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Arrifriscatissimu. add. sup. di arrifriscatu: rinfrescatissimo.

Arrifriscu. s. m. Rinfrescamento: rinfresco. || Nuova provvista di viveri o necessarii o da piacere: rinfresco. || Ajuto di soldati o nuove provvisioni o altro: rinfresco.

Arrifruntari. v. a. Dir in faccia, in fronte, cose spiacevoli: rinfacciare, raffacciare. P. pass. arrifruntatu: rinfacciato.

Arrifruntu. s. m. Rinfaccio, raffaccio.

Arrifùnniri. v. a. Fonder di nuovo: rifondere. || Arar di nuovo: riarare. || Mangiar e bere smoderatamente, quasi ricominciando: strippare. || Rimborsare: rifondere. || Quando in un negozio o simile ci si perda pur del capitale: rimetterci. P. pass. arrifunnutu: rifuso.

Arrifusari. T. stam. Guastar la forma rimischiandosi i caratteri: rifusare (così ebbi detto a Firenze).

Arrifutari. V. rifiutari.

Arrigalari. V. rigalari.

Arriganari. v. a. Metter origano.

Arriganatu. add. Cosa condita con origano.

Arrignari. v. a. Durare a lungo in un’azione, stato, ecc. perdurare.

Arrigordu. V. rigordu.

Arrigurdamentu. s. m. Ricordamento.

Arrigurdanti. verb. m. Chi ricorda: ricordante; e specialmente il prete che assiste nell’agonia il moribondo. || fari lu patri arrigurdanti ad unu: fargli il maestro addosso, chi vuol sempre star a correggere. || Fig. Erede; quasi tirasse il fiato a chi deve lasciargli roba.

Arrigurdanza. V. rigurdanza.

Arrigurdari. v. a. Ridurre a memoria, se riguarda il cuore, il sentimento: ricordare; se riguarda la mente o cose sterili: rammentare. || Far menzione: ricordare. || Avvertire: ricordare. || Assister confortando nell’agonia i moribondi: ricordare. || arrigurdari li morti ’n tavula: ricordar i morti a tavola; dir cose fuori proposito (A. V. ital. arricordare). P. pass. arrigurdatu: ricordato.

Arrigurdaturi –tura. verb. Chi o che ricorda: ricordatore –trice.

Arrìiri. v. intr. Favorire, esser favorevole: arridere.

Arrijuncari. v. a. Render morbido: ammorbidire, rammorbidire. || Tener tanto in acqua che sia maneggiabile: macerare. || Procurarsi agio: avvantaggiarsi. || intr. pass. Concepir calore dopo essere stato al freddo: rincalorirsi. || Met. Rinvigorire, ringagliardire. P. pass. arrijuncatu: ammorbidito. || Macerato. || Avvantaggiato. || Rincalorito. || Rinvigorito.

Arrijùnciri. v. intr. L’accoppiar delle lettere o delle sillabe che fanno i principianti a leggere: compitare.

Arrimagghiari. v. a. Cingere di maglia: ammagliare. || Corazzare.

Arrimarrari. v. a. Empier di mota (rimarra), di zacchere: inzaccherare, impillaccherare.

Arrimarrata. s. f. L’azione dello inzaccherarsi: inzaccherata, impillaccherata.

Arrimarratu. add. Chi è pieno di zacchere: inzaccherato, impillaccherato. || Delle vie piene di mota: motoso, limaccioso.

Arrimarrusu. V. rimarrusu.

Arrimazzari. v. a. Gettar impetuosamente a terra e dicesi di persona: stramazzare. || Detto di cosa vale: buttare. || v. intr. o intr. pass. Cadere alcuno senza potersi riparare: stramazzare. || intr. pass. Sta pel semplice cascare. || Adoperarsi, trovar il verso di fare o dire: dimenarsi. || Disputar in pro ed in contro: dibattersi. || Querelarsi, dolersi: tapinarsi.

Arrimazzàta. s. f. Percossa in terra: stramazzata.

Arrimazzatedda. dim. Stramazzatina, stramazzetto.

Arrimazzatizzu. add. pegg. Soggetto abbattuto dai malanni: acciaccato.

Arrimazzatu. add. Stramazzato. || Indebolito, infiacchito per malattia o travaglio: abbattuto, abbiosciato. || vrocculi arrimazzati: cioè bolliti, accomodati con olio, sale, ecc. dimenati nella pentola: cavoli strascinati (a Firenze).

Arrimazzuni. s. m. L’atto dello stramazzare: stramazzone.

Arrimbalari. V. ammuttari.

Arrimbari. V. arrammari.

Arrimèju. (Scob.) V. oziusu.

Arrimèttiri. V. rimettiri.

Arrimiddiàri. V. rimiddiari.

Arrimiggiari. (Mal.) v. a. Metter ad ordine, in assetto: assettare. P. pass. arrimiggiatu: assettato.

Arrimiggiateddu. add. dim. d’arrimiggiatu, ben acconcio, ben messo: ravviatino.

Arrimminamentu. s. m. Dimenamento, rimenamento.

Arriminari. v. a. Muovere in qua e in là, agitare: dimenare, rimenare. || Agitare con mestola o con mano cose liquide: mestare. || arriminari così passati – antichi – o li cartuleggi di so nannu; rammentar cose inutili, e anche riandar in cose che possan arrecar dispiacere: stuzzicar la cenere. || arriminari lu pignateddu: minacciar malie. || arrimina e tasta; cioè chi mestando pur ne gode. || intr. pass. Semplicemente: muoversi. || arriminarisi comu un ciuncu: camminar come se avesse le pastoje; e fig. saper fare scaltramente gli affari: destreggiarsi. || intr. Affaticarsi senza pro: arrabbattarsi. || arriminarisi bonu casa casa: colleppolare; sapere involare qualcosa con arte. || sapirisi arriminari: sapersi dimenare, esser accorto, sapersi governare. || arriminarisi comu lu scravagghiu ’nta la stuppa: essere come il pulcino nella stoppa. P. pass. arriminatu: dimenato, rimenato. || Mosso ecc.

Arriminata. s. f. L’azione del rimenare: rimenata. || Mestata.

Arriminatedda. dim. Rimenatina. || Mestatina. V. participiu.

Arriminaturi. s. m. Strumento da agitare o mestare: mestatojo.

Arriminaturi –tura. verb. Chi o che dimena o mestola: dimenatore –trice, mestatore –trice.

Arriminuni. V. arriminata.

Arriminamentu. s. m. Rimestamento, rovistamento.

Arrimiscari. v. a. Muovere o buttar le cose sottosopra: rimestare (Tomm. D.) rivoltolare, rimischiare. || Rimestare pur cercando: rovistare. || Agitare il bossolo o sacchetto, o altro ove