Nuovo vocabolario siciliano-italiano/VI

VI

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VE VO

[p. 1083 modifica] Vi. avv. che alcuna volta si usa affisso al verbo: vi. || Talora avv. locale e talora di moto: vi. Pitrè ha: chi cuntintizza vi fu. || pron. Invece di a voi: vi. || Apocope di vidi: ve'. || vi! esclamazione, interiezione: oh, ohi, uh.

Via. s. f. Luogo d’onde si va da luogo a luogo: via. || Cammino, viaggio: via. || fig. Qualunque [p. 1084 modifica] mezzo da pervenire a uno scopo: via. || Modo, forma, guisa: via. || a via di..., per mezzo di..., mercè: a forza di.... || a la via, verso, p. e. a la via d’oggi: verso oggi dopo pranzo. || a sta via, verso questa parte: in qua, là quì, là di quì. || a dda via, verso quella parte: in là. || fatti a ssa via, scostati: fatti in costà. || fari via, camminare: far via. || E via facennu, vale, mentre si va: via facendo (Giusti prov.). || mittirisi la via ’m menzu li pedi, mettersi frettolosamente in cammino: mettersi la via tra’ piedi o tra le gambe. || arristari ’m menzu ’na via, non aver dove coprirsi o ricoverarsi. || fari ’na via, camminare per quella via: far una via. || a menza via, a metà della via, dell’imprese ecc.: a mezzo. || Prov. cu’ cancia la via vecchia pri la nova li guai chi va circannu dda li trova, o perdi la vecchia e la nova, o cchiù chi va cchiù tinta la trova: chi lascia la via vecchia per la nuova, spesse volte ingannato si ritrova.

Via. Quasi dire fia, s’adopera a moltiplicare, p. e. unu via unu: uno via uno.

Via. avv. Assai, molto: via. || Orsù, su: via. In forza di eccitare, scacciare o affrettare.

Viaggeddu, Viaggettu. dim. di viaggiu: viaggetto.

Viaggia. s. f. V. viaggiu al § 3.

Viaggiari. v. intr. Far viaggio: viaggiare. P. pass. viaggiatu: viaggiato.

Viaggiaturi –trici. verb. Chi o che viaggia: viaggiatore –trice.

Viaggiu. s. m. L’andare per via, camminare o di terra o di mare: viaggio. || Quella via che si fa a piè scalzi per devozione o voto. || Trasporto di qualunque oggetto, e la mercede che perciò si paga al trasportatore, servigio. || Volta, ritorno di vicende: viaggio, p. e. per questo viaggio ci vuol pazienza! andrà meglio in seguito (Fanf. Voc. d. u. Tosc.). || bon viaggiu, modo di salutare, ma si usa per dire, poco importa, non me ne curo: buon viaggio, a buon viaggio. || Per ischerzo di uno che vada continuamente in su e in giù, si dice: fa viaggi comu si jissi a mustu. || fari lu viaggiu a san Cosimu, per celia, andar a piè nudi. || fari un viaggiu e du’ sirvizza, modo prov. e vale colla stessa occasione od operazione, condurre a fine due cose: far un viaggio e due servigi. || Prov. tanti viaggi cunsumanu un voscu, a levar sempre si consuma il tesoro più dovizioso: leva e non metti, ogni gran monte scema (pl. viaggi e viaggia).

Vialeddu. dim. di viali: vialetto.

Viali. s. m. Viottolo: viale. || Strada fra alberi da una parte e l’altra, buona a passeggiarvi: viale. || Spazio lasciato vuoto fra checchessia per comodo della gente che possa passare: andare.

Viannanti. s. m. Che va per via, che fa viaggio: viandante. || Prov. oggi mircanti, dumani viannanti, per accennare alla mutabilità delle cose umane: oggi mercante, domani viandante.

Viati. avv. Presto: diviato (Tigri). || viati viati: presto presto, immantinente. A Messina.

Viàticu. s. m. Il sacramento dell’altare che si dà ai moribondi: viàtico. Propr. vale cibo o altro che si porta pel viaggio: viatico.

Viatu. V. viati.

Viaturi. V. viannanti.

Vibbranti. add. Che vibra: vibrante.

Vibbrari. v. a. Muovere scotendo o dimenando: vibrare. || Mandar fuori con forza, spignere avanti: vibrare.

Vibbratizza. s. f. Vibrazione: vibratezza. || Forza, energia dello scrivere, parlare, ecc.: vibratezza.

Vibbrazzioni. s. f. Il vibrare: vibrazione. || Il moto di cosa vibrata: vibrazione. || Il moto reciproco de’ gravi pendenti da un filo, o dalle coste o che tese: vibrazione.

Vibbrazziunedda. dim. di vibbrazioni: vibrazioncella.

Vicarìa. s. f. Carcere, prigione principale. O che le carceri fossero state nei vicariati regi, o che i vicari regi avessero speciale incombenza delle carceri; fatto sta che anche a Napoli dai vicari regi si disse vicaria la carcere principale.

Vicariali. add. Di vicario: vicariale.

Vicariatu. s. m. Ufficio del vicario e luogo del suo governo: vicariato.

Vicàriu. s. m. Che tiene le veci altrui: vicàrio.

Vicchiaja. s. f. L’esser vecchio cioè di molta età, astratto da vecchio, detto di persona: vecchiaja. || I vecchi in complesso, università di vecchi: vecchiezza. || Prov. la stissa vicchiaja è malatia, cioè è il vivaio delle malattie. || a la vicchiaja ogni fatiga è pisu, perciò bisogna lavorare nella gioventù. || la vicchiaia nun veni sula: la vecchiaja viene con tutti i malanni. || la vicchiaja è gran pisu: il peso degli anni è il maggior peso che l’uomo possa portare. || la vicchiaja è disiata, ma quannu veni è odiata: la vecchiezza vien da ciascun desiderata; quando s’acquista vien odiata. || chiddu chi guasta la vicchiaja, nun cc’è mastru chi lu conza: se non ti giova la mia medicina, e’ sia difetto della sessantina.

Vicchiania. V. vicchiaja.

Vicchiareddu. dim. di vecchiu: vecchiarello, vecchierello, vecchino.

Vicchiarruneddu. dim. di vicchiarruni.

Vicchiarruni. s. m. Vecchio, ma in mal senso: vecchiardo.

Vicchiazzu. pegg. di vecchiu: vecchiaccio.

Vicchiettu. dim. di vecchiu: vecchietto.

Vicchiottu. modif. Vecchio grande e prosperoso: vecchiotto.

Vicchissimu. add. sup. Vecchissimo.

Vicchiu. Idiotismo di S. Cataldo per vecchiu V.

Vicchiuliddu. dim. Alquanto vecchio: vecchiericcio.

Vicchiumi. s. m. Quantità di cose vecchie e malandate: vecchiume. || Le parti della pianta che son secche e infruttuose: vecchiume.

Vicchiuni. accr. di vecchiu: vecchione.

Vicchiurru. V. vicchiarruni.

Vicchiuzzu. dim. Vecchio cascatojo: vecchiuccio.

Vicchizza. s. f. Vecchiaja, però di cose e di persone: vecchiezza. || li vicchizzi: la vecchiaja. || a li vicchizzi cutiddati: agli zoppi grucciate.

Viccia. s. f. Sorta di legume: veccia. || Per cuculidda. || Nocciolini di carrubba.

Vice. Premettesi a persona o cosa che faccia le [p. 1085 modifica] veci di un’altra: vice. Così possono formarsi infiniti nomi nuovi.

Viceammiragghiu. s. m. Che fa le veci dell’ammiraglio: viceammiraglio.

Vicecancilleri. s. m. Che fa le veci del cancelliere: vicecancelliere.

Vicecapitanu. s. m. Che fa le veci del capitano: vicecapitano.

Vicecapu. s. m. Che fa le veci del capo: vicecapo.

Vicecunsulu. s. m. Che fa le veci del consolo: viceconsolo.

Vicecuratu. s. m. Che fa le veci del curato: vicecurato.

Vicediretturi. s. m. Che fa le veci del direttore: vicedirettore.

Vicendevolmenti. avv. A vicenda: vicendevolmente.

Vicenna. s. f. Caso, mutazione, vicissitudine, accidente: vicenda. || Contraccambio: vicenda. || Faccenda: vicenda. || Ruota o giro delle coltivazioni nel medesimo terreno: vicenda. || Il menar i barberi su e giù per la strada che debbono correre prima della corsa. || – di trappitu, lavoro di mezza giornata nel trappeto. || a vicenna, posto avv. l’un dopo l’altro, o scambievolmente: a vicenda.

Vicepresidenti. s. m. Chi fa le veci del presidente: vicepresidente.

Vicepreturi. s. m. Chi fa le veci del pretore: vicepretore.

Vicerrè. s. m. Chi fa le veci del re: vicerè.

Vicerreggina. s. f. Moglie del vicerè: viceregina.

Vicesegretariu. s. m. Chi fa le veci del segretario: vicesegretario. E così possono formarsi molti altri nomi.

Viceversa. avv. Per contrario, all’incontro: viceversa.

Vici. V. veci.

Vicinali. add. Vicino: vicinale. || Si dice di strada che si apre a traverso i campi fuori della via pubblica: via vicinale.

Vicinamenti. avv. Con vicinità: vicinamente.

Vicinanza. s. f. Prossimità: vicinanza. || Vicinità, ristretto di case contigue le une alle altre: vicinanza. || Vicinato: vicinanza. || in vicinanza, vicino: in vicinanza.

Vicinanzu, Vicinatu. s. m. Gli abitanti e i luoghi vicini: vicinato.

Vicineddu. dim. di vicinu avv. e add.

Vicinissimamenti. avv. sup. Vicinissimamente.

Vicinità. s. f. Prossimità: vicinità.

Vicinu. s. m. Colui che abita di presso: vicino. || In grado prossimo: vicino. || Prov. Diu ti scanzi di malu vicinu e di principianti di viulinu, accenna al fastidio che dà chi strimpella violini. || pigghia la munnizza (o la terra) di lu tò vicinu, e mettitilla (o ’nfilatilla) dintra, ovvero pigghia lu taju di lu vicinu e ’mpiccicalu a lu tò muru, intendesi che la moglie dev’essere del paese proprio: moglie e ronzino pigliali dal vicino, ovvero donne e buoi dei paesi tuoi. || cu’ havi lu malu vicinu havi lu malu matinu: chi ha il mal vicino ha il mal mattutino. || la riggina havi bisognu di la vicina, ognuno ha bisogno dell’altro: il leone ebbe bisogno del topo. || amicu fausu e malu vicinu tira la petra e s’ammuccia la manu, si dice de’ traditori. || lu malu vicinu è amicu fintu, è chiaro. || di Diu e di li vicini nun ti po’ ammucciari, ovvero di tutti ti po’ guardari a poi di lu vicinu ovvero lu vicinu è sirpenti, si nun ti vidi ti senti, tutti provano qual testimone inevitabile sian i vicini. || cu’ lu vicinu nun t’hai a cunfidari, perchè poi tutto il vicinato sa i tuoi segreti. || cu’ vicini e cu’ parenti nun cci accattari e vinniri nenti, poichè chi è più interessato abusa della cortesia dell’altro. || V. in marzulina altro prov. || la tila di la vicina pari megghiu, o la vigna di lu vicinu pari cchiù carricata, l’uomo suol invidiare l’altrui.

Vicinu. add. Che è poco distante: vicino. Sup. vicinissimu: vicinissimo.

Vicinu. avv. Di poca distanza, sì di tempo come di luogo: vicino. || di vicinu: da vicino. || vicinu vicinu, ha più forza: vicino vicino. || ddocu vicinu: costì presso, quivi vicino.

Vicinu. prep. Che col secondo o terzo caso si accompagna, e denota prossimità: vicino. || Circa, intorno: vicino. || Presso, verso: vicino. || vicinu a fari..., star lì per fare: vicino a fare...

Viculazzu. pegg. di viculu: vicolaccio.

Viculettu, Viculicchiu. dim. Vicoletto.

Viculu. s. m. Strada stretta e secondaria: vicolo.

Vidda. V. villa. || ’nta sti viddi vaddi, in queste parti: là di qui.

Viddanaria. s. f. Scortesìa, malacreanza: villanìa, villanerìa (Lori). || Rozzezza. || Azione da contadino: contadinata (Tomm. D.).

Viddanazzu. pegg. di viddanu: contadinaccio. || Scortese, incivile: villanaccio, villanzone.

Viddanìa. V. viddanarìa.

Viddaneddu. dim. di viddanu: contadinello, foresello. || Villanello.

Viddaniscamenti. avv. In modo contadinesco, o villanesco: contadinescamente, villanescamente.

Viddaniscu. add. Da contadino: contadinesco. || Da villano: villanesco. || a la viddanisca, al modo de’ contadini: alla contadinesca.

Viddanotta. s. f. Contadina fresca e leggiadra: forosetta.

Viddanottu. s. m. Contadino di bella statura e di età fresca: contadinotto, villanotto.

Viddanu. s. m. Colui che lavora la terra: contadino, villano. || Abitator di montagna: montanino, e più rozzo: montanaro. || Abitatore del contado o dei paesucci: contadino, terrazzano. || Rozzo ne’ modi: contadino, villano. fari lu viddanu: usare alla contadinesca. Prov, viddanu nun è cu’ viddanu nasci, viddanu è cu’ fa viddanìa, o viddanu ’un è binchì in villa stia, viddanu è chiddu chi usa scurtisìa: non è villan perchè in villa stia, ma è villan chi fa la villania. || fa beni a lu viddanu ca ti nni voli mali, facci mali ca ti voli beni, ciò per gl’ingrati: fate del bene al villano, dirà che gli fate del male. || lu viddanu havi la vertula di la gnuranza e la vertula di la malizzia, ovvero viddanu gnuranti e malizziusu: non fu mai villano senza malizia. || lu viddanu teni lu cuntu ’ntra la [p. 1086 modifica] birritta, vien sempre a conti fatti: il villano vien sempre col disegno in mano. || lu viddanu sempri è riccu l’annu chi veni, spera sempre nel ricolto a venire. || Diu ti scanza di viddanu arrinisciutu: Dio ti guardi da villan rifatto. || lu viddanu s’avissi un tesoru di ’n coddu, sempri havi l’oricchi di mitaddu, sempre è duro e rozzo. || sapi cchiù un viddanu ’n casa sua, ca un dutturi ’n casa d’autru. V. in pazzu un prov. simile. || e unni mai si ’ntisi viddanu gentili e marinaru curtisi? contadini e marinari son ruvidi al trattare. || lu viddanu è comu lu pannu, chi mai lassa la sò piega, non lascia mai le abitudini primitive. || a lu viddanu nun ci dari bacchetta ’m manu, ad uomo rozzo o cattivo non ci dare autorità, se no guai agli inferiori: a mal villano non gli dar bacchetta in mano. || lu viddanu fattu riccu nun canusci nè parenti nè amicu: il villano nobilitato non conosce suo parentado. || lu viddanu tantu cchiù è pregatu, tantu cchiù è ostinatu, è chiaro. || a l’officii si canusci lu viddanu, alla prova si conosce chi è villano. || a lu viddanu la zappa ’m manu, ognuno stia nel suo mestiere: al villano la zappa in mano. || lu viddanu havi aviri scarpi grossi, e ciriveddu suttili, ha modi rozzi e perspicacia: contadini e montanini scarpe grosse e cervelli fini.

Viddanu. add. Di o da contadino: contadino. || Rozzo, scortese: villano.

Viddanuni. accr. di viddanu: villanzone.

Viddicaru. s. m. Grossa e carnosa pancia: pancione, trippone.

Viddicheddu. dim. di viddicu, specialmente quello de’ bambini appena nati: belliconchio, tralcio o funìcolo umbelicale.

Viddicu. s. m. Quella parte del corpo dove l’uomo, quando è nel ventre della madre, riceve il nutrimento: bellico, umbilico, ombelico. || Il centro o la parte di mezzo di checchessia: umbilico. || Parte del guscio della nocciola di color biancastro, dov’essa sta attaccata allo scoglio: bellico (Di Marco). || pirtusu di lu viddicu: gangame. || spinciri lu viddicu, dicesi de’ cibi sostanziosi o sani, ristorare, confortare. || farisi la cruci a lu viddicu, meravigliarsi molto. || nasciri cu lu viddicu d’oru, nascere fortunato.

Vidè, Videmma, Videmmi. V. midemma.

Vidimari. v. a. Apporre il visto per autenticare uno scritto. Dalla voce latina vidimus, che apponevaseli un tempo. Ugolini non vorrebbe si usasse vidimare, ma sibbene convalidare, autenticare.

Vìdiri, Vidìri. v. a. Comprendere coll’occhio l’obbietto illuminato che ci si para davanti: vedere (A. V. ital. vedire, Jacopone e Bonaggiunta Urbicianni; vidire, Guido delle Colonne). || Conoscere, comprendere: vedere. || Considerare, avvertire, por mente: vedere. || Per guardare: vedere. || Per catacresi, udire: vedere. || Tentare, ingegnarsi di fare: vedere. || Investigare, tastare con bel modo: vedere. || Sperimentare: vedere. || vidirisi in tali statu, conoscere di essere in tale stato: vedersi in tale stato. || vidiri chiaru ’nta ’na cosa, o vidiricci li spicchia, fig. accertarsi, profondarsi, levarsene ogni sospetto: veder chiaro in checchessia. || – cull’ucchialuni di longa vista, fig., antivedere da molto lungi, o conoscere l’interno: veder di là dai monti. || fari vidiri, mostrare: far vedere. Per sembrare: far vedere. E farisi vidiri, vale farsi conoscere per tale; onde quell’esempio del Giuliani, una moglie, cioè, parlando del marito diceva: anco quando gli discorrevo (amoreggiavo con lui) si fece vedere prudente.... || fari a vidiri, far parere, dar ad intendere: dar a vedere. Si dice anco per minaccia: farla vedere altrui. || vidirisi la vista o stari a vidiri, essere spettatore: star a vedere. || vidirisi la vista di luntanu, star indifferente come spettatore senza punto immischiarsi. || farisi a vidiri, frequentare in un luogo, ritrovarsi con alcuno: lasciarsi vedere. Onde si dice facitivi a vìdiri, per dire, venitemi a trovare ecc. || nun ci vidiri di l’occhi pri unu, esserne sommamente innamorato: non veder più avanti, non veder oltre di una tal persona, menare smanie di uno. || essiri ben vistu, esser stimato: essere ben veduto. || essiri malu vistu, il contrario: essere mal veduto. || ’ntr’on vidiri e sbidiri, in un attimo: dal veder al non vedere. || stari a lu vidiri, osservare, attendere, temporeggiare. E più è maniera dubitativa, usata per richiamare l’attenzione: star a vedere. || vulirisi vidiri ’ntra li facci, voler venire alle prove con uno, volersi affrontare con alcuno: volersi vedere con alcuno. || vulirisi vidiri cu unu, volergli parlare: volersi vedere con alcuno. || nun putiri vidiri, odiare. || farisi caru a vidiri, recarsi di rado a visitar alcuno, conversar poco, non si lasciar vedere: far carestia di sè. || l’haju a vidiri io, modo di esprimersi per dire, ci ho a pensar io. || chi sacusu cu’ vidi, dici l’orvu, modo prov. di chi stando al buio non può arrivar a discernere alcuna cosa. || ora viditi! esclamazione di sdegno: sta a vedere! p. e. sta a vedere che in Roma, casa nostra, ci dovevano stare soldati stranieri!... || vidiri di luntanu, prevedere: veder da lontano. || vidi, viditi ecc, modi di dire per conciliarsi l’attenzione: vedi, vedete ecc. || vedremu, modo col quale non si promette nè si nega assolutamente, ma si dà speranza: vedremo. || Questo verbo ha vari usi di ripieno, p. e., dda porta dda, vidissi, è la porta d’unni trasiu Garibbaldi: quella porta là, veda, è la porta d’onde entrò Garibaldi. chidda è la Gancia, unni cuminciò lu 4 aprili, lu vidi: quella è la Gancia, dove cominciò il 4 aprile, vede. viditi chi sorti di briccunarii facianu li borbonici: vedete un po’ che baronate ecc. || vidissi, hav’a pigghiari di dda: ved’ella, bisogna che la pigli di là. || vidi ca..., usasi spesso a chiamar l’attenzione, ad avvertire o a minacciare, p. e., vidi ca cadi: bada tu non caschi. vidi ca vegnu: bada ve’ ch’io vengo ecc. || vidirisi cu unu, trovarsi insieme, p. e., con Carlo ci vediamo tutti i giorni. || vidiricci, aver sana la vista: vederci. || nun vidiricci, il contrario: non vederci, p. e., ci veggo bene sai? povero uomo non ci vede! || nun si cci vidi, si dice di un luogo [p. 1087 modifica] buio: non ci si vede. || ti viu! così per onomatopeia si dice al canto dell’allodola cappelluta. || vidirisi persu: vedersi al perso, non aver più speranza di salvarsi, di riuscire ecc. || fari a vidiri Roma, si dice dell’alzar i bambini pigliandoli per la testa: far veder Pisa, dicon in Toscana || ogni cent’anni ti viu ’na vota, ti veggo di rado. || Prov. è megghiu ca ti vidissi Diu di susu, ca picciottu di pirtusu, et si non caste, caute! || vivu nun ti potti vidiri e mortu ti mannavi a salutari, di chi fa come il coccodrillo che prima si mangia l’uomo e poi lo piagne. P. pass. vistu o vidutu: visto, veduto.

Vidituri. V. àrbitru (Mal.).

Vìdua. s. f. Donna a cui sia morto il marito: vèdova. || Prov. la vidua è mecciu astutatu chi fuma, facile a riaccendere.

Viduanza, Viduità. s. f. Stato vedovile: vedovanza, vedovità.

Viduta. s. f. L’aspetto e il prospetto di un luogo: veduta. || Il vedere, vista: veduta. || Luogo onde si vede molta campagna: veduta. || Distanza che è dal luogo dove uno si trova al luogo dove giugne colla vista: veduta. || L’aspetto in che una cosa si mostra agli altrui sguardi o all’altrui considerazione: veduta. || T. pitt. Paesaggio o simile: veduta. || Pensiero, mira, progetto (in tal senso veduta è voce biasimata da Ugolini).

Vidutedda, dim. di veduta: vedutina (Tomm. D.).

Vìduu. s. m. Uomo a cui sia morta la moglie: vèdovo.

Vìduu. add. Solo, scompagnato, senza consorte: vedovo.

Vìduva. V. vidua.

Viduvedda, Viduvicchia. dim. di viduva: vedovetta, vedovella, vedovina.

Viduvili. add. Di o da vedovo: vedovile. || sost. Ciò che si dà alla vedova per mantenimento dell’eredità del marito: vedovile.

Vietari. v. a. Proibire e impedire che si faccia: vietare. || Prov. li così cchiù vietati sunnu cchiù desiderati. P. pass. vietatu: vietato.

Viggesimu. add. Ventesimo: vigesimo.

Vigghia. V. vegghia. || V. vigilia.

Vigghiaccu. V. vigliaccu.

Vigghianti. add. Non addormentato, che veglia: desto, svegliato, vegliante. || Prov. cu’ vigghianti sta, chiddu la vinci, chi veglia guadagna più di quegli che dorme o sta ozioso.

Vigghiari. v. intr. Star desto, contrario di dormire: vegghiare, vegliare || Consumare la prima parte della notte operando o conversando: vegghiare. || Prov. cu’ vigghia la pigghia, qui vegghiare vale lavorare, non istar ozioso a dormire: a chi veglia tutto si rivela.

Vigghiata. s. f. Il vegghiare, spazio e tempo di veglia, o nottata impiegata a far checchessia: veglia. || La fatica durata nella notte: veglia. || Prov. la vigghiata fa la jurnata, il lavoro della sera, specialmente nell’inverno, val più del lavoro di tutta la giornata.

Vigghiettu. s. m. Breve lettera che si manda a non troppo lontani: biglietto, viglietto. || – di visita, cartellino col proprio nome e cognome, che si dà in varie occasioni: biglietto di visita.

Vigghitteddu, dim. di vigghiettu: vigliettino.

Viggiera. Per vigghiata. A S. Fratello (Vigo).

Viggilanti. add. Chi vigila, sollecito, attento: vigilante. Sup. viggilantissimu: vigilantissimo.

Viggilantimenti. avv. Con vigilanza: vigilantemente,

Viggilanza. s. f. Il vigilare, attenzione, diligenza, accortezza: vigilanza.

Viggilari. v. intr. Vegghiare: vigilare. || att. Procurare con diligenza, invigilare intorno a una cosa: vigilare. P. pass. viggilatu: vigilato.

Viggìlia. s. f. Il vegliare: vigilia. || E perchè nella chiesa si usava vegliare anzichè digiunare il giorno innanzi alcuna festa, così detto giorno chiamasi: vigilia. || essiri a la viggilia d’una cosa, fig., esser imminente, soprastare una cosa || viggilia ammucciata, fig. si dice a ipocrita.

Vigliaccamenti. avv. Con vigliaccheria: vigliaccamente.

Vigliaccarìa. s. f. Qualità astratta di chi è vigliacco: vigliaccheria.

Vigliaccheddu. dim. di vigliaccu (D. B.).

Vigliaccu. add. Vile, poltrone: vigliacco. || In senso di attrattivo, l’usò Meli. || essiri vigliaccu di una cosa, esserne insciente (Minutilla).

Vigliaccuni. avv. di vigliacco: vigliaccone.

Vigna. s. f. Capo piantato a viti: vigna. || Vite: vigna. || mettiri a vigna, piantar viti: vignare. || setti vutti fa la sò vigna, modo prov. che esprime lo starsi di uno alla sicura d’ogni pericolo o disavanzo. || Prov. azzuffarsi pri la vigna di lu segretu, disputar di cose da nulla: disputar dell’ombra dell’asino. || cu’ travagghia a vigna, mancia racina, chi lavora attorno a una cosa, vi guadagna qualche po’ po’. || pocu parti e pocu vigna, l’una è rugna e l’autra è tigna, bisogna averne molta. || cu’ chianta la vigna pocu la vinnigna, tanto tempo ci vuole a dare il frutto: il vecchio pianta la vigna, e il giovine la vendemmia. || cu’ scippa vigna e chianta vigna, mai vinnigna, bisogna lasciar riposare prima il terreno prima di ripiantar vigna là dove ne sia stata svelta. || è megghiu stari sulu a la sò vigna, ca la vigna d’autru cunzari, lo dicon i contadini che lavorano l’altrui, è meglio lavorar il proprio che l’altrui. || a la vigna vacci, a la putìa stacci, dici Magumi cartagginisi, l’aggiunta è una celia, il prov. tende a inculcare che si invigili a’ propri interessi. || accatta vigna di cu’ nu’ ’nn’havi chiantata, accatta casa di cu’ nu’ ’nn’ha fabbricatu, perchè così non capendo queglino quanto costi far casa o vigna te la dà per poco: casa fatta e vigna sfatta. || pri la bona vigna scanza cannedda, e scausa gramigna, pel buon vigneto evita canneto e scava gramigna. || amara dda vigna chi di pruppaina nun è digna, guai alla vite che non è buona a propagginare. || cu’ havi una bona vigna, havi pani, vinu e ligna, una buona vigna dà di tutto: per arricchire bisogna invitire. || chianta la vigna, unni teni la vutti, pianta vigna dove non è declive. Perchè cara custa la vigna di la costa, cioè quella in pendìo: caro costa la vigna della costa. || megghiu tigna ca locu e vigna, ovvero cu’ havi vigna, havi tigna, vuol molta cura la vigna: chi ha vigna ha tigna. [p. 1088 modifica]

Vignalazzu. pegg. e accr. di vignali. || Vigna vecchia.

Vignali. s. m. Luogo piantato a vigna: vigneto, vignata.

Vignaloru. s. m. Custode e lavoratore della vigna: vignaio, vignaiuolo, vignaruolo, || add. Di terreno atto a vigna.

Vignalottu. dim. di vignali: vignuola.

Vignaru. V. vignaloru.

Vignazza. pegg. di vigna. || V. vignuna.

Vignazzu. s. m. Vigneto: vignazzo.

Vignera. V. vignali.

Vigneri. V. vignaloru.

Vignetta. V. vignicedda. || T. tip. Incisione da ornar libri ecc.: vignetta.

Vignetu. V. vignitu.

Vignicedda. dim. di vigna: vignetta.

Vignitu. s. m. Luogo piantato a vigna: vigneto.

Vignuna. accr. di vigna: vignona.

Viguri. s. m. Forza interna che tien in vita e prosperosi i vegetabili e gli animali: vigore. || met. Forza, gagliardìa: vigore, || Dicesi pure dell’autorità, influenza, o validità delle leggi e simili: vigore.

Vigurìa. s. f. Vigore: vigorìa.

Vigurusamenti. avv. Con vigore: vigorosamente.

Viguruseddu. dim. di vigurusu.

Vigurusità. s. f. Vigoria: vigorosità.

Vigurusu. add. Che ha vigore, gagliardo: vigoroso. Sup. vigurusissimu: vigorosissimo.

Vih. Esclamazione: oh, ohi, uh, V. ivi. || Per minaccia: ve’! bada!

Viicedda. dim. di via: vietta, viella.

Vila. V. vela.

Vilacciu. V. pappaficu.

Vilanza. V. valanza.

Vilari. V. velari.

Vilarìa. s. f. T. mar. Il luogo o magazzino dove sono o si acconciano le vele: velerìa. || Molta quantità di vele o di veli: velerìa.

Vilata. s. f. Breve navigazione a vele spiegate: velata.

Vilatedda. dim. di velata. || dim. di vilata.

Vilaturedda. dim. di vilatura.

Vilenu. V. velenu.

Vileri. add. Di naviglio che veleggia speditamente: veliere.

Vili. add. Di piccolo cuore, pauroso, abjetto: vile. || Dispregevole: vile. Sup. vilissimu: vilissimo.

Vili. avv. Vilmente: vile.

Viliari. v. intr. Andar a vela, navigare: veleggiare.

Viliata. s. f. Il veleggiare: veleggiata. || V. filata.

Vilicedda. dim. di vela: veletta.

Viliceddu. dim. di velu: veletto.

Vilidda. V. vilicedda.

Viliddu. V. viliceddu.

Vilinusu. V. velenusu e simili.

Vilipènniri. v. a. Sprezzare, ingiuriare: vilipendere. P. pass. vilipisu: vilipeso.

Vilipènniu. s. m. Vituperio, oltraggio, disprezzo: vilipendio.

Vilitati. V. viltà.

Vilittaru. s. m. Artefice che fabbrica o vende veli o simili manifatture: velettaio.

Vilittuni. V. faidduni (Mal.).

Villa. s. f. Casa di campagna, il podere, o il podere e la casa: villa. || Villaggio: villa. || Giardino pubblico per diporto: villa. || Casa con giardino fuori porta appena: villino.

Villaggeddu. dim. di villaggiu: villaggetto.

Villàggiu. s. m. Mucchio di case in campagna senza cinto di mura: villaggio.

Villicedda. dim. di villa: villetta, villina.

Vìllicu. s. m. Contadino: vìllico.

Villiggianti. s. e add. Che villeggia attualmente: villeggiante.

Villiggiari. v. intr. Star in villa per diporto: villeggiare. P. pass. villiggiatu: villeggiato.

Villiggiatura. s. f. Il villeggiare, il tempo da villeggiare, e il tempo che vi sta: villeggiatura. || In gergo, esilio, confino, e anche prigionia.

Villiggiaturedda. dim. di villiggiatura.

Villutatu. add. Tessuto a foggia di velluto: vellutato. || Di color di velluto: vellutato. || Di superficie simile al velluto: vellutato.

Villuteddu. dim. di villutu.

Villutinu. s. m. Velluto gentile: vellutino. || Piccoli nastri di velluto: vellutino. || add. V. villutatu.

Villutu. s. m. Tessuto di seta o lana o cotone col pelo: velluto.

Vilmenti. avv. Con viltà: vilmente.

Viltà, Viltati. s. f. Qualità di chi è vile: viltà, villade. viltate.

Vilu. V. velu.

Vilucità. V. velocità.

Vilumi. s. m. Ammasso di cose vili: vilume.

Vilunazzu. pegg. di viluni.

Viluni. accr. di vili.

’Vimmarìa. V. avimmarìa.

Vin. Per vinu. A Piazza; più vicino al dialetto Lombardo.

Vina. s. f. Canale che riporta il sangue dalle parti al cuore: vena (pl. vini: vene, veni.). || Arteria: vena. || Per sangue: vena. || Canaletto sotterraneo naturale dove corre l’acqua: vena. || Fibra interiore: vena. || met. Copia, fecondità, abbondanza: vena. || Quei segni che vanno serpendo nel legno, nella pietra, a similitudine di vene: vena. || – di pietra, di metalli ecc., luogo donde si cava la pietra, il metallo e vene è in seguito: vena di metallo, di pietra ecc. || – poetica, la disposizione a poetare: vena poetica. || aviri ’na vina di pazzu, sentire alquanto del pazzo: aver una vena del pazzo ecc. || essiri ’n vina, esser disposto: sentirsi o esser in vena o in vela.

Vinali. V. venali.

Vinaloru. s. m. Chi trasporta il vino a venderlo da’ particolari: vinajuolo, vinajo. || Per briacone: beone.

Vinalureddu. dim. di vinaloru.

Vinàriu. add. Di vino, ove conservasi vino: vinàrio.

Vinateddu. dim. di vinatu.

Vinatu. add. Dicesi di vaso di creta, cristallo, o simile, che pria di rompersi fa segno che si è spaccato: incrinato. || Di color del vino: vinato.

Vinatura. s. f. Le vene che si veggono nelle pietre, nel legno: venatura. || Que’ segni che si manifestano in un vaso di creta o simile rotto: incrinatura. [p. 1089 modifica]

Vinaturedda, dim. di vinatura.

Vinazza. V. vinazzu.

Vinazzaru. s. m. Specie di palmento dove si mette la vinaccia prima di passarla al torchio.

Vinazzata. s. f. Quantità di vinaccia.

Vinazzolu, Vinazzu. s. m. Gli acini dell’uva uscitone il vino: vinaccia. || Quel nocciolino che si trova entro i chicchi dell’uva: vinacciuolo. || pegg. di vinu: vinaccio.

Vincapervinca. s. f. T. bot. Pianta a fiori azzurri, detta altrimenti clematide: vincepervinca. Vinca major L.

Vinciamentu. V. vinnitta (Spat.).

Vinciari. V. vinnicari (A. V. ital. vengiare. Jacopone, dal Fr. venger).

Vincibbili. add. Da vincersi, superabile: vincibile.

Vinciperdi (A. posto avv. Modo di giocare per cui vince chi secondo le regole ordinarie avrebbe perduto: a vinciperdi.

Vìnciri. v. a. Superare, aver la vittoria: vìncere. || Prendere, impadronirsi colla forza: vincere. || Tener a freno le passioni: vincere. || – dinari, acquistare danaro: vincere danari. || – di curtisìa, usar più cortesia di altro: vincer di cortesia. || lu tempu va a vinciri, dicesi dello approssimarsi della bella stagione. || darila vinta, cedere o beccar a buono: darla vinta. || nun putiri nè vinciri nè appattari, rimaner inferiore, non essere nè superiore e nemmeno uguale: nè vincere nè pattare. || Prov, cu’ vinci prima perdi poi: chi vince da prima perde da sezzo. || cu’ secuta (o la dura) vinci: chi la dura la vince. P. pass. vinciutu o vintu: vinto, e qualche volta vinciuto.

Vìncita. s. f. Il vincere, o la cosa vinta: vìncere.

Vincitòria. s. f. Lo stesso che vittoria, ma di cose più umili; spezialmente nella frase nun la dari a vincitoria, non cedere nella contesa, nella disputa: non darla vinta. E darila a vincitoria: dar causa vinta ad uno.

Vincitòssicu. s. m. T. bot. Pianta di cui le radici, bianche, eran credute controveleno; ha gli steli un po’ cotonosi; e i fiori giallognoli: vincetossico. Asclepias vincetoxicum L.

Vincitureddu, dim. di vincituri.

Vincituri –tura –trici. verb. Chi o che vince: vincitore –trice.

Vìnciu. s. m. T. mur. Macchina di ferro le cui ruote girano per una manovella, per innalzare i gravi; un nottolino che casca ne’ denti curvi d’una rotella, impedisce che il peso scorra indietro: binda.

Vinciuta. V. vincita.

Vinciutu. V. in vinciri.

Vincu. (An. M.) s. m. Pianta di rami lunghi e flessibili, delle cui vermene si fanno panieri ecc.: vinco. Salix viminalis L.

Vinculari. v. a. Legare con obblighi, stringere con patti, con vincoli: vincolare. P. pass. vinculatu: vincolato.

Vìnculu. s. m. Legame: vincolo.

Vindicari. V. vinnicari e simili.

Vìndici. s. m. Vendicatore: vìndice (Mort.).

Vinditta. V. vinnitta.

Vindu. V. animulu. Così a S. Fratello, e più vicino all’italiano bìndolo.

Vinedda. V. vanedda. A Napoli dicono vinella.

Vinera. s. f. Specie di breviario di reliquie che si portano al collo: brevicino (Pasq.). || Fermaglio breve.

Vinettu. dim. Vino di poco colore, senza fumo, ma grazioso: vinetto, vinellino. || Acqua passata per le vinacce: vinello.

Vingiari. V. vinciari.

Viniali. V. veniali.

Vinicciola, Vinicedda. dim. di vina: venerella.

Viniceddu. dim. di vinu: vinetto. || Vinetto debole: vinarello.

Vinicottu. V. vinucottu.

Viniferu, add. Che produce vino: vinifero.

Vinirannu. V. venerannu.

Viniri, V. vèniri.

Vìnnalu. V. animulu. Così a Piazza, più vicino all’italiano: bindolo.

Vinnibbili. add. Da vendersi: vendibile.

Vinnicari. v. a. Far vendetta, prender vendetta: vendicare. || rifl. a. Rifarsi d’una ingiuria, di un torto ricevuto: vendicarsi. P. pass. vinnicatu: vendicato.

Vinnicativu. add. Che ha stimolo di vendetta, inclinato alla vendetta: vendicativo.

Vinnicaturi –tura –trici. verb. Chi o che vendica: vendicatore –trice.

Vinnigna. s. f. Il vendemmiare: vendemmia. || Il tempo del vendemmiare: vendemmia. || cu’ travagghia pri la vinnigna s’arriposa tuttu l’annu, la vendemmia arricchisce.

Vinnignamentu. s. m. L’atto del vendemmiare: vendemmiamento.

Vinnignari. v. intr. Côrre l’uva dalle viti per far il vino: vendemmiare. || fig. Predare, mandar a male: vendemmiare. || Importunare, malmenare. || Raunare roba, far roba, ma per lo più di malo acquisto: vendemmiare. || Prov. cu’ vinnigna asciuttu, vivi vinu puru, è aforismo agricolo. P. pass. vinnignatu: vendemmiato, in tutti i significati di sopra.

Vinnignaturi –tura –trici. verb. Chi o che vendemmia: vendemmiatore –trice.

Vinnignedda. dim. di vinnigna.

Vinnigneri. V. vinnignaturi. || V. vignaloru.

Vinnimentu. V. vinnita.

Vinniri. v. a. Alienare da sè in altrui una cosa per prezzo: vèndere. || vinniri ad unu, met. V. ’mbaddunari. || – a pisu, a minutu, a canniggiu, in grossu ecc., Vendere a tanto per peso o per misura, vendere a poco alla volta o tutto a una volta ecc.: vender a peso, a minuto, a intaglio, a in digrosso ecc. || – pri cuntanti, vendere per ricevere denari effettivi: vendere per contanti. || –ad autru, fig. dar altrui ad intendere checchessia: vender altrui checchessia. || – chiacchiari, intertenere altrui con ciame: vender parole. || – servizzi, fingere di rispettare alcuno per un secondo fine: piaggiare. || – la giustizzia, lasciarsi subornare, dicesi dei magistrati: vender la giustizia. || – cara la sò mircanzia, fig. render in apparenza troppo importante l’opera sua, o farsi pregar lungamente: far caro di sè. || – pri pani, pri agghiu ecc., vendere checchessia per aver in cambio dell’olio, del pane ecc.: vender una cosa a pane, a olio ecc. || avirinni di vinniri, averne abbondanza: averne da vendere. || fari l’accatta e [p. 1090 modifica] vinni, far il mestiere del rivendugliolo, del treccone: treccare. || tu nun mi nni vinni, si dice a persona di cui non ci fidiamo: tu non me ne vendi. || Prov. cu’ vinni scinni, quando si vende per bisogno. ||nun cc’è cosa cchiù cara vinnuta, di chidda chi s’accatta cu prigheri, ed anco viceversa: chi si profferisce è peggio di un terzo. Ond’anco diciamo: accatta e vinni quannu si’ prigatu. || cu’ voli vinniri caru nun guadagna dinaru, non è il prezzo ma lo smercio che arricchisce il negoziante.

Vinnirizzu. add. Venale, da vendersi: venderèccio. || Agevole a vendersi, a trovare spaccio: vendereccio.

Vìnnita. s. f. Il vendere: vèndita. || fig. Frode, trafurelleria, che dicesi anco fig. vinnita a spacca e pisa.

Vinnitedda. dim., Vinnutuna. accr. di vinnita.

Vinnitta. s. f. Onta o danno che si fa in contraccambio di offesa ricevuta: vendetta. || a vinnitta, in gran quantità: a vendetta. Vale anche, da prodigo: alla scialacquata. || mala vinnitta: sciupinìo. || Sterminio, conquasso. Onde fari vinnitta: conquassare, sterminare. E anco: far un casa del diavolo. Oltre il suo significato di vendicare: far vendetta.

Vinnittazza. pegg. di vinnitta: vendettaccia.

Vinnittedda. dim. Vendettuccia.

Vinnitureddu. dim. di vinnituri.

Vinnituri tura trici. verb. Colui o colei che vende: venditore trice.

Vinnizzioni. s. f. Vendita: vendizione. || fig. Danno, frode.

Vinnuta. V. vinnita.

Vinnutu. add. Da vinniri: venduto. || carni vinnuta, chiaman i prezzolati da qualunque despota o tristo pe’ suoi capricci.

Vintacciulu. V. vinticciolu.

Vintagliaru. s m. Colui che fa o vende ventagli: ventagliajo, ventagliaro.

Vintagliazzu. pegg. di ventagliu: ventagliaccio.

Vintaglieddu. dim. Ventaglino.

Vintagliuni. accr. Ventaglione (A Firenze).

Vintaloru. V. firriolu (Mal.).

Vintana. V. vintuliata.

Vintari. V. vintiari. || V. ciusciari. A Castrogiovanni. || Per truvari (Mal.).

Vintariari. V. cunfiscari (Mal.) Da vintariu.

Vintàriu. V. confisca. Forse per catacresi da inventario, poichè prima di confiscare si faceva l’inventario (Mal.). Per inventariu V. (Pasq.).

Vintazzu. pegg. di ventu: ventaccio.

Vintèsimu. add. Nome numerale ordinativo di venti: ventesimo. || sost. Una delle venti parti: ventesimo.

Vinti. Nome numerale contenente due decine: venti (A. V. ital. vinti; e ancora in qualche luogo di Toscana).

Vintiamentu. s. m. Il ventare o venteggiare.

Vintiari. v. intr. Soffiare o tirar vento: ventare, venteggiare, ventilare. || Muoversi al vento: ventilare, sventolare || Detto del vino, cominciar a inacidirsi: pigliar lo spunto, il forte, infortire. || Dicesi del non istar ferma alcuna cosa nel suo sito: pencolare. || Rubare, involare: far vento. || att. Adocchiare una cosa alla sfuggiasca o fra tante altre cose: sbiluciare, spipitare (Fanf. Voc. d. u. Tosc.). || vintiarisi farsi vento: sventolarsi. || Pigliar aria, passeggiare. || nun lassari vintiari a unu, tenerlo troppo occupato: non lasciarlo respirare. || V. sbintuliari.

Vintiata. s. f. L’azione del ventare o ventilare: ventilamento. || V. vintuliata.

Vintiatedda. dim. di vintiata.

Vintiateddu. dim. di vintiatu.

Vintiatu. add. Da ventilare: ventato. || Detto del vino: che ha preso lo spunto. || Pencolato ecc.

Vinticciolu. dim. di ventu: venticciuolo (Mort.).

Vinticciuleddu. dim. di vinticciolu.

Vinticeddu. dim, di ventu: venticello.

Vinticinchina. s. f. Una quantità di venticinque cose o persone: venticinquina.

Vinticincu. s. m. e add. Nome numerale di venti più cinque: venticinque || Nel giuoco del tresette o della calabresella è l’aver il due e il tre di uno stesso seme.

Vinticincumila. s. m. e add. Nome numerale di venticinque migliaia: venticinque mila.

Vinticinquèsimu. add. Nome numerale ordinativo di venticinque: venticinquèsimo.

Vintiduesimu. add. Nome numerale ordinativo di ventidue: ventiduesimo.

Vintidui. s. e add. Nome numerale che comprende venti più due: ventidue.

Vintilazioni. V. ventilazioni e simile.

Vintimila. s. e add. Nome numerale comprendente venti migliaja: ventimila.

Vintina. s. f. Quantità che arriva alla somma di venti: ventina. || add. Si diceva di una qualità di tela di lino, ora altrimenti chiamata.

Vintinedda. dim. di vintina.

Vintinovèsimu. add. Nome numerale, ordinativo di ventinove: ventinovesimo.

Ventinovi. s. e add. Nome numerale di venti e nove: ventinove. || Prov. tutti li mali foru vintinovi, poi vinni guaddareddu e fici trenta, per ischerzo si dice del sopraggiunger altro guajo ai primi.

Vintinu. add. Di venti anni: ventenne.

Vintiquattrèsimu. add. Nome numerale ordinativo di ventiquattro: ventiquattrèsimo.

Vintiquattru. s. e add. Nome numerale di venti più quattro: ventiquattro.

Vintiseèsimu. add. Nome numerale ordinativo di ventisei: ventiseèsimo.

Vintisegrana lisciu. In gergo, detto ad uomo furbo e tristanzuolo: guidone, gancio, arruffone, figuro.

Vintisei. s. e add. Nome numerale di venti più sei: ventisei.

Vintisettèsimu. add. Nome numerale ordinativo di ventisette: ventisettesimo.

Vintisetti. s. e add. Nome numerale di venti più sette: ventisette.

Vintitrì. s. e add. Nome numerale di venti più tre: ventitrè. || fig. Culo, poichè nel libro dei sogni pel lotto il culo ha il num. 23; che in Toscana e in Napoli è il 16. || a vintitrì uri e tri quarti, presso a finire, presso a mancare: a ventitrè ore e tre quarti.

Vintrìesimu. add. Nome numerale ordinativo di ventitrè: ventitrèesimo. [p. 1091 modifica]

Vintìu. s. m. Il venteggiare, il ventilare: ventilamento.

Vintottèsimu. add. Nome numerale ordinativo di ventotto: ventottesimo.

Vintottu. s. e add. Nome numerale che comprende venti e otto: ventotto. || Per ischerzo è dim. di ventu. || chiantarisi cu vintottu, dissimulare, fingere di non accorgersi o di non sapere una cosa; tacersi.

Vintrata. s. f. Percossa del ventre: ventrata. || Peso del ventre, gravidanza: ventrata. || ’ntra ’na vintrata, detto di più figli nati a un parto: a una ventrata.

Vintrazza. pegg. di ventri: ventraccio.

Vintrera. s. f. Tasca di pelle che portano i cacciatori, o altri, attorno la pancia per riporvi le munizioni, o danari: ventriera, ventresca.

Vintricedda. dim. di ventri: ventricello.

Vintriculicchiu. dim. di vintriculu.

Vintriculuni. accr. di vintriculu.

Vintriculu. V. panzutu.

Vintrigghiu. s. m. Ventricolo carnoso degli uccelli: ventriglio.

Vintrigghiuni. accr. di vintrigghiu. || V. panza di canigghia.

Vintrisca. s. f. Pancia: ventresca.

Vintriscu. s. m. Cuojo di bue e simile, dalla parte del ventre.

Vintruzza. s. f. dim. di ventri: ventruccio.

Vintruzzu. s. m. dim. di ventri: ventruccio. || Per giseri V. || – di lu jiditu: polpastrello.

Vintu. V. in vinciri: vinto. || Idiotismo di San Cataldo per ventu V..

Vintuliari. v. intr. Muoversi che fa in aria una cosa spiegata al vento: ventolare. || Soffiar vento: ventare.

Vintuliata. s. f. Soffio impetuoso di vento: ventata. || ’nta ’na vintuliata, posto avv., subito, in un baleno.

Vintuliatedda. dim. Breve ventata: folata.

Vintuliatuna. accr. Forte ventata: sfuriata.

Vintunèsimu. add. Nome numerale ordinativo, di ventuno: ventunesimo.

Vintunu. s. e add. Nome numerale di venti più uno: ventuno.

Vintunura. Voce composta che vale ventuna ora. Nel modo prov. a vint’unura li pansi su tutt’una, poichè s’è desinato o cibi deliziosi o no, il nutrimento vi è dell’istesso modo, ogni uomo è satollo.

Vintura. s. f. Sorte, ciò che avviene, pigliasi in buon senso: ventura. || Corregge che attaccano la cassa della carrozza al carro (M. Siciliano). || a la vintura, fortuitamente, a caso: alla ventura. || a Diu e a la vintura, rimettersi a Dio e alla sorte, a ciò che avverrà: alla ventura. || prucacciarisi o circarisi la vintura, tentar la ventura, cercar ventura. || addiminari la vintura, prevedere il futuro altrui: far la ventura. || iri a la vintura, andar a tentar la ventura d’una impresa: andar alla ventura. || Prov. sedi sedi ca bona vintura ti veni, non precipitare gli affari, ma aspetta. || cu’ havi la bona vintura cci va la mugghieri prena fina la casa, chi è fortunato gli va tutto bene. || cci voli la vintura di Giufà: ci vuol un’oncia di fortuna e un diavolo che porti. || cu’ havi bona vintura piscialu lettu e dici ca suda: fatti buon nome e piscia a letto, e diranno che hai sudato.

Vinturedda. dim. di vintura. || Per antonomasia: venturoso.

Vintureri. s. m. Soldato non obbligato, ma che va alla guerra per cercar sua ventura: venturiere. || E per traslato si dice di altri in altre circostanze.

Vinturina. s. f. Gemma che ha macchette o vene di oro, sovra un fondo caffè: venturina.

Vinturusu. add. Felice, fortunato: venturoso. || malu vinturusu, all’opposto.

Vinturusuni. accr. di vinturusu.

Vintusa. s. f. Coppetta: ventosa. V. cuppetta.

Vintuseddu. dim. di vintusu.

Vintusità, Vintusitati. s. f. Peto: ventosità, ventositade, ventositate.

Vintusu. add. Esposto al vento, che ha vento: ventoso. || Che genera ventosità, detto di cibo: ventoso. || met. Gonfio, altiero: ventoso. || spina vintusa, V. spina. Sup. vintusissimu: ventosissimo.

Vinu. s. m. Noto liquore tratto dall’uva: vino. || || Il vizio del bere vino. || Per sim. quel liquore tratto dalle mele, dalle melagrane ecc.: vino. || a vinu, posto avv., ubbriaco. || – di famigghia, leggiero e di poco prezzo: vin da famiglia. || – di pastu, da bersi durante il pasto: vino da pasteggiare. || – asciuttu: vino asciutto. || – novu, vino nuovo. || – vecchiu: vino vecchio. || – niuru, biancu ecc.: vino nero, bianco ecc. || – ardenti: vino piccante, frizzante. || – pastusu: vino pastoso. || – carricu: vino denso, o se è del solo colore: vino carico. || – leggiu: vino leggiero. || – quariatu, quello che comincia ad avere la muffa: vino fiorito. || – guastatu: vino cercone, vino guasto. || – sinceru: vino sincero ecc. ecc. || aviri lu vinu bonu o tintu, vale esser buono o cattivo nella ebbrezza. || vinu cottu, mosto cotto che serve per condimento o altro: sapa. || Prov. lu vinu nun appi mai frenu, quand’uno è ubbriaco non sa ciò che fa. || lu bonu vinu dura sinu a la fezza, non si guasta. || lu vinu sia bonu e lu ciascu sia di crita, purchè sia buona la sostanza. || l’acqua mali faciri, lu vinu cunfurtibbuli: è bruttissimo peccato bere il vino innacquato. || pocu vinu, vivi primu, quando vi è roba poca, serviti prima, se non arrivi ad averne. || lu vinu e la donna fannu apostatari lu sapienti: donna e vino fanno ubbriacar il grande e il piccolino. || vinu amaru tenilu caru: vino amaro tienlo caro. || vinu biancu ’nforza lu ciascu: vino bianco rinforza il fiasco. || lu vinu è lu latti di li vecchi: il vino è la poppa de’ vecchi. || l’omu di vinu campa mischinu o nun vali un quattrlnu, l’ubbriacone val poco. || cui di vinu è amicu di sè stissu è nemicu, è chiaro. || nun ti mettiri in camminu, si la tua vucca nun sapi lu vinu, dice il bevitore: non ti metter in cammino se la bocca non sa di vino.

Vinusu. add. Di vino, appartenente a vino: vinoso. || Si dice pure dell’uva che ha in sè molto vino: vinoso.

Vinuta. s. f. Il venire: venuta. || a la vinuta, si dice pure per: al ritorno.

Vinutu. add. Da venire: venuto. || nn’è vinutu, [p. 1092 modifica] vale, è strappato, è sconficcato, è divelto. || ben vinutu, modo di salutare chi arriva: ben venuto.

Vinuzzu. dim. e vezz. di vinu: vinettino.

Viola. s. f. T. bot. Fiore di varie sorte e colori: viola. || La pianta che lo produce: violo. Dianthus caryophillus L. || Sorta di pesce, di colore rossastro. || Propriamente quella pianticella di fiori di color gridellino cupo: màmmola, viola mammola. || T. mus. Strumento a corde che si sona coll’arco: viola. || Color di viola: violetto.

Violabbili. add. Soggetto a violazione: violabile.

Violaci, Violàciu. add. Del color di viola: violaceo.

Violamentu. s. m. L’atto del violare: violamento.

Violari. v. a. Abusar della forza per offendere legge, comando, pudore ecc.: violare. || Sverginare, struprare: violare.

Violatu. add. Da violare: violato. || Di color di viola mammola: violato. || Con infusione di viole: violato.

Violaturi –trici. verb. Chi o che viola: violatore –trice.

Violazzioni. s. f. Il violare: violazione. || Strupro: violazione.

Violentari. v. a. Sforzare, fare o aver per forza: violentare. P. pass. violentatu: violentato.

Violentaturi –trici. verb. Chi o che violenta: violentatore –trice.

Violenti. V. violentu.

Violentimenti. avv. Con violenza: violentemente.

Violentissimamenti. avv. sup. Violentissimamente.

Violentu. add. Che fa violenza, o fatto per violenza: violento, violente. Sup. violentissimu: violentissimo.

Violenza. s. f. Forza usata a danno od offesa altrui: violenza.

Violettu. add. Di color di viola mammola: violetto. || sost. Il color violetto: violetto.

Violu. s. m. Via senza case e ne’ campi: viòttolo. E violo nel Sienese. || Quello in mezzo del podere che conduce da una banda all’altra di esso: viòttola. || Striscia che fa l’acqua o altro per terra: stroscia. || violu battutu, fig. il retto sentiero. || sgarrari o nzirtari lu violu, fig. indovinare o no.

'Viòttula. s. f., ’Viòttulu. s. m. (An. M.) V. violu.

Vìpara. s. f. T. zool. Serpente velenoso, grigio, partorisce non uova ma serpentelli formati, d’onde il suo nome: vìpera. Colubes berus L. || addivintari ’na vipara, fig. incrudelire, imbestialirsi: inviperire.

Viparedda. dim. di vipera: viperetta, viperella, viperina.

Vìpera. V. vìpara.

Viperinu. add. Da vipera: viperino.

Vìppita. s. f. Il bere: bìbita, bevuta. || Per mancia, poichè si dà come regalar da bere.

Vipira. V. vipara.

Viraci. V. veraci.

Virari. v. a. T. mar. Far volger la nave dall’uno all’altro lato: virare.

Virbena. V. verbena.

Virbèriu. s. m. Pensiero fisso: fissazione.

Vircigghiu, Vircignu. V. miccinu,

Virdastru. add. Che tende al verde: verdastro.

Virdi. s. m. Il color verde: verde. || Verdura: verde. || vidiri ’na cosa vistuta di virdi, presagire qualcosa di non venturoso. || virdi è, e va ca l’avisti, modo prov. minaccia di non volere o non poter condiscendere. || virdi anticu, sorta di marmo di color verde e macchie bianche: verde antico. || – azzurru, verde che dà nell’azzurro: verdazzurro. || – buttigghia, simile al vetro delle bottiglie. || – eternu, verde vino, che non perde mai la sua bellezza: verde eterno. || – pisedda, verde come li piselli: verde pisello. || essiri a lu virdi, esser allo estremo, alla fine, in bisogno: esser al verde.

Virdi. add. Di color verde: verde. || met. Fresco, non secco: verde. || fig. Vivo pieno di speranza: verde. || Giovane: verde. || Acerbo, agro, aspro: verde. || Detto di posteme, suppurazione ecc.: immaturo. || virdi comu l’agghia, si dice di persona di cattivo colore: verde come il ramarro. Si dice ancora di frutta troppo acerbe; e forse in questo senso l’usa Cecco da Varlungo quando per traslato dice: prima ero fresco e verde come un aglio. || Prov. nun sempri virdi si manteni un citru, il mondo cambia: non sempre la luna sta in tondo. Sup. virdissimu: verdissimo.

Virdiggiamentu. s. m. Il verdeggiare: verdeggiamento.

Virdiggiari. v. intr. Mostrarsi verde, apparir verde: verdeggiare. P. pass. virdiggianti: verdeggiante. P. pass. virdiggiatu: verdeggiato.

Virdinu. s. m. Materia per color verde che si adopera dai pittori: verdetto.

Virdirramu. s. m. Quella gruma verde che si genera nel rame per l’azione dei corpi ossigenati: verderame.

Virdisca. s. f. (Spat.). Casotto di legno in sulle torri che era una movibile caterratta fra’ merli: bertesca.

Virdiscu. s. m. Raro mostro marino, dannoso a’ pescatori.

Virdisi. s. f. Sorta di vite: verdecchio. E l’uva di essa: verdecchia o verdolina (forse).

Virdizza. s. f. Qualità di ciò che è verde: verdezza.

Virdognu, Virdògnulu. add. Che ha del verde: verdògnolo.

Virdònicu. add. Che ha del verde: verdigno. || V. pallidu.

Virdozzu. accr. e pegg. di virdi: verdoccio.

Virdulidda. s. f. T. zool. Piccolo uccello di passa: luì verde. Sylvia sylvicola L. || Musica che accompagna le leggende popolari campagnuole e sollazzevoli. || cantari la virdulidda, lo star a letto e non dormire.

Virduliddu, dim. Alquanto verde: verdiccio.

Virdumaru. V. ’nzalataru.

Virdumi. s. m. La parte verdeggiante delle piante: verdume. || Verdezza: verdore. || Fiele, umori viscerali.

Virduna. add. Dicesi di una sorta di fichi.

Virdunazzu. pegg. di virduni.

Virduneddu. dim. di virduni.

Virdunera. s. f. Arnese formato da un pezzo di asse in mezzo a cui è uno specchio con due vasetti a fianco, uno con panico, l’altro con acqua, un saltatoio fatto a ringhiera, e vi si [p. 1093 modifica] tiene un verdone addomesticato a volarvi. || Per ischerzo si dice dei terrazzi piccoli o mal fatti.

Virduni. s. m. T. zool. Uccello grosso quanto una passera, verde: verdone, calenzuolo.

Virduni. add. Sorta di color verde pieno: verdone.

Virdura. s. f. Quantità d’erba, di germogli ecc. verdeggianti: verdura, verzura. || Ogni erba buona a mangiare: erbaggio, camangiare. || Color verde: verzura.

Virduraru. s. m. Chi vende erbaggi: erbajuolo, erbaruolo. || Chi fa lavori in bosso, mortella ecc.

Virduri. V. virdura al § 3.

Virè, Viremma. V. midemma.

Virga. Bacchetta, bastoncello sottile: verga. || Membro virile: verga. || fig. Il rigore della disciplina poggiata nel bastone. || – di battiri, bacchetta da battere i panni: scudiscio. || – di li viscati, la vergella impaniata: bacchettina da pania, paniuzzola. || Prov. li virghi nun si rumpinu tutti nzemmula, l’unione fa la forza.

Virgazza. pegg. di virga.

Virgata. s. f. Colpo di verga: vergata.

Virgatedda. dim. di virgata.

Virgatuna. accr. di virgata.

Virgatu. add. Dicesi de’ panni o drappi con liste: vergato. || Dicesi pure di cosa composta di parti tra sè diverse e varie: vergato.

Virghïari. v. a. Percuotere con verga: vergheggiare, svergheggiare. P. pass. virghiatu: vergheggiato.

Virghicedda, Virghitta. dim. di virga: verghetta, vergella. || Scudiscetto.

Virghittedda. dim. di virghitta: verghettina.

Virghitu. s. m. Luogo a verghe (Mal.).

Virginali. add. Di vergine: verginale.

Virginedda s. f., Virgineddu s. m. dim. di virgini: verginella, verginello. || fari la virginedda a lu pantanu, frizzo diretto a una maliziosetta che voglia far da sempliciona.

Virgìneu. add. Verginale: vergìneo.

Vìrgini. s. m. e f. Maschio o femmina che non sian venuti ad atto carnale: vèrgine. || Uno dei segni dello zodiaco: la vergine. || Per antonomasia, la madre di Gesù Cristo, decretata vergine in un concilio: la vergine.

Virgini. add. Che ha verginità: vèrgine. || Dicesi anche di qualunque cosa ancora non adoperata, non usata: vergine. || essiri virgini d’una cosa, non avervi avuto parte: esser vergine o aver le mani vergini d’una cosa. || testa virgini, inetto, disadatto o rozzo. || vinu virgini, che non ha bollito sul tino: vino vergine. || ogghiu virgini, tratto da ulive non riscaldate: olio vergine. Sup. virginissimu. verginissimo.

Virgìnia. s. f. Sorta di tabacco, forse venuta prima dalla Virginia (America): virginia.

Virginità, Virginitati. s. f. Qualità e stato di vergine, purità, interezza: verginità, verginitade, verginitate.

Virgogna. V. vrigogna (Rau).

Vìrgula. s. f. Segno di posa nella scrittura: vìrgola. || parrari cu li virguli e li punti, parlar esattamente e per l’appunto.

Virgulari. v. a. Porre nella scrittura le virgole: virgolare. P. pass. virgulatu: virgolato.

Virguletta, Virgulicchia, Virgulidda. dim. di virgula: virgoletta, virgolina.

Virgunata. s. f. Colpo di grossa verga.

Virguna, Virguni. accr. di virga: vergone (pl. virguni). || Quella nerezza che fa alla pelle una percossa: scigrigna, lividore. || Tralcio di vite.

Viria, Virica. V. virga. Così in Mineo. E così anco altre voci simili.

Viricamentu. Idiotismo per midicamentu V.

Virìficu. V. verificazzioni.

Virili. add. Da uomo, maschio: virile. || Contrario di effeminato: virile. || età virili, virilità: età virile.

Virilicu. V. birricu.

Virilità. s. f. Quella età fra la gioventù e la vecchiaia: virilità. || Robustezza, vigore: virilità.

Virilmenti, avv. Valorosamente: virilmente.

Virina. s. f. La parte spugnosa che forma il corpo interiore e rigonfio della mammella, specialmente in quelle delle vacche: glandula mammaria. Dal Lat. uber, quasi uberina ecc.

Virinedda. dim. di virina.

Virinu. s. m. V. virina. || fari virinu, rigonfiarsi.

Viriola. s. f. Sorta di pesce.

Vìriri. V. vìdiri.

Virità, Viritati. V. virità.

Viriteri. add. Che procede con verità, che dice la verità: veritiere.

Virìticu. V. verìdicu (Sal. Salomone-Marino).

Virmazzu. pegg. di vermi: bacaccio. || V. virmuni.

Virmicciolu. dim. Vermicciolo.

Virmicciuleddu. dim. di virmicciolu: vermiccioluccio, vermiccioluzzo.

Virmicedda. V. virmidda.

Virmiceddu. dim. di vermi: vermicello. || In pl. pasta a fila sottili: vermicelli. || – filati, vermicelli fatti con farina, uova e zafferano, conditi più squisitamente. || – di tria, vermicelli più grossetti dei capellini: sopracapellini. || jittari li virmiceddi, fig., ridire ciò che si sa intorno a checchessia: sgocciolar il baletto o barlotto. || fari jittari li virmiceddi: tirar su le calze, far ridire ogni cosa.

Virmiciddaria. s. f. Bottega da vermicellaio.

Virmiciddaru. s. m. Fabbricatore di vermicelli e simili pastumi: vermicellajo. || add. Di una specie di zucche buone a mangiarsi in frittura, simili al popone, ma colla scorza marmorizzata di bianco sul verde.

Virmicidduzzi. s. m.pl. Spezie di pasta più fina de’ vermicelli: vermicelletti, sopraffini, spilloni (A Firenze).

Virmidda. s. f. e add. Uva di acini minuti, compatti, bianco-giallicci, per far vino.

Virmigghiu. add. Rosso acceso, del color del chérmisi: vermiglio.

Virmigghiuneddu. dim. di virmigghiuni.

Virmigghiuni. s. m. Filo di metallo attorcigliato a spira, che forma come un cordone elastico: saltaleone. || Materia onde formasi il color vermiglio: vermiglione.

Virmigghizza. s. f. Qualità di ciò che è vermiglio: vermigliezza.

Virmillata. V. mirmillata. [p. 1094 modifica]

Virminusu. add. Che ha vermini, pieno di vermini: verminoso. || crapa virminusa, fig. dicesi a persona irrequieta.

Virmuni. accr. di vermi.

Virmuzzu. dim. Verminetto, verminuzzo, bacolino.

Virnari. v. intr. Far festa: esultare (Mal.). || V. svernari.

Virnicatu. V. lemmu, di legno. A Trapani (Mal. e Pasq.). Vaso vernicato, cioè verniciato; vaso da cucina: vernicato.

Virnicchi. s. m. Strumento per torturare, usato ne’ beati tempi delle torture. || Pezzetto di canna o altro a che i fanciulli inforcano a mo’ di occhiale al naso. Virnicchi in Napoli è ciò che per noi turcituri V. (Pasq.).

Virnici. s. f. Composto di gomme, ragia e altri ingredienti per dare il lustro a checchessia: vernice. || Per sim. liscio belletto: vernice. || dari o passari la virnici, inverniciare.

Virniciari. v. a. Inverniciare: verniciare. P. pass. virniciatu: verniciato.

Virniciaru. s. m. Colui che dà la vernice: verniciajo.

Virniciata. s. f. Il verniciare: verniciata.

Virniciatura. s. f. L’atto e l’effetto del verniciare: verniciatura.

Virniciaturi. V. virniciaru.

Virnìtica. s. f. Donna che ha la vagina stretta (Mal.).

Virnu. Idiotismo di S. Cataldo per ’nvernu V.

Virrica. V. virga. In Siracusa (Macaluso-Storaci).

Virricu. Corrotto di viddicu, per pancia.

Virrina. s. f. Strumento da forare, che ha la punta a spire: succhio, verrina. || fig. Persona che fa imbrogli e rigiri: rigirone, arzigogolone.

Virrinedda. dim. di virrina: succhiello, succhiellino. || Rigiratorello.

Virriniari. v. a. Bucare col succhiello: succhiellare, succhiellinare.

Virrinuna, Virrinuni. accr. di virrina: trivello, trivellone. V. passaturi.

Virriusu. V. virrutu.

Virruggiu. s. m. Ferro lungo un palmo e acuto a guisa di punteruolo, col quale si forano le botti per assaggiare il vino: spillo.

Virruni. s. m. Terrazzo o loggia: verone.

Virrusu, Virrutu. add. Irrequieto, rabbioso: rabbino, bizzoso. Da verra V.

Virsana. V. virsura.

Virsari. V. versari.

Virsazzu. pegg. di versu: versaccio.

Virsèriu. s. m. Il diavolo, l’avversario: aversiere, versiera. || Ragazzo maligno, fastidioso e insolente: versiera. || Qualunque persona maliziosa e insolente: versiera. || a virseriu: alla mal’ora.

Virsettu. V. versettu.

Virsiari. v. intr. Far versi: verseggiare. || Detto dell’uccello, cantare: tirar il verso.

Virsicchi. V. ficchi.

Virsiceddu. dim. di versu: versetto, versino, verserello, versicciuolo. || Canto gentile di uccellino: versino.

Virsificari. V. versificari.

Virsura. s. f. Quel volgere che fa l’aratro in ripigliando un nuovo solco; il luogo dove si fa ciò. || Il punto dove comincia il contadino nel seminare. || Prov. virsura lunga e voi lentu, virsura brevi e voi grossu, modi come questo volgimento deve farsi (Lat. versura: voltura).

Virsuredda. dim. di virsura.

Virtateru. V. veriteru (Sp. verdadero).

Virteri. s. m. Il timone della carretta.

Virticchiaru. add. Qualità di cotogni, nespoli, che son migliori degli ordinari.

Virticchiazzu. pegg. e accr. di virticchiu.

Virticchieddu. dim. di virticchiu. || Deliquietto. || Per sautampizzu V.

Virticchiu. s. m. Piastrella tonda bucata che si pone nel fuso: fusajuolo, fusajolo. || fig. svenimento: deliquio. || li virticchia di la matri, lobi carnosi e spugnosi, appiccati alle matrici delle vacche: cotiledoni. || nun è virticchiu ch’arrozzula, non è cosa che va. || abballa virticchiu, tafferuglio, arruffio: trambusto. || ’n autru virticchiu ca lu fusu è chinu, modo di esprimersi per dire: un’altra bubbola, un’altra cosa curiosa. (Sonvi in ital. certe palle forate e scanalate, che servon a fare scorrere corde, dette teste di moro, le quali pure chiamansi verticchi. Del resto dal Lat. vertere sarà l’origine).

Virticchiuneddu. dim. di virticchiuni.

Virticchiuni. accr. di virticchiu. || Sorta di fungo rotondo e carnacciuto: cappellone. || Qualunque prominenza sulla superficie di alcuni corpi: bernòccolo.

Virticini, Virtìggini. s. f. Capogiro: vertìgine.

Virtigginusu. add. Che patisce vertigine: vertiginoso. Sup. virtigginusissimu: vertiginosissimo.

Virtù. s. f. Abito o disposizione di operar bene: virtù, virtude, virtute. || Valore, eccellenza di buona qualità: virtù. || Possanza, rigore, forza, e qualità naturale: virtù. || Coraggio, fortezza d’animo: virtù. || Sapere in quanto ad arte o scienza. E per qualità in generale. || in virtù di..., in forza, per ragion di...: in virtù di.... || Prov. la virtù tantu cchiù è ’nn autu, tantu cchiù risplenni, la virtù de’ magnati risplende più. || la virtù s’illustra cu li travagghi, a questo sì ci credo. || la virtù è la cchiù cara cosa di lu munnu, è chiaro e vero. || la virtù non mori mai, è immortale. || cu’ di virtù nun havi appoju, mancannucci la robba arresta nudu, quanti si credon grandi sol perchè hanno quattrini! e poi son miserabili di scienza. || fari di necessità virtù, operare bene per forza, uniformarsi: fare della necessità virtù. || cu’ simina virtù assai ricogghi: chi semina virtù fama raccoglie.

Virtulicchia, Virtulidda. dim. di vertula.

Virtuluni. accr. di vertula.

Virtuti. V. virtù.

Virtuusamenti. avv. Con virtù, con valore: virtuosamente. || Con maestria grande: virtuosamente.

Virtuusu. add. Che ha virtù, che cagiona virtù: virtuoso. || Industrioso, lavoratore. || Dotato di possanza naturale: virtuoso. || sost. Artista da teatro, da ballo ecc.: virtuoso. Sup. virtuusissimu: virtuosissimo. [p. 1095 modifica]

Virtuusuni. accr. di virtuusu.

Virulentu. add. Velenoso: virulento (Mort.).

Virzeddu. s. m. Verga di ferro, quadrangolare che serve a minuti lavori (Di Marco).

Virzottu. V. vurzottu (An. Cat.)

Visavì. s. m. Colui che nel ballare la quadriglia sta rimpetto all’altro: facciatina (Buscaino).

Visazza. s. f. Due tasche grandi come due sacchi attaccati, riempionsi di roba e caricansi a’ somieri: bisaccia, bisacce.

Visazzedda. dim. di visazza.

Visazzioni. V. pretestu (Biundi).

Visazzotta. dim. Bisaccia men piccola.

Visazzuna. accr. di visazza.

Visca. V. vrisca.

Viscanti. V. chitarra (Mal.).

Viscateddu. s. m. Fuscelletto impaniato per pigliar uccelli: paniuzzola.

Viscatu. s. m. Verga impaniata per pigliar uccelli: paniuzza, paniuzzo.

Viscatuni. accr. di viscatu: panione, vergone (pl. viscatuna).

Viscerali. add. Appartenente a viscere: viscerale.

Visceru. s. m. Parte interiore del corpo: vìscere. || met. L’intimo del cuore: viscera f. e viscere f. e m. || E l’intimo di checchessia: viscere.

Vischiddu. V. panareddu (Mal. e Pasq.).

Viscia. s. f. Piccol venticello freddo: brezza.

Vìscidu, Vìscitu. s. m. Quantità di materie viscide: viscidume. || Malattia per cui si segrega molta saliva: tialismo, tielismo. || nun fari nè cuitu, nè viscitu, non calere, non far impressione: non far nè caldo nè freddo (Da viscere).

Viscitusu. add. Che patisce o produce viscitu.

Visconti. s. m. Titolo aristocratico, meno che conte: visconte.

Viscòrnia. s. f. Incudinetta a due corna prolungate per lavori di latta ecc.: bicòrnia.

Viscottu. s. m. Pane ben cotto e tosto: biscotto. || Pasta leggiera, aromatica e dolce, cotta in forno per dolciumi: biscotto. || Prov. nun t’immarcari senza viscottu, non imprender cosa senza apparecchio: non bisogna imbarcarsi senza biscotto. || lu signuri duna lu viscottu a cu’ nun si lu sapi arrusicari, o a cu’ nun havi ganghi, la fortuna va da chi non ne sa approfittare: il grano va a chi non ha sacca, o chi ha denti non ha pane, chi ha pane non ha denti.

Viscu. s. m. Frutice che nasce su’ rami della quercia, del pero ecc. e serve a trarne la pania: vischio, visco. || La materia tenace fatta dalla bacche del vischio, per pigliare uccelli: pània, vischio. || met. Inganno dove altri resti preso: vischio.

Viscugghi. V. frascugghi.

Viscugghiari. V. vuscugghiari.

Viscuntatu, Viscuntìa. s. m. Dominio, feudo ove tiranneggia il visconte: viscontado, viscontea.

Viscuntissa. fem. di visconti: viscontessa.

Viscusazzu. pegg. di viscusu.

Viscuseddu. dim. Viscosetto.

Viscusia. s. f. Astuzia, malizia: versùzia.

Viscusità. s. f. Qualità di ciò che è viscoso: viscosità, vischiosità.

Viscusu. add. Tenace, di qualità del visco: viscoso, vischioso. || Appiccicaticcio. Sup. viscusissimu: viscosissimo.

Viscuttarìa. s. f. Luogo dove fansi biscotti: biscotteria. || Assortimento di biscotti: biscotteria.

Viscuttaru. s. m. Colui che fa biscotti: biscottajo.

Viscutteddu. dim. di viscottu: biscottino.

Viscuttinarìa. s. f. Quantità di biscottini.

Viscuttinu. V. viscutteddu.

Viscuvali. add. Vescovile: vescovale.

Viscuvatu. s. m. Dignità di vescovo: vescovado. || Ufficio, curia, abitazione del vescovo: vescovado. || Territorio della giurisdizione del vescovo: vescovato.

Viscuveddu. dim. di vescovo: vescovetto.

Viscuvili. add. Di o da vescovo: vescovile.

Viscuvu. s. m. Prete, nella gerarchia della Chiesa, di grado elevato sul gregge degli altri preti della diocesi: vèscovo.

Viscuvuni. accr. di viscuvu.

Visenteri. V. dissenteria (Pasq.).

Visera. s. f. Parte dell’elmo che copre il viso: visiera. || Cappuccio che cuopre completamente il capo, e vi si fanno due fori per vedere, l’usan i battuti (da noi babbuini): buffa, visiera.

Visibbili. add. Che può vedersi: visibile. Sup. visibbilissimu: visibilissimo.

Visibbilità. s. f. Qualità di ciò che è visibile: visibilità.

Visibbìliu. Voce latina corrotta, usata nella frase iri ’n visibbìliu, andar in estasi: andar in visibilio.

Visibbilmenti. avv. In modo visibile: visibilmente.

Vìsina. V. guisina || E per serpe in generale.

Visionariu. s. m. Quegli che si figura le cose e le crede, come se le avesse avute in visione: visionario.

Visioni. s. f. Il vedere: visione. || Immagine apparente: visione. || Apparizione di cose che l’uomo vede in sogno, o pargli di vedere in atto di grande astrazione di mente: visione.

Visir. s. m. Primo ministro della corte del Turco: visire.

Vìsita. s. f. L’atto del visitare: visita. || In pl. i mestrui delle donne. || iri ’n visita, andare i superiori visitando i luoghi di loro giurisdizione: andare in visita.

Visitamentu. s. m. Il visitare: visitamento.

Visitari. v. a. Andar a vedere altrui per ufficio di carità, per affezione, per osservanza: visitare. || Per sim. andare in alcun luogo per veder checchessia: visitare. P. pres. visitanti: visitante. P. pass. visitatu: visitato.

Visitaturi –trici. verb. Chi o che visita: visitatore –trice. || Chi è proposto a visitare un luogo per sopraintendere, osservare ecc.: visitatore.

Visitazzioni. s. f. Visitamento: visitazione. || Il giorno in cui si celebra la festa in memoria della visita fatta da Maria a S. Elisabetta: la visitazione; che è il 2 luglio.

Visitedda. dim. di visita.

Visittu. s. m. Vestito che copre le spalle, il seno e le braccia: busto.

Vìsitu. V. luttu. || iri a lu visitu, andar a condolersi. || teniri visitu, ricever le condoglianze in occasione della perdita di un parente (Pasq. dalle visite che si ricevono in tali occasioni).

Visitusu. add. Vestito a bruno per onore di un [p. 1096 modifica] morto. || Detto di luogo ermo, diserto e malinconico.

Visiunàriu. V. visionariu.

Visiunedda. dim. di visioni.

Visìvu. add. Che ha virtù e potenza di vedere: visivo. || Per visibbili V.

Vispara, Vispalora. s. f. e add. Uva da vino, di tre specie.

Vispaloru. V. vespaju.

Visparia. s. m. T. zool. Pianta vulneraria e detergente che cresce lungo le valli umide e nei boschetti: bifoglio. Ophrys apifera. L.

Visparu. V. vespaju.

Visparuni. accr. di visparu. || accr. di vispara.

Vispicu. V. viscuvu.

Vispigghiu. V. bisbigghiu.

Vispirali. (Scob.). V. vespertinu..

Vispisa. V. pispisa.

Vispizza. s. f. Qualità di ciò che è vispo: vispezza.

Vispu. add. Pronto, agile, bizzarro: vispo.

Vissica. s. f. Membrana sotto il ventre, ove sta l’orina: vescica, vessica. || Ricettacolo d’aria in molti pesci: vescica. || Per pàpula V. || Prov. vinniri vissichi pri lanterni, ingannare dando una cosa per altra: vender vesciche per lanterne.

Vissicanti. s. m. Medicamento caustico, che esteriormente applicato, fa levar vescica: vescicante. || Per persona o cosa incresciosa, nojosa: camorro, catrame (fig.) usato dal Lori nella Mea.

Vissicari. v. a. Far l’effetto che fa il vescicante.

Vissicatu. add. Dicesi della parte del corpo dove il vescicante ha levato vescica.

Vissichedda. dim. di vissica: vescichetta.

Vista. s f. Senso e atto del vedere: vista. || Apparenza, sembianza: vista. || Riguardo considerazione, mira: vista. || Prospetto, facciata di un edifizio. || Dimostrazione, segno esteriore: vista. || Avvenimento curioso: spettàcolo, scenata. || Occhi: vista. || Verone, ringhiera, finestra, luogo onde siavi veduta, o simile: vista. || Per luggetta V. || essiri di vista, esser vistoso, appariscente. || fari vista, V. essiri di vista. Vale anco simulare, fingere: far vista, far le viste. || fari gran vista, fare grandi dimostrazioni, burbanze: fare gran vista. || a vista, a occhio: a vista. Vale anco: di fronte. E T. comm. dicesi delle lettere di cambio da pagarsi subito: a vista. || a prima vista, di prima vista, posto avv. subito che sia veduto: a o di prima vista. || canusciri di vista, conoscere solamente di figura: conoscere di veduta o di vista. || stari a li visti, attendere che una cosa si svolga, mettersi ad esplorare: star alle vedette. || aviri a vista, aver adocchiato. || a la vista o in vista, apparentemente: in vista. || mettiri a vista, esporre che ognuno vegga. || dari ’na vista, vedere così superficialmente: dar una vista. || accupari la vista, impedirla: occupar la vista. || perdiri di vista, non veder più una cosa: perdere di vista. || perdiri la vista, accecare. || veniri la vista, riacquistarla. || a li visti, si dice di legno o simile che si veda appena da lontano: alle viste. || a vista d’occhi, in modo rapido e manifesto, p. e. crescere a occhiate. || tuttu vista, si dice a chi non è buono ad altro che a comparire: bacheco, bellimbusto. || a vista di unu, a tal distanza da esser potuto vedere: a vista di uno. || mettiri ’n vista, far conoscere uno o una cosa, per buono o reo effetto: metter in vista, p. e. lo mise in vista alla polizia (Tomm.). || la vista di l’occhi, per maggior efficacia: la vista degli occhi. || Prov. la vista soli ’ngannari, per cui non bisogna mai giudicar così a vista: l’apparenza inganna.

Vistazza. pegg. di vesta: vestaccia. || pegg. di vista. || Per ariazza V. || Alle volte è magnif. e vale: bella figura.

Vistentu. s. m. Esitazione, indugio: bistento (ma è A. V. ital.).

Vistiamaru. V. bestiamaru.

Vistiami. V. bestiami.

Vistiariu. V. vestiariu.

Vistiazza. pegg. di vestia. || V. bistiazza.

Visticedda. dim. di vesta: vesticciuola, vestetta, gonnellino. || dim. di vista.

Vistiedda. dim. di vestia.

Vistimentu. s. m. L’abito che si porta per bisogno o per ornamento: vestimento. || Prov. su onurati li vistimenti e no la pirsuna: ognun vede il mantello, nessun vede il budello.

Vistiminteddu. dim. di vistimentu: vestitino.

Vistimintuni. accr. Ricco, pomposo vestimento.

Vistina. dim. Veste piccola, o elegante. || V. vesta.

Vistinedda. dim. di vistina. || Gonnellino dei bambini.

Vistiolu. s. m. V. jencu o viteddu.

Vistiri. V. vèstiri.

Vistiteddu. dim. di vistitu: vestitino, vestitello, vestituccio.

Vistitu. s. m. Vestimento: vestito. || La spesa e mantenimento del vestire: vestito (pl. vistita e vistiti). || – a cori o a fisciù: vestito a fisciù. || – a saccu: vestito a cappa. V. anco fisciù, saccu ecc.

Vistitura. s. f. La foggia e maniera del vestire: vestitura.

Vistiuleddu. dim. di vistiolu.

Vistiuna. accr. di vestia.

Vistiuni. V. bistiuni.

Vistizzioni. Il vestirsi, il vestire l’abito di un qualche ordine religioso, o cavalleresco ecc.: vestizione.

Vistu. add. Da vedere: visto. || Così chiamasi il segno o la firma che appone colui a cui deve esser fatta vedere una carta: visto. || Prov. cosi visti mità, cuntati nenti: delle cose che tu vedi, sbattine tre quarti; e di quelle che tu senti sbattine più.

Vistuàriu. V. vestiàriu.

Vistuna. accr. di vesta: vestone.

Vistusamenti. avv. In maniera vistosa: vistosamente.

Vistuseddu. dim. di vistusu: vistosetto.

Vistusità. s. f. Appariscenza, qualità di ciò che è vistoso: vistosità.

Vistusu. add. Di bella vista, che soddisfa all’occhio: vistoso. Sup. vistusissimu: vistosissimo.

Vistuta. s. f. Il vestire: vestimento.

Vistutedda. dim. di vistuta.

Vistuteddu. dim. di vistutu. Vestito alla bella e meglio. [p. 1097 modifica]

Vistutina. V. vistuta.

Vistutu. add. Da vestire: vestito. || – di casa: vestito da casa. || – di nesciri: vestito da fuori. || – di biancu, di russu, di niuru ecc.: vestito di bianco, di rosso, a nero, o bianco vestito ecc. || sumeri quasatu e vistutu, asino davvero o del tutto: asino calzato o vestito. || Prov. centu vistuti nun ponnu spugghiari a unu nuru, al povero non v’è che prendergli. || a locu unni nun si canusciutu, comu si vistutu si rassumigghiatu: tal ti guarda la cappa, che non ti vede la borsa (A. V. ital. vestuto. Dante).

Visu. s. m. (Mort. e Pitrè). Faccia: viso. || Il vedere: viso. Onde tistimoniu di visu: testimone oculare.

Visuali. s. f. Veduta, prospettiva: visuale. || add. Appartenente a vista: visuale.

Visualmenti. avv. Per mezzo della vista: visualmente.

Visula. V. bisula. || Per maduni V. A Catania.

Visulocu. s. m. Visita in sul luogo. || Ricerca minuta, diligente inquisizione: perquisizione. || fari lu visu locu, visitare, andare in sul luogo, per riconoscervi alcun fatto od alcuna cosa: andare all’accesso di un luogo.

Vita. s. f. Il vivere, e il tempo che si vive: vita. || Costumi, il modo o qualità di vivere: vita. || Anima: vita. || Racconto, storia della vita: vita. || Salute, sanità: vita. || Per espressione di affetto dicesi a persona amata: vita. || Persona, anzi quella parte del corpo che è sopra i fianchi: vita. || E la parte del vestito che cinge questa parte del corpo: vita. Onde si dicono a la vita: a vita, quelle vesti che non sono a sacco, ma modellate nella forma del busto. || essiri ’n vita, vivere: esser in vita. || tirari avanti l’amara vita, campucchiare stentatamente: trarre stretta vita. || passari la vita a..., vivere facendo tal cosa: menar la vita..., trarre la vita... || passari all’autra vita, morire: passar di vita o all’altra vita o a miglior vita. || perdiri la vita, morire: perder la vita. || dari la vita, spendere la vita, offerirsi pronto alla morte: dar la vita. E vale anco, fare che altri viva: dare o prestar la vita. Rimetter la pena di morte: donar la vita. E fig. apportare grande consolazione: dar la vita. || livari la vita, uccidere: torre la vita. E met. vessare, travagliare, staccare, trafelare. || a vita, per quanto dura la vita: a vita. || vita beata, menar la vita di buoni o di rei costumi: far buona o cattiva vita. Ovvero vivere lontanamente o miseramente: far buona vita o vita magra, ovvero far mala vita o vita stretta. || leggiri la vita ad unu, rimproverarlo o sparlarne, anco in altre parti d’Italia, dicesi: legger la vita ad uno. || amurusa vita, l’amoreggiare, l’andar dietro alle donne: amorosa vita. || pri vita mia, modo di giurare: per la mia vita. || pri vita vostra, modo di scongiurare altrui: per vita vostra. || fari la vita di lu beatu porcu, vivere agiata vita, senza brighe, senza pensieri: darsi vita, far vita magna o sbracata, far vita d’oro. || maliziusu, jucaturi, chiacchiaruni ecc. pri la vita, in sommo grado, quanto uno può essere: furbo, giocatore, chiacchierone ecc., per la vita. || vita pri vita, la vita di uno ne vada per guarentigia, sotto pena di morte. || vita privata, vita beata, chi non ha funzioni pubbliche da esercitare, gode. || comu ti sappi la vita dulcedo, cussì ti saccia l’a te suspiramu, tratto dell’antifona salve regina, si dice di chi cade in bassa fortuna: chi ha goduto, sgoda. || quali è la vita, tali sarrà lu fini, ovvero tali vita, tali ’nfinita: dimmi la vita che fai, e ti dirò la morte che farai. || la vita umana è simili a la rosa, forse per le spine. || cu’ sprezza la vita, nun timi la morti, è chiaro. || la vita di l’omu passa comu ventu, e forse più veloce. || la vita di l’omu è curta e travagghiata, corta sì, travagliata non tutti. || la vita di l’omu è una guerra, allora la guerra è vita. || la bona vita manteni la bona zita, ha due sensi secondo che si prende la voce vita nel senso dell’esser vissuto, ovvero nel senso di busto.

Vitalba. s. f. Pianta che ha tralci come la vite, fa fiori bianchi odorosi: vitalba. Clematis vitalba L.

Vitali. add. Di vita, che dà o che ha vita: vitale.

Vitalmenti. avv. Con vitalità: vitalmente.

Vitalità. s. f. Qualità di ciò che è vitale: vitale.

Vitalizziamenti. avv. Durante vita.

Vitalizziu. s. m. T. leg. Assegnamento annuale durante la vita: vitalizio. || add. Che dura quanto la vita.

Vitami. s. m. Quantità, assortimento di viti: vitame.

Vitarba. V. vitalba.

Vitedda. fem. di viteddu: vitella. || – di latti, quella più giovane di cui la carne è ancor più delicata: vitella di latte.

Viteddu. s. m. Bue che non ha compito l’anno: vitello. || La pelle di esso: vitello. || – marinu, foca: vitello. || Per faidduni V. || gridari comu un viteddu orfanu, piangere strepitosamente.

Viti. s. f. T. bot. Pianta dell’uva: vite. Vitis vinifera L. || – sarvaggia: lambrusca. || – ’n frasca, non potata. || – bianca, V. brionia. || Prov. dici la viti fammi poviru ca ti fazzu riccu, potami bene: fammi povera ti farò ricco. || nun fari chianciri la viti, ca chiancennu chiancennu sinni mori, che si dice anche, quannu la viti chianci, lu patruni ridi; ma si s’addicca, la vigna sicca, bisogna usar dei riguardi, ma coltivar la vite. || Strumento meccanico a canaletti spirali che serve a stringersi e a diversi usi: vite. || a viti, a foggia di vite: a vite. Per mezzo di vite: a vite. || – di lu torchiu, cioè dello strumento che serve a’ rilegatori di libri per tagliare, raffilare i fogli: viti dello strettojo. || viti fimmina, una delle parti dello strettojo; chiocciola (Perez).

Viticedda. dim. di vita ossia bustu: vitina, vitino. || dim. di viti, pianta: viticella. || Specie di vitalba: vitalbino. Clematis viticella L. || Vite o brionia nera. Thamus communis L. || dim. di viti, strumento meccanico: piccola vite.

Vitiddaru. V. vaccaru.

Vitiddazzu. pegg. e accr. di viteddu.

Vitidduni. add. Dicesi di legno che ha rotto il tiglio ossia le vene (Rocca). [p. 1098 modifica]

Vitidduni. accr. di viteddu.

Vitidduzzu. dim. di viteddu: vitellino, vitelletto.

Vitillinu. s. m. Pelle concia di vitello: vitello.

Vitrami. s. f. e m. Mercanzia minuta di cristallo o di vetro: vetrame.

Vitranizza. V. A. Quasi veteranezza, V. vicchizza.

Vitranu. V. veteranu. || V. vecchiu.

Vitràriu. add. Di o da vetro: vetrario.

Vitraru. s. m. Quegli che fa o vende vasella di vetro: vetrajo. || Quegli che acconcia e rimette i vetri nelle finestre: vetrajo.

Vitrata. V. vitriata.

Vitrera. s. f. Fucina, fabbrica di vetri: vetraja.

Vitriamentu. s. m. Il vitriari.

Vitriari. v. intr. Luccicar a mo’ del lampo, o del riflesso d’un cristallo: lampeggiare.

Vitriata. s. f. Chiusura con vetri che si fa alle finestre, alle scansie ecc.: vetrata, vetriata.

Vitriatedda. dim. di vitriata.

Vìtrici. s. m. T. bot. Pianta nota di più spezie, che nasce su pe’ greti de’ fiumi: vètrice.

Vitrificabbili. add. Che può esser cambiato in vetro: vetrificabile.

Vitrificari. v. a. Far divenir vetro: vetrificare. P. pass. vitrificatu: vetrificato.

Vitrificazzioni. s. f. Il vetrificare: vetrificazione.

Vitrignu. add. Fragile come vetro, dicesi di ferro o di altro che facilmente si rompa: vetrino.

Vitrina. s. f. Scansia o cassetta chiusa con vetri, per mettervi roba minuta e preziosa in mostra nelle botteghe: vetrina. || La parte dello sportello della carrozza che chiudesi co’ cristalli: luce. E i cristalli stessi, nascosti nella grossezza dello sportello, che si soglion tirar su colle cigne.

Vitrinedda. dim. di vitrina.

Vitriolu. s. m. Il solfato di zinco: vitriolo.

Vìtriu. add. Di vetro, simile al vetro: vìtreo.

Vitriulatu. add. Di vitriolo, infetto di vitriuolo: vitriolato.

Vitru. s. m. Materia trasparente nota: vetro. || cosa di vitru, fragile: cosa di vetro. || essiri comu lu vitru, esser fragile. || Prov. nun sempri lustru si manteni un vitru, non sempre dura il bel tempo.

Vitruni. accr. di vitru.

Vitrusu. add. Simile al vetro: vetroso.

Vitta. s. f. Striscia. || Serie di scalini: branca. || Gambo del cerfuglione. || Pezzuolo di pasta informe da dargli qualunque figura. || Costola delle foglie. || La fibra del legname. || Testardaggine (An. M.). || – sana, dicesi dell’ordito quando si appicca al chiodo dell’orditoio, senza prima accavalcarlo al pollice (Capuana). || Costola retta delle foglie, come quelle delle canne. || Fila dell’ordito del tessuto. || perdiri la vitta, perder il filo: perder il bandolo (Lat. vitta: benda).

Vitti-Vitti. Modo di chiamar le colombe: bubi bubi. A Firenze (Forse dal Fr. vite: presto).

Vittiatu. add. Listato, a strisce. Da vitta.

Vittidda. dim. di vitta.

Vìttima. s. f. Appo gli antichi era l’animale destinato al sacrifizio: vìttima, Chiunque si sacrifica, o sia sacrificato, vessato, chi soccomba: vìttima.

Vittòria. s. f. Il vincere, trionfo: vittoria. || Prov. chidda vittoria è granni, chi s’acquista senza sangu, p. e. come sarebbe la vittoria sulla ignoranza.

Vittu. s. m. Cibo, ciò che serve al sostentamento: vitto.

Vittura. V. vettura.

Vitturinu. s. m. Chi dà bestie a vettura, o chi le guida: vetturino.

Vitturiusamenti. avv. Con vittoria: vittoriosamente.

Vitturiusu. add. Che ha ottenuto vittoria: vittorioso. Sup. vitturiusissimu: vittoriosissimo.

Vittuvagghia. s. f. Tutto ciò che serve a nudrirsi, e dicesi delle provvisioni dell’esercito: vettovaglie.

Vituddu. V. saliciuni.

Vituna. accr. di vita, per persona: vitona.

Vituni. accr. di viti, e specialmente quello che chiude il fondo della canna da fucile, e ne termina la culatta: vitone.

Vituperabbili. add. Degno d’esser vituperato: vituperabile. Sup. vituperabbilissimu: vituperabilissimo.

Vituperari. v. a. Svergognare, disonorare, infamare: vituperare. || Rinfacciare, biasimare: vituperare. P. pass. vituperatu: vituperato.

Vituperativu. add. Che vitupera: vituperativo (Mort.).

Vituperaturi –trici. verb. Chi o che vitupera: vituperatore –trice.

Vitupèriu. s. m. Gran disonore, scorno, ingiuria: vitupèrio, vitupèro. || Azione vituperevole: vitupero. || scappari ad unu vituperii di la vucca, vituperare: dir vituperi.

Vituperusamenti. avv. Con vituperio: vituperosamente.

Vituperusu. add. Disonorato, macchiato di vitupero, o che induce vitupero: vituperoso. Sup. vitupirusissimu: vituperosissimo.

Vitusa. s. f. Vite selvatica: abrostine, lambrusca. || E anche la vite vecchia e incolta.

Vitusazza. pegg. di vitusa.

Viulaci. V. violaci.

Viulatu. V. violatu.

Viuledda. dim. di viola: mammoletta, violetta. || Nome di un pesciolino lunghetto, piatto, con istrisce a più colori.

Viuleddu. dim. di violu: viottolino, viottolina.

Viulentu. V. violentu e simili.

Viuletta. V. viuledda. || dim. di viola, strumento: violetta.

Viulettu. V. violettu. || V. viuleddu.

Viulincella, Viulincellu. s. m. Violone di minor grandezza e di suono soavissimo: violoncello.

Viulincillista. s. m. Sonator di violoncello: violoncellista.

Viulineddu. dim. di viulinu.

Viulinista. s. m. e f. Suonator di violino: violinista.

Viulintari. V. violentari.

Viulinu. s. m. Strumento musicale a corde noto, che si suona coll’arco: violino. || ’mpaiari a viulinu, dicon i cocchieri dello attaccare due cavalli alla carrozza a uno avanti, o viceversa, guidati dal solo cocchiere (M. Siciliano).

Viuluni. s. m. Viola grande di suono grave: violone.

Viva. Voce d’applauso: viva. || viva Diu, [p. 1099 modifica] esclamazione per accrescere efficacia a un’affermazione, o altro: viva Dio. || viva veru: bravo davvero! Alle volte è per ironia.

Vivaci. add. Che dà indizio di aver a vivere, sano: vivace. || Di spirito pronto: vivace. || Detto di luce, acuta e risplendente: vivace. Di pianta, rigogliosa: vivace. || T. mus. Movimento tra l’allegro e il presto: vivace. Sup. vivacissimu: vivacissimo.

Vivacimenti. avv. Con vivacità: vivacemente.

Vivaciottu. add. dim. Alquanto vivace.

Vivacissimamenti. avv. sup. Vivacissimamente.

Vivacità, Vivacitati. s. f. Qualità di ciò che è vivace: vivacità, vivacitade, vivacitate. || Un certo che di spiritoso nelle figure dipinte o scolpite: vivacità.

Vivacizza. s. f. Vivacità: vivacezza (ma è A. V. ital.).

Vivamenti. avv. Con modo vivace, arditamente, con veemenza: vivamente.

Vivanna. V. bivanna.

Vivannera. s. f. Donna che va dietro gli eserciti vendendo vivande: vivandiera. || Per tiganera V.

Vivanneri. s. m. Colui che vende le vivande generalmente a’ soldati: vivandiere. || Ecclesiastico addetto a cattedrale o collegiata, che fa parte di un corpo inferiore al capitolo, che tra noi han pur titolo di beneficiale: beneficiale.

Viventi. add. Che vive: vivente. || nun essirci anima viventi, non esservi alcuno.

Viventi. s. m. Che vive, chi è in vita, si dice di uomo: vivente.

Vivenza. s. f. Vita. Onde in vivenza: in vita, a vita.

Vivera. V. viveri || V. abbiviratura.

Vìveri. s. m. Roba necessaria al vivere: vivere. S’usa generalmente in pl.

Vivèri. V. biveri.

Vivibbili. add. Atto a bersi: bevibile. || Gradevole a bere: bevereccio.

Vìvidu. add. Vivace, vigoroso: vivido. Sup. vividissimu: vividissimo (Mort.).

Vivificamentu. s. m. L’atto del vivificare: vivificamento.

Vivificari. v. a. Dar vita, e met. infonder vivezza e brio: vivificare. P. pres. vivificanti: vivificante. P. pass. vivificatu: vivificato.

Vivificativu. add. Che vivifica: vivificativo.

Vivificaturi –trici. verb. Chi o che vivifica: vivificatore –trice.

Vivificazzioni. s. f. Il vivificare: vivificazione.

Viviraggiu. s. m. Bevanda: beveraggio. || Mancia che si dà altrui, quasi acciò beva: beveraggio. || cc’è lu viviraggiu, si dice quando si promette la mancia a chi farà tal cosa.

Viviratura. V. abbiviratura. || Quella bevanda con acqua e farina o crusca stemperata che si dà a bere ai cavalli per ingrassarli: pastone, beverone.

Vìviri. v. a. Prendere per bocca cosa liquida e inghiottirla: bere, bèvere. || Detto di cosa, inzupparsi, imbeversi: bere. || vivirisi li dinari, spenderseli in vino: bersi i denari. || – a cannarozzu apertu: bere a garganella. || Prov. vo’ campari anni ed annuna, vivi supra li maccarruna, sopra i maccheroni bisogna berci. || lu viviri misuratu fa l’omu assinnatu, non bisogna abusare del vino. || manciari senza viviri, è comu truniari senza chioviri: mangiare senza bere, murar a secco. || manciari caudu e viviri friddu, esser sicuro di checchessia. || nun si pò viviri e friscari, non si posson fare due cose a un’otta: non si può bere e zufolare. || intr. viviri, per campare: vivere. || Nudrirsi, cibarsi: vivere. || Prov. è megghiu viviri virtuusamenti, chi nasciri nobbilmenti, bella forza! si sa. || cu’ vivi mali, lu sò propriu mali l’accusa, è chiaro. || nun servi lu viviri multu tempu, ma lu viviri beni, eppure ognuno a qualunque costo vorrebbe vivere. || cu’ penza viviri longu tempu, vivi mali: chi pensa di viver sempre, vive male. P. pass. vivutu: bevuto. || Vivuto o vissuto.

Viviruni. s. m. Bevanda di acqua con farina o crusca dentro che si dà a bere ai cavalli: beverone. || Calcina intrisa con checchessia, ridotta liquida. || Terra stemperata in acqua che si versa nelle buche delle vigne nuove. || Tossico, pozione avvelenata: beveràggio. || fig. Nuova infausta; rimprovero, rimbrotto pungente.

Vivitureddu. dim. di vivituri. || Piccol beverino. || Per baja, picciol bicchiere. || Beone.

Vivituri –tura. verb. Chi o che beve, o beve troppo: bevitore –trice, beone. || Per abbiviratura V. || Vasetto coll’acqua che si pone nelle gabbie per bere gli uccelli: beverino.

Vivituruni. accr. di vivituri.

Vivizza. s. f. Vivacità: vivezza. || Argutezza: vivezza. || Stato o qualità di ciò che è o par vivo: vivezza. || Efficacia: vivezza. || Forza pungente: vivezza.

Vivu. s. m. Parte viva di un corpo: vivo. || met. La parte più sensitiva: vivo. || La parte più forte o migliore: vivo. || a lu vivu, posto avv. in maniera simile al naturale: al vivo. || tuccari ’ntra lu vivu, nella parte più sensibile: toccare nel vivo.

Vivu. add. Che vive: vivo. || Fiero, ardito: vivo. || Sensitivo: vivo. || Grande, sommo, estremo: vivo. Dicesi di passione. || Detto di colore, acceso: vivo. || Detto di fonte, fiume, acqua perenne: vivo. || Spiritoso, vivace, brioso. || vivu vivu, dà più forza: vivo vivo. || carni viva, nuda e sensitiva: carne viva. || petra viva, quella che al fuoco scoppia e all’acqua non s’imbeve: pietra viva. || quacina viva, ancora non ispenta: calce viva. || focu vivu, acceso, fiammeggiante: fuoco vivo. Detto di artiglieria o simile, continuato e sostenuto. || viva vuci, il favellare presenzialmente: viva voce. || nun sapiri unu s’iddu è vivu o mortu, non saper nulla, esser un fanullone. || farisi vivu, mostrarsi, dar segni: farsi vivo. || nun essicci anima viva, non esserci alcuno: non esserci anima viva. || un malu vivu è cchiù peju d’un mortu, modo prov. chi sta male è come esser morto. || in chi si vidi vivu unu, in chi si vidi mortu: bello, sano, in corte, ed eccoti la morte.

Vìvuli. s. f. T. mascal. Male del cavallo, in cui gli gonfiano le glandule del collo: vìvole.

Vivuliddu. dim. di vivu.

Vivulu. V. vivaci.

Vivuta. s. f. Il bere: bevuta. || Prov. pri ’na vivuta ’na mala nuttata, il male che fa il vino. [p. 1100 modifica]

Vivutedda. dim. di vivuta.

Vivuteddu. dim. di vivutu.

Vivutu. add. Bevuto. || Per ubbriaco.

Vizza. s. f. Spezie di legume di varie sorte: veccia. Vicia sepium L.

Vizzeri. V. jencu (Spat.).

Vizzeru. add. Astuto (Pasq.).

Vizziamentu. s. m. Il viziare. || Alterazione negli umori: vizio.

Vizziari. v. a. Guastare, corrompere: viziare. || Rifl. a. Viziarsi. || V. avvizziari. P. pass. vizziatu: viziato.

Vizziateddu. dim. di vizziatu: viziatello.

Vizziazzu. pegg. di vizziu.

Vizzicari. V. vuzzicari.

Vizzieddu. dim. di vizziu.

Vizziosu. Idiotismo di S. Cataldo, più vicino all’Italiano. V. vizziusu.

Vizziu. s. m. Abito eletto che consiste nel troppo o poco: vizio. || Reo costume, contrario di virtù: vizio. || Difetto, mancamento: vizio. || Voglia, appetito vizioso: vizio. || Imperfezione, cattiva formazione di qualche parte del corpo: vizio. || Per vizza V. || Prov. ogni vizziu havi lu so supplizziu, che si dice altrimenti, cui servi a lu viziu, cci aspetta lu supplizziu: chi serve al vizio, attende il supplizio. || lu vizziu si nun veni castiatu irà pri l’infinitu, se non si frena il vizio cresce sempre. || ognunu mori cu lu so vizziu a latu, ovvero, vizziu pri natura finu a la morti dura: vizio per natura fin alla fossa dura. || lu vizziu appigghia comu amenta: i vizi s’imparan anco senza maestri.

Vizziuni. accr. di vizziu.

Vizziusamenti. avv. Con vizio: viziosamente.

Vizziusazzu. pegg. di vizziusu.

Vizziuseddu. dim. di vizziusu.

Vizziusitati. s. f. Stato e qualità di ciò che è vizioso: viziosità, viziositade, viziositate.

Vizziusu. add. Che ha vizio: vizioso. || Guasto, magagnato: vizioso. || sost. Persona viziosa: vizioso. || Prov. lu vizziusu è sempri timurusu, non ha la coscienza sicura. Sup. vizziusissimu: viziosissimo.

Vizziusuni. accr. di vizziusu.

Supplemento

[p. 1158 modifica] Vigghiantuni. add. Chi è sempre vigile.

Vignali. Campo pietroso, spietrato, chiuso da muri a secco.

Vinciatutti. s. m. Sorta di grano.

Virdeddu. s. m. Sorta di uccellino: lui verde.

Virdiari. V. virdiggiari.

Virdidduni. s. m. Sorta di beccafico: canapino.

Virdignu. add. Verdino, verdiccio.

Virduliddu. V. anco virdeddu.

Virduredda. dim. di virdura.

Virticciu. V. virticchiu.

Virtuni. V. virtò.

Vizziola. V. zivulu (In Messina). [p. 1159 modifica]