Gli assempri/Voci e locuzioni degli assempri

Voci e locuzioni degli assempri

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Voci e locuzioni degli assempri
D'un uomo che avventò una pietra a la figura de la Vergine Maria
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VOCI E LOCUZIONI DEGLI ASSEMPRI



(Il primo numero accenna l’Assempro, il secondo la pagina.)


Abbattere. La qual posta (partita) si debba abbattere, però ch’è pagata. 56. 209. Scassare una partita. Usasi sbattere e dibattere nello stesso significato.

Accattare. Che tu mi accatti grazia. 33. 112. Ecco un buon esempio dell’accattare per chiedere in grazia una cosa.

Accontio. V. fra i Proverbi.

Aggetto. Un povaro molto aggetto. Esser tenuto aggetto e vile. 22. 73. Abbietto.

Aitare. Io me ne aito bene. 59. 225. Ho coraggio, son forte.

Alluò. Fu mandato al Luò de’ frati di S. Augustino. 34. 112 e altrove. V. Luogo.

Al dì al dì. Et co’ la cassa el sotterrero aldì aldì. 23. 84, Subito. Il giorno stesso.

Allo’. Allo’ Marino disse. 25. 93 molti altri. Allora.

Anco. Per anzi: specialissimo ai senesi. Anco ten prego. 43. 157. Anco son fatte per rallegrarsi con Dio. 48. Anco è colui ch’è in me. 42, 154. [p. 232 modifica]

Angiodì. Angiomai. Aggiomai. Confrontandolo col Anc-mais dei Provenzali che stà per Unque mai varrebbe Unquedì, cioè oggimai e tornerebbe al caso nostro. Seppure non piacesse trarlo dal Ancuo o Ancoi Dantesco, che val pure oggidi. L’angiomai od aggiomai sarà sempre l’anc-mais provenzale.

Annericare. La fronte di questo misero tutta annericò 62. 229. Inreperibile ne’ Dizionari.

Approstempo. Poi approstempo udii le sopraddette cose. 14. Poscia, dopo qualche tempo.

Appannare. Mentre che appannaro gli occhi 9. 44. Dallo stender le palpebre sugli occhi nel principio del sonno, come sarebbe di un panno. Al contrario, lo Re Enso dice spannare, per spiegare le vele.

A posta fatta. Non era nessuno che apposta fatta. 23. 82. Torna con quello che dico a Porre, Posta, luogo fisso. A posta fatta, in luogo consaputo, nel suo proprio luogo. V. Abbattere. Poste dicevansi gli stanziamenti nelli Statuti delle Arti.

Artino. Arretino; cosi i cronisti senesi.

Aurora. La mattina sul principio dell’Arora. 2. 15. Cosi ha il Cod: Riduzione del dittongo au.

Avere. Ho la vita per Gesù Cristo. 21. 71. La vita che ho la debbo alla grazia di G. C.

Auto. El quale era uomo auto di ben 90 anni. 12. 52. Sarebbe il meglio intendere autorevole. Il Du-Cange lo trae da Autum, secretum, discretum ec. oppure da Autur, autire, garanzia, far garanzia, conveniente ad uomo autorevole come questo medico. [p. 233 modifica]

Assempro. Questo nome è proprio del buon Fra Filippo. Non risponde direttamente al nostro esempio, ma più all’exemplum ed exemplare, copia, ritratto, e ritrarre. Meglio sta con similitudine, essendo quelchè sono le similitudini o parabole evangeliche. La Crusca non ha nè questo, nè il famoso di Dante. Quando la brina sulla terra assempra, L’immagine di sua sorella bianca. Cioè. — che la brina ritratta la neve.

Avvenne. Il fanciullo si fermò et tutto avvenne e dixe. 24. 88. Chiaramente si accenna ad un patema d’animo, non ad un fatto, come sarebbe secondo il comune significato del verbo avvenire. Ricorrendo ai dugentisti, trovo in una canzone di Federigo II. Non sò perchè m’avvenne Forte la vita mia. Cioè perchè la mia vita si riconfortò fortemente. E in tempi più culti Cino da Pistoia scriveva. Donna el beato punto che m’avvenne Al vostro buon rimiro. Che mi sorprese, che mi riconfortò col vostro sguardo. Avvenire, dicesi il convenire o star bene qualche cosa, Ti s’avviene! ironicamente dicesi se un vestito, un ornato, un gesto, ti fa goffo o ridicolo. Fra’ dugentisti, avvenire, avvenimento significò grazia, buona maniera, bellezza, come avvenenza diciamo per graziosità, e avvenente colei che è bella e graziosa. Avventura e avventuroso vale senz’altro fortuna e fortunato, come disavventura e disavventuroso l’opposto. Le avvenenti preghiere s’incontrano fra i Trovatori. Come pure Revèn, Riviene, ossia riconforta. E m’sana ’l cor em’ revè e m’appaga; di Girardetto il [p. 234 modifica]Rosso. E infine abbiamo lo svenire ed il rinvenire, tutti della stessa parentela, benchè nemici come parenti.

Avvedere. Ora t’avvede. 59. 223. Ora sii avveduto, pensaci bene.

Balio. 48. 182. Il marito della Balia. Ma Balio, Balivo, e Balitore, dicevasi un ufficiale delegato a qualche esecuzione, per la quale aveva balla, potere, forza.

Bastemiare. Si ascolta tuttora. Più vicino che l’altro al Bastemiar de’ Trovatori.

Bistratti. Fanno bistratti e pessimi guadagni. 46. 177. Imbrogli, contratti cattivi. Bistrattare si usa per strapazzare.

Bu’. Beeva el vin pretto come ’l bu’ l’acqua. 42. 152. Bu’ e Bue di raro si sente, ma Bove; e Volterra hanno l’eteroclito Bojo.

Bugiadro, 15. 52. Lo ha il Dittamondo.

Busso. Con tanto busso e rumore. 11. 50. Quel rimbombo che rendono i colpi sulle cose vuote, dice il Gigli nel Voc. Cater. È adatto al fracasso prodotto in una chiesa vuota.

Certo. Che sia macinato o certo o cotto in domenica. 51. 192. Mi sembra tutto senese, attribuito all’operazione di scernere, che fà lo staccio sulla farina, il che diciamo cernere. Cernere diciam pure il dibattere un soggetto parlando; lo scegliere far la cerna, dalle quali operazioni esce il certo o scerto.

Compensare. Compensando el tempo. 7. 40. Pesando le due parti di tempo insieme conobbero l’eguaglianza. [p. 235 modifica]

Cioè. Ricorre spesso per così, siccome, nel modo che.

Ciò Costui. Questi. Ciò è una città. 57. 211. Questa è.

Cogliere. La moglie sua sentendolo venire, aveva colto et apparecchiato. 25. 91. Cogliere il tempo, se la colse, colse la via, coglier questione, tutte azioni affrettate, simili a quelle della donna, che aveva colto il tempo ad apprestare la mensa.

Coltoja. E per nulla pazzia, e simile a questa, ne sì coltoja. 5. 35. Coltoja, che si prende, facile a prendersi. Colto e colta nelle vecchie carte è la Presta, il Dazio, e cogliere il dazio, l’atto di esigerlo; onde coltoja parrebbe volesse dir vessatoria. Il popolo però dice cottoja e intende cosa aspra, difficile, e ciò per ironia. Direbbe in tal senso il Malmantile; Io non la voglio in quanto a me più cotta. C. 1. S. 53. V. Cogliere.

Compagne. 41. 147. Compagnie d’uomini armati. In città si formavano dei cittadini censiti, ma qui sembrano scorridori o masnade di assoldati.

Confortare. 41. 144. e Segg: Benissimo usati coi suppletivi e senza. Medicollo e confortollo coll’uova. Del pano, del vino, et altre coselline da confortare. El tenne alquanti di per confortarlo. El conforto et domandollo ec: ed altri.

Commessale. 45. 165, e altrove. Lo stesso che Commisario, esecutore.

Contina V. Scontinare. Abbiamo trovato l’au passato in a d’aurora: tocca al ua passar pure in a. [p. 236 modifica]

Condicendole. Con dirle, dicendole. 28. 29. Vedi le note agli assempri morali 1° e 2°.

Constante. Tiene per constante che se tu. 18. 66. e altrove. Sicuro, indubitato.

Consolazione. Stare a consolazione. Nella tua segreta camera, ove tu usi di riposarti, et di stare a tua consolazione. 53. 200. E più che il francese a mon aise. E Dante: Pria che le guance impeli, Colui che mo’ si consola co’ nanna.

Continuamente. Continuamente appariva in visione. 36. 123. Continuo, extemplo, illico.

Conventare. Ascrivere, associare, riunire.

Conventati. So’ conventati nell’arte della medicina nei grandi studi 16. 58. So’ conventati nello ’nferno. Esser conventati, cioè riuniti od ascritti ad un convento di frati od a una Università o Corporazione d’arti.

Convento. Propriamente la Sala del Consiglio o Capitolo d’un Monastero, o il Consiglio come persona morale. Lo spiega benissimo un titolo dei Diplomi milanesi pubblicati dall’Osio; Vol. 1. P. 1.p. 7. «Petitionem Abatis et Conventus dicti Monasterii.»

Corredo. Dovendosi fare un corredo d’una donna novella. 2. 15. Festa, convito. Ora è il fornimento di una donna da marito: le donora.

Cose. Et in queste cose, nella casa sua avevano presso che mangiato. 5. 31. e altrove. È il cependent dei francesi.

Costregnare. El costregneva che rendesse l’usura. 9. 43. La carità che ti costrense a [p. 237 modifica]creare... A prendere carne umana. 53. 215. Esortare, insistere per convincere V. Costregenere negli Stat. Volg. V. 1. di questa Antologia e gli Stat. della Lana Cav. Polidori ove si usa più coerente all’uso comune.

Curia. 60, 225 nota. È al certo il ridotto o raddotto che si trova avanti di salire nel palazzo. Vi si rendeva ragione ai soggetti, come alla Curia del Comune? Nota, che si chiama corte o cortile, nome nobilissimo, che indica luogo del Signore. E il Consiglio della Repubblica si chiamava Raddotta, Radota, mentre il cortile si chiama ancora Ridotto o Raddotto: combinazioni curiose!

Dimonia. Sempre così con S. Caterina e tutti i Senesi.

Dispensazione. Per Dispensazione di Dio, 16. 60. Destinazione o volontà di Dio.

Dire Diceva nella mente, et diceva. 4. 24. Parlava nel suo pensiero, e diceva.

Discretamente. Discretamente gli dimandano la loro necessità. 31- 109. Umilmente, con fiducia.

Digrandinare. La sua vigna non gelava nè digrandinava. 50. 186. Il digrandinare o grandinare è abusivo applicato alla vigna; non così il gelare. Il di forse è per crescer forza. Non ha esempi.

Dissoluzioni. Et tanta era la loro importunità et dissoluzioni 28. 99. Coll’autorità dei Fioretti può stare per molestie o scherni.

Disonestare. Le vitoperano et le disonestano. 51. 194. È di bellissimo conio. [p. 238 modifica]

E suoi santi. Et offendare nè Idio e suoi Santi. 46. 176. Non ho apostrofato l’e, che vale ei, ma che nella viva voce si protrae in due e e’; come si direbbe e ei.

Ed e’ la. (N. B. che nella stampa incorse errore e correggi come segue) L’Orig. scrive unito Etdela. Ci parve doversi risolvere a questa forma ortografica, cioè: Cominciossi a turbare contro Dio et de la Vergine 29. 101. E spieghiamo: e d’essa la Vergine. Non in solita e buona forma.

Facondiosamente. Per quella carestia più facondiosamente lo’ faceva dare del pane. 41.137. Sì ben mangiare e tanto facondiosamente. 41. 148. Dalla abbondanza delle parole di un discorso, forma l’idea generale di ricchezza o sovrabbondanza di bene.

Fancella. V. Stat. Volg. dello Spedale. Vol. 1. di questa Antologia 6, 36. 37. e altri. Serva, Donzella, Fantina.

Fastiggio. Usato per fastidio, noja, uggia, da tutti li Scrittori Senesi fino al Sec. XVI.

Figura. Avventò una pietra alla figura. 62. 229. Intendo alla faccia.

Gattività, Gattivo. Col G alla Senese; per iniquità, malignità.

Gattivamente. Assai gattivamente s’acconciò dell’anima sua. 57. 212. Mal volentieri, con mal animo, come persona cattiva.

Gistrare. Parevano cavalieri che gistrassero. 25. 119. Giostrassero. Gistra, gestra, giostra E gestroso per bizzarro irrequieto.

Giudicio. In gran giudicio sopra l’anime loro. [p. 239 modifica]25. 95. Gastigo. Giustizia. Tanto amore al tanta carità non mi torni in giudicio. 23. 80. Non mi si volga contro come un gastigo. Se corso di giudicio non s’arresta. Dante. P. C. 4. v. ultimo.

Gattività. Dissoluti ad ogni genere di gattività. Per un altra gattività. 28. 99. 100. Iniquità. Bricconeria in generale.

Gl’il. E dice che se voi non gl’il date. 39. 130. 131. Si direbbe non glieli date, come a dire se quelli non date a quello; come i Romanci, che dicono el dis a els. Egli disse ad essi: non è che un modo di usare l’illum dei latini. Nei Trovatori si trova Ilh o lh. Que s’ilh passa pustost, n’er tot conques: di Ramondo Gaucelmo. Noto di passaggio quest’er del verso provenzale, n’er tot con ques; ne sarà tosto conquiso. Nella leggenda di S. Galgano, l’anonimo senese (se non è Fra Filippo) dice Colui che fu ed erà, erà, che vale sarà: Cosi a modo de' Provenzali i nostri antichi dal verbo essere hanno dedotto il futuro erà o seràFonte/commento: 251, invece del sarà, che solo è oggi ortodosso.

Grosso. Mi sento al grosso. 57. 213. Grida che si sentiva il tumore pestilenziale. Come Don Rodrigo, quando s’avvede d’avere il gavocciolo; Grosso, gavocciolo, o bubone che veniva sotto le ascelle.

Ghezzi, Ghezzo. Uomini neri come ghezzi d’etiopia. 5. 33. Ghezzo è una specie di corvo o piccione affatto nero, per traslato si dice dei negri o saracini.

Grossamente. Et poi a stento molto grossamente morì. 54. 203. Sciaguramente, non rozza[p. 240 modifica]mente, perchè la è cosa, che come pur vada riesce sempre bene.

Gli per li e lli o ill. Comunissimo a’ Senesi in tutti i tempi. Forse ebbe suono dolce e nasale come il pareille e soleil de’ Francesi. Eccone alcuni de’ più strani. Animagli, Abominevogli, Cotagli, Mugli, Sogli: animali, abbominevoli, Cotali, Muli, Soli, ec.

Ine. Io grido, è Sanesismo! E Pietro Fanfani rigrida è Pistojesismo! E io ci ho gusto quando sento uno stesso vocabolo fra più popolazioni d’Italia e distanti! Viene dal Ibi oppure da in eo o in illo. Fra Filippo però l’usa per Ivi e per Indi. Per ivi: Fecero ritto ine una fossa. 35. 121. che è ine presso. 20. 69. Per Indi. Io so’ da Civitella ine presso a sette miglia. 20. 69. Avvenne poi ine presso a sei mesi. 18. 66.

Inde. Et avvegnachè inde era prete. 19. 67. Indi, o quivi.

Inestante. Et poi inestante tutto enfiò. 62. oggi dicono ’n un istante. Subito, su due piedi.

Infestazioni. Fu tanta la infestazione che li fece el religioso. 9. 44. Sollecitazioni, molestie, importunità.

Infedicciati. 51. 191, Che stanno male nella fede.

Intanto. Usa spesso nel senso di tantochè, tanto, per modo che, talmente che.

Interrire. Udendo questo tutto interrì. 54. Divenne pallido, terrificato. Diciamo tutto di giallo interrito, dal colore della creta, che chiamiamo asso[p. 241 modifica]lutamente terra, o dall’ocra gialla che è la famosa terra di Siena.

Isvembrato e vembro. 16. 60. Si trova talvolta l’M cambiato in V negli antichi.

Inunque. Et inunque egli stette era posto a guardare. 23. 75. Sembra l’ine Senese unito all’unque. Umquam ibi ivi mai, cioè ivi appunto. Cosi l’Unguanno e l’ungueanno dei Trovatori unque annum che vale per tutto quest’anno appunto. Cosi l’intendono i nostri contadini, e il Malmantile; Le genti liviritta tutt’unguanno. Ma i Trovatori hanno ancora Ogan, che vale l’hoc annum latino.

Innudo. Fr. Filippo, ed il popolo nostro, tuttora non parla nè scrive diversamente. Rammenta il nasale Niño e Senñhor degli Spagnuoli.

Lo’. Troncamento del pronome loro, usato profusamente dai Senesi. V. Gli Statuti Volgari V. I.

Lograre. È tanto rotto e lograto che nol posso portare. 23. 80. Lograre nei conti di Mattasala è usato ancora per consumare mangiando, e vi si dice lograto in casa: cioè mangiato in famiglia.

Longa. Di Longa. Da lungi, da lontano. Più singolare è in longo paese 47. 178. In paese lontano.

Lolla. La vesticciola del grano, che sebbene in massa è leggerissima.

Lengua. E per i alla Senese. Era morto senza lengua. 25. 92. Cioè senza parlare. Gastigo da Notai che fanno parlare i morti.

Luogo. Stà sempre per Convento di Frati.

Maetro. Così il Cod. ma non ne trovo esempio. E lo ripete pochi versi appresso. Il francese antico [p. 242 modifica]aveva Maistre, ora ha Maitre. Se del Maetro di Fr. Filippo riduciamo il ditt. all’e, abbiamo il puro vocab. Francese.

Maritatoja. 59. 221. Il maritanda dei Legisti, non ha la grazia di questo volgare Maritatoja.

Massaio. Allora quel venerabile Massaio dixe. 24. 88. Uomo savio, provvido. Massaia la donna di casa, la capoccia. Gli antichi Massari dei tempi longobardici erano capi dei gruppi di case dei lavoratori.

Mascalzonare. Et andò molto tempo mascalzonando per lo mondo 32. 110. Senza calzoni, stracciato come un vagabondo. Mas nega in Provenzale ed in Spagnuolo: È il Sanculotto Francese.

Mica. Nessun intelletto gli tornò mai nè poco nè mica. 17. 64. Minija, Mija dei Provenzali e degli Spagnuoli. Miga pe’ lombardi è niente, e Miga dicevangli i tedeschi per il loro Nix. Mica val forse briciola in origine? Brisa e Mica si usa per briciola dai lombardi, senza differenza.

Mestiero. Mistero. Misterio e Mestero, senza distinzione per il nostro Mestiere.

Meriggiana. L’ora del meriggio, la sexta. Ora meridiana. 9. 44. e altrove.

Mettere. Et misselo a quel povaro. 22. 73. Ammettere un cane alla fiera in caccia.

Odore. 41. 146. Sebbene poco sotto si parli di puzza, ossia mal’odore, pure io credo che qui s’intenda per ispirazione, o come voluttà, che tale invero è il senso che produce l’organo dell’odorato. [p. 243 modifica]

Partefice. Fur cagione e partefici della sua dannazione. 11. 49. Che in parte ha che fare; cosi l’intende il popolo tuttora, ed è più vicino a far parte, che il partecipe.

Pelo. Non aveva rotto dello spazzo se non il pelo. 23. 83. A livello, rasente. Come sarebbe il passare su d’una peluria senza piegarla.

Però. Usitatissimo da’ trovatori. Per hoc. Dire però, fare però per questo motivo, per tal fine. 5. 33.

Parare. Egli vene parà. 49. 185. In antico s’intese per apparare, insegnare, apprendere.

Piega. S’elli ti cogliarà nemica inpiega, elli ti pericolarà. 59. 223. Trasponendo l’in e situandolo avanti a nemica, si avrebbe un senso, affettato però ed allo stile del mio scrittore poco familiare. Però propongo a’ lettori il seguente, sebben più da interpetre che da spiegatore. Prendo il Piega per simulazione, inganno, Piege in francese, frode o lacciuolo: me ne dà autorità il Passavanti, citato in proposito nei dizionarii, e dico; s’egli ti coglierà, n’è mica in piega! Non è mica egli nell’inganno. Non s’illude. Non si crede che tu abbia a serbarli la parola, il diavolo che è cosi furbo!!

Porre. Posero in segreto. 2. 19. Porre era lo stabilire una cosa; porre in consiglio, posto in Consiglio, deliberato in Consiglio. Porre in segreto è il deliberare una cosa che poi dovesse rimaner segreta. Poste in sostantivo erano le deliberazioni formate in consiglio. [p. 244 modifica]

Pugnare. Costoro pugnan troppo a tornare. 5. 31. Indugiare. Stentare a compiere una cosa perchè difficile.

Presèrvi. Co’ preservi de’ sassi. 16. 61. Con ripari e difese di sassi. Presèrvi non hanno i vocabolari.

Presto. Presto alla città di Napoli. 27. 97. Così il Cod. Nè saprei intendere altro che avanti o prima di giungere a Napoli.

Proverbi. Abbiamo uniti insieme tutti i proverbi e modi di dire, alla meglio però, che una riunione sistematica non si poteva fare, nè per il carattere di alcuni, nè per il loro numero, che non esigeva un ordine per trovarli. Quali sono però, alcuni parranno nuovi o per la frase o per l’uso. E in prima: il vocabolo Proverbio è inteso da Fr. Filippo, per motto, o frizzo, o come si intende ancor noi, rimprovero o ingiuria. Simigliantemente con proverbio ciascuno gli rispose. 55. 206.

Non è colpa della gatta, se la massaia è matta. 14.

Maladetto el fanciullo di cent’anni. 12. 51. Si ritiene sempre per un titolo spregievole l’essere detto citto vecchio.

Non sapendo nè via nè campo. 30. 104. Non sapendo che via prendere.

Sempre a’ cavagli magri s’appongan le mosche 23. 78.

Callaja. Far le callaje. Intrometter de’ vuoti frà una cosa ed un’altra. Faceva la callaje frà le messe 36. 123. [p. 245 modifica]

Pazzi. Intorno ai pazzi il nostro Fr. Filippo ci spipola ben quattro proverbi di seguito. E benchè il proverbio dica, che pazzo avventurato non gli bisogna senno, non dimeno credemi, che frà ’l centonajo de’ pazzi non ve n’ha uno avventurato, che la maggior parte si cuocono: e però provedeti quando tu se’ sano e lieto che ti varrà l'un cento. 7. 41.

Se tu sarai pazzo tu sarai incatenato. 5. 36.

Far alto e basso. Fare il ciacci, il factotum. Resta ai Veneziani.

Chi non vive accontio muore a ontio, 45. 167. Cioè acconcio ossia preparato. A ontioFonte/commento: 251 a onta o vergognosamente.

Acconciarsi col vescovo. Più volte nell’assempro 45. torna su questa frase, che è di uno che non volendo confessare i suoi peccati, simulava averli confessati al Vescovo.

Chi in questo mondo è pecora nell’altro và belando. 45. 168.

A mal fare è mal pagare. 48. 183. A chi fa male tocca male.

Vivere a capo cervio. Tu che vivi a capo cervio, el quale non ti pare avere nè ciel sopra capo, nè terra sotto e’ piei. 57. 212. Chi sa? Forse l’immagine è presa dal cervo, che correndo abbandona indietro il capo, che si rovescia per il peso delle corna ramose, e così non vede la terra, nè guarda il cielo, perchè gli occhi restano diretti lungo il suo muso; e così corre a caso. [p. 246 modifica]

Chi per altrui mani s’imbocca tardi si satolla. 46. 178. V. il suo simile fra i Proverbi Toscani pubblicati dal Ch. A. Gotti, alla giunta. 17.

Dar da mastucare. 42. 154. Dare impicci o noje.

Come visse dormendo, così morì sognando. 45. 167.

Per mala via venne il pepe e mala via prese. 47. 180. Forse perchè il pepe veniva dai paesi degli infedeli. Questo vive tuttora.

Chi lo ’ngharà non vedrà mai la faccia di Dio. 6. 36. Non v’è che vi risponda altro che il provenzale engar, eguagliare gareggiare. Chi avesse eguagliato quell’usuraio, si sarebbe dannato.

Mettere il carro avanti a’ buoi. Ecco una spiegazione di questo tritissimo proverbio, che mi pare inaspettata quanto vera. Quando ’l carro và innanzi a’ buoi, è segno ch’elli vanno allo ’ngiù, et tirasi e’ buoi dietro, che so’ legati, a precipizio.

Ragione. È sempre in senso di conteggio, computo, bilancio.

Riguardare. Aver riguardo, rispettare, custodire. 32. 111. per due volte. Guardare per serbare o riservare V. Guardata per martirio. 58. 213.

Reggiuole. Et aver cura e rispondere alle reggiuole. 23. 75. Disotto all’uscio delle reggiuole. 41. 143. Il suo tema è Regge; e significa le pietre che formano le soglie, i pilastri e l’architrave di una porta e la porta stessa. Li spigoli di questa regge sacra. Dice Dante della porta del Purgatorio, IX. 134. Il suo proprio significato è cancello: [p. 247 modifica]ed era la Regge quel cancello intorno al presbiterio, che divideva l’altare dalla Chiesa. I Greci l’hanno sempre e lo chiamano Iconoclaste. Nell’assempro 41 si accenna quest’ultimo, ma nel 23 è semplicemente il cancello della clausura.

Rispesso. Così gridando rispesso più volte. 8. 42. per dar forza maggiore alla frequenza de’ gridi di quel dannato.

Rattracchiare. E nerbi rattracchiaro. 32. Retraere, rattrappare, rattrappire.

Ridurre. Et venendo in una contrada dove molto si riduceva. 57. 211. Dove molta gente adunavasi: Che come apparisce erano di bravi scapestrati.

Ritrillate. Certe pazze ritrillate. 16. 59. Non si usa più, ma invece trillo e trilla. Forse è dal trillo musicale, seguito di note vibrate e spesse, e tremule. Trillo, trillone, è colui che fa il brioso, il vispo, ed è affettato ed insulso. O meglio forse sarà il trarlo dal fusarolo, che diciamo trillo, e che al mulinar del fuso turbina velocemente ed oscilla. Diciamo perciò vecchio trillo, al vecchio rubizzo che fa il galante e si sforza.

Remidire o meglio Rimediare, come il popolo l’usa tuttora, s’intende per raccapezzare raunare.

Ricolta. Nondimeno voglio una ricolta. 59. Qui stà per pegno. Entrare, in ricolta di S. Cater. Lett. 243. vale recuperare riscattare. Ricolta e Raccolta, si dicevano le adunanze a consiglio delle persone dell’Arti. [p. 248 modifica]

Soppesare. El prese di sotto la cintura e soppesollo. 41. 143. Lo prese a mezza vita, e lo tenne in bilancia per trasportarlo.

Saldo. Di saldo. E stettero sette mesi di saldo, che mai uscio non fu aperto. 31. 109. Parecchie settimane di saldo el medicò et servillo. 41. 146. Avverbiale per continuamente.

Sgratare. Era molto odiato e sgratato. 8. 41. Venire in uggia, essere ingrato altrui.

Scontinare. A quella medesima ora lo scontinò. 27. 98. Abbiamo la febbre contina, per continua: Lo scontinare è per scontinuare, e vale rompere, interrompere la continuità, e figuratamente uccidere.

Scarca. Acciò ch’ella paresse più libera e scarca. 3. 22. Libera e svelta; fr. degageè.

Spirito. Si diero spirito. 2. 20. Si volsero alle cose dell’anima.

Santolo. Un frate suo compare, santolo de la fanciulla. 36. 22. Santolo è il compare di battesimo o di cresima: detto così per esservi di mezzo un sagramento. Nel comparatico della mamma col frate forse questo non c’era.

Schiantimo. Et in tutte le cose viene lo schiantìmo. 48. 183. Lo schianto e rovinio delle cose schiantate. Non ne trovo esempi.

Scura e Scurità. Tanto spesso adoprati da Fr. Filippo; coi quali esprime tutto quel che può esservi di orribile e di diabolico a vedersi.

Stare. Poco è a stare che finiranno tre anni. 39. 130. Poco c’è a finire 3 anni. [p. 249 modifica]

Tentazioni. Sicchè ’l diavolo gli cominciò a dare molto gravi tenzioni carnali. 23. 77. Sulla fede della copia è corso nella stampa tentazioni, ma esaminato il codice troviamo tenzioni, e ci guarderemo bene dal correggere il bel vocabolo tenzioni, cioè pugne, combattimenti.

Tornare. O morire o tornare a la lor legge. 31. 108. Volgersi, girare. Poichè non potevano tornare alla legge dei saracini, che non era la loro.

Tramandare. Subbitamente fu agguattato et tramandato dai compagni. 29. 102. Agguattare è il celare a studio, tramandare, il trasporre perdendo le tracce dell’oggetto perduto. Questo è l’uso, ma si può ancora credere, che possa venire da oltramandato, mandato lontano per agguattarlo.

Trattato. A tal tempo si fece in Siena un trattato. 56. 210. Negli Scrittori fino al Sec. XVIII. significò sempre Congiura, Cospirazione.

Uegne. Il Cod. Scrive. Si louengne. 24. 88. v. 23. Lo abbiamo sciolto nell’Articolo lo e nel verbo Uegne. Quel n fra e e g, certamente non ci sta, ma non è nuovo nelle antiche scritture, e sembra avesse un tal suono nasale da sparire nella pronunzia. Se si vuole accettare in nostra lingua il dittongo ue, che tanto spesso ricorre nel numerale due, molto più lo accetteremo nel parlar Senese, ove oltre il due è l’Altrue è il Due per dove. Bensì la strana fonesi che nel nostro caso resulta da questo dittongo, non può credersi che suonasse chiara e spiccata nella parola parlata, ma credo che la e fosse incorporata alla [p. 250 modifica]sua precedente. Per me dunque credo di leggere il solo u, lo ugne, ungilo qui, dice Cristo, mostrando al fanciullo il costato sanguigno.

Venire. Venne questo caso nella villa sua. 48. 182. Questa è la distinzione dal venire all’avvenire. Uno è il semplice fatto, e l’altro il fatto specialmente fortunoso: V. avvenne.

Ultimamente. Sicchè ultimamente per giusto giudizio di Dio. 15. 56. In fine, da ultimo.



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errori correzioni
doñ i p.2, v.7 doñi
sua come. p. 15. nota 2. sua come.
tu ci, fusti testè, p. 17. v. 17. tu ci fusti teste',
L'alt: Cod: Manca nell' è v. nota. p 25 manca nell' altro Codice l' è.
e, imbrattarsi el volto, p: 27. v. 2. e imbrattansi l' volto.
Enfonia pag. 27. nota. Eufonia.
manca il ne. 29. nota. 2. Manca il ne.
di un fancullo. p. 38. v. 1. di un fanciullo.
vie visibilmente p. 92. 17. ine visibilmente
Colui che fu ed era, era, che vale sarà. Cosi a modo de' Provenzali i nostri antichi dal verbo essere hanno dedotto era o sarà, invece del sarà, p. 239. v. 20. Colui che fu ed erà, erà, che vale sarà: Cosi a modo de' Provenzali i nostri antichi dal verbo essere hanno dedotto il futuro erà o serà, invece del sarà.
a ontìo, a onta, P. 245. v. 11. a ontio


AVVERTENZA


Alla pag. 56. nota. Abbiamo spiegato il mare della religione, per il mar di pa zienza di quel tale Ordine particolare di religiosi; ma riflettendoci, [p. 252 modifica]ci è sembrato, che debba invece intendersi tutta in astratto, la grandezza, la immensità che si attribuiva ad un Ordine religioso; giacchè si dice per proverbio il mare magno della misericordia di Dio, il mare magno delle cose, della giustizia, delle storie, dei fatti, dei miracoli ecc. E perciò si trovano molti libri scritti sulle storie, sulle opere e i fasti degli ordini Religiosi intitolati Mare Magnum di tale o di tal’altra Religione.