Nuovo vocabolario siciliano-italiano/RU
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Ru'. V. dui.
Rua. V. strata (Fr. rue e ital. ant. ruga). || rui rui, per le strade, per le vie. Vale anche qua e colà detto di luoghi aspri specialmente.
Ruagnu. V. A. (Scob.). V. rinali e càntaru.
Rubbareddu. s. m. Gioco di carte, in cui le carte vinte si mettono scoperte e possono esser prese dall’avversario come le altre carte che son in tavola: rubamonti. || jucari a rubbareddu: far a rubamonti.
Rubbari. V. arrubbari. || a rubbari. V. in rubbareddu.
Rubbarìa. s. m. Luogo dove si serbano le vesti dei religiosi: vestiario.
Rubbazza. pegg. di robba: robaccia.
Rubbeddu. V. ribbelli.
Rubberi. s. m. Chi nelle comunità ha cura delle vesti dei religiosi ecc.
Rubbia. s. f. T. bot. Pianta la cui radice si adopera a tigner i panni, specialmente in rosso: robbia. Rubia tinctorum L.
Rubbicedda. dim. e vezz. di robba: robetta, robettina, robicciuola. || starisi ’nta li so rubbiceddi, al suo posto.
Rubbicunnu. add. Rosseggiante, vermiglio: rubicondo.
Rubbigghia. s. f. Quasi dire roba, ma sa del diminutivo: robiccia, cenci, robuccia. || Sopravveste indossata da’ servienti delle Chiese nelle solennità: assisa, zimarrone.
Rubbina. V. rubbinu.
Rubbineddu. dim. di rubbinu: rubinetto.
Rubbinettu. V. cannolu.
Rubbinìa. s. f. T. bot. Sorta di pianta: falsagaggìa. Robinìa o pseudo acacia.
Rubbinu. s. m. Gemma rossa: rubino.
Rubbiolu. s. m. Sorta di panno rosso.
Rubbittarìa. s. f. V. rubbarìa || Dispensa nel podere ove si tengono le provvisioni da mangiare pei lavoratori dello stesso.
Rubbitteri. s. m. Colui che ha cura della rubbittarìa. || Dispensiere.
Rùbbiu. V. ruscianu (Rocca). Più vicino al latino.
Rubbrica. s. f. Sunto di libro o di capitoli di libro, forse così detto dall’essere stato per lo più scritto in rosso: rubrica. || In pl. T. eccl. Quelle regole registrate al principio del breviario e del messale, che insegnano come dicasi l’uffizio o la messa: rubriche. || essiri di rubbrica, d’usanza, quasi di legge: essere di rubrica. || T. st. nat. Argilla rossa, matita rossa, sinopia: rubrica.
Rubbricari. v. a. Processar in causa criminale, detto così dal chiamarsi rubbrica in linguaggio del foro il sunto del reato: inquisire, formar processo. P. pass. rubbricatu: inquisito.
Rubbrichista. s. m. T. eccl. Colui che fa i prescritti delle rubriche, e che invigila per la loro osservanza: rubricista.
Rubbunazzu. pegg. e accr. di rubbuni.
Rubbuneddu. dim. di rubbuni.
Rubbuni. s. m. Veste talare nera comune ai preti. In italiano si chiamava robone o robbone una veste signorile, usata già dai cavalieri, dai dottori ecc. || Sopravveste di panno ruvido che copre il busto: casacca. || scutulari lu rubbuni, met. dar busse: spianar le costure. || megghiu la facci ca lu rubbuni, così dice chi non vuole scìupati gli abiti: meglio percuotermi in viso.
Rubbustizza. V. robbustizza.
Ruca. V. aruca.
Ruccaloru. V. babbaluci (forse da rocca).
Ruccari. V. arruccari.
Ruccaru. V. ruccuni.
Ruccata. s. f. Quella quantità di lino o lana che si mette in una volta sulla rocca per filare: roccata, conocchia, pennecchio. || Colpo di rocca: roccata.
Ruccazzolu. s. m. Uccello della specie degli stornelli.
Ruccazzu. V. ruccuni.
Rucceri. s. m. Luogo pieno di rocce.
Ruccheddu. s. m. Strumento piccolo di legno forato per lo lungo, di figura cilindrica, ad uso per lo più d’incannare: rocchetto. || Quello pure dei tornitori, che è nella punta del toppo sinistro, e su del quale s’avvolge la corda: rocchetto. || T. art. Rotellina cilindrica, i cui denti imboccano in quelli d’una ruota maggiore: rocchetto. || Cilindretto metallico, girevole orizzontalmente sul suo asse nel mezzo dell’orlo inferiore dell’apertura, dalla parte di dentro: frullino. || fari ad unu tantu di ruccheddu, molestarlo. || ruccheddu di la siringa: rocchetto della sciringa.
Rucchetta s. f., Rucchettu s.m. Veste chericale bianca, fin a metà della persona: rocchetto. || In pl. due piccoli tubi di metallo uno per parte ai lati della cassa o del mantice della carrozza, e sopra i quali passano le ventole: rocchetti (Car. Voc. Met.). || T. torn. Cilindro d’ottone o di legno, piantato orizzontalmente nella punta del toppo (picazzi) sinistro, su cui si avvolge la corda con due o tre giri spirali: rocchetto (Car. Voc. Met.). || V. ruccheddu.
Rucchiddazzu. pegg. di ruccheddu.
Rucchidduni. accr. di ruccheddu.
Rucchidduzzu. dim. di ruccheddu. || Piccolo rocchio: rocchietto. || E quello dell’incannatojo: la noce (An. Cat.).
Rucchittinu. Così chiamavansi già gli alunni del Collegio degli Orfani, che abitavan allora presso la chiesa S. Rocco.
Rucchiuliari. v. a. Ritorcere: arroncigliare.
Rucciuluseddu. dim. di rucciulusu.
Rucciulusu. add. Che non ha la superficie piana, nè pari, ma rilevata in molte parti: scabro, scabroso, ronchioso; detto di pelle scabra, ruvida, ma non pulita: roccioso (Tomm.).
Ruccu. V. rùcculu.
Rucculamentu. V. rùcculu.
Rucculari. V. arrucculiari. || ruccularisi di unu: burlarsi di uno.
Rucculiari. V. arrucculiari.
Rucculìu. s. m. Mormorìo. || Urlo.
Rùcculu. s. m. Voce del cane quando si duole, o del lupo: urlo. || Per sim. dell’uomo: urlo (Gr. ῥούκος).
Rucculusu. V. rummuluni (da rùcculu).
Ruccuneddu. dim. di ruccuni: rupicella.
Ruccuni. accr. di rocca. || E per semplice rupe, balza.
Ruci. V. duci.
Ruddulusu. add. Stracciato, pieno di cenci: cencioso.
Rudimentu. s. m. Primo insegnamento, principio di checchessia: rudimento.
Rùdiri. v. a. Tagliare o stritolare coi denti: ròdere. || Per sim. consumar a poco a poco: rodere. || Dicesi anco dei veleni, ruggine o altre materie corrosive: rodere. E dicesi anco delle passioni: rodere. || Mordere, dar di morso: rodere. || rifl. a. Consumarsi di rabbia: rodersi.
Ruè. Giuoco fanciullesco che si fa percuotendo due noci o due uova, e quello che si rompe perde.
Ruettu. V. ruvettu.
Ruffianarìa. s. f. Ruffianesimo: ruffianerìa.
Ruffianazzu. pegg. di ruffianu: ruffianaccio.
Ruffianeddu. dim. di ruffianu: ruffianello.
Ruffianiggiu. s. m. Ruffianesimo: ruffianeccio. || Apparenza, doppiezza: infignimento.
Ruffianiscu. add. Di o da ruffiano: ruffianesco.
Ruffianìsimu. s. m. L’arruffianare, il far il ruffiano: ruffianèsimo.
Ruffianu: s. m. Mezzano prezzolato delle cose veneree: ruffiano. || fig. Chi tratta astutamente un negozio altrui: mezzano. || Prov. tri sunnu li benvoluti: buffuni, ruffiani e curnuti, per cui chi vuole si faccia avanti!
Ruffulari. V. runfuliari.
Ruffulari. V. rufuliari.
Rufuliamentu. V. rufuliata.
Rufuliari. v. intr. Dicesi del girare che fa talora il vento in un sibilo per aria: far groppo (dal Lat. reflare: soffiar contro).
Rufuliata. s. f. Folata di vento che gira d’un subito: girone. || V. pista al § 3 (Mal.).
Rufuliatedda. dim. di rufuliata.
Rufuliatina. V. rufuliata.
Rufuliatuna. accr. di rufuliata.
Rufuliuneddu. dim. di rufuliuni.
Rufuliuni. s. m. Nodo o gruppo di vento: scionata. || Soffio impetuoso, improvviso e breve: sfuriata. || Se più breve: folata, ràffica. || Dicesi anco d’un lavoro come p. e., di cucito fatto male: pottiniccio, frinzello.
Rufulu, Rufuluni. V. rufuliuni. || – d’anatri, d’aceddi: folata d’uccelli.
Ruga. V. rua. || Grinza nella pelle: ruga.
Rugatura. V. ruga al § 2 (An. M.).
Ruggia. V. rubbia. || Sorta d’uva rossiccia: rubiola. || V. ruggini.
Ruggiada. V. acquazzina.
Ruggiadusu. add. Asperso di rugiada: rugiadoso.
Ruggiarìa. s. f. Officina da orologiere.
Ruggiaru. add. Che fa o vende oriuoli: oriolajo, orologiere.
Rùggina. V. ruggini.
Rugginedda. dim. di ruggini.
Rùggini. s. f. Quella materia di color giuggiolino che si genera per umidità in sul ferro, e lo consuma: rùggine.
Rugginiri. V. arrugginiri.
Rugginuseddu. dim. di rugginusu.
Rugginusu. add. Che ha ruggine: rugginoso.
Rugginutu. rugginusu.
Ruggitedda. dim. di ruggia.
Ruggiteddu. dim. di roggiu: oriuoletto.
Ruggitu. s. m. Il rugghiare: rugghio, ruggito.
Rughicedda. dim. di ruga: rughettina.
Rugna. s. f. Male cutaneo, consistente in moltissime piccole bollicine, che cagionano prurito: rogna, scabbia. || Per sim. quel male che viene alle piante, e specialmente a’ fichi, riempiendone la superficie a guisa di pustolette, che di giorno in giorno l’intristiscono. || fig. Negozio frivolo, nojoso, senza luce. || rugna canina, rogna minutissima a similitudine di quella del cane. || Prov. aviri ’na rugna a pittinari, aver mal affare per le mani. || a cu’ avi la rugna autru mali non ci bisogna, per dire che è abbastanza fastidiosa: chi ha rogna da grattare (e moglie da guardare), non gli manca mai da fare, ovvero chi ha tosse o rogna altro mal non gli bisogna. || cu’ havi la rugna si la gratta, chi è nell’imbroglio cerchi di cavarsela come meglio può.
Rugnazza. pegg. di rugna.
Rugnicedda. dim. di rugna: rognarella, rognetta.
Rugnunata. s. f. T. macell. Tutta quella parte che contiene l’arnione, e dicesi quando essa è staccata dal corpo dell’animale: rognonata (Mort.).
Rugnuneddu. dim. di rugnuni. || Forma di pane in piccolo che somiglia in certo modo a un rognone vaccino.
Rugnuni. s. m. Parte dell’animale, carnosa. dura e massiccia, posta nelle reni, per espurgare le vene dalla sierosità: arnione, argnone, rognone (pl. rugnuna). || aviri li rugnuna, met. essere scaltrito, non lasciarsi abbindolare.
Rugnusazzu. pegg. di rugnusu.
Rugnuseddu. dim. di rugnusu.
Rugnusu. add. Infetto di rogna: rognoso.
Rugugliu. (Scob.). V. A. per sciarra V. || V. anco rigugghiu.
Rugugliusu. V. sciarreri.
Rùgulu. V. ruvulu.
Ruina. s. m. Il rovinare e la materia rovinata: rovina, ruina. || met. Danno, sterminio, disordine: rovina. || Furia, violenza: rovina. || Gran romore, prodotto dalla rovina: rovinìo. || Colui che guasta, che rovina: rovina. || iri ’n ruina, ridursi in miseria, perder tutto: andar in rovina. || a ruina, modo avv. precipitosamente: a rovina.
Ruinamentu. s. m. Il rovinare: rovinamento, ruinamento.
Ruinari. v. intr. Cadere precipitosamente o con impeto: rovinare, ruinare. || att. Atterrare, far cadere: rovinare. || Andare o mandar in precipizio, in miseria: rovinare.
Ruinata. V. ruinamentu.
Ruinatissimu. add. sup. Da rovinato: rovinatissimo.
Ruinatizzu. add. Alquanto rovinato, o che minaccia rovina: rovinaticcio.
Ruinatu. add. Da rovinare: rovinato, ruinato. || Rotto, fracassato: rovinato. || Ridotto in cattivo stato: rovinato. || Abbattuto, indebolito: rovinato. || Povero, spiantato: rovinato.
Ruinatuni. accr. di ruinatu.
Ruinuna. accr. di ruina: esterminio.
Ruinusamenti. avv. Con rovina: rovinosamente.
Ruinuseddu. dim. di ruinusu.
Ruinusu. add. Impetuoso, furioso: rovinoso. || Che apporta rovina: rovinoso. || Di edifizi in istato da rovinare: rovinoso. || Precipitoso nell’ira; troppo arrisicato nei suoi affari: rovinoso. Sup. ruinusissimu: rovinosissimo.
Ruinusuni. accr. di ruinusu.
Rui. V. dui.
Rui-rui. V. in rua.
Ruiu o Ruju. V. russu. || V. anco riu.
Rujula. V. ruggini (Rocca).
Ruledda. s. f. Arnese o rotellina da girare per vari usi: girella (Dal Fr. rouler).
Rullari. v. intr. T. mar. Il barcollare della nave nel verso della sua larghezza: rullare (Car. Voc. Met.). || Servirsi di palanchi per imbarcare o sbarcare alcun collo: palancare (Pitrè). || Quel suono unito che fa il tamburro.
Rullata. s. f. Il rullare.
Rullettu. s. m. T. cappel. Bastone più sottile alle estremità, con cui si spianano le falde della roba da far cappelli: rulletto (Car. Voc. Met.).
Rum. V. rummu.
Rumaneddu. s. m. Piccolo canapo: canapello, cordellina.
Rumaniddinu, Rumanidduzzu. dim. di rumaneddu.
Rumaniri. V. rimaniri.
Rumaniscata. V. romaniscata .
Rumanu. s. m. Contrappeso della stadera, che scorre lungo l’asta di essa per segnar il peso: romano, sàgoma.
Rumanziari. v. intr. Contar favole: favoleggiare.
Rumanzu. V. romanzu.
Rùmbulu. V. bùmmulu.
Rumè. s. m. Nodo fatto nel fazzoletto: zimbello; quel giuoco fanciullesco in cui uno si benda, indi, sì il bendato che gli altri, col fazzoletto così avvolto o annodato (rumè: zimbello) si percuotono, chi è percosso dal bendato va sotto, cioè si benda: moscaceca. || passari lu rumè, zombare. (Forse dal Gr. ῥώομαι: sono scosso con violenza, quasi percosso).
Rumeu. s. m. Pellegrino, come si diceva di quelli che andavan a Roma: romeo.
Rumitu. V. rimitu e derivati.
Rummagghiu. s. m. Piccolo pezzo di legno o sia tavola, che si commetta nel solajo dove sia guastamento o rottura: tassello.
Rummazzu. s. m. Nodo o invoglio che è in una delle estremità della corda degli agrimensori. L’origine è simile a quella del rumè.
Rummicari. V. ragumiari. || Dicesi del masticar di chi non ha denti: biasciare. || rifl. a. Consumarsi di rabbia: rodersi. P. pass. rummicatu: biasciato. || Roso.
Rùmmicu. s. m. Il ruminare: ruminazione. || Per rimprovero: rabbuffo.
Rummu. s. m. Liquore spiritoso tratto per distillazione dalle canne da zucchero: rum, rumme. || Figura rettilinea quadrilatera, equilatera, ma non rettangola: rombo.
Rummuliarisi. v. intr. pass. Dolersi di tutto per fastidiosaggine, mormorare, borbottare: brontolare, bofonchiare (forse da rombare per ronzare o far rumore). || Rammaricarsi, e dicesi di coloro che ancorchè abbiano assai sempre si dolgono: pigolare. || V. rummicari al § 2. P. pass. rummuliatu: brontolato ecc.
Rùmmulu. s. m. Rumore di chi brontola: brontolìo. || Pezzo tondo di trave, che adoprasi in occasione di condurre cose di mole, sottoponendovi per traverso alcuni di questi pezzi per render il pavimento lubrico: curro, rullo. E in marineria: palanchi (Pitrè). || Cilindro mobile di gran peso che si rotola per appianare il terreno: cilindro, spianatojo. || Specie di pesce V. linguata. || Per strummula V. Così a Piazza (Gr. ρεμβομαι: girar intorno). E ròmbolo si dice in Toscana quella giravolta che in certi casi si fa, per iscansar colpo o altro).
Rummuluneddu. dim. di rummuluni.
Rummuluni. s. m. add. Persona che ha per abito di brontolare: brontolone. || Colui che sempre trovasi malcontento degli altri e spesso senza ragione: brontolone. || Pigolone. Sup. rummulunissimu.
Rummulusu. add. Bronlolone: brontoloso.
Rumpicoddu. s. m. Malvagio, tristo, atto a far capitar altrui male: rompicollo. || a rumpicoddu, modo avv. precipitosamente: a rompicollo.
Rumpicuseddu. dim. di rumpicusu.
Rumpicusu. add. Agevole a frangersi: frangìbile.
Rumpimentu. s. m. Il rompere: rompimento. || Fastidio, cosa fastidiosa, e anco a persona fastidiosa: rompimento, rottorio. E men pulitamente si dice rumpimentu di culu: rompimento di culo.
Rumpipetra. s. f. T. bot. Pianta che ha lo stelo nudo, Le foglie ovate, dentate smussate, picciolate, lisce; fiori grandi, color di rosa: sassifraga. Saxifraga crassifolia.
Rùmpiri. v. a. Guastar checchessia facendolo in pezzi o parti, staccandolo, dividendolo: ròmpere. || Trasgredire, non osservare: rompere. || Rimuovere, superare, detto di trista fortuna: rompere. || Guastare qualunque negozio, trattato ecc.: rompere. || Detto delle passioni, troncarle, farle cessare: rompere. || In certi paesi per tagliare. || T. agr. Dare la prima aratura: rompere. || – lu sonnu, destare: romper il sonno. || – lu dijunu, guastarlo con mangiare: rompere il digiuno. || – lu silenziu, cominciar a parlare: rompere il silenzio. || – lu prezzu, il determinare quanto debba vendersi: romper il prezzo. || – la testa, fig. nojare: romper il capo. || – li corna, percuotere, zombare. || rumpirila, quando vi è chi disputa calorosamente e uno s’intromette tagliando il discorso, onde non si venga a dispiaceri: romper il tempo. || rumpirila cu unu, lasciar l’amicizia o la pratica di qualche negozio con uno: romperla o rompersi con alcuno.|| rifl. a. Il cadere degl’intestini nella coglia: sbonzolare. || – lu tempu, voltarsi alla pioggia: rompersi il tempo. || – lu coddu, fig. perder la riputazione, la roba ecc.: rompersi il collo. || Prov. cu’ rumpi paga, chi pecca sarà gastigato: chi rompe paga. P. pass. rumputu o ruttu: rotto.
Rumputa. s. f. Il rompere: rompitura.
Rumurata. s. f. Suono disordinato e indistinto: romore, rumore. || Rumore che fanno diversi suoni confusi e forti: frastuono. || Tumulto: romore.
Rumuratedda. dim. di rumurata.
Rumuratuna. accr. di rumurata.
Rumureddu. dim. di rumuri: romoretto.
Rumuri. s. m. Suono disordinato e indistinto: romore. rumore. || Fama, grido: romore. || Tumulto: romore. || fari rumuri, fare strepito: far romore. E met. aver grido, fama: far rumore. || mettiri a rumuri: scompigliare.
Rumuruseddu. dim. di rumurusu.
Rumurusu. add. Pieno di romore: romoroso. Sup. rumurusissimu: romorosissimo.
Runca. s. f. Strumento di ferro come una piccola falce, per tagliar le parti inutili delle piante: ronca. || – di li carcana, più lunga delle altre: roncone. || Prov. runca e cuteddu, fa l’arvulu beddu, le piante ripulite crescono meglio. || Per dunca V.
Runcari. V. arruncari. || – la vutti. V. scuttiari.
Runcata. s. f. Colpo di ronca: roncolata.
Runcatina. s. f. Il pulir colla ronca le piante. || La cima de’ tralci o delle piante tagliata.
Runcazza. pegg. di runca.
Runcazzari. V. arruncari.
Runchicedda, Runchitedda. dim. di runca: ronchetta.
Runchiulari. V. arrunchiari.
Runcigghia s. f., Runcigghiu s. m. Strumento di ferro adunco per potar le viti: pennato.
Runcigghiuneddu. dim. di runcigghiuni: falcino.
Runcigghiuni. accr. di runcigghiu.
Runculari. V. rucculiari. || E anco quel respiro curioso che hanno certe bestie da soma.
Runcuni. accr. di runca: roncone. || Armario per riporvi bottiglie, stoviglie: credenza.
Rundari. V. arrunnari.
Rundazza. V. sbardu (da ronda).
Runduni. V. rinninuni.
Runfari. V. runfuliari.
Runfu. V. runfulu. || V. triunfu del giuoco alle carte.
Runfulari. V. runfuliari.
Runfuliamentu. s. m. Il russare: russo.
Runfuliari. v. intr. Il far certo rumore del respirare in dormendo: russare. (In ital. evvi ronfiare, però potrebbe derivare anco dal Fr. ronfler). || Ronzare. P. pass. runfuliatu: russato.
Runfuliata. s. f. L’azione del russare: russata.
Runfuliatedda. dim. Russatina (V. participiu).
Runfuliatina. V. runfuliata.
Runfuliatuna. accr. di runfuliata.
Runfuliaturi. verb. m. Chi russa.
Rùnfulu. s. m. Il russare: russo.
Runfulusu. add. Che russa.
Runguliari. v. intr. Del far quel rumore digrignando i denti che fanno certi animali: ringhiare. || Per arrucculiari V. || Detto anco di uomo: ringhiare, brontolare. || runguliarisi V. rummuliarisi.
Rùngulu. s. m. Il ringhiare: ringhio.
Rungulusu. add. Che ringhia: ringhioso. || V. rummulusu.
Runna. s. f. Guardia che si fa da’ soldati passeggiando in drappelli, e visitando le sentinelle: ronda. || Pattuglia.
Runnari. V. arrunnari.
Runneri. s. m. Chi va in ronda: ronda. || Sbirro.
Runzari. V. arrunzari. || Girar intorno a checchessia: ronzare.
Runzinu. s. m. Cavallo di poca grandezza: ronzino.
Runzunutu. add. Si dice di vecchio vivace, gagliardo: rubizzo.
’Ruppera. V. gruppera.
’Ruppu. V. gruppu.
Ruru. V. duru.
Rusarianti. add. e s. Devoti alla Madonna del Rosario, che recita sempre il rosario.
Rusarieddu. dim. di rusariu.
Rusàriu. s. m. Recitamento di avemmarie e paternostri in numero particolare, ad onore di Maria ecc.: rosario. ||L’arnese che si tiene in mano per dir il rosario: corona, rosario.
Rusasi. s. f. Pietre o altre materie ponderose, che si legan alle reti per farle affondare.
Rusata. V. acquazzina. Più vicino al Fr. rosée.
Rusatu. add. Di rosa: rosato. || Varietà di pera odorosa e rossa. || meli rusatu, condito con essenza di rosa: mele rosato.
Rusca. (Mal.) V. linazza (forse da lisca?). || T. cald. Mescolanza di terra alluminosa o argillosa ed altro, con cui si spalmano i vasi di rame che poi si rinfocano: melletta. || V. vrusca.
Rusciaca. s. f. Usato più nel pl. rimasugli di frumento e paglia che rimane sull’aja: pagliuolo. || Que’ pezzi di canna e di legno appuntati, che servono agli agrimensori per segnare le battute di catena. (Antonino Romano Ragusa). || Per vesti o robe di poco valore: ciarpe (Gangi).
Ruscianeddu. dim. di ruscianu.
Ruscianu. add. Dicesi d’uomo di temperamento che abbonda di sangue: sanguigno.
Ruscu. V. spinapurci.
Ruseddu. s. f. T. bot. Frutice che nasce nei paesi caldi, di cui son molte specie: imbrentine, imbrentina, rimbrentana.
Rusellu. s. m. T. bot. Pianta di radice tuberosa. nera; stelo ramoso, peloso; foglie pelose sotto, intagliate, acute; fiori rossi. bianchi, gialli, inodori: rannùncolo, ranùncolo. Ranunculus asiaticus. L.
Rusetta. s. f. Gioja in cui i diamanti son disposti in giro a guisa di rosa; e dicesi di qualunque lavoro in tal guisa: rosetta. || T. bot. V. rusellu.
Rusicchia, Rusicedda. dim. di rosa: rosetta, rosellina.
Rusichinu. s. m. Strumento di ferro col quale si vanno rodendo i vetri per ridurli a voluto contorno: rosichino (Car. Voc. Met.), grisatojo, topo.
Rùsicu. s. m. Noja, tedio: rottorio, fastidio. V. rumpimentu. || Rumore ingrato che spiace all’orecchio: stridìo, strido.
Rusicuni. s. m. L’atto e l’effetto del mordere: morso. || accr. di rusicu.
Rusicusu. add. Che stride: strìdulo. || Nojoso.
Rusidda. V. rusicchia.
Rusignolu. s. m. T. zool. Piccolo uccello bruno rossigno sopra, bigio sotto; canta dolcemente: rusignuolo, usignuolo. Motacilla luscinia L.
Rusignulatu. add. Di uccello che canti a similitudine del rusignuolo.
Rusignuleddu. dim. Rusignuoletto.
Rusittedda. dim. di rusetta. || Per rusicchiaV.
Rusitu. s. m. Luogo pieno di rosai: roseto.
Ruspu. add. Delle monete di fresco coniate, che ancora non han perduto la prima loro ruvidezza: ruspo.
Russa. s. f. Male che viene al grano: rùggine.
Russàina, Russània. s. f. Malattia contagiosa, per lo più dei bambini, che fa coprir la pelle di macchie rosse: rosolìa.
Russastru. add. Che rosseggia: rossastro.
Russazzu. pegg. di russu: rossaccio.
Russeddu. s. m. T. zool. Grosso uccello acquatico, di collo, gambe e becco lungo, di piuma rossa fosca; testa nera con tre penne lunghe pendenti; volano a schiere, e soglionsi vedere nel tempo piovoso: ranocchiaja. Ardea purpurea L.
Russettu. s. m. Materia rossa con che le donne procurano di farsi colorite: rossetto, belletto. || Quel rosso naturale che adorna le gote. || E anco una pianta da cui si estrae un color rosso.
Russìa. s. f. Quel rosseggiamento che si vede delle volte nel cielo: rosso (s. m.).
Russiari, Russicari. V. arrussicari.
Russicateddu. add. dim. di russicatu da russicari. Alquanto arrossato.
Russiggiari. v. intr. Tener al rosso: rosseggiare.
Russignu. add. Che tende al rosso: rossigno.
Russinellu. s. m. È una specie di pidagna V.
Russiteddu. dim. di russu: rossino.
Russitteddu. dim. di russettu.
Russizza. s. f. L’esser rosso: rossezza. || Quando la r è pronunziata lieve sta per grussizza V.
Russu. s. m. Color noto: rosso. || – d’ovu, il torlo dell’uovo: rosso d’uovo. E fig. Dicesi di cosa pregevole nel suo genere. || pigghiarisi lu pinzeri di lu russu: gl’impacci del rosso. || Uomo di pelo rosso: rosso. Onde un pregiudizio dice russu, malignu, o, di malu pilu: rosso, mal pelo.
Russu. add. Di color rosso: rosso. || addivintari o farisi russu, di chi per vergogna o altro arrossisce: diventar rosso. || pilu russu, dicesi di crine, barba ecc. rossa: pelo rosso. || oh chi su russi, modo di gridare che fanno coloro che vendono poponi: fuoco! || russu comu la paparina, per paragone: rosso come lo sverzino. Sup. russissimu: rossissimo.
Russulana. s. f. e add. Sorta di grano gentile.
Russuliddu. add. Alquanto rosso: rossino, rossetto. || T. bot. Pianta. Crataegus coccinea L. || Così chiamansi da noi certi chericotti rosso vestiti.
Russura. V. russìa. || V. anco russizza. || Macchia rossa: rossura.
Russuredda. dim. di russura.
Russureddu. dim. di russuri: rossoretto.
Russuri. s. m. Indizio di vergogna che si manifesta coll’arrossire: rossore. || Vergogna: rossore. || omu senza russuri, che non sente vergogna: uomo senza faccia. || cu’ havi pocu russuri mai s’affrunta, è chiaro. || Prov. cu’ nun senti russuri, nun senti vastunati, la vergogna vale più d’ogni gastigo, e chi non ne ha, non è capace di migliorare: chi non teme sermone, non teme bastone.
Rusticamenti. avv. In modo rustico: rusticamente.
Rusticanu. add. Rustico: rusticano.
Rusticheddu. dim. di rusticu: rustichetto.
Rustichizza. s. f. Qualità rustica, zotichezza: rustichezza.
Rusticità, Rusticitati. s. f. Rustichezza: rusticità, rusticitade, rusticitate.
Rùsticu. add. Che appartiene alla villa, da contadino, rozzo: rùstico. || Ignorante: rustico. || Che trascura i doveri di civiltà: rustico. || Che non ha superficie liscia: ruvido. || sost. Per contadino: rustico. || avv. Rusticamente. Sup. rusticissimu: rusticissimo o rustichissimo.
Rusticuni. accr. di rusticu: rusticone.
Rùstiri. V. arrustiri.
Rusugghi. V. risugghia.
Rùsula. Idiotismo di S. Cataldo per ròsula V.
Rusuneddu. dim. di rusuni: borchietta.
Rusuni. accr. di rosa: rosone. || Ornato circolare dipinto o rilevato, e per lo più sono in mezzo i soffitti: rosone. || Scudetto di metallo che serve a vari usi di ornamento: bòrchia. || Sostegni ornati di borchia infissi ai lati nei muri delle finestre o porte, per appiccarvi la parte bassa delle tende o portiere quando si rialzano: bracciuoli.
’Ruta. V. aruta.
Rutabbili. add. Di strada per cui si possa passare con veicoli a ruote: rotabile (d’uso).
Rutaja. s. f. Quelle liste di ferro parallele piantate in terra alle strade ferrate, su cui corron le ruote del convoglio: guide.
Rutancia. s. f. T. m. Piccola gassa, rafforzata al di dentro da un cerchietto di ferro o legno, affinchè un cavo, nell’azione di strignere, vi scorra dentro con minore sfregamento, epperciò più agevolmente: radancia (Car. Voc. Met.).
Rutara, s. f. Monaca deputata a star alla ruota, per dare o ricevere da fuori: rotaja.
Rutari. V. arrotari.
Rutata. s. f. Quella pesta che fa in terra la ruota in passando: rotaja.
Rutedda. s. f. T. calz. Arnese fatto d’una piccola girella per vari usi: rotella. || dim. di rota: rotella. || – di lu sproni: spronella. || rota rutedda. V. in rota.
Ruteddu. V. ruseddu. || È una spezie di cilizio. || T. carr. Zona circolare di ferro, incassata in simil zona di legno, dentro la quale può girare orizzontalmente, serve a far voltare la carrozza: tondo (s. m.). || Per puntaloru V.
Rutiari. v. a. Girar a guisa di ruota: rotare.
Ruticedda. dim. di rota: rotina. || dim. di crocchiu V.
Rutiddina. s. f. T. carr. Corto cilindro girevole nel suo asse, alla base di ciascuna molla posteriore della carrozza, intorno o al quale si avvolge l’estremità del cignone: subbiello (Car. Voc. Met.).
Rutidduni. s. m. Arnese della carrozza dove vanno ad attaccar i cignoni: subbiello, arganetto.
Rutìllu. (Mal.) V. almanaccu.
Rutina, s. f. L’andamento, l’uso particolarmente nelle cose di pratica, amministrazione ecc.: carreggio (Fanf. Voc. d. u. Tosc.). || – di lu spiruni: stelletta. || – pri torciri: mulinello, torcitojo, balestraccio (An. Cat.).
Rutinu. s. m. T. rileg. Piccolo disco metallico, sulla cui circonferenza sono segnati i fregi da imprimersi in oro o altro, facendovele girare con forza sulle foglie di esso, distese sulla parte che si vuol fregiare: ruota. || – di lu riggistru, disco dentato che imbocca nel rastrello dell’orologio: ruotino del registro. || – pri dari corda, piccola ruota infissa nella piramide dell’orologio: ruotino della caricatura. || – di la forza, quella in cui entra l’estremità dell’albero del tamburo dell’orologio: ruotino della forza.
Rutta. s. f. Il rompere: rotta. || Sconfitta: rotta. || iri in rutta, andar in disordine: andar in rotta. || in rutta, precipitosamente: a rotta. Vale anco adirato, disaccordo: in rotta. || veniri o essiri a li rutti, romper l’amicizia: venire o essere alle rotte. || rutta di coddu! esclamazione imprecativa: alla malora! || a rutta di coddu, a precipizio: a rotta di collo. || e chi fu la rutta di troja!, per esagerare checchessia di fracasso, di rimprovero ecc. che c’è di rotto? || T. mar. Via, linea per cui va la nave: rotta (Zan. Voc. Met.). || Il cammino fatto dal bastimento, e la sua velocità: rotta. || fari rutta, andare, far vela. || fari o pigghiari ’na rutta, andare per una direzione. || iri a rutta, mantener la nave colla prua dritta al punto verso del quale si naviga: tener all’asserva.
’Rutta. V. grutta.
Ruttami. s. f. Quantità di pezzi, di rimasugli di cose rotte: rottame. || Spezie di zucchero d’inferior qualità: rottame.
’Ruttari. V. arruttari.
Ruttòriu. s. m. Cauterio: rottòrio. || Noja, e si dice anco a persona nojosa: rottorio.
Ruttu. add. Da rompere: rotto. || Crepato, allentato: rotto. || pani ruttu, affettato, o staccato dalla coppia: pane rotto. || sost. Rottura: rotto. || nun sapiri nè ruttu nè muttu d’una cosa, non saperne affatto. || V. arruttu.
Ruttura. s. f. Parte dov’è il rotto: rottura. || Rompimento: rottura. || Nimistà, discordia: rottura. || veniri a ruttura, inimicarsi: venir a rottura. || Crepatura, allentatura: rottura.
Rutturedda. dim. di ruttura.
Rutulara. s. f. e add. Uva di acini grossi, bislunghi. un po’ ritorti, neri, callosi, buona a mangiarsi. Forse da rotulu, cioè che deve esser pesa.
Rutulari. v. a. Spigner una cosa per terra facendola girare: rotolare.
Rutulata. s. f. Tanta quantità quanto il peso di un ròtulu.
Rutulatedda. dim. di rutulata.
Rutuliari. v. a. Vender al minuto, a rotoli (rotulu V. ). || Per rutulari V. || Aggomitolare (An. M.). || V. arrutuliari.
Rutulicchiu. dim. di ròtulu.
Rutuna. accr. di rota: rotone.
Rutini. V. rituni.
Ritunnari. v. a. Ridurre tondo: rotondare. P. pass. rutunnatu: rotondato.
Rutunnata. s. f. L’azione del rotondare: rotondata.
Rutunnu. add. Tondo: rotondo.
Ruventi. add. Infocato: rovente.
Ruvettu. s. m. Spezie di pruno con cui si fanno le siepi: rovo, rogo. || – di s. Franciscu, arbusto di fusti sarmentosi; foglie alate, bianche quasi di sotto; fiori bianchi, frutti rossi e odorosi: lampone. Rubus idacus L.
Ruvidamenti. avv In modo ruvido: ruvidamente.
Ruvidissimamenti. avv. sup. Ruvidissimamente.
Ruvidizza. s. f. Rozzezza, l’esser ruvido: ruvidezza.
Rùvidu. add. Che non ha superficie liscia: rùvido. || Rozzo: ruvido. Sup. ruvidissimu: ruvidissimo.
Ruviduliddu. dim. di ruvidu: ruvidetto.
Ruvitizza. V. ruvidizza.
Ruvulari. V. arrivulari.
Rùvulu. a. m. T. bot. Albero alto, di grosso tronco, foglie ovate bislunghe, d’un verde non molto cupo, caduche, ghiande grosse, sessili o quasi; il legno di esso si adopera per la costruzione delle navi: ròvere, ròvero. Quercus robur L.
Ruzzalora. s. f. Girella che con gran forza di braccio si fa rotolare per le strade: rùzzola.
Ruzziceddu. dim. di rozzu.
Ruzzina. V. duzzina.
Ruzzizza. s. f. L’essere rozzo: rozzezza. || Zotichezza, ruvidezza: rozzezza.
Ruzzu. V. rozzu.
Ruzzulari. V. arruzzulari.
Ruzzuliddu. dim. di rozzu.
Rùzzulu. V. rota. Da ruzzolare. || Girella con cui si trastullan i ragazzi lanciandola per farla correre: rùzzola. || Per virticchiu V.
Ruzzulusu. add. Sdrucciolevole, lùbrico.
Supplemento
Rudituri. V. strudusu.
Rumuncella. V. lumìa (In Licata).
Runda. V. grunna (In Messina).
’Rungu. V. gruncu (In Messina).
Rurituri. V. rudituri.
Russeddu. – di cannitu: nonnotto.
Russiddottu. s. m. T. zool. Sorta di uccello di ripa della specie dei granocchiai: sgarza (z dolce).
Russulidda. s. f. T. zool. Spezie di uccello gabbiano: moretta tabaccata.
Rutedda. Per girannula V.
Ruvulu. s. m. Pezzo di legno tondo che si pone sotto gran mole per farla rotolare e andare: curro, rullo.