Chi vende l’aceto.
Acitettu. add. dim. Acidetto.
Acitera. s. f. Quell’arnese da tavole, con due ampolle una per l’olio e l’altra per l’aceto: ampolliera (Fanf. Voc. d. u. Tosc.) || fari l’acitera: far la pentola a due manichi, quando alcuno piglia due persone a braccetto (Sp. acidera).
Acitiri. v. intr. e rifl. pass. Divenir aceto: acetire.
Àcitu. s. m. Acido. || aviri l’acitu: aver i fortori, cioè que’ rutti acri che si mandano per cattiva difestione; fig. vale esser di mal umore. || aviri l’àcitu o patiri d’àcitu corrusivu; dicesi ancora fig. per esser mangione.
Àcitu. add. Acido.
Acìtu. s. m. Aceto. || acitu di capu: aceto pagliardo, forte. || acitu! o acitu di pipi! interiez.. capperi! cappita! || Prov. di bonu vinu si fa pessimu acitu: di buon vino, si fa pessimo aceto, qualora l’uomo da bene travia non è caduta ma precipizio. || pigghiari la via di l’acitu: pigliar la mala via. || guastarisi comu na vutti d’acitu: corrompersi nei costumi. || essiri cchiù forti di l’acitu di se’ grana: esser uomo aspro. || fari pisciari acitu: fare stare a segno. || la vecchia di l’acitu: la vecchia dell’aceto o dell’oca; vecchia rappiccinita, trista, rifinita. || lu bonu acitu si fa di lu bonu vinu: tal padre qual figlio.
Acìtula. V. acitusella.
Acitusa o Acitusella arbòria. s. f. Erba lunaria, Rumex Lunaria L. || acitusa ortensi cu fogghi rotunni: acetosa tonda o acetosa romana; Rumex Scutatus L. || acitusa vesicaria: Rumex Vesicaria L.
Acituseddu. add. dim. Alquanto acetoso, acetosetto.
Acitusella o Acitusedda o Agra e Duci. T. bot. Acetosella, Rumex Acetosa. || acitusella o trifogghiu acitusu campagnolu: acetosella; Oxalis Camiculata. || acitusella chi mai ciurisci: acetosa minore; Rumex acetosella.
Acitusitati. s. f. acetosità, acetositate.
Acitusu. add. Di sapor d’aceto: acetoso. || Detto di frutte e bevande: acido. || Fig. Uomo aspro.
Àciu. s. m. Luogo dove si depongono o si buttano gli escrementi del ventre: cesso, destro, fogna, bottino. || Potrebbe venire da agio tolto per similitudine il senso della frase: far i suoi agi, andar di corpo, cambiando in c la g come la si cambia in adagio che facciamo adaciu.
Acònitu. T. bot. Pianta velenosa, aconito; Doronicum Fardalianches M. || Erba medicinale: aconito.
Acoru. s. m. Acoro o Calamo aromatico, Acorus Calamus, pianta palustre.
Acqua. s. f. Acqua || acqua currenti: acqua corrente, quella delle fontane o da bere. || Per pioggia: acqua. || Per sudore p. e. essiri ntra un’acqua o ntra un gurgu d’acqua: esser tutto in sudore. || acqua annivata: acqua diàccia. || oceddu d’acqua: uccello acquajolo. || dari l’acqua a li manu: dar acqua alle mani, far lavar le mani a’ commensali prima d’entrar alla mensa; fig. vale: tener a bada. || fari acqua: far acqua, orinare; e T. mar. provvedersi d’acqua, e anche penetrar l’acqua nella nave: far acqua. || travagghiari sutt’acqua: lavorar sott’acqua, detto fig. brigar sottomano. || nun turbari l’acqua, spesso dicesi ironicamente d’uomo il quale benchè stia cheto in apparenza brighi di nascosto: acqua cheta. || tastari l’acqua: esplorare e talora tentare. || acqua passata nun macina mulinu: acqua passata non macina più: le cose passate non valgon più a nulla, o esortando che delle offese passate non si dee tener conto. || annigarisi ’ntra un gottu d’acqua: affogar in un bicchier d’acqua, confondersi per poco. || la prim’acqua che veni l’annega: starsi sui trampoli, a cui ogni minima cosa gli dia il tracollo || lu sangu nun si po’ fari acqua: il sangue non fu mai acqua, è forza che tra parenti vi sia un po’ d’amore. || cui è arsu di l’acqua cauda veni la fridda e lu scauda: chi è scottato una volta, l’altra vi soffia sù. || nun mettiri un jiditu ntall’acqua fridda: non volger la mano sossopra, chi in qualche faccenda sia pigro. || ogni acqua ci po’: ogni acqua l’immolla, a chi ogni cosuccia gli noccia. || pistari l’acqua ’nta lu murtaru: pestar l’acqua nel mortajo, far cose inutili. || carriari l’acqua a li morti: aver la bocca sulla bara, chi è vicino alla morte. || acqua passanti o leggera: acqua leggera, digeribile. || azzappari all’acqua e siminari a lu ventu: voler pigliar pesci senza rete, far cose senza frutto. || essiri o lassari ntall’acqua di l’aranci: lasciar nelle secche, essere o lasciar alcuno nelle peste (Giusti), lasciar altrui in imbarazzo serio. || ognunu tira l’acqua a lu so mulinu: ognuno tira l’acqua al suo mulino, ognuno fa i suoi interessi. || friiri li pisci cull’acqua: non aver pane pe’ sabati, esser poverissimo. || ogni acqua leva siti: ogni acqua spegne il fuoco, alle necessità ogni cosa fa il suo servizio. || livari l’acqua: tor l’agno (Buonarroti il Giovine) levar il vin da’ fiaschi; levar l’occasione. || acqua assuppa viddani: acqua del mal villano, pioggerella minuta che pur bagna. || burrascata d’acqua: acquazzone, rovescio d’acqua. || jittari acqua supra ’na cosa, non parlar più di una cosa: porre un petrone. || l’acqua fa rimarra: l’acqua fa marcire i pali, lo dicon i bevitori di vino per disprezzar l’acqua. || tappiti all’acqua: caco molle, pulcin bagnato, uomo di poco spirito. || essiri un’acqua di maju: esser un Perù, un sollievo. || jiri o mannari a spagghiari acqua: mandare al remo, e fig. andare o mandare alla malora. || jirisinni acqua acqua una cosa: andar pel buco dell’acquajo, andar in vano. || cu’ zappa, vivi acqua: il contadino fa tutto ed ha nulla, problema odioso da sciogliersi. || fari passari l’acqua davanti: trattar uno splendidamente a tavola. || jittari acqua cauda supra l’abbruciatu: andar sul cotto l’acqua bollita, a disgrazie aggiunger disgrazie. || o acqua o ventu o bon tempu: o mula o palle, qualcosa deve venire. || pistari l’acqua nta lu murtaru: pestar l’acqua nel mortajo, far cose inutili. || l’acqua nun è nata pri maritarisi (Meli): l’acqua rovina i ponti, modi con cui i bevitori di vino disprezzan l’acqua. || cogghiri acqua V. surchiari. || fari un pirtusu ntall’acqua: far un buco nell’acqua: far cose inutili. || acqua morta: acqua morta, stagnante. || acqua biniditta: acqua benedetta; cosa chi passa cu l’acqua biniditta: cosa di poco momento. || acqua tufània: acqua tofania o acquetta di Perugia acqua velenosa. || acqua di maggiu pani pri tuttu l’annu e alcuni aggiungono: ventu di dicembri: acqua di maggio pane per tutto l’anno. || l’acqui currunu turbuli: per l’aria c’è di gran bujo, i tempi non son quieti. || acqua e focu dacci locu: l’acqua e il fumo e la mala femmina caccian di casa. || quantu va un’acqua di maju e d’aprili nun ci va ’na navi cu tutti li vili: V. aprili. || acqua mali faciri, vinu cunfurtibuli (Meli) l’acqua fa male e il vino fa cantare. || acqua travagghiata vivinni a jurnata o acqua chi curri nun porta vilenu: acqua che corre non porta veleno. || fuiri comu lu diavulu l’acqua santa: fuggir come il diavolo dall’acqua santa. || acqua sciacqua, suli, ventu e centu: scherzo di parole senza significato. || l’acqua d’aprili lu porcu ocidi, lu voi ingrassa e la pecura ridi: l’acqua d’aprile il bue ingrassa, il porco uccide e la pecora ne ride. || sutt’acqua fami, sutta nivi pani: sott’acqua fame, sotto neve pane; la neve fa le buone annate. || nun si po diri di st’acqua nun vogghiu viviri o nuddu po’ diri di st’acqua nun bivu: non serve dire: per tal via non passerò, nè di tal acqua non beverò, l’uomo non è padrone dell’avvenire. || l’acqua fa mali e lu vinu fa cantari: l’acqua fa male e il vino fa cantare (Pal. Voc. Met.). || nun si curari nè d’acqua nè di ventu: non curar acqua o vento. || acqua e suli fa lavuri, acqua e ventu fa frumentu: acqua e sole fa le biade, e l’acqua e il vento fa il frumento. || l’acqui di l’assunzioni pigghiali ca su boni: l’acqua d’agosto è buona. || l’acqui di s. gaitanu arrifriscanu lu chianu: la pioggia di s. Gaetano bagna le pianure. || acqua di giugnu cunsuma lu munnu: le acque di giugno fan male. || la prim’acqua è chidda chi bagna: le prime cose fan impressione. || l’acqua tantu ausa in autu, quantu cala: non mai s’intende l’uom saggio e perfetto, se non ha di sè stesso umil concetto. || tutti semu d’un’acqua tanti ciumi: tutti siam d’un pelo e d’una lana, siam tutti d’una origine, ciò che non crede il sangue-azzurro. || acqua santa e terra santa fannu rimarra: certe cose benchè buone, pure insieme diventar cattive. || acqua giuggiana: acquajola, bollicina piena di siero. || ogni centu anni e centu misi torna l’acqua a li so paisi: in cent’anni e cento mesi torna l’acqua a’ suoi paesi, il tempo vien a capo d’ogni cosa, e quel che fu sarà di nuovo. || lassari jiri l’acqua a la china: lasciar andar l’acqua a la china, lasciar le cose come vanno da sè. || contr’acqua: contr’acqua, contro la corrente. || acqua di riggina: acqua argente, acquavita distillata. || acqua di oduri: acqua d’odore. || acqua d’oriu: orzata. || acqua duci: acqua dolce, quella da bere, contraria della salata. || acqua forti: T. di belle arti, detto d’incisione fatta all’acqua forte. || acqua d’ancili: acqua d’angioli o angelica, renduta odorifera con varie essenza. || acqua firrata: acqua ferrata, freddatovi un ferro rovente. || acqua nanfia: acqua nanfa o lanfa, fatta per distillazione di fior d’arancio. || acqua marina: acquamarina colore rassomigliante all’acqua di mare, ed è spezie di pietra preziosa: acqua marina. || acqua rosa: acqua rosa, distillata da rose. || acqua rutta: dilagamento, acqua sparsa per rottura di doccionato. || acqui duci: sorbetti, rinfreschi. || acqui tisi: acque gelate, rinfreschi, guazzi, acque gradevoli composte con sughi di qualche frutto. || acqua nitrata: acqua nitrata, con infusovi nitro. || l’acqui di frivaru inchinu lu granaru: le piogge di febbrajo, empiono il granajo.
Acquadunarisi. V. accaudunarisi.
Acqualora. s. f. Bolla acquajuola. || rumpirisi l’acqualora: rompersi le membrane, rompersi la placenta, per lo scolo delle acque della madre pria del parto.
Acqualoru. s. m. Che va vendendo acqua: acquajuolo. || Condotto per ricever e smaltir le rigovernature e l’acque sporche delle stoviglie: acquajo.
Acquannivataru. s. m. Chi vende acqua fresca: acquafrescajo. (An. Cat.)
Acquaredda. s. f. Ha senso di acquerellu V. || Vale colla poco tegnente. || Detto di bevanda annacquata: annacquato.
Acquari v. a. Aggiungere o metter acqua: acquare, adacquare. P. pass. acquatu: acquato, adacquato.
Acquariarisi. v. rifl. pass. Assorbir acqua: imbevere. P. pass. Acquariatu: imbevuto.
Acquariatizzu. add. pegg. Imbevuticcio.
Acquarillari. v. a. T. pitt. Dipinger ad acquerello: acquerellare. P. pass. acquarillatu: acquerellato.
Acquarteramentu. s. m. Acquartieramento.
Acquartirari. v. a. Alloggiare gli eserciti: acquartierare. || rifl. a. Acquartierarsi. P. pass. acquartiratu: acquartierato.
Acquata. s. f. Bevanda fatta d’acqua, messa in sulle vinacce, cavatone prima il vino: acquerello, vinello. || si a putari vai d’aprili, nun di vino ma d’acquata inchirai lu to varrili: se d’aprile a potar vai, contadino, molt’acqua beverai e poco vino.
Acquateddu. add. dim. Alquanto acquato: adacquatello.
Acquati. s. m. Olio secondario mischiato con acqua: olio di sanse.
Acquaticu. Aggiunto degli animali, piante ecc. che nascon e vivon nell’acqua: acquatico.
Acquatizzu. add. Alquanto acquato.
Acquatu. add. Acquato. Sup. acquatissimu: acquatissimo.
Acquavitaru. s. m. Chi fa o vende acquavite: acquavitajo. || In Palermo lo dicono a’ venditori d’acqua fresca: acquajuolo, acquacedratajo.
Acquaviti. s. f. Liquore che si cava dal vino distillato, ed oggidì si dice anche di quello che s’estrae da varii vegetabili: acquavite.
Acquazza. s. m. pegg. d’acqua: acquaccia. || acquazza morta: lagume, acqua stagnante.
Acquazzina. s. f. Umor che cade la notte e sull’alba ne’ tempi sereni: rugiada.
Acquazzinarisi. v. rifl. pass. Inzupparsi di rugiada: inrugiadarsi, irrorarsi. P. pass. acquazzinatu: inrugiadato, irrorato, rugiadato.
Acquazzinata. s. f. Spruzzolatina di rugiada. || Piccola pioggia velenosa e adusta ne’ tempi caldi che assai nuoce alle viti: melume.
Acquazziniarisi. V. acquazzinarisi.
Acquerellu. s. m. T. pitt. Colore stemperato in acqua per dipingere: acquerello. || Il disegno così colorato: acquerello.
Acquetta. s. m. dim. Acquetta. || Acqua concia: acquetta.
Acquiaturi. V. annaffiaturi.
Acquicedda. s. f. Piccola pioggia: acquerella, acquicella. || acquicedda minuta: spruzzaglia, acquerugiola, acquolina.
Acquignu. add. Che ha qualità d’acqua: acqueo.
Acquistamentu. (Spat.) add. Acquistamento.
Acquistari. v. a. Venir in possesso di ciò il cui ottenimento costi ricerca più o meno faticosa o per forza, permutazione, dono, preda ecc.: acquistare. || di la robba mal acquistata nun nni godi lu terzu eredi: della roba di mal acquisto non ne gode il terzo erede. || pocu dura lu mal’acquistatu: ciò che vien di ruffa e raffa, se ne va di buffa e baffa. || lu primu menzu d’acquistari è lu travagghiari: chi non suda non ha roba. P. pass. acquistatu: acquistato.
Acquistatu. s. m. Acquisto: acquistato.
Acquuna. accr. d’acqua: acquazzone, gran pioggia.
Acquuseddu. add. dim. Alquanto acquoso.
Acquusu. add. Che contiene o adduce acqua: acquoso. Sup. acquusissimu: acquosissimo.
Acquuzza. dim. d’acqua: acquzza, acquccia.
Acri. s. m. Umor acre, pungente: acredine.
Acri. add. Che ha acredine: acre.
Acrimònia. s. f. Astratto di acre: acrimonia. || T. bot. V. agrimonia.
Acrimuniuseddu. add. dim. Alquanto acrimonioso.
Acrimuniusu. add. Che ha acrimonia: acrimonioso, acrimonico.
Àcula. V. aquila.
Acuru o Acuruveru. V. calamu aromaticu. || acuru fausu: acoro falso, Iris pseudo-Acorus L. pianta a grandi fiori gialli.
Acutamenti. avv. Acutamente.
Acuteddu. add. dim. Acutello.
Acutissimamenti. avv. Acutissimamente.
Acutizza. s. f. Acutezza.
Acutu. add. Assottigliato finamente in punta: acuto. || malatia acuta: malattia acuta, pericolosa. || vuci, sonu acutu: voce, suono acuto, contrario di grave. || Metaf. sottile, perspicace: acuto. || duluri acutu: dolore acuto, intenso. || angulu acutu: angolo acuto. || curari l’acutu: fig. far fronte alle cose più urgenti. Sup. acutissimu: acutissimo.
Ad. prep. Ad. È lo stesso di a con aggiunta la d per miglioramento di suono a sfuggire incontri di vocali.
Adaciamentu. s. m. Lentezza, adagiamento.
Adaciatu. add. Che è o fa le cose pigramente: adagiato, lento.
Adaciu. avv. Lentamente: adagio. || Con voce sommessa: adagio. || adaciu adaciu: adagio adagio, pian piano. || adaciu adaciu si fa gran caminu o viaggiu, o cu va adaciu fa gran caminu, o ’na gran jurnata: pian piano si va lontano. || cu fa li così adaciu mai li sgarra: bisogna andar co’ calzari di piombo. || adaciu vurdunaru ca la via è pitrusa: adagio a’ ma’ passi.
Adaciuliddu. avv. dim. adagino.
Adacquari. (Mal.) V. abbivirari.
Supplemento
Accalucchiari. V. accucchiari § 2.
Accannari. v. a. Render esile, dimagrare: assottigliare. S’usa anco intr. e rifl. a. (Da canna, stecchito come una canna).
Accannatu. add. Magro: stecchito, smunto.
Accapari. v. a. Metter insieme: accozzare. || Venir a capo d’una cosa (da capu) terminare, levarne le mani.
Accapunatu. add. Rauco (Rocca).
Accarucchiari. v. a. Torre astutamente la roba ad altrui: frodare. || accarucchiarisi li picciuli, grancirli. Accaruzzatu. add. Detto di mente che abbia bazza. || Ad uomo che abbia bazza: bazzone (Da carozzu).
Accascari. Cadere in proposito, venire in taglio.
Accasciari. v. intr. Abbandonarsi, avvilirsi: accasciare (Sal. Salomone-Marino. Bar. di Carini).
Accatapanciari. V. attapanciari.
Accattari. v. intr. Partorire. E in altri luoghi lo fanno att. dicendo: accattari un picciriddu. || nun nn’accattari, non credere alle parole, o ai lezii altrui: non inghirlandarsi di.. p. e. le sue parole le ’un m’inghirlandano.
Acchiaccarisi o essiri acchiarcatu. Non aver tempo o agio di fare, esser affogato nelle faccende.
Acchianari. m’acchiana, intendesi la rabbia: la mi monta.
Acchittu. Nella frase di primu acchittu, alla bella prima: di primo acchito. Così in Catania. || In S. Cataldo si dice per occhettu V.
Acchiummari. v. intr. Si dice di cibo che rimanga grave nello stomaco: appozzare (Tomm. D.).
Accia. s. f. Lino, stoppa, o canapa filata: accia.
Accimamentu. s. m. Lo scapezzare, lo svettare: svettamento.
Acciu. s. m. V. accia.
Acciuccari. Rigutini critica la voce abbioccare e dice doversi dire: acchioccarsi.
Acciuratu. add. Stacciato.
Acciuttedda. s. f. Sportello praticato in certe imposte di porte (Canicattì).
Accòmitu. V. accommudu.
Accrastari. V. aggrastari (Forse da crastu?)
Accucchiarari. v. intr. Incurvarsi, quasi a mo’ di cucchiaio.
Accucchiri. V. accuccari al § 3.
Accucciari. v. a. Accostarsi.
Accuccutu. da accucchiri, V. alluccutu.
Accudigghiarisi. V. sbiguttirisi.
Accummirari. V. accummudari (Nerucci ha: accomidare, idiotismo).
Accumpagnaparrini. V. varra.
Accumpagnaturi. verb. m. Chi o che accompagna: accompagnatore.
Accumprimintari. V. cumplimintari. || Per compire.
Accunnari. v. intr. Dicesi del diventar triste delle piante: intristire || Ristare, allentare. || Tralasciare, rimaner lì: rimanere in asso.
Accupanti. add. Soffocante: affogatoio (Giuliani ha: aria affogatoja).
Accuppari. v. a. Detto di muro o altro, avvallarsi, uscire in parte dal piombo: far corpo.
Accupu. V. accupazioni.
Accuratu. add. Si dice del legno più serrato contrario di quello detto fimminedda.
Accurzari. v. a. pri accurzari, modo prov. per finirla: per tagliar corto (Giuliani). accurzari li staffi: accorciare le staffe, della sella. || li jurnati accurzanu, diventan più corte: i giorni raccorciano.
Accurzaturi. V. accurzu.
Accurzu. s. m. pigghiari pri l’accurzu: prendere per l’accorciatòja. || a l’accurzu: alla più diritta.
Accussìa. V. accussì.
Accuzzari, V. azzuffari.
Aceddu. s. m. – parrinu: svasso comune. Podiceps cristatus Lath. || – cavaleri: cavaliere d’Italia (Caglià). || – nanu, V. pitirru. || – surdu: passera lagia. Fringilla Petronia. || – di nivi, V. pispisa. || essiri comu l’aceddu supra la rama, in istato precario, sospeso, infra due. || prov. beatu chidd’aceddu chi fa nidu a bon paisi, perocchè i figli godranno, si dice per li uomini. || al prov. a ogni aceddu lu so nidu è beddu, è saltato il seguito così, ovvero ogni aceddu voli lu so nidu, ciascuno ama la sua patria: a ogni uccello suo nido è bello, ovvero ogni formica ama il suo buco. || ogni aceddu torna a lu so nidu, seguita qui le cose seguon ecc. (Jacopone ha: ucello).
Achiru. V. agru.
Aci. V. jaci.
Aciddazzu. pegg. di aceddu. || aciddazzu di passa: capovaccajo (Caglià). || – barbutu avvoltojo barbuto. || – di notti: gufo reale (Castrogiovanni).
Aciddu. V. adaciu o meglio adaciddu. || aciddu aciddu: piano piano.
Acidduni. accr. di aceddu.
Acidduzzu. dim. di aceddu. || Per esprimere che noi sappiamo una cosa, ma non vogliamo dire chi ne l’abbia detto, sogliamo dire per giuoco: un acidduzzu mi dissi....: un angiolino ecc. (Tomm. D.). || – di caccia nova: canareccione (Caglià). || – di fava: sterpazzola. || – di favari, V. cirrinciò: sterpazzola di Sardegna.
Acitulidda. V. acitusedda.
Acituliddu. V. aciteddu.
Acoru fausu. V. spatulidda.
Acqua. truvarisi in cattivi acqui, di chi sta male in denari, o in pericolo: essere o trovarsi in cattive acque. || Modo prov. acqua davanti e ventu darreri, si dice a persona nojosa che si parta da noi: a rotta di collo! ovvero: senza ritorno! (come disse la botta all’erpice). || Prov. l’acqua fa jardinu: l’acqua fa l’orto. || l’acqua nun si pò nigari, al povero o a chi che la chieda; e voglio credere che nemmeno il pane si possa negare fra cristiani, o meglio, fra uomini.
Acquarizzu. add. Dicesi di tempo in cui piova o vi sia abbondanza di pioggia: piovoso, acquazzoso.
Aculaccia. s. f. T. zool. Sorta di uccello: biancone (Caglià)