Nuovo vocabolario siciliano-italiano/CO
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Coabbitari. v. intr. Abitar insieme: coabitare. P. pres. coabbitanti: coabitante. P. pass. coabbitatu: coabitato.
Coabbitaturi –trici. verb. Chi o che coabita: coabitatore –trice.
Coabbitazioni. s. f. Il coabitare: coabitazione.
Coacervari. v. a. Ammassare: coacervare (Lat.) || fig. Far calcoli e conti. P. pass. coacervatu: coacervato (Mort.).
Coacervazioni. s. f. Adunamento di cose: coacervazione.
Coacervu. s. m. V. coacervazioni. || Calcolo, conto scritto per dimostrare ciò che si pretende, o si giustifica: rimostranza.
Coaderenti. add. Che è aderente insieme con altri: coaderente (Mort.).
Coadjuturi. s. m. Colui che aiuta un altro, o ne fa le veci in qualche officio: coadjutore.
Coadjuturìa. s. f. Ufficio, dignità del coadjutore: coadjutoria.
Coadjuvari. v. a. Aiutar altrui, cooperando con esso o con altri che ugualmente lo aiutino: coadjuvare. P. pres. coadjuvanti: coadjuvante. P. pass. coadjuvatu: coadjuvato.
Coagulabbili. add. Che può coagularsi: coagulabile.
Coagulari. v. a. Rappigliare: coagulare (Lat.). P. pass. coagulatu: coagulato.
Coagulativu. add. Che coagula: coagulativo.
Coagulazioni. s. f. Il coagulare: coagulazione.
Coàgulu. s. m. Il coagulare: coagulo. || Caglio, presame: coagulo V. quagghiu.
Coartatu. add. Costretto: coartato. || negativa coartata, T. leg. il provare la impossibilità di aver commesso un delitto in un luogo nel tempo che la persona era in altro luogo: negativa coartata, alibi.
Coartazioni. s. f. Costrignimento: coartazione.
Coattivamenti. avv. Forzatamente: coattivamente.
Coattivu. add. T. leg. Che ha facoltà di costringere: coattivo.
Coattu. add. Sforzato: coatto.
Coazioni. add. Costrignimento: coazione.
Cobbaltu. s. m. T. min. Metallo di colore grigio rosso, che sembra composto o a lamine o a grani o a fibre: cobalto.
Còccanu. s. m. Ognuno di quelle braccia che fanno parte della lumiera (ninfa), ove s’inficcano le candele: viticcio. || Un tondino per lo più di vetro a piè della candela per evitar che le sgocciolature non imbrattino il candeliere: padellina, piattellino (Car. Voc. Met.).
Cocchiu. V. carrozza.
Coccìggi. s. m. T. anat. Osso della pelvi, che forma l’estremità della colonna vertebrale: coccige.
Coccinigghia, Cocciniglia. s. f. T. bot. Genere d’insetto che ha le antenne filiformi, sei piedi andanti, il corpo bianco, il sorbitoio al petto: cocciniglia. Coccus L. Dalla cocciniglia del Messico (Coccus cacti L.), si trae il rosso.
Còcciu. s. m. (pl. coccia). Frutto d’alcuni alberi piante o erbe: bacca, còccola. || Il seme di grano o altre biade, caffè, zucche, ecc.: chicco, grano, granello. || Granello dell’uva: acino, chicco. || – di carvuni: mozzicone di carbone. || – di càmula: forellino della tarma. || – di curuna: avemaria, globettino del rosario. || – di zàgara, gesuminu: fiorellino, mignola. || – di suduri: goccia, gocciola. || – di lagrimi: stilla, gocciolone. || Si adopera in generale a significare il singolare di molte cose: chicco. || La cinquecensettantaseesima parte dell’oncia di libbra: grano. || Per sim. qualsiasi minima cosa, un minimo che: grano, granelletto, granellino. || – di muscu, fig. ad uomo astuto, avveduto: assentito. E in cattivo senso: impiccatello, cecino, farinello. || Piccola enfiatura: coccia, cocciuola, cosso. || Vajuolo. E l’innesto che si fa a’ bambini. || – di rugna: bollicina di rogna. || – di ’ntesta, que’ tumori ulcerosi che vengono sulla cotenna del capo: pustole, capitali. || essiri tuttu coccia coccia: pieno di ulcere o pustole. || a cocciu a cocciu, posto avv.: a granello a granello. || dari cocciu, inquietare: dar martello. Significa pure, dar orecchio, acconsentire: dar retta. E anche, fingere di secondar altrui per altro fine: dare spago. || Prov. ristari ad unu lu cocciu, venir a piombar sopra alcuno un peso, un obbligo. E lassari lu cocciu ad autru, lascar ad altri fra gl’imbrogli, scampandone egli. || a cadiri cocciu, parlandosi di misure, colmo e ricolmo: riboccante. || Nell’arme da fuoco è il sito dove son forate per ricevere il fuoco: focone. E inoltre quel granellino d’oro o d’acciaio che si mette per rappezzatura nel focone detto: grano. || firriari la calia di cocciu in cocciu, scherzo frizzante per chi non essendo uscito di patria ostenta di aver girato l’Italia. || aviri belli coccia, aver danaro: esser danajoso. || Per coccinigghia V. || – di granatu: chicco. || – di risu: risone. || – di trippa, cicatrice che lascia il vaiuolo sulla pelle: bùttero. || – d’aremi, nelle carte da giuoco, ogni segno che denota denari. || coccia cchiù coccia menu, poco più poco meno (Da κοκκος: granello). || T. zool. Pesce di mare colla testa tonda, cogli occhi sul capo che guardan in cielo: pesce prete: Uranoscopus scaber. L.
Còcciuli. V. cozzuli e cròcchiuli.
Coccu. s. m. Voce bambinesca per dire uovo: cucco. || T. bot. Pianta che ha le frondi pennate, non spinose, foglioline ripiegate spadiformi: cocco. Cocos nucifera L. || Coccola di detta pianta, che tigne in rosso: cocco. || Il panno stesso tinto di quel colore: cocco.
Cocinazzu. V quacinazzu.
Còciri. v. a. Apprestar i cibi per mezzo del fuoco: cuocere. || Tener al fuoco checchessia perchè si modifichi o muti, senza cangiar figura: cuocere. || Per esprimere la stessa azione fatta dal calore del sole sulla persona: cuocere. || intr. Sentirsi quel dolor pungente prodotto da scottatura esterna o da suppurazione: cuocere, frizzare. || Esser travagliato da febbre: febbricitare. || Esser ardentemente innamorato: cuocere. || a. Beffare, metter in novella: uccellar la mattea, metter in zùfolo. Se si prosegue anco avvedutosene il beffato: canzonare. || Digerire i cibi: concuocere, cuocere. || intr. Ridursi a cottura senza l’azione del fuoco, detto di carni, pesci ecc.: stazionare. || Prov. putirisi cociri l’ova ’nta ’na cammara, esservi eccessivo caldo: esser un forno.
Cocicaria rotunna. s. f. T. bot. Pianta che ha le foglie radicali fusiformi e rotonde, quelle del fusto bislunghe: coclearia. Cochlearia officinalis L.) || – di grasti, altra specie di questa pianta, che ha virtù antiscorbutica: coclearia. Coclearia glastifolia L.
Cocò. V. vagò.
Cocu. s. m. Chi per mestiere apparecchia vivande: cuoco. || Prov. focu libbera cocu, col sufficiente fuoco si può accelerar la cottura: il foco aiuta il coco.
Còcula. s. f. Frutto o seme di alcuni alberi, piante: còccola, bacca. || Per boccia V. || cu li coculi, detto di uomo, astuto, scaltro: assentito; detto di cosa: co’ fiocchi.
Codara. V. quadara.
Codda. s. f. Composto di diverse materie tenaci e viscose che serve per attaccare: colla. || – di pasta, o di scarparu, quella fatta di farina: pasta. || – d’àmitu: colla d’amido. || – di mastru d’acqua, impasto di cotone vecchio, polvere di calcina, ed olio battuti bene, confusi e condensati. || Per sim. qualunque cosa spessa, coagulata a quel modo. || Per ischerno uomo estremamente pigro, tardo.
Coddu. s. m. Parte del corpo che sostiene il capo: collo. || Per sim. la parte più alta del fiasco, della boccia ecc.: collo. || – di lu puzzu, quel parapetto che si costruisce in giro sulla bocca dei pozzi, cisterne ecc.: gola del pozzo. || – di lu caminu, il condotto che ne mena il fumo: gola del camino. || – di – di la matrici, – di la bozza, – di la buttigghia ecc.: collo di.... ecc. || rumpirisi o stuccarisi lu coddu, fig. abbandonare il buon sentiero: rompersi il collo, depravarsi, pervertirsi. E anco, per ira: muoversi. || farisi lu coddu longu, attendere lungamente: allungar il collo. || fari fari lu coddu longu: indugiare. || fari ’na cosa tirata pri lu coddu: farla malgrado, contro voglia. || – a passuluni, chinato, proprio di chi vuol ostentar umiltà, che pur si dice coddu tortu: collo torto, spigolistro, capitòzzolo. || statti arrassu di coddi a passuluni, fuggi gli ipocriti: bacchettoni e colli torti, tutti il diavol se li porti; baciapile e leccasanti, se li porti tutti quanti. || ’n coddu, posto avv., sul collo: in collo. Si dice anche del portar un bambino in braccia: in collo. || jittari ’na cosa ’n coddu a n’autru, incolpar alcuno di checchessia. || livarisi di ’n coddu ’na pirsuna o ’na cavigghia: liberarsene, distrigarsene. || a coddu, posto avv., più del giusto: d’avanzo. || aviri o teniri a coddu, aver provvista, dovizia d’alcuna cosa. || purtari ’n coddu, met. scusar l’altrui negligenza: tener in collo. || a coddu sutta, in rovina: a gambe levate. || vrazzu ’n coddu, gamma a lettu V. in gamma || – di lu pedi o di la gamma, la parte men grossa della gamba tra la noce del piede: collo del piede. || rutta di coddu! modo prov. in rovina, in malora, a precipizio: rotta di collo! || a rumpi coddu, a precipizio: a fiacca collo, a scavezza collo, a rompicollo. || mettiri a coddu: accollare, mettere a debito. || jiri cu lu coddu di fora: andare scollacciato. || tirari lu coddu, dicesi dell’uccider i polli: tirar il collo || – di lu spiruni: forchetta (An. Cat.).
Coddu-virdi. s. m. T. zool. Volatile della famiglia delle anatre: anatra tadorna. Anas jadorna L. || – ’mpriali, altra varietà: fistione turco. Anas rufina Gm.
Còdici. s. m. Libro che contien il testo della legislazione: codice. || Volume manoscritto antico: codice.
Codicillari. v. intr. Far codicillo: codicillare.
Codicillari. add. T. leg. Appartenente a codicillo: codicillare.
Codicillaturi. s. m. Chi fa codicillo: codicillatore.
Codicillu. s. m. Disposizione di ultima volontà in iscritto, per cui si aggiunge alcuna cosa al testamento o si scambia: codicillo. || Oggi si chiama col nome generale: testamento.
Coercitivu. add. Che costringe: coercitivo (Mort.).
Coeredi. s. m. e f. Compagno nella eredità: coerede.
Coerenti. add. Che ha coerenza: coerente. || Conveniente: dicevole, congruo. || Ragionevole, giudizioso: ratiocinante.
Coerenza. s. f. L’unione delle parti nel medesimo corpo: coerenza.
Coerzionari. v. a. T. leg. Obbligare, sforzare: coerzionare. P. pass. coerzionatu: coerzionato (Mort.).
Coerzioni. s. f. Costrignimento pelle vie di giustizia: coerzione (Mort.).
Coesioni. s. f. T. fis. La forza che tien insieme le varie parti: coesione.
Coesistenti. add. T. scient. Che coesiste: coesistente.
Coesistenza. s. m. Esistenza di più cose in un tempo: coesistenza.
Coesìstiri. v. intr. Esister insieme: coesistere.
Coetàniu. add. Della medesima età: coetàneo.
Còfanu. s. m. Vaso rotondo col fondo piano per trasportar roba da luogo a luogo: cofano.
Coffa. s. f. Arnese noto tessuto di foglie di palma, serve a portar o tener roba: sporta, bùgnola. || Arnese di strambio, intrecciato a rete, rotondo con foro nel mezzo, entro cui si introducono le ulive infrante o l’uva per istrignerle: gabbia. || avirinni cu li coffi, averne di molte: averne a sacca. || dari la coffa, mandar via, scacciare: dar l’erba cassia, dar un soldino di pere, dar puleggio. || T. mar. Palco intorno alla cima di ciascun degli alberi bassi: gabbia, coffa (Car. Voc. Met.).
Cògghia. (Vinci) s. f. Spira, cosa fatta a chiocciola: coclea. || Per cugghiuni V.
Cogghimunnizza. V. cascitta. || V. munnizzaru.
Cògghiri. v. a. Spiccare erbe, fiori, o frutta dalle loro piante: cogliere, còrre. E quando si dice di frutta o altro da raccattarsi da sulla terra: raccogliere. || Pigliare: cogliere. || Raccorre, ragunare: cogliere. || Giungere, sopraggiungere, acchiappare: cogliere. || Colpire: cogliere. || Sorprendere all’improvviso: cogliere. || – in fausu latinu, modo prov., scoprire, convincer alcuno per bugiardo: sbugiardare. || – in fallu ecc., sorprendere nel fallo: cogliere in fallo ecc. || – amuri, affezioni: porre amore, prendersi dell’amore d’alcuno. || cogghirisi o cugghirisi li pezzi o li cani, o cogghirisilla, battersela: corsela, far fagotto. E detto ass.: morire. || cugghirisi tuttu, mostrare di non saper nulla, scusarsi tacitamente o cedere e uniformarsi con pazienza: stringersi nelle spalle, o raggricchiarsi, rappiccinirsi, sia per freddo che per paura o altro. || intr. Venir a suppurazione: suppurare, infradiciare (Tomm.). || T. mar. – li vili, ritirar le vele in modo che non operino: piegare, serrar le vele. fig. Venir a conclusione, riepilogare. || – li robbi, il ritirare e metter assieme i panni che furono sciorinati onde asciugarsi o pigliar aria: raccattare. || – friscu, esporsi all’aria fredda: pigliar una imbeccata, pigliar fresco. || – vizî, allontanarsi dal buon sentiero pigliando vizî: incattivire, prender vizî. || – dinari, mettere insieme danaro: raggruzzolare. Talora significa riscuotere da più persone o tòrre con furberia. || Andar attorno per limosina per sè o per altri: accattare, raccogliere. || – l’acqua, raccattarla a stento, rasciugarla facendola suzzare. || – lu cottu e lu crudu o tutti cosi, ragunar la roba per andar via: far fardello; affardellare. || cugghirisi li capiddi, rassettare la capellatura: raccorre, metter in sesto i capelli. || cugghirisi la vesta, – lu firriolu, tirarla su che non istrascichi: succignere. || Comprendere, intendere: raccapezzare. || – li voti, – li vuci: raccorre i voti. || – filu, – sita ecc., ravvolger il filo nel gomitolo: aggomitolare, dipanare. || – malatii, incorrere in malattia: ammalarsi, infermarsi. || – abbìli V. abbiliarisi. || a lu cogghiri li firriola, al far de’ conti: da ultimo, alla perfine. || nun putirinni cògghiri nenti V. catacogghiri. E non poter trarne costrutto: non poterne raccapezzare. || Ne’ Canti popolari Toscani raccolti da Tigri, vi è: cogghiere, e ancora nelle campagne fiorentine si usa. P. pass. cugghiutu: colto.
Coggitabbunnu. add. Pieno di pensieri: cogitabondo.
Cògliri. V. cògghiri.
Cognazioni. s. f. Congiunzione di parentado: cognazione. || – spirituali. T. eccl. è quella che contraesi dai padrini co’ genitori de’ battezzati o cresimati.
Cognettura. s. f. Giudizio o opinione di cose possibili fondata in su qualche apparente ragione: congettura, conghiettura.
Cognetturali. add. Fondato su congetture: congetturale.
Cognetturari. v. intr. Far congetture: congetturare. P. pass. cognetturatu: congetturato.
Cògnitu. add. conosciuto: cognito. || Impropriamente chiamiamo così que’ che dovrebbono chiamarsi conoscitori, quelli richiesti da’ cassieri del pubblico banco nel dover consegnare danaro ad alcuno non cognito, come altresì dai notai quando non conoscono i contraenti. Sup. cognitissimu: cognitissimo.
Cognizioni. s. f. Atto dell’intelletto col quale si apprende la verità d’una cosa: cognizione. || Notizia, contezza di cose intellettuali: cognizione.
Cogniziunedda. s. f. dim. Cognizioncella.
Cogniziununa. accr. di cognizioni. Si dice per ironia.
Cognugali. add. Di marito e moglie: conjugale.
Cognugari. v. a. Congiungere: conjugare. || recipr. Unirsi in matrimonio: conjugarsi. || T. gr. Saper ridurre per ordine i tempi, le persone e i numeri del verbo: conjugare.
Cognugatu. add. Conjugato. || Unito in matrimonio: conjugato, e s’usa anco sost. || T. geom. Aggiunto di alcuni diametri di particolar positura, e proporzioni di alcune sezioni coniche: conjugato. || Si dicono conjugate le coppie di sezioni opposte formate co’ diametri conjugati.
Cognugazioni. s. f. Il conjugare: conjugazione. || – di nervi, chiamansi da’ notomisti un paio di nervi.
Cògnuggi. T. leg. Marito e moglie: conjugi.
Cògnuggiu. s. m. Congiungimento: conjugio.
Cognùnciri. v. a. Giunger insieme, unire: congiugnere.
Cognuntivu. add. T. gramm. Uno dei modi con cui si conjuga il verbo: congiuntivo, soggiuntivo.
Cognuntu. add. Congiunto. || Parente: congiunto. || Colui che dopo il superiore presiede ad una confraternita o congregazione qualsiasi.
Cognunzioni. s. f. Congiungimento: congiunzione. || T. gramm. Particella che serve ad unire: congiunzione. || Congiunzione dei corpi celesti, e quando due pianeti rispetto a noi pare che s’incontrino.
Coi. V. cavuli. Anco in qualche dialetto dell’alta Italia li chiamano così.
Coincidenti. add. Che coincide: coincidente.
Coincidenza. s. f. Stato di due cose che coincidono: coincidenza.
Coincidiri. v. intr. ass. Adattarsi l’una cosa sopra l’altra, combinarsi: coincidere.
Còiru. V. coriu.
Còitu. s. m. Atto venereo fra’ i due sessi: coito.
Cola. Per modestia si dice il culo.
Colaquintu, corrotto da coloquintida. s. f. Frutto d’una pianta dello stesso nome, grosso come un’arancia; purga violentemente; è amarissimo, acre, nauseante: coloquintida. Cocumis colocynthis L.
Còlchicu. s. m. T. bot. Pianta bulbosa, medicinale: colchico. Colchicum autunnale L.
Colèra. s. f. Malattia pur troppo nota, viene con vomiti, diarree, contrazione, ecc.: colera. Cholera morbus.
Colèricu. V. colerusu.
Colerina. s. f. Lieve accesso di colera.
Colerusu. add. Preso da colera: coleroso (voce d’uso).
Còlica. s. f. T. med. Malattia con dolori forti negl’intestini o altri visceri: colica.
Còlicu. s. m. Colui che ha colica: colico.
Còlicu. add. Appartenente a colica: colico.
Colimentu. (Veneziano) s. m. Il far pro: giovamento.
Còlira. V. collira.
Còliri. v. intr. Far pro, contrario di nuocere: conferire, giovare, approdare. || colirisi, volersi bene, esser d’accordo: affarsi.
Colla. V. codda.
Collabburari. v. intr. Lavorar insieme: collaborare.
Collabburaturi. verb. m. Che collabora: collaboratore.
Collana. V. cullana.
Collaterali. add. Chi è a lato: collaterale.
Collattàniu. add. Fratello di latte: collattaneo.
Collazionari. v. a. Riscontrar una scrittura col suo originale: riscontrare, confrontare, collazionare. P. pass. collazionatu: riscontrato, confrontato, collazionato.
Collazioni. s. f. Conferimento di checchessia: collazione. || Comparazione: collazione. || Confronto, riscontro, collazione. || Il rimetter in comune i beni già avuti da vivente da un testatore, per dividerli insieme a’ coeredi: collazione.
Collaziunari. V. collazionari.
Colleanza. s. f. Collegazione: colleanza.
Colleàrisi. v. rifl. Unirsi insieme in lega: collegarsi. || Unirsi in concordia: collegarsi. P. pass. collegatu: collegato.
Collega. V. cullega.
Collegatàriu. add. Chi è in lega: collegatario. || T. leg. Ognuno a pro di cui è stato fatto legato: collegatario.
Collèricu. V. cullericu.
Colletta. V. culletta.
Collettari. v. a. Ridurre a Comune uno aggregato di abitanti in un luogo. P. pass. collettatu.
Collettivamenti. avv. A modo collettivo: collettivamente.
Collettivu. add. T. gramm. Si dice del nome generico che comprende più individui: collettivo. || Nome che comprende più cose: comprensivo.
Collettizziu. add. Dicesi di gente o esercito messo insieme con poco ordine, ragunaticcio: collettizio. || Di cose mal accozzate: collettizio.
Colletturi. s. m. Colui che raccoglie e riscuote: collettore. || Chi fa una raccolta di opere: collettore.
Colletturia. s. f. Ufficio del collettore: collettoria.
Collezioni. s. f. Adunamento di cose, più particolarmente della medesima specie: collezione.
Colliari. V. ligari.
Collimari. v. intr. Mirare a un medesimo fine: collimare.
Collina. s. f. Piccolo colle, elevazione di terreno: collina.
Collinetta e Cullinetta. s. f. dim. di collina: collinetta.
Còllira. s. f. Uno dei quattro umori supposti costituenti il sangue, che rende l’uomo irritabile: collera. || Moto violento dell’animo: collera, cruccio. || pigghiarisi collira: entrar in collera, accorarsi. || dari o fari pigghiari collira: far adirare, far accorare. || paroli di collira: parole d’ira. || passari la collira, dimettere l’ira: passar la stizza, l’ira. || fari passari la collira: abbonire, placare. Talvolta regolare sopra il convenuto: dar di sopprammercato. || essiri in collira: esser in collera. || sfugari la collira, rovesciar la bile contro alcuno: sborbottare, sfogare. || astutari la collira, mitigare: calmare, addolcire; procacciarsi benevolenza: aggraduirsi. || prov. la collira nun fu mai in potestà di l’omu, la collera non si può frenare. || la collira di la sira sarvatilla a la matina, l’uomo deve agire dopo passata la collera: la collera della sera va serbata alla mattina. || una gran collira po’ ammazzari, una gran collera può uccidere.
Collìriu. s. m. Medicamento con cui si ugne o si bagna occhio infermo: collirio.
Collisioni. s. f. Battimento di due corpi insieme: collisione. || met. Sbattimento di parole, contrasto: collisione.
Collitiganti. s. m. Quegli che, unitamente ad altri, litiga in tribunale: collitigante.
Collocamentu. s. m. L’atto del collocare: collocamento.
Collocari. v. a. Porre in un luogo: collocare. || Metter alcuno in un ufficio, impiego: collocare. || Maritar una donzella: collocare, allogare. P. pass. collocatu: collocato.
Collocazioni. s. f. Il collocare: collocazione.
Collòquiu. s. m. Parlamento insieme: colloquio. || Lo indirigere le parole a Dio, che fassi dai predicatori: colloquio.
Collu. s. m. T. comm. Carico o fardello di mercanzia: collo.
Collusioni. s. f. Accordo fra più tristi per ingannar alcuno: collusione.
Colocàssia. s. f. T. bot. (D. B.) Pianta detta anco fava d’Egitto: colocasia. Arum colocasia.
Colònia. s. f. Popolo mandato ad abitar un luogo, con le leggi patrie; ed esso luogo: colonia. || Oggi, le nuove città fabbricate da uomini che si recano lontano di patria: colonia.
Coloniali. add. Di colonia; generi coloniali, prodotti naturali delle colonie: generi coloniali.
Colònicu. add. Da colono: colonico.
Colonnatu. V. culunnatu.
Colonnellu. V. culunnellu.
Còlonu. s. m. Abitator di colonia: colono. || Contadino che serve ad anno, e che abita nel podere: colono.
Coloquintida. V. colaquintu. || – lattea, è una razza secondaria della zucca detta popone polimorfo.
Colpiri. V. curpiri.
Colpu. V. corpu.
Còlura. V. còllira (A. V. ital. còllora).
Coma. s. f. T. med. Affezione letargica, che consiste in una propensione violenta a dormire: coma, catafora.
Cometa. s. f. Corpo luminoso in cielo, per lo più con raggi, coda ecc.: cometa. || Per aquilone V. stidda.
Còmica. s. f. L’arte di rappresentare, di porgere con gesti, movimenti: comica. || fem. di comicu V.
Comicamenti. avv. In modo comico: comicamente.
Còmicu. s. m. Quegli che compone commedie: comico. || Attore della commedia: comico.
Còmicu. add. Appartenente a commedia: comico. || Per trasl. si dice di ogni cosa ridicola.
Còmitu. s. m. Chi comanda la ciurma e sopraintende alla vele del navilio: comito. || – reali, il comito de’ vascelli, galee o capitano di qualsivoglia squadra: comito reale.
Comiziali. add. T. med. Aggiunto di male: comiziale V. mali di luna.
Comìzii, Comìziu. Antico mezzo de’ Romani per elegger magistrati; oggi, adunanze dove si elegga: comizio.
Commemoràbbili. add. Degno di commemorazione: commemorabile.
Commemorari. v. a. Ridurre alla memoria, rammemorare: commemorare. P. pass. commemoratu: commemorato.
Commemorativu. add. Atto a commemorare: commemorativo.
Commemorazioni. s. f. Il commemorare: commemorazione. || Orazione che si recita in memoria di un santo, o di una celebre persona: commemorazione.
Commenda. s. f. Rendita ecclesiastica: commenda.
Commendàbbili. add. Degno di essere commendato: commendabile.
Commendabbilmenti. avv. In modo commendabile: commendabilmente.
Commendari. v. a. Lodare, approvare: commendare. || Raccomandare: commendare. || Dar in commenda: commendare. P. pass. commendatu: commendato.
Commendatàriu. s. m. Chi fonda e chi gode la commenda: commendatario.
Commendatissimu. add. sup. di commendatu: commendatissimo.
Commendatizia. s. f. Lettera di raccomandazione: commendatizia. || Raccomandazione fatta a voce, dote morale o física di cui uno sia adorno, o che vaglia a fargli strada: commendatizia.
Commendatiziu. add. Detto di cosa che si faccia o si dica in raccomandazione: commendatizio.
Commendaturi – trici . verb. Chi o che commenda: commendatore –trice. || Chi gode commenda: commendatore. || Titolo di superiore in qualche comunità religiosa, o dignità in altri ordini: commendatore.
Commendaturìa. s. f. Fondo e stato di una commenda: commendatoria.
Commendazioni. s. f. Il commendare, lode: commendazione.
Commensali e Cumminsali. add. Che sta alla medesima mensa: commensale.
Commentari. v. a. Far comenti: comentare. P. pass. commentatu: comentato.
Commentàriu. s. m. Libro ove gli antichi scrivevano i fatti del giorno per memoriale: comentario. || Per commentu V.
Commentaturi. verb. m. Chi comenta: comentatore.
Commentu. s. m. Chiosa più libera, che illustra le idee più che le parole: comento.
Commerciu. V. cummerciu.
Commilituni. s. m. Compagno di milizia: commilitone. || Per sim. compagno nelle fatiche, nei pericoli: commilitone.
Comminatòria. s. f. Intimazione fatta dal Giudice minacciando qualche cosa: comminatoria.
Comminatòriu. add. Che minaccia pena: comminatorio.
Commiserari. v. a. Aver compassione: commiserare.
Commiserazioni. s. f. Compassione: commiserazione.
Commissa. V. commissioni (A. V. ital. commessa).
Commissarìa. s. f. Carica ed ufficio del commessario: commessarìa, commissarìa.
Commissariatu. s. m. Lo stesso che commesserìa: commessariato, commissariato. || Residenza del commessario, dove esercita l’ufficio: commessariato.
Commissàriu. s. m. Quegli alla fede del quale è raccomandato carico od officio: commessario, commissario. || Quegli che oggi chiamasi Delegato di pubblica sicurezza. || – esecutivu, quegli a cui il Governo dà una particolar incumbenza: commessario.
Commissionari. v. a. Dar commissione: commettere, deputare, incaricare. P. pass. commissionatu: deputato, incaricato.
Commissionàriu. s. m. Colui che compra e vende per conto altrui: commesso, agente (Ugolini biasima la voce commissionario).
Commissioni. s. f. Cosa da fare che s’incombenza altrui: commissione, commessione. || Un certo numero di persone deputate a una cosa: giunta, consiglio, deputazione, magistrato; la voce commissione in questo senso, benchè molto in uso negli uffizî, è ripresa dall’Ugolini.
Commissu. s. m. Persona sostituita, o mandata in cambio, a cui sia commesso il fare alcuna cosa invece di un altro, aiutante, coadiutore in certi ufficî: commesso. || opra di commissu, lavurari di commissu, quella unione di pietre o legnami a pezzetti colorati in uno stesso piano come mosaico: lavoro, lavorar di commesso.
Còmmitu. V. còmmodu.
Còmmoda. V. commuda.
Commòviri. V. cummòviri.
Còmmuda. s. f. Vaso per cacare: pitale. || jiri supra la commuda, cacare: andar a sella.
Commudamenti. avv. Con comodità: comodamente. || Agiatamente. || Agevolmente: comodamente. || Facilmente, liberamente. Commudinu. s. m. Mobile che si tiene accanto al letto: comodino.
Commudissimamenti. avv. sup. comodissimamente.
Commudista. add. Detto ad uomo cui piaccia far le cose pian piano sempre col suo comodo, tenace degli agi: comodone.
Commudità e Commodità. s. f. Mezzo di agevolare una o più operazioni: comodità, comoditade, comoditate. || Lunga opportunità di fare: comodità. || Parlandosi di albergo o altro luogo di dimora: capacità, sufficienza. || Detto di vestiario, calzare ecc. che vada bene: comodità. || prov. la cummudità fa l’omu latru, le comodità, gl’incentivi inducono l’uomo al fallo: la comodità fa l’uomo ladro. || cu’ havi cummuditati e nun si nni servi, nun cc’è cunfissuri chi l’assolvi, si deve approfittare delle occasioni, se no esse sfuggono e non ritornano: quando il pesce vien a riva, chi nol prende e’ torna via. || stari cu tutti li cummuditati: star con tutti i suoi agi. || fari li così cu cummuditati: comodamente, lentamente.
Commòditatuzza. s. f. dim. di commudità.
Còmmudu. s. m. Ciò che soddisfa convenientemente ai bisogni: comodo. || Tutto quello che dà modo di fare più agevolmente, più presto e meglio: comodo. || Mobile di legname V. cantaranu.
Còmmudu. add. Utile, convenevole, buono: comodo. || essiri còmmudu, agiato, ricco: essere comodo. || Detto di vestito, che vada bene: comodo. Sup. commudissimu: comodissimo.
Comora. avv. Ora, ora come ora, adesso.
Compattu. add. T. fis. Le cui parti sono bene unite, ristrette: compatto.
Compendiari. v. a. Ridurre in compendio: compendiare. P. pass. compendiatu: compendiato.
Compendiettu. s. m. dim. di compendiu: compendietto.
Compèndiu. s. m. Breve ristretto di alcun trattato o di qualunque opera: compendio.
Compendiusamenti. avv. In compendio: compendiosamente.
Compendiusu. add. Detto in compendio: compendioso.
Compiàciri. V. cumpiàciri.
Compiegari. V. complicari.
Compieta. V. cumpieta.
Compiri e tutti i suoi derivati. V. cumpiri.
Complessu. s. m. Ciò che risulta dall’unione di differenti parti; aggregato di più cose concorrenti allo stesso fine: complesso. || Per cumplessioni V.
Complessu. add. Pieno di carne, membruto: complesso.
Completamenti. avv. Del tutto, affatto: completamente.
Completari. v. a. Far completo: compiere, ridurre a finimento. La voce completare da molti è censurata.
Completazioni. s. f. Il compiere: compimento.
Completu. add. Intero in tutte le sue parti: completo, compiuto.
Complicari. v. a. Avvolger insieme, avviluppare: complicare. P. pass. complicatu: complicato.
Complicatu. add. Piegato, avvolto insieme: complicato. || malattia complicata, che si manifesta con sintomi di altra diversa malattia. || affari, nigoziu, liti ecc. complicatu, imbrogliato: intrigato, impacciato.
Complicazioni. s. f. Adunamento, inviluppamento di più cose insieme: complicazione.
Còmplici. add. Che è a parte con altri in cose malvage: complice.
Complicità. s. f. Astratto di complice, l’esser a parte: complicità.
Complimentari. V. cumplimentari.
Compliri. V. cumpiri.
Componenti. add. Che compone: componente. || Chi fa parte di un consesso, di un’adunanza: membro. || s. Ingrediente: componente.
Compòniri. v. a. Porre insieme più cose per farne una: comporre, componere. || Fingere, macchinare: comporre. || Inventare o dar nuova forma sia in iscritto, che in musica e in pittura: comporre. || Convenire, restare in appuntamento: comporre. || Assettare, accomodare: comporre. || Conciliare, condurre a buon termine: compor le differenze. || Pacificare, riconciliare gli inimici: comporre. || Accomodare le quistioni, disporre l’animo agli eventi: comporre l’animo. || Trappolare, ingannare, subornare: accalappiare. || T. tip. Trarre i caratteri dalle cassette e acconciarli a parole: comporre; e compòniri a striscia: comporre a dilungo. || rifl. a. Accordarsi, restar d’accordo: comporsi. || Acconciarsi le vesti. l’andare ch’esprimano qualche passione o modestia ecc.: comporsi a...., atteggiarsi a....; acconciarsi, abbigliarsi: abbellirsi. || cumpunirisi cu la parti, tradire la fede del cliente, affratellandosi coll’avversario.
Comporzionàriu. add. Socio parziale in qualche impresa: consorte, consocio.
Compòsitu. add. T. arch. Uno dei cinque ordini architettonici: composito.
Composituri. s. m. Colui che pacifica o acconcia un disturbo: compositore, conciliatore. || Quegli che compone: compositore. || T. tip. Colui che riunisce le lettere: compositore. || E l’arnese dove si compongono le linee ad una ad una: compositojo.
Composizioni. s. f. T. tip. Il comporre, ossia riunire le lettere, e il composto: composizione. || Opera artificiosa nel fingere: composizione. || Ogni sorta d’invenzione di letteratura, musica, pittura ecc.: composizione. || Patto o accordo di pagamento: composizione. || Aggiustamento, concordia: composizione. || Certo atteggiamento degli abiti, della persona: compostezza. || L’arte di chi a torto toglie altrui o con lusinghe o con minacce: trufferìa. E ciò che ne ricava: mala tolta. || bulla di composizioni, concessione del Pontefice a coloro che avendo misfatto, mercè dell’oro sborsato alla Chiesa rimangon assolti: bolla di composizione.
Composiziunazza. pegg. di composizioni nel terzo senso: composizionaccia.
Composiziunedda. dim. di composizioni: composizioncella.
Composiziununa. accr. di composizioni.
Compostamenti. avv. Acconciamente, graziosamente: compostamente. || Modestamente: compostamente.
Compostizza. s. f. Modestia, aggiustatezza d’abito o di costumi: compostezza.
Compostu. s. m. Miscuglio di cose composte, composizione: composto, composta.
Compostu. add. da compòniri: composto. || Accordato, pattuito: composto. || Finto, falso: composto. || Scritto, disteso, messo insieme: composto. || Determinato di concerto: composto. || Grave, modesto: composto. || T. bot. Quelle foglie il cui principal peziolo porta altre foglie. || Fiore composto, un aggregato di fiori in cui si trovino molti fiorelli monopetali posati su una base comune. || Per compositu V. || Formato della unione di più cose della medesima specie: composto. Sup. compostissimu: compostissimo.
Compra. s. f. Il comperare e il comperato: compera, compra.
Comprari. v. a. Dar danaro per aver l’oggetto: comperare, comprare. || Per sim. cambiarsi l’oggetto con altro, che con danaro: comperare. || met. Indurre alcuno con donativi a far l’altrui volere: comperare, subornare. || prov. cu’ disprezza compra, dicesi di chi in apparenza biasima che internamente desidera: chi biasima vuol comprare. || lu comprari ti ’nsigna a vinniri, e lu guadagnari a spenniri: il comprar insegna spendere. P. pass. compratu: comperato.
Compraturi –tura. verb. Chi o che compera: comperatore –trice, compratore –trice. || Colui a cui si affida la cura di provvedere a’ bisogni della comunità: spenditore.
Compuncimentu. s. m. L’atto del compungere: compungimento.
Compùnciri. v. a. Affliggere, tormentar nell’animo: compugnere, compungere. || Muovere l’altrui affetto che fa l’oratore: commuovere.
Compuntiva. s. f. L’arte di commuovere.
Compuntu. add. Compunto. || Tocco il cuore, commosso dall’orazione: compunto.
Compunzioni. s. f. Afflizione d’animo con dolore e pentimento degli errori commessi: compunzione, compugnimento.
Compunziunedda. s. f. dim. di compunzioni.
Compusituri. V. composituri.
Computamentu. s. m. Computamento.
Computari. v. a. Calcolare, metter a rincontro l’una cosa con l’altra: computare. P. pass. computatu: computato.
Computaturi –trici. verb. Chi o che computa: computatore –trice.
Computazioni. s. f. Il computare e il computato: computazione.
Computista. s. m. Colui che esercita l’arte di tener conti: computista, ragioniere.
Computistarìa. s. f. L’arte del computare: computisteria. || Lo scrittoio de’ computisti: computisteria.
Còmputu. s. m. Calcolo, ragione, il computare: computo.
Comu. avv. A guisa, nel modo: come (A. V. ital. como, G. Cavalcanti) || (Sp. como). || Interrogativamente in che modo: come? || Maraviglia, in che modo, perchè: come! || Per quando, e suol seguire la particella accussì, p. e. accussì comu...: così come... || Per mentre, appena; comu accumenzu: come comincio. || Per poichè, subitochè; comu si sappi: come si seppe; comu arrivu: come arrivo. || Per qualmente, che; cuntau comu iddu....: contò com’egli.... || Per come, se: come. || Per attesochè, secondochè; comu era malatu perciò...: come era ammalato... || Per col quale; eccu lu mezzu comu: ecco il mezzo come. || Per secondochè, conforme: come. || Unito alla particella chi, ha senso di casuale; comuchì: comechè. || Per quanto: a comu va la carni: come va la carne. || Che che cosa? come dice? come? || Per esclamazione; comu muriu! come morì! || Per minaccia: comu t’haiu a dari..: come ti ho a dare... || comu nenti, nell’ira, corrisponderebbe a non so chi mi tenga! || Per comunque; comu fu fu: come fu fu, come che fu. || Preceduto dall’articolo piglia forza di nome; lu comu: il come. || jeu comu jeu: io come io, modo di dire. || Per quale, esprimente un attributo, una proprietà; iddu comu omu dottu...: egli come uomo dotto.... || com’un cuntu, in forza d’avv.: senza fallo, certamente. || Quando si vuol rispondere con asprezza o scherno ad uno che dica comu? si dice a dda bbanna Milanu, poichè Como è città in vero dopo Milano. || comu è gghiè, comunque sia: com’egli è (in Firenze). || a comu parra... è modo congetturale, nel modo in cui parla: a come parla... || com’a diri, cioè, per altro: com’è a dire, come dire. || Per quasi, incirca: datigli come 4000 soldati (Cesari). || com’ed ora, posto avv., ora, come ora. || comu qualmenti...., modo basso, qualmente che: come qualmente. || senza diri nè pirchì nè pir comu, o nè chi nè comu, o nè comu nè quantu, modo di dire: senza dire nè perchè nè per come, o nè chi nè come. || Volendo largamente confermare una cosa si dice, e comu! p. e. ti voli beni to maritu? e comu! ti vuol bene tuo marito? e come! || comu si..: come se, in quella guisa che. || Per quando, poichè p. e. comu si in guerra cummatti, quando sei in guerra combatti.
Comuchì. avv. Poichè, attesochè: comechè.
Comunali. add. Consueto, ordinario: comunale. || Appartenente a Comune: comunale.
Comunella. s. f. Presso i regolari è una chiave che ogni individuo porta addosso per aprir le porte di comunità: chiavina.
Comunementi. avv. Alla maniera comune: comunemente.
Comuni. s. m. Popolo che si regge con leggi comuni: comune. || Paese abitato da questo popolo: comune. || Campo che serve per pastura agli animali del pubblico: campo compascuo. || Il maggior numero, ovvero tutta un’adunanza di persone: comune. || in comuni, posto avv., in modo che ciascuno abbia la sua parte: in comune. || Luogo comodo: luogo comune, comodo.
Comuni. add. Ciò di che molti partecipano o possono partecipare: comune. || Non singolare: comune. || Ordinario, comunale: comune. || Affabile, umano: benigno, trattabile. || Detto di luogo comune: luogo comune. || lochi comuni, i passi, i testi delle opere, ove attingonsi le verità che si voglion dimostrare: luoghi comuni. || T. eccl. L’uffizio generale dei santi: comune. Sup. comunissimu: comunissimo.
Comunimenti. V. comunementi.
Comunissimamenti. avv. sup. Comunissimamente.
Comunista. s. m. Quelli che pensano ordinare la Società, che tutto fosse in comune: comunista.
Comunità. s. f. Società di beni tra più persone: comunità, comunitade, comunitate. || in comunità, posto avv., in comune: in comunità. || Per comune: comunità. || Colleganza, connessione: comunità.
Comunqui. avv. Come, in qualunque modo: comunque. || comunqui sia: comunque sia.
Con. prep. Strumentale o di compagnia: con V. cu.
Cona. s. f. Voce corrotta dal Greco icon: impronta, imagine. || – di ficu, fichi secchi ordinati a figura o quadrata o triangolare. || Per nnicchia V.
Conca. s. f. Vaso di checchessia grandemente concavo e di larga bocca: conca. || Cavità nel terreno mediocremente profonda ove scolino acque o lordure: pozza, fosserella. || – di la quacina, è quel chiuso di sabbia dentro al quale si stempera la calce, e per sim. il vòto che si fa in centro alla farina per buttarvi acqua e impastare. || Quella fossicella che si fa intorno a’ pedali delle viti o altre piante: rosta. || Quel ricettacolo solito farsi ne’ palmenti o ne’ trappeti perchè non vada tutto perduto se mai se ne versasse, come pure nelle cànove qualora qualche recipiente si rompesse: lacuna, fossa, ricetta.
Concatinamentu. s. m. Concatenazione: concatenamento.
Concatinari. v. a. Unire insieme come con catena: concatenare. || Collegare, congiungersi: concatenare. P. pres. concatinanti: concatenante. P. pass. concatinatu: concatenato.
Concatinatura. s. f. Sito ove si concatena una cosa: concatenatura.
Concatinazioni. s. f. Connessione che alcune cose hanno fra loro: concatenazione.
Concàusa. s. f. Causa comitante: concausa.
Concavatu. add. Fatto concavo: concavato.
Concavità, Concavitati. s. f. Il concavo la profondità d’un corpo: concavità, concavitade, concavitate.
Còncavu. s. m. La superficie de’ corpi piegata interiormente: concavo. || cosi ntra lu concavu di la luna, cose incerte: cose dell’altro mondo.
Còncavu. add. Che ha concavità: concavo. || Presso i botanici, quella foglia, di cui il disco è più esteso del contorno.
Concavuluni. s. m. Disordinamento, confusione: scompiglio, buglione. || Massa di cose scompigliate: scompigliume. || a concavuluni, posto avv.: alla peggio, a catafascio.
Concedari. V. cuncidari.
Concèdiri e derivati V. cuncèdiri.
Concentu. s. m. Armonia risultante dall’accordo di più voci o strumenti: concento.
Concepiri e derivati V. cuncipiri.
Concèrniri. v. a. Riguardare, aver relazione, appartenere: concernere. P. pres. concernenti: concernente.
Concertinu. s. m. dim. di concertu, in senso di consonanza di voci o strumenti: concertino.
Concertu. V. cuncertu.
Concessionàriu. s. m. T. leg. Colui a cui è fatta la concessione: concessionario.
Concessioni. s. f. Il concedere: concessione. || Parlandosi di poderi, darli ad enfiteusi, a livello.
Concettu. V. cuncettu.
Concezioni. V. cuncizioni.
Conchiudimentu. s. m. Conchiudimento.
Conchiùdiri. v. intr. e att. Terminar il ragionamento o la prova dopo aver dimostrato il legame fra le premesse e la conseguenza; venir a capo della dimostrazione o illazione o deduzione e stabilendo la verità che ne scende, chiudere quasi il discorso: conchiudere, concludere. || T. leg. Legger i patrocinatori la domanda ragionata del cliente innanzi al magistrato, e pronunziar il parere come crederebbe potersi giudicare, facendo giustizia: concludere. || Per ischerzo: morire.
Conchiusioni. s. f. La parte del ragionamento la quale conchiude: conclusione, conchiusione. Determinazione, deliberazione: conclusione. || Termine, finimento di checchessia: conclusione. || vèniri a la conchiusioni, dar fine, compiere alcuna operazione: venir a conclusione. || in conchiusioni, posto avv., lo stesso che finalmente: in conclusione. || Il disputar in pubblico di materie filosofiche o teologiche: conclusione. || Così si dice anche una proposizione che si afferma dal filosofo, e si afferma altrui come vera: conclusione. || Vale anche il disteso de’ punti sopra cui si disputa.
Conchiusivu. add. Atto a conchiudere: conclusivo.
Conchiusu. add. Conchiuso, concluso. || Determinato, convenuto, ridotto a buon fine: concluso.
Conciliàbbili. add. Che può conciliarsi: conciliabile. Sup. conciliabbilissimu: conciliabilissimo.
Conciliabbilissimamenti. avv. sup. Conciliabilissimamente.
Conciliabbilmenti. avv. In modo conciliabile: conciliabilmente.
Conciliabbulu. s. m. T. eccl. Adunanza di preti scismatici: conciliabolo. || Congrega di uomini di mal’affare: conciliabolo.
Conciliamentu. s. m. Il conciliare: conciliamento.
Conciliari. v. a. Fare stare insieme che non contradicansi: conciliare. || Cattivare: conciliare. || – sonnu, richiamare il sonno: conciliar il sonno. || rifl. Rappacificarsi, riconciliarsi: conciliarsi. P. pres. concilianti: conciliante. P. pass. conciliatu: conciliato.
Conciliari. add. Appartenere a concilio: conciliare.
Conciliativu. add. Atto a conciliare: conciliativo.
Conciliatòriu. add. Spettante a conciliazione: conciliatorio.
Conciliaturi –trici. verb. Chi o che concilia: conciliatore. || Giudice di certe piccole contese: conciliatore.
Conciliazioni. s. f. Il conciliare: conciliazione.
Concilieddu. s. m. dim. di conciliu: conciliuzzo.
Concìliu. s. m. Adunanza d’uomini per consultar e giudicare: concilio. E per antonomasia quelli fatti fare dalla Chiesa Cattolica. || Congrega di uomini che convengano in una volontà: concilio. || fari conciliu, star a crocchio a discorrere: far capannelli.
Concimari. v. a. Dar il concime alle terre: concimare. P. pass. concimatu: concimato.
Concimazioni. s. f. Il concimare: concimatura.
Cuncimi. s. m. Letame per ingrassare le terre: concime V. grasciura.
Concisamenti. avv. In modo conciso: concisamente.
Concisioni. s. f. Astratto di conciso, l’esser conciso: concisione.
Concistoriali. add. Appartenente o dipendente da concistoro: concistoriale.
Concistòriu, Concistòru. s. m. Adunanza di Prelati chiamati dal Papa per aver loro parere: concistoro, concistorio. || Luogo dove si tiene tale adunanza: concistoro. || chiamari o teniri concistoru, adunarlo: far concistoro. || Per sim. qualunque radunanza o parlamento: concistoro. || Un tribunale che fu un tempo in Sicilia fin al 1819, composto di tre Giudici e un Presidente, per conoscere le cause che ivi si portavan in appello dagli altri tribunali: tribunale del concistoro.
Concisu. add. Si dice di discorso, scritto ecc. in cui non siavi soprabbondanza di parole: conciso.
Concitamentu. s. m. L’atto del concitare: concitamento.
Concitari. v. a. Commuovere violentemente: concitare. || Nel rifl. ha pur senso di tirarsi addosso: concitarsi. P. pres. concitanti: concitante. P. pass. concitatu: concitato.
Concitatamenti. avv. In modo concitato: concitatamente.
Concitatinu. V. cuncitatinu.
Concitatissimamenti. avv. sup. Concitatissimamente.
Concitativu. add. Atto a concitare: concitativo.
Concitatu. add. Concitato. Sup. concitatissimu: concitatissimo.
Concitaturi. verb. m. Che concita: concitatore.
Concitazioni. s. f. Il concitare: concitazione.
Conciura. V. cunciura.
Conclavi. s. m. Luogo dove si adunan i cardinali ad elegger il papa: conclave.
Conclavista. s. m. Cortigiano di cardinal in conclave: conclavista.
Concludenti. add. Che conchiude: concludente. Sup. concludentissimu: concludentissimo.
Concludentimenti. avv. In modo concludente: concludentemente.
Concludentissimamenti. avv. sup. Concludentissimamente.
Concludenza. s. f. Altezza a ben provare: concludenza.
Conclùdiri. V. conchiùdiri e derivati.
Conclusioni. V. conchiusioni.
Conclusivu. add. Atto a conchiudere: conclusivo.
Conclusu. V. conchiusu.
Concòciri. v. a. L’operazione che fa il ventre nel digerire: concuocere. P. pass. concottu: concotto.
Concomitanti. add. Che accompagna necessariamente: concomitante (Mort.).
Concozioni. s. f. Il concuocersi: concozione. Si dice da’ medici dei cibi che si digeriscono, o degli umori animali che dopo essere stati viziati ripigliano le loro qualità naturali, perchè si conosca che la malattia sia per cessare.
Concredituri. s. m. Compagno nel credito, in ciò che ha da avere da altri: concreditore –trice.
Concretamenti e Cuncretamenti. avv. In concreto: concretamente.
Concretari. v. a. Determinar una cosa più persone insieme: deliberare, fermare. || Conchiudere. P. pass. concretatu: deliberato, fermato. || Conchiuso.
Concretu. add. Aggiunto di qualità che si considera congiunta col subietto: concreto. || Spessito, condensato, solido: concreto. || in concretu, co’ verbi parlare, rispondere ecc. non in astratto, precisamente: in concreto.
Concrezioni. s. f. T. fis. Consolidamento e sostanza terrea, petrosa e minerale, le cui parti sciolte da prima e scomposte si son riunite a formar nuovo corpo: concrezione. || T. med. Accrescimento fatto per deposizione, che indura una parte del corpo: concrezione. || Azione per cui i corpi liquidi divengono più o meno consistenti: concrezione.
Concubbina. V. buttana: concubina.
Concubbinàriu. s. m. Chi tien concubina: concubinario.
Concubbinatu. s. m. Stato di concubina o di concubinario: concubinato, concubinaggio. || add. Lo stesso che concubbinàriu.
Concubbinedda. dim. di concubbina: concubinetta.
Concubbiniscamenti. avv. A mo’ concubinesco: concubinescamente.
Concubbiniscu. add. Di o da concubina: concubinesco.
Concubbinu. s. m. Drudo, disonesto amante: concubino.
Conculcàbbili. add. Che può essere conculcato: conculcabile.
Conculcamentu. s. m. Conculcamento.
Conculcari. v. a. Calpestare e fig. vilipendere: conculcare. || fig. Tener sotto, soggetto: conculcare. P. pres. conculcanti: conculcante. P. pass. conculcatu: conculcato.
Conculcaturi. verb. m. Chi conculca: conculcatore –trice.
Conculcazionii. s. f. Il conculcare: conculcazione.
Concupiscenza. s. f. Disposizione a desiderare beni sensibili con affetto disordinato; il primo movimento della volontà degradata verso piaceri non leciti: concupiscenza.
Concupiscibbili. add. Che nasce da concupiscenza: concupiscibile. || Quella parte sensitiva dell’anima che desidera, in forza di s.: concupiscibile.
Concùrriri. V. cuncurriri.
Concussionàriu. add. e talora s. T. leg. Colui che usa concussioni: concussionario.
Concussioni. s. f. Commozione, scuotimento: concussione. || met. L’estorquere da’ sudditi in alcun modo del danaro, che fa alcuno che è in uffizio: concussione, estorsione.
Concussiunedda. s. f. dim. di concussioni.
Concussiununa. s. f. accr. di concussioni.
Condensàbbili. add. Che puossi condensare: condensabile.
Condensabbilità. s. f. T. fis. Proprietà che ha un corpo di scemar di mole senza minorar di massa: condensabilità.
Condensamentu. s. m. L’atto del condensare: condensamento.
Condensari. t. a. e intr. Far denso, e divenir denso: condensare. P. pres. condensanti: condensante. P. pass. condensatu: condensato.
Condensaturi. s. m. T. fis. Macchina atta a condensare: condensatore. || T. mar. Vaso in cui, nelle macchine a bassa pressione, va a ridursi di nuovo in acqua il vapore tosto che ha agito sullo stantuffo: condensatore.
Condensazioni s. f. Il condensare: condensazione.
Condimentu. s. m. Ciò che s’adopera a condire: condimento.
Condiri. v. a. Perfezionar le vivande con cose che dànno più sapore, olio, aceto, spezie, erbe, ecc.: condire. || met. Rendere con alcun mezzo piacente alcuna cosa: condire.
Condiscìndiri. V. cundiscindiri.
Condiscipulu. s. m. Compagno nello imparare sotto la disciplina d’un altro: condiscepolo.
Cònditu. s. m. Un composto di più medicamenti, o confezioni fluide, per usi medicinali.
Condìtu. add. Da condiri: condito. || s. Condimento: condito.
Conditura. s. f. Condimento: conditura. || met. Modo di accompagnar certe parole, certe azioni onde farle riescir più gradite: conditura.
Condizionali. add. Limitato, con condizione: condizionale. || T. gramm. Uno de’ modi de’ verbi: condizionale.
Condizionalmenti. avv. A modo di condizionale: condizionalmente.
Condizionari. v. a. Restringere con condizioni, prescrivere il modo d’agire, senza di che disconchiudesi: condizionare. || Dare le richieste qualità: condizionare.
Condizionatamenti. avv. A modo condizionato: condizionatamente.
Condizionatu. add. da condizionari, sottoposto a condizione: condizionato. || beni o mali condizionatu, in buono o cattivo stato, ordine: bene o male condizionato.
Condizioni. s. f. Qualità morale o altra delle persone, e delle cose: condizione. || Sorte, stato della persona o dell’animo: condizione. || Grado, stato: condizione. || Essere, natura di cosa o persona: condizione. || Patto, limitazione: condizione. || a condizioni, posto avv., condizionatamente: a condizione.
Condiziunedda. s. f. dim. di condizioni: condizioncella.
Condiziununa. s. f. accr. di condizioni, e vale di gran peso e conseguenza.
Condomìniu. s. m. Compagnia nel dominio: condominio.
Condòminu. s. m. Compagno di dominio: condomino.
Condutta. V. cundutta.
Condutturi. V. cunnutturi.
Confabbulari. v. intr. ass. Discorrere insieme di cose da poco, ha senso di spregio o di celia: confabulare. || Anco nel senso di discorrere in sul serio ma con macchinazioni: confabulare. P. pres. confabbulanti: confabulante. P. pass. confabbulatu: confabulato.
Confabbulatòriu. add. Di confabulazione: confabulatorio.
Confabbulaturi –trici. verb. Chi o che confabula: confabulatore –trice.
Confabbulazioni. s. f. Il confabulare: confabulazione.
Confederalista. s. m. e f. Che parteggia per la confederazione: confederalista.
Confederàrisi. v. recipr. Unirsi in confederazione: confederarsi. P. pass. confederatu: confederato.
Confederazioni. s. f. Il confederarsi; unione, lega fra più Stati: confederazione. || Per sim. qualunque simile unione tra persone private: confederazione.
Conferenti. add. Che conferisce: conferente. || In senso di giovevole: conferente.
Conferenza. s. f. Il conferire, confronto: conferenza. || Coloquio: conferenza. || Discorso morale o predica familiare: conferenza.
Conferimentu. s. m. Il conferire: conferimento.
Conferiri. v. a. e intr. Comunicare ad altrui i proprî pensieri: conferire. || Dar altrui benefici, cariche ecc.: conferire. || Paragonare, confrontare: conferire. || Accordar doni, privilegi: conferire. || Per còliri V. P. pass. conferitu e conferutu: conferito.
Conferituri. verb. m. Chi conferisce: conferitore –trice.
Confidari. V. cunfidari.
Confidenziali. V. cunfidenziali.
Configurari. v. a. Conformar alla figura, rappresentar a somiglianza d’un’altra cosa: configurare. P. pass. configuratu: configurato.
Configurazioni. s. f. Il configurare: configurazione.
Confinanti. add. Che confina: confinante; confine, add.
Confinari. v. a. Sbandire, mandar in confino: confinare. || Porre i termini, i confini: confinare. || intr. Esser contiguo: confinare. || rifl. a. Rinserrarsi, ritirarsi in luogo riposto: confinarsi. P. pass. confinatu: confinato.
Confinazioni. s. m. Stabilimento, regolamento de’ confini: confinazione.
Confini. s. m. Linea che circoscrive un podere, un paese, un territorio, uno Stato: confine.
Confini. add. Lo stesso che confinanti: confine.
Confinu. s. m. Luogo ove i rei sono confinati dalla giustizia, e la pena stessa: confino. || essiri a confinu: esser a confino. || rùmpiri lu cunfinu, partirsene prima del tempo destinato: romper il confino. || fig. Limiti entro cui alcuno si astiene nel parlare o agire: confini.
Confirmari e derivati. V. cunfirmari.
Confiscari. V. cunfiscari.
Conformità, Conformitati. s. f. Somiglianza di forma: conformità, conformitade, conformitate. || Per modo, maniera: conformità. || in conformità, posto avv., in ordine, in esecuzione: in conformità.
Confortini. s. m. pl. Certe piccole confezioni aromatizzate e con essenze: confortini.
Confratellu. s. m. Compagno di confraternità: confratello.
Confraternità. s. f. Adunanza di persone per opere spirituali: confraternità.
Confrati. s. m. Lo stesso che confratellu: confrate.
Confricari. V. cunfricari.
Confruntari. V. cunfruntari.
Confusu. V. cunfusu.
Confutàbbili. add. Che si può confutare: confutabile.
Confutari. v. a. Ribattere con ragioni l’altrui detto o sentenza: confutare. P. pass. confutatu: confutato.
Confutatòriu. add. Atto a confutare: confutatorio.
Confutaturi. verb. m. Chi confuta: confutatore.
Confutazioni. s. f. Il confutare, e la confutazione scritta stessa: confutazione. || T. rett. Quella parte del discorso che è diretta a rispondere, a confutare: confutazione.
Congedu. s. m. Licenza, commiato: congedo. || Permissione: congedo. || T. mil. Permesso di recarsi a casa sia per qualche tempo, sia per aver finito il tempo: congedo (illimitato o assoluto). || Atto civile con cui si costringe il fittaiuolo a lasciar il corpo locato: congedo.
Congelamentu. s. m. L’atto del congelare: congelamento.
Congelari. v. a. e intr. Far rappigliare per via di gelo: congelare. || rifl. Rappigliarsi per gelo: congelare, congelarsi.
Congelatu. add. Congelato. || sangu congelatu, quelle macchie nere che rimangono sotto la pelle per cagione di percossa: lividezza. || Per sim. qualunque cosa rappigliata: congelato, condenso.
Congelazioni. s. f. Stato de’ fluidi congelati: congelazione. || Dicesi anco di certi fluidi che per qualunque ragione induriscano: congelazione. || I naturalisti chiamano congelazioni lapidee i depositi di alabastro calcareo o gessoso confusamente cristallizzati, che si formano sulle pareti delle caverne.
Congèneri. add. Dello stesso genere: congenere.
Congèrii. s. f. Massa, adunamento: congerie.
Congestioni. s. f. T. med. Ammasso di umori prodotto lentamente in alcun solido del corpo: congestione.
Congiùvini. s. m. Compagno di professione nel grado apprendista: condiscepolo.
Congratulazioni. V. cungratulazioni e derivati.
Congressu. s. m. Adunanza solenne di persone per abboccarsi a trattar di cose serie: congresso. || T. fis. Incontro di due corpi in moto: congresso. || Per concùbito: congresso.
Congrua. s. f. T. eccl. Quella provvisione, che è necessaria a un parroco o altro per potere vivere: congrua.
Congruamenti. avv. In modo congruo: congruamente.
Congruentementi. avv. In modo congruente: congruentemente.
Congruenti. add. Che ha congruenza: congruente.
Congruenza. s. f. Convenienza: congruenza. || Convenienza di una cosa con un’altra: congruità.
Còngruu. add. Dicevole, conveniente: congruo. || jus congruu, T. leg. Il diritto che ha il vicino di esser preferito nella vendita di una casa o altro confinante: jus congruo.
Cònica. s. f. T. geom. La parte della geometria sublime che parla del cono: conica.
Conicu. add. Di cono, appartenente a cono: conico. || sezioni conica, linea che nasce dalla sezione d’un cono: sezione conica.
Connaturali. add. Di somigliante e proporzionata natura, conforme alla natura: connaturale.
Connaturalizzari. v. a. Fare, render connaturale: connaturalizzare. P. pass. connaturalizzatu: connaturalizzato.
Connazionali. add. Che è della stessa nazione: connazionale.
Connessamenti. avv. Con connessione: connessamente.
Connessioni. s. f. Nesso, relazione che certe cose hanno tra loro: connessione. || Consanguineità, affinità: parentela. || Saviezza, sensatezza.
Connessu. add. da connèttiri: connesso.
Connèttiri. v. a. Metter insieme, congiungere di cose morali o intellettuali: connettere. || nun connettiri, discorrere senza ordine, senso: non connettere non raccapezzare, non annodare.
Conniventi. add. Che tacitamente acconsente a cosa trista: connivente. || Che fa le viste di non vedere (Mort.).
Connivenza. s. f. Il non opporsi a cosa trista che si faccia: connivenza.
Connotati. V. cunnutati.
Connovìziu. s. m. Compagno di noviziato: connovizio.
Connùbbiu. s. m. Maritaggio, mogliazzo: connubio.
Connummerari. v. a. Annumerare, metter a numero: connumerare.
Connummerazioni. s. f. Il connumerare: connumerazione.
Connutturi. s. m. Chi tiene casa a pigione: pigionale.
Conoscenza. V. canuscenza.
Conquassari. V. sconquassari e derivati.
Conquassu. s. m. Il conquassare: conquasso.
Conquista. s. f. Il conquistare, e la cosa conquistata: conquista.
Conquistamentu. s. m. L’atto del conquistare: conquistamento.
Conquistari. v. a. Acquistare o con armi o con fatica e contrasto: conquistare. P. pass. conquistatu: conquistato.
Conquistaturi –trici. verb. Chi o che conquista: conquistatore –trice.
Conquistu. V. conquista.
Consanguinità. s. f. Legame consanguineo: consanguineità, consanguineitade, consanguineitate.
Consanguìniu. add. Del medesimo sangue, stirpe: consanguineo. || Così i nati dal medesimo padre e differente madre.
Consapeddi. V. cunsariotu.
Consapèvuli. add. Che sa il fatto, la cosa: consapevole.
Consecutivamenti. avv. Di seguito, secondo l’ordine del tempo: consecutivamente.
Consecutivu. add. Che vien dopo immediatamente: consecutivo.
Consecutu. V. consequitu.
Consecuzioni. s. f. Conseguimento: consecuzione.
Conseguentimenti. V. consequentimenti.
Conseguenza. V. consequenza.
Conseguiri. v. a. Venir a capo di ciò che si cercava: conseguire. P. pass. conseguitu: conseguito.
Consentàniu. add. Conveniente: consentaneo.
Consentìri. V. cunsèntiri.
Consenzienti. add. da consentìri, che consente: consenziente.
Consequenti. add. Che consegue: consequente, conseguente. || Susseguente: conseguente. || s. T. fil. La proposizione che risulta dalle premesse: conseguente. || Detto ad uomo, saggio: sennato.
Consequentimenti. avv. Per conseguente: conseguentemente. || Di poi: conseguentemente.
Consequenza. s. f. La cosa che conseguita: conseguenza. || V. consequenti al § 3.
Consequìbbili. add. Che può conseguirsi: conseguibile.
Consequimentu. s. m. Il conseguire: conseguimento.
Consequiri, Consequitari. v. intr. Venir dopo, succedere a mo’ di conseguenza: conseguitare, conseguire. || Derivare, provenire: conseguitare. P. pres. consequitanti: conseguitante. P. pass. consequitatu: conseguitato.
Consequitaturi. s. m. Colui che consegue: conseguitatore.
Consequitu. add. da consequiri: conseguito.
Conservari. V. cunsirvari.
Consìstiri. V. cunsìstiri.
Consolida maggiuri. s. f. T. bot. Pianta pur detta oricchi d’asinu; radice nera fuori, grossa; stelo ramoso, peloso: foglie lanceolate, ovate, scabre, scorrenti; fliori rossi, e bianchi giallicci, peduncolati a spiga rada: consolida maggiore. Symphytum officinale L. || – media e minuri, varietà della sopraddetta.
Consolidàbbili. add. Atto a consolidarsi: consolidabile.
Consolidamentu. s. m. L’atto del consolidare: consolidamento.
Consolidanti. add. T. chir. Di rimedio buono a consolidare, a rammarginar le ferite: consolidante.
Consolidari. v. a. Saldare, render solido: consolidare. || met. Confermare: consolidare. || consolidarisi. T. leg. Riunirsi in favor di alcuno le ragioni o i beni divisi in più persone. P. pass. consolidatu: consolidato.
Consolidativu. add. Atto a consolidare: consolidativo.
Consolidazioni. s. f. Il consolidare: consolidazione. || met. Confermazione: consolidazione.
Consolle, Consolla, Consola. V. cunsolu.
Consonanti. add. Che ha consonanza: consonante. || add. e s. Quello elemento dell’alfabeto, che è fuor del numero delle vocali: consonante. Sup. consonantissimu: consonantissimo.
Consonanza. s. f. Accordo di suono, di voci: consonanza. || Uniformità, somiglianza nelle desinenze: consonanza. || met. Uniformità, corrispondenza: consonanza. || a consonanza, posto avv., giusta come, secondo, conforme.
Consonari. v. a. Concordare l’un suono con l’altro: consonare.
Cònsonu. add. Che ha o fa consonanza: consono. || met. Conforme, concorde: consono.
Consorti. s. m. e f. Che corre la sorte medesima: consorte. || Marito o moglie: consorte. || – di liti, i compagni di lite della stessa parte: consorte di lite.
Consòrziu. s. m. Compagnia, conversazione, pratica: consorzio.
Consuetamenti. avv. Secondo la consuetudine: consuetamente.
Consuetu. add. Secondo la consuetudine: consueto. || Assuefatto, avvezzo: consueto.
Consuetudinàriu. add. di consuetudini: consuetudinario. || T. leg. Appartenenza alle vedove sopra i beni del defunto marito.
Consuetùdini, Consuetùtini. s. f. Ordinario modo d’operare, prodotto da lunga e più o meno frequente ripetizione d’atti: consuetudine. || Abitudine: consuetudine.
Consultu. s. m. Scrittura dell’avvocato a favore del cliente, parere o consiglio de’ medici: consulto.
Consumari.V. cunsumari.
Consumè. V. consumè.
Consumu. s. m. Consumamento, consumazione: consumo. || Tassa sulle vettovaglie che si consumano: consumo. || Ciò, che in tempo determinato, si suol consumar in un paese, o in una famiglia. || Per squagghiumi V. || Quello che il carattere di stampa perde nell’usarlo: consumo.
Consunturi. s. m. Che consuma, che distrugge: consumatore. || Dissipatore, scialacquatore: scialone, prodigo.
Contabbili. s. m. Computista: contabile.
Contabbilità. s. f. Computisteria: contabilità.
Contaminabbili. add. Atto ad esser contaminato: contaminabile.
Contaminamentu. s. m. Contaminazione: contaminamento.
Contaminari. v. a. Macchiare, bruttare: contaminare. || met. Corrompere, infettare: contaminare. || Disonorare, offendere: contaminare. || Comunicare mal costume o ira di parte: contaminare. P. pass. contaminatu: contaminato.
Contaminatissimu. add. sup. di contaminatu: contaminatissimo.
Contaminaturi. verb. m. Chi contamina: contaminatore.
Contaminazioni. s. f. Il contaminare, macchia: contaminazione. || fig. Offesa all’onestà, alla fama, ecc.: contaminazione.
Contattu. s. m. Toccamento, stato di due corpi i quali si toccano: contatto. || angulu di contattu. T. mat. L’angolo che fa la tangente colla circonferenza: angolo di contatto. || a contattu, posto avv., in maniera che l’una cosa tocchi l’altra: a contatto. || fig. aviri o essiri in contattu. aver aderenza, familiarità.
Contea. V. cuntea.
Contegnu. V. cuntegnu.
Contemperanza. s. f. Astratto di contemperante: contemperanza.
Contemperari. v. a. Ridurre una cosa al temperamento di un’altra: contemperare. || Temperare, mitigare: contemperare. P. pres. contemperanti: contemperante. P. pass. contemperatu: contemperato.
Contemperazioni. s. f. Il contemperare: contemperazione.
Contemplari. V. cuntimplari.
Contemporaneamenti. avv. Nel tempo medesimo: contemporaneamente (voce ammessa dall’Ugolini e dal Valeriani).
Contemporaneità. s. f. Astratto di contemporaneo.
Contemporàniu. add. Di un medesimo tempo: contemporaneo. Talora è s.
Contèniri. V. cuntèniri.
Contenziusu. add. Litigioso: contenzioso. || Da’ canonisti è il fòro ove si agitano le liti. Sup. contenziusissimu: contenziosissimo.
Conterba. V. contrajerva.
Conterminari. v. intr. Confinare: conterminare. P. pres. conterminanti: conterminante. P. pass. conterminatu: conterminato.
Contèrmini. s. m. Unione di termini, di confini: contermine.
Contèrminu. add. Che ha i termini comuni: contermino.
Contestari. v. a. T. leg. Intimare, notificare: contestare. || Contrastare: contestare. || Comunemente s’usa per accertare, provare la verità d’un fatto (In questo senso è biasimato da tutti). P. pres. contestanti: contestante. P. pass. contestatu: contestato.
Contestazioni. s. f. Il contestare: contestazione.
Contestu. s. m. Testo che precede, o segue alcun particolar testo: contesto. || I testimoni allorchè depongono in conformità e son interamente fra loro concordi. || unicu contestu, a modo d’avv., seguitamente, senza interposizione: di seguito.
Contestura. s. f. Ordine, tessitura di una composizione, di un dettato qualunque: contestura.
Conti. s. m. Signore di contea, oggi è titolo nella gerarchia aristocratica: conte.
Continenti. V. cuntinenti.
Continenza. V. cuntinenza.
Contingenti. add. Che continge, che accade: contingente. || T. fil. Che può essere o non essere: contingente. || s. Rata o porzione di checchessia: contingente.
Contingentimenti. avv. Con contingenza: contingentemente.
Contingenza. s. f. Il contingere, il succedere un fatto: contingenza. || T. fil. Indeterminazione e il potere avvenire: contingenza.
Contingìbbili. add. Che soggiace a contingenza: contingibile.
Contingibbilità. s. f. Possibilità del caso, che una cosa avvenga: contingibilità.
Contisa. V. cuntisa.
Contistàbbili. s. m. Nome di dignità militare: conestabile, contestabile. E dignità nelle corti dei Principi. || Principale dignità nella religione dei Cavalieri di S. Stefano. || Assistente a un senatore: tavolaccino.
Contorsioni. s. f. Moto violento che contorce i muscoli: contorsione.
Contra. prep. Denota opposizione e contrarietà: contra, contro. || essiri o jiri contra, contrariare: essere o andar contro. || avv. Contrariamente: contro. Serve al secondo, terzo e quarto caso. Si premette a molte voci come in sèguito.
Contrabbannista. s. m. Colui che fa contrabbandi: contrabbandiere.
,Contrabbannu. s. m. Ciò che si fa contro a’ bandi, alle leggi: contrabbando. || Celar alcuna cosa a’ gabellieri per non pagar gabella: contrabbando. || di contrabbannu, posto avv., furtivamente: di contrabbando. || fari un contrabbannu, fig. operar di nascosto, far cose illecite: far contrabbando.
Contrabbassista. s. m. Suonatore di contrabbasso: contrabbassista.
Contrabbassu. s. m. Strumento noto grande a corde: contrabbasso.
Contrabbattaria. s. f. T. mil. Batteria opposta a batteria: contrabbatteria.
Contrabbattenti. s. m. Doppio battitoio V. battenti. || add. Ripercussivo: contrabbattenti.
Contrabbilanciari. v. a. Contrappesare, opporre bilancia a bilancia: contrabbilanciare. || fig. Pareggiare.
Contrabbordu. s. m. T. mar. Coperta di tavole che si fa al vivo della nave, dalla chiglia sino alle incinte: contrabbordo.
Contracàmmiu. V. contracanciu.
Contracanciari. v. a. Cambiar una cosa contro un’altra: contraccambiare. P. pass. contracanciatu: contraccambiato.
Contracanciu. s. m. Cosa uguale a quella che si cambia: contraccambio.
Contracàrricu. s. m. Carico che serve di contrappeso: contraccarico.
Contracartella. s. f. Pezzo di metallo, in cui si invita la piastra dell’arma da fuoco, per tener salda la cassa: contraccartella.
Contracavari. v. a. T. sch. Disimpegnar la spada di sotto al pugno dell’avversario: contraccavare.
Contracavazioni. s. f. L’atto del contraccavare.
Contrachiavi. s. f. T. magn. Chiave uguale a un’altra per aprire lo stesso serrame: contracchiave. || Chiave falsificata: contracchiave.
Contrachiglia. s. f. T. mar. Pezzo di costruzione, formato di più legni diritti, che si applicano sulla chiglia: controchiglia (Zan. Voc. Met.).
Contracicalata. s. f. Cicalata contraria ad un’altra.
Contracifra. s. f. Modo di scoprire e intendere la cifra: contraccifra.
Contracinga, Contracinguni. s. f. e m. T. valig. Cignone di rinforzo in caso di rottura di una molla, fermato con viti per sostegno della cassa del cocchio: contracignone.
Contracorpu. s. m. Colpo opposto a colpo: contraccolpo. S’usa nel propr. e nel fig.
Contracrìtica. s. f. Far una critica contraria a un’altra: contraccritica.
Contradanza. s. f. Spezie di ballo fatto in più persone: contraddanza.
Contradiri, Contradìciri. v. a. Dir contra, opporsi: contraddire, contraddìcere. || rifl. Cader in contravvenzione: contraddirsi. P. pres. contradicenti: contraddicente. P. pass. contradittu e contradiciutu: contraddetto.
Contradistìnguiri. v. a. Contrassegnare, discernere: contraddistinguere. P. pass. contradistintu: contraddistinto.
Contradistinzioni. s. f. Distinzione fatta a confronto: contraddistinzione.
Contradittoriamenti. avv. In modo contraddittorio: contraddittoriamente.
Contradittòriu. add. e talora s. T. log. Opposto, immediatamente contrario: contradittorio, contraddittorio. Detto ad uomo, che si contraddice. || essiri ’n contradittoriu, dicesi da’ litiganti quando disputano insieme le loro cause avanti ai giudici: esser in contraddittorio.
Contraditturi –trici. verb. Chi contraddice: contraddittore –trice. || Chi litiga contro altrui: avversario.
Contradizioni. s. f. L’atto del contraddire: contraddizione, contradizione. || Opposizione, contrasto di parole: contraddizione. || Il contenere in sè il sì e il no: contraddizione.
Contradota. s. f. Dono del marito alla moglie quasi in compenso della dote: contraddote.
Contraenti. add. o talora s. Che contrae: contraente.
Contrafari. v. a. Far come un altro, imitar i gesti e tutto: contraffare. || Falsificare: contraffare. || Trasfigurare, ridurre in cattiva forma: contraffare. || T. pitt. Ritrarre al naturale perfettamente: contraffare. || rifl. Travestirsi, trasfigurarsi: contraffarsi.
Contrafattizza. s. f. Stato di una cosa contraffatta: contraffattezza.
Contrafattu. add. Contraffatto. || Bizzarro composto di cose contrarie: contraffatto. || Brutto, guasto della persona: contraffatto. || Travestito: contraffatto. || Imitato, e dicesi del carattere: contraffatto.
Contrafattura. s. f. Cosa contraffatta: contraffattura.
Contrafatturi. s. m. Imitatore, che contraffà: contraffattore.
Contrafazioni. s. f. Imitazione fatta per l’appunto: contraffazione.
Contrafocu. s. m. Argine perchè il fuoco non passi innanzi V. stagghiafocu.
Contrafòdira. s. f. Seconda fodera, e quella che si mette per fortezza tra panno e panno: contraffodera. || Nelle arti, certe coperte di alcuni lavori, di qualunque materia non panno.
Contraforti. s. m. Riparo aggiunto per maggior fortezza di muro: contrafforte. || Pilastri appoggiati ad un muro per sostenerlo contro la spinta che riceve da terre o volte: contrafforti. || Ferro o stanga che si mette dietro i portoni: contrafforte.
Contrafortuna. s. f. Mala fortuna: contraffortuna.
Contraforza. s. f. Forza opposta a forza: contrafforza.
Contrafossa, Contrafossu. T. mil. Un secondo fosso che rimane verso la campagna: contraffosso.
Contrafrasi. s. f. Frase contraria, modo contrario di dire: contraffrase.
Contraggèniu. s. m. Avversione, antipatia: contraggenio. || Usasi avv. e vale: malgrado.
Contraindicanti. add. Usato sost. T. med. Indicante contrario: contraindicante.
Contraindicari. v. a. Indicar il contrario: contraindicare. P. pass. contraindicatu: contraindicato.
Contraindicazioni. s. f. T. med. Indicazione contraria: contraindicazione.
Contrajerva. s. f. T. bot. Pianta che ha le foglie pennato-fesse, palmate, seghettate, i ricettacoli quadrati: contrajerba, contrajerva. Dorstenia contrayerva L.
Contralanni. s. m. pl. T. mar. Gli anelli inferiori delle lande, che s’inchiodano a due incinte per rinforzarle: contralande (Zan. Voc. Met.).
Contraliggi. s. f. Sentimento, azione o legge opposta a legge: contrallegge.
Contralittra. s. f. Lettera simile a un’altra per servire qualora si perdesse la prima: contrallettera. || Contrammandato: contrallettera.
Contraloru. s. m. T. comm. Incaricato di riveder i conti: controllore V. contrallari.
Contraltu. s. m. Voce della musica più vicina al soprano: contralto. || Chi canta in voce di contralto: contralto.
Contralumi. s. m. T. pitt. Di ciò che non riceve il lume a dirittura: contrallume. || Spiraglio di luce che entri a traverso, e non colpisca con forza: barlume. || a contralumi, modo avv., con poco lume e indiretto: a contrallume.
Contramanti. s. m. T. mar. Amante di rinforzo che si mette in caso di burrasca a’ pennoni di maestra e trinchetto: contramante (Zan. Voc. Met.).
Contramànticia. s. f. Mantice di calesse: contrammantice.
Contramantigghia. s. f. T. mar. Mantiglia di rinforzo, che si mette in caso di burrasca ai pennoni di maestra e trinchetto: contrammantiglia (Zan. Voc. Met.).
Contramarca. s. f. T. comm. Seconda o terza marca messa dopo la prima: contrammarca.
Contramarcia. s. f. T. mil. Marcia opposta a quella cominciata: contrammarcia.
Contramargunata. V. margunata.
Contramarìa. s. f. Marea opposta all’ordinaria: contrammarèa.
Contramina. s. f. Quella strada che si fa per rincontrare e mandar a vuoto la mina: contrammina. || met. Ogni mezzo coperto che si usa per interrompere gli altrui disegni: contrammina.
Contraminari. v. intr. Far contrammine, e met. rompere le trame altrui: contramminare.
Contrammesta. V. contrafòdira.
Contrammiragghiatu. s. m. L’ufficio del contrammiraglio.
Contrammiragghiu. s. m. Il terzo ufficiale superiore d’un’armata, subordinato all’Ammiraglio e al Vice: contrammiraglio.
Contramodda. s. f. T. magn. Lastra di ferro che serve a disimpegnare il fermo delle tacche e della stanghetta della serratura, opera in senso contrario della molla: contrammolla. || met. Ciò che agisce in senso contrario: contrammolla.
Contramuru. s. m. T. art. Muro contro altro muro per fortificarlo: contrammuro. || Muretto che si fa appiè delle fabbriche per maggior fortezza: contrammuro.
Contranatura, Contranaturali. In forza d’add. o di s. Tutto ciò che è contrario alla natura: contrannaturale.
Contrapagghiolu. s. t. T. mar. Tavolato che si fa sopra il paramezzale: piattaforma (Pitrè).
Contrapassu. s. m. T. del ballo. Incontro reciproco di chi balla nel tornare dopo essersi scostato; e maniera di andare del cavallo: contrappasso.
Contrapatruni. s. m. Uffiziale che comanda sotto il capo o padrone dell’equipaggio: contrapadrone.
Contrapilu. s. m. Pelo al contrario, il verso contrario del pelo: contrappelo. || livari lu contrapilu, si dice del barbiere che dopo aver raso pel verso del pelo rade al rovescio: dare o rader il contrappelo. || a contrapilu, modo avv., a rovescio: a contrappelo.
Contrapisamentu. s. m. Il contrappesare: contrappesamento.
Contrapisari. v. a. Aggiustare, bilanciar peso con peso: contrappesare. || met. Ponderare, esaminare prima di fare: contrappesare. P. pass. contrapisatu: contrappesato.
Contrapisciuni. s. m. Una parte della gamba dell’animale bovino. || In gergo, detto a persona: mariuolo, farinello.
Contrapisu. s. m. Cosa che adegua un’altra nel peso, o che si contrappone per far equilibrio: contrappeso. || fig. Cosa che si tiene suffciente a pareggiar un’altra: contrappeso. || V. màzzara al § 2.
Contrapleggiu. s. m. Chi assume l’obbligo di mallevar altrui o insieme con altro o qualora quest’altro manchi: compagno di malleveria.
Contrapòniri. v. a. Porre all’incontro: contrapporre. P. pass. contrapostu: contrapposto.
Contraposizioni. s. f. Il contrapporre: contrapposizione. || Situazione di cosa opposta: contrapposizione.
Contrapostu. s. m. Cosa che si contrappone: contrapposto.
Contrapuntari. v. a. Contrariare, combattere le opinioni altrui: contraddire, criticare.
Contrapuntiari. v. intr. Conoscere o professare l’arte del contrappunto: contrappunteggiare.
Contrapuntista. s. m. T. mus. Colui che sa il contrappunto: contrappuntista.
Contrapuntu. s. m. T. mus. L’arte del comporre in musica, e la composizione stessa; così detta da’ punti che si segnavano invece di note: contrappunto.
Contrapunzunari. v. a. T. del fonditori di caratteri. Dar la forma della lettera al contrappunzone: contrappunzonare.
Contrapunzuni. s. m. Strumento che forma il voto interno del punzone: contrappunzone.
Contrapurteddi. s. m. pl. Portelli posticci, o quadri di assi: contrapportelli (Mort.).
Contràrgini. s. m. T. d’idraulica. Argine parallelo a un altro per rinforzo o per riserba: contrargine.
Contrarietà. V. cuntrariità.
Contrarraggiuni. s. f. Ingiustizia o irragionevolezza di una risoluzione, di una azione ecc. Può usarsi anche avv.
Contrarrisposta. s. f. Risposta contro risposta: contrarisposta.
Contrarrivoluzionàriu. add. e s. Partigiano di controrivoluzione: controrivoluzionario.
Contrarrivoluzioni. s. f. Rivoluzione contro una precedente: controrivoluzione.
Contrarrota. s. f. T. art. Seconda ruota per agire con la prima: controruota. || T. mar. Diversi ordegni diretti ad agevolar il moto: controruota.
Contrarti. s. f. Arte che delude l’arte: contrarte.
Contrasalutu. s. m. Risposta al saluto, per lo più nella milizia: contrasaluto.
Contrasbarratu. add. Che ha sbarra opposta ad altra: contrasbarrato.
Contrascarpa. s. f. T. mil. La scarpa che chiude il fosso rincontro alla scarpa della fortezza: controscarpa. La parte superiore: ciglio della controscarpa.
Contrascena. s. f. Scena contraria: contrascena.
Contrascritta, Contrascrittura. s. f. Scritta reciproca di scambievole convenzione: contrascritta.
Contrascritturi. s. m. Chi è destinato a tenere ragione in iscritto di quello che ha scritto o esatto con altro.
Contrascrìviri. v. a. Scrivere al contrario o contro: contrascrivere. || Scrivere una seconda volta o tener conto di quello che ha scritto o esatto un altro: riportar ne’ registri. P. pass. contrascrittu: contrascritto.
Contrasensu. s. m. Senso di checchessia contrario al vero: controsenso.
Contrasforzu. s. m. Sforzo in contrario: contrasforzo.
Contrasiggillari. v. a. Apporre il contrasuggello: contrassegnare.
Contrasignari. v. a. Far contrassegni, segnar a registro: contrassegnare. P. pass. contrasignatu: contrassegnato.
Contrasignu. s. m. Segno rincontro un altro, segno per riconoscere una cosa da altra: contrassegno. || fig. Segno, testimonianza: contrassegno. || Indizio: contrassegno. || T. mil. Piastrina di metallo che le ronde rimettono ad ogni corpo di guardia onde far fede della perlustrazione fatta: contrassegno; dar il contrassegno, assicurare dell’esser suo o degli ordini portati.
Contraspaddera. s. f. Spalliera rincontro a una altra: contraspalliera.
Contrastampa. s. f. T. tip. Rame che si stampa con un altro di fresca impressione: contrastampa.
Contrastampari. v. a. Stampare al contrario: contrastampare. || Quando il foglio stampato di fresco imbratta o lascia i segni di stampa nel foglio a contatto: contrastampare.
Contrastanga. s. f. Seconda stanga per rinforzo della prima.
Contrastòmacu. avv. Di mala voglia, a malincorpo: contrastomaco.
Contrastralla. s. f. T. mar. V. stragliu.
Contrasularu. s. m. Certo spazio tra un pavimento di legno e il sottoposto terreno, che si riempie di ghiaja monda e asciutta mescolata con carbone a preservamento d’umido: vespajo.
Contratempu. s. m. T. del ballo, sch. ecc. Tempo contrario o differente del tempo ordinario: contrattempo. || fig. Ostacolo, inciampo, disgrazia: contrattempo. || fari un contratempu, per sim., sconcertargli un negozio: far un contrattempo. || a contratempu o di contratempu, posto avv., fuor di tempo: di contrattempo.
Contratoppa. s. f. Secondo serrame che si appone la cui chiave resti presso uno, che non tenga la prima, perchè uno non possa aprire senza l’altro.
Contràttili. add. Che ha facoltà di contrarsi: contrattile (Mort.).
Contrattura. s. f. Rattrappatura, accorciamento di nervi o di muscoli: contrattura.
Contravelenu. V. contravilenu.
Contravèniri. v. intr. ass. Venir contro, trasgredire: contravvenire.
Contraventuri. verb. m. Chi trasgredisce, disubbidisce: contravventore.
Cuntravenzioni. s. f. Il contravvenire, trasgressione: contravvenzione.
Contraviali. s. m. T. di giard. Viale e filare di alberi laterale a un altro: contraviale.
Contravilàcciu. s. m. T. mar. Secondo pappafico soprapposto ad un altro e che forma un quart’ordine di vele: contrapappafico (Zan. Voc. Met.).
Contravilenu. s. m. Checchessia che abbia virtù contro il veleno: contravveleno. || fig. essiri lu contravilenu di unu, essergli opposto: contrariante.
Contravinìri. V. contravèniri.
Contravinzioni. V. contravenzioni.
Contravitrïata. s. f. Invetriata che si pone davanti ad un’altra: contr’invetriata.
Contravogghia. avv. Malvolentieri: contravoglia.
Contravrazza. s. m. pl. T. mar. Capi semplici che servono a raddoppiar i bracci de’ pennoni bassi in burrasca: controbracci (Zan. Voc. Met.).
Contribbuenti. add. Che contribuisce: contribuente. || s. Chi paga le tasse allo Stato: contribuente.
Contribbuiri. v. a. Concorrere colla spesa, col lavoro o che a checchessia: contribuire. || Soddisfare ai pesi pubblici: contribuire. P. pass. contribbuitu e contribbujutu: contribuito.
Contribbutu. s. m. La quota della contribuzione: contributo.
Contribbuturi. s. m. Chi contribuisce: contributore.
Contribbuzioni. s. f. Il contribuire: contribuzione. || Tassa, gabella: contribuzione. || Ciò che si paga da un paese invaso per esimersi dal saccheggio: contribuzione.
Contristamentu. s. m. L’atto del contristare o contristarsi: contristamento.
Contristari. v. a. Dar tristezza, più di attristare: contristare. || rifl. Darsi lunga e intera tristezza: contristarsi. P. pass. contristatu: contristato.
Contristaturi –trici. verb. Chi o che contrista: contristatore –trice.
Contristazioni. s. f. Il contristare: contristazione.
Controllari. V. contrascriviri (Controllare con tutte le derivazioni sono neologismi non accettati da tutti).
Controllazioni. V. contrascrittura: riscontro.
Controllu. V. contrascritturi: riscontratore.
Contròrdini. s. m. Rivocazione di un ordine precedente: contr’ordine.
Controvèrsia. s. f. Lite pacata, o punto di questione: controversia.
Controversista. s. m. Autore che tratta controversie: controversista.
Controversu. add. Contrario: controverso. || Contrastato: controverso.
Contumacementi. avv. Con contumacia: contumacemente.
Contumaci. add. Caduto in contumacia: contumace. || Chi sta in contumacia per sospetto di contagio. || Per sim. Chi non obbedisce e resiste agli ordini della legge: contumace. || Chi si tiene lontano a disubbidire a modo de’ contumaci: contumace. Sup. contumacissimu: contumacissimo.
Contumacia. s. f. Il disubbidire a’ giudici, segnatamente col non presentarsi e col non farsi rappresentare: contumacia. || Per sim. ogni altra disubbidienza a superiore, o a tale che si considera come superiore: contumacia. || Ostinazione ecc.: contumacia. || fari o stari in contumacia, dicesi delle persone e delle mercanzie che per alcun determinato tempo si tengono in luogo separato per sospetto di cholera: far la contumacia, o star in contumacia. || in contumacia, posto avv., T. leg. Non sentire le difese di una delle parti: contumacemente, in contumacia.
Contumaciali. add. T. leg. di contumacia, per cagion di contumacia: contumaciale.
Contumelia. s. f. Ingiuria a parole più ad offesa che a danno: contumèlia.
Contumeliusamenti. avv. In modo contumelioso: contumeliosamente.
Contumeliusu. add. Che fa contumelia: contumelioso. Sup. contumeliusissimu: contumeliosissimo.
Conturbamentu. s. m. L’atto del conturbare: conturbamento.
Conturbari. v. a. Turbare in ogni parte o in ogni forza: conturbare. || Infastidire, scandolezzare: conturbare. P. pass. conturbatu: conturbato.
Conturbatamenti. avv. In modo conturbato: conturbatamente.
Conturbativu. add. Atto a conturbare o che conturba: conturbativo.
Conturbaturi –trici. verb. Chi o che conturba: conturbatore –trice.
Conturbazioni. s. f. Il conturbare: conturbazione.
Contusioni. s. f. Ammaccatura: contusione. || Livido che resta sulla persona per percossa, o enfiagione prodotta dalla percossa: pesca.
Contusu. add. Ammaccato: contuso.
Contuturi. s. m. T. leg. Colui che è compagno con altri nell’ufficio del tutore: contutore.
Conu. s. m. T. geom. Figura solida, piramidale rotonda: cono. || – tagghiatu o truncatu, quel cono la cui sommità sia stata tagliata da un piano parallelo alla baso: cono tronco. || T. orol. Pezzuolo d’acciaio incavato, che con l’ajuto di una vite tiene stretta una ruota sullo strumento da intagliar le ruote: cono. || Frutto delle piante conifere: cono. || Verme che ha bocca rotonda con cui succhia e due tentoni cilindrici e acuti: cono.
Conùsciri. V. canùsciri e derivati.
Convalidari. v. a. Render valido: convalidare. || fig. Dar maggior forza al dire: afforzare. || rifl. a. Prendere maggior forza: convalidarsi. P. pres. convalidanti: convalidante. P. pass. convalidatu: convalidato.
Convaliscenti. In forza di s. Chi è uscito novellamente dal male: convalescente.
Convaliscenza. s. f. Principio di ricoveramento di sanità: convalescenza.
Convenèvuli. s. m. Convenienza: convenevole. || fari o riuniri li convenevuli, far le cerimonie: far o usar i convenevoli. || add. V. cunvinienti.
Convenìri. V. cunvèniri.
Conventìculu. s. m. Segreto ragunamento a tramar insidie: conventicolo.
Convenzionali. add. Di e da convenzione: convenzionale.
Convenzioni. s. f. Il convenire, la cosa convenuta: convenzione.
Convèrgiri. v. intr. ass. T. mat. Contrario di divergere, essere convergente: convergere (Mort.).
Conversari. v. intr. Usare e trattar insieme, praticare: conversare. || Intertenersi e dimorar in qualche luogo: conversare.
Conversari. s. m. Conversazione: conversare.
Conversazioni. V. cunvirsazioni.
Convessità. s. f. T. mat. La superficie esteriore de’ corpi piegati in arco, opposto a concavità: convessità.
Convessu. s. m. La parte convessa: convesso.
Convessu. add. Che è piegato in arco nella superficie esteriore: convesso.
Convòlvulu. s. m. T. bot. Pianta di più specie, che getta viticci e si aggrappa; ha i fiori a campanello: convòlvolo, vilucchio.
Convulsìbbili. add. Disposto a convulsioni: convulsibile (Mort.).
Convulsioni. s. f. Moto contro l’ordine di natura e involontario de’ muscoli: convulsione. Si usa anco fig.
Convulsiunedda. s. f. dim. di cunvulsioni: convulsioncella.
Convulsivu. add. Di convulsione: convulsivo. || Che cagiona convulsione: convulsivo.
Convulsu. add. Che ha convulsione: convulso.
Conza. s. f. L’acconciare: acconciatura, acconciamento. || Condimento ossia ciascuna cosa che si adopera a perfezionar una vivanda: conditura, ingrediente, savore. || Raccomodatura, riparazione di fabbriche: acconcime. || Materia onde si conciano le pelli: concia. || Accomodamento che si fa a’ vini, infondendovi checchessia: concia. || Concime, letame: concio. || Per le vigne è la necessaria coltura onde accertarne la produzione: coltivamento. || – d’olivi, è lo ammontarle pria di trarne l’olio. || – di li carrubbi, è il curarle per procurarne la perfetta maturità. || Generalmente in molte arti s’usa questa voce per preparamento di materiali o di checchessia. || a conza di..: a modo di.., a guisa di..
Conzacièri. s. m. Artigianello affamatuzzo che va racconciando utensili di legno V. cièra.
Conzalemmi. s. m. Chi rispranga i vasi di terra fessi, e ne riunisce i pezzi cucendoli con filo di ferro e stipandone le fessure con un composto: conciabrocche, splangajo (a Firenze).
Conzapadeddi. s. m. Chi va rattoppando paiuoli, o altri vasi di rame.
Conzaquadari. s. m. Calderaio viante che va rattoppando caldaie, paiuoli ecc.: ramiere. La parola conza si premette a molte parole e vale: acconciatore.
Conzatesti. s. m. Chi concia le teste: conciateste.
Conzatetti. s. m. Chi accomoda tetti: conciatetti.
Conzu. s. m. V. conza. || Quella materia con che le donne si lisciano: belletto, liscio. || Coltura particolare di terra adattata alle diverse produzioni: lavorato s. || – di surci, veleno per uccider i topi. || ass. vale: agio, comodo, fortuna. || a conzu, posto avv. all’ordine, in pronto, in assetto: in concio. || mettiri conzu, apparecchiare: metter in concio. || Per torchio a leva. || T. pesc. Tutti que’ lacci di canapa con ami in cima, che servono a pescare merluzzi, pesci luna ecc.: palamìte. || secunnu conzu. T. agr.: risarchiatura.
Conzu. add. Acconciato, pulito: concio.
Coobàtu. add. T. farm. Distillato due volte: coobato.
Coonestàbbili. add. Che si può coonestare.
Coonestamentu. s. m. Colore, scusa per coonestar checchessia: coonestamento.
Coonestari. v. a. Tirar a bene, scusare, dar colore di giustizia al mal fatto: coonestare.
Cooperamentu. s. m. L’atto del cooperarsi: cooperamento.
Cooperari. v. intr. Operar insieme, aiutare: cooperare. P. pres. cooperanti: cooperante. P. pass. cooperatu: cooperato.
Cooperàriu. s. m. Operario in compagnia: cooperario.
Cooperaturi –trici. verb. Chi o che coopera: cooperatore –trice.
Cooperazioni. s. f. Il cooperare: cooperazione.
Coordinari. v. a. Ridurre in ordine, secondo ordine: coordinare. P. pass. coordinatu: coordinato.
Coordinazioni. s. f. Il coordinare: coordinazione.
Còpia. s. f. Dovizia, abbondanza: copia. || Esemplare, raddoppiamento consimile all’originale: copia. || La cosa copiata: copia. || chissa è copia, si dice quando altri fa o dice cosa già fatta o detta da altri: ella è copia. || fari o nun fari copia di sè: esser capace o incapace. || nun ci putiri pigghiari copia, allorquando d’un fatto d’una persona non si può raccapezzar nulla, non si sa come pigliarla, come intenderla: non raccapezzare del sacco le corde, non ci si potere tener dietro, non trovarci il bandolo, non ci si potere raccapezzare. || – di copia, ciò che ricavasi da una copia.
Copialittri. s. m. T. comm. Libro che i negozianti sono in obbligo di tenere per conservare presso di loro copia delle lettere che mandano: copialettere.
Copiari. V. cupiari.
Copiusamenti. avv. In modo copioso: copiosamente.
Copiusissimamenti. avv. sup. Copiosissimamente.
Copiusitati. s. f. Astratto di copiusu, copia: copiosità, copiositade, copiositati.
Copiusu. add. Abbondante: copioso.
Coppa. s. f. Vaso per lo più di rame, con piede, ove si accende la brace per iscaldare: braciere. (Sp. copa). || Vaso da bere, di forma piatta con piede, con o senza manico: coppa. || serviri ad unu ’n coppa, o ’n coppa e cuteddu, servirlo puntualmente e bene: servire uno di coppa e di coltello.
Còppali. add. Aggiunto di una ragia odorosa: coppale.
Coppaù. s. m. Gomma resina liquida: coppaù.
Coppi. s. m. pl. T. giuoc. Uno de’ quattro semi delle carte da giuoco: coppe. || battiri coppi e dari dinari o chiamari dinari e jittari coppi, di chi mostra far una cosa e ne fa altra: accennar in coppe e dar bastoni. || T. bot. V. oricchi di judeu.
Coppia. s. f. Due cose insieme, pajo: coppia.
Coppu. s. m. Recipiente formato di carta ravvolta a cono: cartoccio. || Vaso ad uso di raccorre elemosina: bòssolo, coppo. Onde passari lu coppu, accattare l’elemosina. || Vaso ove si mettono i dadi in giuocando. E quelli usati dai giuocatori di bussolotti: bussola. || Arnese di latta a cono per ispegnere lumi: spegnitojo. || T. pesc. Reticella in forma di sacco con un manico lungo: racchetta, cucchiaja. || fig. pigghiari ad unu cu lu coppu, ingannarlo: accalappiarlo. || aviri li manu a coppu, esser rapace: aver le mani a uncini. || T. fabb. Spezie d’embrice a forma di cappuccio per coprir la sommità de’ tetti: comìgnolo. || Arnese per attinger acqua: coppo (An. Cat.) || coppi di li riti, la parte di mezzo: sacco. || Lanternino fatto di carta accartocciata con dentro un lumicino; servono per illuminazione nelle feste, ecc.: rificolona, palloncino, lanternone.
Còppula. s. f. Coperta del capo fatta in varie fogge e di varie materie: berretto (Forse dal Lat. cupella o coppula come dire piccola coppa. E in italiano vi è coppoluto, fatto a mo’ di cupola). || tràsiri ntra la coppula di lu patri eternu, modo avv. voler sapere o indovinar cose affatto recondite. || La pelle che cuopre la ghianda genitale: prepuzio. || – di puddicinedda. T. zool. Specie di conchiglia: patella, berretta di drago. Pileopsis ungarica Lamark. || Detta d’acqua duci: patella lacustre o ancile. Ancylus fluviatilis Mull.
Còpula. s. f. Congiungimento; coito: copula.
Copulativu. add. Atto a copulare, congiungitivo: copulativo.
Copu-tortu. s. m. T. zool. Specie d’uccello. Junx turquilla L.
Coraggiu. V. curaggiu.
Corali. add. Appartenente al coro; così chiaman gli ecclesiastici il canto ordinario non ne’ dì solenni: corale.
Corallina. s. f. T. bot. Pianta simile al corallo, piccola e folta come il musco, nasce attorno ai coralli: corallina. Detto pure simenza di mari o simenza pri li vermi, per la sua virtù vermi fuga. Corallina officinalis L. || Albero del corallo. Eythrina Corallodendron L. || Pietra dura di color giallo sudicio con vene bianche livide, rosse vive: corallina, diaspro di Sicilia.
Corallinu. V. curallinu.
Corallòidi. s. f. Litofito di molte spezie che nasce in mare a guisa di pianticella pietrosa che tiene del legno: corallòide.
Corallìferu. add. Ferace di coralli: corallifero.
Corallizzari. v. intr. Il cristallizzarsi del corallo: corallizzare.
Corallizzazioni. s. f. Materia ridotta a mo’ di corallo: corallizzazione.
Coralmenti. avv. Alla maniera del canto corale: coralmente.
Corami. s. m. e f. Aggregato di cuoi: corame. || T. comm. Spezie di telerie, dette anche Tres: corame.
Corbellari. V. curbillari.
Corbellina. (mettiri in, burlare: dar la soja, la quadra, metter in burletta.
Corchè. V. crucchè.
Corcunu. V. qualcunu.
Corda, s. f. Fila di canapa, lino ecc. rattorte insieme per uso di legare: corda. Se è di erba: bremo. || Quelle di minugia per violino e simile: corda. || Quella degli archi che spinge la saetta: corda. || tuccari una corda ad unu, met. parlargli così alla sfuggita di un affare: toccar una corda a uno. || rumpiri ad unu la quinta corda: molestarlo. || Prov. cui troppu tira la corda la rumpi, il troppo è troppo: chi troppo tira la corda si strappa. || jiri a ligna senza corda, dimenticar la cosa principal nello andar a far un affare: navigar senza biscotto. || Tormento che si dava in tempi poco civili a’ rei: colla, corda. Onde dari la corda, sospendere l’uomo per le mani legate dietro: collare. || met. dari la corda a unu, usar ogni artificio per fargli confessare checchessia: dar la corda a uno. E daricci la corda, ass. vale lasciarlo fare a suo modo. || dari corda a lu roggiu, o altro, rimetterlo su, girar la ruota sinchè abbia corda da andare: caricar l’oriuolo. E fig. dar retta ad uno, dargli materia che parli; e anche: piaggiare. || T. agr. Misura con cui misuran i campi: corda. || ballarinu di corda: funambolo. || jocu di corda o serpi, è lo sparo de’ salterelli di fuochi artificiali legati in senso contrario ad un anello che gli obbliga scorrere lungo una corda: colombine. || tabbaccu ’n corda, le foglie della nicoziana attorte così, che alcuni tengono in bocca. || pl. Nome di tutte le corde di un bastimento: sartiame. E gli attrezzi delle tonnare: cordame. E il complesso delle funi che servono alla costruzione d’un edificio ecc.: funame. || Quel riparo che tien in riga i bàrberi pria di slanciarsi: argine. || – di sasizza, filza di rocchi per quanto è lungo il budello. || jurnati comu li cordi, nojosamente lunghe. || Laccio da impiccar i malfattori: capestro. || la tavula, o la mensa è ’na duci corda, poichè all’ora del chilo nell’ebbrezza si fan le confidenze: la mensa è una mezza colla. || La voce dell’uomo quando tocca certi tuoni nel canto. || tirari tutti una stessa corda, esser tutti d’accordo e lavorare pel comune interesse: (Tesoretto) ... Tutti per comune, Tirassero una fune. || jittarisi o càdiri comu ’na corda fradicia: cader come un cencio. || essiri la corda e lu sirchiu, andar molto d’accordo: esser pane e cacio. || cordi principali di li riti: maestre; cordi di lu timpiraturi o di lu tiraturi: maestruzze (An. Cat.). || Prov. corda fa viteddu – zimma fa purceddu – costa fa agneddu – para fa ciaureddu, la corda fa il vitello, l’ardia il porcello, il libero pascolo l’agnello, la vergheria il capretto (Minà-Palumbo). || a corda stisa, posto avv.: a corda tesa. E fig.: a dilungo. || nun si chiama scappatu cu’ strascina la corda, chi è tuttavia in pericolo non si creda sicuro.
Cordatu. add. D’uomo savio, pien di senno: cordato.
Cordiali. add. da cori: cordiale. || Affettuoso: cordiale. || Detto di misture medicinali buone al cuore: cordiali. || pìttima cordiali, dicesi ad uomo avaro, incontentabile: pittima cordiale. Sup. cordialissimu: cordialissimo.
Cordialissimamenti. avv. sup. Cordialissimamente.
Cordialità. s. f. Astratto di cordiale: cordialità.
Cordialmenti. avv. Con tutto il cuore: cordialmente. S’usa anco per cose che dispiacciono.
Cordogghiu. s. m. Dolore di cuore, moralmente: cordoglio.
Cordonè. s. m. Piccolo cordone: cordoncino. || add. Fatto a cordoncino: attorto (Fr. cordonnet).
Cori. s. m. Parte interna del corpo a cui vanno le vene e da cui partono le arterie: cuore, core. || fig. Gli amanti lo dicono per isvisceratezza d’affetto: cuore. || Animo, ardire: cuore. || Per sim. centro, mezzo: cuore. || a cori, posto avv., a forma di cuore: a cuore. || bon cori o beddu cori, detto a persona, affettuoso, generoso, contrario di malu cori: essere di cuor buono o cattivo. || di bon cori, volentieri: con o a buon cuore. || di malu cori, contro voglia: a mal cuore, a mal in cuore. || – granni, dicesi di chi non isbigottisce, animoso: cuor grande, grand’animo. || aviri un cori d’asinu e un cori di liuni, essere perplesso, dubbioso: titubare. || vattitina di cori: battimento di cuore, palpitazione. Quando è per paura: battisòffiola. || arrivulari lu cori, o nèsciri, o scasiddarisi lu cori, concepir subita paura: rimescolarsi, guizzar il cuore. || parrari o procèdiri cu lu cori ’mmanu, dir sinceramente, di buon cuore: dire o venire col cuore in mano, alla buona. || dari ’ntra lu cori, colpir nell’animo, affliggere: dar nel cuore. || cu tuttu lu cori, volentieri, con sommo piacere: di tutto cuore. || aviri a cori, amar grandemente: avere nel cuore. E detto di azione o cosa: tener in pregio. || essiri, tràsiri ’ntra lu cori, o stari ’ntra lu cori di ’mmenzu, essere prediletto, entra in cuore di alcuno: entrare, esser in cuore, in grazia d’alcuno. || arrubbari lu cori, costringer ad esser amato: rubar il cuore. || firiri lu cori, pungere, offendere: ferir nel cuore. || aviri lu cori firutu, sentir gravissimo cordoglio: esser tocco in sul vivo. E fig. soffrire amorosa passione: esser ferito nel cuore. || parrari lu cori, presagire, prevedere: dir un animo, un animo mi dice, parlar il cuore. || mittirisi lu cori ’m paci, finire di fantasticare, sobbarcarsi: mettersi il cuore in pace. || aviri lu cori chinu, esser pieno di cruccio, di dispetto: crepar il cuore, avere il cuor grosso. || sintirisi allargari lu cori: sentirsi slargare il cuore, consolarsi (Malespini: io rimango tutta consolata). || slargari lu cori, concepir buona speranza: schiudersi il cuore alla speranza. || – duru, – di brunzu, – di cani, – di tigri, – a lavaturi ecc., tutte espressioni che dinotano, ferocia, disamorevolezza ecc.: cuor di pietra, – di tigre, – duro. || – a sciddicalora, o sciddicatu, o – lavatizzu, imperturbabile, o che dimentica facilmente le affezioni: tranquillone, chetone, leggiero. || attassari lu cori, operare in modo da indurre svogliataggine: svogliare. || vèniri lu cori, ricrearsi, rallegrarsi, goder l’animo: gaire, giubilare, slargar il cuore. || fari vèniri lu cori: dar nel cuore. || – nicu o picciriddu, vale anche esser timido, irresoluto, parco e ritenuto: cacastecchi. || aviri lu cori mortu ’ntra ’na cosa, non isperar alcun che di buono: disconfortarsi. || sintìrisi aggranfari lu cori, provare strignimento di cuore sia per male che per cordoglio: patir cordìaca. || – di palumma, sorta di uva nera. || tuttu cori, dicesi ad uomo generoso: magnanimo. || trapanari o spizzari lu cori, trafiggere il cuore per passione o tenerezza soperchia: trafigger il cuore. || strinciri lu cori, sofferir ambascia, avvilimento, costernazione: stringersi il cuore. || farisi lu cori quantu un filu di capiddu o quantu una linticchia, perder il coraggio: essere cuor di scrìcciolo, cascar il fiato. || tuccari o arrimuddari lu cori, è l’effetto della grazia: toccare, ammollire il cuore. || mi nni doli lu cori, espressione di chi sente commiserazione, dispiacere d’una cosa: me ne duole il cuore. || farisi tantu di cori, o farisi cori, concepire buona speranza: far cuore. Compiacersi di un bene ottenuto: esilararsi. || làstima di cori, si dice di persona o di cosa molesta: rompicapo. O lagna nojosa, querimonia: rammarichìo. || taliari cu l’occhi di lu cori, bramare grandemente, o inebbriarsi: struggersi di voglia, bearsi. || aviri lu cori comu ’na granfa di purpu, indica spilorceria, stitichezza: esser sòrdido. || cci sù cori, curuzzi e curazzi, che indica la diversità degli umori e caratteri fra gli uomini. || – di voi. T. zool. Conchiglia che ha la forma di un cuore: cardite cuore. Isocardia cor Lam. || prov. mentri lu cori havi la frevi, la lingua è malata, quando si è preoccupati non si ragiona di altre cose bene. || gran cori cci voli a cosa granni, un uomo meschino, stitico, non è buono ad imprese grandi. || di cori, posto avv., con tutto cuore: di cuore. || tintu cu’ è mortu ’nta lu cori d’autru, ne riceverà male anco che quegli sia un nonnuila. || vistitu a cori V. fisciù. || cori cuntenti e li vèrtuli ’ncoddu, quando uno è contento non vale che sia povero: cuor contento e sacco al collo. || unni cc’è mancu cori cc’è cchiù lingua: lingua lunga corta mano, e nel fig. tutti coloro che vi abbondano in parole son doppi. || unni cori nun cc’è manca la forza, la forza sparisce senza il coraggio. || cori ben natu nun s’avvilisci mai, se no non sarebbe magnanimo: cuor forte rompe cattiva sorte.
Corifèu. s. m. Direttore del coro: corifeo. || Chiunque sia il primo in un ordine, in mal senso: corifeo. || V. corista nell’ultimo senso.
Corimbu. s. m. Grappolo di còccole d’ellera: corimbo.
Corintiu, Corinziu. add. Uno degli ordini d’architettura; il più gentile e ricco: corintio.
Corista. s. m. Colui che ordina il coro: corista. || add. di coru V. corali: corista. || tonu corista, tuono che si adatta alle voci comuni: tuono corista. || strumentu corista, che non è più alto nè più basso di quello che può servire pe’ cori: strumento corista. || Flautino di cui si servono per accordare e ridurre gli strumenti al tuono corista; piccolo strumento di acciaio biforcato e temprato in guisa che si possa col suo suono accordar i clavicembali: corista. || Ne’ teatri diconsi coloro che cantano ne’ cori: corista.
Còriu. s. m. Pelle degli animali concia: cuojo. || Involto esterno quale che siasi degli animali: cuojo. || ’ntra coriu e peddi, dicesi di ferita leggiera. || arrisicari lu coriu, rischiare di morire: rischiar la pelle.
Corizza. s. f. T. med. Infreddatura della membrana muccosa del naso: corizza.
Cornacchia. s. f. T. zool. Una delle specie del corvo, che è azzurrognola nera, con la coda ritondata e le penne della coda acute: cornacchia. Corvus corone L. || Voce bassa per peto fatto colla bocca.
Cornacchina. T. farm. Aggiunto di polvere purgante composta di parti uguali di antimonio diaforetico, di diagridio o cremor di tartaro: polvere di tribus o del conte Warwich dal nome del suo inventore. S’usa sost.
Cornacòpii. s. m. Chiamano certa bandella di ferro dentata posta intorno agli altari, ove si appiccano i moccoli: spìgolo.
Còrnea, s. f. Una delle tuniche componenti l’occhio: cornea.
Còrneu. add. Che è della natura delle corna, che ha la sembianza delle corna o della loro materia: corneo.
Corniculari, Corniculatu. add. Fatto a maniera di corna: cornicolare, cornicolato, corniculato.
Cornìferu, Cornìggeru. add. Aggiunto d’animali, che portano corna, armato di corna: cornifero, cornigero.
Cornu. s. m. (pl. corna) Quella escrescenza dura, a punta, che hanno alcuni animali in sul capo: corno (pl. corna e corni). || affacciari o spuntari li corna: corneggiare o spuntar le corna. || Que’ tentoni filiformi delle chiocciole e simili: corna. || Per sim. le due punte della luna nuova e dell’ultimo quarto: corna. || Lato o stremità dell’altare: corno di altare. || Il disonore dell’uno dei consorti quando l’altro rompe la fede: corna. Onde fari li corna: far le corna, far le fusa torte. Si usa ancora per qualunque cosa si faccia di nascosto contro il volere di altri. || lèggiri li corna, dir in faccia i suoi vizî: lavar il capo ad uno, cantar il vespro e la compieta ad uno. || –, o curnicchiu, quel bernòccolo che si fanno nel capo cascando per terra i fanciulli: corno, cornetto. || rùmpiri o ciaccari li corna ad unu, conciar male, dar sul capo ad uno: romper o fiaccar le corna. || nun vàliri, nun jiri un cornu, essere indegno, spregiabile: non valer un corno o un fico. || aviri li corna, o aviri li corna paricchi paricchi, dicesi de’ ragazzi irrequieti: esser un frùgolo. E se parlasi di adulti: esser sagaci, avveduti. || manciari li corna o lu civu di li corna ad unu, far baje, o nuocere altrui. || nun aviri un cornu d’una cosa: non averne punto. || nun aviri un cornu, nun sapirinni un cornu, non avere: non saper buccicata, una malandrina. || nun riciviri un cornu, non essere corrisposto. || manciari macari punti di corna, essere grandemente ghiotto. || corna, assol. si dice villanamente per negar checchessia. || cornu! un cornu! esclamazione che si fa in varî usi: un corno! || d’un cornu a n’autru nun si pò sapiri la virità, difficoltà di conoscere, anco essendo vicini, la verità d’una cosa. || Per sim. tutto ciò che gli somiglia: corno. || – di la pulviri V. civaturi. || supra corna vastunati V. curnutu e vastuniatu. || – di caccia, strumento con che si dànno segni ai cacciatori: corno da caccia || T. zool. Spezie di nicchio turbinato: corno da caccia. Helix ungulata. || – fossili. T. paleontologico. Steatite dura con frammenti scissili, nera, oscura, giallo-bruna, rossiccia: corno fossile. || – di l’ancunia. T. art. Ciascuna delle punte che si stendono oltre il piano: corni dell’incudine, o della bicornia. || corna di lu matassaru, le due cavigliole a’ capi: traverse. || – quatru, uno de’ corni dell’incudine, che è piramidalmente quadro: lingua (Car. Voc. Met.) || pigghiari li corna d’in terra e mittirisilli ’n testa, quando uno palesa i suoi disonori occulti: aver le corna in seno e mettersele in capo. || nun ci nni essiri veru un cornu: non esser vero una malandrina. || I denti principali dell’elefante che son d’avorio. || corna e vastunati cu’ l’avi si li porta, il disonore e le busse non si cavano sì tosto di dosso. || ’na letta di corna, quantità di parole ingiuriose: una sfuriata di villanie. || voi sapiri cu’ nun havi corna? cu’ s’affaccia a lu suli e nun fa umbra: ognuno ha il suo impiccato all’uscio. || diri corna di unu, dirne male: dir corna di alcuno: (Giusti. E se mi torna, Ne dico corna). || fari li corna, vale anche chiudere tutte le dita meno l’indice e il mignolo per isfregio ad uno: far le corna. || T. calz. Calzatoio: corno. || – contra la jittatura, corno di becco appeso innanzi le case dei superstiziosi insieme a un cencio rosso affin di preservarli dalla jettatura. || corna di lu riloggiu V. in curnicchiu. || pittinatura a corna; i capelli imbottiti con altri capelli non proprî.
Cornucopia. s. m. Abbondanza; corno pieno di molte cose: cornucopia.
Cornu-d’Ammuni. s. m. T. paleontologico. Nicchio fossile, ronchioso, contornato in ispirali, che raffigurata le corna del becco: cornammone, corno d’Ammone. Cornu Ammonis.
Corografia. s. f. Breve e minuta descrizione di un paese: corografia.
Corolla. s. f. T. bot. Organo del fiore disposto in circolo attorno degli stami: corolla.
Corollàriu. s. m. Aggiunta o conclusione, che si ricava dalle cose dette prima, e si aggiunge alla conclusione principale: corollario.
Coronali. s. m. T. anat. Uno degli ossi della testa, osso della fronte, e la prima sutura del cranio, che prende trasversalmente da una tempia all’altra: coronale, sutura coronale. || Intreccio di quattordici sonetti continuati sopra lo stesso argomento: coronale, sonetti a corona.
Coronari. V. incurunari e derivati.
Coronidi (Per. Sommità, in ultimo: per coronide.
Coronòbbiu, Coronòpiu, Coronopu. s. m. T. bot. Pianta che ha le foglie lineari, pennato-dentate, lo scapo e la spica gracile: coronopo. Plantago coronopus L.
Corporali. s. m. Quel pannicello quadrato di lino bianco inamidato, sul quale posa il prete l’ostia consacrata ed il calice nel dir la messa: corporale.
Corporali. add. Di corpo, di sostanza corporea: corporale. || Appartenente a corpo: corporale. || Personale: corporale. || Aggiunto a pena, vale capitale, di morte: corporale.
Corporalità. s. f. Astratto di corporale: corporalità.
Corporalmenti. avv. Col corpo, in persona: corporalmente.
Corporatura. s. f. Tutto il composto del corpo: corporatura. || Statura in quanto all’altezza e grossezza: costituzione, figura.
Corporazioni. s. f. Compagnia formata sotto leggi comuni, congregazione: corporazione (Voce di uso ma criticata dall’Ugolini).
Corporeità. s. f. Astratto di corporeo: corporeità.
Corpòreu. add. Di corpo, che ha corpo: corporeo.
Corpu. s. m. Materia dotata di lunghezza, larghezza e profondità: corpo. || Parte composta del composto dell’animale: corpo. || Pancia, ventre: corpo. || Cadavere: corpo. || met. La capacità di qualunque vaso: corpo. || jiri di corpu, cacare: andar del corpo. || – sciotu V. cacaredda: corpo sciolto. || – avaru: stitichezza. || beneficiu di corpu, l’andar del corpo: beneficio di corpo. || mòviri, smòviri o sciògghiri lu corpu, far cacare: muovere, smuovere o sciogliere il corpo. E fig. annojare: smuovere il corpo. || met. Tutta la massa insieme unita di molte parti ridotti a una: corpo. || – di guardia, numero di soldati che stiano di guardia, e il luogo ove stanno: corpo di guardia. || – di liggi, di testi ecc., il complesso: corpo di leggi, di testi ecc. || – di delittu, la cosa, il luogo, le circostanze che conducon a determinar il delitto: corpo del delitto. || aviri corpu o bonu corpu, dicesi de’ tessuti quando le fila son bene unite: corpo. Detto de’ colori che son poco trasparenti o acquosi: aver corpo (Vasari: colori carichi di corpo). È de’ lattovari quando non sono nè troppo sodi, nè troppo teneri: avere buon corpo. || T. tip. L’aggregato di tutte le lettere di una spezie di carattere: corpo. || – di lu torchiu: corpo. || – di li casi: un ceppo di case, isola. E ogni stanza, ogni sito diviso da mura. || Detto di vesti, la parte che cuopre il busto: corpo. || essiri dui armi ’nt’on corpu o un’anima e un corpu, dicesi di due intrinseci amici: essere due anime in un nòcciolo. || – di la tunnara, il settimo spartimento della tonnara. || tinirisi un medicamentu ’n corpu, quando non se ne risente beneficio. || fig. tinirisi ’na cosa ’n corpu, non manifestare, o serbarla ad altra volta. || ristari cu la simenza ’n corpu, non poter dire o fare per paura di ostacoli o forza superiore. || – mortu: cadavere. Per sim. qualunque materia stantia, divenuta nocevole o disutile. || – di Baccu, – di Satanassu ecc., esclamazione di chi impazientisce: corpo di Bacco, – del diavolo, ecc. Usasi anco per maraviglia: diancine! || – santu, quello di un santo: corpo santo. || – celesti, pianeta: corpo celeste. || corpu a corpu, solo a solo, di presenza: corpo a corpo. || dari corpu, dar sostanza: dar corpo. E dari corpu all’umbri, immaginarsi, o dar per vero ciò che non è: figurarsi. || Forza e vigore di certi liquidi p. e. stu vinu havi corpu: questo vino ha corpo. || a corpu mortu, alla disperata: a corpo morto.
Corpu e Colpu. (pl. corpa) s. m. L’impressione che fa un corpo sopra un altro nel percuotere, botta, percossa: colpo. || Segno del colpo ricevuto: colpo. || Accidente che trae seco conseguenze funeste: colpo. || – mastru o di lu mastru, quando l’uomo fa o dice alcuna cosa con maestria: colpo maestro o di maestro. || – di fortuna, – di sorti: accidente fortunato. || – di mari, – di unna, urto del mare: colpo di mare. || – d’aria, male fisico prodotto dall’aria fredda: colpo di aria. || – di cuteddu V. cutiddata. || met. Cordoglio: colpo, ferita. || – di lanzu, – di tussi V. lanzu, tussi. || – di ventu: nodo o gruppo di vento, scionata. || – d’acqua V. dragunara. || fari corpu, colpire, e fig. riuscir felicemente qualche fatto: far colpo. Per persuadere: far breccia. || fari un corpu ’n dui: far due cose a un’otta: battere due ferri a un caldo. || dari un corpu a la vutti e n’autru a lu timpagnu, trattar più faccende a un tratto: un colpo sul cerchio, uno sulla botte. || corpu pri corpu, avv. ad ogni colpo: colpo colpo. || a dui o a quattru corpi, subito: in due colpi. || dari quattru corpa a un sirvizzu, lavorar in fretta: tirar giù un lavoro. || ’ntra un corpu, a un tratto: di colpo, di botto. || tuttu ’nt’on corpu, nel medesimo momento: a un colpo. || a corpa cuntati, per lo più: sovente. || – murtali, che reca morte; met. di pessime conseguenze: colpo mortale. || – d’occhiu: sguardo, occhiata. || Bella veduta, prospettiva: bell’occhiata (Così propone Tomm. invece del Fr. coup-d’oeil. Ugolini). || fari un bellu corpu, conchiudere con accorgimento un negozio: far un bel colpo. || a corpu sicuru, senza pericolo di sbagliare: a colpo sicuro. || – di scuru, dicesi per beffa a chi ha fallato in cosa trita: travedimento. || corpu ’ntra corpu, avv. immediatamente: incontanente, di colta, di ripicco, a saetta (Villani). || fari corpa corpa V. curpiari. || Se si premette al genitivo di qualunque nome di cosa, indica quantità, dovizia; corpu di cristiani: folla ecc. || – di statu, il sopprimere a un tratto che fa alcun traditore le istituzioni di un popolo: colpo di Stato. || T. pitt. Pennellata: colpo. || I dolorosi effetti che sentiamo per una sventura accadutaci. || lu primu corpu vali pri dui, perchè vi è più calore, più vigore sul principio. || Per busse e si dice in pl. corpa. || vali cchiù un corpu di mastru ca dui di manuali: val più un colpo del maestro che cento del manovale.
Corpulento. add. Grasso, di gran corpo: corpulento.
Corpulenza. s. f. Astratto di corpulento: corpulenza. || Natura e qualità di corpo rispetto alle sue dimensioni: corpulenza.
Corpuscristi. V. corpusdomini.
Corpùsculu. s. m. Corpo piccolo: corpuscolo.
Corpusdòmini. s. m. Il sacramento: corpusdomini, corpus christi. || Festa che celebrasi in memoria della istituzione di esso: corpusdomini, corpus christi.
Corredari. v. a. Fornire di arnesi ecc.: corredare. Il met. Fornire, abbellire: corredare. || Afforzare, avvalorare: corredare.
Corredatu. add. Corredato. || Delle spose, provvista di corredo: corredata.
Corredu. s. m. Fornimento, cosa che accompagna la principale: corredo. || Le masserizie, la biancheria e tutto ciò che si dà a una fanciulla che va a marito: corredo.
Corregnari. v. intr. ass. Regnar insieme: corregnare (V. A.).
Correlativu. add. Che ha correlazione: correlativo.
Correlazioni. s. f. Attinenza reciproca, il reciproco riferirsi di cosa con cosa: correlazione. || Per relazione assoluta: correlazione.
Correliggionàriu. s. m. Compagno nella professata religione: correligionario.
Correttamenti. avv. Con modo corretto: correttamente.
Correttissimamenti. avv. sup. Correttissimamente.
Correttivu. In forza di s. Che corregge, atto a correggere: correttivo. || fig. Ciò che è valevole a temperare, correggere: correttivo.
Correttu. V. currettu.
Corretturi –trici. verb. Chi o che corregge: correttore –trice. || T. tip. Quegli che rivede le bozze onde toglierne gli errori: correttore. || In certe congregazioni religiose è un grado: correttore –trice.
Corretturìa. s. f. Uffizio de’ correttori: correttoria.
Còrreu. s. m. T. leg. Compagno di reato: correo. || Nel civile, il principal debitore, e il fideiussore in solido rispetto all’azione del creditore: correo.
Correzionali. add. T. leg. Aggiunto di reato o di pena di picciol momento.
Correzioni. s. f. Correggimento, emendazione, gastigo: correzione. || Il ridurre qualunque cosa dal cattivo in buono stato: correzione. || T. tip. L’atto del correggere le bozze: correzione. || I segni medesimi co’ quali si accennano le correzioni da farsi: correzione. || casa di correzioni, luogo di detenzione per la gioventù discola; carcere per piccoli reati.
Corrispettivamenti. avv. T. leg. In ragione corrispettiva: corrispettivamente.
Corrispettività. s. f. Reciproca corrispondenza che hanno alcune cose: corrispettività.
Corrispettivu. add. Correlativo, corrispondente: corrispettivo.
Corrisponsàbbili. add. Che è in dovere di rendere conto con altri: corresponsabile.
Corrisponsabbilità. s. f. Astratto di corresponsabile: corresponsabilità.
Corrispunnenti. s. m. Così chiamano i negozianti coloro co’ quali sono in commercio di lettere e negozi: corrispondente. || Pei giornalisti coloro di lontano paese che li informano delle cose ove essi risiedono: corrispondente. || add. Che corrisponde: corrispondente.
Corrispunnenza. s. f. Il corrispondere: corrispondenza. || Commercio, traffico rispetto ai mercanti: corrispondenza. || Il trattar insieme nella società civile: corrispondenza. || Amicizia molto familiare: dimestichezza, corrispondenza. || Pe’ giornalisti, quello scritto che manda il corrispondente: corrispondenza. || in corrispunnenza. T. art. Una figura o ornamento che corrisponda ad altra figura od ornamento a simmetria: a corrispondenza, a riscontro (come dicon i Francesi pendant).
Corrispùnniri. v. intr. ass. Confarsi, aver proporzione, convenienza: corrispondere. || Pagare a tempo debito e pattuito: corrispondere. || intr. pron. Aver intelligenza e commercio di lettere con persone: corrispondersi. || Detto di vocaboli, avere l’istessa significazione: corrispondere. || a. Contraccambiare, compensare: corrispondere.
Corrispunsàbbili. add. Responsabile, mallevadore.
Corrobboranti. add. Che corrobora: corroborante.
Corrobborari. v. a. Fortificare, rinvigorire, dar forza nel propr. e nel fig.: corroborare. || T. leg. Aggiungere delle prove ad un assunto: corroborare. P. pass. corrobboratu: corroborato.
Corrobborativu. add. Atto a corroborare: corroborativo. || s. Cosa atta a corroborare: corroborativo.
Corrobboraturi –trici. verb. Chi o che corrobora: corroboratore –trice.
Corrobborazioni. s. f. Il corroborare, e la cosa che corrobora: corroborazione.
Corrosioni. s. f. Rodimento, corrodimento: corrosione.
Corrosivu. add. Atto a corrodere: corrosivo. || s. Medicamento che corrode: corrosivo.
Corrucciari. v. a. Tormentare, cruciare: corrucciare. || rifl. a. Sdegnarsi: corrucciarsi. P. pass. corrucciatu: corrucciato (Mort.).
Corrucciatamenti. avv. In modo corrucciato: corrucciatamente (Mort.).
Corrucciatissimu. add. sup. Corrucciatissimo.
Corrucciu. s. m. Cruccio, dolore, ira: corruccio.
Corrucciusu. add. Iracondo, sdegnoso: corruccioso.
Corrùdiri. V. smanciari.
Corrugari. v. a. Increspare, aggrinzare della pelle: corrugare. P. pass. corrugatu: corrugato.
Corrugaturi. s. m. T. anat. Muscolo che accorciandosi viene ad increspar le sopracciglia: corrugatore.
Corrugazioni. s. f. Lo increspamento: corrugazione. || Il raccogliersi degl’intestini per colica o altro accidente: contrattura, rattrappatura.
Corrumpìbbili. add. Atto a corrompersi o ad essere corrotto: corrompevole.
Corrumpimentu. s. m. L’atto del corrompere o corrompersi: corrompimento.
Corrùmpiri. v. a., intr. e rifl. Guastare, contaminare, putrefare: corrompere. || Violare, torre la verginità: corrompere. || Imbastardire la purità della favella, dello stile ecc.: corrompere. || Indurre altrui con donativi a far ciò che non deve: corrompere || rifl. a. Sparger il seme animale: corrompersi. || Detto di tempo, annuvolarsi, disporsi a pioggia: corrompere o corrompersi all’acqua. P. pres. çorrompenti e corrumpenti: corrompente. P. pass. corrumputu e corruttu: corromputo e corrotto.
Corrumpituri –trici. V. corrutturi.
Corruttamenti. avv. In modo corrotto: corrottamente.
Corruttela. s. f. L’effetto della corruzione, corruzione più abituale, più intima, non ha sensi corporei: corruttela. || Male di stomaco cagionato da soverchio cibo: indigestione.
Corruttìbbili. add. Atto a corrompersi: corrottevole, corruttibile. Sup. corruttibilissimu: corruttibilissimo.
Corruttibbilità. s. f. Astratto di corruttibile: corrottibilità, corrottibilitade, corrottibilitate.
Corruttissimamenti. avv. sup. Corrottissimamente.
Corruttivu. add. Atto a corrompere: corruttivo.
Corruttu. add. Da corrùmpiri: corrotto. || Putrido: corrotto. || Detto di commestibili, frutta: guastato, infracidato, putrefatto, stantìo. || Detto di lingua, stile, lontano della sua purezza: corrotto (A. V. ital. corrutto, Latini). Sup. corruttissimu: corrottissimo.
Corrutturi –trici. verb. Chi o che corrompe: corruttore –trice.
Corruzioni. s. f. Il corrompere o corrompersi: corruzione. Cambiamento di bene in male: corruzione. || Violazione, depravazione: corruzione. || Il corrompersi a libidine: corruzione.
Corsè. s. m. Busto men grave, con meno balene: fascetta V. bustu (Fr. corset e Sp. corsè).
Corsu. V. in cani.
Corteccia. V. quarteccia. || V. scorcia.
Corteggiamentu. s. m. L’atto del corteggiare: corteggiamento.
Corteggiari. v. a. e intr. Far corte, accompagnare i signori e far loro servitù: corteggiare. || Usare gentilezza e maniere amorevoli con dame: corteggiare. P. pass. corteggiatu: corteggiato.
Corteggiaturi. verb. m. Chi corteggia: corteggiatore.
Cortèggiu. s. m. Il corteggiare: corteggio. || Codazzo, corteo: corteggio. || Corteggiamento che si fa all’amata: cicisbeato.
Còrtici. s. m. V. china-china. || – vinterànu. T. bot. corteccia di una pianta esotica, che ci si reca in pezzi accartocciati, compatti e duri di superficie rugosa, color cannella, e sapore aromatico bruciante: corteccia coriocostina Winteriana. Cortex Winteranus verus. Drimis Winteri L.
Coru. s. m. Adunanza di cantori: coro. || Luogo dove si canta nelle chiese: coro. || Tutto il legname messo in opera per ornamento e comodo del coro: coro. || parrari a coru, confusamente, a una volta: far chiucchiurlaja. || Adunanza di più interlocutori insieme nelle commedie e si prende pe’ versi cantati o recitati dall’adunanza: coro.
Còrula. V. còllira.
Corvu. s. m. T. zool. Uccello grasso, nero, noto, che si pasce di carname: corvo. Corbus L. || fig. Persona di mal augurio, o vestita a nero: corvo. || prov. corvi cu corvi non si scippanu l’occhi, i tristi non si contrariano fra loro: corvi con corvi non si cavano mai gli occhi. || raru comu li corvi bianchi, rarissimo: essere più raro de’ corvi bianchi. || Aggiunto di pelame, vale nero: corvo. || – di notti, la più piccola spezie delle cornacchie che distinguesi dal becco men grosso, ritondetto e armato: coracia, upupa, bubbola. Upupa L. || – pisci, pesce che essendo coperto di un bel nero fu paragonato al corvo: coracino. Coracinus L. || Prov. aspittari lu corvu, aspettare chi non tornerà: aspettar il corvo. || li corvi pari ca si sciarrianu, ma nun si scornanu, i tristi fra loro non si fan male: i corsali si nimicano, ma non si dànno.
Cosa. s. f. Nome generalissimo: cosa. || Fatto, negozio, argomento ecc.: cosa. || – bona, detto di uomo: rispettabile; al contrario, tu nun sì cosa bona: sei un tristo. || – di ridiri, – d’infuddiri, – di stùrdiri ecc.: cosa da ridere ecc. || – di vastuniarilu ecc., degno di busse; in questo senso può esser seguito da molti altri verbi: è cosa da... || nun c’è cosa, o nun ci è cosa pri la quali, per dire che tal cosa sia mediocre: non v’è gran che. || nun aju cosa, riferito alla salute, non istò male: mi contento (a Firenze). || essiri cosa di qualcunu, avergli intrinsichezza somma: esser cosa di alcuno. || aviri così di nun darinni a nuddu o di cuntarili a lu medicu: esser sommamente travagliato, vessato. || la prima cosa, posto avv., primieramente: la prima cosa. || nun è cosa o cosa pri la quali, non conviene: non è cosa! || cosi magni! espressione per esagerare: cosona! || li cosi, detto ass. in pl. vale dolci, confetti ecc. pe’ fanciulli: chicche. || cosi di morti, regali che i genitori fan trovare il giorno de’ morti ai bambini dando lor a credere che li lascino i morti. || – di natali, regali di cose mangerecce fatte a’ bambini per natale: ceppo. || – di dintra, le interiora dei polli o altri animali: entragno; e quelle degli agnelli: coratelle, frattaglie. || cosi chi nun nn’hannu mancu li spiziali ’nta li burnii, eccesso di stravaganze, stranezze: cose dell’altro mondo. || cosi longhi addiventanu serpi, il perder tempo o l’allungar troppo riesce male: cose lunghe diventano serpi. || ogni cosa a so tempu: ogni cosa a suo tempo. || pensa la cosa prima chi la fai, chi la cosa pinsata è bedda assai, pria di fare bisogna pensare: bisogna prima pensare e poi fare, o cento misure e un taglio solo. || sintirisi cosa o cosa granni, aver pretensione di essere qualcosa di grande, di superiore: sentire molto di sè, credersi qualcosa. || cc’è cosa, voce mafiosa d’alcuno che voglia attaccar briga, quasi dire: son qua io se v’è bisogno. Voce di chi impone di fare o non fare; o di chi prende cognizione di qualche fatto; cc’è cosa ca....? non v’è paura che...? o chi sa che...? che tu non abbia... || cosi novi! esclamazione di maraviglia: ohi! novità! || nun diri paroli, ma diri cosi, ragionar sensatamente: non vender ciance e parole da vegghia. || cosi di Diu e cosi spirituali: orazioni, cose spirituali. Onde dirisi li così di Diu: far le sue cose. || cosi vecchi, o cu la varva, rancide, viete: cose vecchie. || dari a sèntiri ’na cosa pri ’n’autra, ingannare: mostrare vesciche per lanterne. || essiri tuttu ’na cosa, esser l’istesso, valer l’istesso. E anche si dice fu una cosa, per dire non vi fu tempo in mezzo: fu una cosa sola. || essiri tutti ’na cosa, essere in gran familiarità: essere come pane e cacio. || cosi d’oru, suppellettili, arnesi di oro per abbigliamento: oreria, gioje. || cosi naturali, usi, bisogni della vita. Non affettato, naturale. || cosi di gula V. gularia. || cosi chi si dicinu o si cuntanu: ciarle, ciance. || li così fatti su’ comu li morti, o fatta la cosa nun cc’è cchiù rimediu: il fatto è fatto e non può farsi altrimenti, o cosa fatta capo ha. || di cosa nasci cosa, il tempo aggiusta molte cose: da cosa nasce cosa e il tempo la governa. || cosi di cani: cose da fare strabiliare i cani. || cosi di santoffiziu, cose infami, crudeli ecc. || cosi santi, tutte le immaginette di santi, rosari ecc. ecc.: brevicini ecc. || cosi di culu, espressione bassa per dinotare avversità, tribolazioni, pene serie. || cosa cara tinuta, menza vinnuta (o pirduta): cosa cara tenuta è mezza venduta. || nun è cosa pri li to’ denti: non è ciccia pe’ tuoi denti, non è affare da farlo tu. || cosa ben dunata nun è pirduta ma guadagnata: piacer fatto non va perduto. || cosi pri vui ecc. degna di voi: cosa da voi ecc. || tutti cosi, tutto: ogni cosa, tutte cose. || fai o faciti ’na cosa, modo di chi propone o consiglia: fai o fate una cosa... p. e. fate una cosa, andate là e provate. || ogni cosa passa: ogni cosa passa. || ogni cosa po’ essiri, fora di omini preni, tutto può darsi salvo un uomo gravido. || ogni cosa pri lu megghiu, ogni cosa segue per qualche fine. || – foddi, si dice a chi sia leggiero: cervellino, pazzericcio. || cosi duci, paste dolci, confetti ecc.: dolciumi, chicchi. || li così duci fannu vermi, bisogna spesso il rigore per far poi del bene: la madre pietosa, fa il figliolino tignoso. || cosi di primu nasciri o cosi di la panza, corredo che si apparecchia durante la gravidanza pel neonato.
Cosca. s. f. La parte più dura, che è nel mezzo delle foglie delle piante, e regge il tenero: còstola. || Membrane carnose della cipolla: tùnica, buccia. || – di cacòcciula: foglia. || aviri tanta di cosca, della mollica, quando il pane è fatto di farina non bene stacciata: cruscoso. Similmente del lino, o canape non separato dalla parte grossa: mal pettinato. || Per combrìccola. || essiri di la cosca, essere della combriccola: essere della criocca, o cricca. || a cosca a cosca, posto avv.: a foglia a foglia.
Coscia. s. f. Parte del corpo dall’anguinaja al ginocchio: coscia. Quella di bestia macellata, anche: coscio. || – di lu ponti per sim. la parte del ponte fondata alla riva: coscia di ponte. || va pigghiatillu a la coscia di lu ponti, modo di negar alcuna cosa: vattel a pesca. || T. art. I due pezzi di legno più alti e più saldi che sono di fianco di qualunque torcolo, strettoio, ecc.: cosce, cosciali. || T. mur. Muriccio per difesa di fondamento, o sopra cui posa altro fabbricato: muricciolone. || – di la scala, i due regoli che formano la scala a mano, in mezzo ai quali stanno i piuoli che forman i gradini: staggi (Car. Voc. Met.). || Una delle parti laterali che sostengon un architrave: stipite.
Coscrittu. add. Da coscrìviri, soldato tratto a sorte nella leva: coscritto. Usasi anche sost.
Coscrìviri. v. a. Registrar i nomi de’ suggettati alla leva obbligatoria: coscrivere.
Coscrizioni. s. f. L’azione del coscrivere: coscrizione.
Cosmèticu. add. T. farm. Degl’ingredienti che giovano ad abbellir la pelle: cosmetico. || s. Quella parte della medicina che ha per oggetto la conservazione della beltà naturale, o correggerne certi vizi: cosmetico.
Cosmografia. s. f. Parte della matematica che descrive le parti, considerandole divise in isfere celesti: cosmografia. || Talvolta intendesi per la sola geografia, e per lo stesso disegno della superficie terrena: cosmografia.
Cosmograficu. add. Spettante a cosmografia: cosmografico.
Cosmògrafu. s. m. Professore di cosmografia: cosmografo.
Cosmologgìa. s. f. T. fis. Scienza delle leggi generali ond’è regolato il mondo fisico: cosmologia.
Cosòlu. V. causolu.
Cospàrgiri. v. a. Sparger sopra o intorno: cospargere. P. pass. cosparsu: cosparso.
Cospettu. s. m. Presenza, veduta: cospetto. || Specie di interiezione d’ira o di maraviglia: cospettone!
Cospicuamenti. avv. In modo cospicuo: cospicuamente.
Cospicuità. s. f. Lo stato e l’effetto di ciò che è cospicuo: cospicuità.
Cospìcuu. add. Esposto alla vista: cospicuo. || met. Chiarissimo di gran fama: cospicuo. || Dicesi pure delle cose morali: cospicuo.
Cospirari. v. intr. Esser d’accordo d’uno stesso desiderio, volere o buono o cattivo: cospirare, conspirare. || Dicesi pure di più forze che corrono, che cooperano per produrre un medesimo effetto: cospirare. P. pres. cospiranti: cospirante. P. pass. cospiratu: cospirato.
Cospiraturi –trici. verb. Chi o che cospira: cospiratore –trice.
Cospirazioni. s. f. Il cospirare, congiurare: cospirazione, conspirazione.
Costa. s. f. Uno di quegli ossi che si partono dalla spina e vengono al petto, racchiudendo le viscere: costola, costa. || T. mar. I membri della nave stabiliti sulla chiglia, che si estendono a formar l’ossatura della nave: coste. || Parte di terra che si leva sull’acqua, la domina e vi discende: costa. || costa costa, lungo la costa: costa costa. || Salita di monte piuttosto facile: dosso. || Spiaggia o luogo che abbia pendio: costa. || Lato, banda di paese: costa. || l’ajutu di costa, sovvenimento dato altrui oltre il convenuto o da parte di chi non dovrebbe o farebbe meglio non darlo: aiuto di costa. || aviri li costi a quattru a quattru, essere ben nutrito, carnacciuto: poccioso. || a costi mei, toi: a mio, tuo danno, rischio, costo. E vale anco a mio, tuo aggravio: a mio, tuo incarico. || stari a li costi di unu, vivere alle spalle di alcuno, o pressarlo perchè faccia alcuna cosa: star alle costole di alcuno. || arricriarisi li costi, detto per ironia, o per baja a chi è trattato parchissimamente, o altrimenti gl’interviene cosa spiacevole. || ammustrari li costi, si dice degli animali che sono magrissimi: mostrar le costole. || a costi d’autru tutti facemu li dutturi, o si tagghia grassu, sugli altri ognuno fa il dottore addosso: a chi non pesa ben porta.
Costali. add. Di una delle diramazioni del sesto paio di nervi: costale. || Ogni cosa appartenente a coste: costale.
Costeggiari. V. custiggiari.
Costellazioni. s. f. Aggregato di più stelle che compongono una figura immaginaria: costellazione.
Costernàrisi. v. rifl. Avvilirsi, perdersi d’animo: costernarsi. || a. Indurre costernazione in altri: sgomentare. P. pass. costernatu: costernato.
Costernazioni. s. f. Avvilimento, il costernarsi: costernazione.
Costieri. add. T. mar. Di piloto pratico delle coste, degli scandagli del porto: costiere. || Di barca che va lungo le coste: costiera.
Costipari. V. custipari e derivati.
Costipazioni. V. custipazioni.
Còstitu. s. m. T. leg. dell’antico foro. Il consentimento del magistrato alla richiesta della parte, perchè si fosse data esecuzione all’atto, fatta la citazione all’altra parte.
Costituiri. v. a. Statuire, far leggi: costituire. || Eleggere, stabilir una persona in qualche ufficio: costituire. || – la doti, stabilirla, assegnarla per atto pubblico: costituir la dote. P. pres. costituenti: costituente. P. pass. costituitu e costitujutu: costituito.
Costituisti. Nella frase veniri o essiri a lu costituisti, venir alla conchiusione o al punto.
Costitutivu. add. Che costituisce: costitutivo. || s. Cosa che costituisce: costitutivo.
Costitutu. s. m. L’esame, l’interrogazione fatti al reo costituito dinanzi al giudice, e le sue risposte: costituto.
Costituturi –trici. verb. Chi o che costituisce: costitutore –trice.
Costituzionali. add. Di o secondo costituzione: costituzionale.
Costituzionalmenti. avv. In modo costituzionale: costituzionalmente.
Costituzioni. s. f. Legge fondamentale che tempera il dispotismo: costituzione. || Creazione: costituzione. || Fondazione: costituzione. || Temperamento: costituzione. || Collocazione, posizione; legato, assegnamento: costituzione.
Costrìnciri. V. custrìnciri.
Costruìri. v. a. Ordinare, fabbricare: costruire, construire. || T. gramm. Far la costruzione, ordinare: costruire. P. pres. costruenti: costruente. P. pass. costruitu, costrujutu e costruttu: costruito e costrutto.
Costruttu. s. m. Costruzione, ordinamento: costrutto.
Costruttura. s. f. Fabbricazione, struttura: costruttura.
Costrutturi. verb. m. Chi costruisce: costruttore.
Costruzioni. s. f. L’atto e il resultato del costruire: costruzione. || T. gramm. Ordinamento del discorso: costruzione.
Costu. s. m. Spesa, prezzo pagato e da pagarsi: costo. || a costu di.., posto avv., a scapito, anche se andasse...: a costo di... || a ogni costu, posto avv., non ostante: ad ogni costo. || a costu di chi: a qualunque costo. || T. bot. Sorta di radice medicinale esotica, leggerissima, di odore soave: costo, costo d’Arabia.
Costumanza. s. f. Consuetudine, usanza: costumanza.
Costumàrisi. v. intr. pass. Esser costume: costumarsi.
Costumatamenti. avv. Con costumatezza: costumatamente.
Costumatizza. s. f. Astratto di costumato: costumatezza.
Costumatu. add. Di buoni costumi, educato: costumato. || Usato, avvezzo: costumato. || Consueto, praticato. Sup. costumatissimu: costumatissimo.
Costumi. s. m. Frequente ripetizione d’un atto: costume. || Maniera o modo di trattare o di procedere, creanza, si piglia tanto in buona quanto in mala parte: costume. || T. pitt. L’uso dei diversi luoghi a cui debbon essi conformarsi nel rappresentar un soggetto: costume. || Vestito d’una foggia data, o tutto d’un colore: costume.
Costusu. V. custusu.
Cosu. s. m. Lo stesso che cosa e si dice per esprimere tutto ciò che si vorrebbe nominare e non ne sovvien il nome: coso. || Spazio di tempo, luogo o misura o altro quando non si sa per l’appunto: coso (Mort.).
Côta. s. f. Raccolta, colletta: colta. || Quantità di fiori, erbe, frutte, ecc. raccolte in una volta: colta. || farisi ’na côta o ’na bona côta, modo prov. chi prende più del dovere a danno altrui, o si appropria di cose non sue: colleppolare. E anche far un arresto numeroso.
Cotta. s. f. Toga, sopravveste: cotta. || V. sappiddizza. || Cocitura, cottura: cotta. || Certa quantità di roba che si cuoce in una sol volta: una cotta di... || dari ’na cotta ad unu V. còciri. || prov. sgarrari la cotta di lu meli l’apa, non riuscir in una impresa: seminare in sabbia, andar il mosto e l’acquerello. || di una, dui ecc. cotti, dicesi dello zucchero e di altre cose per indicare la maggiore o minor perfezione: di ... cotte.
Còttaru. s. m. T. mar. Bastimento a un albero, simile a uno sloop, che porta però più vele: cuttero (Car. Voc. Met.) (Ingl. cutter).
Còttimu. s. m. Lavoro dato o pigliato a fare non a giornate, ma a prezzo fermo: cottimo.
Cottu. s. m. Cosa cotta: cotto. || Mosto cotto: sapa, coroeno, defruto. || Quel tanto di sapa che s’unisce al vino mal condizionato per renderlo gustoso. || Dicesi anche di qualunque minestra che serva di piatto principale.
Cottu. add. Da còciri: cotto. || Per stracco. E dicesi anche per malattia: malconcio, malazzato. || Per iscotttato dal sole: cotto. || Per ubbriaco: cotto. E menzu cottu: cotticcio. Onde cottu comu ’na signa: cotto come una monna. || Fortemente innamorato: cotto. || Prov. cu’ l’ama cotta e cu l’ama cruda, o cu’ la voli cotta e cu’ la voli cruda, chi la vuola a un modo, chi a un altro: chi la vuol a lesso e chi arrosto. || nun vuliri cchiù ad unu nè cottu nè crudu, non volerne sapere più nulla: non voler alcuno più nè cotto, nè crudo. || manciasrisi lu cottu e lu crudu, met., sperperar tutte le sostanze: dar fondo, rifinire d’ogni bene. || testi cotti a lu suli, que’ villanzoni grossi, duri, irragionevoli: zoticoni. || aviri li pedi cotti, per esprimere un mal di piedi o podagra o geloni o altro. || – a lu suli: ammorito, abbronzato. || pisci cottu e carni cruda, esprime il miglior modo di esse vivande: carne cotta e pesce crudo. || Detto di commestibili, o altro, venuti alla cottura bisognevole: cotto. || Vecchio, infermiccio: cagionoso. || crita o terra cotta, ogni maniera di stoviglie, vasellame, ma più dicesi dei mattoni, tegole, doccioni ecc.: terra cotta.
Côtu. add. Da cògghiri: colto. || Chinato, basso, per celarsi: chiotto, quatto. || côtu côtu: quatto quatto. || Rassettato, messo insieme: ricolto. || – ’n fragranza, sorpreso sul fatto: colto in fraude, in flagranza.
Coturnatu. add. Calzato di coturni: coturnato.
Coturnu. s. m. Calzare alto usato anticamente nel rappresentar la tragedia, e la tragedia stessa: coturno.
Covili. V. cuvili.
Cozareddu. V. quasareddu.
Cozioni. s. f. Il cuocere: cozione. || T. med. La naturale operazione del digerire: cozione.
Cozittuni. V. quasittuni e derivati.
Cozuni. (z dolce) s. m. Calzone V. causi.
Cozzari. V. truzzari e derivati.
Cozzaventu. s. m. T. zool. Sorta d’uccello che appartiene alla famiglia delle passere: cozzavela, cozzavelo. Lenius excubitor L.
Cozzu. s. m. (pl. cozza). La parte di dietro del capo: coppa. || Anatomicamente: occipite, occipizio. || Quella parte del coltello o altro opposta al taglio: costola, costa. || – di libbru la parte posteriore ove si scrive il titolo: costola, dorso. Onde, essiri dottu di cozza di libbri, aver una leggiera tintura d’istruzione: dottorello superficiale. || scappari d’un cozzu di cuteddu, mancar per poco: esser lì lì per... || livarisi o differiri d’un cozzu di cuteddu, correre pochissimo divario: scattarci poco. || – di lu bastiunu, l’angolo esterno de’ bastioni; onde, d’un cozzu di bastiuni a ’n autru, voce di derisione di chi abbia preso un granciporro imperdonabile. || aviri ’na cosa darreri lu cozzu, temere qualche sinistro troppo vicino: temere d’aspettarsela. || la fortuna lu pigghia pri lu cozzu o pri darreri lu cozzu, la fortuna l’ajuta sommamente. Può dirsi anco per ironia. || sintirisi pigghiari cu ’na badda ntra lu cozzu, esser colpito da cosa inaspettata o non creduta. || essiri cozzu e culu, essere in grande dimestichezza e conformità d’opinioni nel mal fare: esser pane e cacio. || cu lu cozzu a dda banna, frase che esprime negazione, che la tal cosa non si farà: doman di verde indugio e ma’ l’avrai, o ma all’indietro. || di cozzu e cuddaru, senza pietà, completamente: dar di zona, farla di buzzo buono, dar tra capo e collo, farla di figura. || aviri certi così tra cozzu e cuddaru, specie di rimprovero o riprensione a chi spaccia o pretende certe castronerie o melensaggini fuor dell’ordinario: panzane! || tagghiari cu la punta e sanari cu lu cozzu, poter riparare da sè al malfatto: ferire e insieme medicare, met. || – di la muntata, – di la rocca ecc. la parte estrema di sopra di alcun luogo: ciglione. || – di pani, la estremità intorno: orliccio. E anche certe prominenze in alcune pagnotte. || – di caciu, la parte esteriore dell’angolo della forma. || aviri o essiri cu tantu di cozzu, ben grasso: collottolone. || cozzu di monacu o tunnitu, chi abbia tagliati i capelli fin al vivo: zuccone. E cozzu di monacu vale anche: grassa collottola; perchè i monaci stavano ben pasciuti. || aviri l’occhi darreri lu cozzu, esser avveduto: aver gli occhi nella collottola; vale anche il contrario, cioè non avvedersi di nulla. Significa pure: avere gli occhi infossati per sofferte malattie. || jittarisilla darreri lu cozzu, metter una cosa in non cale: gettarsi una cosa dietro le spalle, lasciarla andare in capperuccia. || aviri ad uni darreri lu cozzu, averlo dappresso: aver alcuno ai crini. (Forse dal Gr. κοττε: capo).
Còzzuli. V. cròcchiuli.
Supplemento
Còccamu, Còcchinu. s. m. T bot. Sorta di pianta: cocco da corone. Cocos lapidea L. || Sorta di pesce in Messina: pesce prete. V. cocciu.
Cocciu. s. m. – di curuna, è anco una sorta di pasta: campanelline (Di Marco). || Per boccia. || sapiri o aviri du’ coccia di littri, essere mezzanamente istruito: saper quattr’acche. || livarisi coccia d’oriu, esservi poca differenza: correrci quanto un vel di cipolla (Rigutini). || cocciu, in Messina è altro pesce, della famiglia delle triglie.
Còcciulu. s. m. Chiocciola marina.
Còccula. V. cocula.
Cocifavi. Per ischerzo il culo (In Licata).
Còcula. Per ciaca V. (All’Etna). || In pl. per coglioni. || Bacca o capsula di cotone.
Coddu. stoccati lu coddu, imprecazione: collo! il collo! Si dice anche per dire orsù, muoviti.
Còfinu. V. cofanu. || V. cartedda (All’Etna).
Cògniri. Così a Noto per cògghiri V.
Coltu. Per questua.
Coleddu. V. cauliceddu.
Comitiva. V. cumitiva.
Compromettiri. V. cumprumettiri.
Comu. comu ’n forma, così, come, quali.
Cònitu. V. aconitu. E in generale per qualunque mistura calmante.
Conizza. s. f. T. bot. Sorta di pianta simile alla digitale, che nasce in luoghi aridi: conizza. Conyza squarrosa L.
Contrabbannu. s. m. Prov. cu’ fa contrabbannu guadagna nun sa quannu: chi fa contrabbando guadagna non sa quando. || tintu cu’ sta suggettu a contrabbannu, è chiaro.
Contrapappaficu. s. m. T. mar. Piccole vele che si mettono sopra i due pappafichi: contrapappafichi.
Contrapigghiari. V. contrariari.
Contrapisu. s. m. Prov. ognunu havi lu so contrapisu: ogni stadera ha il suo contrapeso.
Contraputenza. s. f. T. oriol. Pezzo fermato con viti alla potenza, e serve di appoggio all’altro pernio della serpentina: contropotenza (Perez).
Coppu. s. m. Mancia, regalo, ingoffo: cartuccia (Nerucci). || – d’ incannari, V. inchituri al § 2.
Cori. s. m. lu cori sò nun è cori sò, esser generoso. || aviri cori, essere buono, generoso, coraggioso. || cadiri lu cori, conquidersi: cascargli il cuore (Pauli). || aviri lu cori biancu o comu ’na carta, essere di cuor buono. || cori niuru, tristo, cattivo, birbante. || cu’ voli cuntenti lu so cori, ama lu sò criaturi: chi vuol contento il cuore ami il suo creatore. || Prov. nun cunfidari lu to cori a tutti: ogni tua guisa non sappia la tua camicia. || lu cori a li voti è presagu, è chiaro.
Còriu. s. m. vulirinni lu coriu (intendi di unu) volerlo morto. || salari li coria, uccidere, preso la similitudine da ciò che si fa alle bestie. || aviri un coriu a lu suli, aver ucciso uno. || farisi lu coriu di unu, ucciderlo. || appizzaricci lu coriu: lasciarvi la pelle.
Coria. V. collira (In Salaparuta).
Corpu. s. m. a corpu, modo avv., subito: di colta, a un colpo. || corpu d’aria: frescura || – di grazia, l’ultimo e più micidiale colpo: colpo di grazia. S’usa met. || Prov. li megghiu corpa su’ ntra la facci, meglio è dir le cose in presenza.
Corvu. s. m. – biancu, cosa rara: corvo bianco. || – di chiazza, sorta di pianta. Pastinaca sativa.
Cosa. – di nenti: affar da nulla. || cosi minuti. V. cusuzzi, forme di pane. || – di jucari o di la pupa: la fiera, i giocatoli, i balocchi. || – di meli, spezie di dolciumi di miele. || nun c’è cosa pri la quali, non c’è nulla di grave; ovvero nulla di buono o di lusso: non c’è scialo. || Prov. una cosa si dici, e ’n autra si nni fa: altro è dire, altro è fare.
Cosaduciaru. V. cunfitteri (Caglià).
Cosetta. V. quasetta.
Cozza. V. cosca (In Caltanissetta).