Nuovo vocabolario siciliano-italiano/SG

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SF SI

[p. 922 modifica] Sgabbellu. s. m. Arnese senza spalliera su cui si siede: sgabello. || Arnese su cui posansi i piedi: panchetto, sgabello. || Ciò che pagasi per isgabellare.

Sgabbiddari, Sgabbillari. v. a. Trarre le mercanzie di dogana pagando la gabella: sgabellare. P. pass. sgabbillatu: sgabellato.

Sgabbillata. s. f. L’azione dello sgabellare.

Sgabbilleddu, Sgabbillicchiu, Sgabbillinu. dim. di sgabbellu: sgabelletto, sgabellino.

Sgabbilluni. accr. Sgabellone.

Sgabbilluzzu. V. sgabbilleddu.

Sgaddari. v. a. Torre la lordura, la loja: nettare, sbruttare, sgurrare (da gadda). || Divenir bianca, dicesi della carnagione stata imbronzata dal sole: imbiancare. P. pass. sgaddatu: sbruttato. || Imbiancato.

Sgaddarizzari. (Rocca) V. sbarrachïari.

Sgaddata. s. f. ll nettare, il pulire dalla loja: nettata.

Sgaddinari. v. a. Torre, rubar le galline.

Sgagghiari. v. a. Torre d’incaglio, d’impaccio, di intrigo: strigare, svincolare, scatricchiare, spaniare. || Sfuggire: smucciare, sbiettare. || rifl. a. Strigarsi. || Liberarsi, sciorsi da un impaccio o legame: spaniarsi. P. pass. sgagghiatu: strigato, svincolato, smucciato.

Sgaggiari. v. a. Cavar dalla gabbia: sgabbiare. P. pass. sgaggiatu: sgabbiato.

Sgajari. v. a. Tagliare secondo il modello, il garbo, dicesi di abiti ecc.: incavare, scavare. || E specialmente tagliar le vesti in modo che il collo rimanga nudo: scollare (dallo Sp. descojar, che però vale: scoscendere ). P. pass. sgajatu: incavato, scavato. || Scollato.

Sgaju. s. m. Taglio a sghembo. || L’apertura delle vesti che lascia nudo il collo: scollo. || Il garbo di una linea di abito, della vita ecc.: incavatura.

Sgalapatu. add. Senza grazia nè garbo: sgraziato, sgangherato.

Sgalèrciu, Sgalimmu. V. sguìnciu.

Sgammarisi. v. intr. pron. Svestirsi le gambe. || Camminar di fretta, affaticarsi: sgambare.

Sgammatu. add. Ignude le gambe: sgambucciato. || Da sgammarisi: sgambato. || Stracco: sgambato.

Sgammellu. add. Storto, malfatto, detto di persona: sbilenco (forse presa l’idea del camello?)

Sgammiddinu. add. Di gambe lunghe. || Per sgammittatu V.

Sgammigghiatu. V. sgammittatu. || Slacciato il cinturino sotto il ginocchio.

Sgammittarisi. v. intr. pron. Snudarsi le gambe. || sgammittarisilla, darla a gambe: sgambar via.

Sgammittatu. add. Di chi sta senza calze: sgambucciato.

Sgammittuniarisi. v. intr. pron. Camminar molto, fino alla stanchezza: sgambarsi.

Sgangalatu. V. sgangulatu.

Sgangari. v. a. Lo svellere dal tronco i rami, o i polloni dal pedale: scoscendere. || Levar i gracimoli dal grappolo: sgracimolare, racimolare (da sgangu). || Romper i denti, e anco le punte che sono come denti di un arnese: sdentare (da ganga). || Togliere l’angolo, il canto a un oggetto: smussare. || Spiccarsi pezzetti da un pezzo come di legno, pietra, o simile: scheggiare.

Sgangata. s. f. Lo scoscendere, lo sgracimolare ecc.

Sgangatu. add. Scosceso, sgracimolato, sdentato, smussato. || pettini sgangatu: pettine risegato.

Sgangatura. s. f. Pezzetto che si spicca da un pezzo di legno, pietra o altro: scheggia.

Sgangaturedda, dim. Sganghetta.

Sganghesa. V. sguìnciu. || a la sganghesa V. a la sgherra. Vale anche stravoltamente.

Sganghïari. v. a. Levar i gracimoli dal grappolo: sgracimolare, racimolare (da sgangu).

Sganghiddi. s. m. pl. Lezii da bambini: garbini, attucci, gestri. || Scherzo, giuoco: ruzzo. || Affettazioni: smancerie.

Sganghiddu, Sganghiteddu. dim. di sgangu: racimoletto. In pl. lezii, moine.

Sgangu. s. m. Ognuno di que grappoletti di cui si forma poi il grappolo: racimolo. || dim. di rappa: grappolino. || parrari a sgangu, mordere con sarcasmi e motti un po’ coperti: sbottoneggiare, parlar masticato.

Sgangulari. v. intr. Perder i denti (ganga).

Sgangulatu. add. Senza denti: sdentato. || Detto de’ vasi coll’orlo rotto: sbreccato.

Sganguneddu. dim. di sganguni.

Sganguni. accr. di sgangu.

Sgannamentu. s. m. (Mal.) Lo sgannare o sgannarsi: sgannamento.

Sgannari. v. a. Cavar d’inganno: sgannare. || rifl. a. Uscir d’inganno: sgannarsi.

Sgaragghiuni. s. m. Toro di tre anni. || Giovenco castrato di fresco. || Giovane di primo pelo.

Sgarbatàggini. s. f. Sgarbatezza, mala grazia: sgarbataggine.

Sgarbatamenti. avv. Con maniera sgarbata: sgarbatamente.

Sgarbatazzu, pegg. di sgarbatu: sgarbataccio.

Sgarbateddu, dim. Un po’ sgarbato. [p. 923 modifica]

Sgarbatissimamenti. avv. sup. Sgarbatissimamente.

Sgarbatizza. s. f. Sgarbataggine: sgarbatezza.

Sgarbatizzu. add. Alquanto sgarbato.

Sgarbatu. add. Senza garbo, senza buona maniera: sgarbato. Sup. sgarbatissimu: sgarbatissimo.

Sgarbatunazzu. pegg. di sgarbatuni.

Sgarbatuni. accr. di sgarbatu.

Sgarbu. s. m. Maniera incivile, senza grazia nè garbo nel trattare: sgarbo. || malu sgarbu, sgarbo, cattivo modo, maniera spiacevole, atto inconveniente e scortese: garbaccio. || fari sgarbi, rispondere, agire scortesemente, spiacevolmente: fare sgarbi (Giuliani).

Sgarbulari. v. a. Troncare, dicesi degli alberi.

Sgarbuliari. v. a. Dissodare il terreno.

Sgarganari. v. a. Disfare oggetti commessi, come legno e simile: scommettere. P. pass. sgarganatu: scommesso.

Sgargiari. v. a. Affisar l’occhio intentamente su checchessia: adocchiare. || Tagliare lo scilinguagnolo. || Cavar le branchie o garge ai pesci. || Graffiare, sgraffiare. || – li terri, rivoltar la terra, diveglierla: pastinare || rifl. a. Gridare quasi a perder la gola: sgolarsi, sbraitare, sberciare.

Sgargiarisi. V. sgargiari all’ultimo §.

Sgargiata. s. f. Lo adocchiare: adocchiamento. || Il tagliar lo scilinguagnolo; lo sgolarsi ecc. || Per sgargiuni V.

Sgargiatu. add. Da adocchiare in tutti i significati. || essiri statu sgargiatu bonu di la mammana, dicesi di chi parla arditamente e francamente: aver rotto o sciolto lo scilinguagnolo.

Sgargiatura. s. f. T. chir. Operazione che consiste nel tagliar il freno della lingua: ancilotomia.

Sgargiu. s. m. L’azione dell’ancilotomia, ed il medicamento usato un tempo dopo tale operazione. || Arnese a zuppierina dove si mette il giulebbe pe’ bambini (Fr. degorge).

Sgargiuliari. v. a. e intr. Sguardare con grande attenzione e brama: sbiluciare, sbirciare.

Sgargiuni. s. m. Taglio grande: squarcio. || Per gargiuni V.

Sgariddari. V. spatiddari.

Sgarlatina. V. scarlatina.

Sgarlatu. V. scarlatu.

Sgarrari. v. a. Scambiare per inavvertenza o inconsideratezza una cosa con altra: sbagliare || Se per giudizio falso: errare. || Sbagliare, peccare, errare: fallare. || Prender errore o sbaglio: sgarrare. || sgarrari ad unu, non ritrovarlo nel tempo o nel luogo convenuto, o supposto. || intr. Tirar fuori del segno: sbalestrare, || nun essiri mercu di sgarrari, dicesi in modo prov. di persona molto conosciuta || Prov. sgarrannu s’impara: sbagliando s’impara. || ammatti a lu curriri sgarri la strata, ognuno può fallire: e’ sbaglia un prete all’altare. || cu’ sgarra la strata torna ’nn arreri, chi erra torna indietro. || cu’ la sgarra la paga: l’errore insegna, e il maestro si paga. P. pass. sgarratu: sbagliato, errato.

Sgarrata. V. sgarratura.

Sgarratedda. dim. di sgarrata.

Sgarratina, Sgarratura. s. f. Sbaglio. || Errore. || Fallo. || Prov. sgarratura nun paga pena, per iscusare chi sbaglia: errore non è frode.

Sgarraturi. verb. m. Chi o che sbaglia, erra.

Sgarrifari. V. incustanari al § 2.

Sgarrittari. V. sgarrunari.

Sgarru. s. m. Sbaglio, errore, sgarro. || di sgarru, posto avv., nascostamente: a chetichelli. || E di cosa capitata di contrabbando: di scarriera. || picciottu di sgarru, che non si lascia imporre, valente: di buzzo buono.

Sgarrunari. v. a. Tagliar i garretti: sgarrettare. || fig. Dire senza riserbo, spiattellare: sborrare. P. pass. sgarrunatu: sgarrettato.

Sgarruneddu. dim. di sgarru: erroruzzo.

Sgarruni. s. m. Sbaglio, errore: sgarrone. || Errore nello scrivere: scorso di penna.

Sgassari. v. a. T. torn. Far cavo in un legno, o in altro: incavare, scavare (quasi dicessesi: sgrossare).

Sgastari. v. a. Contrario di ingastari: scastonare. || sgastari na cosa di ’n testa, vincere la altrui ostinazione su tal cosa: scaponire. P. pass. sgastatu: scastonato.

Sgattigghiari. V. gratticchiari. || Far atti di vivacità e di brio: sgallettare. || Far galloria: sgalluzzare. P. pass. sgattigghiatu: sgallettato, sgalluzzato.

Sgattigghieri. s. m. Che volentieri sgalletta, ruzza.

Sgattigghiu. s. m. Quell’eccitamento nervoso che si risveglia essendo il corpo toccato in certe parti: sollètico. || Lo sgallettare: sgallettìo. || Il ruzzare: ruzzo.

Sgavitari. Rapisardi: nun pò di fami un poviru muriri, quannu nun si sgavita a caminari, quando non si resta, non si sbigottisce.

Sgherru. s. m. Brigante, che fa del bravo: sgherro. || a la sgherra, dicesi del portar il cappello inchinato da una parte: portar il cappello in sulle ventiquattro come gli sbirri (Nerucci). A mo’ degli sgherri: alla sgherra.

Sgherru. add. Ben messo, ben vestito: sgherro. || sgherru sgherru, tutto azzimato. || Tigri ha: ragazza sgherra, ben messa, bizzarra ecc.

Sgherzu. V. scherzu e simili.

Sghicari. V. schicari.

Sghicciari. v. a. Scaturire, uscire con forza, a zampillo: spicciare, schizzare. || fari sghicciari l’occhi, far venire la voglia: far inarcare le ciglia.

Sghicciu. s. m. Ciò che schizza: schizzo. || Zampillo.

Sghilesciu. V. schimbesci.

Sghimmenti. V. schimmenti.

Sghiummarari, Sghiummariari. v. a. Svoltare cosa avvolta in forma di gomitolo: sgomitolare. P. pass. sghiummariatu: sgomitolato.

Sghizzu. V. schizzu e simili.

Sgia. V. acitu. In quel di Aidone.

Sgiubbuliari. v. a. Svolgere (La Manna).

Sgnutticari. v. a. Contrario di piegare, dicesi di panni e simili: spiegare, sciorinare.

Sgobbia. V. sgurbia. [p. 924 modifica]

Sgobbu. add. Suol dirsi di persona deforme: sbiobbo. || O a persona mal in arnese, mal vestita: sciatto, sciamannato.

Sgorbia. V. sgurbia.

Sgraccanti. add. Che parla chiaro e liberamente: spiattellato.

Sgraccari. v. intr. Fare scaracchi o sputi catarrosi: scaracchiare, sornacchiare. P. pass. sgraccatu: scaracchiato, sornacchiato.

Sgracchiceddu, Sgracchiddu. dim. di sgraccu.

Sgraccu. s. m. Sputo catarroso: scaracchio, sornacchio, farda. || Prov. unni vidi lu morbu cci jetta lu sgraccu, con questo appetitoso proverbio si sbeffano coloro che son dotati di grande pigrizia. || megghiu pugna all’occhi ca sgracchi a lu capizzu, dicono le pulzelle, meglio marito giovane che vecchio. || sgracchi di vecchia. T. bot. Musco membranoso, un po’ untuoso, verde, pallido, trasparente, senza sapore, che cresce all’umido: musco membranoso o fuggitivo. Tremella nostoc L.

Sgraccuni. accr. di sgraccu.

Sgraccusu. add. Dicesi di chi molto e abitualmente scaracchia: scaracchione.

Sgradiri. v. a. e intr. Dispiacere, contrario di aggradire: sgradire. P. pass. sgradutu o sgraditu: sgradito.

Sgraffa. s. f. T. tip. Segno col quale si raccolgono diversi articoli, e si situa perpendicolarmente e lateralmente alle linee che voglionsi unire: sgraffa, grappa.

Sgramignari. v. a. Torre la gramigna. || V. sgranfugnari.

Sgrammaticatu. add. Dicesi per ischerzo a chi sbaglia o dice cose non convenevoli.

Sgrammaticatura. s. f. Errore di grammatica: sgrammaticatura. E per ischerzo dicesi di altri errori.

Sgranari. v. a. Cavar i legumi dal guscio: sgranare. || intr. Creparsi i gusci delle spighe per troppa maturità! || Vale anco intristare, dar addietro: incatorzolire. || intr. pron. Disfarsi quasi in granelli: sgranarsi. || Dicesi della pelle quando radendo la barba si fanno schizzetti di sangue: sgranarsi. || E il creparsi di una muraglia: sbonzolare (intr.).

Sgranatu. add. Sgranato, incatorzolito. || Senza quattrini: spiantato, spelacchiato.

Sgranatura. s. f. Lo stato di cosa sgranata: sgranatura.

Sgrancari. v. intr. Contrario di aggranchiare: sgranchiare. P. pass. sgrancatu: sgranchiato.

Sgranciari. V. sgranfugnari.

Sgranciuni. V. sgranfugnuni. || Scorticatura: scalfittura.

Sgrandulari. V. scippari. || V. spartiri.

Sgranfugnamentu. s. m. Il graffiare: graffiamemto.

Sgranfugnari. v. a. Staccar la pelle colle unghia: graffiare, sgraffiare. || fig. Rubare, portar via: sgraffignare. P. pass. sgranfugnatu: graffiato, sgraffiato, sgraffignato.

Sgranfugnata, Sgranfugnuni. s. m. Graffiamento: graffio, sgraffio, sgraffione. || Lo sgraffignare.

Sgraniddari. V. sgranari al § 4.

Sgranniri. V. acchianari (Capuana). Così in Mineo. || fig. Insuperbirsi: ringrandirsi.

Sgrannulari. v. a. Spiccare i granelli d’uva dal grappolo: sgranellare. || Per sgranari al § 1 e al 4 || rifl. pass. Staccarsi le granella: sgranellarsi.

Sgrasciamentu. s. m. Il disugnere.

Sgrasciari. v. a. Pulire dal sudiciume, dalle macchie d’untume, di grasso: disùgnere, digrassare.

Sgrasciata. s. f. Il pulire dall’untume.

Sgrasciatedda. dim. di sgrasciata.

Sgrassari. V. smagrari.

Sgravamentu. s. m. Lo sgravare: sgravamento.

Sgravari. v. a. Contrario di aggravare, alleggerire: sgravare. || rifl. a. Partorire: sgravarsi. || Diminuire le imposte: sgravare. P. pass. sgravatu: sgravato.

Sgravata. V. sgravamentu.

Sgrazziatu. V. disgrazziatu.

Sgredaru. V. sguedaru.

Sgredu (A. posto avv. A mal grado.

Sgrezzamurtaru. s. m. Voce composta. Giuoco in cui a un cenno del capo-gioco tutti siedono, e le sedie essendo meno una delle persone, uno rimane in piedi (in Aci).

Sgribbeciu (A. posto avv. A sghembo: a sghimbescio.

Sgriccialoru. s. m. Piccolo schizzatojo: schizzetto.

Sgricciari. V. sghicciari.

Sgricciu. s. m. Lo schizzare: schizzo. || V. sgattigghiu. || sgricciu d’apollu, dicesi a persona giovane e piccola: scrìcciolo.

Sgricciunarìa, Sgricciunata. s. f. Il non restare di far atti di vivacità, di brio: sgallettìo.

Sgricciunazzu. accr. di sgricciuni.

Sgricciuneddu. dim. Schizzetto.

Sgricciuni. s. m. Il liquido che schizza: schizzo, zampillo. Sarebbe accr. di sgricciu propriamente.

Sgricciuniari. v. intr. Far atti di vivacità e di brio, per parer amabile, spiritoso: sgallettare.

Sgriciari. v. intr. Gridar fortemente o sguajatamente: sberciare. || Dir tutto ciò che si sa: svesciare. || Sfogare.

Sgridari. v. a. Riprendere con grida: sgridare. P. pass. sgridatu: sgridato.

Sgridata. s. f. Lo sgridare: sgrido, sgridamento.

Sgriddàri. v. intr. Scappar via o sfuggire dalla presa: sgusciare, sbocchiare, sguizzare. || Scampare, liberarsi, sfuggire da checchessia: smucciare, sbiettare (presa la similitudine dal griddu). || – l’occhiu, stravolgere gli occhi affisandoli: strabuzzare.

Sgriddata. s. f. Lo sgusciare: sgusciata, sbucciata.

Sgriddatu. add. Da sgusciare: sgusciato, sbucciato, smucciato. || Detto di vestito stretto: stringato, saltamindosso (s.). || Detto di occhio quasi fuori l’orbita: occhio sgranato.

Sgriddiri. v. intr. (Mal.) Divenir tiepido: intiepidire.

Sgrignari. v. intr. Ridere fra’ denti per malizia o per ischerno: ghignare, sghignare, sgrignare. || Ridere sguajatamente: sghignazzare. || Semplicemente sorridere. || Ridere cercando [p. 925 modifica] di frenarsi: sgricciare. || Ritirar le labbra e mostrar i denti ringhiando come fanno i cani: digrignare. || Patir freddo eccessivo: intirizzare, intirizzire (z dolce). || Tosare la criniera (gregna) del cavallo.

Sgrignata. s. f. Lo sgrignare.

Sgrignatu. add. Ghignato, sgrignato. || Digrignato. || Intirizzito. || Colla criniera tosata (Sp. desgreñado: scapigliato). || Mal messo: sciatto.

Sgrignu. s. m. Riso beffardo o sguaiato: ghigno, sghignazzo. Per sgrigno o scrigno. V. scrignu. || Muso, ceffo: ghigno.

Sgrignuneddu. dim. di sgrignuni.

Sgrignuni. s. m. Colpo dato nel viso colla mano serrata: sgrugnone.

Sgrignusu. add. Che sgrigna, che ride sempre: ridone.

Sgrizzari. Idiotismo per scherzari V.

Sgroppu. s. m. Pezzuolo di sottile ramoscello di paglia o simile: fuscello. || Ramicello che si taglia da una pianta per innestarlo in altra: mazza. Onde ’nnistari a sgroppu: innestar a mazza o a bacchetta. || fig. Chi è sostegno di una famiglia o di altri individui bisognosi. || stari comu un sgroppu ’ntall’occhi, esser una noja che stia a cuore levare: essere un bruscolo negli occhi.

Sgrugnuni. V. sgrignuni.

Sgrullari. V. A. per livari (An. M.).

Sgruppari. v. a. Disfar il nodo: snodare. || Disfar il gruppo: sgruppare. || Scernere la paglia dalle spighe. P. pass. sgruppatu: snodato, sgruppato.

Sgruppiddu. dim. di sgruppu: fuscellino.

Sgrussari. v. a. Digrossare: sgrossare. P. pass. sgrussatu: sgrossato.

Sguaddararisi, Sguaddariarisi. v. intr. pron. Cader gl’intestini nello scroto: creparsi, allentarsi (da guaddara).

Sguainari. v. a. Cavar dalla guaina, cavar fuori: sguainare.

Sguajataggini. s. f. Sgraziataggine: sguajataggine.

Sguajatamenti. avv. Con isguajataggine: sguajatamente.

Sguajatazzu. pegg. di sguajatu.

Sguajateddu. dim. Sguajatuccio.

Sguajatizzu. add. Alquanto sguajato.

Sguajatu. add. Svenevole, senza riguardo nel parlare: sguajato. || Disonesto nel parlare: sboccato.

Sgualamentu. s. m. Disuguaglianza. || Vale anche sciocchezza (Mal.).

Sgualatu. add. Disuguale.

Sgualerciu, Sgualermu. add. Storto: sbieco. || Obliquo: scancìo.

Sguarciatu. s. m. La parte del muro tagliato a sghimbescio allato gli stipiti delle porte ecc.: sguàncio, squarcio.

Sguardata, Sguardatura. s. f. Sguardo, sguardamento: sguardata.

Sguarniri. v. a. Sfornire: sguarnire. P. pass. sguarnutu: sguarnito.

Sguarra. s. f. Strumento col quale si verificano gli angoli retti: squadra (Fr. equerre). || Rinforzo di ferro a squadra che si pone nei legnami commessi: fortezza. || V. fruntizza.

Sguarrari. v. intr. Uscir di squadra. || Dicesi quando le acque di un fiume escon dagli argini: traboccare.

Sguarru. s. m. V. sguarra.

Sguarruni. s. m. (pl. sguarruna). Travi nella armatura da tetto, posti tra i cavalletti e il monaco: sottopuntone. || accr. di sguarra. || Travicello posto a rinforzo di alcuna trave. || Menzolone.

Sguàttaru, Sguàttiru. s. m. Serviente del cuoco: guàttero, sguattero.

Sguazzadenti. s. m. Sciacquamento di denti. || Per ischerzo, il vino.

Sguazzari. v. a. Dibattere cose liquide dentro a un vaso: sguazzare, diguazzare. || Diguazzare alcuna cosa nell’acqua, per pulirla: sciaguattare. || Risciacquare. || sguazzarisi la vucca di unu, parlar contro alcuno: lavarsi la bocca di uno. || sguazzarisicci, godere molto in checchessia: sguazzarci, smammolarvisi. P. pass. sguazzatu: sguazzato.

Sguazzariari. v. intr. Muoversi che fanno i liquidi in qua e là entro checchessia: guazzare (intr.). || sguazzariari ’na cosa pri la testa, aver in memoria checchessia, ma non pensarvi per l’appunto. P. pass. sguazzariatu: guazzato.

Sguazzariata. s. f. Il guazzare: guazzamento.

Sguazzata. s. f. Lo sguazzare, lo sciaguattare: sciaguattata, risciacquata.

Sguazzatedda. dim. di sguazzata.

Sguazzettu. s. m. Lo sciaguarsi la bocca. || fig. Cose di picciol momento. || Piccola bevuta di vino.

Sguazzu. V. sciacquu. || a sguazzu, dicesi di certo modo di dipingere con colori stemperati in acqua con gomma ecc.: a guazzo. || passari a sguazzu, passar un fiume o altro senza aiuto di nave o di ponte, ma a piedi: passar a guazzo.

Sguazzuni (A. V. sguazzu al § 3.

Sgùbbia. V. sgurbia.

Sgùdura. V. lucerta (An. M.).

Sguèdaru. V. sceccu (Pasq. Così a Bivona).

Sgugghiari, Sgugliari. V. scugghiari e seg. || Per sbrugghiari V.

Sguìcciu. V. sgricciu e derivati.

Sguiddariari. v. intr. Gridar quanto se n’ha in gola: strillare, larciare.

Sguìddaru. s. m. Grido forte: strillo (da squillo).

Sguiddarusazzu. pegg. di sguiddarusu.

Sguiddarusu. add. Che strilla: strillante.

Sguidduliari. V. sguiddariari.

Sguigghianti. avv. Di voce acuta: strillente.

Sguigghiari. V. sguiddariari.

Sguiddu. V. sguiddaru.

Sguìnciu. add. Storto. || occhiu sguinciu: losco. || a sguinciu, posto avv.: a sghembo, a schiancìo. || di sguinciu: di sbieco.

Sguisiniari. v. intr. e intr. pass. Andar torto a guisa di serpe: sèrpere. || V. turciuniari.

Sguittari. V. scuttari.

Sgummari. v. a. Staccar le cose attaccate colla gomma. || Guastar l’incassatura dell’uovolo, dove l’osso s’incava.

Sgummintari. v. a. Disfare opere di legname commesse: scommèttere. P. pass. sgummintatu: scommesso.

Sgunnunari. V, stuppari. [p. 926 modifica]

Sgùrbia. s. f.Scarpello fatto a doccia: sgòrbia. || Sorta di stampo da stagnajo: stampo a staglio. || – a ga, a forma di A: sgorbia a forcella. || – a zinni: sgorbia a lancetta.

Sgurdirisi. V. stinnicchiarisi (contrario di ’ngurdu).

Sgurgari. v. intr. Lo sboccare, l’uscir fuori che fa l’acqua: sgorgare. || Scaturire, venir fuori in abbondanza: sgorgare.

Sgurnatàriu. s. m. Coloro che stanno al governo del maceratojo di lino.

Sgutta. V. scausa.

Sguttari. v. a. Contrario di turare: sturare. || Scalzar le viti. || Sgocciolare. || Per scuttari, nel Trapanese. || Cavar l’acqua da qualunque recipiente e renderlo asciutto: aggottare. P. pass. sguttatu: sturato, aggottato ecc.

Sguttiari. v. a. Dar la prima potagione alle viti: succìdere. || Per sguttari al § ultimo. P. pass. sguttiatu: succiso.

Sguttiaturi. verb. Chi aggotta, cioè chi cava l’acqua per asciugare checchessia; si dice specialmente nelle zolfaje.

Sguzzunari. v. a. Domare, ammaestrare i cavalli, o altre bestie: scozzonare. || met. Dirozzare alcuno, scaltrire: scozzonare. P. pass. sguzzunatu: scozzonato.

Sguzzuni. s. m. Colui che comincia a cavalcar un cavallo indomato per domarlo: scozzone.

Supplemento

[p. 1155 modifica] [p. 1156 modifica] Sgamirru. V. palamitu (In Siracusa).

Sguarrari. Per sbarrari V.

Sguiccivecciu (A lu. Gioco in cui ognuno si mette avanti un mattone, un solo ne è senza. Al motto d’ordine, tutti muovono, e chi non arriva a rimettersi avanti un mattone, perde (In Licata).

Sguignu. add. Di parlare oscuro: gergone.

Sgummu. V. scurmu (ln Siracusa). [p. 1157 modifica]