Nuovo vocabolario siciliano-italiano/ER
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Era. s. f. Punto fisso da cui si comincian a contare presso vari popoli gli anni; epoca da cui si computa la vita o la durata di una nazione: èra.
Eràriu. s. m. Tesoreria del pubblico, e dicesi del luogo e delle persone che l’amministrano: erario.
Erba. V. erva.
Erbàceu. add. Appartenente ad erba: erbàceo.
Erbaggeri. s. m. Chi tiene a fitto erba; chi vende erbe, cavoli, rape ecc: erbajuolo.
Erbaggiu. s. m. Ogni erba da mangiare, e anco da non mangiare: erbaggio.
Erbaju. s. m. Luogo dove sia molta erba: erbajo (Mort.).
Erbàriu. s. m. Libro contenente raccolta di piante secche: erbàrio. || Per erbuarìu V.
Erbetti. V. ervetti.
Erbicedda. V. irvicedda.
Erbìvoru. add. Che si pasce d’erba: erbivoro.
Erborizzari. v. a. Andar cercando e osservando erbe: erborare, erbolare.
Erborizzazioni. s. f. L’erborare: erborazione.
Erbuàriu. s. m. Chi va erborando: erbolajo. || Raccolta di erbe disposte in fogli di carta come in libro: erbolajo. || Per irvaloru V.
Erbulàriu. V. erbaggeri.
Erburiari. v. intr. Vegetare, vestirsi d’erba: erbeggiare. V. in frivaru il prov.
Erbusu add. Pieno, coperto d’erba: erboso.
Èrcamu, Èrchiamu. V. erramu e derivati.
Ercùleu. add. Di ercole, robusto: ercùleo.
Eredi. s. m. e f. Quegli a cui è lasciato l’avere di chi muore: erede. || fig. Imitatore altrui: erede. || Per figliuolo: erede.
Eredità. s. f. L’avere che è lasciato da chi muore; ciò che tocca altrui per successione; gli eredi stessi: eredità, ereditade, ereditate.
Ereditàbbili. add. Da ereditarsi: ereditevole.
Ereditàggiu. s. m. Eredità: ereditaggio (È A. V. ital.).
Ereditari. v. a. e intr. Succedere nella eredità, redare: ereditare. P. pass. ereditatu: ereditato.
Ereditàriu. add. Di cosa che venga per eredità: ereditario. || sost. Il primogenito di re, principe: ereditàrio.
Ereditati. V. eredità.
Ereditera. s. f. di erede: erede.
Eremita, Eremitaggiu. V. rimitu e seguenti.
Eremìticu. add. Di eremita: eremìtico.
Èremu. s. m. Luogo deserto ove abitan i romiti: èremo. || Luogo selvatico, alpestre, sterile: eremo.
Eresìa. s. f. Opinione contraria alla ortodossa in materie dottrinali religiose; o contraria alle opinioni comunemente approvate in qualunque materia: eresia.
Eresiarca. s. m. Fondatore di setta eretica: eresiarca.
Ereticali. add. D’eresia, che ha o contiene eresia: ereticale.
Ereticamenti. avv. In modo eretico: ereticamente.
Ereticari. v. intr. Cader in eresia: ereticare. || Per disperarsi: scristianire.
Ereticazzu. pegg. di eretico: ereticaccio.
Ereticità. s. f. Marca di eresia per censura della chiesa: ereticità (Mort.).
Erèticu. s. m. Chi è in eresia: erètico. || Incredulo anco in materie non religiose: eretico. || add. Che ha eresia: eretico. sup. eretichissimu: eretichissimo. || avv. Ereticamente.
Ereticuni. V. ereticazzu.
Erettu. V. in erìggiri.
Erezioni. s. f. L’erigere, o erigersi: erezione.
Ergàstulu. s. m. Reclusione a vita con lavori forzati: ergastolo. Anticamente era per gli schiavi.
Ergu. Voce latina usata per dunque: ergo. Onde veniri all’ergu, venir alla conclusione: venir all’ergo.
Eri. V. ajeri.
Eridera. V. ereditera.
Erìggiri. v. a. Innalzare; fondare: erìgere. || rifl. Rizzarsi: erigersi. P. pass. erettu: eretto.
Erìngiu. s. m. T. bot. Pianta di cui le foglie mentre son tenere condisconsi con aceto: eringe, eringio, calcatreppola. Eryngium campestre L. V. pani caudu.
Erìsimu. V. lassaneddi.
Eritera. V. ereditera.
Ermafruditu. s. m. Quegli che volgarmente si crede aver l’uno e l’altro sesso: ermafrodito, androgino. || T. bot. Quelle piante che hanno ne’ fiori il doppio sesso: ermafrodito. || Dicesi di alcuni insetti come chiocciole, lumaconi ecc.: androgino. || add. Nè buono nè cattivo, nè bianco nè nero, indifferente: ermafrodito (Dante).
Ermeticamenti. avv. In modo che non vi penetri dentro aria: ermeticamente.
Ermillinu. V. ermellinu.
Ermisinu. V. ermicinu.
Èrmitu. V. jèrmitu.
Ermodàttilu. s. m. T. bot. Medicamento purgante, che è la radice d’una pianta d’Oriente: ermodàttilo. Colchicum variegatum L.
Ermu. V. elmu.
Ernia. V. guàddara.
Erniària. s. f. T. bot. Erba creduta giovevole per le ernie: erniària, erba turca, millegrana. Herniaria glabra L.
Erniàriu. add. e anco sost. Chirurgo che attende alla cura delle ernie: erniàrio.
Erniusu. V. guaddarusu.
Ernò. V. gnurnò.
Erogari. v. a. Spendere, metter fuori: erogare, P. pass. erogatu: erogato. Così questa voce come la seguente non sono troppo favorite dall’Ugolini, e’ direbbe meglio: spendere.
Erogazioni. s. f. L’atto di erogare: erogazione, spesa.
Eròi. s. m. Uomo illustre per virtù straordinaria, per valor guerriero ecc: eroe.
Eroicamenti. avv. In modo eroico: eroicamente.
Eroicità. V. eroìsimu.
Eroicòmicu. add. Di cosa parte seria, parte buffa: eroi-comico.
Eròicu. add. Di o da eroe: eròico. Sup. eroichissimu: eroichissimo.
Eroìna. s. f. di eroe: eroina, eroessa.
Eroìsimu. s. m. Ciò che costituisce il carattere, di un eroe: eroismo.
Èrpeti. s. m. T. chir. Malattia cutanea, simile alla erisipela, mantenuta da umori viziati: èrpete.
Erpèticu. add. Che partecipa dell’erpete: erpètico.
Èrpici. s. m. Strumento di legno, guernito sotto di denti, che tirato da’ buoi e calcato dal bifolco spiana e netta la terra: èrpice. Quello fatto di sterpi o fascine dicesi: strascino.
Erramitati! Esclamazione d’imprecazione, come se si dicesse: oh il mal nato, oh accidente! || erramitati e scotulu, ed ajutu nun ti vegna, imprecazione: accidente che ti colga!
Èrramu. s. m. Che erra: errante, vago, randagio. || Vagabondo: erràtico, girellone. || Sgraziato: dappoco, tristo. In questo senso potrebbe venire dal Gr. ἐρρῶμαι: son tristo, disgraziato. || erramu e scintinu, per dar più forza all’ingiuria si dice a uno scioperone: paltoniere, perdigiorno.
Errari. v. intr. Commetter errore: errare. || Raramente ha da noi il senso di andar vagando: errare. Anzi l’ha solo nel P. pres. erranti: errante. P. pass. erratu: errato.
Errata. s. f. Quell’appendicetta de’ libri ove son segnati gli errori e le correzioni: errata, o errata-corrige in latino || Per errore onde il prov. nun è errata chi nun custa, nè uffiziu chi nun giuva, gli errori costano, gli uffici dànno.
Erre. V. r: erre. || perdiri l’erre, perder il senno, ubbriacarsi, presa la sim. dagli ubbriachi, i quali a stento pronunzian la R: perder la erre.
Erroneamenti. avv. Con errore: erroneamente.
Erròneu. add. Che ha in sè errore: erròneo.
Errurazzu. pegg. di errore: erroraccio.
Errureddu. Errurettu, Erruriceddu. dim. di errore: erroretto, erroruccio, erroruzzo.
Erruri. s. m. Giudizio non vero, deviazione dal vero: errore. || pigghiari erruri: prender errore, cader in errore. || essiri in erruri: andar errato. || Prov. erruri nun porta pena: errore non fa pagamento, qui sta per sbaglio, lieve errore non è malizia. || cu’ nun si guarda di li picciuli erruri, cadi poi ntra li maggiuri, è chiaro, bisogna guardarsi da’ piccoli falli per non adusarvisi e poi incorrere ne’ maggiori. || autru fici l’erruri ed io lu chianciu: altri hanno mangiato la candela e tu smaltisci lo stoppino.
Erruruni. accr. di errore: errorone.
Ersì. V. gnursì.
Erta. s. f. Luogo per cui si sale, contrario di scesa: erta. || stari all’erta, star oculato: star all’erta, badare, guardarsi dal fare ecc.
Eruditamenti. avv. Con erudizione: eruditamente.
Eruditeddu. dim. di erudito.
Eruditissimamenti. avv. sup. Eruditissimamente.
Eruditu. add. Fornito di erudizione: erudito. Sup. eruditissimu: eruditissimo.
Erudizioni. s. f. Cognizione di molte cose acquistate, studiate, conservate nella memoria: erudizione.
Eruttari. v. intr. Mandar fuori con violenza, dicesi dei rutti: eruttare. || Dicesi anco dei vulcani ecc: eruttare. P. pass. eruttatu: eruttato.
Eruttata. V. ottata. Così in Messina.
Eruttazioni. s. f. L’eruttare: eruttazione.
Eruttaziunedda. dim. Eruttazioncella.
Eruttu. s. m. Vento che dallo stomaco si manda via per la bocca con isconcio suono: rutto.
Eruzioni. s. f. L’eruttare de’ vulcani; e delle pustole che escono dalla pelle: eruzione.
Erva. s. f. Ciò che nasce in foglia dalla radice, senza far fusto, e comunemente quello che la terra produce senza coltura: erba. || prov. la mal’erva ’mprucchia, o crisci sempri, per mostrar uno di cattive speranze e che venga su rigoglioso: la mal erba cresce presto. || essiri canusciutu comu la mal’erva, de’ tristi, conosciuto per ogni dove: esser conosciuto più della mal’erba. || ti canusciu mal erva, si dice a un tristo quando viene scoperto delle sue magagne: ti conosco mat’erba! || nun essiri nè erva nè lavuri, non essere ancora maturo, essere dubbio ancora. || nun canusciri nè erva nè lavuri, fari d’ogni erva fasciu, non distinguere il buono dal cattivo: far fascio d’ogni erba. || virdi erva, del verde che pareggia il color dell’erba. || mal’erva, tristo: mal’erba, ribaldo. || arrassati mal’erva, si dice per iscacciare un tristanzuolo: via cattivaccio. || fari erva, côrre, segare l’erba: far erba. || jirisinni all’erva, met. in luogo incognito o dimenticato, o morire. || mannari all’erva, mander una bestia a pascolare, che pur dicesi: mettiri all’erva: metter all’erba, pasturare; e met. scacciare. || aviri la facci comu l’erva, priva del color della carnagione sana, esser infermiccio. || di st’erva si fa la scupa, delle cose che hanno deboli e oscuri principî, è uno pronostico che si fa quando si crode da un che ne ebba derivare gran cosa: di quest’erba si fa la scopa. E per scherzo poi si dice: di st’erva si fa la scupa ma no di sta troffa. || ogni erva si canusci a la simenza, dall’opere si conosce quanto l’uom valga: ogni erba si conosce al seme. || farisi la facci comu l’erva, imbianchire, impallidire: allibire. || siccari in erva, morir in sul nascere, e si dice anco fig. || re di l’erva V. castagnolu. || quannu nasci lu re di l’erva nun si nni cura la pecura orva, quando nasce la romulea la pecora cieca non teme più (Minà). || comu basta a milli pecuri, suverchia a milli crapi, l’erva di centu vacchi: come basta a mille pecore, soverchia a mille capre, l’erba di cento vacche.||lassari ad erva, lasciar una terra ad erba: aderbare, metter ad erba. || accattari o vinniri in erba, prima che sia maturo il frutto: comperar o vender in erba. || in erva, dicesi d’ogni cosa non venuta in perfezione ancora: in erba. || – bianca, assensio delle siepi: canapaccia, erba delle siepi, erba bianca. Artemisia vulgaris L. || – biniditta, germoglio lungo le siepi: erba benedetta. – cavalera V. scabbiusa. || – di cunigghiu V. teucriu || – di gaddineddi minuri: piè di leone, alchimilla. Stellaria media. || – di gaddini, V. mursiddina. || – di gnagnaru pilusa: cupidone dalle foglie pelose. Scorzonera caciniata. || – di la madonna V. amenta romana. || – di la virtù V. ferra, così detta perchè serve per correggere i ragazzi; quasi la virtù nasca dalle bastonate! || – di li pidocchi V. cabbarasi. || – di lu rimitu: globularia. Globularia alypum. || – di maisi, è di due maniere: coniza maggiore. Coniza squabrosa; e: coniza minore. Erigeron viscosum, di cui l’acutezza d’odore fuga le pulci. || – di malu pirtusu: maro vero.Teucrium marum. || – di Palermu, pianta aromatica di vapor acre ed amariccio: stecade. Loandula staechas L. || – di pappagaddu V. gilusia. || – di pirnici, nasce nelle montagne, e coltivasi anco ne’ giardini: dente canino o di leone. Leontodon taraxacum L. || – di pitittu. V. finocchiu. || – di porcu V. gularu. || – di purretti o purrittaria o di quagghi V. girasuli. || – di s. Filippu o arvulu cruci-cruci. Abies pectinata. Pinus picea. || – di s. Franciscu o di gammi malati V. bugula V. badaneu. || – di s. Ciuvanni V. piricò. || – di s. Mircuriu V. curduneddu di s. Franciscu. || – di s. Maria V. serpentarìa. || – di s. Apollonia V. ranunculu. || – di serpi: umbilico di venere. Cotyledon umbilicus. || – di stidda, varietà dell’erba detta: occhio di bue. Buphthalmum spinosum. || – di tronu, o sparaci di spagna o di tronu, che dicesi anche salamunia: lauro alessandrino. Ruscus hypophylum L. || – di ventu, erba assai comune che nasce per le pareti e serve a pulir i vetri: paritaria, parietaria, vetriuola, flomide. Parietaria officinalis. L. Flomis erba venti L. || – di vitru V. soda. || – fitenti o di cani, albero di mediocre grandezza, folto, le cui foglie pestandole mandan cattivissimo odore: ulivo della madonna, anagiride. Chenopodium olidum Smith. È anche altra pianterella fetida: connina, vulvaria. Ve n’ha altra qualità detta caulazza. Chenopodium urbicum. E altra Eragrastis Metastachya Limk. || – grassudda V. jòsciamu. || – medica: erba medica. Medicago sativa. || – moddi V. lattuchedda modda. || – pipirita: crescione volgare o di foglie larghe. Lepidium latifolium. || – pulicarìa. V. erva di maisi. || – santa o santa cruci o di tabbaccu. V. nicoziana. V. tabbaccu. || – stidda. Plantago coronopus V. caronopus. || – stiddaria. Plantago serraria L. || – terrestri: ellera terrestre. Glecoma hederacea. || – te, siciliana: botride volgare, o pimento. Chenopodium ambrosioides. || – turca, centograna, millegrana: erba turca, poligono minore, turchetta. Herniaria glabra L. || – turca nostrana. Policarpon tetraphyllum L. || – turca di ripi di mari. Arenaria marina. || – vavusa V. branca ursina. || – ssopu, santoreggia greca. Saturejo graeca L. || l’erva chi nun voi all’ortu ti nasci, quando segue ciò che non si vorrebbe.
Ervanetta. V. arvanetta. || Quel vasetto che serve anco a sputarvi entro: sputacchiera.
Ervetti. s. f. pl. Erbe da mangiare, odorifere o saporite: erbucce, erbucci.
Ervicedda. V. irvicedda.
Ervulàriu. V. erbulariu.
Supplemento
Erva. Nel senso di cosa tenera. || – carvana, V. carvana. || – forti, V. erva di malu pirtusu. || – di madunia. Artemisia camphorata L. || – zasa, V. zasa. || – mulinara, V. cacicia. || – di fenu: fienarola, ventolana. Poa trivialis L. Bromus arvensis L. || – giudaica, erba che si crede giovi alle ferite: erba giudaica. || – giulia, erba amara chiamata da alcuni canforata: erba giulia. || – santamaria, erba amara, ma non disgustevole: erba santamaria (Perez). || nun essiri nè erva nè lavuri, non essere nè troppo grande nè troppo piccolo, nè l’uno nè l’altro. || jiri all’erva, andar a lupanare.
Ervalora. V. irvalora (Caglià).
Ervaloru. V. irvaloru.
Ervetti. s. f. pl. Erbe odorifere e saporite che si mettono per condimento: erbucce (Perez).